SINDROME METABOLICA E OBESITA’ NEL SESSO OBESITA’ NEL SESSO
FEMMINILE
Dr.ssa Boggio AnnaServizio di Nutrizione Clinica Medicina 1 - A.O. G. Salvini Garbagnate Milanese
Garbagnate Milanese, 13 marzo 2010
DEFINIZIONE DI OBESITA’ ENERGIA INTRODOTTA = SPESA ENERGETICA
ENERGIA INTRODOTTA > SPESA ENERGETICA
(metabolismo basale; termogenesi indotta dal
pasto; costo per l’accrescimento; attività
motoria)
Malattia cronica ad eziologia multifattoriale (interazione ereditarietà - ambiente) in cui un
bilancio energetico cronicamente positivodetermina un’alterazione della composizione corporea per eccessivo accumulo di massa
grassa , con rischi per la salute.
ATTUALE SITUAZIONE IN ITALIA: età adulta
4,4
47,239,2
9
sottopesonormopsovrappobesi
Ripartizione per classi BMIpopolazione italiana
12,2
49,1
24,5
9,1
Uomini Donne
Body Mass Index (Indice di Massa Corporea)
Peso (Kg)Altezza (metri) 2 BMIBMI
Classificazione dell’obesitàClassificazione dell’obesità
BMIBMI
==
Sottopesonormopesosovrappesoobesitàgrande obesità
<18.518.5-2525-30>30>40
BMI e mortalità - UominiBMI e mortalità - Uomini
2,0
2,2
2,4
2,6
2,865 - 74 anni≥ 75 anni
30 - 64 anni
Rischiorelativo
di morte
Rischiorelativo
di morte
Area del minor rischio
Calle EE et al. N Engl J Med 1999; 341: 1097-1105
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
1,8
2,0
<20,5 ≥20,5 ≥22,0 ≥23,5 ≥25,0 ≥26,5 ≥28,0 ≥30,0 ≥32,0 ≥35,0 BMIBMI
BMI e mortalità - DonneBMI e mortalità - Donne
2,0
2,2
2,4
2,6
2,865 - 74 anni≥ 75 anni
30 - 64 anniRischiorelativo
di morte
Rischiorelativo
di morte
Area del minor rischio
Calle EE et al. N Engl J Med 1999;341: 1097-1105
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
1,8
2,0
BMIBMI<18,5 ≥18,5 ≥20,5 ≥22,0 ≥23,5 ≥25,0 ≥26,5 ≥28,0 ≥30,0 ≥32,0 ≥35,0 ≥40,0
minor rischio
DISTRIBUZIONE DEL GRASSO CORPOREO
L’eccesso di peso distribuito prevalentemente sul tronco è
La misura della circonferenza della vita e dei fianchi consente di definire la distrettualizzazione dell’adipe
prevalentemente sul tronco è più rischioso per la salute di quello distribuito sui fianchi
RISCHIO METABOLICO
Circonferenza vita > 88 cm (donne)
> 102 cm (uomini)
NCEP ATP-III, 2001
DISTRIBUZIONE REGIONALE DEL GRASSO CORPOREO
La massa grassa addominale mostra una forte ed indipendenteassociazione con il rischio CV, indipendentemente dal sesso
L’aumento anche solo di 1 kg di fat mass viscerale comporta L’aumento anche solo di 1 kg di fat mass viscerale comporta un incremento dei F di R CV pari a 3 volteLa riduzione di 1 cm di C vita comporta la riduzione del 4% del grasso viscerale
La distribuzione ginoide del grasso potrebbe avere un effetto protettivo attraverso una maggiore attività della LPL e un effetto di stoccaggio degli acidi grassi liberi da parte degli adipociti localizzati in regione gluteo femorale
Un parametro fondamentale: la circonferenza addominale
La circonferenza addominale rappresenta un valido indice della indice della distribuzione del tessuto adiposo in sede viscerale
Uomini
Aumento del contenuto di grasso viscerale in Aumento del contenuto di grasso viscerale in base a circonferenza addominale e BMIbase a circonferenza addominale e BMI
