La sicurezza nell'edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
maggio 2012
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EDIFICISICURI.ai 03/08/2012 10:56:20EDIFICISICURI.ai 03/08/2012 10:56:20
maggio 2012 I rischi nelle scuole della provincia di
Varese
La sicurezza nell'edilizia pubblica in provincia di Varese: un aprofondimento sulle scuole
La versione completa della ricerca è consultabile sul sito internet della Camera di Commercio di Varese all’indirizzo www.va.camcom.it
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 1
1 INTRODUZIONE .................................................................................................................................................................................... 2
2 IL SISTEMA SCOLASTICO NELLA PROVINCIA DI VARESE ............................................................................................... 3
3 LA NORMATIVA SULLA SALUTE E SULLA SICUREZZA NEGLI ISTITUTI SCOLASTICI ......................................... 9
4 RASSEGNA DELLE INFORMAZIONI DISPONIBILI SULLA SICUREZZA NELLE SCUOLE ................................... 13
5 ANALISI DI DATI AMMINISTRATIVI .......................................................................................................................................... 16
6 LA SICUREZZA NELL’EDILIZIA PUBBLICA NELLA PROVINCIA DI VARESE: LE INTERVISTE ......................... 23
7 IL RISK MANAGEMENT NELLE SCUOLE: MISURAZIONE E MODALITÀ DI GESTIONE ..................................... 37
8 CONSIDERAZIONI FINALI .............................................................................................................................................................. 42
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 2
I rischi nelle scuole della provincia di
Varese
Nell’ambito del processo di miglioramento degli standard di salute e sicurezza sul posto di
lavoro verificatosi negli ultimi decenni in Italia, assume particolare importanza analizzare la
presenza di rischi all’interno degli Istituti scolastici e, in particolare, lo stato di conservazione
dell’edilizia scolastica. Il comparto scuola a livello nazionale occupa un posto di assoluta
rilevanza se si considera che ad essere interessata è la salute e la sicurezza di oltre nove
milioni di persone - tra dirigenti scolastici, docenti, personale amministrativo, tecnico e
ausiliario (A.T.A.) e studenti - e le condizioni igienico-sanitarie di circa 45 mila scuole. Inoltre
bisogna considerare che gli Istituti scolastici sono l’istituzione più diffusa sul territorio, più
rilevante di altri enti presenti in maniera altrettanto capillare.
Nell’analizzare i rischi presenti negli Istituti scolastici, particolare attenzione deve essere posta
nell’identificazione delle specifiche situazioni di rischio, che sono da ricondurre sia alla
vulnerabilità degli edifici scolastici e alle problematiche inerenti la loro sicurezza strutturale,
igienica e impiantistica, sia ai rischi occupazionali che interessano l’insieme di docenti, addetti
amministrativi e studenti. Nonostante il comparto scuola, a causa dell’assenza dei tipici rischi
relativi al processo produttivo, sia da molti ritenuto, spesso a torto, un ambiente protetto ed
esente da rischi, nella realtà i pericoli riconducibili allo stato di degrado degli edifici scolastici,
alla carenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, alla difficoltà di adeguare
gli impianti secondo gli obblighi di legge, costituiscono fonti di rischio reale e potenziale che
troppo spesso sono sottovalutate.
Lo scopo dello studio è di analizzare la presenza di rischi per gli
operatori, per gli studenti, per le strutture nelle scuole della
provincia di Varese, con un particolare focus su quelli
riconducibili alle condizioni dell’edilizia. Particolare attenzione è
posta anche alla luce delle negative valutazioni ricevute dalle
scuole lombarde per quanto riguarda salute e sicurezza e stato
di conservazione degli edifici preposti allo svolgimento dell’attività
scolastica. Alcune indagini condotte a livello nazionale (ad esempio, Ecosistema scuola 2006-
2009, indagine periodica svolta da Legambiente sullo stato di salute degli edifici delle scuole
dell’obbligo nelle città capoluogo di provincia; Conoscere la scuola elaborato da UIL Scuola)
rilevano come lo stato dell’edilizia scolastica (in termini di precarietà delle strutture e degli
impianti) nei capoluoghi lombardi non sia adeguato agli standard di sicurezza. Tra i dati più
allarmanti, vi sono l’urgente necessità di interventi di manutenzione straordinaria (più della
metà degli istituti sono stati costruiti da più di 50 anni e hanno ricevuto poca manutenzione) e
la vicinanza di edifici scolastici a zone con alto tasso di inquinamento e ad aree industriali (oltre
il 1: per cento è situato in un’area non ottimale). Tale situazione è anche il risultato di una
scarsa autonomia dei dirigenti scolastici, della generale scarsità di risorse e dei conflitti di
competenze tra Province e Comuni, cui spettano le funzioni di fornitura, costruzione,
manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici. Anche se indirettamente, spetta
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Il contesto
Organizzazione e gestione della sicurezza
comunque allo Stato il compito di intervenire a sostegno del sistema scolastico attraverso
l’assegnazione di appositi fondi agli enti locali.
