REGIONE BASILICATA
PROVINCIA DI MATERA
COMUNE DI MONTALBANO
JONICO
Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità
Proponente: I.C.M. Di Longo Agostino
Sede legale: Via Curtatone 13, 75023 Montalbano Jonico (MT)
OGGETTO:
VERIFICA CONFORMITA’ AL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI (P.R.G.R.) AI SENSI DLL’ART. N. 17 COMMA N. 7 E COMMA N. 8 DELLA L.R. N. 35
DEL 16 NOVEMBRE 2018 DEL PROGETTO
“IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI DA C&D SITO IN LOCALITÀ CERAMELLA – MONTALBANO J (MT) (IMPIANTO DI RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI,
CON CAPACITA’ COMPLESSIVA SUPERIORE A 10 T/giorno)”
Descrizione
VERIFICA CONFORMITA’ AL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI
RIFIUTI (P.R.G.R.) Data Emissione Revisione Note
Ottobre 2019 1
Proponente: Il Tecnico:
ICM DI LONGO AGOSTINO
Ing. Antonio Giannini
PREMESSA
Il presente documento viene redatto ai fini della verifica di coerenza dell’impianto di ICM di Agostino Longo di
Recupero Inerti sito in Località Ceramella a Montalbano Jonico, in provincia di Matera, alla legge regionale n.
35 del 2018, la quale introduce le norme di attuazione del decreto legislativo n. 152/06 e s.m.i. in materia di
gestione dei rifiuti.
La valutazione tecnica del progetto in riferimento alla L.R. n. 35 del 16/11/2018 è stata richiesta dal
Dipartimento Ambiente ed Energia-Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata con nota prot. n.
0140864/23AB del 17/01/2019. In questa relazione si verificherà la conformità al comma 7 della Legge
Regionale 35 della ragione Basilicata e la coerenza al comma 8 dell’impianto ICM DI AGOSTINO LONGO
rispetto ai criteri di localizzazione previsti per nel PRGR (Allegato al PRGR “Criteri di localizzazione”
relativamente a Impianti di Inerti).
Nello specifico è stata costruita una tabella in cui sono riportati: da un lato i criteri localizzativi previsti dal
PRGR e, dall’altro lato, la verifica della coerenza per l’impianto in progetto.
QUADRO REGIONALE RIFIUTI SPECIALI BASILICATA
Nel 2017, la produzione regionale di rifiuti speciali si attesta a quasi 1,7 milioni di tonnellate, l’1,2% del totale nazionale. L’88,6% (1,5 milioni di tonnellate) è costituito
da rifiuti non pericolosi e il restante 11,4% (191 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi (Tabella 1). Le principali tipologie di rifiuti prodotte sono rappresentate dai rifiuti
delle operazioni di costruzione e demolizione (37,6% della produzione regionale totale) e da quelli non specificati altrimenti (27,8%), rispettivamente appartenenti
al capitolo 17 e 16 dell’elenco europeo dei rifiuti di cui alla decisione 2000/532/CE.
Tabella 1 – Produzione di rifiuti speciali ripartiti per attività economiche (tonnellate) – Basilicata, anno 2017 – Fonte ISPRA
Nel 2017 la gestione dei rifiuti speciali nella regione Basilicata interessa circa 1,7 milioni di tonnellate, di cui oltre 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e
quasi 96 mila tonnellate di rifiuti pericolosi (Tabella 2). Al recupero di materia (da R2 a R12) sono sottoposte quasi 862 mila tonnellate di rifiuti speciali che
rappresentano il 50 % del totale gestito. In particolare, il recupero di sostanze inorganiche (R5) concorre per il 64,8 % al recupero totale di materia. L’utilizzo dei
rifiuti come fonte di energia (R1) è pari a circa 30 mila tonnellate (1,7% del totale gestito).
Alle operazioni di smaltimento (da D1 a D14) sono, invece, avviate complessivamente circa 650 mila tonnellate di rifiuti speciali (37,7% del totale gestito): circa 100
mila tonnellate (5,8 % del totale gestito) sono smaltite in discarica (D1), quasi 518 mila tonnellate (30,1 % del totale gestito) sono sottoposte ad altre operazioni di
smaltimento quali trattamento chimico-fisico, trattamento biologico (D8, D9), circa 32 mila tonnellate (1,9 % del totale gestito) sono avviate a incenerimento (D10).
Non vi sono rifiuti speciali sottoposti a ricondizionamento preliminare (D13, D14).
La messa in riserva a fine anno (R13) presso gli impianti prima dell’avvio alle operazioni di recupero, ammonta a circa 179 mila tonnellate (10,4 % del totale gestito);
il deposito preliminare a fine anno (D15) prima dello smaltimento interessa più di 2.500 tonnellate (0,1 % del totale gestito). Infine, va rilevato che non sono stati
importati rifiuti speciali, mentre i rifiuti esportati sono pari a oltre 3.400 tonnellate e risultano costituiti interamente da non pericolosi.
Tabella 2.– Gestione dei rifiuti speciali sottoposti ad operazioni di recupero e smaltimento (tonnellate) - Basilicata, anno 2017 - Fonte ISPRA
Tabella 3 – Gestione dei rifiuti speciali sottoposti ad operazioni di recupero e smaltimento (tonnellate) - Basilicata, anno 2017 - Fonte ISPRA
Tabella 4 - Smaltimento in discarica dei rifiuti speciali e numero di impianti, per categoria, tipologia e per provincia (tonnellate), anno 2017 - Fonte ISPRA
Tabella 5 - Quantità di rifiuti speciali smaltite in discarica ripartiti per Capitolo dell’Elenco Europeo dei rifiuti, per macroarea geografica SUD, per regione e per tipologia (tonnellate), anno
2017 - Fonte ISPRA
VERIFICA ART 17 COMMA 2 E COMMA 7
Per l’impianto in oggetto ICM di Agostino Longo. è verificato il rispetto delle procedure previste dall’art. 17 comma 7 e dei seguenti principi in
attuazione dell’art. 16 della direttiva 2008/98/CE e dell’art. 182-bis del D. Lgs. n. 152/06 e s.m.i.
Il principio di prossimità previsto dalla legge regionale è ampiamente soddisfatto, atteso che la gestione prevalente dei rifiuti da parte della società
proponente avviene in Regione Basilicata, garantendo il raggiungimento dell'impianto facilmente, attesa la sua localizzazione in posizione centrale
rispetto ai Comuni della Regione Basilicata oggetto di propria gestione. Inoltre l’aumento dei quantitativi trattati garantisce un aumento della copertura
del fabbisogno di trattamento sul territorio regionale per alcune categorie di RS. Si sottolinea come obiettivo primario quello della riduzione dei
quantitativi destinati a smaltimento in discarica.