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Gra
sso
visc
eral
et (
kg)
WC < 94 cm WC 94 - 101 cm WC >= 102 cm
Donne
Janssen I. et al. Am J Clin Nutr 2002,75:683-688
18.5 - 24.9 25.0 - 29.9 30.0 - 34.9
Categoria BMI
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
Gra
sso
visc
eral
e (k
g)
18.5 - 24.9 25.0 - 29.9 30.0 - 34.9
Categoria BMI
WC < 80 cm WC 80 - 87 cm WC >= 88 cm
WHR (vita/fianchi)
INSULIN SENSITIVITY 23% 55%
Lower BodyGluteoFemoralObesity
Upper BodyAbdominal/VisceralObesity
350%INSULIN SECRETION 315%
= Decreased or increased relative to non obese
SINDROME METABOLICA
GRASSO ADDOMINALE
ACIDI GRASSI
Circolazioneportale
Circolazione sistemica
Insulino resistenza
IPERGLICEMIADISLIPIDEMIA:
↑ colesterolo LDL (“cattivo”)
↑ trigliceridi
↓ colest. HDL (“buono”)
IPERTENSIONE
ARTERIOSA
FIG. 2. Relationship of MS component number to visc eral fat area (r = 0.45; P < 0.001) in obese postmenopausal women
Copyright ©2004 The Endocrine Society
You, T. et al. J Clin Endocrinol Metab 2004;89:5517 -5522
15
20
25
*P < 0.001
Senza SMCon SM
Pre
vale
nza
(%)
*
21.4
LA SINDROME METABOLICA (circa 25% adulti italiani)
Glicemia (mg/dL) > 110
Circonf. Vita(cm)
> 88 (donna)> 102 (uomo)
Trigliceridemia(mg/dL) > 150
(almeno 3 criteri)
0
5
10
CHD MI Stroke
Isomaa B et al, Diabetes Care 2001
Pre
vale
nza
(%)
*
*5.5
2.1
9
1.4
4.8
Colest. HDL(mg/dL)
< 50 (donna)< 40 (uomo)
PAS(mmHg) > 130
PAD(mmHg) > 85
National Cholesterol Education Program, Adult Treatment Panel-III
(JAMA, 2001)
Fattori di rischio Uomini Donne
Circonferenza addominale (cm)
Più almeno due dei seguenti
≥ 94 ≥ 80
Trigliceridi (mg / dl)HDL (mg / dl)
≥ 150≤ 40
≥ 150≤ 50
LA SINDROME METABOLICA
HDL (mg / dl)Glicemia a digiuno (mg / dl)Pressione arteriosa (mmHg)
≤ 40≥ 100≥ 130/85
≤ 50≥ 100≥ 130/85
IDF: International Diabetes Federation (2005)IDF: International Diabetes Federation (2005)
Col passare dell’età la prevalenza della SM aumenta per:
modificazioni comportamentali , in particolare riduzione dell'attività fisica e modificazioni dietetiche come un
eccesso calorico
modificazioni della composizione corporea con un incremento della massa grassa e
una diminuzione della massa magra
incremento dei radicali liberi plasmatici,conseguente
a una riduzione dei meccanismi antiossidanti
modificazioni neuroormonali legate all'età, tra cui la riduzione di ormoni anabolici, quali l'insulin-like growth factor-1 e il deidroepiandrosterone
solfato
Composizione corporeaper classi di età
6060
70708080
kgkg
pesopeso
massa massa
00
1010
2020
3030
4040
5050
2525 4545 5555 65-7065-70
massa magramassa magra
massa grassamassa grassa
etàetàTali modificazioni nel tempo sono più rilevanti nella donna rispetto all’uomoLa massa magra muscolare è il principale utilizzatore di glucosio e la sua riduzione comporta un minor utilizzo di glucosio
)
CONTROLLO GLICEMICO
PREVALENZA DI SM PER
ETA’ > 50 ANNI
Normoglicemia 26%
Alterata tolleranza la
glucosio
33%
Alterata glicemia a
71%
STUDIO NHANES
glicemia a digiuno
Diabete* 86%