Molti rischi potrebbero essere ridotti in modo significativo da un
efficace sistema di organizzazione e gestione della sicurezza e
da un’adeguata formazione del personale in materia di igiene e
sicurezza sul lavoro. La messa a norma degli edifici scolastici
risulta uno dei problemi più difficili da risolvere, anche in considerazione della rigida legislazione
in materia. In questo contesto, la normativa in materia definisce in modo chiaro i requisiti che
gli edifici scolastici devono soddisfare per poter garantire la salute e la sicurezza ai lavoratori
della scuola, assicurando il finanziamento di interventi per la costruzione e il completamento di
nuovi edifici scolastici e per le ristrutturazioni e le manutenzioni straordinarie dirette ad
adeguare gli edifici preesistenti alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza ed igiene e
ad eliminare le barriere architettoniche. Inoltre, più recentemente, l’Accordo istituzionale
sull’edilizia scolastica, raggiunto nella Conferenza unificata fra Governo e autonomie locali nel
luglio 2008, ha sancito che il tema della sicurezza scolastica deve avere un ruolo primario
all’interno delle scelte delle amministrazioni locali e dei dirigenti scolastici.
In questo contesto, il progetto di ricerca analizza, con riferimento alla provincia di Varese, le
problematiche della sicurezza e della riqualificazione delle strutture scolastiche che possano
essere fonte di rischi di infortunio per i lavoratori e, più in generale, per gli utenti del sistema
scolastico. In particolare, è posta attenzione sugli aspetti della sicurezza che vanno oltre
l’adeguamento alle disposizioni di legge e rispondono piuttosto a principi più generali di
informazione e formazione finalizzati alla prevenzione di incidenti e alla diffusione di una cultura
della sicurezza.
I dati forniti dall’Ufficio Scolastico per la Lombardia (figura 2.1),
relativi all’anno scolastico 2::9-2010, mostrano il numero di
iscritti nelle Scuole Primarie e Secondarie di II grado (36.667 e
34.715 studenti iscritti, rispettivamente il 36,51 e il 34,56 per
cento) e nelle Scuole Secondarie di I grado (21.944 studenti iscritti, il 21,84 per cento del
totale).
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Personale docente e non docente per ordine e grado
Figura 2.1: Distribuzione degli studenti iscritti per ordine e grado
Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2009-2010
Figura 2.2: Distribuzione per ordine e grado
a) del numero di classi b) del numero delle cattedre
Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2009-2010
Nella figura 2.2 è riportata la distribuzione del numero di classi e delle cattedre per livello
d’istruzione. Circa il 4: per cento delle classi presenti sul territorio della provincia (figura 2a) si
trova in Scuole Primarie (1.868 classi), il 30 per cento in Scuole Secondarie di II grado
(1.462), il 22 per cento in Scuole Secondarie di I grado (1.011) e il 6 per cento in Scuole di
Infanzia (282). Nella figura 2.2b è descritta la distribuzione dei docenti per livello d’istruzione. Il
numero di docenti nelle Scuole Primarie e Secondarie di II grado è pari a 3.008 e 2.760,
mentre nelle Scuole Secondarie di I grado e nelle Scuole d’Infanzia sono presenti 1.791 e 564
docenti.
La tabella 2.1 confronta la distribuzione dei docenti della
provincia di Varese per livello d’istruzione e il corrispondente
totale regionale. Il maggior numero di docenti è presente nelle
Scuole Primarie (36,7 per cento in provincia di Varese e 37,8
per cento in Lombardia) e nelle Scuole Secondarie di II grado
(33,4 per cento per la provincia di Varese e 30 per cento per la
Lombardia). Le Scuole d’Infanzia occupano circa il 7 per cento
Scuolad'Infanzia7.1137%
ScuolaPrimaria36.66736%
ScuolaSecondariadi I grado21.94422%
ScuolaSecondariadi II grado34.71535%
Scuolad'Infanzia2826%
ScuolaPrimaria1.86840%
ScuolaSuperioredi I grado1.01122%
ScuolaSecondariadi II grado1.46232%
Scuolad'Infanzia5647%
ScuolaPrimaria3.00837%
ScuolaSecondariadi I grado1.79122%
ScuolaSecondariadi II grado2.76034%
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Istituti scolastici nei distretti locali
della provincia
del totale dei docenti per la provincia di Varese, questo anche a causa dell’offerta di Scuole
d’Infanzia che è principalmente di carattere privato.
Tabella 2.1: Distribuzione docenti per ordine di istituto/livello d’istruzione
Scuola
d’Infanzia
Scuola
Primaria
Scuola
Secondaria
di I grado
Scuola
Secondaria
di II grado
Tot
ale
Docenti di
sostegno
N. % N. % N. % N. % N. N.
Varese 566 6,
9
3003 36,7 1871 22,8 2739 33,4 8179 693
Lombardi
a
9.40
2
9,
9
35.61
2
37,8 20.79
7
22,1 28.262 30,0 94.07
3
8.154
Fonte: La Scuola in Lombardia - Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2010-2011
Tabella 2.2: Distribuzione del personale non docente per profilo
DSGA Ass. Amm. Ass.Tecn. Coll. Scol. Altri profili Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N.
Varese 113 4,13 696 25,41 201 7,34 1.729 63,13 0 0,00 2.739
Lombardia 1.286 4,17 7.348 23,85 2.011 6,53 20.071 65,13 99 0,32 30.815
Fonte: La Scuola in Lombardia - Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2010-2011
La tabella 2.3 riporta la distribuzione dei dirigenti scolastici (compresi i reggenti) per settore,
distinguendo il primo riferito alle Scuole d’Infanzia, Primarie e Secondarie di I grado e il
secondo riferito agli Istituti secondari di II grado. Il 70 per cento dei dirigenti scolastici, nella
provincia di Varese, opera nel primo settore, il restante 30 per cento nel secondo settore.
