LABORATORIO DI GIORNALISMO
Lezione 1: FATTO E NOTIZIA
Prima di iniziare a parlare di giornalismo occorre sottolineare l'importanza di due aspetti: il fatto
e la notizia.
Poiché lo scopo del giornalismo è quello di informare, esso si occupa di notizie.
Una notizia è un fatto, ma che cosa rende un fatto... notizia?
O meglio: quali caratteristiche deve avere un fatto per diventare notizia?
➔ Deve essere straordinario (cioè fuori dall'ordinario). Modo di dire dei giornalisti: non fa
notizia un cane che morde un uomo, ma un uomo che morde un cane.
➔ Deve interessare la gente... e magari, chissà, far riflettere!
➔ Un altro aspetto che spesso fa notizia è la prossimità, quando le conseguenze di un fatto
ci toccano da vicino (per esempio, lo sciopero dei mezzi o un provvedimento politico che
ci riguarda)
➔ In molti casi tratta di personaggi noti (ebbene sì, quando vi sposerete la notizia non finirà
su tutti i quotidiani, a meno che non siate figure pubbliche rilevanti!)
Sì, ma... come fa il giornalista ad accedere alle notizie?
Deve frequentare alcuni luoghi di particolare interesse, come per esempio:
➔ Palazzo di Giustizia
➔ Questura, Prefettura
➔ Palazzi della politica
➔ Ospedali, commissariati
➔ Conferenze stampa
➔ Stadi e campi di allenamento (per la cronaca sportiva)
➔ Agenzie stampa , come ANSA e REUTER. Si tratta della fonte più importante. Un lancio di
agenzia è una notizia breve di poche righe, che viene inviata al giornalista. Il suo compito
è quello di verificarla, approfondirla e a partire da essa realizzare un articolo.
Come potete immaginare, attraverso queste fonti, un giornalista si ritroverà “pieno zeppo” di
notizie: sarebbe impossibile dedicare a ognuna di esse un articolo da pubblicare!
Che cosa si deve fare, allora? Il giornalista compie un'operazione importantissima: la selezione,
in base ai criteri citati prima, per cui un fatto può “fare notizia”.
La selezione è fondamentale anche nei temi in classe. Pensate a quante cose avreste da dire su
un argomento, però non potete scrivere alla rinfusa tutto ciò che vi passa nella testa, ma dovete
porvi le domande: è un argomento superfluo, mi porta fuori tema? È coerente con quello che ho
scritto prima? Sto rispettando la scaletta? Se mi metto nei panni della prof. che leggerà il
tema... che cosa ne penso?
Cambiando argomento, al giorno d'oggi esistono diversi tipi di quotidiani. Una delle innovazioni
dell'ultimo decennio è stata data dall'avvento della cosiddetta free press (stampa gratis). Che
cos'è? Sto parlando di quei quotidiani che vengono distribuiti gratuitamente, come Metro, Leggo,
City, E-Polis. Nel loro piccolo hanno cambiato il modo di fare giornalismo.
La domanda che sorge spontanea è: ma come fanno questi giornali a sopravvivere se vengono
distribuiti gratis, cioè non ricavano proventi dalle vendite?
A questo proposito bisogna sapere che i guadagni di un giornale derivano principalmente da due
fattori: la vendita e... la pubblicità.
Nel caso della free press, la tabella che spiega da dove derivino i guadagni di questi giornali
gratuiti, può configurarsi in questo modo:
Proventi derivanti dalle vendite 0,00%
Proventi derivanti dalla pubblicità 100,00%
Come funziona invece con i quotidiani tradizionali, come il Corriere della sera?
Fino a qualche decennio fa la situazione era questa:
Proventi derivanti dalle vendite 60,00%
Proventi derivanti dalla pubblicità 40,00%
Ora però la situazione si è invertita!
Proventi derivanti dalle vendite 40,00%
Proventi derivanti dalla pubblicità 60,00%
Quindi anche i quotidiani tradizionali guadagnano di più per la pubblicità che per le vendite!
Detto questo... quali sono le altre differenze tra la stampa a pagamento e la free press?
Entrambe presentano dei vantaggi, per esempio Metro, Leggo e compagnia bella:
➔ possono essere accessibili anche a chi normalmente non potrebbe pagare 1,20 euro per
comprare il giornale
➔ hanno contribuito a migliorare l'alfabetizzazione (pensiamo per esempio agli stranieri)
➔ hanno abituato alla lettura del quotidiano molti che prima non leggevano le notizie...