Lo Stato di Progetto relativo al quantitativo massimo annuo di rifiuti trattabili nell’Impianto di ICM di Agostino Longo in termini di tonnellate annue è
riportato di seguito:
Tipologia
rifiuti Descrizione
CODICI CER
Attività di
recupero
Stato di PROGETT
O Quantitativ
o max. annuo di
rifiuti trattabili
(ton/anno)
Art 17 comma 7
% di scarto
Art 17 comma 7
fabbisogno
2.1
Imballaggi, vetro di scarto ed altri
rifiuti e frammenti di vetro; rottami
di vetro.
[150107] [170202]
[191205] R13
10
3.1 Rifiuti di ferro, acciaio e ghisa [150104] [170405]
[191202]
R13 500
3.2 Rifiuti di metalli non ferrosi o loro
leghe [170401] [170402]
[170403] [170404]
[170406] [170407]
R13 15
5.7 Spezzoni di cavo con il conduttore
di alluminio ricoperto [170402] [170411] R13 20
5.8 Spezzoni di cavo di rame ricoperto [170401] [170411] R13 20
Tipologia
rifiuti Descrizione
CODICI CER
Attività di
recupero
Stato di PROGETT
O Quantitativ
o max. annuo di
rifiuti trattabili
(ton/anno)
Art 17 comma 7
% di scarto
Art 17 comma 7
fabbisogno
6.1
Rifiuti di plastica; imballaggi
usati in plastica compresi i
contenitori per liquidi, con
esclusione dei contenitori per
fitofarmaci e per presidi medico-
chirurgici
[150102] [170203]
R13
30
7.1
Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali purché privi
di amianto
[170101] [170102]
[170103] [170107]
[170904]
R13 R5 5000
0.05% 7,82%
7.2 Rifiuti di rocce da cave autorizzate [010408] [010410]
[010413]
R13 R5 400 0,00
7.6
Conglomerato bituminoso,
frammenti di piattelli per il tiro al
volo
[170302] R13 R5
4000
0,00
7.11 Pietrisco tolto d'opera [170508] R13 R5 100 0,05
7.14 Detriti di perforazione [170504] R13 R5 100 0,00
7,31 -bis Terre e rocce di scavo [170504] R13 R5 20000 0,00
Tipologia
rifiuti Descrizione
CODICI CER
Attività di
recupero
Stato di PROGETT
O Quantitativ
o max. annuo di
rifiuti trattabili
(ton/anno)
Art 17 comma 7
% di scarto
Art 17 comma 7
fabbisogno
9.1 Scarti di legno e sughero,
imballaggi di legno
[150103] [170201]
[191207]
R13 30
Totali
La quantità complessiva annuale dei rifiuti avviati alle attività di recupero (R13) è pari a 30.225
La quantità complessiva annuale dei rifiuti a recupero (R5) è pari a 29.600
Tabella 6 – verifica conformità art. 17 comma 7
II Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), nella parte quarta, tratta i rifiuti speciali, tra cui quelli inerti, analizzando i dati di produzione e gestione, i
principali impianti esistenti e gli attuali flussi. Un paragrafo specifico è stato destinato agli l'indirizzi di piano" in cui è previsto principalmente:
➢ il disincentivare il conferimento in discarica dei materiali inerti;
➢ il favorire gli impianti di riciclaggio dei rifiuti inerti;
➢ il promuovere l'utilizzo di prodotti da riciclaggio di inerti nella realizzazione di opere pubbliche.
Il PRGR, inoltre, oltre a richiamare il rispetto dei principi di autosufficienza, prossimità ed equa distribuzione, ha introdotto alcuni Criteri di Localizzazione utili alla
individuazione delle aree idonee alla realizzazione di attività industriali dedicate alla gestione dei rifiuti. L'argomento è trattato in una apposita sezione (A{fegato —
Criteri di Localizzazione). ln tali Criteri, oltre ad essere richiamati vincoli derivanti dall'applicazione di normativa esistente (paesaggio, urbanistica, acque pubbliche,
rischio idraulico e Idrogeologico, etc...) sono inseriti specifici vincoli di esclusione/penalizzazione, quali, ad esempio, il punto Presenza di ricettori sensibili
all'inquinamento acustico ed olfattivo", o ancora la distanza minima da centri abitati e/o case sparse.
La suddetta Legge, all'art. 17 comma 5, ha stabilito che sono possibili interventi di ampliamento e/o di revamping di impianto esistenti, a prescindere dai criteri di
localizzazione, purché coerenti con le previsioni del PRGR e della legge stessa a condizione che tali interventi non costituiscano rischi sanitari ed ambientali in
relazione alle caratteristiche del luogo.
L'intervento di modifica di un impianto di trattamento/recupero di rifiuti non pericolosi (inerti), provenienti da demolizioni o rimozioni In ambito edilizio, può essere
considerato un completamento/ampliamento dell'attività industriale già condotta dal proponente nel sito in questione (località Ceramella a Montalbano Jonico in
provincia di Matera).
Il PRGR Regione Basilicata del 2016 indica al paragrafo 2.6.3 i principali indicatori di produzione, trattamento nell’anno 2013. Nell’anno 2013 i rifiuti da C&D non
pericolosi sono stati pari a 378.508,4 per i rifiuti no R13-D15 e pari a 549.067,6 per i rifiuti con R13-D15.
Pertanto la verifica dell’art 17 comma 7 della Legge Regionale n. 35 relativo alla percentuale di scarti prodotti risulta soddisfatta in quanto per ICM lo scarto calcolato
è pari a 0.1% < 8%.
In relazione al fabbisogno, come indicato nella tabella precedente, la potenzialità dell’impianto risulta minore del 70% di quello regionale.
VERIFICA ART 17 COMMA 8
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Ar1 Presenza di reti
di monitoraggio
Qualora un impianto, che comporta emissioni in
atmosfera, fosse localizzato in un’area coperta
dalla rete di monitoraggio, si avrebbero già gli
strumenti e la struttura di gestione per verificarne
gli impatti nel tempo. La preesistenza di una rete di
monitoraggio ambientale costituisce infatti un
fattore preferenziale per la disponibilità di
informazioni sito specifiche utili a valutare
l’idoneità di un sito a sostenere l’insediamento di
nuove attività potenzialmente inquinanti e di dati
per le future valutazioni in merito all’impatto
determinato dalle nuove realizzazioni. Questo
criterio preferenziale va tuttavia applicato
valutando le tipologie di inquinanti rilevati dalle
centraline di monitoraggio presenti in prossimità
dell’impianto
PREFERENZIALE
Nell’area del Materano la rete di monitoraggio ARPAB prevede 1 delle 3
centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria ubicate in Regione.
