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Quaderni di Scrivere 5

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TibetQuaderni di Scrivere 5© 2008 Scrivere.info

Tutti i diritti di riproduzione, con qualsiasi mezzo, sono riservati.In copertina: “Horse riders in Tibet”

© 2006 United Planet (unitedplanet.org)Prima edizione PoeBook Aprile 2008

Pubblicato in UE da Lulu Enterprises, Inc.www.scrivere.info - www.poebook.it

Per ogni copia venduta di questo libro, il ricavato di 1 euro sarà destinato al beneficio dei monaci e dei rifugiati tibetani

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E’ con grande gioia che leggo questo bellissimo libro, che contiene paroleche illustrano le caratteristiche e la bellezza della cultura e della reli-

gione Tibetana, dello splendido paesaggio del “tetto del mondo”. Le poesiecontenute in questo libro si dimostrano sintonia con il puro, amorevole e sem-plice cuore del popolo Tibetano. Apprezzo moltissimo l’amore e l’affetto degliautori di queste poesie verso le tradizioni del Tibet e verso la sua eredità spi-rituale.

Agli autori di queste poesie va il mio ringraziamento e le mie preghiere,ma anche a tutti coloro che le leggeranno!

Lama Geshe Gedun Tharchin

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Impotente, guardo

Guardo foto sbiaditerubate alla violenza di chi spara.

Guardo corpilordi di sangue rattrappitodistesi contro le terrazzedei campi coltivati a grano.

Guardo monaci percossi,defraudati della loro terra,vittime consapevoli di un sacrificioche non troverà giustizia.

Guardo le loro braccia tesecontro le armi che calano la morte,le loro mani chiuse nel gesto di chi prega,inascoltata voce che si perde làdove il silenzio si fa grido.

Impotente voglio credereche mai legheranno i vostri pensieri,mai v’impediranno il passoche porta all’ottuplice sentiero.

Le vostre voci soffocate sono canto,preghiera che non si spegneanche se l’arancio si è tintodel rosso del sangue di chi muore.

Gelido soffia il vento himalayanonarrando di regole che possonoesser violate, non travolte.

Questa è la sola vostra forzae l’impotente mia speranza.

Ale

dam

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Morte di un sorriso

Sulle immense montagnedove manti delicati di neveavvolgono l’aria pura e serenai bambini giocanoalzano un ditoe toccano il cielo.

L’anima libera del monacovola tra la genterisvegliando i cuori inariditigli occhi stanchii sorrisi del tempo.

Ora fiamme avvampanobruciano case e voltibande armatestrappano la calmail cielo si dipinge di rossoil sangue coladai visi umili.

L’ultima lacrimasi perde con i raggi del tramontoe la morte avanzaghiacciando i cuoricol suo fiato gelido.

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Ale

ssan

dro

Sas

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Sete di libertà

Fiammaapaticaaccesasul cero della speranzaor s’invigoriscedegl’alitidi animeoppresse

fieraelladivampafra cuoriin preghiera

illuminando

strade contorse e ripidepercorse con frenesiada chi ama la libertàl’indipendenza.

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Am

bro

sin

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lvat

ore

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Tibet, un nuovo seme di vita

la paura la morte ed il doloredopo aver distrutto la libertàhanno pure calpestato il fioredella speranza e della dignità

nell’insanguinata primaverache ha soffocato ogni respiroed ha avvelenato l’aria interae chiuso le voci in un sospiro

i monaci silenziosi e disperatiche non possono più pregarecon i cuori semplici immolatisoffrono su quel tragico altare

svolazzano le loro tuniche rossecome ali di farfalle spaventatemolte persone sono commossenel veder le sacre vite torturate

e nella sua mitezza è pur fortequesto dolce popolo di inermicondannato dalla ingiusta sortea venir calpestato come vermi

proprio nella dura lotta infinitaper difendere verità e giustiziaè nato quel nuovo seme di vitache potrà vincere ogni nequizia

è la coscienza del mondo che con sguardo amicosalverà il Tibet schiacciato dal suo dolore antico

