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AMBIENTHESIS SPA, ex SADIIl 23 settembre 2004, la Provincia di Torino in accordo con nove Consorzi di Bacino ed i dieci comuni capofila, hanno sottoscritto un accordo per la costruzione dell’inceneritore in zona Gerbido, prevedendo al punto 9 la rilocalizzazione degli impianti della Servizi Industriali SPA prima dell’entrata in funzione dell’impianto. E’ andata cosi’?

STOP INCCITTADINI LIBERI E PENSANTI - Dalla Parte della TERRA

Chi siamoLiberi cittadini dalla parte della Terra, contro nocività e devastazioni

“SOLO VAPORE” NON CI CONVINCE PERCHE’...Problemi respiratori, tosse apparentemente allergica, catarro, emicranie, questi alcuni dei sintomi lamentati dai cittadini che vivono nei pressi dell’inceneritore, ormai da mesi. Con picchi che, casualmente, coincidono con alcuni sforamenti che ritroviamo poi sul sito di TRM.

Nonostante le tante segnalazioni agli enti preposti, nessuno sembra prendere in considerazione il problema e per i cittadini che abitano nella zona dell’inceneritore la situazione sta diventando insostenibile, al punto che è impossibile aprire le finestre, l’aria è “irrespirabile”. I guasti sono ormai 10, con relative diffide da parte della Provincia e successive deroghe, per un inceneritore che ha iniziato a bruciare rifiuti a maggio 2013 ed è rimasto fermo a giugno per controlli sanitari su piccolissimi campioni di popolazione. Ad una precisa domanda posta all’addetto ARPA da Daniela Allotta, residente a Beinasco, le è stato risposto che “le fasi più delicate sono quelle di spegnimento e di accensione dell’impianto, perché rilasciano maggiori sostanze nocive”. Ha aggiunto, inoltre, che TRM è autorizzata a “non monitorare queste fasi, quindi eventuali sforamenti non sono considerati, né rientrano nel conteggio degli sforamenti massimi consentiti”. Tanto per rassicurare la

popolazione! Alla data del 10 dicembre si sono registrati 11 giorni consecutivi di sforamenti del livello massimo di concentrazione del PM10 consentito dalla legge, con una media di 70,3 grammi su metro cubo, contro i 50 previsti dalla direttiva europea. Nessuno ha preso provvedimenti.

Sulla vicenda è intervenuta la sezione torinese dell’ISDE, medici per l’ambiente, che conferma la “preoccupazione sottolineando come l’incenerimento dei rifiuti non sia la scelta corretta di gestione del materiale di scarto”. Nella nota firmata dalla dottoressa Luisa Memore si evidenzia come “l’ennesimo stop delle 3 linee avvenuto il 23 dicembre, giorno in cui le emissioni registrate di polveri totali, carbonio totale ed ammoniaca - solo per citare alcuni parametri monitorati dalla stessa TRM, sono andate ben oltre i limiti consetiti dalla legge”.

TRM è oggi in mano ai privati ma la domanda è: la salute è ancora pubblica?

“Solo vapore”?

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AMBIENTHESIS, ex SADI SERVIZI INDUSTRIALI, resta nell’area e vince l’appalto per lo smaltimento delle ceneri dell’impianto del Gerbido. E MOLTO ALTRO.