… tanto che queste persone in genere sono passate alla stampa tradizionale! Ma perché? Qual è
il fondamentale vantaggio che possiamo trarre dalla lettura di un quotidiano di questo tipo? Che
cosa la free press non può darci pienamente?
L'approfondimento!
Vuol dire non limitarsi semplicemente a enunciare il fatto, ma rifletterci su, analizzarlo anche in
base all'esperienza del passato, all'intervento di esperti, alla linea critica che ci viene fornita da
un determinato giornalista, per sviluppare noi stessi un forte spirito critico, una capacità di
discernimento di fronte a ciò che leggiamo, con lo scopo di trarre insegnamenti per il futuro.
Altre differenze??
Se questa non vi sembra sufficiente, trovatele voi stessi: per la prossima volta vi prego di
prendere un quotidiano tradizionale e uno free press , di considerare una notizia (a vostra scelta)
e scrivere in sei-sette righe che differenza c'è nel modo di trattarla tra un giornale e l'altro.
Inoltre vi chiedo di guardare la pubblicità dei due quotidiani e fare un piccolo confronto.
Rispondete oralmente: che differenza c'è tra le pubblicità? Chi sono gli inserzionisti della free
press ? Buon lavoro!
LABORATORIO DI GIORNALISMO
Lezione 2: SCRIVERE UN ARTICOLO
Tanto per cominciare, parliamo delle “cinque W”. Per la precisione si tratta di cinque parole che
cominciano con la “W”, e una con la “H”. Sono le cinque domande alle quali un articolo deve
rispondere, gli elementi imprescindibili che non possono mancare in un testo informativo.
Si tratta di: What, Where, When, Why, Who, How.
Se per esempio dovete scrivere un articolo di cronaca sportiva sulla partita di calcio che si è
appena conclusa durante l'ora di scienze motorie, in cui le femmine per la prima volta sono
riuscite a battere i maschi, tenete presente le vostre “cinque W”.
What / Who: la vittoria delle femmine nella partita a calcio
Where: nella palestra della scuola
When: durante l'ora di scienze motorie del giovedì
Why: perché è la prima volta che le ragazze riescono ad avere la meglio sui maschi!
How: con un goal di Michelle su assist di Camilla
Usate la seguente scaletta per scrivere un articolo:
1) Lead (attacco), in cui solitamente sono esplicitate le “cinque W”
2) Ampliamento del testo: redigete nel dettaglio la cronaca di come si sono svolti i fatti
3) I precedenti: nel caso della partita, potrete parlare di com'erano andate le precedenti
sfide calcistiche tra maschi e femmine
4) Le testimonianze: dichiarazioni, interviste, frasi pronunciate dai protagonisti
5) La chiusura: tirate le somme della vicenda e provate a proiettarvi nel futuro... “i maschi
chiederanno la rivincita?”
Soffermiamoci brevemente sul lead. Come ho già detto, l'attacco tradizionale prevede
l'enunciazione delle “cinque W” (lead oggettivo), ma nel giornalismo contemporaneo sono molto
diffuse soluzioni diverse. Si può infatti partire:
➔ Da un particolare. Per esempio: “Un abbraccio lungo un sogno tra Silvia e Dinithi dopo il
triplice fischio del prof. Spedicato...”
➔ Dall'enunciazione del fatto: “Le femmine di terza media ce l'hanno fatta. Per la prima
volta in tre anni, si sono aggiudicate la partita di calcio dell'ora di scienze motorie...”
➔ Da una dichiarazione: “Ci hanno dato filo da torcere e noi abbiamo commesso degli
errori” commenta secco Nicola “ma siamo comunque usciti a testa alta da questo
match...”
➔ Da un interrogativo: “E se le ragazze fossero da champions?...”
➔ Da una citazione letteraria, cinematografica o comunque di grande risonanza culturale:
“Per me si va nella città dolente/ per me si va nell'etterno dolore” sembrano esclamare
gli occhi delusi di Alessandro, di rientro negli spogliatoi...”
➔ Da un commento del giornalista: “Una vittoria indiscutibilmente meritata, anche se quel
goal annullato ad Alex sullo zero a zero avrebbe cambiato le sorti della gara...”