Tabella 2.3: Distribuzione dei dirigenti scolastici (compresi incarichi di reggenza)
I settore II settore Totale
Varese 79 69,91% 34 30,09% 113
Lombardia 808 64,43% 448 35,72% 1.254
Fonte: La Scuola in Lombardia - Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2010-2011
Per la provincia di Varese, il territorio è articolato in 9 distretti.
Nella figura 2.3 è riportata la distribuzione degli alunni per
distretto e ordine scolastico. In generale non si notano grandi
differenze, in termini di numerosità di alunni iscritti, tra i diversi
livelli d’istruzione: i distretti di Gallarate, Varese e Busto Arsizio
accolgono il maggior numero di alunni, mentre Luino e Gavirate
accolgono il minor numero di alunni della provincia. La distribuzione degli alunni e delle
cattedre per plesso è descritta, per livello d’istruzione, nella figura 2.4. Ad esempio, con
riferimento alle Scuole Primarie (figura 2.4b), si può notare che il distretto di Saronno riporta
in media 258 alunni per plesso, mentre nel distretto di Luino gli alunni sono 120. Il numero di
cattedre per edificio dipende dal numero di alunni per plesso: nel distretto di Saronno è pari a
23 insegnanti per plesso; nei distretti di Luino e Gavirate a 10 per plesso.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
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a) Scuole d’Infanzia b) Scuole Primarie
c) Scuole Secondarie I grado d) Scuole Secondarie II grado
Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2009-2010
Luino3635%
Gavirate4216%
Varese86812%
IndunoOlona72310%
SestoCalende4747%
Gallarate2.12730%
Tradate4676%
BustoArsizio98114%
Saronno68910%
Luino2.1476%
Gavirate2.6887%
Varese6.63418%
IndunoOlona2.1586%Sesto
Calende2.2416%
Gallarate8.48323%
Tradate2.5147%
BustoArsizio6.08917%
Saronno3.71310%
Luino1.2626%
Gavirate1.5817%
Varese4.24819%
IndunoOlona1.3746%
SestoCalende1.2396%
Gallarate5.23124%
Tradate1.3526%
BustoArsizio3.65717%
Saronno20009%
Luino1642
5%Gavirate1.247
3%
Varese9.02226%
Induno Olona6632%
Sesto Calende
9043%
Gallarate5.59516%
Tradate375511%
Busto Arsizio6.79719%
Saronno5.09015%
Figura 2.3: Distribuzione degli studenti iscritti per ordine, grado e distretto scolastico
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Figura 2.4: Media alunni e cattedre per ordine, grado e plesso a) Scuole d’Infanzia
b) Scuole Primarie
c) Scuole Secondarie di I grado
d) Scuole Secondarie di II grado
Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2009-2010
46,58
69,10
67,09
72,69
51,56
115,06
116,75
110,69
172,25
4,00
5,20
5,46
5,83
4,00
9,02
9,00
9,00
13,00
20,00 20,00 60,00 100,00 140,00 180,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media cattedre per plesso Media bambini per plesso
120,44
117,97
153,17
157,10
125,95
219,55
234,64
241,82
258,22
9,52
10,07
11,57
12,17
10,15
18,35
16,72
19,39
23,94
50,00 0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media cattedre per plesso Media alunni per plesso
144,11
168,07
300,83
169,42
170,58
320,14
219,10
278,67
250,93
12,50
15,36
23,38
12,50
14,19
24,93
20,10
22,46
19,93
50,00 0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00 350,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media cattedre per plesso Media alunni per plesso
345,25
311,75
740,56
221,00
226,00
688,03
630,63
737,76
952,40
27,83
23,75
57,06
16,33
16,50
53,53
49,13
57,79
73,40
100,00 100,00 300,00 500,00 700,00 900,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media cattedre per istituto Media alunni per istituto
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Figura 2.5: Media alunni e cattedre per ordine, grado e classe a) Scuole d’Infanzia
b) Scuole Primarie
c) Scuole Secondarie di I grado
d) Scuole Secondarie di II grado
Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia - Anno scolastico 2009-2010
22,98
26,90
24,82
24,46
25,81
25,39
25,58
24,55
26,40
11,49
13,45
12,41
12,23
12,91
12,69
12,79
12,27
13,20
15,00 10,00 5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media bambini per cattedra Media bambini per classe
18,89
18,08
19,15
18,90
19,75
20,11
19,81
20,65
20,55
12,67
11,71
13,10
12,75
12,50
11,93
13,89
12,53
10,73
15,00 10,00 5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media alunni per cattedre Media alunni per classe
20,60
21,27
21,77
20,82
20,40
22,41
20,45
21,69
21,88
12,46
10,83
12,40
13,25
11,81
12,82
10,96
12,78
12,65
15,00 10,00 5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media alunni per cattedre Media alunni per classe
22,97
21,88
23,85
21,39
23,79
23,68
24,31
23,43
24,31
12,23
13,13
12,64
13,53
13,70
12,81
13,26
12,40
12,63
15,00 10,00 5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00
Luino
Gavirate
Varese
Induno Olona
Sesto Calende
Gallarate
Tradate
Busto Arsizio
Saronno
Media alunni per cattedre Media alunni per classe
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Camera di Commercio di Varese 9
Normativa riguardante i soggetti operanti negli istituti scolastici
Il numero di alunni per docente rappresenta l’indicatore più significativo della spesa per alunno
e in particolare della spesa per l’istruzione a livello nazionale, al 9:% attribuibile alla spesa per
il personale. In generale, si nota (figura 2.5) che vi è poca variabilità sia in termini di numero
medio di alunni per classe, sia in termini di media di alunni per cattedre tra i distretti
territoriali. La media di alunni per cattedra, generalmente, risulta simile in ciascun distretto e
pari a circa 25 bambini nelle Scuole d’Infanzia, a 19 bambini nelle Scuole Primarie, a 21 alunni
nelle Secondarie di I grado e a 23 studenti nelle Secondarie di II grado.
