LA CONTABILITA’
ECONOMICO-
PATRIMONIALE
L’avvio della contabilità
economico patrimoniale
casi pratici e quesiti
28/11/2016
Nicola Rebecchi
LA MATRICE DI TRANSIZIONE
Piano finanziario MACR
O Livel
li Voce Codice finale
E I Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa
E.1.00.00.00.000
E II Tributi E.1.01.00.00.000 E III Imposte, tasse e proventi assimilati E.1.01.01.00.000 E IV Imposta sostitutiva dell'IRPEF e dell'imposta di registro
e di bollo sulle locazioni di immobili per finalità abitative (cedolare secca)
E.1.01.01.03.000
E V Imposta sostitutiva dell'IRPEF e dell'imposta di registro e di bollo sulle locazioni di immobili per finalità abitative (cedolare secca) riscossa a seguito dell'attività ordinaria di gestione
E.1.01.01.03.001
Dare
(COSTI)
Avere
(RICAVI)Codice voce Voce Codice voce Voce
1.1.1.01.03.001 Imposta sostitutiva dell'IRPEF e
dell'imposta di registro e di bollo sulle
locazioni di immobili per finalità
abitative (cedolare secca) riscossa a
seguito dell'attività ordinaria di
gestione
Conto economico
LA MATRICE DI TRANSIZIONE
Dare
(ATTIVO)
Avere
(PASSIVO)
Dare
(ATTIVO)
Avere
(PASSIVO)Codice voce SP -
DARE
Voce SP - DARE Codice voce SP -
AVERE
Voce SP - AVERE Codice voce SP Liq -
DARE
Voce SP Liq - DARE Codice voce SP Liq -
AVERE
Voce SP Liq - AVERE
1.3.2.01.01.01.003 Crediti da riscossione Imposta
sostitutiva dell'IRPEF e dell'imposta
di registro e di bollo sulle locazioni
di immobili per finalità abitative
(cedolare secca)
1.3.4 Disponibilità liquide 1.3.2.01.01.01.003 Crediti da riscossione Imposta
sostitutiva dell'IRPEF e dell'imposta di
registro e di bollo sulle locazioni di
immobili per finalità abitative (cedolare
secca)
Stato patrimoniale Stato patrimoniale (variazione della liquidità)
IL RACCORDO TRA IL PIANO INTEGRATO E I NUOVI SCHEMI DELLA C.E.P.
1.1.1.01.06 Imposta municipale propria
1.1.1.01.06.001 Imposta municipale propria riscossa a seguito dell'attività ordinaria di gestione A 1
1.1.1.01.06.002 Imposte municipale propria riscosse a seguito di attività di verifica e controllo A 1
1.1.1.01.08 Imposta comunale sugli immobili (ICI)
1.1.1.01.08.001 Imposta comunale sugli immobili (ICI) riscossa a seguito dell'attività ordinaria di gestione A 1
1.1.1.01.08.002 Imposta comunale sugli immobili (ICI) riscossa a seguito di attività di verifica e controllo A 1
1.1.1.01.16 Addizionale comunale IRPEF
riferimento
art.2425 cc
A) COMPONENTI POSITIVI DELLA GESTIONE
1 Proventi da tributi
2 Proventi da fondi perequativi
3 Proventi da trasferimenti e contributi
a Proventi da trasferimenti correnti
b Quota annuale di contributi agli investimenti
c Contributi agli investimenti
4 Ricavi delle vendite e prestazioni e proventi da servizi pubblici A1
CONTO ECONOMICO Anno Anno - 1
IL RACCORDO TRA IL PIANO INTEGRATO E I NUOVI SCHEMI DELLA C.E.P.
1.2 Immobilizzazioni
1.2.1 Immobilizzazioni immateriali
1.2.1.01 Costi di impianto e di ampliamento
1.2.1.01.01 Costi di impianto e di ampliamento
1.2.1.01.01.01 Costi di impianto e di ampliamento
1.2.1.01.01.01.001 Costi di impianto e di ampliamento A B I 1
TOTALE CREDITI vs PARTECIPANTI (A)
B) IMMOBILIZZAZIONI
I Immobilizzazioni immateriali BI BI
1 Costi di impianto e di ampliamento BI1 BI1
2 Costi di ricerca sviluppo e pubblicità BI2 BI2
3 Diritti di brevetto ed utilizzazione opere dell'ingegno BI3 BI3
4 Concessioni, licenze, marchi e diritti simile BI4 BI4
5 Avviamento BI5 BI5
6 Immobilizzazioni in corso ed acconti BI6 BI6
9 Altre BI7 BI7
Totale immobilizzazioni immateriali
LE REGISTRAZIONI PIU’ COMPLESSE
Ricavi e proventi
Trasferimenti in c/capitale e contributi agli investimenti
Concessioni pluriennali
Riscossioni anticipate (mensa, trasporto, ecc.)
I permessi di costruire
Costi ed oneri
Le immobilizzazioni interne
La rilevazione dell’Iva
Le partite di giro
Le rimanenze
Le fatture da ricevere
Contributi agli investimenti
Il salario accessorio e l’Irap
Accantonamenti e svalutazioni
Sopravvenienze e insussistenze
Il fondo pluriennale vincolato
INVENTARIO E SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
Al fine di determinare il reddito d’esercizio e il patrimonio al 31.12.n, sono
necessarie operazioni e valutazione che si realizzano attraverso la
redazione:
-dell’inventario d’esercizio
-delle scritture di assestamento dei conti
Le scritture di assestamento si suddividono in operazioni di:
Completamento che rilevano le operazioni che competono temporalmente
all’esercizio (rilevazione interessi attivi, fatture da ricevere, liquidazioni Iva
finali, ecc.)