An

gela

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Il popolo tibetano

è gente gentiledeve esser difesada assalto vilee pesante offesa

da mani nemicheed insanguinatesu piaghe antichemai rimarginate

dai malvagi emergonole più assurde bramee i monaci difendonola gente che ha fame

ed il mondo vedela tragica sortedi timide predecondotte a morte

se il sole si è spentoe non è più primaveramille urla nel ventodiventate preghiera

scopron di stellealcuni frammentipoche cose bellein troppi tormenti

scopron l’offerta di un aiuto sincerorisposta d’amore del mondo intero

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An

gela

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Dalai Lama... Oceano di Saggezza

Oceanica Saggezza

sparsa in millerivolicolor porporadi rinunciama non debolezzanasce la forzada un’animache grida.

Rimane solol’ennesima sconfittadi chi cercavain se stessol’uomo divinol’ennesima provadel limite umano.

Feriteche lascianosolchi profondia chida lontano vivecol cuoree trasformail porpora in rosso dolore

An

toèq

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Tibet

In Tibet il tempo si ferma inerme;adesso è lì, prigioniero,altro non può farese non confondersicon chi si stupiscequando il perché comprendedel suo povero ruolo.Nella metà di vita,ch’è solo un ponte drittotra l’uomo e l’uomo stesso,il velo che ci coprealla neve del Tibet si mischia...cosi le veritàne prendono il colore.Tra infiniti cerchidomina il silenzio delle aquile,sopra chiunque,sopra solo cinque

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An

ton

io S

amm

arit

ano

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Ai piedi del tramonto

E’ nell’ora prima del mattino,quella che muoveal cielo e sulla terrai cinque colori del mondo.

Rosso è il suo vestitoe prega senza l’arroganza dei prepotentiLosàr.

Tiene fra le manila mano di Dioe col rosso del sangueche fuoriesce dalla vita,

scrive la nuova albaai piedi del tramonto.

Bea

tric

e N

icco

lai

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Lassù migliaia di anime pullulano in cerca di pace

Ogni giornonostri cuori percossida dolorose, tristi, infauste notizie,

soffrono in silenzio.

Occhiorincorre ribellione pacifica,bambini strappatida braccia traboccanti d’amore,

brividi scorrono per simil tragedie.

Grande popoloalla ricerca della propria indipendenza!

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iagi

ni

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Sul tetto del mondo

Nel buio, una scia di lucesegue la torcia di fuoco

- melodiasgorgata dai fiori di loto -

libera il biancodal sangue rappresosu rocce di neve

ammanta d’aranciole vie del silenzio,

incidendo la voce di Diosul tetto del mondo

Bid

ibam

bin

a

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Al tibet indipendente

Il maestro oceanicopiange in esilioi suoi figli lontanitra le cime innevate.

I monaci unitiall’ombra del giustoversano il tributodi sangue e di lacrime.

La fiaccola viaggiatra le strade tortuose;già rischiara il tirannoche rivendica un Olimpo.

L’invasore ruggiscenel vento freddo e pungentementre il popolo pregainvocando un aiutoper poter vivere liberi.

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Cla

ud

io S

cara

mel

la

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Tibet

Dietro le nostre spallesordo silenzioincreduli,impotentia massacriassistiamo.Notiziecorronocuore piangeinutile sentireil nostrogoccia d’oceano.Ogni animaper vinceregigantedistruttivod’etnica minoranzain impari lottasenz’armifra urla, percosse,sangue e piantisentir fa la sua voce.E noi?

Impercettibile silenzio...

Cle

lia M

aria

Par

ente

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Tibet libero

In terra d’Himalaya

sulle nevi candide

fra percosse, inibizione

rosso sangue scorre

qual tuniche di monaci

che in tal paesaggio

spandon note di canti

anelanti libertà

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Cle

lia M

aria

Par

ente

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Pensieri di fine adolescenza... e continuo a cercare

Quando ti pensavo... quasi ti sognavola pace vedevo di giallo e rosso vestitafiore di lotolago limpidosilenzio nel profondo,la grande comprensione...Ora posso vedere dalle tvquello che fa decadere la visionequello che nel mondodiventa consuetudine...Continuo a cercare quelle credute promessedi pace e risvegli.

