INDICE
Valutazione dei crediti e determinazione dei fondi rischi Pag. 3
Risultato amministrazione presunto con analisi degli accantonamenti fatti
per l’avanzo libero e vincolato Pag. 5
Piano investimenti con dettaglio delle fonti di finanziamento Pag. 6
Contratti relativi a strumenti di finanza derivata Pag. 8
Elenco dei propri enti ed organismi partecipati Pag. 15
Altre informazioni riguardanti le previsioni richieste dalle leggi
o necessarie per l’interpretazione del bilancio Pag. 18
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VALUTAZIONE DEI CREDITI E DETERMINAZIONE DEI FONDI
RISCHI
Per i crediti di dubbia e difficile esazione è stanziata nel bilancio di previsione una apposita posta
contabile, denominata “Fondo rischi” il cui ammontare è determinato in considerazione della
dimensione degli stanziamenti relativi ai crediti che si prevede si formeranno nell’esercizio, della loro
natura e dell’andamento dell’esigibilità negli ultimi cinque esercizi precedenti (la media del rapporto
tra incassi e accertamenti per ciascuna tipologia di entrata). In base ai nuovi principi contabili la media
applicata è la media semplice.
La percentuale accantonata al fondo per l’anno 2019 è pari al 100% nonostante che la legge di stabilità
2019 (L.145/2018) prevedesse un accantonamento pari almeno al 85% dello stesso. Il fondo crediti di
dubbia esigibilità non è oggetto di impegno e genera un’economia di bilancio che confluirà nel risultato
di amministrazione come quota vincolata.
Il fondo crediti di dubbia esigibilità relativo all’esercizio 2019 inserito nella missione 20 “Fondi e ac-
cantonamenti” programma 2 “Fondo rischi” è pari a € 183.751,98.
Stessa cifra è stata prevista sia per l’esercizio 2020 che per il 2021, prevedendo quindi, anche in queste
annualità il 100% del fondo. Si precisa che la normativa prevede per l’annualità 2020 un
accantonamento pari almeno al 95% e per il 2021 il 100%.
Per quanto riguarda il fondo rischi ruoli emessi l’Ente ha ritenuto di stanziare, nell’esercizio 2019,
nella missione 20 “Fondi e accantonamenti” programma 2 “Fondo rischi” l’importo di € 153.268,84
corrispondente ad una percentuale di circa l’80% dell’importo complessivo dei ruoli emessi o in corso
di emissione nell’esercizio citato, pari ad € 187.054,65 a garanzia dell’eventuale mancata riscossione.
Fondo rischi società partecipate:
L’Ente non disponendo alla data di approvazione del bilancio di previsione dei risultati d’esercizio 2018
delle società partecipate, ha adeguato il fondo con i dati dei risultati d’esercizio 2017, stanziando
nell’apposita missione 20 “Fondi e accantonamenti” programma 3 “Altri fondi” pari a € 17.964,00.
L’ente si riserva di aggiornare tale fondo, non appena avrà acquisito i risultati d’esercizio 2018, con
apposita variazione di bilancio. Si riporta qui di seguito la tabella con dettaglio del calcolo:
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RISULTATO AMMINISTRAZIONE PRESUNTO 2018 CON ANALISI DEGLI
ACCANTONAMENTI FATTI PER L’AVANZO LIBERO E VINCOLATO
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CONTRATTI RELATIVI A STRUMENTI DI FINANZA DERIVATA
Si riporta la nota informativa a cura della P.O. Entrate Patrimoniali e Tributarie - Finanziamenti -
Debiti e Liquidità, prevista ai sensi dell’art. 1, c. 383 L. Finanz. 2008 e dell’art. 62, c. 8, D.L.
25/06/’08, n.112, conv. in L. 06/08/’08, n. 133, come mod. dall’art. 3, L. 22/12/2008, n. 203 e del
principio contabile applicato della programmazione di bilancio di cui al punto 9.11.5 dell’Allegato n.4/1
al D.Lgs. 118/2011.
L’impianto normativo in tema di operazioni in derivati perfezionate dagli enti territoriali
consentiva l’utilizzo di detti strumenti finanziari in un’ottica di gestione attiva dell’indebitamento. Sul
tema è di recente intervenuta la Legge di Stabilità 2014 (Legge 27/12/2013, n. 147) che, con l’art. 1, c.
572 ha disposto un importante rivisitazione dell’art. 62 del D.L. 25/06/2008, n. 133, come in
precedenza modificato dalla legge di conversione 06/08/2008, n. 133 e successivamente dall’art. 3, c. 1
della legge 22/12/2008, n. 203.
In particolare, con i nuovi commi 3 e seguenti dell’art. 62, il legislatore interviene per sanare il
vuoto legislativo creatosi in materia di strumenti finanziari derivati a partire dal 2009, con la
previsione – sino ad oggi disattesa, ed ora non più necessaria - dell’emanazione di uno specifico
Regolamento ministeriale.
Nell’ottica di un controllo dinamico del proprio portafoglio e di gestione attiva
dell’indebitamento, la Provincia di Pesaro e Urbino ha attualmente in essere un contratto di Interest
Rate Swap (I.R.S.) che ha come controparte Dexia Crediop Spa, selezionata per l’esperienza maturata
nel settore e per la tipologia delle proposte a suo tempo presentate. L’Istituto aveva inoltre pubblicato
costantemente – almeno sino al 2008/2009 - elevati standard di rating. La crisi globale dei mercati
finanziari, ha peraltro evidenziato come quest’ultimo dato, pur quotando valori di una certa sicurezza,
non sia più sinonimo di garanzia di solvibilità della controparte. Va sottolineato che il gruppo Dexia,
in effetti, è stato interessato da interventi di ricapitalizzazione e rifinanziamento pubblico da parte di
Francia, Lussemburgo e Belgio, con ciò divenendo di fatto un Istituto a prevalente controllo
governativo.
La finalità dell’operazione - peraltro meglio dettagliata nella scheda riassuntiva di seguito
riportata – risulta riconducibile alla possibilità di parziale compensazione del rischio assunto dall’Ente
con indicizzazione a tasso variabile. Come è noto, gli indici di tasso vigenti al momento della chiusura
del contratto hanno subito notevoli mutamenti negli ultimi anni - e particolarmente a partire dalla
seconda metà del 2007 - dovuti alle variate condizioni delle leve macro e micro economiche su base
mondiale, alle incognite legate al rischio-paese di alcuni stati anche europei e ad una volatilità dei
mercati piuttosto marcata.
L’operazione richiama sostanzialmente il dettato del D.M. 1 dicembre 2003, n. 389 (in
particolare, art. 3) – norma di attuazione dell’art. 41 della Legge n. 448/2001(Finanziaria 2002) - e
puntualizzato dalla successiva Circ. MEF del 27 maggio 2004 (in particolare, punto 3). Essa, seppur
antecedente, rispettava alla stipula iniziale sostanzialmente il dettato dell’art. 1, comma 736 della L.
27/12/2006, n. 296 (Finanziaria 2007) in termini di attenzione alla potenziale riduzione del costo finale
del debito, di riduzione dell’esposizione ai rischi di mercato e di corrispondenza dello swap a passività
effettivamente dovute dall’ente.
L’attuale contratto, prevedendo un corridoio di oscillazione del tasso d’interesse delimitato da un
livello di tasso massimo (tasso Cap) e da un livello di tasso minimo (tasso Floor) conserva di fatto
un’alea di rischio insita nella natura del prodotto stesso, accentuata in particolar modo dalle variazioni
dell’andamento dei tassi interbancari e dalla crisi dei mercati verificatesi in specie a partire dal 2008,
che farà registrare un netting negativo per l’Ente anche per il 2019.
La situazione macroeconomica a livello globale ed il perdurare di una politica monetaria
tendenzialmente espansionistica hanno confermato anche per il 2018 tassi di mercato di riferimento a
breve termine dell’operazione (Euribor 6m) ai minimi storici (Eur 6m al 14/01/2019 = - 0,236 %). In
tale contesto economico internazionale le aspettative sui livelli dei tassi attesi nella zona Euro hanno
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confermato nel corso dell’anno graduali revisioni ribassistiche, posticipando conseguentemente anche
le date previste per il ritorno dell’indice in territorio positivo.