Delle 3 centraline ubicate nel Materano una è ubicata Matera – La Martella, una
a Ferrandina e infine una a Pisticci. La centralina di Pisticci è ubicata a circa 16
km di distanza dall’area dove è presente l’impianto della società ICM DI LONGO
AGOSTINO
Gli inquinanti monitorati in continuo tramite la rete di monitoraggio sono:
• Monossido di Carbonio (CO)
• Biossido di Azoto (NO2)
• Biossido di Zolfo (SO2)
• Polveri (PM10)
• Ozono (O3) I valori misurati sono visibili in continuo sul sito istituzionale dell’ARPAB
La Progettazione risulta coerente con il criterio Preferenziale
ICM DI AGOSTINO
LONGO
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Ar2 Presenza di
impianti industriali,
civili e termoelettrici
ESCLUDENTE
Non sono presenti impianti industriali civili e termoelettrici.
La Progettazione risulta pertanto coerente con il criterio localizzativo
Ac1 Aree a rischio
d’interferenza con
reticolo idrografico
Aree a rischio d’interferenza il reticolo idrografico,
ovvero con i livelli di qualità delle risorse idriche
superficiali e sotterranee; la vulnerabilità
idrogeologica dei corpi idrici può essere protetta
con appositi interventi di impermeabilizzazione
artificiale.
Questo criterio intende penalizzare in generale la
realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti di
qualunque tipo in prossimità di aree a rischio di
interferenza con i corpi idrici in maniera da
prevenire a monte l’insorgere di qualunque forma
di contaminazione. Per quanto concerne le aree
non perimetrate dal PAI dovrà essere redatto uno
specifico studio idraulico finalizzato
all’individuazione delle fasce di territorio inondabili
per piene con tempo di ritorno pari a 30, 200 e 500
anni.
PENALIZZANTE
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata emerge come l’area
ove è prevista la realizzazione dell’impianto NON ricada in zona a pericolo o
rischio inondazione. In particolare l’area NON ricade in porzioni di territorio
interessate da allagamenti nemmeno con un tempo di ritorno (frequenza)
nemmeno di 500 anni.
Dall’analisi del “Piano Gestione Rischio Alluvione” si evince che l’area di progetto
non risulta interessata dal passaggio di corsi d’acqua appartenenti al reticolo
idrografico principale e/o minore, e non risulta un’area a rischio significativo
rispetto alla quale sono in programma studi idraulici specifici
La Progettazione risulta pertanto coerente con il criterio localizzativo
Ac2 Aree di
salvaguardia delle
ac-que superficiali e
sotterranee
Ac2) Aree di salvaguardia delle acque superficiali
e sotterranee destinate al consumo umano,
secondo quanto indicato nel Piano Regionale
Tutela delle Acque e nelle Norme tecniche di
attuazione del PRTA approvati con d.g.r.
1888/2008; tale norma individua un'estensione di
200 metri di raggio rispetto al punto di captazione
o di derivazione, secondo quanto previsto al
comma 6 dell’art. 94 del d.lgs. 152/2006 e s.m.i., in
ESCLUDENTE Il PTA individua le seguenti acque dolci superficiali destinate alla produzione di
acqua potabile della Regione Basilicata e relativo bacino di afferenza L’area non
risulta interessata dalla presenza di aree di salvaguardia per la captazione di
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
attesa di ulteriori specificazioni da parte del Piano
d’Ambito dell’A.A.T.O.
In coerenza con la pianificazione settoriale
regionale si esclude la realizzazione di impianti di
trattamento dei rifiuti in prossimità di aree di
salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee
destinate al consumo umano in maniera da
evitarne ogni possibile contaminazione.
acque destinate al consumo umano.
Non sono presenti sorgenti di acque destinate al consumo umano nelle vicinanze
dell’impianto .
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Ac3 Soggiacenza
della falda
Soggiacenza della falda: la normativa nazionale
impone che il fondo della discarica controllata
debba essere collocato ad una distanza minima di
1,5 m dal livello di massima escursione della falda
(da valutare in maniera puntuale).
Il criterio escludente viene applicato per gli impianti
di trattamento termico, potenzialmente a maggior
rischio di contaminazione, mentre per tutte le altre
tipologie di impianto il criterio è solo penalizzante.
ESCLUDENTE
Dall’analisi della Relazione Geologica si evidenzia che la falda presenta un livello
statico che si attesta ad una profondità superiore a 1,5 m dal p.c.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ac4 Aree sensibili di
cui all'art. 91 del
d.lgs. 152/2006
Aree sensibili di cui all'art. 91 del d.lgs. 152/2006
(individuate secondo i criteri dell'Allegato 6 alla
parte III)
In questo elenco le aree che possono ricadere in
Regione Basilicata riguardano i punti a) e c).
a) i laghi di cui all'Allegato 6 alla parte terza del
presente decreto, nonché i corsi d'acqua a
ESCLUDENTE
In Basilicata sono state istituite n° 2 zone umide d’importanza internazionale
riconosciute ed inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar: Pantano di
Pignola e Lago di San Giuliano. La zona Umida Pantano di Pignola si trova a
circa 75 km in linea d’aria dall’area in oggetto e il Lago di San Giuliano a circa 35
km
Il Piano Regionale di Tutela della Acque della Ragione Basilicata individua come
aree sensibili “i laghi naturali e gli invasi artificiali di seguito elencati: Invaso di
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
esse afferenti per un tratto di 10 chilometri
dalla linea di costa
c) le zone umide individuate ai sensi della
convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971,
resa esecutiva con d.P.R. 13 marzo 1976, n.
448;
Le aree individuate richiedono, secondo la
normativa nazionale, delle specifiche misure di
prevenzione dall'inquinamento e di risanamento,
tra cui appunto l’esclusione della realizzazione di
impianti di trattamento/gestione dei rifiuti di
qualunque tipologia.
Serra del Corvo (Basentello), Invaso della Camastra, Invaso del Pertusillo,
Invaso di Cogliandrino (Masseria Nicodemo), Invaso di Monte Cotugno, Invaso di
Genzano, Invaso del Rendina, Lago di Monticchio (lago grande), Lago di
Monticchio (lago piccolo), Invaso Saetta, Invaso di Acerenza; nonché i corsi
d'acqua a esse afferenti per un tratto di 10 chilometri dalla linea di costa”
L’invaso di Monte Cotugno si trovano ad oltre 15 km di distanza dall’area
dell’impianto mentre l’invaso del Camastra dista circa 57 km dalla stessa.
Nell’area in oggetto non sono presenti corsi d’acqua afferenti ai suddetti Laghi.
