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Cose dell’altro mondoDa ogni parte del pianeta arrivano a sfidare gli Azzurri

cover SC novembre09 26-10-2009 10:21 Pagina 1

FORTE PER NATURA.

NASCE LA NUOVA GENERAZIONE DAILY. PIÙ RISPETTO PER L’AMBIENTE, PIÙ RISPETTO PER CHI LAVORA.

● NUOVI MOTORI 140 E 170CV EEV● MOTORE 136CV NATURAL POWER CON ALIMENTAZIONE A METANO/BENZINA● ESP CON LOAD ADAPTIVE CONTROL DI SERIE● MTT DA 2,8 A 7T CON PORTATA UTILE FINO A 4,7T● 7.000 CONFIGURAZIONI DISPONIBILI PER SODDISFARE OGNI ESIGENZA

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Sommario

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sommario5 Editoriale

Comitato promotore Roma 2020

6 RicordiElsner, una vita per la gente

8 FocusFinanziare e programmare

10 FormazioneIl capitano del diporto nautico

12 Diritto e rovescioLa sponsorizzazione e la sua tutela

13 Cultura sportivaSpettacolare, travolgente,incredibile

14 FocusUn caso di rugby

16 RugbyAll Blacks

18 CoverSiamo pronti per gli extraterrestri

24 BaseballThat’s baseball!

28 OlimpiadiTaiwan colorata d’azzurro

32 Sport&finanza36 Sfide

The Italian Dream40 Taekwondo

Due azzurri d’argento44 Fiamme Gialle

Le Fiamme Gialle a Skipass 200948 Sport estremi

Febbraio 2010 The Big Nail52 Politica sportiva

Il rapporto tra lo sport e la politica54 Etica sportiva

Arriva Eticamp58 Tiro a volo

Tra scienza e innovazione60 Squash

Con l’occhio del tecnico62 Pallanuoto

La pallanuoto nella capitale64 Calcio

Eccellere anche nel calcio66 Basket

80 anni e non sentirli

68 Golf74 Roma Tuttincircolo82 Napoli Tuttincircolo86 Fitness88 Sport style

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Sport Club Editori srlvia Morlupo, 51 ß 00191 Romatel. 06 97600342fax 06 [email protected]

Direttore editoriale Luigi Capasso

Sport ClubAnno VII - n. 53 - Novembre 2009Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

Direttore responsabile Luigi Capasso [email protected]

Editorialisti Piero Marrazzo, Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Pino Capua, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio, Tommaso Mandato

Hanno collaborato a questo numeroMatteo Cirelli, Fabio Onnis, Carlo Stigliano, Silvia Pittelli, Gianluca Scarlata, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Anna Tina Mirra, Alexia Amaricci, Andrea Cecinelli, DanielaPerrone, Gianni Boninsegna, Pietro Malato, Luigia Latteri,Andrea Friedrich, Mattia Morandi

Golf Simone SelliMotori Matteo CirelliSport&Finanza Marcel VulpisRugby Andrea Cimbrico

Presidente Onorario Giuseppe CapelliConsiglio di amministrazione Sport Club EditoriLuigi Capasso, Giuseppe Capelli e Donatella Fedeli

Progetto grafico e ImpaginazioneAdversign [email protected]

Pubblicità Adversign s.r.l.Davide CampanellaVia Morlupo, 51 - 00191 Romatel. 06 97600342cell. 335 [email protected]

Redazione NapoliSportform - Centro Direzionale Is. B/3 - Napolitel. 081 19562785 - fax 081 [email protected]

Fotografie Grazia NeriStampa Plus Group s.r.l. - RomaFinito di stampare nel mese di ottobre 2009

Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.

È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso s.r.l.

Sport Club è anche su

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pg

di Luigi Capasso

tiamo entrando nelsettimo anno di vi-ta della nostra rivi-sta. 53 numeri, tan-

ti speciali. Milioni di copie dis-tribuite gratuitamente. Migliaiadi pagine scritte con passioneed amore verso lo sport. Il sottoscritto, editore e diretto-re responsabile, mai una riga,mai un articolo a testimoniareche se non hai niente di impor-tante da dire e sempre giustostare in silenzio e dare spazio achi ha più argomenti di te: la pa-rola è un’arma da usare in mo-do giusto, può essere sciabolama può essere fioretto. Destra osinistra, neri o rossi, bianco lat-te o neri carbone, giallorossi obiancocelesti, per SPORT CLUBl’importante è che si promuovalo sport quello “giusto”, quello“buono”, fatto di cultura ed eti-ca, fatto di valori che siano stru-mento di insegnamento per i no-stri ragazzi. E non a caso diamospazio a tutte quelle disciplinesportive che molte volte lavora-no sotto traccia e non sotto i ri-flettori sparati dei grandi massmedia. Poi arriva il 2 ottobre eda Copenhagen si comincia a bi-sbigliare su una possibile can-didatura di Roma per le Olim-piadi 2020.

Il sussurro diventa urlo. E via i soliti nomi, le solite per-sone, i soliti proclami. Seguiamo le linee guida del pre-sidente CONI Gianni Petrucci che

correttamente ha stilato in fret-ta e furia un decalogo per sce-gliere con serenità la città giu-sta per un possibile successo. Noi di SPORT CLUB scendiamo

in campo ufficialmente, chie-diamo a gran voce che ci dia-no la possibilità di organizzaredelle Primarie d’opinione perscegliere gli uomini e le donnegiuste che possano intrapren-dere questa avventura verso unsogno a cinque cerchi. Vogliamo che gli sportivi co-muni, praticanti e non, diano illoro contributo a scegliere ilComitato Promotore. Vogliamo andare nei circoli,nelle palestre, nei campetti adascoltare il giudizio ed il con-siglio dello sportivo qualunqueche dando il suo voto possa es-sere finalmente partecipe di ungrande evento. Organizziamo e paghiamo noi.Non c’è problema. Vogliamo chequesta avventura olimpica na-sca sotto il segno della traspa-renza, della limpidezza, del ri-spetto per chi mette tanto amo-re e non viene mai considerato. Ascoltiamo la gente della Capi-tale che, comunque, dovrà es-sere protagonista di questa av-ventura olimpica. E poi Mila-no, Venezia, Palermo, Bari:quante città si sono candidate,ma come musicava GiacomoPuccini …TU NON VEDRAINESSUNA COSA AL MONDOMAGGIOR DI ROMA…

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Comitato Promotore Roma 2020.Vogliamo le Primarie.Paghiamo noi

Editoriale

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di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma

on la morte di GianniElsner abbiamo persoun “faro”. E questo nonè solo un modo di di-

re, che spesso si usa per ricordareche se ne va. Con Gianni scompa-re davvero un “faro”, un punto diriferimento, non per una ma perdiverse buone ragioni.Da ragazzi che hanno fatto dell’im-pegno politico uno stile di vita, spes-so da lui abbiamo tratto l’ispirazio-ne e certamente la consapevolezzache bisogna sempre rispettare il pat-to che si stringe con la comunitàcittadina, sempre. Perché la politi-ca è prima di tutto rappresentanza,partecipazione e rispetto. Per que-sto non possiamo ricordare quandoGianni Elsner fu eletto in parlamen-to e il suo mandato si risolse imme-diatamente nell'impegno a favoredi qualcuno. Non si può interpreta-re diversamente la circostanza piùunica che rara di un parlamentareche destinò per intero il suo stipen-dio in quel periodo alla casa di ri-poso per artisti di Bologna. Una lezione, appresa via radio co-me tante altre, che Gianni Elsnerimpartì con classe, professionali-tà e semplicità. Anche attraversoil suo impegno radiofonico e le suetrasmissioni abbiamo compresoche il servizio ai cittadini è l'uni-ca ragione vera di essenza di unpolitico che altrimenti si annodaintorno a se stesso e non ha mo-tivo di essere. “Politica”, per comela intendeva Gianni, voleva direbattaglia sociale, battaglia per mi-

gliorare le condizioni di vita ditanta gente nel mondo e in modoparticolare di quella dei bambini.Da qui le adozioni a distanza, ben3000 e la costruzione di una scuo-la in Paraguay: sono entrambeperle di un impegno totale e fattodi amore e solidarietà. Un anchor-man, come si dice oggi, solido ebattagliero, politico nel senso piùautentico del termine. O forse unpolitico sempre, anche al di là deimandati, con innato il concetto dipolis (città), da trasmettere e radi-care. Ma faremmo forse un'ingiu-

stizia se parlassimo di Elsner solocome anchorman, politico, uomoimpegnato in questa e quella bat-taglia di sensibilizzazione. Gian-ni, seppur non romano di nascita,era un innamorato della nostra cit-tà della quale divenne “ambascia-tore”. Ma soprattutto era innamo-rato della Lazio e a ben vedere èstato uno di quegli intrattenitoriradiofonici (guai a definirlo gior-nalista) che ha insegnato ad ama-re ancor di più la Lazio, a costruir-le e a restituirle (quando è statonecessario) una dignità e un ran-

go di primissimo. Sociale che si fonde allo sport el'impegno vero di Gianni che hapure insegnato a molti ragazzi dioggi un mestiere che praticamen-te non esisteva prima, quello dispeaker radiofonico. Ci ha regala-to la “radio parlata”, che prima dilui praticamente non esisteva né aRoma né in Italia.Tante volte lo abbiamo sentito du-ro e quasi sprezzante al telefonocon qualche radioascoltatore, maabbiamo sempre compreso che erauna durezza necessaria per inca-nalare nel giusto verso un ragio-namento. Gianni era un buono eanche per questo non tollerava cat-tiva fede e scarsa civiltà. Sarà sem-pre nei cuori di chi ha avuto la for-tuna di conoscerlo e nel ricordo dichi lo ha sempre ascoltato e che loha considerato di famiglia.

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Ricordi

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Elsner, una vita per la gente

“Politica”, per come la intendeva Gianni, voleva dire battaglia sociale, battaglia per

migliorare le condizioni di vita di tanta gente nel mondo e in modo particolare

di quella dei bambini.

Gianni Elsner tra i tifosi della Lazio

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la tutela sanitariadi chi pratica attività sportiva

visite di idoneità sportive agonistiche e non agonistiche

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Prenotazioni e informazioni:tel.: 06.35528393/394/324/459centralino: 06.355281fax: 06.35528387

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a Regione Lazio, inquesti ultimi anni, èstata palcoscenico diimportanti eventi

sportivi internazionali, ne sonoesempio il recente Mondiale dinuoto e la finale del Mondiale diBaseball. Per poter continuare adesser candidati forti e credibili pereventi di questa portata, bisognadotare il territorio di strutturesportive e infrastrutture. Luoghidi sport all’altezza degli standardinternazionali in cui ospitare econtemporaneamente investire sulsostegno e sulla diffusione dellapratica sportiva per tutti, che ri-tengo sempre un importante in-dice del grado di benessere di unterritorio. Questo vuole essere l’o-biettivo finale del progetto “Im-pianti a misura di sport”, promos-so dall’Agenzia Regionale per loSport (Agensport), in collabora-zione con il CONI Regionale La-zio e la CONI Servizi, progetto alquale sia io che l’Assessore Giu-lia Rodano teniamo particolar-mente. Questo progetto è suppor-tato anche dal Presidente del Co-ni Nazionale, che a luglio scorsoha firmato con l’Agensport unprotocollo d’intesa che prevedeun’ampia collaborazione tra lenostre istituzioni. Il progetto pre-vede l’utilizzo di una piattaformainformatica, predisposta dalla CO-NI Servizi, che consenta di moni-

torare costantemente ed aggior-nare le informazioni relative agliimpianti sportivi e alla loro frui-bilità. L’obiettivo di “Impianti aMisura di Sport” è quello di darealle amministrazioni locali unostrumento di pianificazione delservizio sportivo nel territorio delLazio. Si vogliono poi rendere ac-cessibili e di facile lettura le in-formazioni contenute nel databa-se ai cittadini, attraverso i porta-li delle diverse amministrazioni,in modo da fornire loro un eccel-lente servizio. Il sistema renderàpossibile l’aggiornamento del da-to in modo costante, massimiz-zando il ruolo ed il contributo de-gli enti locali, attraverso un mo-

dello di censimento de-localizza-to, fornendo un servizio al citta-dino sui luoghi dove praticarel’attività sportiva.Un’importante novità, rispetto aiprecedenti censimenti, sarà lageoreferenziazione degli impian-ti che, correlata agli indici di pres-sione demografica, consentirà unaserie di analisi di geomarketing.Il rapporto tra domanda e offer-ta di sport nelle diverse aree for-nirà agli enti locali della Regio-ne un quadro preciso per l’orien-tamento degli investimenti eun’analisi del servizio sportivoche gli impianti sono in grado dioffrire. Il progetto coinvolgerà,oltre al Comune e alla Provincia

di Roma, le altre quattro Provin-ce: Frosinone, Latina, Rieti e Vi-terbo. Il Lazio è stato scelto dalComitato Olimpico Nazionale co-me regione pilota per lanciarequesta piattaforma che verrà suc-cessivamente riproposta, dopo lafase di sperimentazione che ci ve-de coinvolti, in chiave nazionale.La Regione inoltre non intende

solo programmare ma anche so-stenere gli investimenti riguar-danti l'impiantistica sportiva.Questa è la finalità della conven-zione stipulata con l'Istituto peril Credito sportivo, il Coni e Ban-ca Impresa Lazio.L'obiettivo è sostenere la costru-zione di nuovi impianti o il recu-pero e la riattivazione di struttu-re già esistenti. Ma anche la rea-lizzazione e riqualificazione degliimpianti secondo criteri di soste-nibilità ambientale e in particola-re di risparmio energetico e uti-lizzo di fonti rinnovabili. L'accor-do punta anche a sostenere gli in-terventi strutturali, relativi alle at-tività sportive e culturali svolte,dalle parrocchie, dagli istituti cat-tolici e dagli altri enti di culto ri-conosciuti dallo Stato. I grandi appuntamenti, e pensoanche alle Olimpiadi, si prepara-no per tempo attraverso una col-laborazione tra tutti i soggetti co-involti, innanzitutto il CONI, e conuna politica sulle infrastrutture.

di Piero MarrazzoPresidente della Regione Lazio

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Focus

Finanziare e programmare.Impianti a Misura di Sport

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Formazione

Il Capitano del diporto nautico: nuova figura

del charter a vela...a cura dell’Avv. Tommaso MandatoPresidente Sport Form

nche se quando si par-la di impresa sportiva,non è il primo riferi-mento che viene in

mente come la scuola calcio o il cir-colo di tennis, ma quello del dipor-to nautico è senza dubbio un set-tore che rientra a pieno titolo nel-la definizione. La vela, infatti, è cer-tamente uno sport, e di conseguen-za le imprese che organizzano scuo-le, corsi e crociere per velisti e aspi-ranti tali, rientrano perfettamentenella definizione di impresa sporti-va. Inoltre, quello del charter ma-rino, è un fenomeno decisamenterilevante anche sotto il profilo eco-nomico: solo in Italia, infatti, il tu-rismo sportivo nautico rappresen-ta un giro d'affari d'oltre 36 milio-ni di euro, secondo le stime del Cen-sis nel Terzo Rapporto sull'Econo-mia del Mare. Nel nostro paese que-sta peculiare forma di vacanza, checoniuga perfettamente turismo esport, è letteralmente scoppiata ne-gli ultimi anni. Complice anche unaforse troppo disinvolta politica diincentivi statali, le imprese che sioccupano di charter nautico sonospuntate come i funghi in autun-no, e forse proprio per questo han-no attirato l'attenzione del legisla-tore, che ha deciso di regolamenta-re in maniera chiara e definitiva unamateria in cui s'accavallavano co-dici e leggi diverse, con l'ingom-brante presenza del vecchio Codi-ce della Navigazione. Così, il 15 Set-tembre 2005 è stato varato il nuo-vo Codice della Navigazione da Di-porto e poi, fattesi evidenti alcunelacune in quel testo, è stato appron-tato il Decreto 29 luglio 2008, n.

146, Regolamento di attuazione del-l'articolo 65 del decreto legislativo18 luglio 2005, n. 171. Particolar-mente interessante in quest'ottica,a parere di chi scrive, è la regola-mentazione della figura del coman-dante da diporto nautico, il cosid-detto skipper, ovvero lo sportivoprofessionista non agonista che ac-compagna in barca i clienti. Nel linguaggio marinaresco, lo skip-per è il capitano di una piccola na-ve da cabotaggio (per cabotaggio siintende la navigazione marittimacostiera con navi di piccole e me-

die dimensioni). Nel linguaggio sportivo è invececolui che dirige le manovre delleimbarcazioni a vela da regata. Inun’accezione più ampia lo skipperè il conduttore di imbarcazioni dadiporto a motore o a vela, con osenza motore ausiliario, adibite alnoleggio per la navigazione nelleacque interne e nelle acque marit-time senza limite di distanza dal-la costa. Questo termine, la cui eti-mologia deriva dell'olandeseschipper, sta ad indicare oramai intutta Europa la figura del coman-

dante, tipicamente d'imbarcazio-ni a vela. Il comandante è, da unpunto di vista giuridico, una figu-ra non ben identificata, e confu-sa spesso con il conduttore. Ed èchiaro che, da un punto di vista dirapporto di lavoro in ambito spor-tivo, il comandante si configuracome uno sportivo professionistanon agonista, essendo il suo lavo-ro tipicamente quello d'un atletavelista impiegato in un ambitonon competitivo. Quella del co-mandante è una figura che, perlegge, deve essere obbligatoria-mente presente, e quindi indivi-duata, su ogni unità da diporto. Quella dello skipper è una profes-sione affascinante che offre l’op-portunità di vivere esperienze dav-vero interessanti. Ciò nondimeno èun lavoro molto duro: occorre ave-re la passione per il mare, amare lavita all’aria aperta, avere spirito diavventura, essere in grado di sop-portare la fatica e sapersi adattarein qualunque situazione. È indi-spensabile conoscere bene almenodue lingue straniere (preferibilmen-te inglese e francese), avere una cer-ta abilità manuale e saper cucina-re. L’esercizio della professione diskipper è subordinato al possessodella patente nautica. Per il conse-guimento della stessa è necessariofrequentare con esito positivo i cor-si organizzati dalle “scuole nauti-che”, sparse su tutto il territorio na-zionale. Successivamente, si puòapprendere la necessaria competen-za tecnica direttamente sul campooppure frequentando i corsi di for-mazione per skipper organizzatidalle scuole di vela e nautica.

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Cino Ricci, skipper per antonomasia

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dell’Avv. Sabrina RondinelliSpecializzata in diritto dello sportDottoranda di ricercaFac.Giurisprudenza “La Sapienza”

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Diritto e Rovescio

l contratto di sponso-rizzazione, è nel setto-re dello “Sport” cheha raggiunto la più

ampia diffusione: ciò, in quantosono proprio le manifestazionisportive con il vasto pubblico chenormalmente richiamano a costi-tuire l’occasione più propizia perla divulgazione di un marchio, diun nome o, più in generale, del-l’immagine aziendale.Le società sportive, infatti, per ef-fetto della Legge 18 Novembre1996, n. 586, hanno visto ricono-scersi lo scopo lucrativo ed il dirit-to a spiegare la loro azione anchein aree diverse da quelle stretta-mente agonistiche (seppure con-nesse e strumentali ad esse), conconseguente possibilità di sfrutta-re economicamente tutte quelle at-tività che si sviluppano ai marginidell’attività sportiva. Esse potran-no pertanto incrementare il pro-prio capitale, oltre che attraversoil consenso dietro corrispettivo al-la ripresa televisiva degli incontridelle loro squadre ed il ricorso almerchandising, anche attraversoun più ampio e remunerativo ri-corso alla sponsorizzazione dei sin-goli spettacoli prodotti. In Italia, iprimi esempi di sponsorizzazionesportiva risalgono ai primi annicinquanta, principalmente nel ci-clismo: si trattava dell’abbinamen-to degli atleti con prodotti diretta-mente legati alla loro attività spor-tiva. Successivamente, negli anni

sessanta, il fenomeno si è consoli-dato in maniera definitiva, graziealla passione degli italiani nel cal-cio. Oggi la sponsorizzazione, inoccasione di eventi sportivi, costi-tuisce, per gli investitori pubblici-tari, uno degli obiettivi più ambi-ti, oltre che remunerativi.L’attività di sponsorizzazione spor-tiva può assumere varie forme: ol-tre a quella ordinaria della spon-sorizzazione di persone fisiche, lepiù comuni tra le quali sono costi-tuite da: il c.d. abbinamento: l’as-sociazione o la società sportiva siobbliga ad affiancare alla propriadenominazione, quella dello spon-sor ovvero un suo marchio. Talvol-ta, il nome dello sponsor si sosti-tuisce a tutti gli effetti, a quello del-lo sponsorizzato.La sponsorizzazione di una mani-festazione sportiva: la diffusionedel messaggio pubblicitario avvie-ne nell’ambito di una singola ma-nifestazione, spesso intitolata allosponsor. La scelta del contraente diun contratto tipico di sponsorizza-zione della squadra nazionale noncostituisce una fase della c.d. vitainterna della Federazione italianagioco calcio (FIGC), ma rappresen-ta il momento in cui questa, qua-le organo del Coni, disciplina in-teressi fondamentali, strettamenteconnessi con l’attività sportiva;pertanto, in tal caso, la suddettaFederazione è obbligata ad opera-re la scelta del contraente del men-zionato contratto atipico di spon-

sorizzazione attraverso una proce-dura ad evidenza pubblica e nel ri-spetto delle disposizioni relative al-la stipula dei contratti da parte deisoggetti pubblici.Le sponsorizzazioni sono contrat-ti di durata, a titolo oneroso o aprestazioni corrispettive. I caratte-ri dello sponsor mutano in relazio-ne al tipo di sponsorizzazione:que-sti può, infatti, essere una singolapersona; ovvero essere costituitoda un insieme di individui chesvolgono un’attività comune; o an-cora, da un ente pubblico o priva-to che gestisce o promuove una de-terminata attività o un determina-to evento. Il fenomeno della spon-sorizzazione ha importanti ricadu-te nella materia della giustizia spor-tiva, sotto il profilo della possibilelegittimazione dello sponsor, a con-testare provvedimenti che, compri-mendo l’attività dello sponsee, pos-sono pregiudicare, di riflesso, losponsor medesimo.Se la controversia non dovesse na-scere tra lo sponsor e la Federazio-ne sportiva che ha irrogato il prov-vedimento sanzionatorio, ma do-vesse interessare le stesse parti con-trattuali, si verrebbe a profilare unaresponsabilità contrattuale .Secondo dottrina e giurispruden-za prevalenti, sarebbe, in tal caso,consentita allo sponsor un’azionediretta contro l’atleta o la squadrasponsorizzata avanti al giudice or-dinario: cioè la risoluzione delcontratto e la conseguente richie-

sta di risarcimento dei danni ex art1453 c.c. È ciò che accade, adesempio, allorchè lo sponsee vio-li i doveri di buona fede e corret-tezza, provocando una grave alte-razione dell’assetto contrattuale,tale da renderne legittima la riso-luzione. In questa ipotesi la giuri-sprudenza riconosce allo sponsoruna tutela inibitoria, mediante iprovvedimenti d’urgenza di cui al-l’art.700 c.p.c, contro dichiarazio-ni rese allo sponsee lesive dell’im-magine dello sponsor stesso. Purtuttavia si riconosce allo sponsoruna serie di altri diritti: da quellodi vedere il proprio nome unito al-l’associazione sportiva, al dirittodi apporre il nome o il marchiosulle divise sportive, nonché il di-ritto a pregiarsi della qualifica disponsor e di essere considerato ta-le. In quest’ultima ipotesi può es-sere leso, sia sotto il profilo con-trattuale che extracontrattuale. In-fatti, da un lato lo sponsee puòviolare l’obbligazione contrattua-le assunta, attraverso un compor-tamento tipico, come nel caso diomesso abbinamento del nome edel marchio dello sponsor al no-me della squadra; dall’altro, la le-sione può avvenire anche ad ope-ra di un terzo, mediante un com-portamento atipico, quale la ne-goziazione della qualifica dellosponsor: è l’ipotesi della menzio-ne di una squadra sportiva, nonaccompagnata dall’indicazione delnome o del marchio dello sponsor.