Scritture di integrazione che rilevano le quote di competenza che si
vogliono attribuire all’esercizio in precedenza non rilevati (svalutazione
crediti, fondi rischi ed oneri futuri, ratei attivi e passivi)
Scritture di rettifica che stornano componenti di reddito già rilevati che, non
essendo di competenza dell’esercizio, devono essere rinviati al futuro
(rimanenze, risconti attivi e passivi)
Ammortamenti che ripartiscono i costi pluriennali su più esercizi,
attribuendo all’esercizio la quota di competenza
I risconti
Il risconto è una quota di costo o di ricavo non ancora maturata, ma
che ha già avuto la sua manifestazione finanziaria. I risconti fanno
parte delle scritture di rettifica. Ai fini dell'applicazione del principio
della competenza economica, occorre stornare tali quote agli
esercizi successivi nonostante non siano di competenza
dell'esercizio. I risconti possono essere attivi e passivi:
I risconti attivi (spese anticipate) sono dei costi sospesi da rinviare
ai futuri esercizi;
i risconti passivi (ricavi non ancora guadagnati) sono dei ricavi
sospesi da rinviare ai futuri.
Scrittura di chiusura risconto attivo per premi assicurativi:
Risconto attivo a Premi di assicurazione
All’1/1 dell’esercizio n. + 1 si farà la scrittura di apertura
Premi di assicurazione a Risconti attivo
I risconti per le concessioni pluriennali
Le concessioni pluriennali in entrata sono ricavi che hanno già
avuto la sua manifestazione finanziaria (in relazione all’esigibilità
dell’entrata). Ai fini dell'applicazione del principio della competenza
economica, occorre stornare la quota relativa agli esercizi
successivi.
Es. concessione cimiteriale di euro 30.000 per 30 anni
Scrittura di chiusura risconto passivo:
Proventi da concessioni su beni a Risconto passivo 29.000
All’1/1 dell’esercizio n. + 1 si farà la scrittura di apertura
Risconto passivo a Proventi da concessioni su beni 1.000
I risconti passivi per i contributi agli investimenti
La scrittura è esemplificata in modo molto esaustivo in appendice al
principio, esempio 4
All’atto dell’accertamento rilevo ricavo e credito
Crediti per contributi invest a Contributi invest
A fine esercizio se l’opera non è conclusa sospendo il ricavo:
Contri.investimenti a Risconti passivi per
contr.investimenti
Dopo il collaudo si rileva amm.passivo
Ammortamenti fabb.ti a F.do amm.to fabb.ti
E la quota annua di contributi agli investimenti
Risc.passivi contr.invest a Quota annua contr. Investim.
I permessi da costruire
Quesito Commercialisti
I proventi degli oneri di urbanizzazione vengono (nella contabilità E/P) contabilizzati come ricavi quando
vanno a finanziare la spesa corrente mentre vengono contabilizzati come riserve di patrimonio netto
quando vanno a finanziare la spesa di investimento. Anche in questo secondo caso sono ricavi a tutti gli
effetti e pertanto andrebbero registrati come tali e riscontati per la vita utile del bene al quale si
riferiscono (in sostanza stornano in parte o tutto l'ammortamento). Anche perchè se non vengono trattati
in questo modo, c'è a fine anno un incremento del patrimonio netto la cui variazione non coincide con il
risultato del conto economico che poi deve essere riconciliato con la variazione del patrimonio netto.
Risposta della Commissione Arconet:
La scelta di contabilizzare la quota degli oneri di urbanizzazione come riserve di capitale e non come
contributi è stata oggetto in numerose occasioni di approfondimento nel corso della sperimentazione. Si
sarebbe potuto prevedere la registrazione degli oneri di urbanizzazione destinati agli investimenti con le
modalità previste per i contributi agli investimenti, con la sterilizzazione degli ammortamenti nel corso
della vita utile dell’investimento. Al termine della vita utile dell’investimento, il bene “esce” dal patrimonio
dell’ente. La scelta di contabilizzare gli oneri di urbanizzazione come riserve di capitale impone agli enti
di utilizzare i proventi degli oneri di urbanizzazione alla realizzazione di investimenti destinati a
permanere nel patrimonio dell’ente.
La Commissione Arconet, pur osservando che le scelte già effettuate e i principi contabili possono
essere oggetto di revisione, ritiene opportuno intervenire tenendo conto del grande valore della stabilità
dei principi ai fini del successo della riforma, pertanto preferisce variare i principi solo per colmare
lacune o per ovviare a errori materiali. Ritiene però necessario integrare la nota integrativa per precisare
che è necessario riconciliare la variazione patrimoniale con quella del conto economico, per tenere
conto delle modalità di registrazione in contabilità economico patrimoniale degli oneri di urbanizzazione.
I permessi da costruire
Quali sono quindi le scritture previste per la contabilizzazione, in
economico-patrimoniale?