Sulla base delle quotazioni attuali, il mercato sconta tassi Euribor 6m (tassi forward) in graduale
risalita sino al raggiungimento di livelli positivi entro la fine del 2020.
Si tende a confermare, comunque, che l’impatto dell’onere dell’operazione sul debito in essere
dell’Amministrazione, non sembra in grado di incidere in maniera particolarmente negativa sulla
sua sostenibilità complessiva, considerato che l’eventuale permanere dell’indice Eurbor6M sugli
attuali livelli - storicamente bassi – ovvero un suo ulteriore moderato ribasso, consentirebbe per
contro delle discrete economie sul costo complessivo del debito indicizzato a tasso variabile,
confermandosi un impatto contenuto, in termini percentuali, su Entrate (primi tre Titoli) e Spese
correnti. In altre parole, così come peraltro stimato alla conclusione delle operazioni, l’effetto
negativo che si potrebbe produrre in termini di differenziali annui attesi per l’operazione di
copertura, verrebbe più che compensato da quello positivo riferito agli oneri per interessi del debito
indicizzato a tasso variabile senza coperture.
Giova ricordare che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con Circolare prot. 5619 del
21/03/2016, è intervenuto sul tema dell’andamento negativo dei tassi di interesse indicizzati
all’Euribor con produzione di cedole “virtualmente negative”, prevedendo che “in caso di tassi di
rendimento negativi la cedola minima sia pari a zero”. Al momento non si è avuta però alcuna
pronuncia esplicita in merito alle operazioni in derivati. In considerazione dell’attuale scenario di
mercato e delle vigenti condizioni contrattuali, si è concretizzata l’ipotesi di consolidamento per le
due semestralità del 2018 – al momento in particolare per il periodo 2016/2019 – di un valore
negativo per gli interessi ricevuti dalla Provincia, indicizzati a tasso variabile (Euribor 6m), e
destinati alla compensazione degli interessi legati ai B.O.P sottostanti. Detta eventualità, in
mancanza di un flusso in entrata, rischia di alterare – seppur marginalmente - la natura stessa
dell’operazione a suo tempo conclusa e di influire peraltro sulla sua convenienza economica. Infatti,
qualora si venisse a sommare il flusso negativo della “gamba pagatrice” del contratto con il flusso
negativo della “gamba ricevente” (dovuta appunto al valore negativo del tasso variabile), la
Provincia potrebbe dover corrispondere un importo superiore a quello prefissato contrattualmente,
con ciò erodendone in parte la finalità di copertura prescelta. A tal proposito è stata richiesta
all’Istituto-controparte la retrocessione straordinaria del valore dei suddetti interessi relativi
all’annualità 2017 e si opererà in tal senso anche per il 2018.
Occorre inoltre rammentare che la validità di un’operazione deve comunque essere valutata nella
sua interezza per tutto l’arco temporale del contratto, o comunque sino al momento in cui le condizioni
di mercato potessero far pensare – qualora normativamente consentito - di rimodulare od estinguere il
contratto. Se peraltro l’intendimento dello strumento – al di là di ogni funzione speculativa o di un
utilizzo come “fonte di liquidità aggiuntiva” – è quello, sulla falsariga di un contratto assicurativo, di
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coprirsi dal rischio di un peggioramento eccessivo della propria posizione debitoria, o di procedere ad
una “trasformazione” di parte del proprio indebitamento per equilibrare la propria esposizione al tasso
variabile o al fisso - ben può ipotizzarsi che l’Amministrazione possa trovarsi nella condizione di dover
sostenere dei possibili “costi” finanziari per l’acquisizione della copertura medesima ovvero per la
trasformazione operata su parte del proprio debito.
Si ricorda che per il suddetto contratto la Provincia non ha contabilizzato nel proprio bilancio
“up-front” (ovvero anticipazione di “premi di liquidità” sul valore complessivo del nozionale ) pur a suo
tempo consentito nel limite massimo dell’1% del nozionale stesso, anche alla luce di quanto più volte
emerso dalle pronunce della Corte dei Conti, che considera comunque l’anticipazione una forma di
indebitamento, a differenza, invece, dello strumento derivato in sé (v. in questo senso anche la
Circolare MEF 31/01/2007 e 22/06/2007, n. 6301).
L’amministrazione – avendo preso da tempo piena coscienza dei rischi e delle caratteristiche degli
strumenti derivati - ha avuto sempre ben presente l’estrema complessità di tali strumenti, e la
necessità di dovervi dedicare particolare e costante attenzione: per questo ha cercato, pur con mezzi
e strutture limate, di effettuare un costante monitoraggio delle proprie posizioni, sia in termini di
Mark-to Market, sia in termini di flussi attesi e costo complessivo dell’indebitamento. A tal
proposito, l’Amministrazione, chiusasi la proficua collaborazione con il Ce.S.F.E.L. (Centro Servizi
Finanza Enti Locali, con sede presso il Comune di Reggio Emilia) si è dotata – a partire dall’anno
2015 – di un software gestionale del debito che consente, tra l’altro, di aggiornare pressoché in
tempo reale i valori di mercato ed i flussi attesi delle operazioni in essere, oltre che di contribuire a
radiografare l’intera struttura del debito per valutare eventuali interventi correttivi. La società
fornitrice del software (Insito di Financeactive Italia) svolge anche servizio di consulenza
finanziaria per l’ente.
Informazioni sui contenuti fondamentali del contratto
Di seguito si riportano le caratteristiche finanziarie dell’operazione di Interest Rate Swap con Collar:
Data operazione: 21/12/2005
Data iniziale: 30-06-2005; Scadenza: 31-12-2025 Controparte: Dexia Crediop S.p.A.
Nozionale iniziale: € 19.201.081,68;
Dexia Crediop paga alla Provincia, con cadenza semestrale:
Il tasso variabile di riferimento I maggiorato di spread dello 0,005% su un nozionale sottostante decrescente nel
tempo equivalente al debito sottostante;
La Provincia paga a Dexia Crediop, con cadenza semestrale:
dal 30/06/2005 al 30/06/2006 Il tasso variabile di riferimento II senza alcuna maggiorazione su un nozionale
sottostante decrescente nel tempo.
dal 30/06/2006 al 30/06/2007 Il tasso variabile di riferimento II senza alcuna maggiorazione su un nozionale
sottostante decrescente nel tempo, qualora non si verifichino le condizioni sotto elencate:
• Il tasso variabile di riferimento II non venga fissato ad un livello inferiore o uguale a 3,00%, in tal caso la
Provincia paga per quel semestre il seguente tasso d’interesse fisso: 3,00% (Tasso Floor);
• Il tasso variabile di riferimento II non venga fissato oltre il 4,50%, in tal caso la Provincia paga per quel
semestre il seguente tasso d’interesse fisso: 4,50% (Tasso Cap);
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a) dal 30/06/2007 al 31/12/2025 Il tasso variabile di riferimento II senza alcuna maggiorazione su un nozionale
sottostante decrescente nel tempo, qualora non si verifichino le condizioni sotto elencate:
• Il tasso variabile di riferimento II non venga fissato ad un livello inferiore o uguale a 3,97%, in tal caso la
Provincia paga per quel semestre il seguente tasso d’interesse fisso: 3,97% (Tasso Floor);
• Il tasso variabile di riferimento II non venga fissato oltre il 6,99%, in tal caso la Provincia paga per quel
semestre il seguente tasso d’interesse fisso: 6,99% (Tasso Cap);
Per tasso variabile di riferimento I si intende il tasso Euribor 6 mesi (Base: giorni effettivi/360) fissato due giorni lavorativi
antecedenti all’inizio del semestre di riferimento (fixing in advance).
Per tasso variabile di riferimento II si intende il tasso Euribor 6 mesi (Base: giorni effettivi/360) fissato dieci giorni
lavorativi antecedenti la fine del semestre di riferimento (fixing in arrears).