Dal

ila V

ida

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Preghiera dell’uomo semplice

L’insorger del pacifico e del mitedesta timore e scuote l’attenzioneadesso loro alzano la voceriempendo l’aria di un silenzio grave.

E gira, questo mondo ormai malatocome una rossa mela, rosicchiatoda bruchi che lo rodono d’internomentre da fuori sembra tutto calmo.

Confini rossi segnati con il sanguegenti che corron come fiume in piena,tonache scese in piazza a protestaree formano una fascia di colore.

E tu, da sopra vedi tutto ugualema se scendessi a terra ci direstiche parte è bene, il resto è invece malecamuffato, sotto mentite vesti.

Il falsator cortese ci sorridema la fiaccola che la speranza accendeè costretta a viaggiare sopra un bus...trema e si spegne, come se piovessee il mondo tutto, il fiato ormai sospende.

Cadono come cervi al cacciatorequeste persone che diedero la vitaa un ideale, un diritto elementare,come Pertini, il Papa e Indira Gandhi.

Dicci, o Signore, Buddha, oppur Maria,Geova o come chiamarti noi si voglia...Cosa dobbiamo far per dar futuroa questo nostro amor che non germoglia.

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Don

atel

la P

iras

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Muta la penna dei poeti

...In lutto dell’animadopo mille paroled’inchiostro rosso incise,concedete ai poetiun respiro di silenzio.

Dai sensibili cuoriun coro di rispettosi elevi sulla vettadel pensiero.

Che muta sia la penna,tacito lo sguardo,per un minuto almenolasciateci elevarequesto dolore sordo...

Don

atel

la P

iras

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Come terra, acqua e vento

Fai come l’elefantesolleva le zampenon ucciderenon versare sangue.

Fai come il saggioconosci le parolerispetta ciò che vivenon voler possedere.

Libertà.Grida di paceL’intento di raccoglierepetali di lotoseme eterno per tutti i mortali.

Ultimo fiato nell’animaentrare in fondo al cuoreseguire la luce interiore.

Come terra, acqua e ventoraggiungere ogni angolo del mondocamminare senza fare del malenel fango e sul ciglio delle strade:ecco le cose che possono dar conforto.

Ma chi ha l’uditonon vuol sentirecome belva sazia.

Vincere se stessiè la vittoria più grande.

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abet

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Oh, puro“Tetto del mondo”lordata di sanguedal remoto oppressoremostra saldezzacon la tua elevazione.

Arancioè la tua veste,mostra di pace.sia.

Battaglia vinci...

Oh, popolo mite

Fili

pp

o Sa

lvat

ore

Gan

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Lhasa, in nome di Buddha

Spira promessesu mani pietrificateaccoglie lacerti indocilidi chi perisce per amore

Sguardo verecondotra oracoli e reincarnazionesei lettere si disperanosu un’antiquata sottomissione

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Fra

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Lentamente si scioglie la neve

Seduto sul tettopiù alto del mondovede lacrimar le stellementre ascolta una neniavenir da lontano...

È ancora lìad osservar la cima(ammantata di candida neve)svettare nell’empireo azzurroquando dalle sue labbrauna fievole voce fluisce:

“Fai che questa fiamma pellegrinapossa sciogliere gli eterni ghiacciaie mondare le anime degli oppressoridi questo popolo agresteespropriato esiliatoma non sottomesso al tiranno”.

Lentamente si scioglie la neve. Fra

nce

sco

Scol

aro

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Cieli d’amaranto

In queste mie prigioni di dolce solitudine,col solingo pensiero sovente vado errandoa quella stanza ornata di nitidezza vergine,dove il sognante bimbo si riposa mirandoi dragoni e le chimere il sereno descrivere,e ascoltare l’incanto dell’armoniosa urnache suonando la storia racconta millenaria;lassù contemplo il Tibet e la cima eburnea,un obelisco albino che prevarica il vuoto,nell’aria troppo satura di lacrima di loto.

Il lucente primate trovò il tempio a levante,e da propizie unioni la prospera progenieconquistò una reliquia, le sacre invocazioni,per imparare l’arte del risveglio splendente;alla pietosa messa suggellò una promessaun sapiente viandante che il sentiero avviòedificando Samye, il santuario primissimo,dove in mezzo ai maestri lui decretò la viaperfetta dall’eletto che nacque dal nelumbo,e che mondò con danze celestiali il monte.