La quota destinata alla spesa corrente va contabilizzata a conto
economico
Crediti da permessi di costruire a Permessi di costruire
La quota destinata agli investimenti viene iscritta tra le riserve del
patrimonio netto
Crediti da permessi di costruire a Riserve da permessi di
costruire
E come applicare l’indicazione della commissione Arconet?
La soluzione corretta prevede una mancata coincidenza della
variazione del conto economico con quella dello stato patrimoniale.
Anche la quota destinata ad investimenti va mandata a conto
economico.
L’utilizzo del conto «fatture da ricevere»
Punto 5 del principio:
Nell’ambito delle scritture di assestamento economico, è necessario
assimilare le spese liquidabili di cui al principio applicato della
contabilità finanziaria n. 6.1 alle spese liquidate cui sono correlati i
costi di competenza dell’esercizio. Pertanto, in corrispondenza agli
impegni liquidabili che nella contabilità finanziaria, in quanto
esigibili, sono considerati di competenza finanziaria dell’esercizio in
cui la prestazione è stata resa, nella contabilità economico
patrimoniale, è effettuata la registrazione “Merci c/acquisto a fatture
da ricevere”, che consente di attribuire il costo dei beni e delle
prestazioni rese nell’esercizio, ancorchè non liquidate, alla
competenza economica dell’esercizio
La scrittura «fatture da ricevere»
Nell’esercizio n, con scrittura di rettifica ed integrazione, con
l’esecuzione della prestazione:
Prestazioni di servizi (C.E., B10) a Fatture da ricevere (S.P.
passivo, D2)
Nell’esercizio n + 1, alla ricezione della fattura:
Fatture da ricevere (S.P. passivo, D2) a 2.4.2.01.01.01.001 Debiti
verso fornitori (S.P. passivo,
D2)
Nel caso di operazioni commerciali, la rilevazione va fatta solo per
la quota di costo al netto dell’Iva che rappresenta un debito.
Si registra analogamente il conto relativo alle fatture da emettere
Lo split istituzionale
La scrittura «segue» la contabilità finanziaria:
Rilevazione debito (e costo)
Prestazioni di servizi a #
Debiti verso fornitori
Debiti verso l’Erario per IVA split payment
Al pagamento fattura:
Debiti verso fornitori a Istituto tesoriere/cassiere
Il 16 del mese successivo:
Debiti verso l’Erario per IVA split
payment a Istituto tesoriere/cassiere
Lo split commerciale e il conto Erario c/IVA
Rilevazione debito (e costo)
# a #
Prestazioni di servizi Debiti verso fornitori
Iva a credito IVA da pagare mensilmente
Al pagamento della fattura (per importo al netto IVA):
Debiti verso fornitori a Istituto tesoriere/cassiere
In sede di liquidazione periodica:
# a #
Erario c/IVA Iva a credito
Debito per scissione IVA da pagare Erario c/IVA
mensilmente (S.P. passivo, PD5a) Punto 4.13 del principio contabile: Per le operazioni soggette a IVA, le procedure informatiche dell’ente
consentono, in automatico, di separare l’IVA dall’importo della spesa contabilizzata nella contabilità finanziaria al
lordo di IVA e di rilevare nella contabilità economico patrimoniale, distintamente, l’importo dell’IVA e quello del
costo per l’acquisto di materie prime e beni di consumo.
L’utilizzo del conto «erario c/iva»
Al momento della liquidazione IVA, contabilmente è
necessario girare il saldo dei conti IVA su acquisti (o IVA
nostro credito) e IVA su vendite (o IVA nostro debito) al
conto ERARIO C/IVA.
Le scritture da redigere sono:
IVA A DEBITO a ERARIO C/IVA
ERARIO C/IVA a IVA A CREDITO
Il pagamento del debito viene rilevato contabilmente nel
modo seguente:
ERARIO C/IVA a ISTITUTO TESORIERE/CASSIERE
Accantonamento a fondo svalutazione crediti
Il fondo svalutazione crediti è rappresentato in diminuzione dei crediti
riportati nell’attivo patrimoniale
Esempio di scrittura:
"2.2.5.01.01.001 Svalutazioni di a "2.2.4.01.01.01.001
crediti compresi nell’attivo Fondo svalutazione crediti
circolante (CE B14)" (SP passivo P B 3)»
Punto 4.20 del Principio contabile: L’accantonamento può essere effettuato
per un importo superiore a quello necessario per rendere il fondo
svalutazione crediti pari all’accantonamento al fondo crediti di dubbia
esigibilità.
A regime, il fondo svalutazione crediti contiene sia l’fcde accantonato nel
risultato di amministrazione che quello per i crediti stralciati dalla contabilità
finanziaria ma iscritti in quella econ.patr.
I redditi da lavoro dipendente e il salario accessorio
Le spese di personale si rilevano a conto economico (retribuzione,
straordinari, indennità, ecc.).
Gli arretrati vanno rilevati tra i componenti straordinari del costo
(Altri oneri straordinari).
L’Irap si rileva tra le imposte.
Il salario accessorio imputato in c/finanziaria all’esercizio
successivo a quello in cui matura può essere rilevato con una
scrittura di integrazione, iscrivendo il relativo rateo passivo.
I ratei sono quote di costi o di proventi di competenza di più
esercizi, in parte già maturati nell'esercizio in corso (e nei
precedenti) che avranno manifestazione numeraria negli esercizi
successivi.
Es.