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Su1 Geositi
Aree di interesse geologico (geositi).
Data l’unicità, la fragilità e la non rinnovabilità dei
geositi è necessario preservarne lo stato da
qualunque possibile impatto anche di natura
accidentale. Per questo motivo tutte le categorie di
impianto sono state associate ad un criterio di
esclusione.
ESCLUDENTE
Analizzando lo stralcio cartografico sotto riportato, accessibile al sito internet di
ISPRA
http://sgi1.isprambiente.it/GFMaplet/?map=geositi_reader&token=83C3BDE3826
0668EC6F9C157AD02579C
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
è possibile verificare come l’area in corrispondenza dell’impianto ICM DI
AGOSTINO LONGO non presenta geositi. A circa 8 km di distanza in direzione
nordovest si trova il geosito di Tempa Petrolla.
ICM DI AGOSTINO
LONGO
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Su2 Aree a quota
elevata
Aree a quota elevata, superiore a 1000 m s.l.m.
per i rifiuti speciali.
Per preservare l’unicità e la naturalità delle aree
situate a quota elevata si escludono tutte le
tipologie di impianto ad eccezione dei centri di
supporto alla raccolta di RU e degli impianti di
trattamento biologico, eventualmente da utilizzare
esclusivamente per la gestione e il trattamento dei
rifiuti prodotti nelle aree stesse.
ESCLUDENTE
L’area in oggetto è sita a 190 m s.l.m. e dunque ad una quota inferiore a 1.000 m
s.l.m.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Su3 Singolarità
geologiche
Singolarità geologiche, ovvero:
• in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale;
• in aree dove i processo geologici superficiali quali l’erosione accelerata, le frane, l’instabilità dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l’integrità della discarica;
• aree soggette ad utilizzo idrotermale.
ESCLUDENTE
L’area non risulta interessata dalla presenza di:
• doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale;
• aree soggette a erosione accelerata, frane, instabilità dei pendii, migrazioni degli alvei fluviali;
• aree soggette ad utilizzo idrotermale
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Su4 Aree
destinatarie di
processi di bonifica o
messa in sicurezza
Aree destinatarie di processi di bonifica o messa in
sicurezza.
Il criterio è escludente per tutte le tipologie di
impianto in quanto le aree in questione devono
essere oggetto di interventi di bonifica o di messa
in sicurezza prima di tornare ad essere fruibili.
ESCLUDENTE
Analizzando lo stralcio cartografico sotto riportato, accessibile al sito internet
dell’RSDI della Regione Basilicata
http://rsdi.regione.basilicata.it/geoserver/www/bonifica/index.html
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
è possibile verificare come l’area perimetrata sulla quale è presente l’impianto di
ICM DI AGOSTINO LONGO non sia un’area destinataria di processi di bonifica
e/o messa in sicurezza.
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Su5 Aree in frana Aree in frana o soggette a movimenti gravitativi,
aree individuate a seguito di dissesto
idrogeologico, aree interessate da limitazioni
ESCLUDENTE
Analizzando lo stralcio cartografico sotto riportato, accessibile al sito internet
dell’Autorità di Bacino della Basilicata
è possibile verificare come l’area perimetrata sulla quale è sito l’impianto non sia
un’area interessate da processi di frana Come precedentemente indicato, inoltre,
Montalbano Jonico: 0 siti
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
transitorie ex art. 65, comma 7, del d.lgs. 152/2006
e s.m.i..
Su queste aree viene dato un criterio penalizzante
che non intende escludere a priori la possibilità di
insediare un impianto di trattamento dei rifiuti, ma
che segnala la necessità di studi approfonditi che
ne garantiscano l’opportunità e fattibilità.
dall’analisi della cartografia PAI l’area in oggetto NON ricade in zona a pericolo o
rischio inondazione o in zona a pericolosità geomorfologica.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
ICM DI AGOSTINO
LONGO
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Su6 Aree agricole di
pregio
Aree agricole di pregio, come colture permanenti
(vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue;
ESCLUDENTE
Il sito di ICM DI AGOSTINO LONGO non rientra in aree agricole di pregio
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Su7 Aree boscate
Aree boscate, ovvero territori, vincolati dalla L
431/85, coperte da foreste o da boschi o sottoposti
a vincolo di rimboschimento; il vincolo riguarda
anche le aree boscate percorse da incendi o
danneggiate dal fuoco.
Il criterio è escludente per tutte le tipologie di
impianti in quanto queste aree sono da destinarsi
esclusivamente a bosco.
ESCLUDENTE
Come precedentemente indicato l’area in oggetto NON risulta area boscata,
coperta da foreste o da boschi o sottoposta a vincolo di rimboschimento.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Su8 Aree ad utilizzo
idrominerario
Aree ad utilizzo idrominerario, ovvero comprese
nei bacini minerari.
Il criterio di esclusione per tutte le tipologie di
impianto intende garantire la salvaguardia della
qualità della risorsa idromineraria preservandola
da qualunque tipo di contaminazione.
ESCLUDENTE
Il bacino idrominerario del Vulture era inizialmente tutelato dalla L.R. 16.4.1984 n
9 e dal regolamento di attuazione (D.C.R. 26.7.1988 n 583). In ottemperanza alla
L.R. n.43 del 1996 è stato redatto il Piano Di Tutela e Sviluppo del Bacino
Idrominerario del Vulture, approvato con Deliberazione del Consiglio regionale n.
566 del 13.10.2003.
Costituisce parte integrante del citato Regolamento, in quanto atto tecnico di
riferimento per gli elementi indicati ai successivi articoli, la cartografia “Carta
della Vulnerabilità”, alla scala 1:25.000, posta a base conoscitiva delle
caratteristiche territoriali del Bacino Idrominerario del Vulture, già redatta per
disposizione della Delib. di G.R. n. 2536 del 10.8.1998 (e atti conseguenti) ai
sensi della L.R. 2.9.1996 n. 43 con la quale si stabilirono i criteri generali per la
disciplina della ricerca e coltivazione delle risorse idrominerarie della Regione
Basilicata.
La zona in oggetto è esterna ai confini del Bacino Idrominerario del Vulture e non
ricade in aree ad utilizzo idrominenario o comprese nei bacini minerari.
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Ri1 Aree a vincolo
idrogeologico
Aree a vincolo idrogeologico, ovvero i terreni di
qualsiasi natura e destinazione che possono
turbare il regime delle acque (R.D. 3267/23) e aree
individuate dai Piani di Bacino ai sensi dell’articolo
65, comma 3, lettera n) del d.lgs. 152/2006 e
s.m.i..