E quindi s’innalzarono nuove scuole di fede,cosicché vivo suolo ebbe il vuoto cenacolo,mentre un insegnamento di più devoto credodalle ingiallite carte giungeva e dall’oracolo,di cui il fido discepolo degnamente divenneper consiglio il ministro del grande capitano,e docente dell’altro che un poeta ha invocatonell’inebriata estasi del palazzo ghiacciato;dopo che il visionario monarca vide in sognoil bambino ispirato, s’inseguì il reincarnato.

L’Oceano di saggezza fu un fiero simulacro,un vecchio e venerabile spirituale guardianoche condusse la quiete fra il freddo tibetano;ma i sovrumani eguali prendono da lontano

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e cancellano il verbo per un solenne incederenel dissidio dei paesi squarciati dagli imperi,nel Paese delle Nevi tra i cumuli di eccidio...poche lune si calano in uno specchio cremisi,molti i respiri urlanti che tacciono il silenzio,illimitate braccia stillano sangue e ghiaccio.

Mentre il fratello esilia della libertà un figlio,e membra illimpidiscono del fatale vermiglio,come un oscuro acciaio di avvelenata vampache ammazza la parola mutilata dal gemito,la volontà di spegnere la sconosciuta fiammabatte la fratellanza quando un santo è bandito;non so se sia adeguato un quadrato di gemmeper vincere la perdita che il vincolo comporta,so però che non basta qualche verso preziosoa contrastare il cielo d’amaranto piomboso.

Gig

ion

e

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Tibet

Aspre montagnevette sulla cresta del mondooasi di pace, libera spiritualitàtra sentieri dell’arte in viaggioal monte sacro Kailash

Regione pellegrinatarende il paesaggio cercatonel canto libero dell’Himalayamisterioso quanto bellotra città dimenticatenell’ignorato angolo sperdutoove tutto si trascinatra massi di sconosciuto libro.

Alto l’inno s’innalzanella vita, nel pensieronella pace del lago Namtsosfidando la terra coi suoi idealiper un nulla perderetra l’inferno dell’ingiustiziae la libertà negata.

S’inchina l’essere fiero L’Everestinfiammando le coscienzeinneggiando protestenel color giallo amandoper osannar incoronandopopolo tibetano dall’oppressionenell’altipiano della sovranità vissuta

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van

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onop

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Soldato

SangueScende dalla tua manoUomo nascosto dietro divisaAlibi incrollabile al tuo fareMa come puoiColpire solo perché deviSolo perché ordinatoDa generali seduti dietro un tavoloChe spezzano viteSogni, desideriSu di una mappa disegnataSolo per avere il potere...Ma io guardo te soldatoTu hai le mani sporche di quel sangueTuo è l’agireIo posso solo scriverTiPosso solo urlarti di fermartiDi non uccidereGuarda i loro occhiSono come i tuoiGuarda le loro maniSono come le tueLe loro paure le tue paureMa se tu non fermi la tua manoTuo fratello oggi muoreSotto il peso della tua coscienza...

Hex

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Xizang

Vivrà per sempre il Tibetsono troppo alte e innevatele sue cime

la compassione e la purezzacreeranno quel risveglioanche nell’oppressore

ma Tu, oceano di saggezzache con mille braccia l’universo aiutiinsegnaci a levitare

la terra ancora ci pervade

vili opportunismi, malcelate ipocrisiealimentano l’orrore

lungo sarà il cammino

tremuli sospireranno i cuori

il seme dei giusti germoglierà alfine

non sarà più necessario per vivere... morire!

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Antico mantra

Sul tetto del mondoè custodito il sacro monasterodove misteriose anime insegnanoil risveglio di sogni di pace.Giace in giochi di lucel’armonia di una voce lontanail candido inverno macchiatol’orrore di guerre feroci.La docile terra è scossasommossa, divisa soffertaterra di Tantra e Mandalaprotetta da statue di cera.Il terzo Sguardo osservail mondo che si interroga“Cogito ergo sum”mentra intona il Mantra“Om mani padme hum”.