Si stima che negli U.S.A. più di 47.000.000 di persone sono affette da SM.Nella tabella si evidenzia come la prevalenza aumenti secondo crescenti fasce di età secondo il documento NHANES III (Ford ES et al, JAMA 2002;287:356-359)La prevalenza della sindrome metabolica tra soggetti di età compresa tra i 60 e i 69 anni è di circa il 44%e mostra una lieve diminuzione negli ultrasettantennidi entrambi i sessi
* Soggetti a maggior rischio CV (prevalenza di patologia CV del 19,2%)
Studio PROVA
DONNE IN MENOPAUSA: DIABETE E SINDROME METABOLICA
• In Italia, nelle donne in menopausa (età media 62 anni), il valore medio della glicemia a digiuno è 91 mg/dl. Il 12% è diabetico, mentre il 5% è in una condizione border line (intolleranza al glucosio). Il 32% delle donne in menopausa è affetto da sindrome metabolica.
Le basse HDL, che solitamente si accompagnano ad un incremento dei trigliceridi e ad LDL piccole e dense, sono un predittore di mortalità cardiovascolare migliore di altri fattori lipidici di rischio cardiovascolare, in particolare nelle donne
.
SINDROME METABOLICA E DONNA
.
Ci sono sempre più evidenze che la carenza di estrogeni in associazione con l’età avanzata promuova l’infiammazione e la disfunzione endoteliale, favorendo l’aterosclerosi nelle donne rendendole anche più vulnerabili degli uomini
La carenza di estrogeni e/o l’aumento assoluto (PCOS) o relativo di testosterone portano ad una condizione di insulino resistenza e facilitano il determinarsi di un profilo di rischio proaterogeno con alterazioni del metabolismo lipidico e glucidico.
PREVALENZA DI SINDROME METABOLICA NELLE DONNE IN RELAZIONE AL LORO STATO SOCIO-ECONOMICO
• Età compresa tra i 60-69 anni (p < 0.01)• Donne sposate (p 0,721)• Basso livello di educazione (p < 0.01)• Pensionate (p < 0.01)• Classi sociali più basse (p < 0.01)
La prevalenza di Sindrome Metabolica nelle donne è maggiore in queste fasce:
• Donne basse (p 0,676)• Menarca precoce (p < 0,01)
(Gender, socio-economic status and metabolic syndro me in middle-aged and old adultsAna C Santos*1, Shah Ebrahim2 and Henrique Barros1BMC Public Health 2008, 8:62 doi:10.1186/1471-2458-8-62)
SINDROME METABOLICA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE
La sindrome metabolica aumenta il rischio di diventare diabetici da 2 a 24 volte ed è predittore di mortalità CV e
totale (rischio di mortalità tra il 20 – 44%)
Ford (review Diabetes Care 2005) suggerisce una stretta associazione tra sindrome metabolica e mortalità totale e cardiovascolare più alta in certi sottogruppi come gli anziani e le donne
Nel EPIC – Postdam Study (2008), utilizzando la definizione NCEP di SM, l’associazione
è più forte nelle donne rispetto agli uomini
SINDROME METABOLICA E SUE COMPONENTI
In questo momento l’interesse si è spostato verso le
componenti della sindrome metabolica e cioè si discute se la sindrome metabolica di per sè sia un migliore predittore di sè sia un migliore predittore di
mortalità rispetto alle sue componenti e se le singole
componenti contribuiscono allo stesso modo in tutti i soggetti
ad aumentare il rischio di mortalità.
