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Rapporto elaborato a cura del “Gruppo ricerca e progettazione” dell’Associazione culturale Primola
presentazione del 30 novembre 2018
Giancarlo Varani (Coordinatore del Gruppo ricerca e progettazione)
Giulia Sferlazzo (Curatrice dell’impostazione dell’elaborato)
Giuseppe Vassura (Membro del Gruppo ricerca e progettazione, coordinatore della ricerca 2016)
Giovanni Torricelli (Presidente di Primola e supervisore generale)
Nicoletta Chiarini, Maria Sole Venturi, Francesca Lullo, Brenda Gonzalez, Francesca Morini, Ilina Montanari, Riccardo
De Luna, Fabio Santoro, Nicoletta Chiarini.
(intervistatori)
Si ringrazia tutti coloro che hanno contribuito, tramite la compilazione dei questionari,
alla realizzazione di questa 4^ edizione della ricerca
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Indice Introduzione.......................................................................................................................................................................................................................... 4 1. Il campione degli intervistati ............................................................................................................................................................................................ 7
2. I Comuni di residenza del campione intervistato ............................................................................................................................................................. 8 3. La situazione di vita del campione di giovani intervistato (studio e lavoro) ................................................................................................................. 10 4. La condizione scolastica del campione intervistato ....................................................................................................................................................... 12
5. La condizione lavorativa del campione intervistato ....................................................................................................................................................... 18
6. Le aspettative dei giovani intervistati relative al lavoro ................................................................................................................................................. 24
7. Le modalità di ricerca del lavoro adottate dai giovani intervistati ................................................................................................................................. 28 8. La percezione individuale del futuro .............................................................................................................................................................................. 39 Conclusioni ......................................................................................................................................................................................................................... 41
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Introduzione
Siamo giunti alla 4^ edizione della “ricerca giovani del Circondario imolese”, dopo quelle svolte nel 2012, nel 2014 e nel 2016.
Anche questa “edizione 2018” della ricerca si fonda, come le tre precedenti, sui dati ottenuti dalla compilazione di un
apposito questionario, proposto al campione, e da un’analisi di secondo livello effettuata su un insieme di dati e tabelle
elaborate tratte dal portale dell’Osservatorio Economico-Statistico del Circondario imolese (www.nuovocircondarioimolese.it,
attualmente in fase di revisione), dal “Portale lavoro” della Città metropolitana di Bologna (ex Provincia di Bologna), dall’ISTAT,
dal CISS/T (Centro integrato servizi scuola/territorio del Circondario imolese) e da altre fonti.
Obiettivo principale della ricerca è aggiornare l’analisi relativa alla condizione scolastica e lavorativa dei giovani del nostro
territorio – di età compresa fra 16 e 25 anni (la fascia s’intende in riferimento all’anno solare) e fornire indicazioni che aiutino i
giovani stessi a meglio comprendere il contesto lavorativo dove vivono.
Obiettivo specifico di questa quarta edizione della ricerca è di fornire una prima lettura dinamica dei dati, operata attraverso
un confronto con i dati omologhi raccolti nelle tre precedenti edizioni.
Si segnala infine che ulteriori indicazioni in merito alla ricerca verranno pubblicate sul sito www.primola.it
La ricerca è stata condotta dall’Associazione Primola - Centro di Promozione Culturale, Turistica e di Ricerca - e realizzata dal
“Gruppo ricerca e progettazione” dell’Associazione stessa.
Il progetto di ricerca sociale ha, come già detto, la finalità di evidenziare, attraverso un’indagine a campione, la situazione
scolastica e lavorativa della popolazione giovanile, di età compresa fra 16 e 25 anni, a Imola e negli altri Comuni del
Circondario imolese.
Il periodo durante il quale si sono rilevati i dati di questa 4^ edizione è quello compreso fra il 16 maggio 2018 e il 20 settembre
2018.
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La ricerca si è sviluppata attraverso la predisposizione e successiva proposta di un questionario con 22 domande (numerate
da 1 a 19 ma con la terza, la sedicesima e la diciottesima che prevedono due risposte),
Le domande sono sia di tipo chiuso che aperto.
Dei questionari raccolti sono stati elaborati quelli rientranti completamente nei parametri della ricerca, trattasi di 151 contributi
forniti da altrettante ragazze e ragazzi.
I componenti il campione sono stati scelti in modo casuale, contattati nei bar, in prossimità delle scuole, in prossimità del
plesso di Palazzo Vespignani (sede dell’Università di Bologna, campus di Imola), nelle sagre e nelle feste locali, nei principali
luoghi di ritrovo giovanile e, infine, tra i frequentatori dei corsi di formazione organizzati da Primola.