Il criterio è penalizzante
PENALIZZANTE
Dall’analisi dello stralcio cartografico sul PIA Frane (fonte - RSDI Basilicata e disponibile su sito Progetti Webgis Regione Basilicata, è possibile riscontrare come quest’ultima NON ricada in zona sottoposta a vincolo idrogeologico (R.D.
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
3267/23) o aree individuate dai Piani di Bacino ai sensi dell’articolo 65, comma 3, lettera n) del d.lgs. 152/2006 e s.m.i
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri2 Fasce di territorio
di pertinenza dei
corsi d’acqua
Fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua
(art.7 delle Norme Tecniche di Attua zione del PAI
Regione Basilicata, in seguito NTA):
• fasce con probabilità di inondazione corrispondente a piene con tempi di ritorno fino a 30 anni e di pericolosità idraulica molto elevata;
• fasce con probabilità di inondazione corrispondente a piene con tempi di ritorno fino a 200 anni e di pericolosità idraulica elevata;
• fasce con probabilità di inondazione corrispondente a piene con tempi di ritor- no fino a 500 anni e di pericolosità idraulica moderata.
Il criterio è escludente. Nelle NTA è infatti
espressamente riportato: “non sono consentiti: la
realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti ivi
incluse discariche di qualsiasi tipo sia pubbliche
che private; il deposito e/o lo spandimento, anche
provvisorio, di rifiuti, reflui e/o materiali di qualsiasi
genere. Inoltre non è consentito il deposito
temporaneo conseguente e connesso ad attività
estrattive ed agli impianti di trattamento del
materiale estratto in loco”
ESCLUDENTE
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata, l’area ove è prevista
la realizzazione dell’impianto NON ricade in zona a pericolo o rischio
inondazione.
In particolare l’area NON ricade in porzioni di territorio interessate da allagamenti
nemmeno con un tempo di ritorno (frequenza) nemmeno di 500 anni.
Dall’analisi del “Piano Gestione Rischio Alluvione” si evince che l’area di progetto
non risulta interessata dal passaggio di corsi d’acqua appartenenti al reticolo
idrografico principale e/o minore, e non risulta un’area a rischio significativo
rispetto alla quale sono in programma studi idraulici specifici
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Ri3 Aree demaniali
dei fiumi, torrenti e
delle altre acque
Aree demaniali dei fiumi, torrenti e delle altre
acque, ai sensi dell’art.115, c.3 del D.Lgs
152/2006 (art. 8 NTA del PAI).
Il criterio è penalizzante in quanto vi è la possibilità
di concedere per uso produttivo le aree demaniali,
purché non determini riduzione della funzionalità
idraulica del corso d’acqua, non comprometta la
salvaguardia della qualità paesaggistica e
ambientale del corpo idrico e dell’habitat
interessato e non comporti la realizzazione di
alcun manufatto o recinzione all’interno delle fasce
inondabili.
PENALIZZANTE
L’area ove è in progetto la realizzazione dell’impianto non è area demaniale dei
fiumi, torrenti e delle altre acque, ai sensi dell’art.115, c.3 del D.Lgs 152/2006
La Progettazione risulta pertanto coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Ri4 Fasce di
pertinenza dei corsi
’acqua oggetto di
studi di dettaglio e
areali soggetti a
verifica idraulica
(ASVi)
Fasce di pertinenza dei corsi d’acqua oggetto di
studi di dettaglio e areali soggetti a verifica
idraulica (ASVi), ovvero le fasce di pertinenza dei
corsi d’acqua, per le quali l’AdB ha avviato studi
idrologici e idraulici di dettaglio (art. 9 NTA del
PAI).
In attesa della completa definizione degli studi,
valgono le indicazioni e le prescrizioni relati- ve
alle fasce con probabilità di inondazione di piene
con tempi di ritorno fino a 200 anni, pertanto il
criterio è escludente
ESCLUDENTE
Dall’analisi del “Piano Gestione Rischio Alluvione”(stralcio cartografico
precedentemente riportato) si evince che l’area di progetto non risulta interessata
dal passaggio di corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico principale e/o
minore, e non risulta un’area a rischio significativo rispetto alla quale sono in
programma studi idraulici specifici
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Ri5 Aree a rischio
idrogeologico R4
Aree a rischio idrogeologico molto elevato ed a
pericolosità molto elevata (R4), ovvero le aree in
cui è possibile l’instaurarsi di fenomeni tali da
provocare la perdita di vite umane e/o lesioni gravi
alle persone, danni gravi agli edifici ed alle
infrastrutture, danni al patrimo- nio ambientale e
culturale, la distruzione di attività socio-
economiche (art. 16 NTA del PAI). Il criterio è
escludente. Sono infatti consentiti in tali aree solo
interventi di demolizione senza ricostruzione,
manutenzione ordinaria e straordinaria,
riparazione, conservazione, etc.
ESCLUDENTE
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata emerge che l’area
ove è prevista la realizzazione dell’impianto NON ricade in zona a pericolo o
rischio R4
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Ri6 Aree a rischio
idrogeologico R3
Aree a rischio idrogeologico elevato ed a
pericolosità elevata (R3), ovvero aree in cui è
possibile l’instaurarsi di fenomeni comportanti
rischi per l’incolumità delle persone, danni
funzionali agli edifici ed alle infrastrutture con
conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione
delle attività socio-economiche, danni al
patrimonio ambientale e culturale. (art. 17 NTA del
PAI).
Il criterio è escludente. Sono infatti consentiti in tali
aree solo interventi di demolizione senza
ricostruzione, manutenzione ordinaria e
straordinaria, riparazione, conservazione, etc.
ESCLUDENTE
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata, l’area ove è prevista
la realizzazione dell’impianto NON ricade in zona a pericolo o rischio
inondazione.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri7 Aree a rischio
idrogeologico R2
Aree a rischio idrogeologico medio ed a
pericolosità media (R2), ovvero aree a rischio
idrogeologico medio ed a pericolosità media quelle
aree in cui è possibile l’instaurarsi di fenomeni
comportanti danni minori agli edifici, alle
infrastrutture ed al patrimonio ambientale, che non
pregiudicano le attività economiche e l’agibilità
degli edifici (art. 18 NTA del PAI).
Il criterio è penalizzante.
PENALIZZANTE
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata, l’area ove è prevista
la realizzazione dell’impianto NON ricade in zona a pericolo o rischio
inondazione.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri8 Aree a rischio
idrogeologico R1
Aree a rischio idrogeologico moderato ed a
pericolosità moderata (R1), ovvero aree in cui è
possibile l’instaurarsi di fenomeni comportanti
danni sociali ed economici marginali al patrimonio
ambientale e culturale (art. 19 NTA del PAI).