CASISTICA DELL’AMBULATORIO ATEROSCLEROSI A.O.G.SALVINI
Prevalenza di sindrome metabolica in prevenzione primaria e secondaria (n 347 pazienti)
27%
49%
27%
37%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Prevenzione 1°Prevenzione 2°
27% 27%
0%
10%
20%
30%
Maschi Femmine > 55 a
La prevalenza di SM (criteri ATP III) è significativamente superiore, per entrambii sessi, in prevenzione secondaria rispetto alla prevenzione primaria
P < 0.01P < 0.05
CASISTICA DELL’AMBULATORIO ATEROSCLEROSI A.O.G.SALVINIPrevalenza dei fattori di sindrome metabolica in prevenzione primaria e
secondaria
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
C.V.TGCol HDLP.A.glicemia
Maschi:Nell’uomo, obesità viscerale, ipertrigliceridemia ed alterata glicemia a digiuno sembrano essere i fattori di rischio maggiormente associati ad aterosclerosi ed eventi 0%
Prevenzione 1° Prevenzione 2°
aterosclerosi ed eventi cardiocerebrovascolari
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Prevenzione 1° Prevenzione 2°
C.V.TGCol HDLP.A.glicemia
Femmine:nella donna, l’aumento della glicemia a digiuno sembra essere fortemente associato a CVD (dati confermati dallo studio ILSA e PROVA)
SINDROME METABOLICA E SUE COMPONENTI
Una recente metanalisi ha dimostrato che, in soggetti non diabetici, le donne presentano un rischio cardiovascolare associato all’iperglicemia maggiore che negli uomini, suggerendo che l’iperglicemia possa in qualche modo abolire la protezione nei confronti della abolire la protezione nei confronti della malattia cardiovascolare nelle donne, specie nei soggetti anziani
Le donne diabetiche presentano una maggior rischio di sviluppare le complicanze del DM e malattie CV rispetto agli uomini e le donne che sopravvivono ad evento ischemico hanno un tasso di sopravvivenza più basso ed una peggiore qualità di vita
Approccio terapeutico: azione sinergica
Inoltre…
• Terapia farmacologica • Chirurgia bariatrica
L’educazione alimentare si attua attraverso una dieta a scelta guidata, attraverso una dieta a scelta guidata, tale impostazione offre al paziente la possibilità di scegliere gli alimenti che compongono il piano alimentare, rispettando le quantità calcolate. Il paziente impara, così, a gestire la propria alimentazione, scegliendo di volta in volta il menù all'interno di gruppi alimentari equivalenti dal punto di vista nutrizionale
Dieta per la paziente cardio metabolica…la
dieta mediterranea
• ABBONDANTI CIBI VEGETALI
• CIBI FRESCHI,
• FORMAGGIO, YOGURT, PESCE E POLLAME IN QUANTITA’ DA BASSE A • CIBI FRESCHI,
MINIMAMENTE PROCESSATI E A CRESCITA LOCALE
• FRUTTA FRESCA• OLIO DI OLIVA COME
FONTE PRINCIPALE DI LIPIDI ALIMENTARI
QUANTITA’ DA BASSE A MODERATE
• MENO DI 4 UOVA A SETTIMANA
• CARNE ROSSA NON FREQUENTE E IN QUANTITA’ LIMITATA
• VINO IN QUANTITA’ DA BASSE A MODERATE, IN GENERE AI PASTI
1993, the International Conference on the Diet of t he Mediterranean (68, 69)
Omega 3 Omega 3 ((0,50,5--1% del fabbisogno energetico totale)1% del fabbisogno energetico totale)
Gli Omega-3 (o PUFA n-3) sono una categoria di acidi grassiessenziali (ai quali appartengono anche gli Omega 6), indispensabili per il corretto funzionamento dell'organismo. Sono noti soprattutto per la loro presenza ed il mantenimento dell'integrità delle membrane cellulari.