Sono stati elaborati solo i questionari che permettevano di capire chiaramente la condizione di studio o lavoro, il genere,
l’età, il riferimento territoriale; i questionari proposti, ma restituiti incompleti, sono stati qualche decina oltre i 151 elaborati per
la ricerca.
Per l’eventuale prossima edizione della ricerca, pur rimanendo invariati i parametri monitorati, si cercherà di migliorare il
layout del questionario, al fine di renderlo più intuitivo come comprensione.
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2018
ANNO DI NASCITA dei giovani intervistati
numero Percentuale
2002 16 10,7
2001 13 8,6
2000 16 10,7
1999 13 8,6
1998 21 13,9
1997 14 9,2
1996 14 9,2
1995 13 8,6
1994 17 11,3
1993 14 9,2
TOTALE 151 100,00%
Il campione è rilevante (in termini statistici) e omogeneo rispetto alle precedenti rilevazioni; è stimabile nell’1,3 % circa del
totale dei giovani del Circondario imolese, di età compresa fra 16 e 25 anni (età media quindi di circa 20 anni) che
assommano a 12.020 al 1 gennaio 2018, in crescita (Dozza e Borgo Tossignano esclusi) rispetto alle 11.760 unità al 1 gennaio
2016 e distribuiti come segue: 6.381 unità a Imola, 1.850 unità a Castel San Pietro Terme, 1.460 unità a Medicina, 607 a Dozza,
452 a Mordano, 378 a Castel Guelfo, 321 a Casalfiumanese, 320 a Borgo Tossignano, 166 a Fontanelice e 85 a Castel del Rio
(Fonte Istat: http://demo.istat.it/)
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1. Il campione degli intervistati
Sul totale dei 151 questionari valutati, il 51,6% (78 unità) è di genere femminile, il 48,4% (73 unità) è di genere maschile.
Anche nei due precedenti sondaggi la percentuale leggermente più elevata di intervistati è costituita da ragazze, come si
evince dai dati riportati nella tabella che segue.
2014 2016 2018
Genere intervistati Percentuale Percentuale Percentuale
Femmine 58,1% 52,4 51,6
Maschi 41,9% 47,6 48,4
Totale 100% 100% 100%
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2. I Comuni di residenza del campione intervistato
Nella tabella che segue riportiamo, per singolo Comune del Circondario il peso percentuale riferito agli abitanti nella fascia e
il peso percentuale nel campione analizzato.
Comune Abitanti fascia età 16-25 percentuale questionari percentuale
Imola 6381 53,1 98 64,9
Castel San Pietro 1850 15,4 18 11,9
Medicina 1460 12,1 11 7,3
Dozza 607 5,0 3 2,0
Mordano 452 3,8 4 2,6
Castel Guelfo 378 3,1 4 2,6
Casalfiumanese 321 2,7 3 2,0
Borgo Tossignano 320 2,7 5 3,3
Fontanelice 166 1,4 2 1,4
Castel del Rio 85 0,7 3 2,0
Totale 12020 100 151 100
Dei 151 questionari valutati 138 (91%) fanno riferimento a cittadini italiani e 13 (9%) a persone dichiaratesi con
altra cittadinanza: 5 albanese, 3 rumena, 2 marocchina, 1 pakistana, 1 russa.
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3. La situazione di vita del campione di giovani intervistato (studio e lavoro)
Tema domanda 1 - “Cosa fai nella vita?”
Alla domanda gli intervistati hanno fornito risposta come indicato nella tabella che segue, nella quale sono riportate – a fini
comparativi – anche le risposte fornite dai giovani nell’ambito delle edizioni 2014 e 2012 della ricerca.
Cosa fai nella vita? Anno 2012 % Anno 2014 % Anno 2016 % Anno 2018 %
Studio 97 42,2 57 48,7 118 59,9 66 43,7
Studio e lavoro 37 16,1 23 19,7 38 19,3 25 16,6
Lavoro 73 31,7 23 19,7 30 15,2 52 34,4
Non studio e non ho un lavoro 23 10,0 14 12 11 5,6 8 5,3
Totale 230 100 117 100 197 100 151 100
- Si rileva un riallineamento, rispetto alle precedenti ricerche, del dato degli studenti rispetto al totale del campione. Il
picco di percentuale di studenti rilevato nel 2016, pur reale, probabilmente era stato influenzato dalle caratteristiche del
campione.