La Tavola di sintesi che segue specifica, in dettaglio, i flussi attesi per il contratto in essere, basati sulla
rilevazione delle curve dei tassi forward del 14/02/2019, senza ipotizzare soluzioni di intervento, per le quali si
rimanda al paragrafo successivo. Va ribadito che le rilevazioni effettuate, comuni a tutti gli operatori di mercato,
sono frutto di analisi e di mere elaborazioni matematiche probabilistiche, non sempre dunque capaci di ritrarre
con flessibilità e totale attendibilità lo scenario di riferimento, in particolar modo in momenti di particolare
volatilità dei mercati.
Caratteristiche
strutturaControparte
Tipologia di
sottostante
Nozionale
iniziale
Nozionale
ResiduoScadenza
Flussi attesi
per 2019
Fair Value (*)
Collar con floor e
cap costanti, tasso
ricevuto in
advance +0,005%
e tasso pagato in
arrears
DEXIA
CREDIOPVariabile 19.201.082 11.173.535 31/12/2025 - 465.452
- 2.395.693
(*) Il valore è determinato in base alle modalità previste dall’art. 1, c. 3 del D. Lgs. n. 394/2003 richiamato dal principio
contabile applicato della programmazione di bilancio di cui al punto 9.11.5 dell’Allegato n. 4/1 al D.Lgs. n. 118/2011.
Dal Al Nozionale Floor Cap
Tasso
ricevuto
(euribor
advance
+ 0,005%)
Tasso pagato
(Euribor
arrears -10
gg con floor
e cap)
Differenziali
attesi
semestrali
Differenziali attesi
annui
31/12/2018 30/06/2019 11.173.535 3,97% 6,99% - 0,232% 3,970% -236.060-465.452 2019
30/06/2019 31/12/2019 10.758.568 3,97% 6,99% - 0,2016% 3,970% -229.392
31/12/2019 30/06/2020 10.332.985 3,97% 6,99% - 0,1534% 3,970% -215.404-420.043 2020
30/06/2020 31/12/2020 9.896.558 3,97% 6,99% - 0,0756% 3,970% -204.639
31/12/2020 30/06/2021 9.509.728 3,97% 6,99% 0,0211% 3,970% -188.807-371.741 2021
30/06/2021 31/12/2021 9.307.246 3,97% 6,99% 0,1245% 3,970% -182.934
debito sottostante:ISIN CODE Tipologia tasso Scadenza Debito residuo Fair Value (*)
1
IT0003107510 (2001/2035) Euribor 6 mesi
+0,474%31.12.2035
1.926.916 - 2.015.467
2 IT0003185680 (2001/2036) Euribor 6 mesi +0,454% 30.06.2036 4.428.248 - 4.628.959
3
IT0003274666 (2002/2036)
Euribor 6 mesi
+0,324
%
31.12.2036
3.914.999 - 4.044.872
4IT0003051692 (2000/2021) Euribor 6 mesi +0,190% 01.01.2021
729.679
(**) - 731.238
5IT0001497434 (2000/2020) Euribor 6 mesi +0,198% 01.07.2020
173.693
(**) - 173.992
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(*) Il valore è determinato in base alle modalità previste dall’art. 1, c. 3 del D. Lgs. n. 394/2003 richiamato dal principio
contabile applicato della programmazione di bilancio di cui al punto 9.11.5 dell’Allegato n. 4/1 al D.Lgs. n. 118/2011.
(**) Il calcolo del fair value è effettuato alla data del 14/02/2019, mentre i prestiti staccano la cedola semestrale in data
01/07.
Funzione di eventuale copertura del rischio di tasso (da TV a TF) mediante strike differenziati nel
tempo, con previsione di un Cap sull’Euribor 6M.
La Provincia, nel periodo di riferimento, andrà a pagare un tasso fisso del 3,97% con Euribor 6M <= al
3,97% ed un tasso massimo del 6,99% qualora l’Euribor 6M superi tale soglia. In caso di
posizionamento entro il collar (3,97% - 6,99%) è previsto in sostanza uno scambio di flussi indicizzati
all’Euribor 6M, con rilevazione differenziata (Dexia in advance – Provincia in arrears) e con margine
fisso a favore della Provincia dello 0,005% semestrale.
La copertura incide su un nozionale che rappresenta ca. il 30,20% del totale dell’attuale debito a Tasso
Variabile della Provincia (a sua volta ca. il 43,5% ca. del totale dell’indebitamento dell’ente).
La struttura sconta l’assorbimento di netting negativo a carico dell’Ente e la variazione delle condizioni
di mercato che hanno inciso sull’iniziale operazione IRS del 20/02/2003, sempre conclusa con Dexia,
che ricalcava sostanzialmente le stesse finalità. Si è ritenuto, in quest’ottica, di allungare i termini
dell’operazione iniziale, prolungando la durata dal 2013 al 2025, rifinanziando la struttura tramite
l’ampliamento del nozionale, in considerazione di un ipotizzato trend di stagnazione dei tassi ovvero di
un’inversione dell’impostazione della curva, capace eventualmente di far recuperare valore di mercato
alla struttura, a meno di un ulteriore scostamento eccessivo dallo strike-floor (3,97%). Da sottolineare
che sul breve/medio periodo le proiezioni non sembrano scontare un evidente trend rialzista. L’alea del
contratto, in termini di costi di copertura da sostenere, è rappresentata, in particolare, anche in chiave
futura, dalla forbice del tasso tra due periodi di rilevazione, considerato il diverso momento in cui esso
avviene per l’Ente (10 gg. lavorativi antecedenti la fine semestre) e per la controparte (2 gg. lavorativi
antecedenti la data di inizio semestre) e dalla forbice tra il tasso interbancario di mercato ed il floor
previsto in contratto.
Il Tasso Costo Finale Sintetico Presunto a Carico dell’Ente è un indicatore del costo complessivo
dell’operazione in derivati (Swap + passività sottostanti), e risulta determinato secondo la seguente
formula: TFSCFS = [(Interessi su debito sottostante +/-Differenziali swap)*36000] / [(Nominale *
365)].
Si specifica che la sommatoria tra i differenziali del derivato e gli interessi passivi attesi sul debito
sottostante si compensano nel tempo.
Inoltre solo a fronte dell’effettiva retrocessione da parte della controparte dell’operazione degli interessi
negativi pagata sulla “gamba ricevitrice” dello swap, ed eccedenti i livelli di Tasso Minimo Sintetico
impliciti nelle condizioni di copertura a suo tempo stabilite, i tassi di costo finale sintetico previsti per il
triennio 2019-2021 (v. Tab. sottostante) potranno subire delle variazioni a in favore dell’Ente
TASSO COSTO FINALE SINTETICO: 2019/2020/2021
2019 2020 2021
TFSCFS1 4,38% 4,40% 4,41%
STRATEGIA NELL’AMBITO DELLA GESTIONE COMPLESSIVA DELL’INDEBITAMENTO
DELL’ENTE - TENDENZA DI MERCATO
Per una corretta valutazione delle operazioni in derivati occorre leggere in maniera complessiva lo status
dell’indebitamento dell’ente in considerazione del fatto che, in particolare nella realtà degli enti pubblici – dove
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Il Tasso Costo Finale Sintetico Presunto a Carico dell’Ente risulta determinato secondo la seguente formula:
TFSCFS = [(Interessi su debito sottostante +/- Differenziali swap)*36000] / [(Nominale * 365)].
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alle operazioni è vietato ogni fine speculativo e dove occorre uno stretto legame tra esse ed un indebitamento
reale sottostante – l’utilizzo di strumenti finanziari derivati rappresenta sostanzialmente un mezzo messo a
disposizione dell’amministrazione per cercare di raggiungere determinate finalità – di eventuale copertura, di
trasformazione o di potenziale contenimento del costo - in relazione alla gestione delle proprie passività
finanziarie.
Sul tema, come detto, è intervenuta la Legge di Stabilità 2014 (Legge 27/12/2013, n. 147) che, con l’art.
1, c. 572, ha disposto un importante rivisitazione dell’art. 62 del D.L. 25/06/2008, n. 133, come in precedenza
modificato dalla legge di conversione 06/08/2008, n. 133 e successivamente dall’art. 3, c. 1 della legge
22/12/2008, n. 203.