Gli acidi grassi omega-3 sono detti polinsaturi a causa del fatto che la loro catena comprende vari doppi legami.
I principali acidi grassi del gruppo omega-3 sono :• L'acido α-linolenico o ω3α (18:3; ALA) • L'acido eicosapentaenoico (20:5; EPA) • L'acido docosaesaenoico (22:6; DHA)
I numeri tra parentesi stanno a indicare che questi tre acidi hanno rispettivamente 3,5 e 6 doppi legami nella loro catena composta da 18, 20 e 22 atomi di carbonio. Tutti questi doppi legami sono in configurazione cis, ciò significa che i loro due atomi di idrogeno si trovano dalla stessa parte del piano formato dal doppio legame.
ALIMENTO
PER AVERE 1 GR DI ω-3 BISOGNA MANGIARE GR
Sarde fresche 40Salmone fresco 42-70
Aringa 50Aringa 50Cefalo 75
Salmone affumicato 48-80Trota iridea 110
Orata 160Sogliola 180
•Gli acidi grassi poliinsaturi della serie
omega-6 (di cui il più noto è l'acido
linoleico) hanno un rilevante effetto
ipocolesterolemizzante; per ogni 1% delle
calorie totali della dieta fornite dall'acido calorie totali della dieta fornite dall'acido
linoleico in sostituzione dei grassi saturi, la
colesterolemia si abbassa di circa 2mg/dl.
•ATP IIIATP IIIATP IIIATP III(N(N(N(N----3+N6)> 10%,DI CUI 2GRAMMI(1%) N3+N6)> 10%,DI CUI 2GRAMMI(1%) N3+N6)> 10%,DI CUI 2GRAMMI(1%) N3+N6)> 10%,DI CUI 2GRAMMI(1%) N----3333
FITOSTEROLIFITOSTEROLIFITOSTEROLIFITOSTEROLI• Gli steroli vegetali hanno una struttura simile al
colesterolo. Nell’intestino tenue gli steroli sono in competizione col colesterolo (proveniente dal cibo) per l’assorbimento. Il colesterolo viene così meno asso rbito.
• Insieme agli stanoli, riducono il colesterolo total e ed LDLdiminuiscono il rischio di CHD
FITOSTEROLIFITOSTEROLIFITOSTEROLIFITOSTEROLI• Frutta, verdura,
nocciole, noci, mandorle, semi, cereali, legumi
• Possono essere • Possono essere aggiunti alla margarina, ai condimenti per insalata, agli yogurt e ai formaggi
•
The dietary intake of plant sterols does not usually exceed 250–300 mg/day in Northern European countries, whereas it appears to be higher (up to 500–600mg/day) in Mediterranean countries
Am J Cardiol 96 (2005), pp. 15D–22D.
• Based on the available information, it is thus reasonable to concour with the NCEP ATP-III guidelines published in 2001 , which recommend a daily intake of 2 g/day of phytosterolsdaily intake of 2 g/day of phytosterols and/or phytostanols to achieve an additional plasma LDL-C reduction when dietary interventions are not successful.
FIBRA NEGLI ALIMENTI o AGGIUNTA? Solubile o
non idrosolubile? CHO A BASSO INDICE
GLICEMICOThe most recent international guidelines [ATP-III (8), AHA 2006 ) The most recent international guidelines [ATP-III (8), AHA 2006 )
recommend an increased consumption of fiber-rich food to achieve a daily intake of 30 g.
Some guidelines suggested that such a target amount could bereached using fiber supplements in doses that range from 5 to 10
g/day.•soluble and gel-forming fiber is more effective than non-soluble fiber, and increasing its intake by 10 g/day can reduce total and
plasma LDL cholesterol levels.