PENALIZZANTE
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata, l’area ove è prevista
la realizzazione dell’impianto NON ricade in zona a pericolo o rischio
inondazione.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Il criterio è penalizzante.
Ri9 Aree a pericolosità idrogeologica
(P)
Aree a pericolosità idrogeologica (P), ovvero aree
che, pur presentando condizioni di instabilità o di
propensione all’instabilità, interessano aree non
antropizzate e quasi sempre prive di beni esposti
e, pertanto, non minacciano direttamente
l’incolumità delle persone e non provocano in
maniera diretta danni a beni ed infrastrutture (art.
20 NTA del PAI).
Il criterio è escludente.
ESCLUDENTE
Dalla verifica del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata, l’area ove è prevista
la realizzazione dell’impianto NON ricade in zona a pericolo o rischio
inondazione.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri10 Aree
assoggettate a
verifica idrogeologica
(ASV)
Aree assoggettate a verifica idrogeologica (ASV),
ovvero aree nelle quali sono presenti fenomeni di
dissesto attivi o quiescenti, attivi o quiescenti,
individuate nelle tavole del Piano Stralcio ed
assoggettate a specifica ricognizione e verifica, e/o
aree per le quali la de- finizione del livello di
pericolosità necessita di verifica (art. 21 NTA del
PAI).
Il criterio è escludente. In attesa che gli areali
individuati come aree soggette a verifica
idrogeologica vengano definitivamente classificati
in base al rischio idrogeologico accertato, valgono
per essi le medesime misure di salvaguardia delle
aree soggette a rischio idrogeologico elevato e
molto elevato
ESCLUDENTE
L’area di progetto NON risulta assoggettata a verifica idrogeologica e sulla
stessa, come precedentemente dimostrato, non sono attivi fenomeni di dissesto.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri11 Aree di
versante
Aree di versante relative alle aree di cui agli articoli
16, 17, 18, 20 e 21 delle NTA del PAI. PENALIZZANTE L’area in oggetto è sita in un’area pianeggiante.
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Il criterio è penalizzante La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri12 Aree interessate da cavità sotterranee
Aree interessate da cavità sotterranee, di origine
antropica o naturale che possono costituire causa
di dissesto idrogeologico nelle forme di voragini,
fenomeni di sprofondamento o di subsidenza,
comprese nel Catasto delle Cavità Sotterranee
(CCS) di cui i Comuni interessati da reti caveali
sotterranee sono competenti (art. 33 NTA del PAI).
Il criterio è escludente
ESCLUDENTE
Dall’analisi della figura seguente ricavata dal sito dell’Autorità di Bacino della
Basilicata si evince che l’area in oggetto NON risulta interessata da cavità
sotterranee di origine antropica o naturale
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Ri13 Aree sismiche
di 1^ categoria
Aree sismiche, ovvero aree individuate quali faglie
attive, aree a rischio sismico di 1^ categoria, così
come classificate dalla L. 64/1974 e provvedimenti
attuativi (d.g.r. 731/2003), e aree interessate da
attività vulcanica, ivi compresi i campi solfatarici.
Il criterio è penalizzante per tutte le tipologie di
impianti.
PENALIZZANTE
Il territorio comunale di Montalbano non rientra in area a rischio sismico di
categoria 1.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
P1 Aree con presenza di immobili ed aree di notevole interesse pubblico
Aree con presenza di immobili ed aree di notevole
interesse pubblico ai sensi dell’art. 136 del d.lgs.
42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”
nel raggio di 1000 m; Questa categoria
comprende:
a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica;
b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che si distinguono per la loro non comune bellezza;
ESCLUDENTE
Nell’area in oggetto rientra in area di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.
136 del d.lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Dalla
cartografia (RSDI Regione Basilicata) è possibile verificare che non sono
presenti immobili o aree dall’impianto nel raggio di 1000 m.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale;
d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
La salvaguardia di questi beni paesaggistici e
culturali impone un criterio di totale esclusione
dalla realizzazione di impianti di trattamento rifiuti
P2 Aree tutelate per
legge (art. 142 del
d.lgs. 42/2004)
Aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del
d.lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del
paesaggio”, ovvero:
a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;
b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
ESCLUDENTE
La zona di interesse non risulta area tutelata per legge ai sensi dell’art. 142 del
d.lgs. 42/2004 e smi
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;
e) i ghiacciai e i circhi glaciali; f) i parchi e le riserve nazionali o regionali,
nonché i territori di protezione esterna dei parchi;
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227;
h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal d.P.R. 13 marzo 1976, n. 448;
• i vulcani
• le zone di interesse archeologico;
j) i terreni gravati da uso civico.
P3 Siti UNESCO Siti UNESCO e relative buffer zone, nel raggio di
1000 m.
Il criterio di esclusione è valido per tutte le tipologie
di impianto ad eccezione dei centri di supporto alla
raccolta dei RU per cui il criterio è solo
penalizzante
ESCLUDENTE
L’area non è interessata dalla presenza di Siti UNESCO nel raggio di 1000 m
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
P4 Bene culturale ai sensi degli artt.10, 12, 13 e 45 del d.lgs.42/2004
Aree rientranti nella definizione di bene culturale ai
sensi degli artt. 10, 12, 13 e 45 del d.lgs. 42/2004.
Il criterio escludente si riferisce a tutte le categorie
di bene culturale indicate dall’art. 10 del d.lgs.
42/2004, comprendenti le cose immobili e mobili
appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli altri enti
pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed
istituto pubblico e a persone giuridiche private
ESCLUDENTE
La zona di progetto NON risulta area rientrante nella definizione di bene culturale
ai sensi degli artt. 10, 12, 13 e 45 del d.lgs. 42/2004
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
senza fine di lucro, che presentano interesse
artistico, storico, archeologico o etnoantropologico,
dettagliate nei vari commi dell’articolo. Il criterio
intende preservare in maniera assoluta il valore
dei beni culturali elencati, escludendo qualsiasi
tipologia di impianto.
P5 Vincolo
paesaggistico
Beni ed ambiti territoriali (paesaggio e del
patrimonio storico artistico e archeologico)
sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del
d.lgs. 42/2004 e s.m.i. “Codice dei beni culturali e
paesaggio” o ai sensi dalla pianificazione
paesaggistica regionale e provinciale vigente.