In particolare, con i nuovi commi 3 e ss. dell’art. 62, il legislatore è intervenuto per sanare il vuoto
legislativo creatosi in materia di strumenti finanziari derivati a partire dal 2009, con la previsione – sino ad oggi
disattesa, ed ora non più necessaria - dell’emanazione di uno specifico Regolamento ministeriale.
La norma conferma i vincoli operativi in materia di strumenti finanziari derivati limitando anche la
possibilità di intervenire sulle attuali operazioni in essere, impedendo di fatto di prendere almeno in
considerazione eventuali modifiche o correttivi, a meno di non avere preventivamente rinegoziato parte del debito
sottostante, ovvero di procedere all’estinzione del contratto.
Si è, peraltro, di recente aperto, su più fronti, un confronto giurisdizionale tra le imprese o la pubblica
amministrazione da una parte e le loro controparti finanziarie dall’altra, che è ancora lontano da una sua compiuta
e chiara definizione, sia in campo amministrativo sia in campo civilistico, e che potrebbe portare la Provincia a
prendere in considerazione azioni di tutela anche legale di fronte ad eventuali aspetti di natura giuridica e
contabile emersi solo di recente e non considerabili od analizzabili al momento della chiusura dei contratti (come,
ad esempio, la tematica dei c.d. “costi impliciti od occulti” e, più in generale della buona fede contrattuale). Da
tempo la Provincia ha iniziato con la controparte contrattuale colloqui volti a delineare possibili strategie di
uscita, in particolare ricercando in primis soluzioni transattive soddisfacenti circa gli impegni contrattuali a suo
tempo assunti, come già sperimentato con altri contratti ad oggi estinti.
Giova ricordare in ogni caso che il fine perseguito dalla Provincia, al momento della sottoscrizione del
contratto e della sua successiva rimodulazione, è stato quello di conferire maggiore equilibrio e stabilità al
proprio bilancio, trasformando una parte dell’indicizzazione del proprio debito e cautelandosi da possibili
eventuali forti rialzi dei tassi di mercato. Tali finalità sono state tanto più evidenti nel corso del 2008, con l’indice
dell’Euribor6M che ha raggiunto anche soglie intorno al 5,50%.
Il mercato ha dapprima scontato il forte rallentamento della crescita riscontrato a livello globale,
confrontandosi con gli indicatori di recessione di un’economia già abbastanza provata dalla crisi finanziaria
iniziata nell’estate 2007 e per la quale, da più parti, si stimano ancora ricadute. L’economia globale sta ora
attraversando una nuova fase più espansiva, anche se i dati più recenti sull’Europa evidenziano un rallentamento
della crescita piuttosto preoccupante, con il quale dovrà confrontarsi a breve il “ritorno alla normalizzazione”
delle politiche monetarie della Banca Centrale, con riduzione degli stimoli monetari (Quantitative Easing) e d
eventuali strette sul costo del denaro. La confermata incertezza è concausa, peraltro, del nervosismo dei mercati
azionari – dove del resto la volatilità è congenita - che intravedono la possibilità di un conseguente rialzo dei tassi
dei titoli obbligazionari.
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Relativamente ai potenziali costi da sostenere, l’operazione risulta necessariamente legata all’andamento
del mercato dei tassi, che oggi continua a scontare una volatilità ed un’incertezza alquanto marcate e che continua
a riposizionarsi su livelli storicamente bassi. Naturalmente la copertura risulterà più efficace in momenti in cui il
tasso interbancario dovesse dare segnali di un nuovo rialzo, o quantomeno di assestarsi – in termini di spread - su
livelli notevolmente superiori all’attuale tasso ufficiale di sconto (BCE), mentre sarà meno favorevole in ipotesi
di ulteriore trend ribassista della curva o di curva moderatamente inclinata e su livelli storicamente bassi,
addirittura negativi, come gli attuali (Eur6M al 14/02/2019 = -0,231%), al momento più plausibile.
Si tende a ribadire, comunque, che detto contratto – come ogni altro contratto stipulato come “servizio di
copertura” per tutelarsi dalle oscillazioni dei tassi - può ragionevolmente prevedere anche eventuali costi da
sostenere, come avverrà anche per il 2018: tuttavia, gli stanziamenti ipotizzabili (nella fascia ad oggi compresa
tra € 500mila ed € 520mila su un nozionale “assicurato” di ca. 11,97 milioni) sottolineano nuovamente il
sopportabile impatto stimato che la spesa potrebbe avere rispetto alla rata complessiva del costo del debito ed al
valore delle entrate correnti. Il costo prospettico, come detto, sarebbe comunque più che bilanciato dal risparmio
potenziale derivante dagli oneri per interessi riferiti alla parte dell’indebitamento indicizzato a tasso variabile.
Infine, va detto che ad oggi il costo complessivo del debito sottostante indicizzato al variabile, sommato al costo
del derivato di copertura, risulta notevolmente inferiore (-4,11 milioni ca.) al costo per interessi che l’ente
avrebbe sostenuto se avesse optato a suo tempo per soluzioni di indebitamento a tasso fisso (benchmark Cassa
Depositi e Prestiti Spa di periodo).
Proseguendo nell’attività di attento monitoraggio del debito complessivo e dell’impatto del contratto
attivo su parte dell’indebitamento in bond indicizzati a tasso variabile, l’Amministrazione continua a focalizzare
l’attenzione sui più recenti sviluppi giurisprudenziali in grado eventualmente di consigliare nuove valutazioni in
merito ad una possibile strategia di uscita dal contratto stesso.
In calce:
- grafico andamento Eur6m dal 1999 ad oggi;
- Tabella forward indice Eur 6m 2019/2021;
- Legenda
Indice Euribor 6m
TASSI Forward
30/06/2019 = -0,206%
31/12/2019 = -0,157%
30/06/2020 = -0,079%
31/12/2020 = 0,017%
30/06/2021 = 0,121%
31/12/2021 = 0,231%
Fonte: “InSito” – Finance Active (agg. 14/02/2019)
14
LEGENDA:
cap = limite massimo di tasso;
floor = livello minimo di tasso;
collar = collare/corridoio – compravendita simultanea di un’opzione sul livello massimo (cap) e
su quello minimo (floor) di tassi di interesse;
strike = livello prefissato di cap/floor;
1. Valoreimmobiliare S.r.l.
Società veicolo di cui al D.L. 351 del 2001.
2. Marche Multiservizi S.p.a
Società di gestione Servizio Pubblico Locale
3. Consorzio del Mobile, Società consortile per azioni - Cosmob S.p.a
Centro di servizi reali al sistema Mobiliero.
4. Società Areoportuale "Fanum Fortunae", società consortile a responsabilità limitata
Servizi Aeroportuali
5. Aerdorica S.p.a
Servizi Aeroportuali. Sviluppo Locale
6. Convention Bureau Terre Ducali, Società consortile a responsabilità limitata
Turismo Congressuale.
7. Flaminia Cesano S.r.l.
Gruppo Azione Locale - Sviluppo Locale.
8. Montefeltro Sviluppo Soc. Cons. a r.l.
Gruppo Azione Locale - Sviluppo Locale
9. Gac Marche Nord
Gruppo di azione costiera marche nord. Soc. consortile cooperativa a r.l.
I bilanci 2017-2014 delle società gruppo di consolidamento, Valore Immobiliare srl e Megasnet spa,
sono pubblicati in formato integrale nel sito amministrazione trasparente enti controllati società
partecipate gruppo di consolidamento http://www.provincia.pu.it/direzione-generale/amministrazione-
trasparente/enti-controllati/societa-partecipate/bilanci-gruppo-di-consolidamento/ e nel sito web delle
rispettive società.