La sponsorizzazione e la sua tutela

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osì ha commentatoCarlos Osorio, segre-tario generale dellacandidatura brasilia-

na alle Olimpiadi 2016. Perché leOlimpiadi arriveranno a Rio e ilBrasile avrà l’occasione di ospita-re quel particolare momento di ric-chezza e prestigio. Le Olimpiadi so-no un’occasione clamorosa per ri-lanciare l’economia e questo losanno tutti, uno per tutti il presi-dente degli Stati Uniti Obama, cheper la sua Chicago si era espostoin prima persona. Aveva fiutatovelocemente un’occasione per ri-sollevare la città, che insieme alpaese vive in pieno la crisi econo-mica, ma la sua occasione è sfu-mata proprio al primo turno. Ol-tre a Chicago sono state elimina-te Tokio e Madrid e così anche ilSud America avrà le sue primeOlimpiadi. Quest’evento all’Italia ètutt’altro che indifferente, perchéè noto che le olimpiadi non ven-gono mai assegnate due volte nel-lo stesso continente, quindi per il2020 ci sono concrete possibilitàche i Giochi Olimpici possano at-terrare a Roma.La capitale si è già mobilitata e ilsindaco sa che una città per meri-tarsi le Olimpiadi deve mettere incampo progetti e idee, presentarsicoesa e fare gioco di squadra. Leparole di Alemanno sono chiare:“Per raggiungere l’obiettivo l’im-portante è essere compatti, presen-tare una città e un paese unito”.

Anche Giovanni Malagò, presiden-te del comitato organizzatore deiMondiali di nuoto di Roma 09, di-ce la sua:” L'ipotesi e la realizza-zione anche della sola candidatu-ra deve essere una gioia, e io so-no completamente a disposizione.Roma e l'Italia hanno tutte le car-te in regola per concretizzare que-sta candidatura. La città è il nostropunto di forza, è una delle città piùbelle del mondo e offre qualcosadi più e di diverso rispetto alle al-tre città. I problemi sono noti, e fa-cilmente comprensibili. Ma se c'èuna volontà unitaria i nostri ele-menti a favore battono qualsiasiconsiderazione negativa”.Roma ha già avuto da poco dueresponsabilità sportive interna-

zionali di notevole peso, la fina-le di Champions League e i mon-dali di Nuoto, e l’anno prossimoospiterà i mondiali di Pallavolo.Insomma, la capitale nonostan-te tutto si sente pronta al passosuccessivo. Ma il passo è gran-de e molto importante, e i ritar-di e gli scivoloni questa voltanon sono ammessi. A Pechino2008 gli atleti erano più di10.000, i Paesi più di 200, i gior-nalisti più di 10.000. Numeri“mostruosi”, per non parlare del-la diffusione radiotelevisiva esulla rete. Una tale presenza, piùdi due settimane di sport di al-tissimo livello su più impianti incontemporanea propongonoun’organizzazione molto impe-

gnativa. La sicurezza e i traspor-ti, dal punto di vista del pubbli-co, sono una assoluta priorità.La sicurezza prevede un control-lo che non può essere sparpa-gliato in una regione, ma che de-ve essere contenuto in una cit-tà, anche se questa è una metro-poli grande come Roma, nonparagonabile alle dimensionienormi di Pechino. Insomma gliostacoli sono tanti e sono alti,ma l’occasione è ghiotta e l’Ita-lia ha le carte in regola per pren-derla al volo. Farsi trovare im-preparati vorrebbe dire doveraspettare ancora troppi anni perle Olimpiadi, e in questo momen-to sarebbe proprio un’amara per-dita per il paese e per la città.

di Paolo Del Bene Docente del Corso di Laurea

di Scienze MotorieUniversità Tor Vergata

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Travolgente

incredibilespettacolare

le Olimpiadi di Roma ‘60

Cultura sportiva

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del prof. Daniele Popolizio Resp.le “Progetto Europeo sullo Sport”,Direttore Generale CENPIS

siamo al Rugby, unosport relativamentenuovo nella culturasportiva italiana.

In occasione della imminente com-petizione voglio descrivere un ca-so che abbiamo affrontato in tem-pi recenti di un campione della na-zionale inglese di rugby.“Un vero talento”, mi disse il suoallenatore quando me lo presentòin seguito ad un infortunio piutto-sto serio ai legamenti del ginocchiodal quale l’atleta faticava a ripren-dersi dal punto di vista psicologico.Accade spesso per la verità che uninfortunio serio costituisca un veroe proprio trauma, uno shock per l’at-leta in base alla dinamica in cui èavvenuto e alla serietà dello stesso,o alla difficoltà nella fase di recu-pero. Mi vengono in mente, a pro-posito, Federica Pellegrini col ma-lore di Genova (causato da un’asmapoi diagnosticata) e Alberto Aqui-lani, di recente entrato a far partedel nostro programma di prepara-zione psicologica per atleti di èlite.Accade che in momenti particolaridella vita, momenti in cui si è piùesposti e fragili, il verificarsi di un’e-sperienza o di una serie di eventicontingenti negativi, possano fun-gere da “dispositivo di innesco” diuna reazione a catena che spessoconduce l’individuo sull’orlo del ba-ratro. Si tratta, come ci ricorda Aa-ron Beck (1984) noto a livello inter-nazionale per i suoi studi sulla de-pressione, di esperienze che conno-tano una perdita importante per l’in-dividuo, un vissuto di perdita che siallarga a macchia d’olio pervaden-

do l’immagine che la persona ha dise stessa, del mondo e del suo futu-ro (la cosiddetta “triade cognitiva”).Questi avvenimenti possono essereovvi e vistosi, come la perdita di unapersona cara, o più sottili e sfuggen-ti, come una delusione dovuta allosquilibrio fra sforzo profuso e risul-tato finale (per esempio un insuc-cesso o una forte delusione). Il fatto è che a partire da questo“evento negativo” l’individuo atti-va dei modelli cognitivi di perdita,cioè dei pensieri negativi precosti-tuiti e immodificabili (poiché rite-nuti assolutamente validi) che rin-forzano sempre più il suo vissutoemotivo di sconfitta, disistima e sfi-ducia. Si viene così a creare un “cir-colo vizioso” in cui i vissuti prova-ti agiscono a loro volta sui pensie-ri negativi fino a strutturare dellevere e proprie convinzioni. Questeultime “orienteranno” l’individuo inuna sorta di “visione tunnel”, percui riesce a prendere in considera-zione soltanto i lati negativi delleesperienze e mai quelli positivi o,addirittura, vedere il negativo là do-ve non c’è. É in questi momenti chei nostri meccanismi di difesa pos-sono entrare in crisi, minacciandol’equilibrio personale. “Io sono unosfortunato per natura”, così mi dis-se l’atleta nel nostro primo collo-quio. Questa affermazione è indica-tiva del “sommerso” che sostieneuno stato depressivo, soltanto lapunta dell’iceberg. Più in dettaglio,lo stress circostante funge da “atti-vatore” del nostro sistema nervosoe ormonale, scatenando intense rea-zioni chimiche e psicologiche nel

momento in cui l’individuo non èpiù in grado di fronteggiare le ri-chieste ambientali (è scientificamen-te documentato un consistente in-nalzamento del livello di serotoni-na, un neurotrasmettitore che rego-la l’umore, in concomitanza di unostato depresso).La resilienza coincide appunto conquella particolare abilità, in parteinnata in parte da acquisire, di trar-re insegnamenti utili da esperienzenegative; è in altre parole la capa-cità di restare lucidi nei momentidifficili, senza confondere le espe-rienze attuali con quelle preceden-ti, utilizzando strategie efficaci esempre nuove. E con i nostri me-todi si può oggi addestrare. L’atle-ta iniziò il nostro programma e ri-conquistò la nazionale con un po-sto di titolare, disputando un otti-mo Sei Nazioni. Ora, come ci diceE.H. Erikson, la crisi personale è unatappa necessaria per il passaggio dauna fase all’altra del ciclo vitale diun individuo, e la sofferenza chel’accompagna è un ingrediente in-

dispensabile per la sua riuscita. Avolte però si può verificare il bloc-co in una di queste fasi da cui si èincapaci di uscire, in cui ci arenia-mo a causa del verificarsi di quel-le esperienze, che abbiamo visto es-sere capaci di scatenare delle rea-zioni a catena molto forti e allequali attribuiamo significati del tut-to personali. Le nostre reazioni so-no dunque una modalità di rispo-sta a queste frustrazioni, ad insuc-cessi per noi significativi.E se è vero che uno sport troppo esa-sperato nella ricerca della vittoriapone l’individuo sotto stress, avvi-cinandolo più al robot che all’esse-re umano, è altrettanto vero, comedimostrano i recenti dati scientifi-ci, che è nello sport stesso che pos-siamo trovare gli elementi della cu-ra e della terapia di taluni difficol-tà emotive. Perché per esprimere iltalento è fondamentale scoprirlo eaddestrarlo nel tempo, anche da unpunto di vista psicologico, rimuo-vendo tutte le nostre reazioni dis-funzionali alla nostra performance.

Focus

E

Un caso di Rugby

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di Paolo Cecinelli Caporedattore centraleLa7 Sport

a Nuova Zelanda è laterra promessa delrugby. Tra i simboli diquesto meraviglioso e

pacifico paese c’è il Kiwi, che nonè un frutto ma un uccello senzaali. Al Kiwi non serve volare.Quando all’alba del sesto giornoDio creò la Terra, gli disse: “Rima-ni qui, non avrai mai bisogno discappare. Questa sarà una terra pa-cifica”. Anche le origini del rugbyin Nuova Zelanda sono particola-ri. Sembra, infatti, che la primapartita fu organizzata il 14 mag-gio del 1870 da un certo CharlesJohn Munro in un giardino bota-nico. Munro era una brava perso-na e per non scontentare nessuno,

in barba alle regole di gioco spe-dite con un vaporetto dall’Inghil-terra, decise di schierare 18 gioca-tori per squadra anzichè 15. I neo-zelandesi sono rimasti così. Paci-fici, coinvolgenti, soprattutto ami-ci. Non si fanno problemi con nes-suno, al massimo lo travolgono.Come fece Jonah Lomu a Mike Cattnella Coppa del Mondo del 1995.Se lo trovò di fronte, tra lui e la li-nea di meta, alzò le ginocchia econtinuò a correre schiacciandolocome una noce. Spontanei e sim-patici come Tana Umaga e suo cu-gino Ma’a Nonu che nel 2004 ri-masero bloccati nel traffico di Ro-ma, scesero dal pulmann e sposta-rono a braccia tre auto rimetten-

dole poi a posto. Ogni giocatoreche ha vestito quella mitica ma-glia nera ha una storia tutta da rac-contare. Dave Gallaher, il capita-no della squadra che nel 1905 fe-ce il primo tour in Europa e diedeinizio alla nomea di “Imbattibili”.Gallaher, nonostante fosse un“avanti” ovvero uno degli otto uo-mini di mischia, era sempre stac-cato dal raggruppamento diven-tando spesso l’uomo in più. Per gliinglesi fu una vera umiliazione,soltanto i gallesi dopo averli stu-diati per tutto il tour riuscirono atenergli testa. Per far comprende-re lo spirito leale degli All BlacksPaolo Rosi amava raccontare lastoria di Rob Deans, il giocatore

Rugby

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L

Vengono in Europa ogni due anni, in Italia ogni cinque. Vivono esattamente dall’altra parte del mondo, nel senso che se fate un buco per terra e scavate in profondità sbucate proprio a casa loro.

All Blacks

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che solo sul letto di morte giurò chela meta segnata al Galles era vali-da. Uscire dal campo è stata sem-pre un’umiliazione ma per un AllBlack lo è ancora di più se si è cac-ciati dall’arbitro, cosi’ WilliamMcKenzie per mascherare la primaespulsione della storia uscì dal cam-po fingendo di zoppicare.Il secondo espulso fu Colin Earl

Meads nel 1967, un pastore che gio-cava al rugby e si allenava portan-do in spalla le pecore su e giù perle colline. Meads aveva una forzaincredibile, i suoi placcaggi eranocorretti ma devastanti, al limite del-la decenza. Venne gentilmente in-vitato ad uscire dal campo per gio-co violento da un arbitro irlandesedurante un test-match contro laScozia al Murrayfield.Colin Meads salvò la sua reputazio-ne solo per i suoi trascorsi di gio-catore duro ma educato. I giornalineozelandesi lo accusarono pesan-temente di aver tradito lo spirito fairdegli All Blacks, in sua difesa sischierò il primo ministro con undiscorso molto appassionato in Par-lamento. Brian James Lochore, unodei più grandi giocatori degli an-ni’70, che da piccolo cavalcava ipony e da grande ne trasportò unofacendolo accomodare sui sedili po-steriori della sua auto “Chevy”, coni finestrini aperti ed il muso del ca-vallo che sporgeva fuori. Estrover-si e testardi come Ian Andrew Kirk-patrick, 39 test-matches con la ma-glia della Nuova Zelanda tra il ‘67

ed il ‘77, considerato l’inventore delruolo della terza linea “blink flan-ker”, ovvero quella deputata alla di-fesa. Per Kirkpatrick fu del tutto ca-suale e spontaneo, chiamato a so-stituire il grande Lochore nel 1968,interpretò il ruolo in maniera deltutto inedita tanto da diventare unriferimento per tutti. Nonostante lasua mole, un metro e novanta cen-timetri, Kirkpatrick era anche un ot-timo calciatore. Piazzava il pallonecolpendolo di punta da qualunqueposizione e aveva una facilità an-che nel drop (per chi proprio nonne sa nulla, si tratta di calciare ilpallone di rimbalzo e mandarlo inmezzo ai pali della porta duranteuna fase di gioco). John James Kir-wan, anche lui dieci anni da titola-re, racconta che la maglia degli AllBlacks è sacra. “Quando te la con-segnano e la prendi in mano, sco-pri che è pesantissima – dice John- il tessuto è molto erto ed intrisodella sua storia”. Ogni volta che gliveniva consegnata la maglia, ilgiorno prima della partita, John lastendeva sulla sedia vicino al letto,con il numero 14 verso di lui e poi

si addormentava tranquillo, alme-no sino al calcio d’inizio della par-tita. Gli All Blacks hanno vinto so-lo una volta la Coppa del Mondoma sono considerati comunque lasquadra più forte del mondo ova-le. Tutti conoscono la danza dell’-Haka, qualcosa su cui non sonogradite ironie, i neozelandesi nehanno un grandissimo rispetto per-ché fa parte della loro cultura e re-ligione. Si tratta di un rito delle an-tiche tribù maori, rivisitato e cor-retto nel tempo dagli stessi AllBlacks. è una composizione di ben-venuto, esultanza e disprezzo suo-nata con molti strumenti: mani, co-sce, piedi, petto, voce e lingua cheviene mostrata in segno di sfida agliuomini. Esprime la passione, il vi-gore e l’identita’ razziale dei mao-ri. Recentemente, durante una bel-lissima alba boreale, gli All Blackssi sono fatti fotografare su di unaspiaggia. Hanno atteso che un’on-da del mare bagnasse la sabbia fa-cendola diventare uno specchio ar-gentato e poi hanno intonato il dol-ce ma terribile canto di guerra del“ka mate, ka mate…”.

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Siamo pronti per g

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di Giorgio Cimbrico

r gli extraterrestriConsiglio affettuoso e disinteressato per novembre, tempo di test: chi non è riuscito a

conquistare un biglietto per San Siro – Gran Canyon del calcio prestato al rugby, dove chifinirà nell’anello più alto dovrà ricorrere a binocoli con ottica Zeiss usate dagli ufficialidella Kriegsmarine – tenti di assicurarsene uno per Udine, quando (21 novembre) una

settimana dopo il match con gli All Blacks, agli Azzurri toccheranno gli Springboks.

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noto quanto sia difficile, duranteil flusso consueto della nostra vi-ta, calarsi nella comprensione pie-na delle categorie storiche, ed è

proprio questo Sudafrica a permettere anali-si e salto: ha conquistato il suo secondo tito-lo mondiale giusto due anni fa, mettendo invetrina quella sicurezze quel controllo racco-mandati dall’industria di vertice del pneuma-tico, è andato a vincere due volte in NuovaZelanda, ha estirpato gli artigli ai Lions chetornavano nell’Africa australe sulla spinta diantichi tour vittoriosi, ha rimesso le mani sulTri Nations, è risalito, come è giusto sia, in ci-ma al ranking mondiale. Se i parametri nonsono acqua fresca (nel tennis ogni tanto ca-pita, nel rugby no), il presente è già storia.

Il Sudafrica offre un rugby “rinfrescato”, mache affonda nel tempo: sufficiente far focusanche su un solo giocatore, guardare la suacorsa: più he quella di una springbok, genti-le e balzante gazzella, è la carica di un bufa-lo munito di una calotta che unisce le cornae protegge il cranio. Sempre a testa in avan-ti, incurante dell’impatto, aggressivo, corag-gioso, quasi crudele, anche con se stesso.

E ora, guardare e valutare le componentidella squadra, formidabile cocktail: olande-si (Boeri), tedeschi, francesi di antica radiceugonotta, britannici (pochi…), neri dopo chequindici anni orsono, la democrazia e l’ugua-glianza sono tornate a respirare dopo lungaasfissia, al termine di un difficile flusso di arialibera nei condotti della società. Oggi è sem-pre toccante vederli schierati cantare tutti as-sieme Nkosi sikeleli Afrika con commozione,con partecipazione, anche le parti previste in

xhosa. Lontani i tempi in cui i boeri preferi-vano Die Stem, marziale e fascista. Il rugbysudafricano è coinvolgente perché pesca nel-le origini, caratteristiche e caratteriali, del gio-co: sfida, battaglia, confronto impietoso sinoall’abilità nello sfruttare quell’unico virtuosi-smo concesso dentro una centrifuga di corpie di gesti. Con un drop hanno vinto un mon-diale, il loro primo: era il 25 giugno 1995all?Ellis Park di Johannesburg, e fu un altropasso nel lungo cammino della libertà propo-sto da quel vecchio numero sei, Nelson Man-dela, il Gandhi del nostro tempo. Tutti gli deidella terra lo abbiano in gloria.

Versione per i materialisti: che giunte ol-tre i novantanni, le cellule del Madiba sub-iscano il più rallentato dei processi di in-vecchiamento. Evidente che, per scelta del luogo, l’evento (latentazione è naturalmente di scriverlo maiu-scolo) di stagione sia fissato in Italia-NuovaZelanda del 14 novembre, nel maxi-stadio mi-lanese intitolato a Peppino Meazza. Un tuttoesaurito oltre i settantamila spettatori già po-

ne San Siro ai livelli di uno stracolmo Millen-nium di Cardiff, nelle vicinanze dello Stadede France, di Twickenham e di Croke Park, da-vanti a Murrayfield dove i sold-out sono sem-pre più rari. Il record su suolo italiano (i 45.00dell’Olimpico romano per Italia – Sudafricadell’annata 1995) è già stato superato da lun-ghe settimane di vendite e di prenotazioni.Spericolato e poco onesto promettere mirabi-lie o sovvertimenti in un gioco spietato e mol-to esatto quale è quello inventato dal reve-rendo sepolto a Mentone. Raccogliere uovadopo aver pensato fugacemente a una tavolaimbandita di tacchini può essere l’obiettivodegli Azzurri, usciti dalla visita a Christchurchcon un 27-6 che segna l’inversione di una du-ra tendenza (anche nella media dei punti fat-ti e subiti) scandita dalla storia dei contatticon i tuttineri.

Per gli analisti: gli All Blacks di oggi nonsono più i dominatori, i padroni, i deposi-tari assoluti, ed è inutile star qui a piazza-re la lente d’ingrandimento sulle difficoltàin touche, o nella prima linea. Su un me-diano d’apertura a volte fievole, su qualchedistrazione di troppo in cui cade la linea deicentri. E’ la mutazione generale di un movi-mento (globale e loro) a spargere piccole cre-pe sulla facciata di quello che, come la buo-na lana, la carne d’agnellone, il burro, il ki-wi (quello piumato e quello da mangiare) erail simbolo nero della Lunga Nuvola Bianca.Per ridurre a formula gli Invincibili, che nonvincono il Mondiale dall’anno della fonda-zione, il 1987, non sono pià tali e anche laFrancia a giugno ha assestato il suo colpet-to al piedistallo. Questo per dire la verità, tut-ta la verità, ma anche per ricordare che nel-

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ÈGiunti al tavolo dei grandi,agli Azzurri toccano sempregli stessi piatti, pesanti eindigesti. Senza voler vestirela toga del difensore d’ufficioche, come è noto, nonpercepisce mercede, è onestodire che l’unico vero e graveincespico è stato quello diquasi un anno fa, a ReggioEmilia, con i Pacific Islanders.

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le campagne d’Europa (questa era l’etichettamilitare che un tempo veniva affissa sui tourdall’altra parte del mondo) i neozelandesimolto spesso, per non dire quasi sempre, re-citano da unni e ostrogoti lasciando rovinealle loro spalle. Immagini recenti, legate alleloro ultime calate: il Galles che spera di rin-verdire un antico e unico successod ei primiAnni Cinquanta e viene sommerso; la Scoziache, per darsi animo, tenta di ricordare la stra-bocchevole siepe umana, stile Braveheart, chela sosteneva sull’erba dei vecchi terrapieni diEdinburgo e deve rassegnarsi alla punizione;l’Irlanda impegnata in un supremo sforzo al79’30’’ per schiodare da zero il suo imbaraz-zante punteggio. Gli All Blacks sono una li-nea di confine: arrivare a giocarci contro èun obiettivo di vita ovale; guatare l’Haka unannuncio urlato dello scontro che sta per co-minciare; uscirne in piedi e a posto con la co-scienza, volontà e desiderio. L’Italia è in serie nera da undici partite e so-lo chi esamina questo succedersi di sconfit-te con maligna superficialità può sbrigarecon un sorriso di scherno. La verità è che,giunti al tavolo dei grandi, agli Azzurri toc-cano sempre gli stessi piatti, pesanti e indige-sti. Senza voler vestire la toga del difensored’ufficio che, come è noto, non percepiscemercede, è onesto dire che l’unico vero e gra-ve incespico è stato quello di quasi un annofa, a Reggio Emilia, con i Pacific Islanders.Dando per scontato l’esito dei faccia a facciacon neozelandesi e sudafricani, proprio con-tro altri guerrieri delle isole, i samoani di so-lito aggressivi e tatuatissimi, è concessa lachance di spezzare la catena dell’infelicità.Non sarà facile, ma nel rugby nulla lo è. Ilventotto novembre, a Ascoli, prima di dar viaallo scontro, sarà commovente ricordare i no-stri morti del terremoto, i loro morti dello tsu-nami. I soldi, i contatti sempre più frequenti,il distacco sempre più largo dal mito non han-no strappato al rugby un’umanità che nonvuol essere un messaggio appiccicato. Quel-l’umanità è dentro.

