Pinocchi “paralleli”
Parafrasi bibliche e cristologiche • La Bibbia agisce a livello di ipotesto della
narra8va collodiana. Non sappiamo se Carlo Collodi abbia ripreso deliberatamente tema8che e personaggi biblici, ma è chiaro che la Bibbia ne cos8tuisca, so@otraccia, un referente tema8co ed espressivo.
• Le avventure di Pinocchio è la storia del figlio puta8vo di un falegname.
• Geppe@o, dunque, come Giuseppe, tra l’altro rappresentato accanto a un alberello fiorito, simbolo questo che rimanda al tronco di Jesse, da cui sarebbe spuntato un “germoglio”, come si legge in Isaia.
La fata • La Fata, «una bella bambina, coi capelli turchini e il viso bianco come un’immagine di cera, gli occhi chiusi e le mani incrociate sul pe@o», fa la sua prima apparizione nel capitolo XV, affacciata alla finestra della sua casa nel bosco, quando Pinocchio tenta disperatamente di sfuggire al ga@o e la Volpe traves88 da assassini.
• La fata turchina rimanda a una precisa iconografia popolare (vedi Calvino, “I cent’anni di Pinocchio”): quella delle madonne a stampa colorate a mano, con l’azzurro del manto che stringeva sui capelli. I suoi traQ (prima bambina, poi donna del popolo e infine signora-‐madre) non possono che richiamare, anche croma8camente, quelli di Maria.
• L’impiccagione di Pinocchio ad opera del Ga@o e della Volpe, al capitolo XV, è un vero e proprio calco dei raccon8 della passione di Cristo.
• “Intanto s’era levato un vento impetuoso di tramontana, che soffiando e mugghiando con rabbia, sbatacchiava in qua e in là il povero impiccato, facendolo dondolare violentemente come il ba@aglio d’una campana che suona a festa. E quel dondolìo gli cagionava acu8ssimi spasimi, e il nodo scorsoio, stringendosi sempre più alla gola, gli toglieva il respiro.
• A poco a poco gli occhi gli si appannarono; e sebbene sen8sse avvicinarsi la morte, pure sperava sempre che da un momento a un altro sarebbe capitata qualche anima pietosa a dargli aiuto. Ma quando, aspe@a aspe@a, vide che non compariva nessuno, proprio nessuno, allora gli tornò in mente il suo povero babbo… e balbe@ò quasi moribondo:
• — Oh babbo mio! se tu fossi qui!… ― • E non ebbe fiato per dir altro. Chiuse gli occhi, aprì la bocca, s8rò le gambe, e dato un grande scrollone, rimase lì come in8rizzito”.
Vangelo di Marco, 15, 33-‐37 • Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tu@a la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presen8 dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: “Aspe@ate, vediamo se viene Elia a farlo scendere”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Il falco = Giuseppe d’Arimatea
• Il Falco mandato dalla Fata a staccare Pinocchio dall’albero (c. XVI) è un Giuseppe d’Arimatea alato.
• Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del Sinedrio, chiese a Pilato il corpo di Gesù. Constatato il decesso, il governatore della Giudea gli concesse la salma.
Altre allusioni?
• La tra@a8va con Mangiafuoco per evitare la morte = allusione a Pilato.
• Il triplice rifiuto della medicina è assonante con la triplice invocazione di Gesu al Padre (Ma@eo 26,36-‐46) o con il triplice diniego di Pietro (“Prima che il gallo can8, mi rinnegherai tre volte”).
Ma@eo 26, 36-‐46 • Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato
Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37 E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38 Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39 E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete sta8 capaci di vegliare un'ora sola con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
• 42 E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fa@a la tua volontà». 43 E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesan88. 44 E lascia8li, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45 Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina».
• Nel seppellire le qua@ro monete d’oro ricevute da Mangiafuoco (c. XVIII), Pinocchio si comporta come il servo della parabola dei talen8 (Ma@eo 25,14-‐30).
• “Eccoci giun8 – disse la Volpe al buraQno. – Ora china8 giù a terra, scava con le mani una piccola buca nel campo e meQci dentro le monete d’oro.
• Pinocchio ubbidì. Scavò la buca, ci pose le qua@ro monete d’oro, che gli erano rimaste: e dopo ricoprì la buca con un po’ di terra”.
Ma@eo 25, 14-‐30 • “14 Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talen8, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e part. 16 Colui che aveva ricevuto cinque talen8, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. 17 Così anche quello che ne aveva ricevu8 due, ne guadagnò altri due. 18 Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone”.
• A proposito di parabole, vediamo il monologo di Pinocchio al capitolo XX.
• “Quante disgrazie mi sono accadute… E me le merito! Perché io sono un buraQno testardo e piccoso (os8nato) … e voglio far sempre tu@e le cose a modo mio, senza dar re@a a quelli che mi voglion bene e che hanno mille volte più giudizio mi me!... Ma da questa volta in là, faccio proponimento di cambiar vita e di diventare un ragazzo ammodo e ubbidiente […] E il mio babbo mi avrà aspe@ato?...”.