ENTI PUBBLICI VIGILATI
1) Consorzio AATO (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n.1 Marche Nord- Pesaro e Urbino)
2) A.T.A. - Assemblea Territoriale d'Ambito (Ambito territoriale Rifiuti Pesaro e Urbino)
3) Consorzio del Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche
4)Ente Parco Simone e Simoncello
ENTI PRIVATI CONTROLLATI
Fondazioni partecipate con capitale di dotazione
Settore Cultura
1) Fondazione Don Gaudiano
Settore Economia
2) Fondazione Patrimonio Fiere
Settore Formazione/Istruzione
3) Fondazione “Istituto Tecnico Superiore per il made in Italy di Recanati
4) Fondazione “Istituto Tecnico superiore – Istituto per l’efficienza energetica di Fabriano
5) Fondazione "Istituto tecnico superiore delle tecnologie innovative per i beni e le attività cultur ali-
16
turismo-Marche"
Fondazione partecipata come socio fondatore
senza capitale di dotazione
6) Fondazione “G. Rossini” (riammessa con D.P. 103 del 22 9 2016)
Fondazione partecipata nel consiglio di amministrazione senza capitale di dotazione
7)Fondazione "Wanda di Fernando Onlus"
Fondazione con nomina di rappresentante della provincia in qualità di socio
8) Fondazione cassa di Risparmio di Pesaro
Associazioni
Settore Servizi sociali
a) AGESCASA (Agenzia Sociale per la Casa)(in liquidazione)
Settore Politiche comunitarie
a)Associazione Arco Adriatico Ionico
Settore Affari generali
a) Associazione Festival della Felicità in liquidazione (in liquidazione 100% Provincia)
Settore Viabilità
a) Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade di Roma
Settore Ambiente
a) Associazione Federparchi-Europark Italia
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ALTRE INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE PREVISIONI,
RICHIESTE DALLA LEGGE O NECESSARIE PER
L’INTERPRETAZIONE DEL BILANCIO
A partire dal 2018 le Province italiane possono di nuovo adottare un bilancio di previsione con una
programmazione finanziaria autorizzatoria triennale come prevede l’art. 151 c. 1 del TUEL, e non più
annuale come prevedevano le ultime leggi di bilancio. Pertanto anche per il bilancio di previsione 2019
– 2021 è stato possibile predisporre una programmazione finanziaria triennale.
Gli esercizi finanziari 2019 - 2021 sono caratterizzati dai seguenti aspetti fondamentali:
1) Sono stati riconfermati anche per il 2019, 2020 e 2021 i tagli previsti dalla Legge di Bilancio n.
190/2014 ammontanti ad € 12.462.557,09 per ciascuna annualità. Mentre dal 2019 i tagli previsti
dall’art. 47 del D.L. 66/2014 sono cessati. Rimangono invece stabili i tagli previsti dall’art. 19 del citato
decreto per i cosiddetti “costi della politica”, pari a € 814.514,46.
A seguito della certificazione dello squilibrio finanziario di tutto il comparto delle Province, da
parte della SOSE (Società istituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), provocato dai tagli, in
quanto superiori ai fabbisogni standard, a partire dal 2016 sono state previste risorse aggiuntive da parte
dello Stato a favore delle Province per strade e scuole, per la gestione delle funzioni fondamentali e per
gli equilibri di bilancio.
Per il 2019 e il 2020
a) € 2.204.794,58 per ciascun anno, a seguito del riparto previsto dall’art.17 c.1, tabella 3 del
decreto legge n. 50 del 24/4/2017, convertito dalla legge 96 del 21/06/2017, finalizzato al
finanziamento delle spese connesse alle funzioni relative alla viabilità e all’edilizia scolastica;
b) € 801.743,48 per ciascun anno, a seguito del riparto previsto dall’art. 20 c.1 del decreto legge n.
50 del 24/4/2017, convertito dalla legge 96 del 21/06/2017 e definito nell’allegato A al decreto
14/7/2017 del Ministero dell’Interno, per l’esercizio delle funzioni fondamentali;
c) € 4.640.738,74 per ciascun anno fino al 2033, come previsto dall’art. 1 comma 889 della Legge
di bilancio 2019 – Legge 30 dicembre 2018, n. 145 per il finanziamento dei piani di sicurezza
a valenza pluriennale per la manutenzione di strade e di scuole;
dal 2021
a) € 1.503.269,03 per ciascun anno a regime, riparto previsto dall’art.17 c.1, tabella 3 del
decreto legge n. 50 del 24/4/2017, convertito dalla legge 96 del 21/06/2017, finalizzato al
finanziamento delle spese connesse alle funzioni relative alla viabilità e all’edilizia
scolastica;
b) € 801.743,48 finalizzato al finanziamento delle funzioni fondamentali (Dl 50/2017);
18
c) € 4.640.738,74 per ciascun anno fino al 2033, come previsto dall’art. 1 comma 889 della
Legge di bilancio 2019 – Legge 30 dicembre 2018, n. 145 per il finanziamento dei piani di
sicurezza a valenza pluriennale per la manutenzione di strade e di scuole;
Pertanto mettendo a confronto i tagli imposti dalle manovre finanziarie più recenti e le risorse
messe a disposizione da parte dello Stato per la parte corrente del bilancio, la situazione è la
seguente
Anno L. 190/2014 -
650ml nel 2015
1300ml nel 2016
tagli sterilizzati dal
2017 dal DPCM
10.3.2017
DL 66/2014 art.
19
100ml nel 2014
60ml nel 2015
69 ml dal 2016
(costi della
politica)
TOTALE TAGLI
L.di Bilancio 2015
e D.L.66/2014
L. 208/2015 c.
754
220 ml dal 2016
al 2020
150 ml dal 2021
(contributi
strade e scuole)
DL 50/2017 art. 20
c. 2 - 80 ml dal
2019
in proporzione alla
Tabella 3 c. 754 L.
208/2015
(contributo
funzioni
fondamentali )
LEGGE DI
BILANCIO 2019 L.
145/2018
250 ml dal 2019 al
2033 (contributo
scuole e strade)
TOTALE TAGLI AL
NETTO DEI
CONTRIBUTI
CORRENTI.
2019 12.462.557,09 814.514,46 13.277.071,55 2.204.794,58 801.743,48 4.640.738,74 5.629.794,80
2020 12.462.557,09 814.514,46 13.277.071,55 2.204.794,58 801.743,48 4.640.738,74 5.629.794,80
2021 12.462.557,09 814.514,46 13.277.071,55 1.503.269,03 801.743,48 4.640.738,74 6.331.319,30
d) Tra i trasferimenti erariali (c.d. fiscalità derivata) va considerato anche il Fondo Sperimentale
di Riequilibrio istituito nel 2012 per un importo pari ad € 12.275.965,50. Con l’introduzione
del D.L. 95/2012 (c.d. spending review), il quale prevedeva per il comparto delle Province una
decurtazione del FSR di 700 milioni nel 2012, 1000 milioni nel 2013, 1200 milioni nel 2014 e
1250 milioni fisso dal 2015, il Fondo è stato quasi azzerato; Per la Provincia di Pesaro e Urbino
l’applicazione del citato decreto ha comportato una decurtazione a regime di oltre 11 milioni di
euro. Dal 2015 il Fondo assegnato risulta di un importo di poco più di un milione di euro. Negli
anni 2019 – 2020 – 2021 la previsione in entrata di tale fondo al titolo I tipologia 0301 è di €
1.053.316,91 per ciascun anno.
e) Importanti risorse sono state assegnate per la manutenzione straordinaria della rete viaria di
competenza ai sensi dell’Art. 1 c. 1076 della legge di Bilancio 2018. Come previsto all’allegato
3 di cui all’art. 3 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla Provincia di Pesaro e
Urbino sono state assegnate dal 2019 al 2023 € 2.584.116,29 per ciascun anno. A queste vanno
aggiunte risorse assegnate per la progettazione fino al 2020 per un importo pari a € 134.000
come previsto dall’art. 1 c. 1079 della stessa legge di bilancio.
2) riassegnazione alla Provincia da parte della Regione della gestione della funzione caccia e pesca in
base alla Legge Del Rio 2014, attraverso la stipula di apposita convenzione. La gestione in regime
di convenzione non comporta alcun onere finanziario da parte di questa Amministrazione, in
quanto, tutte le spese necessarie per lo svolgimento della funzione non fondamentale, sono
interamente coperte dagli stanziamenti previsti in entrata a titolo di rimborso spese da parte della
Regione. In sede di rendiconto, le maggiori spese effettivamente sostenute rispetto alle previsioni
in entrata verranno registrate nell’annualità successiva a titolo di rimborso al titolo II tipologia
0101 quale entrata libera in quanto già anticipate con fondi provinciali nell’anno precedente.
