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ZAHA HADID
Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo Roma
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Ouverture
Il Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo - è una fondazione costituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e presieduta da Pio Baldi. È il primo museo nazionale dedicato alla creatività contemporanea pensato come un luogo pluridisciplinare destinato alla sperimentazione e all’innovazione nel campo delle arti e dell’architettura. La programmazione delle attività - mostre, workshop, convegni, laboratori, spettacoli, proiezioni, attività didattica - rispecchia la
vocazione del museo a essere non solo luogo di conservazione ed esposizione
del patrimonio, ma anche e soprattutto un laboratorio di sperimentazione e
produzione artistica per dare voce ai differenti linguaggi della contemporaneità.
Nel Maxxi risiedono due istituzioni museali, il Maxxi arte (direttore Anna
Mattirolo) e il Maxxi architettura (direttore Margherita Guccione). Le collezioni
permanenti dei due musei sono incrementate sia attraverso l’acquisizione
diretta di opere sia tramite progetti di committenza, concorsi tematici, premi
Punti di vista all’inaugurazione: contenitore e contenuti
di Arianna Callocchia, foto di Arianna Callocchia, Simone Cecchetti e Fondazione Maxxi
Maxxi, Museo Nazionale
delle Arti del XXI secolo – Roma
Committente
Ministero per i Beni e le Attività culturali -
Fondazione Maxxi
Progettisti
Zaha Hadid e Patrik Schumacher
Capoprogetto
Gianluca Racana _ Zaha Hadid Limited
Strutture
Anthony Hunt Associates, OK Design Group
Impianti
Max Fordham and Partners, OK Design
Group Illuminotecnica
Equation Lighting
Acustica
Paul Gilleron Acoustic
Italia
Roma
1 Il Maxxi dalla piazza antistante l’edificio, tra
via Guido Reni e via
Masaccio (foto di Iwaan
Baan)
2 Vista dell’atrio di ingresso con le
scale e le rampe di
distribuzione verso le
diverse suite
Dell'architettura del Maxxi abbiamo parlato in un ampio articolo pubblicato nella sezione architettura del numero 03 (giugno 2010) di Progettare a partire da pag 24. Puoi leggere l'articolo collegandoti a: www.rivistedigitali.com/Progettare/2010/3?targetPagNum=024
Nello spazio antistante l’ingresso
principale, campi di ghiaietto si
alternano a pavimentazioni di cemento
Il museo coinvolge lo spazio esterno:
i volumi si aprono verso la città e al
piano terra avvolgono lo spazio pubblico
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Le travi, in acciaio
reticolare, sono
rivestite da gusci di
cemento rinforzato
Pannelli metallici, di colore
nero, rivestono i parapetti, con
anima in acciaio reticolato, di
rampe e camminamenti in quota
I piani di calpestio
dei camminamenti
sono realizzati con
griglie in acciaio
zincato Le ampie scale in vista
sottolineano la compenetrazione
degli spazi
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Ouverture
rivolti alle giovani generazioni,
donazioni, affidamenti. Ad oggi
fanno parte della collezione del Maxxi
arte oltre 300 opere, tra cui quelle di
Boetti, Clemente, Kapoor, Kentridge,
Merz, Penone, Pintaldi, Richter,
Warhol. Alla collezione del Maxxi
architettura appartengono gli archivi
dei disegni di maestri del Novecento
italiano quali Carlo Scarpa, Aldo
Rossi, Pierluigi Nervi, progetti e opere
di architetti contemporanei come
Toyo Ito, Italo Rota e Giancarlo De
Carlo e una collezione fotografica di
autori tra cui Basilico, Barbieri, Jodice,
Guidi. Oltre ai due musei il Maxxi
ospita un auditorium, una biblioteca
e una mediateca specializzate, il
bookshop, una caffetteria e un bar/
ristorante, gallerie per esposizioni
Una fabbrica
della creatività
«II Maxxi non è un museo come gli altri, non
è solo un luogo dove esporre opere d’arte. È
un laboratorio di ricerca per il confronto tra
diversi linguaggi contemporanei: design, moda,
cinema, pubblicità dialogheranno con l’arte e
l’architettura. Il museo vuole essere una vera
e propria fabbrica della creatività. La sua mis-
sione culturale prende ispirazione da tre parole
chiave: innovazione, multiculturalità, interdisciplinarità. Una sorta di antenna
che trasmette i contenuti culturali dell’Italia verso l’esterno e che a sua volta
riceve quelli provenienti dagli altri Paesi. Un luogo di snodo tra le diverse
culture, proiettato verso il mondo e, al contempo, impegnato a esprimere e
testimoniare le peculiarità della cultura italiana».
Pio Baldi, presidente Fondazione Maxxi
Rovesciare le certezze
«L’edificio di Zaha Hadid è luogo fisico ma an-
che mentale, è sede ideale per lo svolgimento
della missione principale del Maxxi, che è stare
nella contemporaneità. Per ciò che riguarda gli
allestimenti, cambierà il modo di concepirli. Il
mio maestro Ludovico Quaroni mi ha insegnato
a rovesciare le certezze, a fare del dubbio un
motore. Ha ragione Zaha Hadid quando dice
che non può esserci progresso se non si ha il
coraggio di affrontare l’ignoto».