2 QUADRETTI(25 grammi)di CIOCCOLATO BROWN
=CAPACITA’ ANTIOSSIDANTE di :
•3 MELE
ANTIOSSIDANTI : Tocoferoli, tocotrienoli, Vitamina C,Carotenoidi, Composti fenolici (es. flavonoidi )
•3 MELE•8 BICCHIERI ORANGE JUICE
•14 BICCHIERI VINO BIANCO
•1 BICCHIERE VINO ROSSO
Proteine della SOIA
Including 25 g of soy protein in the diet as apartial replacement of animal protein reducesplasma total andLDL-C concentrations.
Based on early preclinical studies,Lupinusalbus protein may also provide aninteresting option to develop cholesterol-lowering foodsSirtori et all :J Nutr 134 (2004), pp. 18–23.
Il sale? meglio non eccedere• Gli italiani consumano in media 15 g di NaCl al giorno (più del doppio del quantitativo raccomandato: 6-7 g)
• In popolazioni che consumano quantità 3 – 4 volte inferiori l’ipertensione è rara
Come comportarsiCome comportarsi
•Limitare l’uso del sale in tavola
•Nella preparazione casalinga dei cibi ridurre progressivamente l’aggiunta di sale fino ad arrivare ai livelli minimi atti a soddisfare il palato
•Dare la preferenza a erbe e spezie aromatiche. Limitare l’uso di condimenti preparati ricchi di sodio (leggere le etichette)
Il costituente fondamentale e caratteristico di ogni bevanda alcolica è l’ ETANOLO.
E’ possibile un consumo moderato di bevande alcoliche purchè si rimanga entro i seguenti limiti giornalieri:
UOMO: 2-3 Unità Alcoliche
DONNA: 1-2 Unità Alcoliche 1 U. A. =12 g di etanolo
1 bicchierino di superalcolico
1 lattina di birra
1 bicchiere piccolo di vino = =
Astensione in gravidanza e allattamento.
Astensione nelle ipertriglicerdemie moderate-severe
Anziani limitare a 1 U.A./die
Astensione nell’infanzia e adolescenza
PROSPETTO DIETETICO CONTRO IL RISCHIO CVD
Kcal 1700
PROTEINE 74 GR 16.5% DELLE CALORIE TOTALI
LIPIDI 54 GR 25% DELLE CALORIE TOTALI
GLUCIDI 199 GR 50% DELLE CALORIE TOTALI
ALCOOL 20 GR 8.5%DELLE CALORIE TOTALI
COLAZIONE:g. 150 di latte parzialmente scremato (omega3 e calc io?)+ 1 cucchiaino di cacao
fondente2/3 fette biscottate (g. 25)
SPUNTINO: g. 150 di macedonia con frutti di bosco oppure 1 bicchiere di spremuta d’arancia
PRANZO:Aperitivo:
un bicchiere di succo di pomodoro (ml. 120) condito con 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva, succo d’arancia , pepe e sale a piacere.