19
3) In merito alla gestione delle politiche attive del lavoro la funzione è stata assegnata con decorrenza
dal 1 gennaio 2018 alla Regione Marche. Nell’annualità 2019 è stato comunque previsto uno
stanziamento di € 210.000 sia in entrata al titolo II tipologia 0101 quale rimborso della Regione e
sia in spesa per dare copertura a contratti per spese di gestione ancora in essere e comunque in corso
di dismissione;
4) Il passaggio di proprietà di alcune importanti strade della rete viaria prov.le alla Regione Marche
nel 2017 e ad Anas a ottobre 2018, ha avuto riflessi sia sotto l’aspetto economico patrimoniale che
sotto l’aspetto finanziario. Innanzitutto si è registrata una riduzione del patrimonio dell’Ente, come
già specificato in sede di rendiconto 2017 per il passaggio di proprietà alla Regione e come verrà
specificato in sede di rendiconto 2018 per il passaggio di proprietà ad Anas. Tale riduzione
patrimoniale ha comportato conseguentemente una riduzione del debito dell’Ente per il valore
complessivo dei mutui assunti su tali strade e ancora in essere. Dal punto di vista finanziario il
passaggio di proprietà ha determinato un risparmio reale già dall’annualità 2018 e maggiormente
dall’annualità 2019 per le quote capitali e interessi riferite ai mutui sopra citati per un importo di €
657.789,09 nel 2019, per un importo di € 806.468,86 nel 2020, e per € 714.134,40 per il 2021.
Infatti le stesse invece di essere previste al titolo I e IV della spesa finanziandole con fondi propri
dell’Ente, sono state previste nei servizi per conto terzi, in quanto non più di competenza della
Provincia anche se ad oggi i mutui risultano ancora intestati all’Ente provinciale. Pertanto si è
seguita la stessa “allocazione finanziaria” come già avvenuto a suo tempo con il passaggio di
proprietà di alcuni tratti viari della rete provinciale alla Provincia di Rimini.
Rimangono sempre al titolo I e al titolo IV della spesa gli interessi e le quote capitali di mutui
assunti per le funzioni non fondamentali (escluso le politiche attive del lavoro) per le quali non è
avvenuto un passaggio di proprietà del patrimonio dell’Ente. Per tali voci di spesa è stato previsto
un apposito capitolo in entrata al titolo II tipologia 0101 a titolo di rimborso da parte della Regione
per gli importi di € 289.756,76 nel 2019, di € 299.163,44 nel 2020 e di € 121.838,81 nel 2021.
5) La rinegoziazione di una parte dei mutui CDP attivata nel 2018 a seguito dell’approvazione con
delibera di Consiglio Provinciale n. 24 del 22/06/2018 oltre a portare benefici immediati agli
equilibri di bilancio nello stesso esercizio finanziario pari ad € 640.567,13 (tra quote capitale e
quote interessi) ha portato benefici finanziari anche per l’annualità 2019. Infatti per l’anno 2019 la
rinegoziazione sopra citata fa riferimento alle rate dei mutui CDP del 1° semestre 2019 ottenendo
un risparmio effettivo pari ad € 190.046,38 corrispondenti alle sole quote capitali, visto che per le
quote interessi del 1° semestre vanno comunque pagate nel 2° semestre dello stesso anno. Il
risparmio ottenuto ha portato un beneficio agli equilibri di bilancio nell’esercizio finanziario 2019
2019
Quote capitali 1° semestre 190.046,38
Quote interessi 1°semestre da pagare nel 2° semestre 2019 450.520,75
Risparmio 2019 con rinegoziazione 190.046,38
20
RELAZIONE SUL PERSONALE
Dall’1.1.2012 al 31.12.2017, l’ente“Provincia” è stato oggetto di un complesso processo di riordino
istituzionale, da parte del legislatore - avviato con D.L. 201/2011, convertito nella L. 214/2011 - con
conseguente divieto assoluto ed inderogabile (esteso anche alle categorie protette) di procedere, da parte di
questi enti, con effetto dall’1.1.2012, a nuove assunzioni di personale a tempo indeterminato (art. 16,
comma 9, del D.L. 95/2012, convertito nella L. 135/2012; art. 4, comma 9, del D.L. 101/2013, convertito nella L. 125/2013; art. 3,
comma 5, del D.L. 90/2014, convertito nella L. 114/2014; art. 1, comma 420, della L. 190/2014; art. 1, comma 3, del D.L. 244/2016,
convertito nella L. 19/2017).
Dall’1.1.2018, con la legge di bilancio 2018 (L. 205/2017), art. 1, commi 844 e segg., è stata ripristinata la
capacità assunzionale presso tali enti, nel rispetto delle limitazioni ivi previste. Conseguentemente, con
deliberazione n. 30 del 30.9.2018, il Consiglio Provinciale ha approvato il Piano di riassetto
organizzativo, quale strumento propedeutico a ridisegnare la struttura dell’ente, nel suo complesso, in
coerenza con le funzioni fondamentali che è chiamata a svolgere, ai sensi dell’art. 1, comma 85, della
legge 56/2014, nonché quelle ulteriori di cui al successivo comma 88, d’intesa con i Comuni, ed, inoltre
quelle non più fondamentali - di competenza della Regione Marche - in materia di “Caccia” e “Pesca
nelle acque interne”, riallocate presso la Provincia.
La situazione complessiva sul personale in servizio, alla data dell’1.1.2019, è la seguente:
n. 248 dipendenti, correlati all’esercizio delle funzioni fondamentali e di amministrazione generale dell’ente;
n. 13 dipendenti, correlati all’esercizio delle funzioni NON FONDAMENTALI in materia di vigilanza su “Caccia” e
“Pesca nelle acque interne”.
Nell’ambito dell’ultimo Piano triennale del fabbisogno di personale 2018/2020, approvato con decreto
presidenziale n, 245/2018, sono state programmate nel triennio n. 10 assunzioni di personale
appartenente alle categorie protette dei disabili, di cui all’art. 1, comma 1, della L. 68/1999, al fine di
riassorbire, per intero, la scopertura della c.d. “quota d’obbligo”.
Nel triennio 2019/2021 sono state programmate le seguenti cessazioni dal servizio del personale a
tempo indeterminato:
a) nell’anno 2019: n. 11 cessazioni di dipendenti assegnati alle funzioni fondamentali, di cui n. 3 per effetto di
pensione anticipata (c.d. “QUOTA 100”), di cui all’art. 14 del D.L. 4/2019, in corso di conversione in legge,
nonché n. 2 cessazioni di dipendenti assegnati alle funzioni non fondamentali;
b) nell’anno 2020: n. 4 cessazioni di dipendenti assegnati alle funzioni fondamentali;
c) nell’anno 2021: n. 11 cessazioni di dipendenti assegnati alle funzioni fondamentali.
Quanto sopra, fermo restando le ulteriori - non programmabili - cessazioni dal servizio di dipendenti,
nonché di ulteriori fabbisogni di personale, allo stato, non rilevati.
Si riporta di seguito la tabella dimostrativa della riduzione della spesa di personale prevista dal comma
557 della Finanziaria 2007 (reiscritto con il DL 78/2010).
A seguito della modifica introdotta dal nuovo comma 557-quater inserito nel corpo della L.296/2006
dall’art.3, comma 5-bis del D.L. n. 90/2014, convertito in L. n. 114/2014, le amministrazioni devono
ridurre le spese di personale, non più rispetto a quelle dell’anno precedente, ma, rispetto al valore medio
21
del triennio 2011-2013.
Al fine di verificare il rispetto del principio di riduzione complessiva della spesa di personale l’ente ha
proceduto all’elaborazione del calcolo in base a quanto stabilito dalla normativa e pertanto ha escluso le
somme relative agli arretrati contrattuali, quelle relative alle assunzioni di personale appartenente alle
categorie protette nel limite della quota obbligatoria, le progettazioni interne ex legge Merloni, le spese
finanziate dall’U.E e da privati, mentre sono state incluse i tirocini e i buoni pasto.