Negli Istituti scolastici i requisiti di sicurezza per i lavoratori e di igiene degli ambienti di lavoro
sono definiti dal D.Lgs. 81/2008, introdotto allo scopo di integrare e modificare le norme
precedenti. Tale decreto è stato emanato anche allo scopo di garantire il rispetto delle
disposizioni del D.P.C.M. del 7 giugno 1995 relativo alla Carta dei servizi secondo cui
“l’ambiente scolastico deve essere pulito, accogliente, sicuro. Le condizioni igieniche e di
sicurezza dei locali devono garantire una permanenza a scuola confortevole per gli alunni e
per il personale”. In generale, la normativa sulla salute e sicurezza negli Istituti scolastici è
stata sempre tesa ad assicurare un’organizzazione delle attività con l’obiettivo finale di
garantire il regolare e soddisfacente livello qualitativo delle proposte didattiche e formative
sotto il profilo della prevenzione dai rischi sul lavoro. La definizione dei soggetti (art. 2 del
D.Lgs. 81/2008) e dei campi di applicazione (art. 3 del D.Lgs. 81/2008) specificano che gli
Istituti scolastici sono considerati un luogo di lavoro e, di conseguenza, che il dirigente
scolastico è il datore di lavoro e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (A.T.A.), il
corpo docente e gli studenti sono i lavoratori della scuola.
Accanto alla più generale normativa relativa alla tutela della
salute e sicurezza sul posto di lavoro, prevista dal D.Lgs.
81/2008, si inserisce anche una specifica legislazione relativa
all’edilizia scolastica. Sono stati, infatti, introdotti negli anni
interventi normativi allo scopo di regolamentare l’edilizia
scolastica. Tali interventi sono tesi a garantire elevati standard costruttivi nell’edilizia pubblica
(D.M. del 9 maggio 2::1, n. 118 e D.L. del 18 dicembre 1975) e l’abbattimento delle
barriere architettoniche nell’accesso e nell’utilizzo degli istituti scolastici (D.L. del 5 febbraio
1992, n. 104 e D.P.R. del 24 luglio 1996, n. 5:3). Inoltre, l’edilizia scolastica deve essere
realizzata nel rispetto della normativa antisismica (D.M. 14 gennaio 2008) e dei requisiti in
tema di impianti e prevenzione incendi (D.M. del 26 maggio 1992) e di risparmio e
razionalizzazione dell’energia (D.M. del 2 aprile 1998).
L’impianto legislativo relativo alla salute e sicurezza sul posto di lavoro contiene disposizioni
per i differenti ambiti: 1) ambito organizzativo; 2) ambito infortunistico; 3) ambito relativo alla
stesura dei documenti di prevenzione.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 10
1) Ambito organizzativo
Istituire un Servizio di prevenzione e protezione composto da uno o più Addetti al
Servizio di prevenzione e protezione (ASPP), designati fra i lavoratori dipendenti
diplomati e coordinato da un Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione
(RSPP)
nominare il Medico Competente, nei casi il cui la valutazione dei rischi abbia
evidenziato la presenza di rischi per la salute dei lavoratori, per i quali è prevista la
sorveglianza sanitaria, e gli Addetti per le emergenze (art. 43);
individuare opportunamente i coordinatori della squadra antincendio e gli addetti
al primo soccorso;
assicurarsi che il Responsabile e gli ASPP, gli Addetti alle emergenze, il
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) abbiano conseguito la
formazione specifica per individuare i possibili rischi sul lavoro connessi all’attività
scolastica e a stabilire i relativi interventi per evitarli.
2) Ambito infortunistico
Individuare i pericoli presenti sul luogo di lavoro, valutare i rischi per la salute e la
sicurezza che possono derivare dalle situazioni di pericolo rilevate, definire ed attuare
uno specifico programma d’intervento ed un piano di prevenzione per eliminare o
quantomeno ridurre le situazioni di rischio rilevate;
assicurarsi che il personale docente ed amministrativo sia formato riguardo alle
procedure di prevenzione attinenti all’igiene e sicurezza sul lavoro che li riguardano
ed informare i lavoratori interessati in merito ai rischi specifici a cui sono esposti e
sulle misure di prevenzione e protezione adottate e, in seguito, vigilare che i
lavoratori da loro diretti o coordinati applichino le norme di igiene e sicurezza sul
lavoro e le disposizioni di prevenzione;
consultare il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza in merito
all’organizzazione relativa alla prevenzione, alla formazione, alla valutazione dei rischi,
al piano di prevenzione e ai dispositivi di protezione individuale in uso.