I soldi, i contatti semprepiù frequenti, il distaccosempre più largo dal mitonon hanno strappato alrugby un’umanità che nonvuol essere un messaggioappiccicato.Quell’umanità è dentro.

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Baseball

Nell’immaginario di un tifoso di baseball, il Mondiale non può che finire comesi è conclusa il 27 settembre a Nettuno la edizione numero 38 del torneo: unasplendida giornata di sole, tribune gremite e Stati Uniti e Cuba sul terreno digioco a contendersi il titolo.

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That’s Baseball!

Di Riccardo Schiroli, responsabile comunicazione Federazione Italiana Baseball Softball

ella seconda metà della sestaripresa c’è stato anche il colpo diteatro che in una finale nondovrebbe mai mancare, ovvero la

zampata del cubano Borrero, capace di pareg-giare con un fuoricampo una partita che, finoa quel momento, era sembrata saldamente inmano agli americani. Altro colpo di teatro:nella prima metà del settimo inning, lo stessoBorrero ha solo toccato con il guantone l’as-sistenza del suo compagno Olivera, cheavrebbe chiuso l’inning con le 2 squadre inpareggio. L’errore è stato il primo mattoncinosul quale gli Stati Uniti hanno costruito i 6punti che hanno alla fine fatto la differenzatra le 2 squadre.La vittoria degli americani rappresenta unasvolta storica per il Mondiale IBAF. Non si hainfatti memoria di Cuba sconfitta in 2 finali

consecutive, così come mai era accaduto chegli Stati Uniti vincessero per 2 volte in filaMondiale. Ironia della sorte, USA Baseball hapreparato in maniera quasi maniacale il tor-neo che storicamente ha sempre snobbato perriparare all’ennesima delusione che ha subitoa primavera dal torneo che sembra esserestato inventato per dimostrare la superioritàdel baseball a stelle e strisce: il World BaseballClassic, quello che dal punto di vista dellaMajor League Baseball è la vera World Cup.Al Mondiale italiano le stelle di Grande Leganon c’erano. O meglio, una c’era (il canadeseLoewen), ma non nel ruolo per cui era diven-tato una stella. Infortunato al braccio, Loewenha deciso di abbandonare la carriera di lancia-tore e di provare a riciclarsi come esterno. Perora in America gioca in Lega Minore, ma conil Canada si è messo in luce come battitore di

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grande potenza ed esterno di notevole veloci-tà. I nord americani, per la cronaca, hannofesteggiato una storica medaglia di bronzo. Tornando agli Stati Uniti, le stelle di Majornon le avevano, ma qualcuno che in Major hagià giocato in campo c’era. Come l’esternocentro Coats o i lanciatori di rilievo Espineli eBowman. Qualcuno addirittura (Hulett) lachiamata in Grande Lega l’ha ricevuta alritorno dal Mondiale, per qualche gara di finestagione. E per parecchi altri (ad iniziare dalterza base Alvarez) la chiamata appare soloquestione di tempo.Gli Stati Uniti, insomma, sono apparsi diun’altra categoria. Definizione che una

volta si usava per Cuba, ma che oggi aicaraibici non calza più a pennello a causadella serie impressionante di defezioni di cuila ‘seleccion’ ha dovuto tristemente prende-re nota nell’ultimo decennio. Non sfuggi-ranno, a chi sta seguendo in televisione inquesti giorni le finali delle Grandi Legheamericane, le imprese in battuta del primabase dei Los Angeles Angels KendryMorales. Lui era l’erede degli AntonioMunoz, dei Kindelan, dei Lourdes Gourriel:i grandi bomber che hanno sempre fattosembrare piccolo qualsiasi lanciatore alivello internazionale. Ma Kendry è uno deitanti giovani cubani che ha deciso di lascia-

re la patria per inseguire i lauti guadagniche nella sua isola non sono possibili e cheinvece a poche decine di miglia di naviga-zione sono a portata di mano, se si ha untalento come il suo a giocare a baseball. ConMorales si potrebbero citare gli AlexeiRamirez (stella dei Chicago White Sox) eYuniesky Betancourt. Presto a questi nomisi aggiungerà quello di Aroldis Chapman, illanciatore mancino che sarebbe stata la stardi Cuba, se non fosse fuggito all’estero (èsegnalato ad Andorra) per incominciare unacarriera nelle Grandi Leghe.Al Mondiale Italiano è mancata nella fasedecisiva l’Italia. Falcidiata dalle assenze (in

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Baseball

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particolare: Alessandro Maestri ed AlexLiddi, non lasciati liberi dai club con iquali giocano negli Stati Uniti, e PeppeMazzanti, infortunato), la squadra azzurranon ha centrato l’obbiettivo della qualifi-cazione tra le prime 8 del torneo. Una partedel pubblico ha percepito questo come unadelusione, in qualche maniera non dando ilgiusto credito ad una squadra che hacomunque lottato alla pari contro ogniavversaria (escludendo al limite i formida-bili americani) e si è vista superare solo nelfinale da Australia e Canada, formazioniche erano imbottite di professionisti impe-gnati nei campionati americani.

Buona parte del pubblico italiano non ha rea-lizzato come il livello del Mondiale si siaalzato da quando le nazionali possono schie-rare i professionisti. Oggi, nel terzo millennio,non è lecito da questo punto di vista un para-gone con i Mondiali che l’Italia ha ospitatonel 1978, 1988 e 1998.Non va inoltre dimenticata l’entità del valoreche questo Mondiale lascia in eredità al movi-mento. L’Italia si ritrova oggi con ben 16 stadiche possono ospitare incontri nei quali sonoimpegnati giocatori sotto contratto con leorganizzazioni americane. Escludendo gliStati Uniti, non esiste al mondo un paese chepuò vantare un patrimonio come questo.

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Olimpiadi

Si sono disputati a Taipei i Deaflympics 2009

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Taiwan colorata

di Massimiliano Morelli

uindici giorni all’insegna dellosport. Del calore umano, dellavivacità, dei suoni, della fratel-lanza e dei colori. È l’istantanea

dei Deaflympics 2009, i giochi olimpici deisordi andati in scena a Taipei dal 5 al 15settembre. Da applausi l’organizzazione tai-wanese, praticamente perfetta. Da brividi lesensazioni provate nel vivere, attimo dopoattimo, l’evento quadriennale, momento at-teso come una manna dal cielo dai nostriatleti, che hanno riportato in Italia 14 me-daglie, bottino inatteso perfino alla vigilia.“Sono felice di quanto fatto dai ragazzi”, ha

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d’azzurro

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a

sottolineato il presidente della Fssi Guido Za-necchia, al quale sono arrivate al termine del-la manifestazione le congratulazioni pure daparte del presidente del Comitato paralimpico(e vice presidente del Coni) Luca Pancalli, “or-goglioso per il movimento dello sport dei dis-abili e per l’intero Paese”. Per la cronaca, seimedaglie (3 ori, 2 argenti e un bronzo) sonostate conquistate dal ventunenne nuotatoreLuca Germano (al suo attivo anche quattro re-cord del mondo), mentre nel tennis (Italia sem-pre a medaglia dal ‘57 a oggi) è arrivata laconferma di Barbara Oddone, tennista che vin-ce i Giochi olimpici dei sordi ininterrottamen-

te dall’edizione dell’89. La Oddone ha vintoanche un argento e un bronzo nei doppi mi-sto e femminile, quasi a confermare il suo stra-potere nella disciplina. Argento alla pallanuo-to maschile e alle arti marziali, che hanno re-galato all’Italia anche tre bronzi. Composta daun centinaio fra atleti, allenatori e dirigenti, laspedizione tricolore è stata impegnata in garedi atletica leggera, beach volley, bowling, ci-clismo, judo, karate, orienteering, tiro, nuoto,tennis tavolo, tennis, pallavolo e pallanuoto.In totale erano 17 gli sport, venti le disciplinesportive e 182 le gare in programma. Cerimo-nia inaugurale da brividi la sera del 5 settem-bre al Taipei Stadium (50.000 posti), il 6 le pri-me gare, il 15 la cerimonia di chiusura, altret-tanto straordinaria. Neanche a dirlo, per l’or-ganizzazione del primo evento sportivo inter-nazionale, quelli di Taiwan non si sono certorisparmiati, mostrando al mondo che il futu-ro, nell’isola asiatica, è già cominciato. Oltrequattromila atleti, seimila volontari, 685 co-ach, 135 delegati, 135 interpreti, 156 rappre-sentanti degli staff sanitari, 44 compagnie me-dia internazionali e 412 team leader; e soprat-

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Olimpiadi

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tutto l’impressione che neanche una foglia fos-se fuoriposto a Taipei, capitale che per certiversi somiglia a New York e per altri a Napo-li. Finale sugli ulteriori onori. Al ritorno in Ita-lia gli atleti italiani sono stati ricevuti a Palaz-zo Chigi dal Sottosegretario alla Presidenza delConsiglio con delega allo sport Rocco Crimi“Siamo grati dell’attenzione del governo checi ha ricevuto per lodare le imprese dei nostriatleti”, ha dichiarato il presidente federale. Ap-puntamento ad Atene, fra quattro anni. Anzi,no. Fra due anni toccherà agli Azzurri dellenevi dimostrare d’essere all’altezza dei miglio-ri ai Deaflympics invernali.

A sinistra dall’alto in basso: Barbara Oddone, oroolimpico; le mascotte; Luca Gennaro, sei medaglie.In alto a destra la cerimonia di chiusura.In basso il Presidente federale Guido Zanecchia.

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orse è arrivato il momento di cam-biare qualcosa in questo scelleratosistema del calcio italiano. Non è piùil migliore campionato del mondo,

i prezzi dei biglietti hanno raggiunto costi folli,gli impianti sono brutti e inguardabili, ma allafine tutto rimane così com’è. Anno dopo anno.Di costruire uno stadio, a parte il caso della Ju-ventus, che arriverà a tagliare questo traguardo(dopo una maratona di ostacoli e tranelli di tut-ti i tipi) solo nel luglio 2011, non se ne parla pro-prio. Tutti aspettano l’approvazione del ddl Lol-li-Butti in Parlamento, ma molti parlamentari(contattati telefonicamente) ammettono candi-damente di non averlo persino letto. Praticamen-te siamo all’anno zero del disastro. Siamo un Ti-tanic affondato e la gente ancora balla all’inter-no credendo che, prima o poi, arriveranno deipalloni aerostatici a salvare baracca e burattinidall’inabbissamento. Nel frattempo nel silenziopiù assoluto, dopo oltre un anno di lavoro (cosìhanno dichiarato durante la conferenza stampadi presentazione), è arrivato a sorpresa il lanciodel nuovo impianto hi-tech della Roma. Un so-gno, un’allucinazione o una concreta realtà?Ha la forma di un enorme guscio toroidale il nuo-

vo impianto sportivo che l'As Roma intende co-struire, per sfruttare al massimo la leva del mar-keting, dedicandone la titolazione allo scompar-so presidente Franco Sensi. Uno stadio polifun-zionale in stile inglese del valore stimato di 100-120 milioni di euro. Sarà unico al mondo, se-condo i disegni dei suoi progettisti (lo studio GauArena), per scelte architettoniche e tecnologiche.Un'enorme fascia luminosa (realizzata con leddi ultima generazione) percorrerà esternamentequesta struttura, che, a seconda dell'intensità del-la luce, cambierà colore: dall'argentato della mat-tina al dorato della sera. Il tutto grazie anche al-l'utilizzo dello zinco-titanio. Uno spot promo-turistico per l'intera metropoli e il suo territorio.Il progetto del presidente Rosella Sensi arriva altermine di un'estate infuocata (sull'onda del ten-tativo di scalata dell'agente Vinicio Fioranelli) edi una disputa legale con Unicredit, che vantapiù di 300 mln di euro da Italpetroli, la control-lante della società di calcio capitolina. L'impian-to «Franco Sensi», con una capienza di 55 milaspettatori (divisi in due anelli da 25 mila e 30mila), sorgerà, tra non meno di quattro anni (sesaranno evase tutte le verifiche di fattibilità inambito urbanistico, ambientale e a livello di via-

bilità), all'interno di un'area di 130 ettari in pros-simità dell'Aurelia. Img, agenzia internazionalespecializzata nella gestione commerciale di im-pianti sportivi (tra questi il Wembley stadium el'arena dei turchi del Galatasaray), non ha dub-bi. A regime la nuova casa dell'As Roma potràfar quadruplicare i ricavi del club di Trigoria. Di-verse le soluzioni studiate per intercettare la do-manda di calcio di privati e aziende. Dai serviziper le famiglie e bambini all'interno dell'impian-to, ai quattro ristoranti posizionati nelle aree cor-ner con vista sul campo di gioco, ai quattro pal-chi vip per 13 persone ciascuno localizzati al disopra delle panchine (inserite come in Inghilter-ra all'interno della tribuna), ai 250 posti corpo-rate, agli sky box (posizione tra le più richiesteall'estero) per gli ospiti degli sponsor fino all'a-rea museale e ai negozi del merchandising. Leistituzioni (presenti i vertici di regione e comu-ne di Roma) hanno confermato che i due club(Roma e Lazio) devono avere stadi di proprietà,così come deve essere preservata la storia dellasocietà. L'allenatore Claudio Ranieri ha lancia-to, inoltre, l'idea che le strade di accesso allo sta-dio siano dedicate ai presidenti che hanno gui-dato la struttura, ai campioni e persino ai tifosi

Fdi Massimo Lucchese

Stadio A.S.Roma:si muove finalmente qualcosa

Un impianto hi-tech, uniconel suo genere, che costerànon più di 120 mln di euro.Avrà un maxi schermo da 35 metri di altezza, che proietterà l’immagine dellogo, dell’ex presidente Franco Sensi e dei giocatori.

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entrati nella storia giallorossa. Come ha sot-tolineato il sindaco Gianni Alemanno è lanuova casa di tutti i tifosi, studiata per le fa-miglie e per gli amanti del bel calcio. Il po-sto più vicino alle azioni di gioco sarà a 9metri, quello più lontano a 68 metri (controi 96 metri dell'Olimpico). Lo stadio «FrancoSensi», infine, sarà anche una struttura eco-sostenibile ed è allo studio l'opzione di tito-lare l'area antistante lo stadio, per sfruttarei naming rights altrimenti bloccati dalla pre-

senza del nome dell'ex presidente Sensi. Que-st'ultimo verrà onorato e ricordato con un'im-magine di 35 metri (sulla facciata esterna del-l'impianto) proiettata attraverso apparecchia-ture led. Più in generale, lo stadio vivrà sette giornisu sette e l'illuminazione verrà utilizzata an-che per comunicare e informare il territorio.Un enorme totem hi-tech per promuovere lastoria societaria, ma anche prodotti e servi-zi delle aziende partner.

anca Marche si conferma tra gliistituti di credito italiani più atten-ti al mondo dello sport (sotto ilprofilo finanziario ed economico

è tra le prime 30 banche tricolori per volumedi affari). Quest'anno, per esempio, festeggia i12 anni consecutivi nella pallavolo, sport for-temente radicato sul territorio marchigiano.Cresce il progetto di sponsorizzazione di Ban-ca Marche nel volley e nello sport in generale(professionistico e dilettantistico). Per il 12° an-no consecutivo infatti sarà uno dei partner prin-cipali del settore e sosterrà cinque formazionidi pallavolo di prima e seconda divisione. Un“sodalizio” iniziato nel 1993/1994 con la Lu-be Macerata (A1 maschile), prima come Ban-ca Carima e, successivamente, con il marchiodi Banca Marche. Uno degli abbinamenti piùlongevi nella storia delle sponsorizzazioni spor-tive. L'istituto di credito, in questi ultimi anni,

ha puntato sul marketing territoriale investen-do in un'operazione capillare di endorsementdelle formazioni giovanili (coinvolte tutte lediscipline sportive praticate nelle Marche).Complessivamente su base annua spende inabbinamenti commerciali circa 1,85 milioni dieuro. In campo femminile, dalla stagione2001/2002, si è aggiunta la sponsorizzazionedella Monteschiavo Jesi e, recentemente, quel-le della Scavolini Pesaro (vincitrice degli ulti-mi due scudetti e della Coppa Italia 2009), del-la Robur Tiboni Urbino e della Aprilia volley.Inoltre, da diversi anni, la banca sostiene laFederazione italiana pallavolo–comitato re-gionale Marche per quanto riguarda le attivi-tà giovanili e i tornei estivi di beach volley.In ambito calcistico Banca Marche sostiene lesquadre di Macerata (che organizza il più im-portante torneo giovanile regionale), Pesaroe Jesi, ed è stata sponsor dell'Ancona calcio

per tre stagioni, dal 2001 al 2004, nelle qua-li la realtà dorica ha raggiunto la promozio-ne in serie A. Nella pallacanestro, dal2000/2001 sponsorizza, per la sua valenzasportiva e sociale, il Santo Stefano basket incarrozzina, la Robur basket Osimo e la palla-canestro Senigallia. Da tre anni, poi, è spon-sor del settore giovanile della Scavolini SparPesaro ed è in corso un trattativa per allarga-re la sponsorizzazione anche alla prima squa-dra (come avvenuto alla fine degli anni '90).Infine nel decennio 1999/2008 la banca mar-chigiana è stata sponsor della Cittadella Spor-tiva di Ancona, denominata Planet BancaMarche. Da quest'anno l'istituto guidato dalpresidente Michele Ambrosini ha sottoscrittocon la Federazione italiana di atletica legge-ra un contratto quadriennale per la sponso-rizzazione del Palaindoor di Ancona che hapreso il nome di Banca Marche Palas.

CASE HISTORYBanca Marche: dal 1993 nel mondo dello sportLa strategia delle più importante banca regionale a supporto dello sport del territorio.Investimenti in area 1.85 milioni di euro su base annua

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Audi Med Cup, unica vera alternativa alla Coppa AmericaLa strategia di sports-marketing di Audi,main spender del settore negli ultimi tre annidi Massimo Lucchese

empi di crisi e di riflessioni in tut-ti gli sport. Ma la crisi aguzza an-che l’ingegno, soprattutto da par-te dei promoter sportivi. Abbat-

tere i costi per aumentare il numero dei par-tecipanti, rendendo, nel contempo, il formatsportivo sempre più appetibile per gli spon-sor. Parte da queste basi la nuova edizionedell’Audi Med Cup (cinque prove in quattroPaesi europei a partire dalla prossima prima-vera), il cui giro d’affari stimato è di 10 mi-lioni di euro.Ben 5 milioni di euro arrivano dalla casa au-tomobilistica tedesca, attualmente maggiorinvestitore del settore e title del circuito. Co-partner per l’abbigliamento tecnico è Adidas,presente in tutte le tappe con un negozio dimerchandising. Sempre Audi è al fianco dadue anni dello skipper-patron Riccardo Si-moneschi (Audi sailing team powered by Q8),il cui budget è coperto dalla filiale tricoloredel colosso teutonico.Il restante 50% del budget dell’Audi Med Cup

è finanziato dalle municipalità che ospitanole gare (circa 1 mln di euro per host-city) nel-le due classi TP52 e GP42. Il gestore operati-vo e detentore di tutti i diritti è la società spa-gnola World sailing management, divisionedel gruppo Santa Monica sport (tra le agen-zie di sports-marketing più importanti in Spa-gna). Tagliare i costi nelle TP52 series (dopola Coppa America è la classe più tecnologi-camente avanzata della vela) significherà ri-durre il numero di equipaggio, limitare le re-gate di allenamento e abbassare il limite mas-simo di vele consentito per stagione. In que-sto modo un top-team, risparmierà circa 200mila euro su base annua. Un elemento di ri-flessione sicuramente per molti nuovi team,che puntano a entrare in questo circuito. Per aumentare l’interesse degli sponsor, a par-tire dal 2010, è prevista la partecipazione diun ospite a bordo nelle due classi per tutti igiorni di regata. Come avviene già in CoppaAmerica sarà obbligatorio che queste perso-ne non influenzino, in alcun modo, l’anda-

mento della barca durante le gare.Per i potenziali armatori/sponsor, inoltre, è sta-ta redatta una “guida al budget”. La spesa me-dia per un GP42 si aggira intorno ai 467 milaeuro per il programma charter (copre tutti e cin-que gli eventi) e sino ai 992 mila euro se si ac-quista una barca nuova e la si rivende a finestagione. Per i TP52, invece, il programma ba-se prevede un costo di circa 800 mila euro, chesale a 1.78 mln se si costruisce una barca nuo-va, potenzialmente vincente e rivendibile al ter-mine del circuito. Nel 2009 l’Audi Med cup haraggiunto un impatto sui media stimato in 23mln di euro (tv e carta stampata nei sei paesieuropei più importanti per la vela: Italia, Spa-gna, Francia, Portogallo, Inghilterra e Germa-nia). Un dato fornito da Sport+Markt che fa ca-pire le potenzialità di questo giovane circuitointernazionale, visto che oggi la vela è molto se-guita anche e soprattutto sul web (al momentonon monitorato come media dagli organizzato-ri dell’evento). È lì che ci sarà l’evoluzione fu-tura di questo sport sotto il profilo mediatico.

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di Marco Trozzi

Sfide

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Era il 24 luglio 1908 quando Dorando Pietri divenne famoso per la sua mancata vittoria alleOlimpiadi di Londra (celeberrimo il suo collasso e l’aver tagliato il traguardo aiutato dal direttoredi gara e da un dottore), una sconfitta che fece il giro del mondo e che paradossalmente permiseal maratoneta italiano di diventare una star. Qualcosa da allora sembra essere cambiato se siconsidera che ora gli sportivi nostrani sono apprezzati per le loro capacità e le loro doti, vere eproprie garanzie di successo.