Il criterio localizzativo in questo caso risulta
escludente solo per quanto riguarda gli impianti di
trattamento termico e le discariche in quanto
considerati fonte di maggior impatto visivo, e
dunque potenzialmente deturpatori del bene
paesaggistico. Per le altre categorie di impianto è
stato indicato un criterio penalizzante
ESCLUDENTE
L’area di progetto non risulta classificata come beni ed ambiti territoriali
(paesaggio e del patrimonio storico artistico e archeologico) sottoposti a vincolo
paesaggistico ai sensi del d.lgs. 42/2004 e s.m.i. “Codice dei beni culturali e
paesaggio” o ai sensi dalla pianificazione paesaggistica regionale e provinciale
vigente.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
P6 Zone la cui immagine è storicizzata
Zone all’interno di coni visivi e panoramici la cui
immagine è storicizzata.
Con riferimento all’art. 136 del D. Lgs.42/2004, tali
zone rientrano tra i beni paesaggistici (art. 134)
come aree di notevole interesse pubblico e sono
definite al comma d come “le bellezze
panoramiche e così pure quei punti di vista o di
belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda
lo spettacolo di quelle bellezze”.
ESCLUDENTE
La zona di interesse non risulta compresa all’interno di coni visivi e panoramici la
cui immagine è storicizzata
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Relativamente a tali aree, il criterio localizzativo
risulta escludente per quanto riguarda gli impianti
di trattamento termico e le discariche in quanto
considerati fonte di maggior impatto visivo e
dunque potenziali elementi di disturbo. Per le altre
categorie di impianto il criterio è penalizzante
B1 Parchi e riserve
nazionali e regionali
Parchi e riserve nazionali e regionali, nonché altre
aree sottoposte al regime di riserva naturale o
integrale.
Il criterio è escludente per tutte le tipologie di
impianto.
ESCLUDENTE
Come già precedentemente indicato, il sito di progetto non è all’interno di Parchi
e riserve nazionali e regionali, nonché altre aree sottoposte al regime di riserva
naturale o integrale.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
B2 ZPS Zone di protezione speciale (ZPS) di cui al d.m. 17
ottobre 2007 e alla d.g.r. 951/2012. Oltre ad un
criterio di completa esclusione per le aree ZPS, si
sottolinea che le proposte progettuali che
interesseranno le aree poste in prossimità dal
perimetro esterno dei siti, e che possono costituire
un impatto per i siti stessi, dovranno essere
sottoposte a Valutazione di Incidenza
ESCLUDENTE Come già indicato, l’area di progetto non è sita in prossimità di Zone di
Protezione Speciale (ZPS)
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Il ZPS più prossimo al sito di progetto è il SIC IT9120011 Valle dell’Ofanto –
Lago Capaciotti distante circa 1,1 km
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
B3 SIC-ZSC Siti di Importanza Comunitaria (SIC-ZSC) di cui
alle d.g.r. 978/2003, d.g.r. 590/2005, d.g.r.
1202/2009, d.g.r. 1203/2008 e d.g.r. 1385/2010.
Oltre ad un criterio di completa esclusione per le
aree SIC, si sottolinea che le proposte progettuali
che interesseranno le aree poste in prossimità dal
perimetro esterno dei siti, e che possono costituire
ESCLUDENTE
Come già indicato, l’area di progetto non è sita in prossimità di Sti di Importanza
Comunitaria (SIC)
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
un impatto per i siti stessi, dovranno essere
sottoposte a Valutazione di Incidenza.
Il sito non rientra in zona SIC/ZPS
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
B4 Aree inserite nel Registro delle Aree Protette
Aree inserite nel Registro delle Aree Protette ai
sensi della Direttiva 2000/60/CE, identificato dai
Piani di Gestione delle Acque redatti dalle Autorità
di Bacino nonché dai Piani di Tutela delle Acque.
Il criterio è di totale esclusione per tutte le tipologie
di impianto.
ESCLUDENTE
L’area di progetto NON è inserita nel Registro delle Aree Protette ai sensi della
Direttiva 2000/60/CE, identificato dai Piani di Gestione delle Acque redatti dalle
Autorità di Bacino nonché dai Piani di Tutela delle Acque
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
B5 Rete ecologica Rete ecologica: gangli primari, secondari, corridoi
o varchi della rete ecologica;
Il criterio escludente si applica solo agli impianti di
trattamento termico e alle discariche, mentre sono
teoricamente ammessi, seppur con un criterio
penalizzante, le altre tipologie di impianto
ESCLUDENTE
L’area di progetto non risulta interessata dalla presenza di Rete ecologica: gangli
primari, secondari, corridoi o varchi della rete ecologica
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
B6 Oasi di
protezione faunistica
Oasi di protezione faunistica, ovvero destinate al
rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna
selvatica periodicamente individuate dal piano
Faunistico Venatorio provinciale. Data l’estrema
importanza che tali aree rivestono per la
conservazione della fauna, il criterio di esclusione
è associato a tutte le tipologie di impianti.
ESCLUDENTE
L’area di progetto non risulta interessata dalla presenza di Oasi di protezione
faunistica, ovvero destinate al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna
selvatica periodicamente individuate dal piano Faunistico Venatorio provinciale
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
B7 Fascia di territorio esterna ai siti RN 2000 (larghezza di 1000 m)
Aree comprese nella fascia di territorio esterna ai
siti della Rete Natura 2000 (ZCS, SIC e ZPS) per
una larghezza di 1000 m.
Il criterio è penalizzante per tutte le tipologie di
impianti. Le proposte progettuali dovranno essere,
in ogni caso, sottoposte a Valutazione di Incidenza
ESCLUDENTE
Il sito di progetto NON risulta compreso nella fascia di territorio esterna ai siti
della Rete Natura 2000 (ZCS, SIC e ZPS) per una larghezza di 1000 m.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Av1 Ambito urbano Ambito urbano ai sensi della L.r. 23/99
Per i Comuni che hanno adottato o approvato il
Regolamento Urbanistico ai sensi della L.R. 23/99,
l’ambito urbano è quello riportato negli elaborati di
Regolamento, mentre per i Comuni dotati di PRG
o PdF l’ambito urbano, ai fini del PRGR, è
ESCLUDENTE
L’area di progetto non risulta ambito urbano.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
costituito dalle zone A, B e C, di cui al DM 2 aprile
1968, n.1444. L’esclusione viene indicata per tutte
le tipologie di impianto ad eccezione dei centri per
la raccolta dei rifiuti urbani e degli impianti di
trattamento biologico, per i quali il criterio è
penalizzante
Av2 Presenza di
case sparse
Presenza di case sparse.
Il criterio è penalizzante con fasce di rispetto che
dipendono dalle tipologie di impianti: per le
discariche la fascia di rispetto dalle aree
residenziali potrà essere di 500 m, da valutare
caso per caso. Per ciò che riguarda invece gli
impianti di trattamento biologico (compostaggio e
digestione anaerobica) la fascia di rispetto sarà di
200 m (a causa principalmente dell’impatto
olfattivo), mentre per tutti gli altri impianti sarà di
100 m, ad esclusione degli impianti di stoccaggio
per cui la distanza dovrà essere valutata di volta in
volta a seconda della tipologia di rifiuti stoccati e
dei Centri di supporto della raccolta dei RU per cui
non viene definita alcuna fascia.