Primo piatto:g. 70 di pasta o riso integrale al pomodoro o alle verdure (5 volte alla settimana) g. 70 di pasta o riso integrale al pomodoro o alle verdure (5 volte alla settimana)
oppureg. 50 di pane integrale (2 volte alla settimana)Secondo piatto (tutti i giorni):g. 120 di carne magra di manzo, vitello, pollo (senza pelle), tacchino, coniglio,
lonza di maiale oppure
g. 150 di pesce: sogliola, trota, nasello, branzino, orata…1 porzione abbondante di verdura cruda o cotta
g. 200 di frutta fresca di stagione
SPUNTINO: 3 noci (g. 15) /3 QUADRETTI CIOCCOLATO EXTRA DARK
CENA:2 volte alla settimana Piatto unico in brodo:
1 fondina di minestrone di verdura + ½ patata + g. 40 di legumi secchi (ceci, fagioli, piselli,,,) oppure g. 80 freschi + g. 30 d i farro, orzo , pasta o riso
NO paneSecondo piatto:- g. 60 di prosciutto crudo, cotto, speck sgrassati o bresaola (1/2 volte alla
settimana) oppure
g. 100 di formaggio fresco come: mozzarella, ricotta , crescenza, quartirolo, robiola, fior di latte, scamorza oppure g 80 di form aggi tipo: fontina, asiago, bel paese, emmenthal, parmigiano, grana (1/2 volte alla settimana) oppure
g. 80 di tonno in scatola al naturale o sott’olio ben sgocciolato (1 volta al la g. 80 di tonno in scatola al naturale o sott’olio ben sgocciolato (1 volta al la settimana) oppure
2 uova alla coque, in camicia, in frittata (1 volta alla settimana)
1 porzione abbondante di verdura cruda o cotta
g. 200 di frutta fresca di stagioneg. 50 di pane ( 1 panino)
olio extrarvergine di oliva : 4 cucchiainigrana o parmigiano: 1 cucchiaino sul primo piattozucchero: 2 cucchiaini
vino rosso : 1 bicchiere a pasto (ml. 125)
Tè verde : si consiglia di berlo lontano dai pasti senza l’aggi unta di zucchero
Benefici nel calo ponderale nella donna
A parità di peso perso, l’intervento dietetico e le modifiche dello stile di vita portano ad una maggiore riduzione dei fattori metabolici di rischio CV e ad una significativa riduzione della prevalenza di SM nelle donne in menopausa rispetto a quelle in età fertile
I maschi, rispetto alle femmine, accumulano più grasso a livello viscerale, ma sono più sensibili al dimagrimento nella stessa zona; il comportamento delle donne dopo la menopausa si presume possa essere lo stesso di quello degli uominiquello degli uomini
Non è vero che la donna in menopausa, a parità di calo ponderale, perda più massa magra rispetto alle donne in età fertile
I benefici sono maggiori nelle donne in menopausa, tuttavia anche le donne in età fertile mostrano una significativa riduzione dei fattori di rischio CV, in particolare della glicemia basale, ben nota come fattore di rischio CV indipendente
(Effect of a weight loss intervention on anthropome tric measures and metabolic riskfactors in pre- vers us postmenopausal women
Peter Deibert,1 Daniel König, 1 Mara Z Vitolins,3 Ulrike Landmann,1 Ingrid Frey,1 Hans Peter Zahradnik,2 and Aloys Berg; Nutr J. 2007; 6: 31; 2007 October 25. doi: 10.1186/1475-2891-6-31
-10
-5
0
p<0.01
I pazienti diabetici obesihanno difficoltà a perdere pesoI pazienti diabetici obesihanno difficoltà a perdere peso
Pazienti diabeticiPazienti non diabetici
Variazione %del peso
ideale
Variazione %del peso
ideale
- 11,2%
-25
-20
-15
Wing RR et al. Diabetes Care 1987; 10: 563-566
Basale 5 10 15 20SettimaneSettimane
- 11,2%
- 20,2%
Gender May Modify the Effects of Macronutrient Intake on Metabolic Syndrome and Insulin Resistance in American Indians: The Strong Heart Study
Nella donna la maggior prevalenza di SM si associa a:
• Minore intake di PUFA• Maggiore intake di
Nell’uomo la maggior prevalenza di SM si associa a:
• Minore intake di proteine vegetali
• Maggiore intake di CHO
Specifici nutrienti (carboidrati, grassi, fibre, vitamine, alcol) sono considerati importanti nella modulazione dell’insulino resistenza e diversi studi suggerisono una differenza di genere
• Maggiore intake di proteine animali
• Maggiore intake di CHO semplici
Consigli mirati per la donna… Consumare pesce 3 volte/settimana, tra cui almeno 1 volta pesce grasso (variare il tipo) e 30 g di noci/nocciole al giorno
Prediligere l’olio d’oliva come condimento, sostituendone una porzione con un olio monoseme ricco in acidi grassi a lunga catena (olio di lino)
Minor consumo di secondi piatti ricchi di grassi saturi come carni, salumi e formaggi sostituendoli almeno 2 volte alla settimana con un piatto unico a base di legumi
(J Am Diet Assoc. 2008 May; 108 (5): 794-802)
E un po’ di attività fisica…Lo svolgimento di una regolare AF, in particolare di tipo aerobico, porta a:↑ 5 – 10% HDL, in maniera proporzionale all’intensità e alla frequenza dell’attività↑ HDL2 e ↓ HDL3, suggerendo un maggior effetto protettivo a livello CV
Significativo incremento dei livelli di apoA1Riduzione dei markers di stress ossidativo↑ sensibilità insulinica (aumento GLUT – 4)↑ sensibilità insulinica (aumento GLUT – 4)↑ rilascio di NO da parte delle cellule dell’endotelio vascolare↓ attività del sistema nervoso simpatico
…Che tipo?