Quello che oggi è sotto gli occhi di tutti è che l’accordo che prevedeva la rilocalizzazione della Servizi Industriali non è stato rispettato. Non c’è una spiegazione ufficiale, ma poiché la ex SADI, dal 7 giugno 2013 AMBIENTHESIS SPA, si è aggiudicata l’appalto per lo smaltimento delle ceneri è piuttosto evidente la contiguità tra l’impianto di smaltimento, teoricamente destinato a rifiuti cittadini, e la nota azienda specializzata in rifiuti industriali, anche tossico-nocivi. Come si legge dal suo stesso sito, Ambienthesis punta a raggiungere nel 2014 un fatturato consolidato di 100 milioni di Euro, consolidando così la sua leadership nelle attività di trattamento e smaltimento di rifiuti industriali, di bonifica ambientale e ripristino di siti dismessi. Oltre all’appalto per lo smaltimento delle ceneri dell’impianto del Gerbido la ex SADI, in ATI con la Settentrionale trasporti SPA, si è aggiudicata dalla IREN SPA di REGGIO EMILIA l’appalto per il servizio di rimozione, caricamento, trasporto e trattamento di scorie e ceneri da termodistruzione e terreno di ricoprimento (CIG N.459943777A) abbancati presso l’inceneritore di Parma, strada Baganzola 36/a, nell’ambito dell’intervento di bonifica del

sito, con una procedura negoziata accelerata. Nel luglio 2013 Ambienthesis SPA ha ottenuto anche, dalla Veneto Acque SPA, l’appalto per la bonifica (che include il servizio di caratterizzazione analitica, rimozione, trasporto e incenerimento dei rifiuti pericolosi all’interno dell’area Ex Nuova Esa - pentasolfuro di fosforo ) . A tal proposito vale la pena ricordare un episodio sul quale i media, anche locali, hanno glissato rapidamente. Nella notte tra l’11 ed il 12 giugno 2012 una notizia sul sito LA STAMPA riporta un anomalo incidente ferroviario avvenuto alla stazione di Bardonecchia. “Evacuata la stazione”, riferisce il quotidiano torinese, “a bordo del convoglio una decina di fusti di pentasolfuro di fosforo, sostanza tossica e infiammabile”. Il giorno dopo lo stesso sito preciserà che “l’evacuazione non è stata fatta perché intorno alle 2 della scorsa notte i vigili del fuoco, la polizia e RTF, dopo aver messo in sicurezza il convoglio lo hanno rispedito ad Orbassano, dove il container contenente gli 11 fusti del materiale pericoloso proveniente da Spoleto era partito per raggiungere la Francia”. Da qui in poi sui quotidiani non c’è più traccia del pentasolfuro, e solo nelle settimane successive si trova on line l’esito della gara per lo smaltimento dello stesso materiale proveniente dall’Ex Nuova Esa. Negli stessi giorni i cittadini di Orbassano, Beinasco ed alcuni quartieri di Torino segnalano forti puzze.

Una coincidenza?Troppe coincidenze.

AMBIENTHESIS

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Quale valore ha un

impegnonon rispettato?

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Ambienthesis SPA, ex SADI Servizi Industriali (segue)Nel novembre 2012 l’allora SADI si è aggiudicata dalla ACCAM

SpA di Busto Arsizio il servizio di carico, trasporto, smaltimento delle polveri da trattamento fumi e ceneri leggere dell’impianto di incenerimento rifiuti, in due diversi lotti. Anche questa volta si è trattato di una procedura negoziata accelerata (CIG 4479082F61), così come l’intervento di messa in sicurezza e bonifica dell’area Ex Flucosit ubicata ad Asola (MN). Dal capitolato tecnico di questo appalto risultano evidenti le tipologie di sostanze da smaltire altamente pericolose, acido solforoso e solforico, acido cloridrico (22.335 Kg), acido fluoridrico, acido fosforoso e fosforico (13.942 Kg), acido nitrico e nitroso e 22.398 Kg di altri acidi non meglio specificati e inclusi nel codice CER 16.01.06 .

Si parla della SADI anche nella Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nella seduta del 12 dicembre 2012. A pagina 127 del resoconto stenografico si legge: “In ordine allo specifico settore del traffico di rifiuti, la dottoressa Laura Pedio, sostituto procuratore della Repubblica in Milano, ha individuato il radicamento mafioso nel territorio lombardo, dove “gira molto denaro” non nelll’intimidazione, bensì nella capacità della ‘ndrangheta di offrire un servizio a costi inferiori rispetto a quelli di mercato” (,..)