Iola

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Tibet, l’ombra della libertà

Dalla fine all’inizio non occorre il titolonon occorre parlarne,le immagini commentano la storia.Siedo sotto un albero,nel verde umido in un giorno buio,senza pioggia a tamburellare.Passerà alla storia, quest’anno,senza studiarne la causaricordando solo la datadi questo attimo eterno alla ricerca della libertà.Questo albero è una quercia,il prato ha un nome,un sentiero traccia la via tra i cespuglied il vento copre il cielo di nuvole.E’ qui che sono ioma lo stesso postopotrebbe essere là, in Tibet.Non accade nulla, intorno, di rilevante,non per questo nel mondo c’è pacee anche questo prato fu invaso da popoli vicini.Il silenzio non accompagna la quieteed i cortei per le causealimentano il fuocodi speranza di un popolo.Le insurrezionisono come i sassolini del prato,tanto piccoli ma tutti uniti,stretti a formare un sentieroche condurrà alla liberazione.Aggrovigliato e radicato è il quadro della svoltacon i colori che pressano il pennelloper impressionare la tela della nobiltà del momento.Io sono qui e fisso l’orizzonte,sopra di me un passero agita al ventoali che non sono solo suee quando mi incontra fugge veloce,lasciando la sua ombra sul mio corpo.

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Ivan

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elli

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La stessa ombrariflessa dal Dalai Lamariempie di certezzaper una pace mondiale:ora, questa certezza è offuscatada ciò che è più importantedi ciò che non si vuole-La libertà del Tibet-

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Mantra

Fiore di loto.Morendo sparge seminell’aria e sulle pietre.

Om mani padme hum.

Fiammeggiano nel ventosillabe illuminate.

Ma non vive di luceil fuoco che brucia mani alzateodio dalle lunghe radiciavvelenate.

Porpora e giallosole e sanguesulle antiche feritemai cicatrizzate.

E il fiume scorredalle labbra azzittiteallagando il silenziogoccia a gocciae rinverdisce spondedisseccatenel cerchio delle vite.

Volano nello stesso cielodai confini infinitiil falco e la colomba.

Om mani padme hum.

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Lea

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Persecuzione

Impetuosa, senza sostacon brutalità costantein nome del dio denarosi perseguitae si costringe a fuggireun popolo pacificodi montagna! Saggezza ediscernimento hannoperso la strada,attimi sospesi tra realtàe eternità!Sbiadite immagini di sognie canti,su per i sentieri,orme mai svanite dipassi silenziosi e felpati,di un bambino vestitod’arancio che percorrequella terra chiamandola patria!fremito mai spento diun lamento costante! Odo...

Lin

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rian

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Primavera Tibetana

Morbide vedo le frondedegli alberi ad aprilee pure il cuore, oggitenero va ad aprirsi.

Spalancati i cancellila brezza si liberae dove passasbocciano le gemme.

Si allarga la menteed io vivo e rivivoquel canto che cantavoe nemmeno sapevo il perché,

come ora i fringuelliche cinguettano a festa,ma non sanno e non saprannoil perché delle loro lodi.

Anima mia torna a cantare anche tu,va sul colle più altoe girati là verso verso il Tibet ad oriente,là, un Dio a me sconosciuto,ma buono, aspetta la nostra preghiera.

TIBET

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Angeli d’arancio vestiti

Terra d’angeli d’arancio colorati,in alto vicino al bluil cielo con un dito toccano lassù

preghiere s’alzano intenseverso un Dio a noi sconosciuto,inneggiano a libertà repressecome da noi tanto tempo fa successe.

Il mondo resta sorpresoda quegli uomini duriche negano santi dirittia genti d’arancio vestiti

sorpreso... un po’ sbigottitoda chi prega in semplice pace,senz’armi e senza violenzas’oppongono al regimecon molta pazienza

e intanto la fiaccola brucia,passando in cieli dipinti di bluche con un dito si toccano lassù,chiedendo una vita migliorescacciando l’eterno grigiore.