Indennità ed altri compensi a Ratei di debito su costi del personale
LA RICLASSIFICAZIONE: ATTIVO
IMMOBILIZZAZIONI B) IMMOBILIZZAZIONI
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Immobilizzazioni immateriali
1) Costi pluriennali capitalizzati 1) Costi di impianto e di ampliamento
2) Costi di ricerca sviluppo e pubblicità
3) Diritti di brevetto ed utilizzazione opere dell'ingegno
4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simile
5) Avviamento
6) Immobilizzazioni in corso ed acconti
7) Altre
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Immobilizzazioni materiali
1) Beni demaniali 1) Beni demaniali
2) Terreni (patrimonio indisponibile) a Terreni
3) Terreni (patrimonio disponibile) b Fabbricati
4) Fabbricati (patrimonio indisponibile) c Infrastrutture
5) Fabbricati (patrimonio disponibile) d Altri beni demaniali
6) Macchinari, attrezzature e impianti Altre immobilizzazioni materiali
7) Attrezzature e sistemi informatici 2) Terreni
8) Automezzi e motomezzi di cui in leasing finanziario
9) Mobili e macchine d'uffico 3) Fabbricati
10) Universalità di beni (patr. Indisp.) di cui in leasing finanziario
11) Universalità di beni (patr. disp.) 4) Impianti e macchinari
12) Diritti reali su beni di terzi di cui in leasing finanziario
13) Immobilizzazioni in corso 5) Attrezzature industriali e commerciali
6) Mezzi di trasporto
7) Macchine per ufficio e hardware
8) Mobili e arredi
9) Infrastrutture
10) Diritti reali di godimento
11) Altri beni materiali
12) Immobilizzazioni in corso ed acconti
LA RICLASSIFICAZIONE: ATTIVO
IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE Immobilizzazioni Finanziarie
1) Partecipazioni in: 1) Partecipazioni in
a) imprese controllate a imprese controllate
b) imprese collegate b imprese partecipate
c) altre imprese c altri soggetti
2) Crediti verso: 2) Crediti verso
a) imprese controllate a altre amministrazioni pubbliche
b) imprese collegate b imprese controllate
c) altre imprese c imprese partecipate
3) Titoli (inv. a medio e lungo termine) d altri soggetti
4) Crediti di dubbia esigibilità 3 Altri titoli
5) Crediti per depositi cauzionali
ATTIVO CIRCOLANTE ATTIVO CIRCOLANTE
RIMANENZE RIMANENZE 1) Verso contribuenti CREDITI 2) Verso enti del sett pubblico allargato 1) Crediti di natura tributaria
a) Stato - correnti a Crediti da tributi destinati al finanziamento della sanità
- capitale b Altri crediti da tributi
b) Regione - correnti c Crediti da Fondi perequativi
- capitale 2) Crediti per trasferimenti e contributi
c) Altri - corrente a verso amministrazioni pubbliche
- capitale b imprese controllate
3) Verso debitori diversi: c imprese partecipate
a) verso utenti di servizi pubblici d verso altri soggetti
b) verso utenti di beni patrimoniali 3) Verso clienti ed utenti
c) verso altri - correnti 4) Altri Crediti
- capitale a verso l'erario
d) da alienazioni patrimoniali b per attività svolta per c/terzi
e) per somme corrisposte c/terzi c altri
4) Crediti per IVA
5) Per depositi a) banche
b) Cassa Depositi e prestiti
LA RICLASSIFICAZIONE: ATTIVO
ATTIVITA' FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZI ATTIVITÀ FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZI
1) Titoli Partecipazioni
Altri titoli
DISPONIBILITA' LIQUIDE DISPONIBILITA' LIQUIDE
1) Fondo di cassa 1 Conto di tesoreria
2) Depositi bancari a Istituto tesoriere
b presso Banca d'Italia
2 Altri depositi bancari e postali
3 Denaro e valori in cassa
4 Altri conti presso la tesoreria statale intestati all'ente
RATEI E RISCONTI RATEI E RISCONTI
Ratei attivi Ratei attivi
Risconti attivi Risconti attivi
CONTI D'ORDINE
OPERE DA REALIZZARE
BENI CONFERITI IN AZIENDE SPECIALI
BENI DI TERZI
TOTALE CONTI D'ORDINE
LA RICLASSIFICAZIONE: IL PASSIVO
PATRIMONIO NETTO PATRIMONIO NETTO
Netto Patrimoniale 1) Fondo di dotazione
Netto da beni demaniali 2) Riserve
CONFERIMENTI a da risultato economico di esercizi precedenti
Conferimenti da trasferimenti in c/capitale b da capitale
Conferimenti da concessioni di edificare c da permessi di costruire
3) Risultato economico dell'esercizio
FONDI PER RISCHI ED ONERI
1) Per trattamento di quiescenza
2) Per imposte
3) Altri
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
DEBITI DEBITI
Debiti di finanziamento 1) Debiti da finanziamento
1) per finanziamento a breve termine a prestiti obbligazionari
2) per mutui e prestiti b v/ altre amministrazioni pubbliche
3) per prestiti obbligazionari c verso banche e tesoriere
4) per debiti pluriennali d verso altri finanziatori
Debiti di funzionamento 2) Debiti verso fornitori
Debiti per IVA 3) Acconti