Ora cambiamo argomento e pensiamo al titolo. Esso ha una funzione molto importante perché
deve riassumere il senso dell'articolo. I titoli possono essere:
➔ Enunciativi (dicono il fatto così com'è): 1-0, MASCHI BATTUTI
➔ Valutativi (esprimono una posizione sul fatto): FEMMINE, ED E' TRIONFO STORICO
➔ Dialogici (prevedono un “virgolettato”): MARTINA: “ABBIAMO IL CALCIO NEL SANGUE!”
➔ Ironici o metaforici: MICHELLE, CHE SBERLA! … UNDICI LEONESSE
Badate bene a queste regole per il titolo:
➔ usate poche parole (al massimo cinque)
➔ non mettete mai il punto fermo dopo il titolo
➔ evitare i due punti (:) e i puntini di sospensione (...)
➔ evitare le ripetizioni
Mettiamoci alla prova!
Scrivete un articolo usando la scaletta proposta, a partire dal seguente lancio di agenzia:
“ragazza di terza media decide di cambiare scuola perché vittima di episodi di bullismo. I
responsabili, individuati dall'insegnante, si dichiarano dispiaciuti per la vicenda e disposti a
riparare.
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Lezione 3: TERMINI TECNICI E GENERI GIORNALISTICI
Prendiamo in mano un quotidiano. Notiamo che può presentare un layout di diverso tipo: a
lenzuolo (più grande), come nel caso del Corriere della sera o tabloid (più piccolo), come nel
giornale Il giorno.
Si tratta di termini tecnici che definiscono il formato di un giornale.
Quando ci imbattiamo nella prima pagina di un quotidiano, notiamo la testata, cioè il nome del
quotidiano riportato nella parte alta della pagina.
I titoli, di cui abbiamo già parlato, sono accompagnati da un sopratitolo, chiamato occhiello,
che fornisce informazioni generali, e da un sottotitolo, chiamato catenaccio, in cui vengono
specificati maggiori particolari. A volte, poi, può esservi anche il sommario, un breve testo che
riassume la vicenda ed è scritto in stampato minuscolo e neretto.
Un testo molto importante in prima pagina è l'editoriale, che si trova a sinistra oppure in basso.
È scritto in corsivo ed esprime una presa di posizione della testata su un fatto di rilevante
importanza. Di solito è scritto dal direttore o da un vicedirettore.
In prima pagina spesso è possibile anche trovare una vignetta. Il vignettista solitamente si
avvale dell'ironia, figura retorica che consiste nell'affermare il contrario di ciò che si pensa.
Si definisce paratesto tutto ciò che non è testo, come le immagini, le tabelle, i grafici, ecc. Una
volta il paratesto era quasi del tutto assente o comunque occupava una parte marginale della
pagina; nel giornalismo contemporaneo, con l'avvento dell'informatica e la preminenza
dell'aspetto visuale rispetto a quello verbale, ha assunto una centralità sempre maggiore.
Sfogliando il giornale è possibile imbattersi in molti generi giornalistici, come per esempio:
➔ In primo piano: genere che si è sviluppato negli ultimi decenni e “gonfia” le prime pagine
dei quotidiani, descrivendo i fatti principali del momento, a prescindere che trattino di
politica interna, esteri, economia o sport.
➔ Politica
➔ Esteri
➔ Cronache
➔ Cronaca della città e della regione
➔ Economia
➔ Cultura (o Terza Pagina). Perché si chiama in questo modo pur trovandosi a pag. 40 o giù
di lì? Una volta le pagine del quotidiano erano solo quattro e la terza era dedicata alla
cultura, perciò è rimasto questo nome. Molto spesso gli autori della Terza Pagina sono
“firme” importanti: poeti, scrittori, artisti, critici letterari ecc. L'articolo più prestigioso
legato a questo genere prende il nome di elzeviro.
➔ Spettacoli
➔ Sport
Una tecnica giornalistica molto interessante è l'intervista. Essa può nascere da un evento (per
esempio intervisto Michelle perché ha segnato un goal nella partita), oppure può essere di
carattere personale (per esempio intervisto la preside perché rappresenta un'autorità, in virtù
del suo essere preside).
A ogni modo prima di fare un'intervista bisogna prepararsi molto bene sull'argomento da trattare
(altrimenti si rischiano brutte figure!) e avere una scaletta di domande da porre all'intervistato.
ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni
altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di
finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al
buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le
violazioni.
Ora tocca a noi: dopo queste premesse teoriche sul testo informativo e l'analisi a gruppi di alcuni tra i
principali quotidiani italiani, non resta che trasformare la classe in una redazione e iniziare
quest'avventura giornalistica!