3) Ambito preventivo
Infine, il dirigente scolastico redige la documentazione di prevenzione, che deve includere
il metodo utilizzato nella valutazione dei rischi, l’esito della valutazione dei rischi, il
conseguente piano di prevenzione e il programma con i tempi di attuazione delle misure
preventive. Partecipa alla redazione del Documento di valutazione dei rischi anche il RSPP
ed eventualmente gli ASPP, mentre al RLS spetta il compito di partecipare alle riunioni
periodiche nel corso delle quali si esamina il Documento sulla valutazione dei rischi,
l’individuazione e la programmazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi e
la formazione. Sono infine di competenza del dirigente scolastico il Piano di emergenza,
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Normativa sull’edilizia scolastica
Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica
comprensivo delle procedure di prevenzione, il Registro infortuni, il Registro dei controlli
periodici, delle verifiche e delle manutenzioni antincendio, il Registro delle macchine e
delle attrezzature e il Registro delle sostanze e dei preparati pericolosi.
A completamento della normativa relativa alla salute e sicurezza
negli Istituti scolastici, sono stati introdotti provvedimenti
legislativi per regolamentare l’edilizia scolastica. In particolare,
l’art. 1 della L. 23/96 introduce la tematica, sottolineando che le
strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico e
che il principale obiettivo che si persegue con questi interventi normativi è assicurarne lo
sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle
dinamiche formative, culturali, economiche e sociali. La legge sottolinea anche che si debbano
prevedere gli interventi al fine di garantire:
il soddisfacimento del fabbisogno immediato di aule, riducendo gli indici di carenza delle
diverse regioni entro la media nazionale;
la riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare delle strutture con valore storico-
monumentale;
l’adeguamento alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene;
l’adeguamento delle strutture edilizie alle esigenze della scuola, ai processi di riforma degli
ordinamenti e dei programmi, all’innovazione didattica e alla sperimentazione;
una equilibrata organizzazione territoriale del sistema scolastico, anche con riferimento
agli andamenti demografici;
la disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base;
la piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività.
Al fine di mantenere elevati standard qualitativi in termini di
edilizia scolastica, l’art. 7 della L. 23/96 introduce un’Anagrafe
nazionale dell’edilizia scolastica, diretta ad accertare la
consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio
scolastico. L’anagrafe, articolata per regioni, costituisce lo strumento conoscitivo
fondamentale ai fini dei diversi livelli di programmazione degli interventi nel settore. Tuttavia, la
mancata applicazione di tale provvedimento normativo ha comportato per molto tempo
l’impossibilità di conoscere con precisione l’effettivo stato di salute degli edifici scolastici
presenti sul territorio nazionale. In particolare, tra i compiti della normativa sull’edilizia
scolastica vi è quello di garantire elevati standard costruttivi negli istituti. In tale ambito, si deve
fare riferimento al D.L. del 18 dicembre 1975 che detta le norme tecniche aggiornate relative
all’edilizia scolastica, compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia e urbanistica, da
osservarsi nell’esecuzione di opere di edilizia scolastica. In particolare, in sede di
predisposizione dei piani urbanistici si dovrà procedere alla localizzazione e al
dimensionamento delle scuole di ogni ordine e grado, riferendosi ai seguenti aspetti:
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
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Norme antisismiche
condizioni ecologiche ed urbanistiche;
caratteristiche di sviluppo demografico ed economico del territorio esaminato, con
riferimento alla composizione e all’effettiva evoluzione della popolazione residente;
conseguente entità degli soggetti da scolarizzare, nonché dei tipi e della quantità delle
scuole;
livello delle attrezzature culturali;
quantità e stato degli edifici esistenti;
piani finanziari per attuare il programma, ai vari livelli;
tempi di attuazione;
osservazioni e proposte formulate dal Consiglio scolastico provinciale e dai Consigli
scolastici distrettuali ove costituiti.
In tema di edilizia scolastica, si deve porre l’accento sull’importanza dell’abbattimento delle
barriere architettoniche, quali ostacoli che impediscono o limitano l’accesso e la mobilità
all’interno degli edifici scolastici, nelle aule e nei luoghi comuni. Il raggiungimento di questo
obiettivo deve tener conto della presenza di persone con difficoltà (temporanee o permanenti)
motorie o sensoriali. In generale, la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche
negli edifici pubblici e, nello specifico, negli Istituti scolastici, prevede che i progetti delle opere
da realizzarsi debbano essere subordinati al controllo dell’Ufficio Tecnico del Comune, che ne
verifica la conformità alla normativa vigente in materia di accessibilità e di rimozione delle
barriere architettoniche.
Un aspetto che, soprattutto in Italia, deve ricevere la dovuta
attenzione riguarda l’introduzione di normative tecniche che
garantiscano un elevato livello di sicurezza sismica delle scuole.