Lu

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Tibet

L’imbavagliato immenso altopianosi oscura,lacerante doloreindifeso coloreingabbiato,mentre una lacrimascivola lentaad accarezzare un fiore di lotoche speranza inneggia.

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Dai Beatles alla Cina

Sul terrore del moriresi ruba, si stupra, s’uccide.Barbara, crudelela condizione del vivereper sciocche ambizioni.Vizi e pregiudizi sbriciolanotradizioni, costumistirpi forti e fiere,abati di grande famaillustri maestridal passato orgogliosie dell’avvenir molto “pensosi”.E’ tempo si smettacon il ferro di fuocoe il sangue comune.

Popolo stanco!

E’ tempo che ognunoriottenga i propri diritti:perché com’è giustoritorni la pacetra chi il perdonotiene per manoin cambio d’amoree chi al contrario,nel cuore accende solomeschine ragioni.

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Nuovo antico orizzonte

Stolta notteche nega le sue stelle.

Errabonda pensadi nascer dal tramonto,ma son raggi d’albai cosparsi sulla Terra.

Stolta nottein ignoranti catenevuol legare l’aquilacon gabbie di paura,ma l’arancio già colorale sue piume,il grande beccosi staglia ancoracontro il cielo.

Stolta nottenello specchiosolo buio,

mentre una piumaremigante nel ventoè sospesa tra l’anticonuovo orizzonteed il cielo.

Stolta nottescambia l’alba col tramonto.

Ed il buioè solo niente.

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Lacrima di buddha

Gregge di pecoreSemplici e tosateVagano su stradeDalla gente violentate.

Il meditato silenzioSi fa voce assordanteProtesta pacificaSi veste di sangue.

Semplici pezzi di statueDall’imponente scagliate a terra,Buddha distrutti,Promesse di un nuovo ergere.

Religione sconfitta da monaciTrovati a scoprirsi uomini,Lacrime di buddha,Insegnante a pezzi sul suolo.

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hiu

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Repressione in Tibet

Rabbiadentro me,quando odo parlaredi lingue soppresse nel sangue,di vite spentein nome del Dio denaroche ci rende suoi schiavi,anime che preganoinsieme per la libertà,ogni singola energia dell’universonasce libera,perché vietare un suo diritto?Disboscamento, inquinamento,che distrugge creature pure e piene di vita,che senso ha?

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Oriente ed occidente

S’indigna l’occidenteper il pianto dell’orientesi leva alta la protestaper le folle caricateper gli uomini uccisie le fiamme nelle chieseluoghi tanto lontanima affascinanti e misteriosidi fede millenarianon violenta e libertarianon è nulla di nuovoche succede sotto il soleè sempre l’oppressioneche calca il suo tallonedalla brama di dominioè sorto ogni abominioma può l’occidentegiudicar l’oriente?Porsi ad esempiocontro tale scempio?Ed è l’Italia alienaa questa odiosa scena?Rivedo nella mentedi Genova la gentemaltrattata e bastonatacaricata e torturatavedo il Tibete vedo Genovae non vedo differenzama medesima l’essenzaper riuscir suadentiserv’essere coerentie la critica non spettaa chi lo stesso male accettaè forse l’occidentemigliore dell’oriente?Quanta strage d’innocenti

Mic

hel

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rri

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con le bombe intelligenti?Quanta pratica oppressioneper la “democratica” espansione?Quanto appar realeè spesso solo strumentalee per ogni societàc’è un’artata verità.

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Mic

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e Se

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Bandiere di preghiera

Celata l’animaalle tristi nebbieche offuscano ragione

m’incammino

alla ricerca d’ombresenza nomeperdute nei silenzi

Inascoltate vocidi libertàin sacre vesti ammantate

Dal fondo del pozzoscale sfilacciated’umanità

ondeggiantisu ripide paretid’ugola

a rammendare stelleinerpicatesu cime bianche

nel caos di menti vacuestritolate dal poteresovrappongo

visioni coloratebandiere di preghieramosse dal vento

e giardini di lucedove sboccia il lotoe la speranza

di un mondocolmo di pietà

Mir

ella

Cra

pan

zan

o

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Violazione dei Diritti Umani

Rubato ci hanno un sogno:il tetto del mondonel nostro immaginarioabitato da mistici saggifluttuanti tra terra e cielodall’estasi rapititra magia e mistero,ora asservito a chiviolenza ed oppressione,con ferocia, ingiustizia esercita.