- Il dato degli studenti lavoratori è consolidato attorno al 17%, in lieve calo in dipendenza dell’aumento del numero degli
occupati.
- Registra un aumento significativo il numero dei ragazzi che lavorano, vedremo poi che spesso si tratta di lavori precari.
- Quasi certamente la maggior flessibilità del mercato del lavoro ha fatto emergere anche situazioni occupazionali
marginali e irregolari, prima non rilevate.
- Parallelamente diminuisce la percentuale di coloro che non hanno un lavoro, la porta dell’accesso al lavoro si un poco
aperta, ma la strada resta precaria e tortuosa.
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Per fare un confronto tra il tasso di non occupazione dei giovani nel nostro Circondario e la realtà nazionale occorrerebbe
una analisi più complessa. Riportiamo comunque il dato relativo agli anni oggetto d’analisi, riferito alla realtà nazionale.
TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE IN ITALIA (ANNI 2012-2014-2016- 2018)
anno 2012 anno 2014
anno 2016
(2° trimestre)
Anno 2018
(aprile)
Tasso di disoccupazione giovanile in Italia 35,3% 42,7% 35,5% 32,8%
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4. La condizione scolastica del campione intervistato
Tema domanda 2 - “Quale scuola frequenti?”
(ovviamente sono state considerate le risposte date da coloro che dichiarano di essere studenti o studenti
lavoratori)
L’aggregato di chi ha dichiarato di studiare e di lavorare e studiare (91 unità) ha dato le seguenti indicazioni:
scuola Numero 2018 percentuale Numero 2016 Percentuale 2016
Superiore - Area liceale 20 22,0 24 16,9
Superiore - Area tecnica 10 11,0 16 11,3
Superiore - Area professionale 16 17,6 19 13,4
Università – Area scientifica 23 25,2 36 25,4
Università – Area umanistica 13 14,3 17 12,0
Altro 9 9,9 30 21,0
Totale risposte 91 100 142 100
Il dato è comparabile solo in forma indicativa, la perfetta comparabilità si otterrebbe solo in costanza di età media del
campione.
L’indicazione “altro” comprende: arti figurative, tecnica della moda, specializzazione musicale, specializzazione tecnica e
professionale post diploma.
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Per quanto concerne l'istruzione universitaria si conferma che i giovani intervistati del Circondario imolese scelgono
maggiormente le facoltà scientifiche rispetto a quelle umanistiche. Interessante rilevare l’alto numero di iscritti a medicina e
chirurgia, il 26% del totale degli iscritti a discipline scientifiche. Su tale scelta incide la consapevolezza che, nonostante la
difficoltà e la lunghezza del corso di laurea, al termine il posto si trova. Nel 2022 la FIASO (federazione aziende ospedaliere e
sanitarie) stima che in Italia mancheranno 12.000 medici solo nel settore pubblico.
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Domande 3 e 3 bis- “Pensi che la scuola ti sia servita o ti servirà per il lavoro? …. e nella vita?
Con questa domanda, rivolta a tutti, si è cercato di comprendere come i giovani intervistati valutino lo studio e la formazione
scolastica e se - per essi - la scuola sia una risorsa fondamentale per la crescita culturale e personale oltre che per il futuro
professionale. Di seguito si riportano le risposte complessivamente raccolte nelle tre edizioni della ricerca.
Numero
risposte
2018
Percentuale
2018
Percentuale 2016 Percentuale 2014 Percentuale 2012
SI, mi è servita/servirà nel lavoro 127 84,1 76,6 74,4 64,8
NO, non mi è servita/servirà nel lavoro 15 9,9 18,2 25,3 28,7
Nessuna risposta 9 6,0 5,2 0,3 6,5
Totale 151 100 100 100 100
SI, mi è servita/servirà nella vita 103 68,2 72,2 75,8 68,7
No, non mi è servita/servirà nella vita 36 23,8 20,0 24,2 23,0
Nessuna risposta 12 8,0 7,8 0,4 8,3
Totale 151 100 100 100 100
- Una netta maggioranza di risposte conferma l'utilità della scuola per il futuro lavorativo, il dato è in costante aumento.
- Le percentuali di risposta alla domanda relativa alla “utilità della scuola per la vita” hanno una distribuzione analoga,
pur essendo ritenuto utile il contributo della istituzione scolastica da un minore numero d’intervistati, il dato è in lieve
flessione.