Le rilevazioni condotte negli ultimi anni mostrano che una buona
parte del patrimonio edilizio scolastico italiano non ha un livello di
sicurezza sismica allineato agli standard stabiliti dalle norme tecniche per le costruzioni
emanate dal Ministero delle Infrastrutture con il D.M. del 14 gennaio 2008. Questa situazione
è da ascriversi all’evoluzione della classificazione sismica nel secolo scorso e agli
aggiornamenti delle normative tecniche, nonché alla talvolta scarsa qualità costruttiva degli
edifici, anch’essa soggetta ad una variabilità non trascurabile in relazione al tempo e al luogo e
alle condizioni specifiche dei singoli edifici. La sicurezza sismica negli Istituti scolastici è
diventata quindi un obiettivo primario dell’OECD, che nel 2::5 ha emanato la OECD
Recommendation Concerning Guidelines on Earthquake Safety in Schools, raccomandazione ai
paesi aderenti sui principi ed elementi per possibili programmi di azione volti ad adeguare gli
Istituti scolastici ai sempre più precisi requisiti in tema di edilizia scolastica. L’adozione di
queste raccomandazioni prevede l’introduzione di un processo di verifica, comprendente un
primo controllo con possibilità di revisione, ogni 5 anni, da parte di esperti locali e
internazionali, così come da parte delle autorità locali e degli addetti del Programma per gli
Edifici Scolastici (PEB) dell’OECD.
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Sicurezza nelle scuole in Europa
Tra i potenziali rischi si colloca il pericolo di incendi. Allo scopo di regolamentare la prevenzione
contro gli incidenti negli Istituti scolastici, è stato introdotto il D.M. del 26 agosto 1992 e la
successiva Circolare del Ministero dell’Interno 17 maggio 1996, n. P954/4122 sott. 32. Tali
norme, in aggiunta al D.M. del 10 marzo 1998 dettante i criteri generali di sicurezza
antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro, elencano i requisiti relativi alla
resistenza al fuoco delle strutture e dei materiali, alla compartimentazione dell’edificio e alla
dimensione di scale ed eventuali ascensori e/o montacarichi. Inoltre, sono dettate specifiche
misure da seguire nella costruzione o nella ristrutturazione dell’edificio scolastico al fine di
rendere funzionale ed efficiente l’evacuazione in caso di emergenza. Infine, la normativa ha lo
scopo di dettare i parametri da seguire per identificare gli spazi a rischio, allo scopo di
provvedere nella fase di definizione e organizzazione dei Servizi di prevenzione e protezione.
La disponibilità di dati statistici per lo studio del problema della
sicurezza nelle scuole è fondamentale per l’elaborazione di
strategie e modelli di prevenzione. A livello europeo lo stato
conservativo dell’edilizia scolastica è stato oggetto di studio in
numerose indagini.
In Gran Bretagna, il Department of Education ha implementato numerosi programmi allo
scopo di indagare lo stato degli Istituti scolastici con riferimento a diverse criticità (strutturali,
gestione delle emergenze, ecc.). Nel 2012, è stato lanciato il Priority School Building
Programme, programma finanziato con fondi privati, volto a migliorare le strutture scolastiche
con maggiori carenze o eventualmente a costruirne di nuove. La Francia può considerarsi un
esempio virtuoso sia per l’esistenza di un organo vigilante sulla sicurezza scolastica sia per la
numerosità di indagini elaborate a livello nazionale. Dal 1995 è operante un Osservatorio
Nazionale sulla Sicurezza degli Edifici Scolastici incaricato di vigilare su tutte le questioni
relative alla sicurezza degli edifici scolastici in termini di struttura, personale e studenti.
Per quanto riguarda l’Italia, una delle fonti più utilizzate per l’analisi della sicurezza nelle scuole
di ogni ordine e regione è il Monitoraggio effettuato dal Ministero dell’Istruzione nel 2::1
(Circolare Ministeriale n. 85 dell’8 maggio 2::1 sul monitoraggio delle strutture scolastiche).
I dati inclusi nel monitoraggio sono riportati sia a livello nazionale sia a livello regionale. Ad oggi
possiamo contare sulle informazioni riguardanti il monitoraggio effettuato tra il 2001 e il
2002, mentre i risultati del monitoraggio più recente non sono ancora stati divulgati
pubblicamente. Seppur in parte obsoleti, la lettura dei dati del 2002 consente di avere un
quadro degli edifici scolastici presenti sul territorio nazionale. Una buona percentuale di scuole
ha effettuato la valutazione dei rischi (tra l’87 e il 97 per cento), mentre la consultazione di
RLS ed RSPP ha presentato punte variabili tra il 30 ed il 92 per cento. La conformità a norma
degli impianti elettrici in alcune regioni risulta al di sotto del 5: per cento, l’esistenza di
barriere architettoniche è più omogeneamente diffusa nel territorio. Nella tabella 4.1 si
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
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Anagrafe dell’edilizia scolastica
Monitoraggio nelle scuole
riportano le informazioni relative al monitoraggio del 2001 con riferimento alla sola regione
Lombardia, dove in totale sono stati monitorati 1.083 istituti.
Tabella 2.3: Alcuni esiti del Monitoraggio MIUR del 2001 per la Lombardia
N. % TOT.
È stata effettuata la valutazione del rischio? 1.028 94.9 1.083
È stato redatto il documento sul rischio? 989 91,3 1.083
È stata predisposta l’informazione dei lavoratori (compresi gli studenti) prevista per
legge?
978 91,0 1.083
Si è provveduto alla formazione degli addetti alla prevenzione e sicurezza? 505 46,6 1.083
Sono stati effettuati interventi di manutenzione negli ultimi 5 anni? 1.015 93,7 1.083
È stato necessario chiedere l’intervento manutentivo o strutturale all’ente locale? 1.039 95,9 1.083
Se sì, l’ente locale ha provveduto? 689 69,1 997
La scuola è in possesso del Certificato di agibilità statica? 420 38,8 1.083
La scuola è in possesso del Certificato di agibilità igienico-sanitaria? 414 38,2 1.083
La scuola è in possesso del Certificato di prevenzione incendi? 341 31,5 1.083
La scuola è in possesso di regolare documentazione relativa gli infortuni sul lavoro
(registro)?