“La criminalità offre questo servizio e, naturalmente, lo può fare con imprenditori che vogliono guadagnare moltissimo dalle loro attività, correndo il rischio di essere scoperti e di finire in carcere. In tale contesto dalle indagini condotte dal suo ufficio sono emerse ue vicende inquietanti: la prima concerne il fatto che Giuseppe Grossi, nella qualità di bonificatore, attraverso la controllata Sadi Servizi Industriali SpA, società quotata in borsa che fa capo alla Green Holding dello stesso Grossi, senza lo svolgimento di gara alcuna,

aveva ottenuto appalti per la bonifica delle più importanti aree della Lombardia e di Milano, come l’area Ex Falck e la Santa Giulia e la ex Sisas; la seconda vicenda concerne il fatto che le società Lucchini Artoni ed Edil Bianchi, in qualità di subappalattori di Giuseppe Grossi, deputati al movimento terra ed al trasporto dei rifiuti da bonificare, erano presenti in tutti i cantieri del Grossi (...) con l’ulteriore anomalia che affidavano il trasporto dei rifiuti da scavo a padroncini di origini calabresi con gravi precedenti penali, quali l’omicidio e l’associazione per delinquer di stampo mafioso. A loro volta costoro, allo scopo di mimetizzarsi, utilizzavano automezzi spesso con targhe false, e quindi di difficile identificazione.” A pag. 128: “Nell’ambito dell’inchiesta sulla bonifica ambientale dell’ex area industriale Montecity-Rogoredo, rintrante nel progetto urbanistico Santa Giulia dell’immobiliarista Luigi Zunino, dalle indagini svolte dall’autorità giudiziaria tedesca era emerso che la Sadi Servizi Industriali del Grossi aveva pagato corrispettivi esagerati alle società interessate allo smaltimento ed al trasporto dei rifiuti, con un ritorno del sovrapprezzo allo stesso Grossi, dietro l’interposizione di diverse società e conti esteri gestiti da fiduciari, con un percorso compiuto dal denaro delle sovrafatturazioni che aveva origine in Italia per poi proseguire in Germania, Gran Bretagna, Hong Kong, fino al Principato di Monaco.”

Sempre nella relazione si evidenzia che si tratta di una prassi diffusa tra gli operatori del settore che, emettendo o creando false fatture all’estero, costituiscono fondi neri. Non esiste un registro del NOE che, pur essendo presente al controllo, non effettua alcuna certificazione, un registro vi è solo presso la Regione.Viene citata anche la bonifica di Asola, ex Flucosit, altra aggiudicazione recente alla AMBIENTHESIS SPA (ex SADI) per la quale nel maggio 2011 la procura di Mantova ha acquisito gli atti per verificare la correlazione con lo stato di salute della popolazione.

Dal report finanziario di AMBIENTHESIS SPA: appalti e bonifiche aggiudicate

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SADI cambia nome e rinnova i vertici.Nel 2011 Grossi è deceduto in seguito a complicazioni dopo un

trapianto di cuore. Ma nell’attuale composizione societaria della nuova Ambienthesis SPA ritroviamo la figlia Paola Grossi come vice-presidente ed Andrea Monorchio come Presidente onorario. Monorchio, originario di Reggio Calabria, è un economista con ruoli di primo piano nell’amministrazione pubblica el nostro paese, nel 1983 è ispettore Generale Capo per le politiche del Bilancio del Ministero del Tesoro, Ragioneria generale dello Stato, dal 1° luglio 2002 Presidente della CONSAP (Concessionaria dei Servizi Assicuratvi Pubblici SPA), dal 2011 vice Presidente della Banca Popolare di Vicenza SPA, presidente dei collegi sindacali di Fintecna, Telespazio, Salini Costruttori SPA, nel CdA di importanti fondazioni, presidente di Infrastrutture SPA, Banca Impresa Lazio SPA, Compagnia Fondiaria Nazionale SPA, Cassa Depositi e Prestiti, nonché Presidente dell’organismo di vigilanza di Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo. Un uomo sopravvissuto a più governi, funzionario di uno Stato che in tutti questi anni non solo non ha saputo arginare la spesa pubblica ma l’ha fatta aumentare a dismisura ed oggi, con il pareggio di bilancio, il conto si presenta a noi cittadini, costretti a pagarlo con tasse in forte crescita in un momento di drammatica crisi economica.