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5. La condizione lavorativa del campione intervistato
Con le domande del questionario comprese fra la n. 4 e la n. 8 l'attenzione è stata posta sulla “situazione lavorativa dei
giovani” nell’intento di comprendere come avviene l’approccio con il mercato del lavoro.
Domanda 4 - “Che tipo di lavoro fai?”
Con la domanda n. 4 è stato chiesto ai giovani (77 unità) che hanno dichiarato di lavorare o di lavorare e studiare, di indicare
il tipo di lavoro svolto al momento della rilevazione statistica.
È risultata la seguente situazione:
tipo di prestazione lavorativa Posizioni 2018 Percentuale 2018 Percentuale 2016
lavoratore dipendente 56 72,7 55,9
Lavoratore autonomo 16 20,8 15,7
Altro 5 6,5 28,4
Totale 77 100 100
- Il contratto d'opera, o di lavoro autonomo, è quel contratto, regolato dall’articolo 2222 del codice civile, con cui una
persona si obbliga, dietro corrispettivo, a compiere un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza
vincolo di subordinazione, nei confronti del committente. In pratica si tratta di prestazioni individuali o professionali che
non vengono svolte tramite una struttura imprenditoriale.
- Nel nostro caso abbiamo16 lavoratori autonomi, poco più del 10,5 % del campione. Il dato è abbastanza costante,
10,9% nel 2012, 11,1% nel 2014, 6,5% nel 2016
19
- Rispetto alla rilevazione del 2016, risulta in aumento la percentuale di chi è titolare di un contratto per lavoro
dipendente, ciò è forse ascrivibile alla maggior flessibilità normativa nel frattempo intervenuta.
- Non è altresì sempre chiaro, nei giovani, il concetto di lavoro autonomo; spesso i datori di lavoro, o i commercialisti e i
consulenti del lavoro che li seguono, inventano soluzioni fantasiose per ricevere prestazioni di mera mano d’opera,
facendole passare per servizi.
- Nel 2018 alla posizione “altro” corrispondono prevalentemente tirocini obbligatori e servizi civili.
21
Domanda 5 - “Che contratto di lavoro hai?”
Un contratto di lavoro, nel diritto italiano, è un tipo di contratto regolato giuridicamente, stipulato tra un datore di
lavoro (persona fisica, giuridica o ente dotato di soggettività) e un lavoratore, necessariamente persona fisica, per la
costituzione di un rapporto di lavoro.
Questa definizione implica che coloro che hanno dichiarato di avere un rapporto di lavoro dipendente siano presumibilmente
in possesso di un contratto di lavoro regolare.
Nella prima bozza dell’elaborazione del questionario sembrava emergere un dato anomalo, ovvero appariva una esplosione
dei contratti a tempo indeterminato rispetto alle rilevazioni del 2012, 2014, e 2016.
Rivalutando attentamente il campione e riparlando con alcuni delle persone che gravitano nell’orbita di Primola e di cui
avevamo ricordo della partecipazione alla compilazione del questionario abbiamo rilevato come questa impressione fosse
errata e come vi sia un’ampia non conoscenza delle definizioni relative al rapporto di lavoro e delle normative che lo
regolano.
Ai giovani è certamente chiaro il concetto che il rapporto di lavoro subordinato è caratterizzato da una "subordinazione" del
lavoratore che, in cambio della retribuzione, si impegna a prestare il proprio lavoro alle dipendenze e sotto la direzione di un
altro soggetto: il datore di lavoro.
Meno chiaro è il fatto che i rapporti di lavoro subordinato possono essere a tempo indeterminato o determinato ed entrambi,
a loro volta, a tempo pieno (full time) o a tempo parziale (part time).
Molti giovani tendevano a scambiare, nel rispondere alla domanda, il concetto di lavoro a tempo indeterminato, con il
concetto di lavoro continuativo, cioè di lavoro non a chiamata e facente riferimento a un orario di lavoro noto e definito; in
pratica a quel tipo di rapporto che ti permette di sapere preventivamente l’entità mensile della retribuzione.
Il contratto di lavoro a tempo indeterminato nella forma che regolava il "tradizionale" rapporto di lavoro, che non ha
scadenze e garantisce maggiori tutele al lavoratore è visto dai giovani come qualcosa ormai non appartenente al loro
mondo, in effetti coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato magari antecedente al 7 marzo 2015 (entrata in vigore
del job act) sono effettivamente in numero molto esiguo.
Inoltre, la sola possibilità che il contratto in essere possa essere un giorno trasformato, rappresenta spesso la linea di
demarcazione tra presunzione di precariato e no.