Limitare l’attività fisica di tipo isometrico per le sfavorevoli ripercussioni emodinamiche
Prediligere un’attività di tipo isotonico da praticare 3 – 4 volte / settimana, ad esempio camminata a passo sostenuto, jogging leggero, nuoto, bicicletta, cyclette…
SERVIZIO SERVIZIO DIDI
PSICOLOGIA CLINICAPSICOLOGIA CLINICA
STEP 3
STEP 1PRIMO
COLLOQUIOSTEP 2
VALUTAZIONE
L’obesità può implicare fattori di natura psicologica fattori di natura psicologica fattori di natura psicologica fattori di natura psicologica su cui è importante intervenire, in modo da riuscire ad avere un maggiore controllo maggiore controllo maggiore controllo maggiore controllo sul proprio
modo di alimentarsi
STEP 3 In base alla necessità
INTERVENTI INDIVIDUALI
O INTERVENTI DI
GRUPPO
COLLOQUIO VALUTAZIONE CON TEST
PSICOLOGICI E DISCUSSIONE DEI RISULTATI
Piccoli gruppi d’incontro di 12 sedute, omogenei per età e problematiche, a cadenza settimanale e
condotti da due psicoterapeuti. L’obiettivo è quello di dar voce alle emozioni che
spesso vengono soffocate con il cibo
STEP 4MONITORAGGI
O
INTERVENTO SUL SOGGETTO OBESO O IN SOVRAPPESO
BINGE EATING SCALEStrumento self-report che valuta il comportamento incontrollato di assunzione del cibo (le abbuffate ), tenendo conto degli aspetti cognitivo e comportamentali del controllo del cibo
Confronti dei risultati ottenuti su 23 soggetti prima e dopo un trattamento di 12 incontri di psicoterapia di gruppo
Servizio di Psicologia Clinica
Valutazione EFFICACIA dell’intervento
20
PRIMA del trattamento DOPO il trattamento&
0
5
10
15
20
BES BES RETEST
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
MILLON CLINICAL MULTIAXIAL INVENTORY-IIIQuestionario self-report composto da 175 item “vero o falso”, che costituiscono 28 scale che misurano gli aspetti di personalità e patologiche
Servizio di PsicologiaPsicologia Clinica
CARATTERISTICHE principali dei soggetti obesi
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
Rivelazione
Desiderabilità
Svalutazione
Schizoide
Evitante
Depressiva
Dipendente
Istrionica
Narcisista
Antisociale
Sadica
Compulsiva
Negativistica
Masochista
Schizotipica
Borderline
Paranoide
Ansia
Somatoform
e
Bipolare
Distimia
Dip. Alcool
Dip. Droga
DPTS
Dist. Pensiero
Dep. Maggiore
Dist. Delirante
Risultati su 57 soggetti
GRAZIE PER GRAZIE PER GRAZIE PER GRAZIE PER
L’ATTENZIONE!L’ATTENZIONE!L’ATTENZIONE!L’ATTENZIONE!