Da evidenziare che con l’art. 16, d.l. 24 giugno 2016, n. 113, convertito dalla l. 7 agosto 2016, n. 160, è stata
abrogata la lettera a) del comma 557, venendo meno, di conseguenza, l’obbligo di ridurre percentualmente
l’incidenza della spesa di personale su quella corrente.
22
EQUILIBRI DI BILANCIO DEGLI ENTI TERRITORIALI A DECORRERE DALL’ANNO 2019
L’art. 1, commi da 819 a 830 della legge 30 dicembre 2018 n. 145 (legge di bilancio 2019) introduce le
nuove disposizioni in materia di equilibri di bilancio a partire dal 2019 per le regioni a statuto speciale,
le province autonome di Trento e di Bolzano, le città metropolitane, le province e i comuni. Fanno
eccezione le regioni a statuto ordinario che applicheranno le nuove disposizioni (commi da 819 a 823) a
decorrere dall’anno 2021 e che, conseguentemente continueranno ad applicare fino a tale annualità la
normativa sul pareggio di bilancio prevista dall’art. 1 c. 465 e seguenti della legge di bilancio 2017.
Le principali innovazioni introdotte, a decorrere dal 2019, sono le seguenti:
- il ricorso all’equilibrio di bilancio di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118: i richiamati enti
territoriali si considerano in equilibrio in presenza di un risultato di competenza dell’esercizio non
negativo. Infatti l’art. 1, comma 820, della legge di bilancio 2019 prevede che a decorrere dall’anno
2019, in attuazione delle sentenze della Corte costituzionale n. 247 del 29 novembre 2017e n. 101 del
17 maggio 2018, le regioni a statuto speciale, le province autonome di Trento e di Bolzano, le città
metropolitane, le province e tutti i comuni (senza alcuna esclusione) utilizzano il risultato di
amministrazione e il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa nel rispetto delle disposizioni
previste dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (armonizzazione dei sistemi contabili) e si
considerano in equilibrio in presenza di un risultato di competenza dell’esercizio non negativo. Tale
informazione è desunta, in ciascun anno, dal prospetto della verifica degli equilibri allegato al
rendiconto di gestione, previsto dall’allegato 10 del citato decreto legislativo n. 118 del 2011 (comma
821). Ai fini della verifica degli equilibri di finanza pubblica, ciascun ente, in sede di rendiconto, deve
dimostrare, attraverso il prospetto “Verifica degli equilibri” di cui al citato allegato 10, un risultato di
competenza non negativo (Equilibrio finale). Nell’equilibrio finale sono inclusi gli accertamenti e gli
impegni definitivi, imputati all’esercizio di riferimento, gli stanziamenti definitivi riferiti al fondo
pluriennale vincolato (entrata e spesa) e l’avanzo o disavanzo d’amministrazione. A tale proposito va
evidenziato che la Commissione Arconet ha valutato l’ipotesi di inserire, tra le componenti valide ai fini
della determinazione dell’equilibrio finale, anche lo stanziamento del fondo crediti di dubbia esigibilità,
nonché gli altri stanziamenti non impegnati ma destinati a confluire nelle quote accantonate e vincolate
del risultato di amministrazione. Essendo la normativa in continua evoluzione gli enti dovranno
monitorare i decreti di aggiornamento degli schemi di bilancio di cui all’articolo 11, comma 11, del
decreto legislativo n. 118 del 2011.
- il superamento delle norme sul pareggio di bilancio di cui ai commi 465 e seguenti dell’articolo 1 della
legge n. 232 del 2016 (comma 823);
- la cessazione degli obblighi di monitoraggio e di certificazione di cui ai commi 469 e seguenti
dell’articolo 1 della legge n. 232 del 2016 (comma 823);
24
- la cessazione della disciplina in materia di intese regionali e patti di solidarietà e dei loro effetti, anche
pregressi, nonché sulla chiusura delle contabilità speciali (commi da 787 a 790 e comma 823
dell’articolo 1 L. 27 dicembre 2017, n. 205). L’abrogazione di spazi finanziari dell’articolo nell’ambito
dei patti di solidarietà nazionale agli enti colpiti dal terremoto del 2016 e del 2017 per l’utilizzo degli
avanzi di amministrazione e del debito, a condizione che siano finalizzati ad investimenti per la
ricostruzione
- la cessazione, sempre a decorrere dagli anni 2019 e successivi, degli effetti derivanti dal ricorso, negli
anni 2018 e precedenti, ai sopracitati strumenti di flessibilità (cessione/acquisizione di spazi finanziari)
e, conseguentemente, il loro impatto sul nuovo equilibrio di bilancio. Pertanto, gli enti territoriali, ivi
incluse le regioni a statuto ordinario, che hanno acquisito spazi negli anni 2018 e precedenti,
nell’ambito delle intese regionali orizzontali e del patto nazionale orizzontale, non sono più tenuti alla
restituzione negli anni 2019 e 2020.
- il venir meno anche delle disposizioni e degli effetti del DPCM n. 21 del 21/02/2017 che danno
attuazione all’art. 10 della L.24/12/2012 n. 243, il quale prevedeva che le operazioni d’investimento
realizzate attraverso il ricorso al debito e all’utilizzo dei risultati d’amministrazione degli esercizi
precedenti fossero effettuate sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale garantendo, per
l’anno di riferimento, il rispetto del saldo di cui all’articolo 9, comma 1, della medesima legge n. 243
del 2012, del complesso degli enti territoriali della regione interessata, compresa la medesima regione.
Per quanto riguarda gli strumenti di verifica dell’equilibrio di bilancio, a decorrere dall’anno 2019,
cessano gli adempimenti da parte dell’Ente relativi al monitoraggio e alla certificazione degli
andamenti di finanza pubblica disposti dal comma 469 dell’articolo 1 della legge n. 232 del 2016.
La verifica sugli andamenti della finanza pubblica sarà effettuata, in corso d’anno, attraverso il Sistema
Informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE) mentre il controllo successivo verrà operato
attraverso le informazioni trasmesse alla BDAP (Banca dati delle Amministrazioni pubbliche), istituita
presso il Ministero dell’economia e delle finanze dall’articolo 13 della legge n. 196 del 2009.
A tale proposito va evidenziato che il comma 903 introduce una sanzione nel caso in cui i Comuni, le
Province e le Città metropolitane, non trasmettano, decorsi 30 giorni dal termine previsto per
l’approvazione del bilancio di previsione, del rendiconto e del bilancio consolidato, i relativi dati alla
BDAP, compresi i dati aggregati per voce del piano dei conti integrato. La sanzione consiste in:
- sospensione dei pagamenti delle risorse finanziarie a qualsiasi titolo dovute dal Ministero dell’Interno
– Dipartimento per gli affari interni e territoriali;
- divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo nel caso di mancato invio dei dati entro i termini
stabiliti fino a quando non si è adempiuto.
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Con riferimento al Pareggio di bilancio per l’anno 2018 rimangono confermati l’obbligo di
monitoraggio e la certificazione del saldo non negativo dell’anno 2018 entro il 31 marzo 2019
(prorogato di diritto al 1° aprile 2019) ai sensi del comma 823 dell’art. della legge di bilancio 2019.
Inoltre anche se lo stesso comma 823 prevede la non applicazione delle sanzioni alle Regioni a statuto
speciale, alle Province autonome e agli Enti Locali per il mancato rispetto del saldo non negativo
dell’anno 2018, occorre ricordare che il ritardato/mancato invio della predetta certificazione 2018 entro
il termine perentorio previsto, trovano comunque applicazione le sanzioni previste dal comma 475,
lettera c) e seguenti, dell’articolo 1 della legge n. 232 del 2016.
Nel caso in cui la certificazione, sebbene in ritardo, sia trasmessa entro il successivo 30 maggio 2019, si
applica, nei 12 mesi successivi al ritardato invio, la sola sanzione del divieto di assunzione di personale
a tempo indeterminato di cui all’articolo 1, comma 475, lettera e), della legge n. 232 del 2016.