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egli ultimi tempi, nel calcio, infat-ti, l’Italian style sembra andare mol-to di moda nel calcio inglese. Unnotevole appeal delle metodologie

lavorative dei tecnici del nostro Paese che pa-re abbiano definitivamente conquistato il dif-fidente popolo d’oltremanica grazie soprattut-to a Fabio Capello, commissario tecnico dellanazionale dei tre leoni e di Carlo Ancelotti, pas-

sato durante il calciomercato estivo dalla pan-china del Milan a quella del Chelsea. Il tecnico di Pieris, dopo aver vinto pratica-mente tutto con le più prestigiose squadre d’Eu-ropa (Milan, Real Madrid, Juventus e Roma),guida la nazionale di sua maestà la regina dal14 dicembre 2007 e con otto vittorie in altret-tanti incontri nel gruppo 6, ha conquistato condue turni d’anticipo il visto per la partecipa-zione ai Campionati del Mondo che si terran-no quest’estate in Sud Africa. Nel frattempo a Londra, Carlo Ancelotti ha giàvinto una Community Shield (il corrispettivodella nostra Supercoppa) ai rigori (4-1 il risul-tato, 2-2 ai tempi regolamentari) contro il Man-chester United e al momento è ai vertici dellaPremier League. Quella del football è una situa-zione davvero particolare: per moltissimi anni,infatti, i calciatori nostrani hanno preferito ilcampionato di casa propria, cercando raramen-te fortuna altrove, ma poi qualcosa è cambiato.Il livello tecnico della Premier League è notevol-mente cresciuto e, al contempo, sono arrivati in-genti capitali grazie all’iniziativa di magnati stra-nieri che hanno deciso di investire in squadred’oltremanica. In realtà il campionato inglese hacominciato ad accogliere calciatori italiani nel-la fase immediatamente precedente con alternefortune. Alcuni hanno avuto proprio lì la lorodefinitiva consacrazione, lasciando un ottimoricordo. Il loro apporto tecnico ha poi permesso

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The Italian DreamN

Fabio Capello, allenatore della Nazionale inglese;in basso Flavio Briatore, proprietario della squadrainglese Queens Park Rangers

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ad alcuni club di fare un notevole salto di qua-lità, contribuendo all’innalzamento del livellotecnico generale. La stagione che ha decretatoil cambiamento definitivo nei rapporti tra ita-liani e Premier è stata quella ’96 -’97: RobertoDi Matteo, Gianluca Vialli e Gianfranco Zolaapprodano al Chelsea dove partecipano alla “ri-voluzione” e alla rinascita del club di Londra.Vincono trofei nazionali e internazionali (FACup, Coppa delle Coppe e Coppa Uefa), ma quel-lo che più conta è che diventano in poco tem-po veri e propri idoli dei tifosi, lasciando un se-gno indelebile nella storia del club e del cam-pionato. Vialli, ad esempio, nel 1998 assume ildoppio ruolo di giocatore allenatore, ma è si-curamente Gianfranco Zola ad aver cambiatodefinitivamente i rapporti tra il calcio nostra-no e quello inglese. Nominato calciatore ingle-se dell’anno nel 1997, migliore giocatore delChelsea (1997 e 2003), migliore realizzatore deiBlues (1999 e 2003), a “Magic Box” è stata an-che riconosciuta l’onorificenza di Ufficiale del-l’Impero Britannico nel 2004. Come se non ba-

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Sfide

In alto Carlo Ancelotti, allenatore del Chelsea;di fianco Carlo Cudicini, portiere del TottenhamHotspur; nella pagina affianco Paolo Di Canio, exgiocatore del West Ham United e Roberto DiMatteo, attuale allenatore del West BronwichAlbion e Marco Bortolami.

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stassero questi riconoscimenti, il giocatore sar-do fa parte degli undici giocatori del secolo delChelsea e, dal 2006, della English Football Hallof Fame. Provare a descrivere cosa abbia signi-ficato Gianfranco Zola per il calcio d’oltrema-nica è francamente impossibile; quasi inutile,considerando che nessuno, prima di lui era ri-uscito in una simile impresa. Nonostante il suoessere molto riservato nella vita privata, in cam-po le sue magie hanno fatto la storia del clubdi Stamford Bridge e il fatto che dallo scorsocampionato guidi il West Ham, la dice lungasulla considerazione di cui gode oltremanica.Altro giocatore che ha lasciato un ottimo ricor-do in Premier, seppur con caratteristiche carat-teriali diametralmente opposte a quelle di Zo-la, è Paolo Di Canio. L’idolo della Curva Nordha trascorso sette anni in Inghilterra, dopo avergiocato una strepitosa stagione (1996 - 1997)al Celtic Glasgow, Scozia, dove è stato elettomiglior giocatore dell’anno. L’anno dopo passaallo Sheffield Wednesday e lì rimane un annoe mezzo dove gioca con prestazioni in chiaro-scuro perché, se nel primo anno segna 12 gol,nel secondo viene squalificato per undici gior-nate a causa di una spinta all’arbitro Paul All-cock. Il club dove rimane più a lungo è il WestHam, dove in quattro anni e mezzo segna 48gol e colleziona 118 presenze giocando con con-tinuità. Il 26 marzo 2000 segna al Wimbledonquello che è considerato uno dei dieci gol piùbelli degli ultimi dieci anni in Premier Leaguee proprio in quella stagione vince la Coppa In-tertoto portando il Club dell’est di Londra inCoppa Uefa. Come spesso accade nella vita diuno sportivo c’è, però, un giorno esatto che loconsegna alla storia: 18 dicembre 2000, la par-tita è Everton – West Ham. Il portiere dei pa-droni di casa si avventura in un’uscita al limi-te dell’area, ma le sue ginocchia cedono e cadesu se stesso. Nel frattempo l’azione si sviluppae Di Canio, che si trova in area, riceve un cross.Il giocatore anziché continuare l’azione decidedi afferrare la palla con le mani fermando ilgioco. Lo stadio a quel punto gli dedica unastanding ovation e la Fifa, per quel gesto, gliattribuisce il premio Fair Play dell’anno. Oltreal calcio però esistono anche altri sport dovegli italiani sembrano farsi valere.

Ippica

Lanfranco “Frankie” Dettori è da tutti ricono-sciuto come il più importante fantino italianoche, proprio in Inghilterra, ha intrapreso e co-struito la sua incredibile carriera. Dettori è fi-

glio d’arte: è stato proprio il padre Gianfranco(tra i migliori fantini in campo nazionale e in-ternazionale fino alla fine degli anni Ottanta) aconvincerlo a trasferirsi oltremanica a soli 14anni. Lì si è potuto dedicare a tempo pieno al-la sua attività, diventando ben presto un joc-key dalle indiscutibili capacità tecniche. Nel1990, a meno di vent’anni, ha vinto più di cen-to corse in una sola stagione, prestazione mairaggiunta dai tempi di “Stone face” (faccia dipietra, ndr) Lester Piggott, considerato uno trai migliori fantini di tutti i tempi. L’impresa cheperò ha consegnato Dettori all’immortalità è da-tata 28 settembre 1996: quel giorno è riuscitoa vincere sette corse su sette ad Ascot, una del-le piste più prestigiose al mondo; evento uniconella storia del galoppo inglese. Il suo caratte-re solare e molto disponibile gli ha permesso diconquistare il cuore degli appassionati di que-sta disciplina, ma è anche grazie al suo palma-rès, che comprende vittorie in Gran Bretagna,Canada, Francia, Emirati Arabi, Germania, Giap-pone, Hong Kong, Italia, Singapore e Stati Uni-ti, che si è guadagnato l’onorificenza di Mem-bro dell’Ordine dell’Impero Britannico (29 di-cembre 2000).

Rugby

Nonostante il rugby nostrano abbia ancora mol-ta strada da fare prima di riuscire a far partestabilmente dell’élite mondiale, ci sono diversigiocatori azzurri molto validi. Non a caso, al-cuni di loro militano nei più importanti cam-pionati del Vecchio Continente e tra questi cene sono due in particolare che meritano di es-sere segnalati, anche perché fanno parte di squa-dre inglesi di primissimo livello: Marco Borto-lami e Martin Castrogiovanni. Il primo gioca

nel ruolo di seconda linea ed è uno dei gioca-tori simbolo della nazionale italiana, dove haesordito all’età di soli 20 anni. Il giocatore pa-dovano, che è stato anche il più giovane capi-tano azzurro (2003), è nato nel 1980 e dall’e-state 2006 milita nel Gloucester, formazione divertice della Premiership. Anche in Inghilterrale sue doti sono molto apprezzate tanto che,nella sua prima stagione in Inghilterra è statonominato capitano della formazione della re-gione del Gloucestershire. Un particolare nonda poco se si considera quanto sia difficile perun giocatore italiano affermarsi in un campio-nato duro e competitivo come quello inglese.Martin Castrogiovanni è, invece, uno dei mi-gliori piloni in circolazione. Anche lui, comeBortolami, fa parte del gruppo azzurro, e anche“Castro” milita nella Premiership dalla stagio-ne 2006-2007. I Tigers di Leicester l’hanno pre-levato dal Calvisano e, a differenza di ciò cheè accaduto a molti atleti italiani, l’impatto conil mondo inglese è stato a dir poco fenomena-le: il gigante di Paraná (è nato in Argentina dafamiglia di origine italiana, ndr) è riuscito, in-fatti, a vincere il premio di giocatore dell’annoproprio nella stagione dell’esordio. Un risulta-to non da poco se si considera che, come si puòleggere sul sito internet della squadra è stato“the first prop and the first Italian to collect thataccolade” (il primo pilone e il primo italiano acollezionare quel riconoscimento).

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Taekwondo

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Due azzurri d

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eronica Calabrese e Carlo Molfetta.Ricordate questi nomi, perché sonoquelli di due atleti di cui sentireteparlare sempre più spesso. Al tor-

neo di taekwondo in Danimarca hanno vintodue argenti, ma le loro medaglie sembrano d’o-ro. Per il nostro paese i mondiali sono l’ulterio-re conferma dello straordinario sviluppo messoa segno dal taekwondo. In tanti si sono resi con-to che la disciplina nata in Corea ha infiniti pre-gi, il numero dei praticanti cresce di conseguen-za e nei tornei internazionali il podio si colorasempre più spesso d’azzurro. Ma le medaglievinte in Danimarca danno soddisfazione ancheper come sono state conquistate. Molfetta (ca-tegoria -87 kg) è salito sul podio dopo un extraround contro il turco Tanrikulu Bahri. Sul duea due, infatti, nessuno è riuscito a ottenere ilgolden point, il punto che attribuisce all’istan-te la vittoria all’atleta che lo mette a segno. Lascelta è dunque finita nelle mani degli ufficialidi gara. L’altra medaglia italiana è andata a unastrepitosa Veronica Calabrese (categoria -57 kg),costretta a capitolare per tre a uno solo di fron-te alla temibile atleta cinese Yu Hou. Gli azzur-ri del taekwondo sono sempre più sulla ribaltae per gli italiani cominciano a essere volti noti.Per farvi conoscere i due medagliati di Copen-

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I Mondiali di Taekwondo in DanimarcaVeronica Calabresee Carlo Molfetta sul podio a Copenhagen

d’argento

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Veronica Calabrese e Carlo Molfetta con Mauro Sarmiento

di Federico Leoni

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hagen li abbiamo messi faccia a faccia in unaintervista incrociata: una raffica di domandeche, da bravi lottatori, hanno incassato senzatroppi problemi.

A chi dedichi l’argento che hai appena vinto?Veronica Calabrese: a me e al mio fidanzatoMauro Sarmiento.Carlo Molfetta: senza dubbio a me stesso.

Dove ti piacerebbe festeggiare il podio?V.C.: ovunque, purché sia un posto caldo. Perora me ne sto a Mesagne, in provincia di Brin-disi, dai miei genitori, ma già progetto una va-canza al mare tutta costumi e infradito.C.M.: be’, l’ideale sarebbe Bora Bora.L’aspetto peggiore e quello migliore della Da-nimarca.V.C.: La cosa peggiore è il freddo, sia dal pun-to di vista della temperatura che da quello delcarattere degli abitanti. La cosa migliore è sen-z’altro la puntualità. Ma in realtà quando sia-mo in trasferta non riusciamo a visitare mol-to il paese che ci ospita: io sono stata tre vol-

te in Cina e non ho mai visto la Muraglia!C.M.: In Danimarca la gente è piuttosto chiu-sa e inospitale, la cosa più bella laggiù sonole donne. Scherzi a parte, la cosa migliore deidanesi sono i loro antenati, i vichinghi.

Cosa pensi del tuo compagno di medaglia?V.C.: Carlo è un campione e l’argento che havinto è un riscatto meritato dopo un lungo pe-riodo costellato di infortuni.C.M.: penso che Veronica sia un’atleta validis-sima e che in Danimarca l’abbia dimostratoancora una volta con una gran bella gara.Qual è il tuo portafortuna?V.C.: Ne ho talmente tanti che potrei dire di nonaverne nessuno. Prima di tutto il mio fidanza-

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to Mauro (Mauro Sarmiento, medaglia d’argen-to di taekwondo alle Olimpiadi di Pechino 2008,NdR): in Danimarca ho usato le sue protezio-ni, ma i parastinchi erano gli stessi del ritiro inCorea dove ci siamo preparati per il torneo. Ah,dimenticavo la cintura: uso sempre la stessa.Anche il mio maestro mi ha portato fortuna: èvenuto in Danimarca con me. Ma l’ultimo por-tafortuna in ordine di tempo sono degli orec-chini a forma di coccinella; me li hanno rega-lati i miei suoceri: hanno funzionato, no?C.M.: Il mio portafortuna è un lupetto di pe-luche. Il mio soprannome è “lupo”. Un gior-no vedo questo pupazzo e decido di comprar-lo. In un certo senso è lui che ha scelto me.

Se non fossi un campione di taekwondo sa-resti un campione di…?V.C.: forse di tennis. Mi piace, e poi sono ami-ca di Flavia Pennetta, magari potrebbe dar-mi qualche dritta.C.M.: di basket. Ci ho giocato in passato, for-se se avessi continuato, chissà…

Cos’è che rende il taekwondo così speciale?V.C.: le emozioni che regala a te e a chi ti è vi-cino, soprattutto in caso di vittoria. La sensa-zione che si prova quando si vede l’orgoglionegli occhi dei propri genitori è impagabile.C.M.: il taekwondo è uno sport spettacolare,ed è questo che lo rende così bello.

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kipass, il Salone delturismo, degli sportinvernali e del freesty-le, giunto ormai alla

sua 16^ edizione, anche per que-st’anno si presenta agli appassio-nati della montagna con una ric-ca panoramica di eventi e di no-vità. L’appuntamento di Modena-Fiere, programmato dal 29 otto-

bre al 1° novembre 2009, è riser-vato non solo a chi volesse acqui-stare un soggiorno sulla neve,presso le più importanti stazionisciistiche italiane ed internazio-nali, ma anche agli operatori tu-ristici, ai direttori delle stazioni in-vernali, alle aziende ed ai negozidi attrezzatura e abbigliamentosportivo, ai maestri di sci e snow-

board, alle scuole di snowkite, disleddog, di arrampicata e di moun-tain bike, alle associazioni sporti-ve, agli atleti ed ai tecnici. Skipasspuò essere definito, infatti, l’even-to più atteso dagli amanti dellaneve, per tutto ciò che offre alpubblico: meeting, conferenzestampa, workshop, gare, esibi-zioni ed aree attrezzate messe a

disposizione gratuitamente perprovare il pattinaggio su ghiaccio,lo sci, lo snowboard, la mountainbike e l’arrampicata. In questo con-testo, come ormai da tradizione,gli atleti gialloverdi, tra cui i piùimportanti nomi degli sport inver-nali ed i campioni dei Giochi di Pe-chino, saranno presenti all’eventoper tutti e quattro i giorni. I visi-

Fiamme Gialle

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Le Fiamme Giallea Skipass 2009

di Agata Cacisi

Gli sciatori gialloverdi non potevano mancare ad un evento che prevede oltre centomilavisitatori. Un appuntamento per promuovere l’attività sportiva della Guardia di Finanza in tutte le discipline che pratica all’interno del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle.In questa occasione, però, l’interesse è tutto per neve e ghiaccio poiché SKIPASS si rivolge agli appassionati della montagna e degli sport invernali.

Sfida al rowing tra Simone Raineri, Luca Agamennoni, Manfred Moelgg e Andrea Facchin

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tatori potranno incontrarli pressolo stand Fiamme Gialle ed avrannola possibilità di sfidarli, grazie al-l’utilizzo di simulatori, in avvincen-ti gare di biathlon, tiro a segno ecanottaggio. In palio, fra i parteci-panti alle gare, il “Trofeo FiammeGialle” con premiazioni giornalie-re dei primi tre classificati, mentretra tutti i concorrenti, registrati neidiversi giorni, saranno premiati,quali vincitori del Trofeo, i miglio-ri tre giovani che saranno ospitatidal Comitato Organizzatore dei"Campionati Mondiali di sci nordi-co in Val di Fiemme" per due gior-ni insieme ai propri genitori. Per fi-nire, tra le attività patrocinate dal-le Fiamme Gialle, spicca la premia-zione di alcune scuole modenesi chesi sono distinte durante i GiochiSportivi Studenteschi. Occasioneimperdibile, quindi, per quanti vor-ranno conoscere da vicino le disci-pline sportive praticate dagli atletiFiamme Gialle, da sempre promo-tori del valore altamente educativodello sport.

Manuela Moelgg

Massimilano Blardone e Manuela Moelgg premiano un visitatore

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l trattamento si basasu meccanismi natu-rali dell’organismo inquanto sfrutta le ele-

vate capacità rigenerative e diguarigione dei fattori di crescitarilasciati dalle piastrine contenu-te nel nostro sangue.

Dottoressa Pereira, abbiamoparlato più volte dei “Fattori diCrescita” e del loro effetto diguarigione sorprendente. C’èuna buona notizia anche perchi è affetto da artrosi d’anca!Fortunatamente sì. L’artrosi è unprocesso degenerativo che pro-

duce progressivamente disabilitàed è accompagnata da dolore. Lalocalizzazione all’anca risulta laterza più frequente, dopo le ma-ni e le ginocchia. Un’indagine cidice che in Italia siano affette, so-pra i 60 anni, più di un milionedi persone, mentre il 3% della po-

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Club news

Top Physio Network:Artrosi d’anca e i fattori di crescita: la cura senza bisturiDa qualche anno i fattori di crescita trovano sempre più ampio utilizzo nell’ortopedia per laloro capacità di accelerare il processo di guarigione di diverse patologie, come artrosi, le-sioni muscolari, legamentose o tendinopatie croniche e resistenti alle cure tradizionali.

Dott.ssa Maria Teresa PereiraMedico Chirurgo

Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione

nov 2009_sere 29-10-2009 10:33 Pagina 46

polazione è rappresentata da gio-vani tra i 30 e 40 anni. Per evita-re danni irreparabili è necessarioche la diagnosi sia fatta tempesti-vamente, così da poter effettuareun’adeguata scelta terapeutica.

Quali sono gli strumenti di dia-gnosi?Radiografia abbinata a ecografia.La tecnica radiografica permette diindividuare alterazioni di margini,struttura ossea ed ampiezza dellospazio articolare, corrispondenti aldecorso naturale della patologia.L’ecografia, invece, è necessariaper verificare le alterazioni di tes-suti quali la cartilagine articolare,la capsula, il liquido e la membra-na sinoviali, non individuabili at-traverso l’esame radiografico.

Come si può trattare l’artrosid’anca?Con la tecnica dei Fattori di Cre-scita, o più correttamente del PRP(Plasma Ricco in Piastrine). AVilla Stuart abbiamo trattato etrattiamo numerosi casi di artro-si d’anca. Questa innovativa te-rapia infiltrativa permette di mi-gliorare la disabilità, ridurre ildolore e ritardare nel tempo laprotesizzazione.

A chi è consigliata questa terapia?A tutti coloro che soffrono d’atro-si d’anca. Ottimi risultati li abbia-mo ottenuti nelle artrosi incipien-ti, cioè quelle che si manifestanoin un’età più giovane del norma-le e sono generalmente atleti osoggetti intorno ai 40 anni, in se-guito a un trauma subito o a va-rianti anatomiche congenite.

In che cosa consiste questa tec-nica?

Il Plasma ricco in Piastrine (PRP)si ottiene da un normale prelievodi sangue venoso sottoposto ad unaspeciale procedura di centrifuga-zione. Si ottiene, così, una con-centrazione di piastrine che vieneiniettata nell’area da trattare, do-ve rilascia fattori di crescita in gra-do di stimolare la rigenerazione ela guarigione della parte lesionata,un percorso totalmente naturale.

È una tecnica invasiva?L’infiltrazione provoca un dolo-re moderato nell’immediato, manon ci sono altre controindica-zioni. Deve, però, assolutamenteessere effettuata da mani esper-te sotto guida ecografica.

Il Plasma Ricco in Piastrine è si-curo?Il sangue è autologo, cioè prele-vato dal paziente stesso, quindinon c’è alcun rischio di malat-tie trasmissibili.

Quanto applicazioni sono ne-cessarie per ottenere risultati?Dopo sole 3 applicazioni i benefi-ci della terapia sono evidenti: do-lore e zoppia si riducono sensibil-mente o addirittura scompaiono!

l trattamento si basasu meccanismi natu-rali dell’organismo inquanto sfrutta le ele-

vate capacità rigenerative e diguarigione dei fattori di crescitarilasciati dalle piastrine contenu-te nel nostro sangue.

Dottoressa Pereira, abbiamoparlato più volte dei “Fattori diCrescita” e del loro effetto diguarigione sorprendente. C’èuna buona notizia anche perchi è affetto da artrosi d’anca!Fortunatamente sì. L’artrosi è unprocesso degenerativo che pro-

duce progressivamente disabilitàed è accompagnata da dolore. Lalocalizzazione all’anca risulta laterza più frequente, dopo le ma-ni e le ginocchia. Un’indagine cidice che in Italia siano affette, so-pra i 60 anni, più di un milionedi persone, mentre il 3% della po-

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Top Physio Network:Artrosi d’anca e i fattori di crescita: la cura senza bisturiDa qualche anno i fattori di crescita trovano sempre più ampio utilizzo nell’ortopedia per laloro capacità di accelerare il processo di guarigione di diverse patologie, come artrosi, le-sioni muscolari, legamentose o tendinopatie croniche e resistenti alle cure tradizionali. @

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Dott.ssa Maria Teresa PereiraMedico Chirurgo

Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione

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nov 2009_sere 27-10-2009 12:06 Pagina 46

È questa l’ennesima sfida che si accinge a intraprendere il pordenonese Michele Pontrandolfo, primo italiano ad affrontare

il Polo Nord Geografico in solitario.

Sport estremi

Febbraio 2010 The Big Nail

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di Andrea Tranquilli

urante la traversata Michele –specialista di sci-alpinismo, ar-rampicata su roccia, arrampica-ta su cascate di ghiaccio e alta

quota - potrà collegarsi via satellite con la re-dazione di alcuni tra i piu’ importanti medianazionali.La traversata in solitaria dell’Oceano Articoinizierà da Ward Hunt Island, una piccola iso-la posizionata a 83° grado di latitudine nordnel Canada Artico. 60 impegnativi giorni dicammino con gli sci ai piedi e la slitta al trai-no sulla banchisa polare corrugata da enor-mi creste di ghiaccio che possono raggiun-

gere alcuni metri di altezza e coprire zone digrande dimensione, fino a 100 km2. Le po-tenti correnti marine che si muovono dall’A-laska all’Asia provocano infatti lo spostamen-to del pack, il ghiaccio marino, creando nonsolo queste barriere, ma anche innumerevo-li canali che possono, in alcuni casi, essereattraversati solo a nuoto con una temperatu-ra dell’acqua di 10 °C ed una temperatura del-l’aria di -50°C. A rendere ancora più impre-vedibile l’evolversi della traversat a l’aumen-to delle temperature che modifica anno do-po anno l’Oceano Artico. Per questo la di-stanza da percorrere sarà sicuramente supe-

riore agli 800 km in linea d’aria che separa-no Ward Hunt Island dal Polo Nord Geogra-fico ed è stimata in più di 1000 km.Essendo la missione molto impegnativa e ri-schiosa, sotto tutti i punti di vista, l’esplora-tore si sta accingendo non solo alla prepa-razione fisica e psicologica ma anche e so-prattutto al reperimento di quei finanziamen-ti indispensabili per la realizzazione dell’im-presa. A tal proposito, da qualche mese, è sta-to impiegato nell’operazione “Il Grande Chio-do” Expedition 2010, un pool di esperti spe-cializzati in marketing, capitanati dal Dott.Mario Sansoni.