22
Ovviamente vi è, tra il campione, certamente qualcuno che conosce bene la normativa del lavoro e sa valutare
correttamente la propria posizione, ma si tratta di una esigua minoranza.
Ciò è molto triste, soprattutto se si pensa che il primo capoverso dell’art. 1 della Costituzione dice: L’Italia è una repubblica
democratica, fondata sul lavoro.
Assolutamente bisogna porsi il problema di fare conoscere meglio le leggi e le norme che regolano il mondo del lavoro.
Certamente debbono farlo i Sindacati, ma anche le altre Associazioni di categoria, la Scuola e le Istituzioni.
Rileggendo tutto l’insieme dei questionari, riferiti alle 56 persone che hanno dichiarato di essere titolari di un contratto di lavoro
dipendente, possiamo dire di trovare una certa rispondenza con il dato ufficiale relativo alle attivazioni di contratti di lavoro
nel 2017 di seguito riportato. (Fonte Agenzia Regionale per l’impiego)
Territorio Totale attivati tempo determinato tempo indeterminato apprendisti somministrati
Area Metropolitana Bologna 209762 115142 23706 7392 63522
Percentuale 100 54,9 11,3 3,5 30,3
Infatti, su 56 appartenenti al campione 23 hanno dichiarato senza esitazione di essere assunti con un termine definito, certo e
a breve e altri 21 hanno dato risposte tali da fare ritenere con ragionevole certezza la non sussistenza del tempo
indeterminato.
Questo dato è comunque in linea con il 2014, l’ultima rilevazione ante Job act, e leggermente migliorativo rispetto ai dati
soprindicati forniti dall’Agenzia regionale per l’impiego; cosa spiegabile anche dal fatto che l’Agenzia non computa tra i
tempi indeterminati i lavoratori somministrati con contratto a tempo indeterminato, per quanto poco possa incidere questa
limitata casistica.
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Nel nostro campione abbiamo rilevato che delle 56 persone del campione il 78,7% non dispongono di un contratto a tempo
indeterminato.
Posizioni 2018 Percentuale 2018 Percentuale 2016 Percentuale 2014 Percentuale 2012
Contratto a tempo indeterminato 12 21,4 36,6 20,4 32,4
Contratto a tempo determinato 44 78,6 63,4 79,6 67,6
totale 56 100 100 100 100
Domanda 6 – “Fai più lavori contemporaneamente “
12 unita (15,6%) su 77 persone che lavorano hanno dichiarato di avere più di un lavoro
contemporaneamente. Alcuni sono lavoratori dipendenti altri autonomi, evidentemente la precarietà e il
part time portano a scegliere di “prendere su tutto”. Ne esce comunque uno spaccato di una gioventù
proattiva e intraprendente.
Domanda 7 - “Come sei inquadrato nel lavoro?” Le risposte a tale domanda sono riportate nella tabella che segue.
2014 2016 2018 2018
Che contratto di lavoro hai? Percentuale Percentuale Valore assoluto Percentuale
Operaio 19,6% 14,91% 25 32,5
Apprendista 30,4% 11,60% 11 14,3
Impiegato 19,6% 8,30% 25 32,4
Altro / Nessuna Risposta 30,4% 65,19% 16 20,8
Totale 100,0% 100% 77 100%
24
6. Le aspettative dei giovani intervistati relative al lavoro
Domanda 8 - “Il lavoro per te è?”
Con la domanda n. 8 si è chiesto: “Il lavoro per te è?”, con l’intento di comprendere il significato attribuito al lavoro da parte
dei giovani. La domanda era rivolta la totale del campione. La domanda prevedeva fino a due indicazioni di risposta. Il
numero teorico massimo di risposte era quindi di 151x2=304. Las partecipazione è stata buona, sono state raccolte 260
indicazioni.
Le risposte date sono state:
P domanda indicazioni 2018 Percentuale 2018 P Percentuale 2016
1 dovere 60 23,1 3 18
2 necessità 56 21,5 2 24
3 realizzazione 40 15,4 1 26
4 indipendenza 40 15,4 5 10
5 piacere 37 14,2 4 17
6 esperienza 27 10,4 6 5
totale 260 100 100
Il dato non è molto difforme dalle rilevazioni precedenti; rispetto al 2016 il dovere è passato dal terzo al primo posto, e la
realizzazione dal primo al terzo posto. Si direbbe che si va verso una società concreta e regolata.
26
Domanda 9 - “In che ambito ti piacerebbe lavorare?”