La distanza si intende valutata dalla recinzione
dell’impianto
PENALIZZANTE
(200 m dal recinto)
Nell’area in oggetto non risultano presenti case sparse ad una distanza, inferiore
a 200 m.
Sono presenti abitazioni ma a distanze superiori
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Av3 Fasce di rispetto da infrastrutture e cimiteri
Fasce di rispetto da infrastrutture e cimiteri.
Il criterio di esclusione è riferito a tutte le tipologie
di impianti entro la fascia di rispetto stradale,
autostradale o di gasdotti, oleodotti, elettrodotti,
cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti, se
ESCLUDENTE
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
interferenti; per i cimiteri l’art. 38 del T.U. delle
leggi sanitarie fissa una fascia di rispetto minima di
200 m; per le infrastrutture di trasporto, il D.P.R. n.
495/92, all’art. 24, fissa fasce di salvaguardia in
funzione del tipo di strada; il D.P.R. 753/80 all’art.
1 indica le fasce di salvaguardia delle ferrovie. Le
fasce di rispetto minime da considerare all’esterno
dei centri abitati sono:
▪ autostrada 60 m
▪ strada di grande comunicazione 40 m
▪ strada di media comunicazione 30 m
▪ strada di interesse locale 20 m
▪ ferrovia 30 m
▪ aeroporto 300 m
Av4 Condizioni
climatiche e
meteorologiche
sfavorevoli alla
dispersione degli
inquinanti/odori
Condizioni climatiche e meteorologiche sfavorevoli
alla dispersione degli inquinanti e degli odori, ove
condizioni in calma di vento e stabilità atmosferica
ricorrono con maggiore frequenza.
Tali aree dovranno essere definite e individuate
attraverso studi sito-specifici di stabilità
atmosferica (es. classi di stabilità Pasquill-Gifford,
modelli di diffusione in atmosfera, etc.). L'intensità
e la direzione del vento, la turbolenza e la stabilità
atmosferica sono i parametri principali per
l’elaborazione di tali studi.
Per le aree giudicate sfavorevoli alla dispersione
degli inquinanti e degli odori il criterio è escludente
per la realizzazione di discariche, mentre è
penalizzante per tutte le altre tipologie
impiantistiche il criterio
ESCLUDENTE
L’area di progetto non è interessata da condizioni climatiche e meteorologiche
sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti e degli odori.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
Av5 Presenza di
impianti RIR
Presenza di impianti a Rischio di Incidente
Rilevante (RIR).
Il criterio è penalizzante per tutte le tipologie di
impianto, ad eccezione degli impianti di
trattamento termico e impianti di deposito sul suolo
per cui è escludente. Dovrà essere previsto in ogni
caso il rispetto dei limiti e/o vincoli definiti dagli
areali territoriali di rischio per ciascun impianto a
RIR insistente sul territorio oggetto degli interventi,
coerentemente ai Piani di Emergenza pubblicati
sui siti istituzionali delle Prefetture. Dovranno
inoltre essere acquisite, in fase di autorizzazione,
la valutazione degli effetti associati alle relative
probabilità di accadimento delle aziende R.I.R. e
della loro compatibilità sul territorio
ESCLUDENTE
Non sono presenti nell’area dell’impianto, impianti a Rischio RIR
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo.
Av6 Presenza di
recettori sensibili
Presenza di recettori sensibili all’inquinamento
acustico, olfattivo, etc.
Il criterio di esclusione è associato a impianti di
trattamento biologico, impianti di trattamento
termico e discariche, generalmente associati a
maggiori impatti odorigeni. Per gli altri impianti il
criterio è di penalizzazione, al fine di invitare ad
una valutazione puntuale e approfondita per ogni
singolo progetto.
I recettori sensibili dovranno essere individuati di
volta in volta; in particolare dovranno essere
compresi: scuole, ospedali, centri di aggregazione,
attività industriali il cui processo produttivo
potrebbe essere inficiato dalla dispersione di odori
ESCLUDENTE
Non sono presenti recettori sensibili nelle vicinanze dell’impianto.
La Progettazione risulta quindi coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
cattivi (es. impianti alimentari basati su processi di
lievitazione, etc.). La distanza minima a cui
collocare l’eventuale impianto dovrà essere
quantificata in relazione alla tipologia di impianto e
al tipo di recettore.
Av7 Servitù militari
Servitù militari, ovvero l'insieme delle limitazioni
ossia dei divieti che possono essere imposti tanto
su beni privati quanto su beni pubblici situati in
vicinanza delle installazioni militari e delle opere a
queste equiparate (Legge n. 898 del 1976).
Il criterio è escludente. L’art. 2 della L 898/76 infatti
pone il divieto, tra gli altri, di fabbricare muri o
edifici; sopraelevare muri o edifici esistenti.
ESCLUDENTE
L'area di progetto NON è soggetta a vincoli militari ed aeronautici
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Av8 Altre aree vincolate dalla pianificazione urbanistica comunale
Altre aree vincolate dalla pianificazione urbanistica
comunale
Il criterio è penalizzante per tutti gli impianti ad
esclusione delle discariche e degli impianti di
trattamento termico. Tale criterio necessita di
approfondimento a livello comunale con il
confronto con gli strumenti di pianificazione vigenti.
Il fattore può essere infatti valutato esclusivamente
a livello di dettaglio; sulle sole aree selezionate si
verifica lo stato di attuazione dei piani e si
considerano le norme di attuazione. Sono escluse,
ESCLUDENTE
L’area di progetto NON risulta gravata da vincoli dalla pianificazione urbanistica
comunale.
La Progettazione risulta coerente con il criterio localizzativo
Criteri localizzativi Descrizione criterio localizzativo
Escludente/penalizzante
per impianto di Inerti
(Deposito su suolo)
Coerenza impianto di progetto
dalla localizzazione, le porzioni di territorio per le
quali si prevedono usi in- compatibili, mentre le
aree industriali possono rappresentare
un’opportunità localizzativa da valutare.
Tab: Criteri localizzativi del PRGR e verifica conformità rispetto all’area dell’Impianto
CONCLUSIONI
Dall’analisi effettuata dell’impianto di ICM di Agostino Longo di Recupero Inerti sito in Località Ceramella a
Montalbano Jonico, in provincia di Matera, è verificata la Conformità all’articolo 17 della legge regionale n.
35 del 2018, sia per il comma 7 che per il comma 8.