Si riporta qui di seguito la tabella dimostrativa degli equilibri finali del bilancio 2019- 2021:
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CONTENIMENTO DELLA SPESA PUBBLICA
(Spese riferite a funzioni fondamentali)
LEGGE 31 MAGGIO 2010 N. 78 CONVERTITO CON LEGGE
N. 122 DEL 30 LUGLIO 2010 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI Impegni
consuntivo 2009 Riduzione
Totale
impegnabile
anno 2019
Stanziamento
2019
Art. 6 comma 7
Al fine di valorizzare le professionalità interne alle amministrazioni, a decorrere dall'anno
2011 la spesa annua per studi ed incarichi di consulenza, inclusa quella relativa a studi ed
incarichi di consulenza conferiti a pubblici dipendenti, sostenuta dalle pubbliche
amministrazioni di cui al comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009 n. 196, incluse
le autorita' indipendenti, escluse le universita', gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi
equiparati ( nonche' gli incarichi di studio e consulenza connessi ai processi di privatizzazione
e alla regolamentazione del settore finanziario, )) non puo' essere superiore al 20 per cento di
quella sostenuta nell'anno 2009. L'affidamento di incarichi in assenza dei presupposti di cui al
presente comma costituisce illecito disciplinare e determina responsabilita' erariale......
Poi modificato con D.l. 101/2013 art.1 comma5 secondo il quale, per le consulenze e gli
studi, è prevista la riduzione nel 2014 del 20% del tetto per la spesa che a questo titolo poteva
essere sostenuta nel 2013.
A decorrere dal 2015, la Legge di Stabilità 190/2014 art.1, comma 420, lett.g) pone, il divieto
alle province di attribuire incarichi di studio e consulenza
Totale art. 6 comma 7 13.256,01 13.256,01 0 0
Art. 6 comma 8
A decorrere dall'anno 2011 le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico
consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di
statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196,
incluse le autorita' indipendenti, non possono effettuare spese per relazioni pubbliche,
convegni, mostre, pubblicita' e di rappresentanza, per un ammontare superiore al 20 per cento
della spesa sostenuta nell'anno 2009 per le medesime finalita'....
Poi modificato con Legge di stabilità 190/2014 art.1, comma 420, lett.b) che pone, per le
province, il divieto di effettuare spese di rappresentanza a decorrere dal 2015
Totale art. 6 comma 8 188.019,54 188.019,54 0 0
Art. 6 comma 9
A decorrere dall'anno 2011 le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico
consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di
statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196,
incluse le autorita' indipendenti, non possono effettuare spese per sponsorizzazioni.
Totale art. 6 comma 9 270.285,97 270.285,97 0 0
Art. 6 comma 12
A decorrere dall'anno 2011 le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico
consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di
statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196,
incluse le autorita' indipendenti, non possono effettuare spese per missioni, anche all'estero,
con esclusione delle missioni internazionali di pace e (( delle Forze armate, )) delle missioni
delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, del personale di magistratura, nonche' di quelle
strettamente connesse ad accordi internazionali ovvero indispensabili per assicurare la
partecipazione a riunioni presso enti e organismi internazionali o comunitari, nonche' con
investitori istituzionali necessari alla gestione del debito pubblico, per un ammontare superiore
al 50 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009. Gli atti e i contratti posti in essere in
violazione della disposizione contenuta nel primo periodo del presente comma costituiscono
illecito disciplinare e determinano responsabilita' erariale. ..........
Totale art. 6 comma 12 100.385,31 50.192,66 50.192,66 49.392,66
Impegni
consuntivo 2009 Riduzione
Totale
impegnabile
anno 2019
Stanziamento
2019
Art. 6 comma 13
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A decorrere dall'anno 2011 la spesa annua sostenuta dalle amministrazioni pubbliche inserite
nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate all'Istituto
nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre
2009, n. 196, incluse le autorita' indipendenti, per attivita' (( esclusivamente )) di formazione
deve essere non superiore al 50 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009. Le predette
amministrazioni svolgono prioritariamente l'attivita' di formazione tramite la Scuola superiore
della pubblica amministrazione ovvero tramite i propri organismi di formazione. Gli atti e i
contratti posti in essere in violazione della disposizione contenuta nel primo periodo del
presente comma costituiscono illecito disciplinare e determinano responsabilita' erariale. La
disposizione di cui al presente comma non si applica all'attivita' di formazione effettuata dalle
Forze armate, (( dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco )) e dalle Forze di Polizia tramite i
propri organismi di formazione.
Totale art. 6 comma 13 43.059,00 21.529,50 21.529,50 10.000,00
LEGGE N. 135/2012 Art. 5 comma 2Spesa anno
2011
A decorrere dall’anno 2013, le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico
consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di
statistica (ISTAT) ai sensi dell’art.1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n.196, nonché le
autorità indipendenti, ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob),
e le società dalle stesse amministrazioni controllate non possono effettuare spese di ammontare
superiore al 50 per cento della spesa sostenuta nell’anno 2011 per l’acquisto, la manutenzione,
il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi; il predetto limite
può essere derogato, per il solo anno 2013, esclusivamente per effetto di contratti pluriennali
già in essere. La predetta disposizione non si applica alle autovetture utilizzate dal Corpo
nazionale dei vigili del fuoco e per i servizi istituzionali di tutela dell'ordine e della sicurezza
pubblica.
Successivamente modificato dal D.L. 66/2014 art. 15 comma 1 secondo il quale, a decorrrere
dal 1 maggio 2014, per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture,
nonché per l’acquisto di buoni taxi, non è possibile effettuare spese di ammontare superiore al
30% della spesa sostenuta nell’anno 2011.
Tale limite può essere derogato, per il solo anno 2014, esclusivamente per effetto di contratti
pluriennali già in essere.
TOTALE PER MANUTENZIONI E ACQUISTO AUTOVETTURE 70.296,91
Totale art.. 5 comma 2 legge 135/2012 70.296,91 49.207,84 21.089,07 16.499,65
DECRETO LEGGE 26 APRILE 2014 N. 66 Conto annuale
2012Riduzione
Totale
impegnabile
anno 2019
Stanziamento
2019
Art. 2 comma 15
Ferme restando le disposizioni di cui ai commi da 6 a 6-quater dell'articolo 7 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n.165, e i limiti previsti dall'articolo 9, comma 28, del decreto-
legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.
122 e successive modificazioni, le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico
consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di
statistica (ISTAT) ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196,
con esclusione delle Universita', degli istituti di formazione, degli enti di ricerca e degli
enti delservizio sanitario nazionale, a decorrere dall'anno 2014, non possono stipulare
contratti di collaborazione coordinata e continuativa quando la spesa complessiva per tali
contratti e' superiore rispetto alla spesa del personale dell'amministrazione che conferisce
l'incarico come risultante dal conto annuale del 2012, al 4,5% per le amministrazioni con spesa
di personale pari o inferiore a 5 milioni di euro, e all'1,1% per le amministrazioni con spesa
di personale superiore a 5 milioni di euro.
Totale art. 2 comma 15 22.481.504,77 22.234.208,21 247.296,56 0
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DECRETO LEGGE 6/7/2011 n. 98 convertito dalla L. 15/7/2011 n.111
Ai sensi del comma 1 ter dell’art. 12 del D.L. 6 luglio 2011, convertito , con modificazioni, dalla Legge 15 luglio 2011, n.111, a decorrere dal 1° gennaio
2014 al fine di pervenire a risparmi di spesa ulteriori rispetto a quelli previsti dal patto di stabilità interno, gli enti territoriali effettuano operazioni di
acquisto di immobili solo:
a) siano comprovate documentalmente l’indispensabilità e l’indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento;
b) la congruità del prezzo sia attestata dall’Agenzia del demanio, previo rimborso delle spese;
c) delle predette operazioni sia data preventiva notizia, con l’indicazione del soggetto alienante e del prezzo pattuito, nel sito internet istituzionale dell’ente
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