GIUGNO 2013, la TORRAZZA SRL (100% di Ambienthesis SPA) può ospitare nuovamente rifiuti tossico - nocivi.

Negli ultimi mesi anche Torrazza, vicino a Chivasso (Minotauro vi dice niente?) è finita al centro di alcuni episodi legati alla questione discariche e rifiuti tossici. Nel giugno 2013 la Provincia di Torino pubblica un nuovo aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che consente alla società LA TORRAZZA SRL (di proprietà al 100% di Ambienthesis SPA, ex Servizi Industriali) di smaltire alcuni rifiuti contrassegnati come pericolosi, ampliando così la tipologia di rifiuti trattabili. Una delle aziende che operano nel trasporto rifiuti per la Torrazza SRL è la Co.Ge.Fa di Massimo Fantini, noto alle cronache per lo scandalo della variante di Venaria da cui trae origine il “metodo Fantini” (ribassi medi del 25-27% per poi attingere alle riserve a lavori iniziati e fare aumentare i costi anche di un 40%), coinvolto anche nell’agosto 2013 in un’indagine per false fatturazioni in uno dei lotti per la realizzazione della metropolitana torinese. Alcuni cittadini di

Torrazza hanno segnalato ai giornali locali le anomalie, incluso un costante arrivo di mezzi nella discarica anche in piena notte, e si mormorava si trattasse del nerofumo del Pioltello (ex Sisas).

DISCARICHE e INCENERITORI: Tra passato e futuro quali certezze per il presente?

In un documento del Gruppo Agire Locale, Medicina Democratica, inviato nel 2005 alla Provincia di Torino, colpisce un passaggio introduttivo nel quale, facendo riferimento alla DGP 27497 del 13/05/2005, si definisce impianto ad elevato impatto ambientale “l’inceneritore per rifiuti urbani, rifiuti speciali e fanghi, che si intende realizzare a servizio della zona sud della provincia di Torino”.

Considerando il mancato rispetto dell’accordo che prevedeva la rilocazione della ex Servizi Industriali e la bonifica dell’area, visti i precedenti ed il coinvolgimento della SADI Servizi Industriali in indagini per reati di tipo amministrativo-fiscale e ambientale, le domande che i cittadini si pongono partono dalla necessità di poter avere maggiori strumenti di controllo ed una serie di certezze sulla destinazione di un impianto oggi in mano ai privati, ma i cui danni impattano gravemente sulla salute dei cittadini e dell’ambiente.

I dieci guasti nei primi mesi di funzionamento dell’inceneritore rendono poco credibile le affermazioni che tutto stia funzionando adeguatamente, così come le puzze ed i sintomi accusati nella popolazione in più parti del territorio fanno sorgere il dubbio che ci sia una contaminazione dell’ambiente le cui origini sono ancora oggi sconosciute, come dimostrato dalle risposte vaghe sia da parte di alcuni amministratori che dagli enti preposti al controllo del territorio.

Esposti e raccolte firme sembrano essere inefficaci, mentre è sempre più evidente l’infiltrazione della malavita nelle attività legate ai rifiuti ed alle bonifiche ambientali, cosa che non può che rendere la cittadinanza ancora più allertata e sfiduciata.

Se i protocolli d’intesa non vengono rispettati e non viene preso alcun provvedimento per realizzarli, allora ci chiediamo la validità di questi accordi e, di conseguenza, su che basi i cittadini possono fare affidamento sulle istituzioni dalle quali si aspettano la tutela dell’ambiente e della salute?


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