• Questo monologo sembra di averlo già sen8to o le@o: perché modellato su quello del figliol prodigo (Luca 15,17-‐19).
• “14 Quando ebbe speso tu@o, in quel paese venne una gran cares8a ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora si mise con uno degli abitan8 di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. 16 Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse: "Quan8 servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: 'Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; tra@ami come uno dei tuoi servi’”.
• 20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si ge@ò al collo e lo baciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".
• Al monologo di Pinocchio farà seguito, proprio come nel testo di Luca, il banche@o gioioso (capitolo XXIX):
• Quando si riebbe, si trovò disteso sopra un sofà, e la Fata era accanto a lui.
• — Anche per questa volta 8 perdono: — gli disse la Fata — ma guai a te, se me ne fai un’altra delle tue!… —
• Pinocchio promise e giurò che avrebbe studiato, e che si sarebbe condo@o sempre bene. E mantenne la parola per tu@o il resto dell’anno. DifaQ agli esami delle vacanze, ebbe l’onore di essere il più bravo della scuola; e i suoi portamen8, in generale, furono giudica8 così lodevoli e soddisfacen8, che la Fata, tu@a contenta, gli disse:
• — Domani finalmente il tuo desiderio sarà appagato!
• — Cioè? • — Domani finirai di essere un buraQno di legno, e diventerai un ragazzo per bene.—
• Chi non ha veduto la gioia di Pinocchio, a questa no8zia tanto sospirata, non potrà mai figurarsela. TuQ i suoi amici e compagni di scuola dovevano essere invita8 per il giorno dopo a una gran colazione in casa della Fata, per festeggiare insieme il grande avvenimento: e la Fata aveva fa@o preparare dugento tazze di caffè-‐e-‐la@e e qua@rocento panini imburra8 di dentro e di fuori».
• Arrivato all’isola delle Api industriose, Pinocchio, come Gesu alla Samaritana, chiede a «una buona donnina che portava due brocche d’acqua. “Vi contentate, buona donna, che io beva una sorsata d’acqua alla vostra brocca?”» (c. XXIV, p. 170-‐171).
• Giovanni, 4, 5-‐7 • “Giunse pertanto ad una ci@à della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7Arrivò intanto una donna di Samaria ad aQngere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere»”.
• Avuta la conferma dalla MarmoQna di essere diventato un ciuchino, Pinocchio, come Adamo, sa benissimo a chi dare la colpa: «Ma la colpa non è mia: la colpa, credilo, MarmoQna, è tu@a di Lucignolo!» (capitolo XXXII).
• Come accade in Genesi 3,12: • L’uomo rispose: “La donna che tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato del fru@o dell’albero, e io n’ho mangiato”.
• Di lì a poco, durante il fatale spe@acolo nel circo, Pinocchio cade, dapprima due volte, nella finzione scenica, e poi, dopo aver visto la Fata mescolata tra il pubblico, una terza volta, rovinosamente, con evidente allusione alle tre cadute di Gesu (tema questo non presente nei Vangeli, ma contemplato dalla pietà popolare della via crucis).
E ancora…
• Il naso di Pinocchio beccato dai picchi potrebbe essere un’allusione alla circoncisione (le@eralmente: tagliare intorno)?
• La ca8nella d’acqua che rovescia in testa al buraQno il vecchino col berre@o da no@e potrebbe essere un rimando al ba@esimo?
• Il cappelluccio di pane realizzato da Geppe@o per Pinocchio potrebbe assumere un significato eucaris8co?
• Quella che si consuma all’Osteria del Gambero rosso, prima dell’impiccagione di Pinocchio, assomiglia all’ul8ma cena?
• La prima delle tante fughe di Pinocchio, al capitolo III, si configura alla stregua di una vera e propria uscita dall’Egi@o.
• Il pesce-‐cane che inghio@e prima Geppe@o e poi Pinocchio rimanda immediatamente al mostro marino del profeta Giona (e anche in Giona non si tra@a di una balena).
• Giona è ge@ato in mare, ma un "grande pesce" (da nessuna parte è precisato che si traQ di una balena) lo inghio@e. Dal ventre del pesce, dove rimane per tre giorni e tre noQ, Giona rivolge a Dio una preghiera, che ricorda un salmo. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.
• C o s a p o s s i amo r i c a v a r e d a q u e s t e sovrapposizioni, da ques8 echi? Da questo gioco di rimandi?
• Non dimen8chiamo che dagli 11 ai 18 anni Collodi studiò prima in seminario e poi presso i padri Scolopi.
• Si può dire che l’immaginario di una civiltà è composto di un dato numero di figure che possono organizzarsi in un gran numero di modi ma non in altri, per cui una storia che funziona avrà sempre mol8 pun8 in comune con un’altra storia che funziona. Forse si può dire che le stru@ure narra8ve esistono per conto loro come figure geometriche o idee
• platoniche o arche8pi astraQ e s’impongono all’immaginazione individuale dei singoli autori.