1.053 97,2 1.083
Ci sono scale di sicurezza? 804 74,2 1.083
Ci sono porte anti panico? 968 89,4 1.083
Le prove di evacuazione sono effettuate? 841 77,7 1.083
Gli impianti elettrici sono a norma? 761 70,3 1.083
Esistono barriere architettoniche? 714 65,9 1.083
Fonte: Monitoraggio MIUR, anno 2001
Riguardo alla formazione e informazione dei lavoratori e degli
studenti equiparati (studenti frequentanti i laboratori didattici, di
ricerca o di servizio che, in ragione dell’attività svolta, sono
esposti a rischi specifici), il dato che emerge dal monitoraggio
indica che la formazione è stata completata solo nel 46,6 per cento dei casi, mentre
l’informazione è stata effettuata e completata per la maggior parte degli individui interessati
(90 per cento). Tra il 1995 e il 2001 sono stati realizzati interventi di manutenzione su 1.015
scuole (il 93,7 per cento), dato coerente con gli stanziamenti per l’edilizia scolastica, ma
decisamente insufficiente, in quanto ben il 95,9% delle scuole aveva fatto esplicita richiesta di
intervento agli enti locali, ma tale richiesta è stata soddisfatta solo nel 69,7% dei casi. In
particolare le richieste riguardano le scale di sicurezza (25,8 per cento), le porte antipanico
(11,1 per cento), gli impianti elettrici (30 per cento), le barriere architettoniche (34,1 per
cento). Infine i risultati del monitoraggio mostrano la numerosità delle scuole non in possesso
dei certificati di agibilità statica (38,8 per cento), del certificato di agibilità igienico sanitaria
(38,2 per cento) e del certificato prevenzione incendi (31 per cento).
Un’ulteriore fonte di dati sulla sicurezza edilizia del patrimonio
strutturale scolastico consiste nell’Anagrafe dell’edilizia
scolastica. La Legge n. 23 del 11 gennaio 1996, all’articolo 7,
individua il MIUR (Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della
Ricerca) quale soggetto deputato a realizzare e curare l’aggiornamento, nell’ambito del
proprio sistema informativo e con la collaborazione degli enti locali interessati, di un’anagrafe
nazionale dell’edilizia scolastica diretta ad accertare la consistenza, la situazione e la
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funzionalità del patrimonio edilizio scolastico. La legge prevede che metodo e modalità di
rilevazione per la realizzazione dell’Anagrafe siano determinate con apposito decreto,
consultato l’Osservatorio per l’Edilizia Scolastica (costituito ai sensi dell’articolo 6 della stessa
legge). L’anagrafe è articolata per regioni e costituisce lo strumento conoscitivo fondamentale
ai fini dei diversi livelli di programmazione degli interventi nel settore. L’anagrafe, prevista già
dalla legge 23/96, doveva essere lo strumento di pianificazione degli interventi di messa a
norma del vetusto patrimonio di edilizia scolastica italiana e nello stesso tempo il mezzo per
pianificare gli interventi per la costruzione di nuovi edifici. Il completamento dell’Anagrafe
dell’Edilizia Scolastica è in corso dal 1996, ad oggi sembra essersi concluso l’aggiornamento
dei dati relativi al 2010, ma nessun risultato è ancora stato reso pubblico.
Allo scopo di colmare le lacune dei dati ufficiali, alcune associazioni, quali Legambiente e
Cittadinanzattiva, conducono indagini qualitative per descrivere le strutture scolastiche in
Italia. Tuttavia, pur essendo delle iniziative meritevoli che contribuiscono a tenere alto il livello di
attenzione sulla qualità degli istituti scolastici, mancano di rappresentatività statistica a livello
sia nazionale sia regionale e quindi forniscono risultati difficilmente generalizzabili.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
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Capienze degli
istituti scolastici
La ricognizione delle fonti amministrative per l’analisi della salute e della sicurezza negli istituti
scolastici della provincia di Varese evidenzia che le informazioni disponibili sono scarse e,
laddove esistono, sono molto incomplete. Le informazioni sono raccolte da diversi enti ma
manca un raccordo che consenta di dare un quadro, seppur parziale, del fenomeno. Anche
per ciò che concerne le certificazioni di sicurezza, la vigilanza effettuata dalle Istituzioni
preposte ad essa (A.S.L. e Vigili del Fuoco) e altre disposizioni, le informazioni disponibili
coprono solo parzialmente il fenomeno e spesso sono poco aggiornate. Quello delle
informazioni disponibili è senz’altro un elemento di forte criticità per lo studio del fenomeno e
per l’individuazione di misure di contrasto. Sarebbe necessario poter disporre di dati più
completi ed aggiornati per poter effettuare una valutazione esauriente e rappresentativa
dell’effettivo stato di rischio dell’edilizia scolastica.