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Per secoli il Polo Nord è rimasto un luogo inaccessibile,e la possibilità di poterlo raggiungere ha affascinato moltiesploratori. Il Polo Nord ha alimentato tanti miti e ispiratomolti sogni di conquista, ma in realtà è rimasto inviolato

sino ai primi anni del ventesimo secolo, quando, il 6 aprile 1909 la prima spedizione ha raggiunto il Polo Nord Geografico.L'impresa fu diretta dallo statunitense Robert Edwin Peary;

altri membri della spedizione erano il suo assistente Matthew A. Henson e quattro Inuit chiamati Ootah,

Seegloo, Egingway, e Ooqueah.

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Sport estremi

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Michele PontrandolfoIl primo italiano che lo scorso 30 aprile haraggiunto il Polo Nord Magnetico in solitaria,dopo una marcia di 31 giorni in mezzo aighiacci con temperature attorno ai 30 gradisotto zero e punte anche di meno 48L'attività di Michele Pontrandolfo, che si svol-ge nella maggior parte dei casi in solitaria, èad alto rischio di vita ogni istante del giornoe lo vede alle prese con uno sforzo fisico con-tinuo e prolungato, costantemente soggettoad intemperie, con il rischio continuo di con-gelamenti a temperature costanti sotto lo ze-ro. In caso di emergenza o pericolo di vita,inoltre, l'eventuale soccorso non è garantito.Il nostro uomo dei ghiacci, infatti, percorre dasolo migliaia di kilometri trascinando una slit-ta sulla quale trasporta i materiali di cui habisogno.Attualmente ha all'attivo 10 Spedizioni Pola-ri di cui 6 in solitaria effettuate in Groenlan-dia, Patagonia, Islanda e isole Svalbard, e haraggiunto Polo Nord, Polo Nord Geomagne-tico e Polo Nord Magnetico. Durante le suespedizioni ha prodotto numerosi filmati che

hanno visto l'interesse di numerosi medi na-zionali come Rai 1, 2 e 3, Sky Sport, La 7 Sporte Canale 5 (trasmissione Terra)Al giorno d’oggi sono poche le persone cheraggiungono il Polo Nord in pura etica esplo-rativa; ovvero senza supporti esterni e senzal’ausilio di cani o vele da traino, semplice-mente con una slitta norvegese (pulken) in ve-troresina, dove all’interno viene stivato tuttoil materiale tecnico specifico, viveri ed at-trezzature varie le quali verranno usate du-rante tutto il periodo della spedizione, ed unpaio di sci da fondo escursionismo unico mez-zo di locomozione.Codificato, si traduce in un fortissimo messag-gio, che l’atleta intende diffondere nella suamissione: educazione al rispetto dell’ambiente.

Come testimonia questa celeberrima fotogra-fia, scattata all’arrivo del polo Nord Magne-tico, l’atleta è molto attaccato alle sue radici,nato a Pordenone, è sicuramente il simbolodella Regione Friuli Venezia Giulia, la qualericonoscendo i suoi sforzi, lo ha nominato te-stimonial per il proprio territorio unitamenteal WWF Italia.

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lavori sono stati aperti dal Sen.Luigi Ramponi, presidente dell’As-sociazione Nazionale Stelle al Me-rito Sportivo, che ha organizzato

il convegno in collaborazione col Centro Stu-di Difesa e Sicurezza. "Lo sport è una com-ponente fondamentale della vita italiana – hasottolineato Ramponi – lo sport educa al ri-spetto delle regole e, al suo interno, tutto sisvolge rispettando l’avversario del momen-to. La funzione della politica, invece, è quel-la di assicurare la migliore qualità della vitaal cittadino e quindi deve sostenere lo sportin maniera che sempre più persone possanopraticarlo". Un’introduzione che ha fornito lachiave di lettura del tema del convegno ai re-

latori che lo hanno ampiamente discusso edargomentando sul rapporto tra sport e poli-tica. I relatori per lo sport sono stati: Riccar-do Agabio, Presidente della Federazione Gin-nastica, Giancarlo Abete, Presidente della Fe-derazione Calcio, Paolo Barelli, Presidentedella Federazione Nuoto, Franco Arese, Pre-sidente Federazione Atletica, Luca Pancalli,Presidente del Comitato Paralimpico Italiano,e Giovanni Morzenti, Presidente FederazoneSport Invernali. La parte politica del Conve-gno è stata sostenuta, invece, da GiancarloGiorgetti, Lega Nord, Giovanna Melandri, Par-tito Democratico, Patrizia Bugnano, Italia deiValori, Luciano Ciocchetti, UDC e dall’On.Rocco Crimi, il quale ha affermato che: "Sport

per tutti si intende sport nelle scuole e quin-di va incentivata l’attività motoria tra i gio-vani educandoli pure al rispetto delle regolee dei valori etici dello sport. La politica daparte sua dovrà, e si sta già adoperando a far-lo, migliorare l’impiantistica sportiva per con-sentire a sempre più giovani di accedere al-lo sport e, quindi, al miglioramento della qua-lità della vita. Ed è compito della politica, odel Parlamento in generale, sostenere glieventi internazionali. Inoltre è in approva-zione una legge che consentirà alle società dicalcio di potersi costruire stadi adeguati equindi non dipendere più solamente dai di-ritti televisivi. Di questa legge ne potrannousufruire anche tutte le altre discipline spor-

Il 19 ottobre scorso a Roma, nella Sala Colonne di Palazzo Marini, si è discusso delrapporto tra lo sport e la politica. Al consesso hanno partecipato, oltre a numerosirelatori, anche i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta e Rocco Crimi, quest’ultimo con delega allo sport, ed il Presidente delConi Giovanni Petrucci.

Un Convegno Nazionale dal tema:“Il Rapporto tra lo sport e la politica”

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Politica sportiva

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Il tavolo dei relatori

di Enrico Morucci_foto GMT

nov 2009_sere 29-10-2009 10:36 Pagina 52

tive". Tra le considerazioni finali sono dasottolineare quelle dei giornalisti Italo Cuccie Ruggiero Palombo che hanno posto l’ac-cento sulla possibilità di aprire maggiormen-te la pratica sportiva agli immigrati, consen-tendone la piena integrazione sociale ancheattraverso lo sport, ed agli anziani, ricono-scendo quest’ultimi, una parte fondamenta-le dell’industria sportiva. Hanno auspicato,

da parte della politica, pure la certezza dei fi-nanziamenti al Coni ed al Coni la vigilanzasull’utilizzo dei fondi da parte delle Federa-zioni in maniera da salvaguardare l’autono-mia gestionale dello sport. Palombo, infine,ha sottolineato la deprecabile corsa alle can-didature per organizzare i Giochi del 2020 edha evidenziato che, ad oggi, le città italianeche aspirano a divenire la "città candidata"

sono Roma, Venezia, Palermo e Bari. Gli ul-timi interventi sono stati quelli del Presiden-te Petrucci che ha dichiarato: "Per quando ri-guarda l’affollamento delle candidature olim-piche italiane, all’estero non ci facciamo unabella figura per cui nella Giunta di mercole-dì (21 ottobre 2009 ndr) saranno dettate del-le regole precise alle quali si dovranno atte-nere le città che le vogliono avanzare. In ognimodo alla fine sarà sempre il CONI che sce-glierà quale sarà la città da presentare come‘città candidata’ all’organizzazione dei Gio-chi del 2020. Per quanto riguarda i finanzia-menti auspico che essi siano certi per con-sentire la destinazione di parte di questi fon-di al mondo scolastico ed alle attività moto-rie di base". Il Consesso è stato chiuso dal-l’On. Gianni Letta, che ha dichiarato: "Sonograto al Senatore Ramponi che è riuscito, conla meritoria Associazione Nazionale Stelle alMerito Sportivo del CONI, a mettere intornoad un tavolo le persone che possono parlaredi sport e della sua autonomia che sono i va-lori di questo Paese poiché lo sport è lonta-no dai conflitti e spero che non ne arrivinomai poiché esso è fatto per unire e questo de-ve essere un modello da seguire. Per quantoriguarda l’autonomia dello sport io l’ho sem-pre rispettata personalmente ed istituzional-mente poiché la politica deve essere fatta amisura dello sport mutuandone anche i mo-di di fare politica che sono quelli del rispet-to delle regole e dell’avversario".

L’On.Gianni Letta e Gianni Petrucci

da sinistra: Giovanna Melandri, Rocco Crimi e Luigi Ramponi

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l 23 Novembre 2009 partirà uf-ficialmente il progetto con losvolgimento della “Giornata del-la Cultura e dell’Etica Sportiva”

e con il lancio del concorso “SegnalEtica”:ci sarà un incontro dibattito che si svolge-rà nei quattro capoluoghi di regione in duediverse giornate: il 23 Novembre in contem-poranea nel Lazio e in Campania e il 25 No-vembre nelle Marche e in Abruzzo, presso

le sale/sedi del CONI Regionale o in altrestrutture. Il Movimento vuole costruire attraverso “LaGiornata dell’Etica Sportiva” e il concorso“SegnalEtica”, un vero e proprio progetto“Etico Sportivo” di comunicazione e promo-zione.I ragazzi, grazie a questo progetto avrannola possibilità di interloquire con i relatori,soprattutto con i Campioni che fungeranno

da esempio sul comportamento corretto esul modello di un sano stile di vita da adot-tare. Il rapporto dei ragazzi con l’etica sportiva èstato rivalutato negli ultimi anni: il rispettoper se stessi e per gli altri, il rispetto delle re-gole, rappresentano elementi fondamentalinella crescita individuale di ogni persona.Durante la manifestazione, inoltre sarannoproiettati filmati finalizzati alla diffusione

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Etica Sportiva

Arriva Eticamp, il campus sportivo per i nostri ragazzi

SPORTIVADELLA CULTURA

IL GIORNO

di Alessandro Morucci

nov 2009_sere 29-10-2009 10:39 Pagina 54

dei comportamenti etici nel mondo dellosport, varie produzioni cartacee e informati-ve che saranno distribuiti nel Kit Didatticoconsegnato a tutti i partecipanti.Nella stessa circostanza i Professori di Educa-zione Fisica verranno nominati “Cavalieri del-l’Etica Sportiva”, ed assumeranno la funzionedi precursori per il messaggio che il MECS vuo-le diffondere all’interno delle scuole.Per il concorso “SegnalEtica”, i ragazzi del-

le scuole aderenti dovranno comporre un ela-borato sul tema dell’Etica nello Sport e con-segnarlo entro il 15 Febbraio 2010.Gli elaborati pervenuti in tempo utile, saran-no esaminati e valutati da una Commissionecomposta dagli Atleti Ambasciatori del MECSe da altre personalità del mondo dello Sporte della Cultura.A marzo 2010 i ragazzi delle scuole che sa-ranno risultate vincitrici del concorso, sa-

ranno invitati a Roma per la Festa Naziona-le dell’Etica nello Sport, ove saranno coin-volti in diverse attività ludico-sportive (ba-sket, calcio, volley, rugby e golf). Nella stes-sa giornata dovranno compilare un questio-nario sui temi dell’Etica nello Sport, ed altermine il punteggio delle attività sportivesommato a quello del questionario, decrete-rà una scuola per regione Campione dell’E-tica nello Sport 2010.

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Nella foto affianco il presidente onorario del MECS, PierluigiCelli premiato dal prof. Antonio Lombardo ed il presidente

Gianni Rivera

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A luglio 2010 organizzeremo gli EtiCamp, uncampo sportivo per i ragazzi, attraverso il qua-le il nostro movimento, vuole rendere un servi-zio socio-pedagogico-sportivo ai tanti ragazzidesiderosi di socializzare e fare sport, predili-gendo la crescita umana dell’individuo e nel con-tempo suscitando l’interesse per le attività pro-poste. Il progetto si propone di coniugare un di-vertimento sano ad attività formative e riflessi-ve facendo sì che i ragazzi passino una settima-na piacevole e nello stesso tempo ricevano mes-saggi positivi riguardanti l’etica, l’integrazionee dei sani principi di vita.Per la prima volta in Italia in un camp attra-verso lo sport si potranno, in maniera diver-tente, presentare ai ragazzi tematiche impor-tanti quali: Integrazione fra normodotati e di-versamente abili; Educazione ambientale; Edu-

cazione alimentare; Educazione sportiva; Cul-tura sportiva.Tutte le attività avranno come tema princi-pale l’Etica. Quando parliamo di Etica inten-diamo il rispetto delle regole, dei compagni,degli istruttori e dell’ambiente che si ha in-torno; si parlerà quindi di Etica durante leattività sportive, durante i momenti ricreati-vi e durante tutte le altre attività in modo dafar arrivare il messaggio univoco che l’Eticanon è una materia ma uno stile di vita. Leattività sportive saranno orientate verso glisport di squadra per favorire il tema dell’in-tegrazione e della socializzazione tra i varipartecipanti; inoltre ci saranno anche mo-menti dedicati all’educazione sportiva e fisi-ca volti a far capire l’importanza di questeattività a tutti i ragazzi.

Gli sport che verranno praticati saranno: Palla-canestro, Calcetto, Volley, Ginnastica generale,Atletica.Il progetto “EtiCamp” nasce dall’idea di rea-lizzare un momento di crescita globale deiragazzi e l’integrazione fa parte di questaglobalità. Attraverso le attività sportive l’in-tegrazione tra ragazzi normodotati e non sa-rà resa più semplice: il ragazzo disabile potràsentirsi parte integrante del suo gruppo e i com-pagni riusciranno a percepire la sua realtà ca-landosi concretamente nelle dinamiche dellosport che lui vuole o che può praticare.Il MECS Movimento dell’Etica e Cultura nelloSport vuole costruire, un nuovo modello di campestivo utilizzando il messaggio etico nello sportcome strumento privilegiato di aggregazione edi integrazione sociale.

EtiCamp

Etica Sportiva

nov 2009_sere 29-10-2009 10:39 Pagina 56

SPORTIVADELLA CULTURA

IL GIORNO

segnalEtica

www.eticanellosport.com

Consiglio regionaleLazio

Comune di Roma

Provincia di RomaAssessorato allosport e grandi eventi

200923novembre

nov 2009_sere 29-10-2009 12:31 Pagina 57

'International Shooting Academyè nata un paio d'anni fa - sotto-linea il coordinatore Alberto DiSantolo – con l'intento di fornire

delle alte competenze in ambito internazio-nale a tecnici di tutto il mondo. Ai corsi tra-dizionali abbiamo deciso di aggiungere deiworkshops specifici su tematiche affrontatedai nostri laureati nelle prime sessioni dell'I-sa. Quindi l'idea di questo laboratorio perma-nente è partita. Ora, il primo corso era costi-tuito quasi integralmente da tecnici italiani,ma siamo proiettati in un ambito internazio-nale tanto è vero che nel prossimo corso cisaranno già molti stranieri. Abbiamo mossoil primo passo. Ed il fatto di essere presenti inAbruzzo durante i Giochi del Mediterraneo

conferma appunto la vocazione internazio-nale dell'iniziativa. Assolutamente sì, – pro-segue Di Santolo – quest'appuntamento è sta-to voluto perchè l'Italia nel panorama inter-nazionale ha cultura, tradizione e storia. Inol-tre, se vogliamo, l'industria dell'attrezzo spor-tivo costituita da armi e cartucce è nata nelnostro Paese. Possiamo trovare tutto il back-ground che ci pone nel tiro a volo come lea-der in ambito mondiale. Ma Di Santolo guar-da avanti. Ad ottobre avremo la seconda par-te del secondo corso e l'inizio del terzo. È evi-dente che siamo a buon punto e stiamo pre-parando dei format didattici ideali dopo unafase sperimentale che ci permetteranno di ave-re piani ancor più consolidati. Da una partec'è il lato tecnico che interessa di più i tira-

tori, però alcuni aspetti legati alla visione neltiro e all'alimentazione, per fare qualche esem-pio, captano moltissima attenzione e c'è sem-pre maggiore richiesta di informazioni in me-rito ad un ampliamento del bagaglio delle co-noscenze. Noi mettiamo a disposizione il knowhow grazie alla partecipazione dell'Universi-tà romana di Tor Vergata che permetterà, nesiamo convinti, una sempre maggiore diffu-sione dell'Isa anche con un ulteriore sognodel cassetto. Un'Isa itinerante che vada in gi-ro per il mondo, consentendoci di esportareil nostro modello didattico all'estero. Prospet-tive di rilievo per un progetto innovativo chesta dando i suoi frutti. È un'esperienza mol-to valida – rileva Fabio Partigiani, preparato-re atletico della Nazionale – e stiamo facen-

Tiro a volo

L

Nuovo passodell'International ShootingAcademy che negli ultimitempi ha ampliato la suaofferta didattica conworkshops mirati allapreparazione dei tecnici eal consolidamento dellaloro esperienza.www.fitav.it

ISA Labtra scienza

e innovazionedi Enrico Morucci

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nov 2009_sere 29-10-2009 10:40 Pagina 58

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do dei grandi passi e i lavori presentati sonodi alta qualità. Un livello scientifico che soloqualche anno fa forse non si pensava di poterraggiungere. Questo vuol dire che ciò che èstato seminato è molto valido e sicuramentepotremmo trarre beneficio da tutto quello cheè stato appreso. Poi ho visto che gli allievi so-no molto interessati. Possiamo costruire dav-vero delle cose notevoli, dice ancora Partigia-ni. Il punto più qualificante di questa iniziati-va è la ricerca perchè tutte quante le discipli-ne olimpiche ormai si basano proprio su que-sto fattore. L'Isa Lab può dare sicuramente uncontributo notevole alla metodologia dell'al-lenamento. Sia per quanto riguarda il discor-so atletico, fondamentale nel tiro, sia sotto l'a-spetto prettamente tecnico. Ormai anche nel-la nostra disciplina bisogna programmare, nul-la si può lasciare al caso. In Italia a livello ditecnici e strutture siamo i primi quindi possia-mo essere un esempio per gli altri. Tra le pa-role chiave di Fabio Partigiani, lo sottolineapiù volte, c'è la ricerca. Con questo interven-to abbiamo posto le basi, sicuramente ne se-guiranno altri. Rispetto ad altre discipline sia-mo indietro, questo ci deve spingere a produr-re nuovi lavori per poter ottimizzare la prepa-razione sia tecnica che atletica. Anche per Al-do Bionda, fisioterapista degli azzurri, la ricer-ca è il punto fondamentale. Riuscire a mette-re in moto – aggiunge - tutte le caratteristicheche ogni atleta ha, cercando di potenziarle almassimo abbinando la tecnica all'aspetto fisi-co che è alla base di qualunque sport. Il diret-tore tecnico dell'Isa Carlo Danna sottolinea lefinalità di questa accademia. È nata con una

finalità ben precisa che era quella di proporrequalcosa di completo e nuovo nel settore del-la formazione per i tecnici. Noi volevamo chei partecipanti si trasformassero nel tempo an-che in attori. Cioè da allievi a professori. Per-chè noi ci rivolgiamo a persone che hanno giàda tempo una preparazione, e in alcuni casianni e anni di conoscenza. Per cui se noi ri-usciamo, come stiamo riuscendo, a prenderetutto quello che ognuno di loro ha da dirci,possiamo mettere insieme un archivio di gran-

de valore come è successo in questo semina-rio d'aggiornamento. Stiamo realizzando qual-cosa di nuovo con un bagaglio che ancora nonè completo, ma si completerà sicuramente en-tro uno o due anni. Il mio sogno è quello diarrivare, per mezzo della collaborazione di tut-ti, ad un prodotto finito di grande qualità chepossa essere anche l'emblema della Federazio-ne Italiana Tiro a Volo e mostrare al mondoche effettivamente la cultura italiana del tironon è solamente una storia, ma un fatto vero.Già a partire dal prossimo corso, il terzo, avre-mo molti più argomenti da offrire, avvicinan-doci sempre di più a quel prodotto finito a cuiho fatto riferimento. Insomma c'è materiale asufficienza per guardare con fiducia al futuroconsapevoli di un cammino che, seppur gio-vane, ha già dato frutti importanti.

Nella foto in alto: un momento della conferenzastampa alla facoltà di medicina di Tor Vergata.In basso il direttore dell’Accademia ISA, PaoloDel Bene premia il prof. Antonio Lombardo.Nella pagina affianco l’Università Tor Vergatapremia Francesco D’Aniello, campione del mondo.

nov 2009_sere 29-10-2009 10:40 Pagina 59

ll’apparenza, lo squash è uno sportdi facile compressione: le striscedelimitano il perimetro del campo,la pallina viene colpita da un gio-

catore per volta, non deve fare più di un rim-balzo per terra. Eppure, ci sono tante cose dasapere, tante regole da imparare perché gliatleti si muovono in spazi ristretti, la pallinaschizza veloce, è c’è sempre il rischio di uncontatto con l’avversario.Juan Carlos Camino, istruttore federale dal1993 e oggi in forza all’Agonistica SquashR.S.C., ci aiuta a comprendere come avvici-narsi a questo sport. «La cosa migliore percapire il gioco, è entrare in campo e iniziare

a giocare», spiega Carlos. A suo avviso, alme-no all’inizio, è più facile giocare anzichéporsi troppe domande: anche chi non ha maipreso in mano nemmeno una racchetta datennis, può entrare in campo e tirare i primicolpi contro il muro. Ideale è iniziare con un istruttore, che per-mette di seguire un percorso graduale diapprendimento, ma in tanti cominciano conun amico, o addirittura da soli, cavandoselasubito, in qualche modo.«La prima cosa che spiego ad un giocatoreesordiente, è come non farsi male. Lo spazioristretto, l'uso delle racchette, la velocitàdella pallina, le pareti, sono tutti elementi che

possono generare contatti tra gli avversari, equindi infortuni. È importante capire subitocosa si deve, e cosa non si deve fare per evi-tare tali contatti». Le interferenze tra i giocatori sono di duetipi: una è fisica, quando l’avversario impedi-sce di raggiungere la palla, ancora lontana;l’altra è di posizione, quando l’avversarionon permette di colpire in modo corretto lapalla, che è a portata di colpo. «Ogni voltache si avverte un possibile ostacolo offertodall’avversario, bisogna fermarsi». Nel primotipo d’impedimento siamo davanti ad un“let”, che autorizza a ripetere lo scambio; nelsecondo, quando siamo già in posizione per

Squash

Con l’occhiodel tecnico

A

Ritorna un forte interesse verso lo Squash, disciplina sportiva in voga nella Capitale dal lontano 1978. I consigli di Juan Carlos Camino, l’istruttore più conosciuto della Federazione.

di Andrea Tranquilli

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colpire ma l’avversario ce lo impedisce, sitratta invece di uno “stroke”, che assegna ilpunto.Spiegate le prime accortezze per evitare con-tatti e infortuni, Carlos ci introduce alla tec-nica del colpo. «Data la caratteristica dellapallina, per imprimerle la giusta potenza ilcolpo avviene, a differenza del tennis, attra-verso un movimento del polso, il cosiddetto“movimento a frusta”, che segue quello delbraccio». La pallina schizza in questo modocontro il muro, come se si stesse lanciandoun sasso in uno stagno, e arriva a superare i200 km/h. Il movimento è, in questo senso,aiutato dalle dimensioni e dal peso della rac-chetta, minori rispetto al tennis.Il terzo momento della lezione, spiegaCarlos, riguarda la posizione in campo e imovimenti: «Domina il gioco chi riesce aconquistare il centro del campo, cioè la con-nessione delle righe, la cosiddetta “T”. Da

quella posizione si possono controllare inmodo equidistante tutti gli angoli del campo,nonché gli spostamenti dell’avversario, epuò iniziare una specie di partita a scacchi,molto tattica, con il rivale, per conquistare econtrollare la “T”». Per quanto riguarda movimenti, bisognaimparare ad arrivare nel modo giusto sulcolpo, senza mai andare oltre la posizionecorretta, sia per evitare un impatto sbagliatotra la racchetta e la palla, sia per nonrischiare di sbattere contro il muro. Dall’alto della propria esperienza, Carlos cimette in guardia: «lo squash è facile da pra-ticare per divertirsi, e lo si può fare anchein età avanzata, ma è molto difficile arriva-re ad alti livelli». Attenzione, però: è tra gli sport più duri perl’apparato cardio-circolatorio e, dopo ilcanottaggio e il ciclismo, è quello che fabruciare il maggior numero di calorie in unapartita, fino a 1200 in un’ora di gioco. Dettoche vince, normalmente, chi arriva perprimo a nove punti e che si fa punto solodopo aver conquistato la battuta (nei torneia squadre si arriva a 15, senza cambio-palla), il lettore è servito: ormai è pronto perentrare in campo, e cominciare...