Debiti per anticipazioni di cassa 4) Debiti per trasferimenti e contributi
Debiti per somme anticipate da terzi a enti finanziati dal servizio sanitario nazionale
Debiti verso b altre amministrazioni pubbliche
1) imprese controllate c imprese controllate
2) imprese collegate d imprese partecipate
3) altri (aziende speciali, consorzi, ist.) e altri soggetti
Altri debiti 5) Altri debiti
a tributari
b verso istituti di previdenza e sicurezza sociale
c per attività svolta per c/terzi
LA RICLASSIFICAZIONE: IL PASSIVO
RATEI E RISCONTI RATEI E RISCONTI E CONTRIBUTI AGLI INVESTIMENTI
Ratei passivi 1) Ratei passivi
Risconti passivi 2) Risconti passivi
a Contributi agli investimenti
1 da altre amministrazioni pubbliche
2 da altri soggetti
b Concessioni pluriennali
c Altri risconti passivi
CONTI D'ORDINE CONTI D'ORDINE
IMPEGNI PER OPERE DA REALIZZARE 1) Impegni su esercizi futuri
BENI CONFERITI IN AZIENDE SPECIALI 2) beni di terzi in uso
BENI DI TERZI 3) beni dati in uso a terzi
TOTALE CONTI D'ORDINE 4) garanzie prestate a amministrazioni pubbliche
5) garanzie prestate a imprese controllate
6) garanzie prestate a imprese partecipate
7) garanzie prestate a altre imprese
L’AVVIO DELLA CONTABILITÀ ECONOMICO-
PATRIMONIALE DA PARTE DEGLI ENTI LOCALI
La seconda attività richiesta per l’adozione della nuova contabilità è
l’applicazione dei criteri di valutazione dell’attivo e del passivo previsti dal
principio applicato della c.e.p. all’inventario e alle voci dello stato
patrimoniale riclassificato.
Si predispone una tabella che, per ciascuna delle voci dell’inventario e
dello stato patrimoniale riclassificato, affianca gli importi di chiusura del
precedente esercizio, gli importi attribuiti a seguito del processo di
rivalutazione e le differenze di valutazione, negative e positive.
Esempio di tabella:
Descrizione Voce SP Valore attuale Nuovo valore Differenza da rivalutazione
a) b) b)-a)
… Terreni 100 150 50
… Fabbricati 500 480 -20
… Imprese partecipate 300 320 20
ULTERIORI INDICAZIONI PER LA
RICLASSIFICAZIONE
Sono poche le voci per le quali è possibile una corrispondenza univoca tra vecchio conto del
patrimonio e nuovo stato patrimoniale.
Un’indicazione pratica, per riclassificare i crediti e i debiti (residui) è quella di verificare la nuova
codifica attribuita ai residui e di verificare attraverso la matrice di transizione e il piano dei conti
patrimoniale.
Esempio: tra i debiti di funzionamento al 31.12.2015 ho i residui passivi per trasferimenti
all’Unione dei Comuni. La codifica attuale è «Trasferimenti correnti a Unioni di Comuni
U.1.04.01.02.005». Attraverso la matrice di transizione ottengo a codifica in econ.patrimoniale:
C.E. 2.3.1.01.02.005 Trasferimenti correnti a Unioni di Comuni, S.P. 2.4.3.02.01.02.005 Debiti
per Trasferimenti correnti a Unioni di Comuni.
Con quest’ultima codifica, attraverso la funzione di ricerca del foglio di lavoro, il raccordo corretto
con lo stato patrimoniale (Debiti per trasferimenti e contributi verso amministrazioni pubbliche):
2.4.3.02.01.02 Debiti per trasferimenti correnti a Amministrazioni locali
2.4.3.02.01.02.001 Debiti per Trasferimenti correnti a Regioni e province
autonome
P D 4 b
2.4.3.02.01.02.002 Debiti per Trasferimenti correnti a Province P D 4 b
2.4.3.02.01.02.003 Debiti per Trasferimenti correnti a Comuni P D 4 b
2.4.3.02.01.02.004 Debiti per Trasferimenti correnti a Città metropolitane e Roma
capitale
P D 4 b
2.4.3.02.01.02.005 Debiti per Trasferimenti correnti a Unioni di Comuni P D 4 b
LE RIVALUTAZIONI: I DEBITI PER LA SPESA PER INVESTIMENTI
Una delle principali scritture di rettifica riguardante i
cespiti deriva dal fatto che la valorizzazione delle
immobilizzazioni immateriali e materiali passa da un
criterio di cassa ad un criterio a fattura (la
liquidazione/liquidabilità delle fatture). Pertanto sarà
necessario adeguare almeno la voce delle
immobilizzazioni in corso non determinate più dai
pagamenti effettuati ma dai SAL fatturati o in corso di
fatturazione ed ancora da pagare. Va inoltre considerato
che, in passato, si iscriveva tra i conti d’ordine negli
“impegni per opere da realizzare” gli importi relativi a
residui passivi del titolo II che, oggi, costituiscono dei
debiti v/s fornitori o trasferimenti/contributi.
LA VALUTAZIONE DEGLI IMMOBILI
Ai fini della valutazione del patrimonio immobiliare si richiama il principio applicato
dalla contabilità economico–patrimoniale n. 4.15 “ai fini dell’ammortamento i terreni e
gli edifici soprastanti sono contabilizzati separatamente anche se acquisiti
congiuntamente” in quanto i terreni non sono oggetto di ammortamento.