Per quanto attiene alla domanda n. 9 “In che ambito ti piacerebbe lavorare?”, le risposte possibili erano due. La domanda
era rivolta la totale del campione. La domanda prevedeva fino a due indicazioni di risposta. Il numero teorico massimo di
risposte era quindi di 151x2=304. La partecipazione è stata buona, sono state raccolte 205 indicazioni, maggiore è stato,
rispetto alla domanda 8, il numero di chi ha dato una sola indicazione
P domanda indicazioni 2018 Percentuale 2018 P Percentuale 2016
1 Tecnologico 40 23,1 6 9
2 Comunicazione 39 21,5 1 20
3 Turismo 29 15,4 8 7
4 Sanità 28 15,4 3 13
5 Servizi alla persona 25 14,2 5 10
6 Agricoltura 16 10,4 2 18
7 Scuola e formazione 12 5,85 4 12
8 Altro 12 5,85 9 2
9 Vendite 4 1,95 6 9
totale 205 100 100
Se si guarda le posizioni dei singoli ambiti se vede un certo movimento. Resiste il tecnologico, la comunicazione (in effetti il termine è un po' generico) passa inspiegabilmente al secondo posto. Sale il turismo e crolla l’agricoltura. La voce altri è
aumentata perché qualcuno ha indicato specifici mestieri e non ambiti.
28
7. Le modalità di ricerca del lavoro adottate dai giovani intervistati
Domanda 10 - “Come cerchi lavoro?” La domanda n. 10 era diretta a capire se i ragazzi disoccupati, inoccupati o anche occupati, ma con desiderio di cambiare
lavoro, sono attivamente alla ricerca nel mercato del lavoro e quali strumenti utilizzano per la loro ricerca.
Le risposte possibili erano due. La domanda era rivolta al totale del campione. La domanda prevedeva fino a due indicazioni
di risposta. Il numero teorico massimo di risposte era quindi di 151x2=304. La partecipazione è stata buona, sono state raccolte
195 indicazioni. Va tenuto conto che, fortunatamente, alcuni hanno detto che il lavoro non lo cercano perché vogliono
rimanere e crescere in quello che hanno.
Dall’elaborazione risulta che, per la ricerca del lavoro, i giovani intervistati utilizzano scarsamente i canali tradizionali e le
risorse “pubbliche” come i Centri per l'impiego.
Si evidenzia invece il primato di internet come strumento elettivo di ricerca attiva di lavoro, che si esplica grazie alle molteplici
risorse on line di “recruitment” (anche in ragione del fatto che un'elevata percentuale di giovani utilizza internet
quotidianamente), Cresce inoltre il peso delle Agenzie per il lavoro, che superano le “conoscenze”.
2012 2014 2016 2018 2018
Come cerchi lavoro? Percentuale Percentuale Percentuale
Indicazioni ricevute percentuale
Agenzie di lavoro 9,5% 8,1% 9.0% 34 17,4%
Centri per l'impiego 8,0% 5,8% 8,1% 13 6,7%
Conoscenze 20,7% 11,6% 20,2% 30 15,5%
Internet 37,8% 61,6% 25,2% 70 35,8%
Passaparola 16,0% 11,6% 16.2% 44 22,5%
Altro / Nessuna Risposta 8,0% 1,2% 21,3% 4 2,1%
Totale 100,0% 100% 100% 195 100%
30
Domanda 11 – Quale grado di rispondenza trovi hai trovato fra le competenze acquisite negli studi e le
competenze richiesta dal mercato del lavoro?
Anno 2018 Anno 2016
Basso 21,4% 50%
Medio 66,1% 47%
Alto 12,5% 3%
33
Domanda 13 – Se si, quanti?
Anno 2018 Anno 2016
Da 1 a 10 45,5% 51%
da 11 a 20 24,7% 24%
Oltre 20 29,8% 25%
34
Domanda 14 – Hai ricevuto risposte, di qualunque tipo?
Anno 2018 Anno 2016
Quasi sempre 20,6% 13%
Qualche volta 65,1% 61%
Praticamente mai 14,3% 26%
35
Domanda 15 – Nella tua esperienza di ricerca del lavoro quali sono gli ambiti in cui hai potuto verificare o
percepire la presenza di una maggiore offerta di lavoro per i giovani?
Le risposte possibili erano due. La domanda era rivolta al totale del campione. La domanda prevedeva fino a due indicazioni
di risposta. Il numero teorico massimo di risposte era quindi di 151x2=304. La partecipazione è stata più cauta, sono state
raccolte 143 indicazioni.