Perseguitatiper la loro religione,violati nel più intimo arbitrio,bimbi privati del diritto alla vita,madri obbligate ad ucciderechi nell’amor per amorhan concepito.

Negli occhi smarriti di bimbitristezza di giochi dimenticati,sguardi perdutinell’incomprensione dell’abbandonoTerrore induce genitoriad altri affidar amorose cureonde ai figli libertà donare,rinunciando a intima gioiadi veder speranzanegli occhi loro brillare.

Nel dolorela vittoria sull’oppressione,nella rinunciatrionfo dell’amore sull’odio.

Una fiammaha superato

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Mis

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ignavia ed egoismo,testimoniatoil nostro amore,diffusoil senso della pace.

E’ fallimento di chiferocia usa e torturaverso i deboli.

E’ vergogna di chista solo a guardare.

Mis

ia

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Il Dalai Lama

Un lago sacro segnalò tevivente in casa con tegole turchesee bimbo fosti sceltoper divenirSignore Santo,Mite Splendore,Compassionevole,Difensore della Fede,Oceano di SaggezzaGemma che esaudisce i desideriPresenza.Ogni nome ricchezza racchiudee speranza per chi in te crede.Pace fu ed è missione tuache con parole e fatti esprimi.Verità, coraggio, determinazionesono le armi che prediligiLa tua mente illuminatava oltre il credo tuoaprendoti alla conoscenzadi ogni religione, non potendo che“arricchire la fede di ciascuno”.Umiltà ti distingue,definendoti semplice monacoi tuoi versi preferiti,Finché esisterà lo spazioE finché vi saranno esseri viventi,Fino ad allora possa io rimanerePer scacciare la sofferenza dal mondoesaltano la tua umana generosità.L’amor tuo è amore universalesimile a quello per cui il mio Diouomo si fece per salvaredalla sofferenza l’umanità dolente.

TIBET

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Mis

ia

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...Tibet

di nessuno questa terra

breve sosta,stazione secondaria,

inni si alzano al cieloè solo illusione,coltre temporanea

labile frontiera con l’ignoto,paura indebolisce il cuore,smarrire l’intimo orizzonterifugiarsi in etiche industriali

stare con un brancosegnando confini,alimentare l’odioe l’ ipocrita bontà,esile solidarietà

- nulla resta all’uomo che sottomette un uomo -

l’arroganza non potrà mai

imprigionare l’anima...

Nic

omar

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L’identità confinata

Orme di ventosu passi cancellatida un respiro senza nome

piove di neve agli occhisul tetto del mondo

e un silenzio di nervis’inchina

mormorandoa sera.

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E i peschi fioriscono in Aprile

Tibet del mito irraggiungibileda alte catene inscatolatosopra in ospitabili altopianidai venti spazzato e dalla neve.

E corrono ricordi di cartasalendo ai monasteri di Lhasadi una saggezza d’alte veduteleggendo speranza nel Satori.

Dove questa luce s’è smarrita?- E i peschi fioriscono in Aprile -Tenendo negli occhi religionee mani ad aggrapparsi alla vita.

Il Bohdisattva che a Buddha ambisceoltre all’estinzione del Nirvanamai la politica a lui s’addisseche nobili già ostili infastidì.

Corre la storia di questo Regnofra poteri di terra e di cielofino all’avvento di turbativad’Armata Rossa ai sogni cieca

nell’oppressione già programmata,che in questi giorni grido si leva,dalle coscienze d’anime inermicontro espansione senza diritto.

Oliv

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gelo

Fu

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Siddharta

Sotto un albero,o Siddharta,splendido di serenitàti vide Dona il Bramino.

Chiese se tu fossi Dioo angelo o spirito;lo meravigliò la risposta:“io sono sveglio”.