Nei casi in cui negli atti di provenienza degli edifici (Rogiti o atti di trasferimento con
indicazione del valore peritale) il valore dei terreni non risulti indicato in modo
separato e distinto da quello dell’edificio soprastante, si applica il parametro
forfettario del 20% al valore indiviso di acquisizione.
Nei casi in cui non è disponibile il costo storico, il valore catastale è costituito da
quello ottenuto applicando all’ammontare delle rendite risultanti in catasto.
Esempio di scrittura di scorporo:
terreni a fabbricati (es. 10.000)
e vado anche a rettificare il fondo ammortamento (es. 2.000 di ammortamenti rilevati
relativi alla quota terreno):
Es: scrittura di fondo amm.to:
fondo ammortamento fabbricati a riserve (per 2.000)
COMMISSIONE ARCONET: CLASSIFICAZIONE
IMMOBILI
Quesito Anci:
Il principio 6.1.2 Prevede: “ Le immobilizzazioni materiali sono distinte in beni
demaniali e beni patrimoniali disponibili e indisponibili.” Considerato che, né nel
nuovo Stato Patrimoniale né nel nuovo Piano dei conti patrimoniale è prevista una
divisione tra beni patrimoniali disponibili e beni patrimoniali indisponibili; è necessario
che questa diversa classificazione venga mantenuta nel corso dell’attività di
riclassificazione delle voci dello stato patrimoniale prevista dal principio 9 e relativo
inventario o no?
Risposta:
la classificazione dei beni in demaniali, indisponibili e disponibili è prevista dal codice
civile art. 822 e seguenti. Sulla base della predetta classificazione i regimi giuridici
dei beni ivi indicati sono diversi e pertanto si ritiene necessario mantenere con
un’ulteriore articolazione la predetta suddivisione e che i conti di stato patrimoniale
attivo siano lo strumento contabile adatto per contenere questo tipo di informazione.
Tale previsione è in linea con quanto richiesto dal principio contabile 6.1.2.
RIUNIONE ARCONET 22/7/16 : VALUTAZIONI E STIME
Quesito Anci:
Per i beni per i quali non vi è né costo di acquisto né valore catastale (a titolo di
esempio non esaustivo: aree urbane cat. F/1, terreni classificati come relitti stradali o
parco pubblico, cimiteri, ecc. ecc.) quale criterio si utilizza? Vanno valorizzati a zero?
Risposta della Commissione Arconet:
in analogia con quanto previsto dal principio 6.1.2, per gli immobili acquisiti dall’ente
a titolo gratuito, se non è disponibile né costo di acquisto né valore catastale è
necessario far ricorso a una relazione di stima a cura dell’Ufficio Tecnico dell’ente,
salva la facoltà dell’ente di ricorrere ad una valutazione peritale di un esperto
indipendente designato dal Presidente del Tribunale nel cui circondario ha sede
l’ente, su istanza del presidente/sindaco dell’ente medesimo. Non si concorda con la
proposta di conservare la valutazione fatta in ossequio del DL 77/95 che, nei casi in
cui non esisteva il costo o il valore catastale, ha consentito di valutare i beni
demaniali e i terreni acquisiti alla data di entrata in vigore del decreto legislativo in
misura pari all'ammontare del residuo debito dei mutui ancora in estinzione per lo
stesso titolo. Invece, possono essere conservate le valutazioni ex DLgs n. 77/95
corrispondenti ai criteri di valutazione previsti dal DLgs 118/2011 (se effettuati a
costo o, in caso di indisponibilità del costo, a rendita).
RIUNIONE ARCONET 22/7/16: ANCORA SU IMMOBILI E STIME
Quesito Anci:
Sempre riguardo al principio 9.3; per i terreni concessi in diritto di superficie a terzi, per i quali
non vi è costo di acquisto, ed esiste una valore catastale ma è relativo all’immobile costruito su di
essi (non di proprietà Comunale) quale criterio di valutazione si adotta?
Risposta della Commissione Arconet:
il quesito chiede come valutare un terreno di proprietà dell’ente concesso a terzi in diritto di
superfice, nel caso in cui il valore catastale sia riferito solo all’immobile e non al terreno. In tal
caso si applica il criterio previsto nei casi in cui non esiste né un costo storico, né valore
catastale, e quindi il valore di stima. Il valore del terreno non è influenzato direttamente dal valore
della concessione, registrata nel rispetto del principio contabile applicata della conabilità
finanziaria n. 3.10
Quesito ANCI
Per i beni “gia' acquisiti all'ente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 25 febbraio
1995, n. 77” e a suo tempo valutati ai sensi dell’art. 229 del D.lgs 267/2000 si mantengono i
valori iscritti in bilancio?
Risposta della Commissione Arconet:
Si conferma che le valutazioni ex DLgs n. 77/95 possono essere conservate solo se
corrispondevano ai criteri di valutazione previsti dal DLgs 118/2011 (se effettuati a costo o, in
caso di indisponibilità del costo, a rendita).
I BENI CULTURALI
Quesito ANCI
Il nuovo Piano dei conti patrimoniale non prevede tra i beni demaniali (voce
1.2.2.01), i beni immobili di valore culturale, storico ed artistico, che sono
invece classificati a parte (voce 1.2.2.02.10) in contrasto con l’art. 822 del
Cod. civile che cita espressamente tra i beni demaniali: “gli immobili
riconosciuti d’interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in
materia” ; è corretto?