P domanda indicazioni 2018 Percentuale 2018
1 Vendite 39 27,2
2 Tecnologico 31 21,7
3 Turismo 30 21,0
4 Comunicazione 16 11,2
5 Servizi alla persona 13 9,1
6 Agricoltura 6 4,2
7 Scuola e formazione 4 2,8
8 Sanità 4 2,8
totale 143 100
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Domanda 16 – Hai contatto con organizzazioni sindacali?
Anno 2018 Anno 2016
si 30,0% 32%
no 70,0% 68%
38
Domanda 16 bis – Se si, quali?
Anno 2018
Sindacati 53,8%
Associazioni datoriali 30,1%
Associazioni di settore 15,1%
39
8. La percezione individuale del futuro
Domanda 17 - “Quale futuro prevedi per la tua vita professionale?”
La domanda è stata parzialmente riformulata rispetto alle ricerche precedenti per facilitare la sola risposta prevista.
domanda Indicazioni
ricevute
Percentuale
2018
Percentuale
2016
Impiego attinente agli studi effettuati 69 45,7 37,8
Trasferirmi all’estero per completare gli studi o per cercare lavoro
adeguato
31 20,5 21,3
Avere/trovare un lavoro qualsiasi 15 9,9 13,8
Non vedo futuro lavorativo per me 13 8,6 9,1
Altro 12 7,9 9,0
Non ha ritenuto rispondere 11 7,4 9,0
Totale 151 100 100
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CONCLUSIONI
I risultati ottenuti dall’analisi dei dati di questa quarta edizione della “ricerca giovani del Circondario imolese” offrono uno
spaccato significativo della realtà giovanile, sia scolastica che lavorativa, nell’area di Imola e degli altri Comuni del
Circondario imolese.
A seguire proviamo a fare una sintesi dei principali aspetti e delle principali tendenze riscontrate.
GIOVANI CHE STUDIANO E GIOVANI CHE LAVORANO
Il primo dato significativo emerso dalla ricerca è costituito dalla conferma della percentuale di giovani di età compresa fra 16
e 25 anni che studiano oppure studiano e lavorano contemporaneamente.
Il dato medio delle ultime quattro rilevazioni è di circa il 64%, quello da noi riscontrato nel 2018 è del 60,3%. Il calo è dovuto
probabilmente alla tenue ripresa del mercato del lavoro e alla modifica della composizione del campione.
Ci si attesta comunque sui dati del 2014. La tendenza è analoga sia per gli studenti che per gli studenti lavoratori, che
rappresentano il 27,5 per cento del totale di chi studia.
I GIOVANI CHE NON LAVORANO E NON STUDIANO
Un dato significativo emerso dalla ricerca riguarda l’incidenza dei giovani che “non sono occupati che non studiano”.
Il campione ha rilevato che su 151 risposte 8 giovani pur non essendo impegnati nello studio non hanno un lavoro. Essendo,
all’interno del campione, 85 i giovani che lavorano vediamo che il 9,4 dei giovani che non studia non lavora neppure. Questo
dato è in linea con le ricerche precedenti, trattasi del 9,4%, quindi di un giovane su poco più di dieci giovani.
È importante tenere presente che l’età media del campione è di circa 20 anni, nella nostra realtà sociale il fenomeno della
disoccupazione giovanile si manifesta quando le persone smettono di studiare e iniziano a cercare un lavoro che spesso non
trovano.
Questo dato percentuale non rappresenta ovviamente un indice di disoccupazione giovanile, perché molti giovani, in quella
fascia di età, pur cercando lavoro, finché non lo trovano scelgono di continuare gli studi; nella statistica risultano come
studenti, in realtà sono disoccupati non censiti.
Questo dato indica la tendenza diffusa tra i giovani, anziché rimanere inoperosi, finché non trovano un lavoro continuano gli
studi.
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È quindi possibile affermare che il dato sulla disoccupazione giovanile, riferito al Comprensorio, compreso nella forbice del
23% nel 2014 e il 16,3% nel 2016 è confermabile dalla ricerca sul campo.
Da notare che il dato sulla disoccupazione giovanile, nella UE (a luglio 2018) è del 15,2%.
Che dire….. rispetto al dato nazionale sulla disoccupazione giovanile al 32,8% ad aprile 2018, Imola è una realtà diversa;
certamente buona ma non la migliore; Il 5,5% di disoccupazione giovanile a Malta, il 6,2% in Germania, il 7,2 % in Olanda
sono ancora obiettivi inimmaginabili.