Margherita Guccione, direttore Museo Maxxi Architettura
Itinerari stimolanti
«Quando nel 2001 si è redatto il brief che ac-
compagnava il bando per la realizzazione del
museo, si è cercato di pensare ad un museo
dalla forma fluida, un Centro per le Arti Con-
temporanee, che nelle prime idee si avvicinava,
in maniera solo apparentemente paradossale,
a modelli più antichi: un luogo dove il mondo
dell’arte potesse incontrarsi, trovando nell’isti-
tuzione un partner in grado, concettualmente
ed economicamente, di sostenere ricerca e promozione.
Quello che oggi vediamo è uno spazio completamente innovativo che stra-
volge i canoni tradizionali espositivi con forme fluide e sinuose, una trama
spaziale e funzionale di grande complessità, che offre itinerari sempre diffe-
renti e inaspettati. Per noi è una grande sfida che ha già portato a risultati
assolutamente stimolanti sia per gli artisti che per il pubblico».
Anna Mattirolo, direttore Museo Maxxi Arte
Lo spazio espositivo è stato pensato in modo tale da poter essere modificato di volta in volta
anche attraverso connessioni tra architettura e arte, facilmente realizzabili mediante quei ponti creati proprio
per unire gli spazi e che, in questi casi, permettono anche di fondere il tutto in una sola mostra
Zaha Hadid
Il giorno di apertura, il pubblico viveva
lo spazio del museo, leggendo oltre che
le mostre anche, e soprattutto, l’atteso
organismo architettonico
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Maxxi sfida
«Per me il Maxxi è uno luogo di grande ispi-
razione. L’arte del XXI secolo si combina bene
con questo tipo di spazio. Le linee di fluidità
così marcate sono per me molto stimolanti
e mi forzano a pensare sia a nuovi modi di
intendere il rapporto tra pubblico e arte che
a nuovi modi di esporre l’arte. L’architettura
del Maxxi pone molte sfide ad un curatore
che si trova a doversi relazionare con i suoi
spazi, i percorsi e le sale espositive ma per me questo è perfetto perché
amo lavorare con le sfide».
Cristiana Perrella, curatrice Mostre d’Arte
Contenitore su contenuto
«Un progetto di grande fascino che dà delle emo-
zioni e proietta nelle città contemporanee europee.
Qui il contenitore prevale sul contenuto. Percorso
interessante che offre delle prospettive e dei punti
diversi sulle opere e le installazioni presenti».
Roberto Perugini,
collezionista d’arte di Torino
Desiderio di rinascita
«Il carattere essenziale del Museo è che non c’è
un inizio e una fine dei percorsi espositivi, ma il
fruitore incontra l’arte e l’architettura in un per-
corso libero. Le sale sono perfettamente adatte
a ospitare sia mostre di arte contemporanea che
di architettura. L’illuminazione è principalmente
naturale modulabile e quella elettrica è fornita
da binari. Il Museo risponde alle esigenze di
rinascita dell’architettura in Italia».
Pippo Ciorra, architetto e curatore Museo Maxxi Architettura
Come in un salotto
«C’è schizofrenia tra il Museo come architettura
e il Museo come spazio espositivo. Come Museo
ha una sua autonomia che giustifica la forma e
le sue caratteristiche, come Contenitore d’arte è
uno spazio quasi impossibile, è troppo presente
e direi quasi invadente. La mia scommessa per
lavorare in questo spazio è stata difficilissima.
Non volevo entrare in competizione con lo spa-
zio ma ho cercato di interpretarlo e aggiungere
qualcosa che fosse in armonia con esso. La difficoltà principale è stata quella di
dare all’opera d’arte un senso non competitivo all’interno dello spazio. Lavorare
nello spazio dato è come esporre in un salotto. Sono residui di uno spazio non
sono spazi per un museo. Ho studiato dei vuoti e li ho fatti diventare piani. Ho
progettato un’opera permanente per il Maxxi che interagisce con l’architettura.
Le sale a mio parere con le pareti curve non sono adatte per esporre. Infatti
sono stati realizzati dei pannelli per appendere le opere».
Maurizio Moschetti, artista e autore dell’opera permanente “Rette di Luce
nell’iperspazio curvilineo” progettata e realizzata per il Maxxi
temporanee, performances, progetti
formativi. La grande piazza che
disegna gli spazi esterni potrà
accogliere opere ed eventi live.
Cinque le mostre allestite per
l’apertura del Museo, che ha avuto
luogo negli ultimi giorni di maggio
2010: Spazio! a cura di un gruppo
interdisciplinare composto da Pippo
Ciorra, Alessandro D’Onofrio,
Bartolomeo Pietromarchi, Gabi Scardi
e dai conservatori del Maxxi; Gino
De Dominicis. 1947 - 1998, a cura di
Achille Bonito Oliva; Kutlug Ataman,
Mesopotamian Dramaturgies, a cura di
Cristiana Perrella; Luigi Moretti, a cura
di Bruno Reiclin e Maristella Casciato
e Geografie italiane, installazione
multimediale di Studio Azzurro.
© RIPRODuzIONe RISeRVATA
3 zahaHadid (foto di
Steve Double)
4 Dall’atrio principale,
il pubblico raggiunge
le diverse quote
attraverso le rampe di
distribuzione (foto di
IwanBaan, courtesy of
zaha Hadid Architects)
5 Durante
l’inaugurazione, i volumi
dell’edificio sono stati
illuminati con luci di
diverso colore
La dinamica spaziale si riflette nella
circolazione visibile del pubblico
L’intradosso di scale e
camminamenti contiene
elementi retroilluminati
5
Maxxi Ouverture Copert 001.pdfMaxxi Ouverture 2010 pag_022_025.pdf