Come allora,turbano le Quattro Nobili verità,stupisce l’Ottuplice Sentieroche conduce al Nirvana;

ed il pensiero non pensiero,l’agire non agireferiscono la cieca dittatura,illegittima figlia di cultura millenaria

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Pao

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Canto nell’oscurità

Decoro e meditazionesono morte,terrore degli sparinegli occhi di un bimbonella casa del silenzio.Canto nostalgico di animesotto un cielo verodivenuto fintotra potere di vitae di violenza secco rumore.Rabbia e dolore,col pianto di una madre,l’amor da sempre professatoin genocidio è naufragato.Perpetra,la malnata infame,fine di popoloe mondo soggiogatodi vergogna in preda

A guardare sta...R

asim

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L’alba di una rinascita

Siamo l’acqua del fiumeche scorre silenziosanelle vene di un mondo leucemicodove non esiste alchimiacapace di guarireSiamo prezioso oronascosto nei granai del tempoal riparo da predatoridal piumaggio cangianteche si fingono custodi del tempioIl nostro cuore di nevecontinuerà a pulsarepacificamenteritmato dalla preghierae l’arancione delle nostre vestinon ricorderà un sole al tramontoma l’alba di una rinascita

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All’est del gioco

Fumi antichidi silenziotra carboni vivididi preghiere di neve;occhi avvezzial vento di bellezzeterribilialla noia;cime scalateda mani di legnoper giungere al baciodel cielo:

e mi parevache il giocodell’infinitofosse nello spiazzodi anime di poco!

E mi parevasprezzante e incoltodi rugiadel’artiglio del nullasguainato ancorasul bacio del mite!

Or quest’odore acredi possessosenza pudoresgualcisce candoriennesimidi questo incredulocuore!

Stef

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Tibet

Nei cuori della gente il fuoco avvampalambisce i monasteri e nella piazzai drappi rossi e gialli, illuminandoil mitico palazzo di Potala.

Tra il sangue sparso e il fumo degli spariall’orrore si mischia lo sgomento.Chi ti ha posto il suo piede sulla testaè ben convinto, nella sua arroganza,della ragione dei suoi carri armati!

Ma no... Non morirà la libertà!Lo spirito segreto di quel sognocosì sospeso tra la terra e il cielo.

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Terra di confine

Tibet... terra di confinedove lo spirito incontra il cieloil silenzio è la voce del mondola neve è il colore dell’anima

triste il destino nei tuoi occhi... terra divinaluci al tramonto gocce di sanguesulle vesti d’arancio macchiate

nel buio del tempodella guerra il fermentoscuote le mentiinnocenti

ma la porta del mondoresta apertaad indicare la stradaa chi ha già vissuto

terra d’oriente e occidenteterra d’ognunodove il respiro ha la voce del ventoil silenzio ha il volto di Dio

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Tibet

grida frastuono violenzae l’occidente non ascoltarabbia potere dolorema dov’è finito l’amoresul tetto del mondodov’è finita la pace di quelle cime innevatericordate... a tutto il mondoil Dalai Lama i suoi gesti le sue vestiil suo decoro...chiedetegli perdonoper lo scempio della sua terra il suo martiriose la torcia deve passare che sia la fiaccoladel perdono...

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Ad ogni monaco...

Tu, che vestitod’alba e di sangueascendialle vette del pensiero

a fatica buchil’aria rarefattadelle alture.

La delicata essenzadella paceporti tra le mani

e inginocchiatoal fior di lotoalzi la voce

perché risuoninell’eco della torciail fuoco eternoche ti brucia dentro.

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La Vittoriosa tradizione dei Buddha come fondamento di Pace e Felicità,Medicina per illuminare le sofferenze

di tutti gli esseri senzienti,Tesoro che realizza le speranze degli esseri viventi dei tre reami,

Gioiello che soddisfa simultaneamente i desideri propri e altrui

Dal profondo del mio cuore porgo omaggio ai Maestri

che mi hanno indicato senza errori i metodi per seguire

il Percorso Fondamentale, come affidarmi a una guida spirituale

fino a raggiungere, tramite la pace, la completa Illuminazione.

Possano tutti gli esseri, e noi stessi,incontrare la felicità

Realizzando la rinuncia, la mente del non-attaccamento,il Bodhicitta, la mente altruistica che aspira a vincere la sofferenza,

la Vacuità, la massima visione della Chiara Luce.

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