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Pallanuoto

a neosocietà romana di pallanuo-to, fondata nel 2005 grazie alladeterminazione e all’entusiasmodel presidente Matteo Diez e del

vicepresidente Federico Firmani, ispirata allagloriosa Rari Nantes dei primi anni del seco-lo scorso, si è andata immediatamente affer-mando come una delle società più solide e incostante crescita all’interno del mondo dellapallanuoto grazie all’efficienza di un gruppoaffiatato e coeso e agli evidenti risultati otte-nuti. La passione per questo sport è stato ilpunto di partenza per creare un gruppo se-

niores compatto e determinato che, partendodalla serie D, ha militato nelle stagioni dal2005 al 2009 rispettivamente nei campiona-ti di serie D, C, B fino all’approdo in A2, cen-trando così un obiettivo record nella palla-nuoto europea con tre promozioni in tre an-ni. Il difficilissimo campionato nazionale diA2 è stato però fatale per la Rari Nantes Ro-ma che ha dovuto cedere, dopo solo un an-no, il proprio posto tornando in serie B.Oggi gli atleti sono già in vasca nei prestigio-si impianti della Capitale per prepararsi adaf¬frontare al meglio il campionato 2009/2010

che li impegnerà su tutto il territorio nazio-nale. Il successo di questa società non è soloin acqua ma anche in rete grazie ad un sito,www.rarinantesroma.it, che è tra i più “clic-cati” del settore, contando più di 100 mila vi-si¬te a stagione. La Rari Nantes Roma, però,non è solo pallanuoto a livello agonistico ma-schile e femminile; la società, infatti, dà an-che la possibilità ai più piccoli (a partire da-gli otto anni), ai master e agli amatori di av-vicinarsi e praticare questa disciplina, graziealle attività settimanali che si svolgono pres-so la piscina della Ferratella Nuoto, all’Eur.

L

Rinnovata nell’organico, la Rari Nantes Roma maschile di serie B è oggi unarealtà più concreta che mai grazie alle esperienze degli anni passati.

di Valerio De Giovanni

La pallanuoto nella Capitale

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ieci anni di successi e allori.L'Università LUISS Guido Carli,sotto la guida del Prof. Paolo delBene, è dal lontano 1999 che ha

individuato nella pratica sportiva agonisticauna delle principali opportunità per gli studen-ti che frequentano il prestigioso ateneo roma-no. Basket, pallavolo, calcio a 5, rugby sonostate in questo decennio le compagini accade-miche che hanno disputato i relativi campiona-ti dando valore al connubio, modello USA, distudiare e fare sport nello stesso tempo rag-giungendo ottimi risultati in entrambi i campi.Da questa stagione il Calcio in LUISS vieneidenficato in una sola persona: MassimoChialastri, Team Manager della squadra diCalcio a 11 del prestigioso ateneo capitolino.È lui che ha cullato, progettato e realizzato il

sogno di portare la squadra universitaria aconfrontarsi e competere con realtà agonisti-che al di fuori dell'Istituto in un vero e pro-prio campionato federale.

Chialastri che ruolo ha il pallone alla LUISS?"Il calcio in Luiss nasce nel 2003, dall'inizia-tiva di alcuni studenti, con l'intento di imita-re il percorso intrapreso alcuni anni primadal Basket, replicando il modello americanodelle squadre universitarie.L'iniziativa viene subito incentivata dallastruttura dell'ASSociazione Sportiva Luiss edal 2004 la squadra partecipa al Campionatodelle Università di Roma, vincendo due edi-zioni delle 4 cui partecipa; la ricetta è ugua-le ab origine: un gruppo storico a fortissimocoefficiente di aggregazione e la disponibil-

tà ad accogliere ogni anno nuove leve ingrado di stimolare competitività e rinnova-mento. Sempre sotto la guida tecnica diMister Riccardio Maurizi, ex Roma conimportanti trascorsi in Serie C, il calcio Luissriesce a ritagliarsi spazi sempre più impor-tanti anche all'interno dell'Ateneo, e nel2006 al calcio maschile si affianca anche ilcalcetto femminile.

Quest'anno è l’anno della svolta?"Il 2009 è la stagione della scommessa davincere: il progetto iniziale è cresciuto e orala squadra è pronta ad affrontare la sfidadel calcio dilettantistico; l'iscrizione allaTerza Categoria (girone c) vuole essere unnuovo punto di partenza per programmiancora più ambiziosi.

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Ddi Alessandro Morucci

Massimo Chialastri:“Eccellere anche nel calcio”Intervista al responsabile del calcio a 11 della LUISS Guido Carli

Calcio

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Con l'entusiasmo, la correttezza e la grintache ha sempre contraddistinto chi negli anniha fatto parte di questa iniziativa! Nessunapaura di confrontarci: l'obiettivo è puntare almassimo, nello sport come nello studio".

Quindi, è tempo di nuovi esami anche per ilPallone?"Sono convinto che l'esame di calcio i mieiragazzi lo supereranno brillantemente e tro-veranno nel campo da giuoco il giusto stimo-lo e la soddisfazione per supereare con ilrelativo entusiasmo anche quelli più impor-tanti sui banchi di viale Romania. Stiamoformando i ragazzi del nostro domani, intutti i sensi, anche in quello sportivo."

Struttura Organizzativa ASD LUISS – Sezione Calcio

PresidenteFrancesco Maria Spanò

VicePresidentePantaleo Cisotta

Direttore SportivoPaolo Del Bene

Team ManagerMassimo Chialastri

Dirigenti Accompagnatori

Giuseppe Clemente

Massimo Schirinzi

Giuseppe Guglielmino

AllenatoreRiccardo Maurizi

Preparatore AtleticoHansel Perilli

Medico SocialeGiampiero Cutolo

Medico di PanchinaMarco Giaracuni

AmministrazioneAnna Montani

La squadra della LUISS al completo con Pierluigi Celli. Primo a sinistra, il Team Manager Massimo Chialastre.Primo a destra, il presidente Francesco Maria Spanò

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ccola la qui la vecchiagloriosa Petriana, unodei simboli del basketcapitolino. Appollaia-

ta là, sul colle del Gelsomino, do-ve all’interno del Pontifico Orato-rio di San Pietro si rincorrono so-gni di un futuro da campioni maanche giornate serene di famigliealla ricerca di uno spazio dove farcrescere i propri figli trovando ilrifugio, umano e spirituale, per co-struire gli uomini d domani. E dal-l’interno del pallone, il PalaVon-gola come da anni è stato ribat-tezzato l’impianto, il rumore di unpallone che rimbalza e le voci diistruttori, allenatori, bambini, cam-pioncini in erba e veterani che simischiano senza soluzione di con-tinuità. Oggi la Petriana Basket hadue formazioni senior, la serie Dmaschile e la serie B femminile, edalle spalle un rivolo infinito digruppi giovanili (si avvicinano al-le 400 unità gli iscritti) che dai ser-batoi per i più grandi arrivano fi-no ai cinque corsi di minibasket,dove il tutto esaurito delle iscrizio-ni è cosa certa, che movimentanole giornate in Via Santa Maria Me-diatrice. Ma la Petriana è questoma è anche storia dello sport del-la palla a spicchi. La sua nascita èdatata 1929 quando un Cardinale

di ritorno da un viaggio negli Usaportò con se divise da gioco e pal-loni da donare ai ragazzi dell’Ora-torio, posto allora a Porta Caval-leggeri nell’area dove sarebbe poisorta l’Aula Nervi. Voleva, il Car-dinale, che lo sport inventato daJohn Naismith si mischiasse al ver-nacolo romano. L’operazione riuscìe nell’embrione di quella che sa-rebbe stata un giorno la Petrianasi iniziò a giocare a basket. Ci sa-pevano fare i ragazzetti che deci-sero di colorarsi in gialloblù. E di-vennero ancora più forti quandoun piccolo signore nativo di Tuo-ro sul Trasimeno decise di aiutar-li a crescere. Altero Felici, colui chesarebbe stato un giorno l’animadella Stella Azzurra, iniziò a spez-zare il verbo del basket con i ra-gazzi della Petriana. E ci riuscì co-sì bene che un giorno, dopo unasfida con la Stella di Ferrero, il pro-fessore lo chiamò e lo convinse adandare ad arricchire lo staff dellasocietà del collegio De Merode. Amalincuore Felici prese quella stra-da portando con se il fuoriclassedella Petriana, quel Piero Volpiniche avrebbe poi calcato i parquetdella serie A fino ad arrivare allaNazionale. Ma il solco nella storiadella Petriana era tracciato. Così,dopo lo spostamento dell’Oratorio

sul colle del Gelsomino tanti an-ni, passati a battagliare nei cam-pionati regionali. Fino al momen-to del grande sogno. Accadde chedal 1986 in poi sulla spinta di uncoach-visionario la Petriana misein moto il suo turbo. Dalla pro-mozione iniziò una scalata da farvenire i brividi. Già l’approdo inserie C 1, dopo essere passati perla D e la C 2, sembrava un azzar-do. Ma arrivò poi l’anno sportivo1995-96 e una di quelle storie disport che si crede possano esiste-re solo nei film americani. Unasquadra di dilettanti puri decisedi regalarsi il lieto fine del pro-prio lungometraggio sportivo. Ac-cesso ai playoff a quattro nellapozione più difficile e da qui ini-zio del capolavoro. Un 2-0 asse-stato alla capolista Assisi, domi-natrice della regular season e poila serie con Orisatno. Vittoria incasa dei sardi in gara-1, travol-gente successo della Petriana alPalaVongola per il pareggio quin-di il giorno più lungo. 29 maggiodel 196. Alle ore 17,00 la palladue. Oltre 1500 tifosi sardi assie-pati in un palazzetto gonfio co-me un uovo. Una partita che sem-bra scivolare via per un finalescontato.42-31 a metà della ripre-sa, 56-48 con poco meno di 3’ da

giocare. Festa pronta? Macché.Festa rovinata. Lo spirito deglioratoriani di San Pietro, le bom-be del giovanissimo Sica. Il pun-teggio fissato sul 57-57 13” dagiocare ed in campo dopo il time-out con la palla alla Petriana. Car-ducci, il saggio playmaker cheavanza e sul raddoppio sulla li-nea di metà campo pesca la sali-ta in post di Iacoangeli (omen no-men direbbero i latini). Un movi-mento morbido, il ciuff della re-tina, il suono della sirena, le urlae le lacrime di gioia e l’applausodello sportivissimo pubblico diOristano. Petriana in B 2, nel ba-sket che conta, titolò l’Osservato-re Romano che, con il cardinal PioLaghi che presiedeva l’Oratorio,trovò lo spunto per occuparsi deisuoi ragazzi. Oggi quella giorna-ta d gloria, conclusa con l’atter-raggio a Fiumicino con la squa-dra accolta un centinaio di per-sone festanti, è un bel ricordo. Maoggi in quel PalaVongola, dovetanti piccoli atleti coltivano i lo-ro sogni, in ogni rimbalzo di unpallone ci sono speranze, vogliadi divertirsi e di crescere, di di-ventare uomini ed atleti migliori.Perché i sogni possono diventarerealtà: E in Petriana conoscono laricetta per realizzarli.

Basket

È

Petriana: 80 anni e non sentirli

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di Stefano Greco

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he fosse finalmentela volta giusta se neera avuto sentore nelmese di agosto quan-

do il Comitato Esecutivo avevascelto queste due discipline, trai sette sport eleggibili da aggiun-gere al programma olimpico. Ladecisione dell'Esecutivo non eracomunque vincolante per i mem-bri del CIO, ma di sicuro avevamesso fuori gioco baseball, ka-rate, roller sports, softball esquash. Il presidente della FederazioneItaliana Golf Franco Chimenti,presente a Copenhagen, ha sot-tolineato la portata dell'evento:

"È stato un autentico successo delgolf mondiale, che non è mai sta-to così compatto come in questaoccasione. Da oggi non si potràpiù obiettare che la nostra non èuna disciplina olimpica e mi faparticolarmente piacere che que-sto traguardo sia stato raggiun-to in un momento estremamen-te felice per il golf italiano chequest'anno, evento mai accadu-to nella sua lunga storia, ha fe-steggiato fino ad ora ben venti-due vittorie in campo internazio-nale, 13 con i professionisti e no-ve con i dilettanti. E per i più gio-vani fra i nostri atleti più rappre-sentativi le Olimpiadi del 2016

saranno di sicuro uno stimolan-te obiettivo". E, indubbiamente, i fratelli Fran-cesco ed Edoardo Molinari, DianaLuna e Matteo Manassero hannole carte in regola per poter aspira-re a un viaggio a Rio de Janeiro,ma dato il tempo che manca le por-te sono aperte anche per qualchealtro giocatore promettente.Quanto al sedicenne Manassero,ha avuto il grande onore di so-stenere la causa del golf davan-ti ai membri del CIO insieme atre grandissimi professionisti:l'irlandese Padraig Harrington,la statunitense Michelle Wie e lanorvegese Suzann Pettersen.

"Ho ricevuto i complimenti - hadetto il portacolori di Gardagolf- per l'intervento che ho fattoprima della votazione, quandoho spiegato che a mio avvisol'ammissione del golf ai GiochiOlimpici, avrebbe permesso ai ra-gazzi della mia generazione dicoltivare quel sogno che finorapotevano inseguire soltanto i co-etanei di altri sport: salire sul po-dio olimpico anche giocando agolf. Ero molto emozionato maorgoglioso di essere stato sceltodalla Federazione Internaziona-le per questo importante compi-to, grazie i risultati che ho otte-nuto quest'anno".Per il torneo olimpico l'Interna-tional Golf Federation, ossia l'or-ganismo che ha sostenuto lacausa del golf in sede CIO, haproposto un field di 60 giocato-ri per ognuna delle categoriefemminile e maschile, utilizzan-do il ranking mondiale come me-todo di eleggibilità. I primi quin-dici classificati sarebbero am-messi senza considerare la na-zionalità, mentre per gli altri siprocederebbe allo stesso modo,ossia tenendo presente sempre laposizione nella graduatoria, macon un tetto che limita le rappre-sentanze a non più di due gio-catori per nazione. In tal modosi garantirebbe la presenza di al-meno 30 Paesi in ciascuno deidue tornei.

Golf

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C

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Franco Chimenti Presidente FIG

I membri del Comitato Olimpico Internazionale, nella 121ª sessioneche si è tenuta a Copenhagen, lo hanno ammesso insieme al rugbya sette alle Olimpiadi del 2016 che si svolgeranno a Rio de Janeiro

Dopo oltre cento anni il golf è tornato ad essereuno sport olimpico

di Enrico Morucci

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OLGIATA GOLF CLUBPresentazione RomaGolf Federation CupTorna il grande golf nella capitale conla Roma Golf Federation Cup 2009, iltorneo del Challenge Tour che si svol-gerà sul percorso dell'Olgiata GolfClub dal 21 al 24 ottobre, anticipatoda una Pro-Am martedì 20. La garafa anche parte del Pilsner Urquell ProTour, il circuito delle gare nazionaliorganizzato dal Comitato Organizza-tore Tornei dei Professionisti della FIGed è la penultima tappa del Challen-ge Tour che riveste grande importan-za, poiché i giocatori più forti sonoimpegnati nella volata finale per laconquista delle venti 'carte' per l'Eu-ropean Tour 2010 spettanti ai primiventi classificati dell'ordine di meri-to. Il percorso dell'Olgiata, che saràsicuramente un giudice severo, emet-terà il primo verdetto perché dovràdire quali saranno i 45 giocatori am-messi la settimana dopo all'ApuliaSan Domenico Grand Final, sul trac-ciato del San Domenico Golf, dove la

money list assumerà il suo aspetto de-finitivo. La conferenza stampa di pre-sentazione si è tenuta a Roma, nellaSala del Carroccio in Campidoglio,Sono intervenuti l'on. Alessandro Co-chi, Delegato allo Sport del Comunedi Roma, Franco Chimenti, Presiden-te della Federazione Italiana Golf, l'on.Mauro Cutrufo, vice Sindaco del Co-mune di Roma, Paolo Giuntarelli, Di-rettore allo Sport e all'Ambiente, An-drea Pischiutta, Consigliere FIG e Pre-sidente dell'Olgiata Golf Club, CarloScatena, Presidente del Comitato Re-gionale Lazio FIG, e Alessandro Ro-gato, Direttore Organizzativo PilsnerUrquell Pro Tour FIG.Pischiutta e Sca-tena hanno ringraziato gli sponsor equanti hanno dato il loro contributoalla realizzazione del torneo. Nell'oc-casione saranno utilizzati come vo-lontari gli alunni di alcune scuole,esperienza già fatta in altre gare delPilsner Urquell Pro Tour che ha datoottimi esiti promozionali.

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PARCO DI ROMA GOLFCLUBTourist Golf Visa Cup Si è svolta nel circolo di Roma Nordla quarta tappa del circuito Tourist

Golf Visa Cup. In una splendida gior-nata di sole e caldo i numerosi gol-fisti si sono sfidati ad una gara all’ul-timo colpo. A prevalere sui green per-fetti sono stati nella I Categoria, 1°Netto Fabrizio Tomaia, 2° Netto Ro-berto Caporali; nella II Categoria, 1°Netto Vittoria De Castiglione; I Lor-do è stato, invece, Mauro Pompei.

TUTTINCIRCOnews dal circoli di golf a cura di Andrea Cecinelli - Responsabile del Golf Forense

ARGENTARIO GOLFCLUBCampionato Toscano III Categoria Maschile

Ancora una volta l’Argentario GolfClub è stato teatro di scena per le36 buche che hanno decretato ilCampione Toscano di Terza cate-goria maschile. L’impegnativo per-corso dell’Argentario è stato sele-zionato del Comitato RegionaleToscano per accogliere, dopo la se-conda categoria, anche la terza ca-tegoria che ha dovuto impegnar-si non poco per portare a terminei due giorni di gara giocati conformula stableford scratch.Il titolo di Campione Toscano diTerza categoria è stato assegnatoad Alessio Vettori, Golf ClubQuarrata (34 - 12 22) primo nel-la classifica scratch che ha supe-rato il compagno di circolo Mas-simo Bresci, Golf Club Quarrata(33 – 16 17) dopo che entrambihanno dato spettacolo nel giro fi-nale segnando sullo score rispet-tivamente 9 e 4 par sul campo. Ilterzo posto è andato a Enio Ser-

radimigni per il Parco di Firenze(32 – 17 15) che dopo aver per-so molto terreno ha tentato l'im-possibile recuperando quattro col-pi nelle ultime tre buche.La classifica netta è stata domi-nata dal brillantissimo Gianmar-co Barluzzi (88 – 45 43), dicias-settenne di Quarrata , che ha fat-to segnare uno splendido 45 nelprimo giro seguito da una presta-zione costante nella seconda gior-nata di gara della domenica con-clusa con 43 punti stableford net-ti e il titolo di 1° netto in sacca.Nelle prime posizioni della clas-sifica netta anche Marco Barluz-zi (73 – 29 44) e Paolo Caldori,unico fra i soci del Golf Club Ar-gentario a rientrare nella Top Tendella Classifica netta con un pun-teggio aggregato di 67 – 36 31.L’Argentario Golf Club con la col-laborazione del Comitato Regio-nale Toscano della FIG si sono im-pegnati nella promozione del ter-ritorio nel cuore della maremma,individuando nel turismo golfisti-co un canale privilegiato, nellaconvinzione di avere carte asso-lutamente vincenti potendo abbi-nare agli ottimi percorsi della To-scana anche le incomparabili bel-lezze che nessuna regione al mon-do può vantare.Il tracciato di ottima caratura tec-nica disegnato e realizzato da Da-vide Mezzacane e Baldovino Das-sù per un totale di 6.218 metri epar 71 e tato poi modellato daBrian Jorgensen è un percorsosorprendentemente vario, tecni-camente molto valido e indubbia-mente spettacolare che si addiceperfettamente al compito.