Nel corso della riunione del 20 luglio u.s., la Commissione ha rappresentato
che, salvo i beni del demanio naturale, per i beni demaniali il piano dei conti
prevede la seguente classificazione, più sintetica di quella prevista per i beni
non demaniali.
Pertanto, i beni demaniali di valore cultuale storico ed artistico sono
classificati tra una di queste quattro voci.
LE RETTIFICHE DA RIVALUTAZIONE
Le scritture per minore valutazione:
Rettifiche da rivalutazione a Diversi 10.000
Fondo sval.cred. 2.000
Terreni 5.000
Mobili e arredi 3.000
e quelle per maggiore valutazione
Diversi a Rettifiche da rivalutazione 7.000
Imm.ni immateriali Euro 3.000
Partecipazioni Euro 4.000
L’ultima scrittura rileva l’incremento o la costituzione delle riserve di
capitale, nel caso in cui le rettifiche positive siano di importo superiore a
quello delle rettifiche negative. In caso di maggiori rettifiche negative, la
differenza è portata a riduzione delle eventuali riserve preesistenti.
Rettifiche di valutazione a Riserve di capitale 3.000,00
LA DELIBERAZIONE SULLE DIFFERENZE DI RIVALUTAZIONE
I prospetti riguardanti l’inventario e lo stato patrimoniale
al 1°gennaio dell’esercizio di avvio della nuova
contabilità, riclassificati e rivalutati, nel rispetto del
decreto legislativo n. 118 del 2011, con l’indicazione
delle differenze di rivalutazione, sono oggetto di
approvazione della Giunta o del Consiglio,
unitariamente ad un prospetto che evidenzia il raccordo
tra la vecchia e la nuova classificazione.
Considerato che ridetermina il patrimonio netto dell’ente,
è opportuna l’approvazione da parte del Consiglio.
Opere a scomputo
Quesito:
Un privato realizza a scomputo di oneri un'opera pubblica. Qual è il momento in cui rileva questa
operazione nel bilancio finanziario e nello stato economico-patrimoniale?
Risposta:
Il principio contabile 4.2 (competenza finanziaria applicata), prevede: Le entrate concernenti i
permessi di costruire destinati al finanziamento delle opere a scomputo di cui al comma 2 dell’art.
16 del DPR. 380/2001, sono accertate nell’esercizio in cui avviene il rilascio del permesso e
imputate all’esercizio in cui la convenzione e gli accordi prevedono la consegna e il collaudo delle
opere. Anche la spesa per le opere a scomputo è registrata nell’esercizio in cui nasce
l’obbligazione giuridica, ovvero nell’esercizio del rilascio del permesso e in cui sono formalizzati
gli accordi e/o convenzioni che prevedono la realizzazione delle opere, con imputazione
all’esercizio in cui le convenzioni e gli accordi prevedono la consegna del bene.
A seguito della consegna e del collaudo, si emette il titolo di spesa, versato in quietanza di
entrata del bilancio dell’ente stesso, all’entrata per permessi da costruire (trattasi di una
regolazione contabile).
Se registrata in cont.finanziaria è necessario applicare correttamente la matrice, perciò l’opera
viene iscritta all’atto del collaudo. Pertanto, fino al momento del collaudo, l’opera sarà iscritta nei
conti d’ordine. All’atto del collaudo, si provvederà a iscrivere l’opera tra le immobilizzazioni e,
contemporaneamente alla rilevazione, tra le riserve di capitale per permessi di costruire, i
proventi dei permessi di costruire (a scomputo).
Concessioni cimiteriali
Abbiamo accertato le concessioni cimiteriali dei loculi in conto
capitale tra le alienazioni, adesso però in contabilità economica
come si fa con il calcolo dei risconti che sono solo previsti per le
entrate correnti? cosa si deve fare esattamente
Risposta:
La procedura di risconto passivo delle concessioni pluriennali non è
limitata alle entrate correnti, ma si procede a rilevare il risconto
passivo come esemplificato nelle slide precedenti.
Fondi ammortamento
Nell’allegato 4-3 del d.lgs 118/2011 al punto 4.18 vengono precisate le
aliquote di ammortamento per le varie categorie di cespiti tra cui i
fabbricati demaniali 2%,gli altri beni demaniali 3%,le infrastrutture
demaniali e non demaniali 3% .Per le suddette categorie di cespiti non
sono specificati gli ammortamento nel piano dei conti economico e i fondi di
ammortamento nel piano dei conti patrimoniale. Come dobbiamo
procedere nella riclassificazione del nuovo bilancio economico-patrimoniale
Risposta:
La commissione ha chiarito che «sulla base della predetta classificazione i
regimi giuridici dei beni ivi indicati sono diversi e pertanto si ritiene
necessario mantenere con un’ulteriore articolazione la predetta
suddivisione e che i conti di stato patrimoniale attivo siano lo strumento
contabile adatto per contenere questo tipo di informazione». Pertanto, gli
ammortamenti vanno in ogni caricati al fondo di ammortamento pertinente
al bene, a prescindere dalla codifica attribuita dal piano dei conti che è
unica.