PREFERENZA PER LA FORMAZIONE SCIENTIFICA RISPETTO A QUELLA UMANISTICA
In questa quarta edizione della ricerca è confermata la preferenza da parte dei giovani delle facoltà universitarie scientifiche
rispetto a quelle umanistiche.
Anche per quanto attiene alle scuole superiori si registra una discreta prevalenza di opzioni per gli istituti tecnici e
professionali rispetto ai licei. Si denota comunque una certa diversificazione della scelta, emergono nuovi indirizzi formativi:
arti figurative, tecnica della moda, specializzazione musicale, varie specializzazioni tecniche e professionali post diploma.
Relativamente al campione, sulla scelta della facoltà è interessante rilevare l’alto numero di iscritti a medicina e chirurgia, il
26% del totale degli iscritti a discipline scientifiche. Su tale scelta incide certamente la consapevolezza che, nonostante la
difficoltà e la lunghezza del corso di laurea, al termine il posto si trova. Nel 2022 la FIASO (federazione aziende ospedaliere e
sanitarie) stima che in Italia mancheranno 12.000 medici solo nel settore pubblico.
AUMENTO DEI GIOVANI CONVINTI DELL’UTILITÀ DELLA SCUOLA PER IL FUTURO LAVORATIVO
Aumenta la percentuale dei giovani convinti dell’importanza della scuola per il proprio futuro lavorativo: dal 64,8% del 2012 si
è passati al 74,4% del 2014, al 76,6% del 2016, al 84,1%del 2018.
Questa tendenza è un elemento indubbiamente positivo ma non trova riscontro con la domanda se la scuola serva per
modificare le condizioni di vita, il numero di chi lo pensa scende al 68%. Forse è il segno di una certa disillusione che aleggia
tra i giovani.
TASSO DI PRECARIETÀ LAVORATIVA
Coloro che lavorano con contratti a tempo indeterminato si attestano nel 2016 al solo 7,9% del totale.
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Tale dato sale al 21,4% se la percentuale la calcoliamo solo rispetto a chi lavora, quindi a coloro che un contratto di lavoro lo
posseggono.
Il restante 78,6% di chi ha un lavoro dipendente ha un contratto non a tempo indeterminato.
Magra consolazione, è però giusto rilevare che comunque questo dato è migliore a quello dell’Area Metropolitana della
quale il Comprensorio fa parte.
Siamo di fronte a un dato è indicativo di un tasso di precarietà lavorativa molto elevato e in crescita.
Rispetto alla rilevazione del 2016, risulta però in aumento la percentuale di chi è titolare di un contratto per lavoro dipendente,
ciò è forse ascrivibile alla maggior flessibilità normativa nel frattempo intervenuta.
Significativa tra i giovani è la presenza (20% - in aumento) di lavoratori autonomi; sorge il dubbio se giudicare questo fatto
solo frutto della creatività dei giovani o una forma surrettizia dei datori di lavoro che inventano soluzioni fantasiose per
ricevere prestazioni di mera mano d’opera, facendole passare per servizi.
Da ultimo, rimandando comunque alla lettura completa dell’elaborato, il Gruppo ricerca di Primola sottolinea alcune
interessanti risposte.
- Alla domanda “cosa è per te il lavoro” la risposta più data è il dovere, seguita dalla necessità; dietro vengono
realizzazione e indipendenza.
- Alla domanda “in che ambito ti piacerebbe lavorare” la risposta più data è, fortunatamente, il tecnologico, seguita a
ruota, inspiegabilmente, dalla comunicazione. Evidentemente, nell’epoca dei social, i giovani hanno una visione
distorta della comunicazione come opportunità lavorativa. In crescita il turismo, il calo agricoltura e scuola e
formazione.
- Alla domanda “dove percepisci maggiori opportunità di lavoro” il campione ritorna alla realtà, la comunicazione
scende ed emergono tecnologico, vendite e turismo.
Come si vede dall’elaborazione delle risposte e dai relativi commenti cambiano i comportamenti nella ricerca di lavoro, e
nel rapporto con le Aziende e con le Associazioni sindacali.
Alcuni di questi dati sono preoccupanti, emerge un allargamento del solco tra giovane e istituzioni sociale, preoccupante
è il fatto che le organizzazioni sindacali divengano sempre meno punto di riferimento e che ben il 20% dei giovani veda
parte del loro percorso di studio e lavoro da realizzarsi all’estero.
In effetti questi dati apparivano già nel 2016, forse non furono compresi ma le evoluzioni politiche successivamente
avvenute ne sono, in parte, una conferma.