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Golf

arco di Roma e Arco diCostantino: due tappeimpegnative e ravvici-nate ma che hanno ri-

scosso un grandissimo successo conun boom di iscritti e la solita, im-mancabile, lista di attesa.Non era mai accaduto in questamanifestazione che due tappe sidisputassero in una settimana, ep-pure il format ideato ed organiz-zato dall’Avvocato Nicola Colavi-ta, coadiuvato dalla precisa e pun-tuale consulenza di Mauro Anto-nelli di MorOrg, ha superato ogniaspettativa, superando difficoltàed imprevisti e mantenendo sem-pre la classe e l’alta qualità che locontraddistinguono.I dati sono impressionanti: più di500 tra invitati e iscritti alle due ga-re e tantissime, come sempre, le per-sonalità intervenute: erano presen-ti Giacomo Crosa, golfista-giorna-

lista sportivo, il Presidente del Tri-bunale di Roma, Dott. Paolo De Fio-re, il Presidente della F.I.G. LazioDott. Carlo Scatena, l’Avv. Giando-menico Magrone, il ResponsabileMarketing di Mercedes Benz RomaAntonio Melidoni, il Direttore diSmart Massimiliano Carli, il Con-sigliere Nazionale Forense di RomaPaolo Berruti, il legale della AS Ro-ma Antonio Conte, l’affascinantepenalista Alessandra Mocchi, il Di-rettore della redazione sportiva delTg3 Regione Pietro Pasquetti, il ca-poredattore di La7 Sport Paolo Ce-cinelli, gli attori Roberto Ciufoli eStefano Masciarelli, il Presidentedel Due Ponti Sporting Club Ema-nuele Tornabuoni, l’Avv. Carlo Prio-lo, la bellissima testimonial delnuovo spot della Tim Valentina Pa-risse, madrina d’eccezione alla pre-miazione della tappa del Parco diRoma dove la gara è stata a dir po-

co avvincente. Nella I^ CATEGORIANETTO si è imposta la coppia for-mata da Riccardo di Russo e da An-tonio Scalera. Secondo posto per lacoppia composta da Marco Pietran-geli e dall’Avv. Luca Bergamini.Nella CATEGORIA LORDO ha trion-fato la coppia composta da Ales-sandro Jacchia e da Fabrizio Di Lo-reto. Nella II^ CATEGORIA NETTOha vinto la coppia formata da Ales-sandro e David Straulino. Nella CA-TEGORIA SENIORES il successo èandato alla coppia formata all’Avv.Paolo Casalena e da Tonino Zuga-relli, ex azzurro di Coppa Davis.Prima quasi un nubifragio poi unbellissimo sole hanno invece carat-terizzato la tappa dell’Arco di Co-stantino, dove ad accogliere per laprima volta il Golf Forense c’eranoil Presidente Anna Maria Teofili edil Direttore Giorgio Lucchetti. Nel-la 1^ CATEGORIA NETTO il suc-

Pdi Andrea Cecinelli_Foto di Damiano Rosa e Silvia Apice

Smart Golf Forense Più:il meglio del golf

Sopra, Il Dott. Antonio Melidoni, Responsabile Marketing di Mercedes Benz Roma.Sotto, l'Avv. Antonio Conte

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cesso è andato alla coppia com-posta da Giorgio Rissone e Mas-similiano Mollica. La coppia com-posta da Carlo Di Felice e GiorgioVergari si è piazzata al secondoposto. La coppia formata dall’Avv.Alberto Gommellini e Camilla Gu-glielmotti si è imposta nella 1° CA-TEGORIA LORDO.La 2^ CATEGORIA NETTO ha vi-sto vincitori la coppia formatadall’Avv. Giuseppe Valvo e Fede-rico Montanino. Tra le signore, nella CATEGORIALADIES, vittoria a sorpresa dellacoppia formata da Margherita Cri-spino e Maria Paola Amicarelli.Tra i premi speciali, nella CATE-GORIA GIORNALISTI, successodella coppia composta da LucillaQuaglia e Teresa Esposito.Sabato 17 ottobre all’Olgiata GolfClub ci sarà la tappa di chiusuradi questa entusiasmante stagione:un altro anno di Golf Forense siappresta ad andare in archivio conuna conferma: a Roma il golf sichiama Smart Golf Forense Più.

il Dott. Paolo Giuntarelli con il Dott. Carlo Scatena

Cinzia Pallaro

L'Avv. Nicola Colavita mentre premia l'Avv. Paolo Casalena ed il Dott. Luca Valerio.Sotto L'Avv. Giandomenico Magrone

Paolo Cecinelli intervistato per High Life TV da Elisa Lo Monte

Giacomo Crosa e Francesca Mercantini

Mauro Antonelli, Nicola Colavita, Valentina Parisse, Roberto Ciufoli e Emanuele Tornabuoni

La giornalista Lucilla Quaglia ai microfoni diHigh Life TV

L'Avv. Nicola Colavita con Annalisa Romano

L'Avv. Nicola Colavita con il giornalistaPietro Pasquetti

Il Presidente della FIG LAzio Dott. Carlo Scatena, Ilario Piscioneri, l'Avv. Nicola Colavita eFrancesca Mercantini

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l principiante invece è ossessionatospesso solo dalla distanza e quindidal gioco lungo.In realtà bisogna ricordare che per

un alto di hcp il putting influisce circa sul 40%dei colpi giocati quindi molto più dei 14 dri-ver tirati ogni 18 buche. Districarsi su dei greendisseminati di pendenze richiede sensibilità,buona tecnica e tanto allenamento.La pallina va lasciata scorrere dolcemente, va-lutando da prima le pendenze che incontrerà sulsuo cammino. Imparare a leggere il green, cosìsi dice, prima di effettuare il colpo è di fonda-mentale importanza. Salita? Discesa? Destra?Sinistra? Sono domande a cui bisogna impara-re a rispondere in un secondo se si vuole avvi-

cinare la pallina alla buca con continuità.Immaginate la pallina durante il suo percorsoe concentratevi poi sul punto in cui perderà l'energia impressa. Quel punto è l'apice dellaparabola. Visualizzare tale zona implica la va-lutazione della pendenza, l'energia del colpoe la direzione della pallina. Per far combina-re questi fattori occorre tecnica, grande sen-sibilità e allenamento. La pallina rotolerà sem-pre più vicina alla buca e con i giri giusti. Nondimenticate poi, che l'erba del green se purperfetta può riservare delle sorprese inaspet-tate deviando irrimediabilmente il destino del-la pallina. Basta infatti un filo d'erba contra-rio in una giornata storta per vedere la no-stra palla abbracciare la buca e percorrere sen-

za cadere tutto il bordo, simbolico confine tragioia e rabbia...Calcolate anche che nella prima parte del suocammino, la pallina carica di energia sarà po-co influenzata dalla inclinazione del terreno.Penderà poi morbidamente verso la buca nelmomento in cui il rotolamento perderà granparte della spinta impartita. Più forza impri-miamo al colpo più tardi la pallina subirà leasperità del green.Vi consiglio quindi di tirare in modo più deci-so i pitt corti (sotto il metro) e calcolare unatraiettoria ampia e ben distribuita per quelli dal-le lunghe distanze. Fate fare tanta strada allapallina pensando di consumarla lentamente...Leggete bene il green quindi e buona pratica.

Golf

Per imbucare?Leggete il green...

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Per tutti i livelli di gioco,il putting risulta essere uncolpo di estrema importanza,il più importante. Solitamenteil giocatore esperto questo loha compreso e si allena permigliorarlo.di Simone Selli

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-M-B-SportClub-23x26.pdf 13-01-2009 18:58:09

TUTTINCIRCOnews dal Club dei Circoli Sportivi Storicinews dal Club dei Circoli Sportivi Storici Roma

tuttincircolo

a cura di Matteo Cirelli

alla entrata in vigoredel nuovo Testo Uni-co delle disposizioniin materia di prote-

zione dei dati personali (D.Lgs.n.196/2003 cd. Codice della Pri-vacy) numerose novità sono in-tervenute, sia sotto l’aspetto nor-mativo che sotto quello interpre-tativo e il Garante per la privacynon è stato a guardare, intensifi-cando controlli e provvedimenti:nel solo 2008 sono state irrogatesanzioni pecuniarie per un milio-ne e 400 mila euro e inoltrate di-verse informative alla Autoritàgiudiziaria per violazioni di natu-ra penale.Le Associazioni sportive, cometutti gli altri soggetti privati epubblici che utilizzino in qualsia-si modo “dati personali”, non pos-sono sottovalutare, per la ingen-te mole di dati più o meno sensi-bili trattati (soci, fornitori, addet-ti), il problema e anzi è opportu-no che rivedano periodicamentela propria “policy” in materia.

Preliminare appare la verifica del-lo stato della procedura adottatasino ad oggi all’interno della or-ganizzazione riferendosi, per pra-ticità, alla seguente anche se nonesaustiva check-list:- analisi dei rischi nel trattamen-to dei dati personali (intesi comequalunque informazione riferita apersone fisiche, giuridiche, entietc..);- censimento delle tipologie ditrattamento in atto;- censimento delle banche datielettroniche e non; - individuazione figure responsa-bili ed incaricati del trattamento;- verifica misure di protezione deidati;- modalità di controllo ed aggior-namento periodico delle misure;- redazione modelli cartacei edinformatici per informativa e con-senso, qualora richiesto;- revisione modulistica contrat-tuale;- formazione personale;- redazione e aggiornamento perio-

dico Documento Programmaticosulla Sicurezza, qualora richiesto;- redazione e adozione Regola-mento privacy per il personale;- analisi procedure particolari (vi-deosorveglianza, reti di telecomu-nicazione)Merita sottolineare la obbligato-rietà dei previsti adempimenti, la

cui mancanza e/o inidoneità èfonte di responsabilità oggettivasotto il profilo civile ex art. 2050c.c. per i danni eventualmentecausati nonché di responsabilitàamministrativa e penale.

Al riguardo va evidenziato chele violazioni più comuni e fre-quenti ad oggi rilevate dal Garan-

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Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

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Le associazioni sportive e la privacy

ClubdeiCircoliSportiviStorici

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RCOLOnews dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici

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ClubdeiCircoliSportiviStorici

TENNIS CLUB PARIOLI

Grande Festa al T.C. ParioliSi è svolta lunedì 5 ottobre 2009la festa d’inaugurazione della nuo-va Club House del T.C. Parioli. Do-po quasi un anno di lavori di ri-strutturazione il Sodalizio biancoverde riapre le porte ai propri so-ci con un look totalmente rinno-vato ma con quel fascino che dasempre contraddistingue il circoloromano. Le “danze” sono state aperte alleore 18:00 dalla Fanfara della “Le-gione Allievi Carabinieri di Roma”diretta dal Maestro Danilo De Sil-vestro, che ha dato a tutti un ca-loroso benvenuto facendo risuo-nare le note dell’Inno di Mameli. La serata, organizzata dalla VicePresidente Rossana Ridolfi Letta, èpoi proseguita in allegria tra per-sonaggi delle istituzioni, del mon-do imprenditoriale, rappresentan-ti dello sport e dello spettacolo tra

cui: Gianni Letta (sottosegretarioalla Presidenza del Consiglio), Roc-co Crimi (sottosegretario con dele-ga allo sport), Francesco Giro (sot-tosegretario ai beni culturali),Francesco Rutelli (presidente delcomitato per la sicurezza parla-

mentare), Nicola Zingaretti (presi-dente della provincia), SalvatoreNastasi (capo gabinetto del Mini-stero dei beni culturali), LeonardoGallitelli (Comandante generaledell’Arma dei Carabinieri), PaoloGarimberti (presidente della Rai) e

molti altri, fino ad arrivare allamadrina della serata Maria GraziaCucinotta. Grande soddisfazioneper il Presidente Maurizio Romeoil quale ha avuto l’onore di presen-ziare ad un evento che rimarrà nel-la storia del Tennis Club Parioli.

te riguardano:- l’omessa o inidonea informativaagli interessati (associati, dipen-denti, collaboratori e fornitori) checostituisce violazione amministra-tiva punita con una sanzione pe-cuniaria e, nei casi più gravi, conla pubblicazione del provvedimen-to di condanna;- la mancata adozione delle misu-re minime di sicurezza, ovvero del-le misure di protezione richieste atutela del corretto trattamento deidati in formato cartaceo ed elettro-nico, che è invece sanzionata pe-nalmente .Merita, infine, evidenziare che aseguito dei recenti interventi legis-lativi in materia (ultimo dei quali

con la L. n. 41 del 27.02.2009) lanormativa in questione, a prescin-dere dalle connessioni con altrenorme e procedure rilevanti ancheper le organizzazioni operanti nelmondo dello sport (v. D. Lgs. n.231/01 e sistemi qualità), ha vistoun notevole aggravamento del suoimpianto sanzionatorio: a titolomeramente esemplificativo si ricor-da che l’omessa adozione delle mi-sure di sicurezza è punita ora conla sanzione amministrativa da20mila a 120mila euro (con ulte-riori aumenti – pari al doppio - inragione della gravità del fatto e delnumero dei soggetti interessati non-ché – pari al quadruplo - delle con-dizioni economiche dell’azienda) e

con quella penale dell’arresto sinoa 2 anni. La particolare severità del-le sanzioni, insieme alle possibilirichieste di risarcimento danni e airiflessi sull’immagine della orga-nizzazione, impone una particola-re attenzione alla normativa e l’a-dozione di una sistematica attivi-tà di controllo (audit) periodica perimplementare le misure in relazio-ne alle innovazioni tecnologiche eaggiornare le procedure nonché,qualora richiesto, il DocumentoProgrammatico sulla Sicurezza, chene contiene la descrizione.Inoltre appare opportuna, anche al-la luce dei recenti provvedimenti delGarante nell’ambito del rapporto dilavoro (tutela dei dati, utilizzo in-

ternet e posta elettronica), la predi-sposizione di un Regolamento pri-vacy con funzioni informativo/for-mative del personale e la program-mazione di una adeguata attività diformazione del predetto. A livello più prettamente applica-tivo il Garante, nello svolgimen-to della propria attività , ha for-nito importanti indicazioni e chia-rimenti su aspetti controversi e de-licati della materia limitando, adesempio, la possibilità di affissio-ne dei nominativi dei soci destina-tari di provvedimenti nelle bache-che nonché il posizionamento el’ambito di ripresa dei sistemi divideosorveglianza all’esterno e al-l’interno dei locali.

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TUTTINCIRRomatuttincircolo news dal Club dei Circoli Sportivi Storici

news dal Club dei Circoli Sportivi Storici

CIRCOLO CANOTTIERI ROMARegionali di tennis: Santopadre ancora campioneGrande tennis al Circolo CanottieriRoma. Lo storico club di Lungote-vere Flaminio ha infatti ospitato, co-

me ogni anno, I Campionati Asso-luti Regionali Memorial Franco Oli-vieri,, giocatore di 1° categoria pre-maturamente scomparso. E anchequesta XXIX edizione ha visto lavittoria del veterano del Torneo Vin-cenzo Santopadre che ha conqui-stato il gradino più alto del podiobattendo Marco Viola per 64 75.Una finale combattuta fra due gran-di tennisti che hanno potuto sfog-giare sui campi del Circolo Canot-

tieri Roma tutta la loro esperienza etecnica di gioco. Santopadre comesempre ha utilizzato la sua grandevarietà di colpi per spiazzare un av-versario potente e temibile comeViola, che dal canto suo ha dispu-tato un buon match. Anche nel sin-golare femminile abbiamo una con-ferma. Benedetta Davato non si èfatta sottrarre lo scettro di campio-nessa – conquistato l’anno scorso –da Emiliy Stellato che ha incassa-

to con onore un secco 64 62. LaStellato era arrivata in semifinalebattendo la Moroni su tre set, men-tre la Davato aveva vinto sulla Or-si per 62 75. Nel doppio ritroviamoinfine ancora il nome di VincenzoSantopadre che insieme a Coboldiha conquistato il Trofeo battendoieri per 75 62 la coppia Viola-Tor-roni. Alla premiazione, avvenuta su-bito dopo le due finali maschile efemminile, sono intervenuti il Pre-

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CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO

Il tennis, il fiore all’occhiello È stato davvero un grande 2009per il settore tennis del CC Laziosia a livello di squadre che indi-viduale. Sicuramente da segnala-re per prima la prestazione di Si-mone Amorico ai Campionati As-soluti Regionali di Tennis al CCRoma dove Simone ha inanellatoun successo dietro l’altro raggiun-gendo le semifinali e soprattuttosconfiggendo giocatori del cali-bro di Stefano Cobolli (giocatoredi Serie A 1 del CC Aniene), An-drea Stucchi giovanissimo talen-to del CC Roma .Ottima le prestazioni anche a li-vello Over dove anche quest’an-no Gherardi, Scuderi e Della Por-ta sono arrivati a rappresentare ilCC Lazio a livello nazionale gra-zie al secondo posto regionale die-tro la corazzata del CC Anienecomposta da Santopadre e Char-pentier, componenti della squadradi serie A 1 del CC Aniene e so-prattutto tennisti di professione.Ottimo anche il secondo posto (Vi-cecampioni d’Italia) raggiunto daGherardi e Della Porta nel doppioOver 35 ai Campionati Italiani perVeterani a Cervia; Fabrizio e Da-

niele hanno perso la finale al TieBreak decisivo del terzo set con ilpunteggio di 10 a 8 sfiorandol’impresa di laurearsi Campionid’Italia.Insomma un’altra annata da in-

corniciare per le racchette bian-cocelesti che il responsabile Da-niele Della Porta segue con tantapassione e sacrificio sicuramentericambiato dai risultati dei suoiragazzi.

EUR SPORTING CLUB Fondato nel 1968presidente Bruno Senatore

Una domenica speciale“In effetti la possiamo definire cosi'- ci dice il Presidente Bruno Albani- era da tanto tempo che il nostroCircolo non organizzava una mani-festazione di questo livello. In alcu-ni di noi c'è ancora il ricordo deglianni '70 dove sul campo di terra ros-sa si svolgevano costantemente tor-nei tra circoli di altissimo livello. Maadesso siamo pronti a riprenderciquello spazio che ,diciamo il vero,halasciato a tutti dei bei ricordi e deibuoni risultati sportivi”. E per que-sto,nella mattinata di Domenica 25ottobre, si svolgerà, a partire dalleore 9, presso il nuovo campo di cal-cetto, la prima edizione della "Cop-pa dei vincitori", riservata ai vinci-tori dei tornei Aniene e Lazio svolti-si durante l'estate di quest'anno. Altermine del Torneo la premiazione eil buffet che il Circolo sarà lieto diorganizzare sulla terrazza del risto-rante. “È nostra intenzione che que-sto evento diventi una tappa fissaogni anno – conclude Albani - vo-glio ringraziare personalmente l'As-sessorato allo Sport del comune diRoma e l'Associazione dei Circoli Sto-rici Romani per aver appoggiato lanostra iniziativa”.

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TUTTINCIRCOLRomatuttincircolo

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Romatuttincircolo

FUTBOLCLUB

Yearbook, un anno dicalcio al Futbolclub

di Carlo Maria StiglianoIn attesa della partenza del nuo-vo torneo sociale di calciotto, chevedrà quest’anno le compaginisociali indossare le maglie origi-nali di sedici squadre della

Champions League, è arrivato,come ogni anno, lo Yearbook.Giunto alla sua quarta edizionel’annuario del Circolo si fa’ spec-chio della continua crescita checoinvolge attivamente soci e tes-serati in Orange. Ciascuno degli ottocento soci im-mortalato nella sua figurina conindosso la maglia della squadradel cuore ed in calce tutti i datiriferiti alle sue presenze e mar-cature storiche. Tutti i tornei sociali, dal calcio aundici, passando per il calciotto,

il calcetto, il tre vs tre, il Jorky-ball fino a terminare con i torneidi Playstation e Subbuteo. E poi tutti i dati riferiti alle rap-presentative del circolo che han-no rappresentato il Futbolclubnei tornei intercircoli e nei cam-pionati federali di calcio.Fin dalla sua prima edizione loYearbook prometteva di raccon-tare la storia di un circolo “asso-lutamente diverso dagli altri” edopo quattro anni la promessa dicelebrare una grande passionesportiva è più che mantenuta!

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Detto: Mister BaffoRuolo: dalla porta alla panchi-na…non fa differenza!Piede preferito: destro e sinistro…in bicicletta!Pezzo forte del repertorio: leindicazioni a”voce alta” dallapanchinaSquadra del cuore: SS Lazio

Il socio del mese Nome: Riccardo Budoni

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COLO

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SALARIASPORT VILLAGESalaria nuoto: progettiambiziosi e importantisuccessiSi è svolta il 20 Ottobre, presso lasala delle conferenze del SalariaSport Village, la riunione program-matica del Team Salaria Nuoto. Lastagione agonistica è ormai inizia-ta e gli atleti si stanno già allenan-

do con fervore e dedizione (dal 1Novembre di nuovo nella vascaolimpionica del Circolo); il presi-dente del Salaria nuoto Stefano Mo-randi, li ha voluti incontrare, comeda abitudine, per augurar loro buonlavoro e “caricare” gli animi. Nelcorso della serata, il Presidente haricordato gli importanti successisportivi conseguiti dalla società edha ringraziato per questo l’interoTeam: allenati da Alfredo Caspoli, iragazzi non solo hanno conquista-to l’approdo in Serie A ma hannoinanellato una serie di risultati en-

tusiasmanti, con Isabella Cerquoz-zi Campionessa Mondiale di Salva-mento; Delfina Pinto, Francesco DiPippo e Michele Berardi, convocatialle Universiadi, Ombretta Plos (inprestito da Forum), primatista Ita-liana e finalista agli Europei,. Tuttiquesti successi, in soli tre anni han-no portato il Salaria a gareggiarein serie A; un successo di dimen-sioni storiche per la sua importan-za e per la difficoltà dell’impresa chei ragazzi hanno rivissuto in sala, ve-dendo scorrere le immagini sul vi-deo. Caldo ringraziamento anche al

settore Master che ha contribuito avalorizzare i colori del Salaria SportVillage con 50 titoli regionali e 12podi ai Campionati nazionali di cuitre ori. La serata si è conclusa conl’esposizione da parte del Presiden-te dei progetti per i prossimi tre an-ni. Progetti ambiziosi, come è giu-sto che siano, ma legittimati dai ri-sultati raggiunti. Il desiderio dellasocietà è quello di posizionarsi frale prime 5 squadre Italiane, e di con-seguire la partecipazione a LONDRA2012 per almeno uno dei suoi atle-ti di punta.

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TUTTINCIRCTUTTINCIRCRomatuttincircolo

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Romatuttincircolo

DUE PONTI SPORTING CLUB

Aspettando il Campionato, Tassi si aggiudica la SupercoppaRiprende l’attività autunnale delDue Ponti Sporting Club: il 28 set-tembre ha avuto inizio la stagio-ne calcistica con la finale della Su-per Coppa Sociale che ha vistoscendere in campo Tassi, vincitri-ce del Campionato Sociale, con-tro Colafonsi, che si è aggiudica-ta la Coppa Due Ponti.Si è ripetuto lo scontro tra le duesquadre che, lo scorso giugno, sierano contese il titolo di campionee l’esito non ha offerto sorprese,confermando la superiorità di Tas-si. Il risultato finale (5 a 2) non la-scia dubbi sulla squadra che è ri-uscita a imporre il proprio dominionella stagione conclusa. Con la

doppietta di Lo Voi e i gol di Mo-retti, Crudi e Di Donna, la squadradi Alessandro Tassi ha surclassatoColafonsi, le cui realizzazioni sonostate segnate da Giordano e

Mykondta. Tra la Supercoppa e l’i-nizio del Campionato 2009/2010,che vedrà impegnate 12 squadre perun totale di 200 giocatori, il DuePonti, come ogni anno, organizza

la Supercoppa dei Circoli tra le rap-presentative dei circoli romani delDue Ponti, Antico Tiro al Volo, C.C.Aniene, R.C.C. Tevere Remo, Fut-bolclub, Villa Aurelia Sporting Club,EUR Sporting Club, Circolo TennisEUR. La formula prevede 2 gironi a4 squadre con partite di sola anda-ta, da cui usciranno le quattro squa-dre che si contenderanno la finale.Subito dopo il ritorno dalle vacan-ze, è stata intensa anche l’attivitàtennistica con i doppi gialli one day,tornei di doppio con coppie sorteg-giate a ogni turno che si svolgonoin un unico giorno. I due torneisvolti hanno avuto grande succes-so di iscritti e una buona qualità digioco. L’appuntamento di settembreè stato vinto da Paola Abate e An-drea Trombetti, in finale contro Pao-la Verdini e Fabrizio Vita, il qualesi è rifatto nell’edizione di ottobre,in cui ha vinto insieme a MarinaCapanni, contro Pierina Brugè eMarco Platania. Lo sponsor Yoga hamesso in palio ricchi premi, moltoapprezzati da vincitori e finalisti.