Le rettifiche da rivalutazione
Le “differenze negative di valutazione” (cioè gli effetti negativi sul
Patrimonio Netto del Comune a seguito dell’applicazione dei principi
contabili dell’armonizzazione), nel caso non vi siano sufficienti riserve di
Patrimonio Netto disponibili, come verranno assorbite negli anni futuri?
Risposta:
Qualora il patrimonio netto (escluso il fondo di dotazione) non dovesse
essere capiente rispetto alla perdita d’esercizio, la parte eccedente è
rinviata agli esercizi successivi (perdita portata a nuovo) al fine di
assicurarne la copertura con i ricavi futuri.
Analogamente, in caso, di svalutazione che non sia assorbita dalle riserve,
si procederà a registrare una perdita da portare a nuovo
Perdita a nuovo a Perdita d’esercizio
Se nell’esercizio successivo vengono conseguiti degli utili occorre ricordare
che essi non possono essere distribuiti fino a quando non sono coperte
interamente le perdite in sospeso.
Il fondo pluriennale vincolato
E’ corretto inquadrare il fondo pluriennale vincolato alla voce E 28
del Conto Economico?
Risposta:
Il fondo pluriennale vincolato (di spesa) va iscritto tra i conti d’ordine
alla voce Impegni su esercizi futuri. In questa voce, vanno iscritti
anche gli (altri) impegni assunti su esercizi futuri finanziati da
contributi a rendicontazione e da altre entrate che consentono di
impegnare la spesa sugli esercizi successivi
Beni dati in uso a terzi
I beni acquistati per essere dati in uso a terzi(es.arredi scolastici)
devono essere assoggettati ad ammortamento pur non utilizzati
dall'ente in quanto ceduti alle scuole?
Risposta:
Gli arredi scolastici vanno rilevati tra le immobilizzazioni materiali e
sottoposti al processo di ammortamento economico
Riclassificazione del patrimonio iniziale
Come deve essere fatta la riclassificazione deli saldi finali del conto
del patrimonio 2015? La differenza in particolar modo come deve
essere gestita?
Risposta:
La riclassificazione del conto del patrimonio non determina una
variazione del totale del patrimonio attivo e passivo ma determina
una variazione del patrimonio netto. La variazione del patrimonio
netto e della sua composizione, come degli altri valori scaturiti dalla
riclassificazione è oggetto di apposita deliberazione dell’organo
competente (si consiglia di fare coincidere con la deliberazione di
approvazione della proposta di rendiconto e di approvazione del
rendiconto)
Competenza economica ricavi
Le fatture emesse per il ruolo servizio idrico non pagate alle fine
dell'esercizio finanziario come devono essere iscritte?
Risposta:
Vanno iscritte tra i ricavi dell’esercizio in chiusura se si riferiscono a
prestazioni e forniture eseguite nel medesimo esercizio in base al
criterio di correlazione dei ricavi ai costi d’esercizio.
I nuovi ammortamenti
Come ci si comporta per i beni che cambiano l'aliquota di
ammortamento?
Risposta:
Tutti i beni dell’inventario (materiali e immateriali) devono essere
riclassificati secondo la nuova codifica del piano dei conti integrato.
In relazione alla codifica del piano sono da sottoporre ai nuovi
coefficienti di ammortamento con decorrenza 1.1.2016
Conti d’ordine e riclassificazione
Dove riclassifico i residui del titolo 2’ precedentemente iscritti tra i
conti d’ordine?
Risposta:
Sono da rilevare, nella seconda fase di avvio della contabilità
economico-patrimoniale secondo la codifica prevista dal piano dei
conti. I residui del titolo 2’ relativa alla precedente codifica degli
interventi da 1 a 6 del DPR 194/96 sono da iscrivere tra i Debiti
verso fornitori
I debiti di funzionamento
Come si riclassificano i debiti di funzionamento?
Risposta:
I debiti di funzionamento del dpr 194/1996, di norma,
comprendevano i residui passivi del titolo 1 della spesa. In fase di
riclassificazione occorre rilevare nello stato patrimoniale iniziale,
distintamente i debiti verso fornitori (interventi 2, 3 e 4) dagli altri
debiti che vanno rilevati nelle altre voci
La valutazione delle partecipazioni
Valore partecipate = patrimonio netto rapportato alla percentuale
della quota di partecipazione?
Risposta:
Le partecipate sono valutato con il metodo del «patrimonio netto»
se questo è disponibile alla data in cui si redige il conto economico
e lo stato patrimoniale. Se il dato non è disponibile (occorre
utilizzare il bilancio d’esercizio dell’esercizio n) si utilizza il costo di
acquisizione e si adotterà il metodo del patrimonio netto, che
prevede di rilevare la «frazione» della partecipazione, in sede di
bilancio consolidato.
L’inventario comunale
Abbiamo delle differenze sui valori delle voci del conto del
patrimonio e le voci dell'inventario comunale.. come ci dobbiamo
comportare?
Risposta:
Occorre provvedere all’allineamento dell’inventario con il nuovo
stato patrimoniale, procedendo alla rilalutazione-svalutazione delle
varie voci dell’attivo e del passivo patrimoniale. Le rivalutazioni
effettuate per effetto dell’applicazione dei nuovi criteri di valutazione
vanno rilevate in aumento o diminuzione delle riserve.
Grazie per l’attenzione
Nicola Rebecchi
I materiali saranno disponibili su: www.fondazioneifel.it/formazione
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