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CC

CEN-TROSPOR-TIVOVILLAFLAMI-NIAHolidaysportÈ partita lastagione

estiva conl’ormai clas-sica iniziati-va che ri-uscirà amettered’accordo fi-gli e genito-ri: stiamoparlando di“ Holiday

Sport “, let-teralmente“vacanze

sportive”. Unabbinamen-to che datanti annirappresentala soluzioneideale pertutte quellefamiglie cheintendonoregalare ai

propri figliuna vera va-canza estivache li aiuti acrescere e avivere acontatto congli altri nelsegno del ri-spetto e del-la lealtà e altempo stessogradita dairagazzi che

CIRCOLO MAGISTRATICORTE DEI CONTI

Il mese del tennisSalutiamo la stagione sportiva2007-2008 con gli ultimi due ri-sultati di rilievo: il 5° posto a livel-lo nazionale delle squadre u.14 ma-schile (Saloli, Tessier) e u.12 ma-schile (Berrettini M, Cedrone).Si completa cosi’ un altro anno ric-co di soddisfazioni per il nostro Cir-colo; solo per ricordarne le vittorieassolute, era iniziato con JacopoBerrettini e Matteo Berrettini rispet-tivamente vincitore e semifinalistadei titoli u.10 e u.12 nel prestigio-

so torneo nazionale a partecipazio-ne straniera “ Lemon Bowl”, e Fi-lippo Saloli, Gianmarco Tessier eMarco Mammoli vincitori del tito-lo regionale a squadre u.14 maschi-le.In mezzo, tanti buoni risultati sianei tornei internazionali, sia nazio-nali che regionali dei nostri gio-vani atleti, la maggior parte deiquali ha migliorato la propria clas-sifica ( da segnalare Giacomo Ber-gamo,Alessandro Fariello, MatteoBerrettini, Riccardo Cedrone, Lavi-nia Tropiano, Valentina Tommasi,Lodovica Giannini, Alessandro Pro-copio). E’ ripresa l’attività socialecon la disputa del ranking ( sfidecontinue tra soci) di cui è attual-mente leader Gianmarco Amore.Infine, sono ricominciate tutte leattività della nostra scuola tennis.

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RomatuttincircoloTUTTINCIRCOLnews dai circoli sportivi

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tuttincircolo

a cura di SPORTFORM

CIRCOLO DEL REMO E DELLA VELA ITALIA

Soricelli abbandona.Marino pensa al futuroStagione esaltante per l’equipaggiodella classe 420 del Circolo del Re-mo e della Vela Italia composto dal-le giovanissime Camilla Marino eClaudia Soricelli con la medagliad’argento conquistata alla rassegnairidata di Buzios in Brasile, riserva-to alla categoria giovani, e quella aimondiali assoluti di Riva del Garda.Oggi però le due atlete, celebrate sul-le terrazze del Circolo Italia alla pre-senza del presidente Roberto Motto-la di Amato e al vice presidente Giu-seppe Milone, hanno annunciato diterminare l’attività. Alla vigilia delcampionato Nazionale Italiano diclasse 420, che si è svolto a Napolidal 30 ottobre al 1° novembre, do-ve hanno difeso il titolo vinto loscorso anno, dunque la decisione diinterrompere il sogno vincente. Nep-pure l’ipotesi, precedentemente ven-tilata dai dirigenti del sodalizio ros-soblù, di spostare le due atlete inclasse olimpica 470 per puntare al-le Olimpiadi, ha fatto cambiare idea.A lasciare la vela, definitivamente,sarà Claudia Soricelli che ha cosìmotivato la sua decisione “Non lofaccio per motivi scolastici, dove permia fortuna ho buoni risultati, e nep-pure per questioni sportive legate al-l’attività ed alla mia compagna diavventura, che resterà sempre la miamigliore amica, ma purtroppo la de-cisione che ho preso è personale elegata a questioni fisiche”. CamillaMarino invece proseguirà nel suocammino agonistico “PurtroppoClaudia ha preso una decisione checomunque non lede la nostra ami-cizia che sarà sempre fortissima, maio alle Olimpiadi vorrei andarci. Pro-verò sia su barche da match race,Eliott 6.0 che in classe 470, poi ve-dremo”

Due Tricolori per gli equipaggi di canottaggiodel CRV Italia ai Campionati Italiani Assoluti di Ravenna

Stagione esaltante per il canottaggiodel Circolo Italia. Dopo un vincente2008, contraddistinto dalla medagliad’oro nel “quattro con” under 23 con-quistata da Leopoldo Sansone, il 2009sembra essere l’anno d’oro del soda-lizio del presidente Roberto Mottoladi Amato. Dopo i successi nel trofeo

internazionale “Paolo D’Aloja” a Pie-diluco (Terni), dove gli equipaggi ros-so blù hanno conseguito la vittorianel “Due senza Juniores”, con Rober-to Bianco e Giuseppe Vicino e l’ar-gento nel “singolo Senior” grazie aLeopoldo Sansone, ha fatto seguitola grande vittoria al centenario dellaCoppa Lysistrata con l’otto jole, se-guita poi dal bronzo ai Mondiali diBrive a la Gaillarde (Francia) conl’Otto sul quale ancora una volta Giu-seppe Vicino era il capovoga, ora siaggiungono i due titoli italiani aiCampionati Assoluti di Ravenna. Ilgrande risultato del CRV Italia è giun-to ancora una volta da questi forti at-leti che con Roberto Bianco e Giu-seppe Vicino hanno conquistato, nelDue senza Juniores, la vittoria pre-cedendo rispettivamente la M.M. Sa-baudia e la Canottieri Cerea Torino.Da notare che il giovane Giuseppe

Vicino ha regatato nella categoria su-periore pur appartenendo per età aquella ragazzi nella quale, due mesifa a Gavirate lago di Varese, nel 4coppia ragazzi come capovoga, ave-va già conseguito il tricolore di cate-goria. A completare il successo è poigiunto il primo posto, nella catego-ria Senior del Singolo, di LeopoldoSansone, alle sue spalle la Canottie-ri Terni e la Canottieri Lazio. Ma lavittoria assume un sapore particola-re se poi si considera che solo un al-tro atleta “Campano”, in precedenza,ha vinto questo titolo: Agostino Ab-bagnale, per le “Fiamme Gialle Sa-baudia”.

Il Circolo Bellini fa il bis al Trofeo UCILe ottime condizioni del mare edun vento costante di libeccio di 8-10, hanno consentito al comitato

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organizzatore del Circolo del Re-mo e della Vela Italia di anticipa-re di un giorno la conclusione delTrofeo UCI, al quale hanno parte-cipato 10 equipaggi provenienti datutt’Italia, evitando così i rischi me-teorologici previsti per l’indomani.La vittoria finale è andata, per ilsecondo anno consecutivo, al Cir-colo Bellini di Palermo che si è im-

posto al meglio delle tre prove sul-l’equipaggio del Circolo Whist diTorino, con al timone il noto im-prenditore Giuseppe Recchi, per 2a 1. Mentre nella finale 3° e 4° po-sto il Circolo Nazionale dell’Unio-ne di Napoli si è imposto sui riva-li del Clubino di Milano. Dopo la prima giornata di qualifi-cazioni e gli esiti delle semifinali,tutte ad eliminazione diretta secon-do la formula del match race conuna sfida secca su un campo di re-gata a bastone da percorrere quat-tro volte, su una lunghezza com-plessiva di circa un miglio e mez-zo, sono approdati nella finalequattro circolo: Bellini di Palermo,

Whist di Torino, Unione di Napolie Clubino di Milano. Nella finalis-sima i palermitani hanno subitoimpostato il ritmo di regata inflig-gendo un distacco ai rivali di po-chissimi metri, mentre nella secon-da prova Giuseppe Recchi, al timo-ne dell’Irascibile l’X35 col quale hagareggiato il Whist di Torino, ri-usciva a partire avanti conservan-

do il vantaggio di una lunghezza emezza sugli avversari. Sul punteg-gio di parità decisiva è risultata laterza sfida conquistata dai campio-ni in carica del Bellini di Palermo,che hanno così bissato il successodell’edizione 2008. Da segnalareche nell’ultima prova GiuseppeRecchi in manovra è stato colpitodal boma riportando una contusio-ne alla tempia destra ma senzagrossi traumi. In serata si è svoltasulle terrazze del Circolo del Remoe della Vela Italia una cena in ono-re degli oltre 200 ospiti presenti aNapoli, al termine della quale si èsvolta la premiazione e la conse-gna del Trofeo Uci.

COLO TUTTINCInews dai circoli sportivi news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

CIRCOLO CANOTTIERINAPOLI

La motonautica sbarca a NapoliGran week end di motonautica a Na-poli per la tappa finale del campio-nato italiano di Ips (Italia powerboatseries) che si è disputata dal 16 al 18ottobre. Dopo San Benedetto delTronto e Siracusa, la federazione ita-liana motonautica ha scelto infatti ilcapoluogo partenopeo come scena-rio della terza e ultima tappa del cam-pionato. L’evento, organizzato dalCircolo Canottieri di Napoli, è stato

presentato oggi nella sede del Molo-siglio dall’assessore comunale alloSport Alfredo Ponticelli, dal presi-dente del circolo Curzio Buonaiuto,dal consigliere Gennaro Russo e dalconsigliere nazionale della Fim,Eduardo Ruggiero. In gara ben dodi-ci imbarcazioni di lunghezza com-presa tra i 10 e i 13 metri, per unacompetizione motonautica d’alturache ha visto la partecipazione dei mi-gliori team nazionali. Due le catego-rie: la Evolution, con Gennaro Can-giano, e la Supersport, con AngeloTedesco, entrambi già campioni delmondo. Un appuntamento dedicato

non solo agli esperti ma a tutti i cit-tadini napoletani, come ha spiegatolo stesso Cangiano, con un “circuitogodibilissimo, visibile da ogni pun-to della città”. Le imbarcazioni infat-ti, hanno sfrecciato ad altissima ve-locità nelle acque del Golfo. Il per-corso prevedeva la partenza dal Cir-colo Canottieri per poi proseguirenelle acque antistanti via Partenope,con passaggio davanti la boa postaal Castel dell’Ovo fino a Mergellinaed al traguardo di molo San Vincen-zo.

La Canottieri vince con “Re di Cuori”Il 20 settembre, nelle acque del gol-fo di Napoli, si è chiuso il TrofeoAlessandro Chiodo organizzato perla classe Meteor dal Club Nautico del-la Vela. Iniziato sabato 19 con tre re-gate a bastone sulle boe posizionatedavanti Castel dell'Ovo è terminatodomenica con una regata costiera fi-no alla boa della Cavallara e arrivodavanti il porticciolo di S. Lucia.A vincere è stato il Campione Italia-no di Classe in carica, cioè Re di Cuo-ri (Circolo Canottieri Napoli) dell’ar-matore Gianluca Albano, prodiere esocio del sodalizio giallorosso, cheaveva al timone Michele De Giovan-

ni. Oltre a De Giovanni erano in bar-ca il trailer Filippo D’Arrigo, il tatti-co Luca Grosso e la 18enne debut-tante Reneè Fusco alla drizze. Al se-condo posto si è classificato il Prag-ma Sailing Team con l’imbarcazio-ne Alben (LNI-NA) dell'armatrice Fe-derica Sulis, assente perchè impe-gnata a vincere il Trofeo Florio a Fa-vignana sull'imbarcazione Fra Dia-volo. Il mini Pragma Sailing Teamha chiuso al secondo posto a paripunti con il vincitore, che però si èimposto per via dei migliori piazza-menti nelle quattro prove. Terza clas-sificata Euplea (Club Nautico dellaVela) con al timone Francesco (Chic-co) Cerullo.La premiazione si è svolta al termi-ne della 4° prova sulla terrazza delClub Nautico con il presidente Gen-naro Aversano e la Famiglia Chio-do. A seguire un gustoso buffet of-ferto dal Club a tutti i presenti.

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RomatuttincircoloTUTTINCIRCOLnews dai circoli sportivi

news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi Napoli

tuttincircolo

a cura di SPORTFORM

CIRCOLO NAUTICOPOSILLIPO

Posillipo pigliatutto! Straordinario, infinito vivaio rosso-verde: dopo la conquista del tricolo-re della squadra under 20, è arriva-to il bis che porta la firma della se-lezione under 17. Conquistato a So-ri il secondo scudetto stagionale gra-zie all'impresa dei ragazzi allenati daMauro Occhiello che in finale hannotrionfato sul Savona. 11-10 il risul-tato finale per il Posillipo che in pra-tica ha sempre dominato i liguri, tro-vandosi sistematicamente avanti nelpunteggio. Nonostante la cattiva me-dia con l'uomo in più (appena 1/6),il gioco dei napoletani è apparso piùlineare e redditizio, grazie alla venarealizzatrice di Giuliano Mattiello,autentico leader, che ha portato a ca-sa anche il titolo di capocannonieree di miglior giocatore del torneo. Unamarcia trionfale quella del Posillipoa Sori e una sola sconfitta nella fase

eliminatoria contro il Recco (inin-fluente ai fini della classifica): pron-ta la vendetta sui liguri, surclassatiin semifinale prima della sfida deci-siva con il Savona. La vittoria del Po-sillipo è la conferma della bontà delprogetto posillipino che da qualcheanno ha deciso di puntare sui proprigiovani: i due scudetti prodotti que-st'anno dal vivaio premiano il lavo-ro del club del presidente Caiazzo.Questa la squadra campione d'Italia:Cappuccio, Briganti, Caria, Truppa,Elmo, Ferrone, Renzuto, Montesano,Autiero, Scalzone, Di Stasio, Mattiel-lo, Di Vaio.

TENNIS CLUB VOMEROChakhnashvili e Gil trionfano agliInternazionali del VomeroLa tennista della Georgia, MargalitaChakhnashvili, ha conquistato il tito-lo di singolare agli Internazionali fem-minili del Vomero – Trofeo Banca Po-polare del Meridione, organizzati daMakers ed inseriti nel circuito Itf mon-diale. Alla giocatrice va un montepre-mi di 25mila dollari. Il ritorno del ten-nis internazionale al Tennis Club Vo-mero dopo 36 anni è stato accolto conentusiasmo dagli appassionati chehanno riempito le tribune del campocentrale del club collinare di via Ros-sini. LA FINALE – La numero 1 dellaGeorgia ha battuto la slovacca Mi-chaela Pochabova 6-2, 6-1. Senza sto-ria la finale, con la Chakhnashvili cheha dominato l'incontro, durato un'o-ra e 25 minuti. Entrambe le giocatri-ci hanno già vestito la maglia delle ri-spettive nazionali di Georgia e di Slo-vacchia e faranno adesso un buon sal-

to in avanti nel ranking mondiale. ILDOPPIO – Il successo nel doppio è an-dato ancora a giocatrici dell’Est Eu-ropa, con la russa Bratchikova e lageorgiana Kalashnikova che hannobattuto in finale le argentine Jozamie Irigoyen, 7-6 (5), 2-6, 10-8. Alla pre-miazione erano presenti tra gli altril’assessore allo sport del comune diNapoli, Alfredo Ponticelli, e il presi-dente del Comitato regionale Campa-no Fit, Michele Raccuglia.Si è fermata in finale, a un passo dal-

la vittoria, la marcia di Potito Stara-ce verso la conquista della terza edi-zione della Tennislife Cup - TrofeoKimbo, challenger Atp di 75mila dol-lari e 90 punti per le classifiche mon-diali al vincitore. L'azzurro ha persola sfida con il portoghese FredericoGil, numero 100 del mondo (e n.66nella scorsa primavera) in tre set, 2-6 6-1 6-4, dopo due ore di gioco equattro match-point annullati nel ter-zo parziale sul 5-3 per Gil. Questo ilcommento di Starace:"Ho giocato be-ne solo un set, poi sono calato, ho per-so potenza e freschezza fisica e que-sto, contro un giocatore esperto e re-golare come Gil è stato fatale. Ci te-nevo a vincere nella mia città e in que-sto torneo a cui sono legato affettiva-mente perchè l'ho visto nascere ma lafinale non è un risultato da buttarevia, in una stagione comunque diffi-cile”. Soddisfatto del bilancio della ter-za edizione della Tennislife, il diret-tore del torneo, Enrico Rummo: "Ab-biamo avuto una media di oltre mil-

le spettatori al giorno, con il pienonedelle ultime giornate che ci rende or-gogliosi. La Tennislife Cup è una real-tà del tennis e dello sport italiano. Sia-mo cresciuti nell'organizzazione e nelmontepremi ed esporteremo il nostroformat organizzativo nel 2010 anchea Roma. Anche il ivello tecnico è sta-to alto, più alto di quanto ci aspetta-vamo. Grazie ai partners che ci sonostati vicini e hanno creduto nella no-stra manifestazione". In doppio, se-

conda vittoria per Gil, in coppia conil croato Dodig, 6-1 6-3 al ceko Ro-sol e al brasiliano Alves.

TENNIS CLUB NAPOLI

Serra rieletto presidenteLuca Serra è stato confermato alla pre-sidenza del Tennis Cluib Napoli. Do-po il primo mandato triennale, Serraresterà in carica fino al 2012, per ilsuo secondo periodo da presidente.Una sola lista di consiglieri candida-ta ed eletta all’unanimità e che diri-gerà il Club della Villa, che il 4 giu-gno 2010 festeggerà 105 anni di vita.Ecco l’elenco completo del nuovo Con-siglio direttivo del Tennis Club Napo-li, con la novità di Edgardo Belleni,Federico D’Aniello e Achille Lauro,nuovi consiglieri. Presidente: LucaSerra. Vice presidente: Gianpaolo Leo-netti. Consiglieri: Edgardo Belleni,Massimiliano Cesare, Paolo Conte, Pas-quale Coppola, Pierluigi D’Angelo, Fe-derico D’Aniello, Giancarlo Gleijeses,Elvira Guerritore Panico, Achille Lau-ro, Antonio Nardone. “C’è tanto da la-vorare – ha detto Luca Serra dopo larielezione – ed occorre farlo con im-

pegno e passione. Ci aspettano tre an-ni importanti e intensi, abbiamo obiet-tivi ambiziosi e ben precisi. Da un pun-to di vista sportivo continueremo amigliorare il torneo internazionale diprimavera, fiore all’occhiello non so-lo del nostro club ma anche dello sportnapoletano. Ancora, svilupperemo lanostra scuola Sat che ci regala da sem-pre grandi soddisfazioni, puntando adiventare sempre più un punto di ri-ferimento per il nostro sport, a Napo-li e in provincia. Da un punto di vistasocietario, il Tennis Club Napoli saràsempre più al centro di avvenimenticulturali di spessore nazionale e inter-nazionale, come la nostra tradizioneci insegna. Tra tanti obiettivi da rag-giungere, c’è anche un grande sogno,che accarezzo insieme a tutti i soci delclub: vorrei riportare un incontro del-l’Italia di Coppa Davis a Napoli, chemanca da quasi 15 anni. È un sognoma il Tennis Club Napoli ha i mezzi,le competenze e le capacità per tra-sformarlo in realtà”.

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maggio 2009 20-04-2009 20:37 Pagina 33

redo sia fondamen-tale sottolineare inquesto articolo l’as-soluta importanza di

due cose: un’educazione alimen-tare che consenta a ciascuno dinoi di coprire in modo ottimaleil proprio fabbisogno caloricogiornaliero, e un adeguato lavo-ro aerobico mirato a ridurre lostrato adiposo. Un’eccessiva per-centuale di grasso corporeo ren-de vani tutti gli sforzi per evi-denziare gli addominali.Il primo esercizio: Quante seriee quante ripetizioni.Allora, siete pronti? Il crunch (dicui esistono diverse varianti) è l’e-sercizio base per i muscoli addo-minali: si fa distesi al suolo, conle gambe flesse (le ginocchia de-vono creare un angolo di 90 gra-di circa),si sollevano solo le spal-le mantenendo il tratto lombareappoggiato a terra.Dovete ripiegarvi su voi stessichiudendovi sull’addome, cerca-te di non muovere la testa (la di-stanza mento-petto deve rimane-re sempre invariata) e prestatemolta attenzione a non forzare ilcollo (altrimenti potrebbe risulta-re indolenzito). L’ideale sarebbeportare lo sguardo verso il soffit-to senza alzare troppo il mento.È importante compiere questoesercizio in maniera moderata-mente lenta e poi rimanere in ten-sione qualche secondo quando sichiude l’angolo di torsione (3 se-condi per salire/1 secondo in mas-sima contrazione/3 secondi perscendere).Evitate le pause tra unaripetizione e l’altra.Nel corso del-la contrazione addominale espi-

rate, nella fase di ritorno inspira-te. I muscoli coinvolti sono il ret-to dell’addome, in parte anche l’o-bliquo interno e quello esterno.Continuate in questo modo fino

a completare 3-4 serie di 20 ripe-tizioni, con un recupero di 30 se-condi tra le serie. Occorre prestarela massima attenzione alla posizio-ne della zona lombare e coccigeadella colonna, che deve sempre re-stare ben aderente al materassino(bacino in retroversione), in que-sto modo riuscirete anche ad atti-vare il muscolo trasverso dell’ad-dome, che si trova a un livello piuprofondo, dietro il retto dell’addo-me (i quadratini, per intenderci).Tanto per chiarire, come dico spes-so ai miei allievi, il muscolo tra-sverso è quello che utilizziamoquando vogliamo indossare unpantalone o una gonna troppostretta..(il classico tirare in dentrola pancia trattenendo il respiro).Il secondo esercizio.Il muscolotrasverso dell’addomeQuesto mi permette di introdurreil secondo esercizio, molto sem-plice nella sua esecuzione mastraordinariamente efficace.Sdraiati con la pancia sul tappeti-no, mantenete il corpo sollevatoda terra tenendo i piedi puntati e igomiti poggiati. Rimanete in que-sta posizione per 15secondi (periniziare) fino ad arrivare ad un mi-nuto per gli allievi piu evoluti. Iltutto per 3/4 volte. Con un recupe-ro sempre di 30 secondi. In questoesercizio isometrico, (cioe in ass-senza di movimento) è molto im-portante stringere in dentro l’ad-dome e non inarcare il tratto lom-bare della schiena. La testa è ri-

lassata, le ginocchia leggermentepiegate. L’attivazione del muscolotrasverso è fondamentale per con-tenere e appiattire la pancia, obiet-tivo principale di tutti i nostri sfor-zi. Meno ne fai meglio è... Non viscoraggiate se ai primi tentativinon riuscirete a mantenere la po-sizione neanche 15 secondi o nonriuscirete a completare 4 serie da20 di crunch. Ai miei allievi ripe-to spesso “meno ne fai meglio è” .Con questo intendo dire che ese-

guendo corretamente il movimen-to,le ripetizioni saranno talmentedure che dovrebbe essere difficileportarle a termine ma tranquilli, imiglioramenti si vedranno ad ogniallenamento. L’importante è che laschiena e il collo non facciano maimale. Naturalmente è opportunonon eseguire entrambi gli esercizinella stessa seduta di allenamento;generalmente nelle mie prescrizio-ni li alterno, uno nel giorno A, l’al-tro nel giorno B.

di Fabio Ingargiola Personal Trainer

Fitness

Come allenare gli addominali?

Pancia piatta: lavoro aerobicoe alimentazione sana

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SPORTCLUB

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Concorso Ippico di Piazza di Siena

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Centenario del Giro d’Italia

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BNL Internazionali d’ItaliaSei Nazioni di rugby

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