Una fonte statistica di particolare interesse riguarda il
monitoraggio delle aule effettuato dall’Ufficio scolastico
territoriale (ultimo disponibile per il 2010). La fonte fornisce
informazioni sul numero di aule presenti in ciascuna scuola e
identifica quante di queste soddisfino i requisiti circa la dimensione e la presenza di uscite a
norma. Nello specifico, con l’ausilio di tali informazioni è possibile stabilire quante aule
soddisfino pienamente o in parte le norme relative alla prevenzione contro i grandi rischi negli
Istituti scolastici (es.: uscite con porte di larghezza superiore a 1,2 metri e con apertura ad
esodo; aule di altezza non inferiore a tre metri e rapporto alunni/superficie di almeno 1,80
mq/alunno nelle Scuole d’Infanzia, Primarie e Secondarie di I grado e di almeno 1,96
mq/alunno nelle Scuole Secondarie di II grado). Risulta quindi interessante osservare la
percentuale di aule che soddisfano I requisiti ed il numero di aule complessivamente a norma.
Considerando le Scuole d’Infanzia, nella tabella 5.1 si può rilevare che, su un totale di 278 aule
utilizzate per l’attività didattica con bambini di età compresa tra 3 e 5 anni, solo 117 aule, il
42 per cento, soddisfano completamente i requisiti previsti dalla normativa. In particolare, si
rileva che le aule delle Scuole d’Infanzia della provincia di Varese risultano generalmente di
dimensione standard: il 68,71 per cento ha una dimensione di almeno 1,80 mq/alunno.
Risulta inoltre che in genere è soddisfatto anche il requisito relativo alla presenza di una porta
con apertura ad esodo: il 67,63 per cento delle aule ha almeno un’uscita con porta con
apertura ad esodo. Anche in riferimento alla dimensione delle porte, i risultati del monitoraggio
rivelano che il requisito è soddisfatto nella maggioranza delle aule delle Scuole d’Infanzia, il
51,8: per cento del totale delle Scuole per l’Infanzia nella provincia di Varese.
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Tabella 5.1: Rispetto della normativa sull’edilizia scolastica nelle Scuole d’Infanzia
Distretto
scolastico
Numero
Totale
aule
Percentuale
aule
dimensione
standard
Percentuale
aule con porta
di
1,2 m.
Percentuale
aule con porte
con apertura
ad esodo
Numero
aule a
norma
Media aule in
ordine su totale
Busto Arsizio 40 75,00% 60,00% 75,00% 21 52,50%
Gallarate 75 50,67% 17,33% 65,33% 7 9,33%
Gavirate 16 68,75% 68,75% 43,75% 4 25,00%
Induno Olona 29 72,41% 72,41% 75,86% 18 62,07%
Luino 16 43,75% 37,50% 37,50% 5 31,25%
Saronno 27 88,89% 88,89% 88,89% 24 88,89%
Sesto Calende 18 83,33% 50,00% 50,00% 6 33,33%
Tradate 18 100,00% 94,44% 77,78% 13 72,22%
Varese 39 69,23% 48,72% 69,23% 19 48,72%
Totale 278 68,71% 51,80% 67,63% 117 42,09%
Fonte: Monitoraggio condotto dall’Ufficio scolastico territoriale, anno 2010
Tabella 5.2: Rispetto della normativa sull’edilizia scolastica nelle Scuole Primarie
Distretto
scolastico
Numero
Totale
aule
Percentuale
aule
dimensione
standard
Percentuale
aule con
porta di
1,2 m.
Percentuale aule
con porte con
apertura ad
esodo
Numero
aule a
norma
Media aule
in ordine
su totale
Busto Arsizio 313 53,67% 30,99% 68,37% 86 27,48%
Gallarate 426 56,81% 21,83% 45,07% 54 12,68%
Gavirate 161 32,92% 15,53% 37,27% 8 4,97%
Induno Olona 102 29,41% 15,69% 37,25% 11 10,78%
Luino 147 43,54% 20,41% 42,86% 30 20,41%
Saronno 128 40,63% 27,34% 40,63% 35 27,34%
Sesto Calende 81 56,79% 41,98% 43,21% 25 30,86%
Tradate 105 53,33% 27,62% 57,14% 29 27,62%
Varese 294 43,20% 36,39% 46,26% 91 30,95%
Totale 1.757 47,69% 26,52% 48,38% 369 21,00%
Fonte: Monitoraggio condotto dall’Ufficio scolastico territoriale, anno 2:1:
Nella tabella 5.2, sono riportati i dati relativi alle Scuole Primarie. Su un totale di 1.757 aule
presenti nel monitoraggio, solo 369, il 21 per cento, hanno una dimensione standard e uscite
adeguate a quanto prescritto per legge e consentirebbero di allocare 11.070 bambini, il
3:,19 per cento del totale degli iscritti a Scuole Primarie nell’anno scolastico 2::9-2010. Il
risultato relativo alle aule a norma è da ascriversi alla carenza di uscite di dimensione di
almeno 1,2 metri (solo nel 26,52 per cento delle aule è presente almeno una porta con
questa dimensione). La maggioranza delle aule delle Scuole Primarie non soddisfa i requisiti
relativi alla dimensione dell’aula (solo nel 47,69 per cento dei casi l’aula ha una dimensione
standard) e alla presenza di porte ad esodo (nel 48,33 per cento dei casi è presente almeno
un’uscita con porta ad esodo). Una situazione simile si presenta anche nelle Scuole
Secondarie di I grado, in cui sono in genere rispettati gli obblighi di legge relativi alla
dimensione dell’aula (il 5:,34 per cento delle aule ha una dimensione standard) ed alla
presenza di porte ad esodo (il 59,78 per cento delle aule è provvista della porta), ma disattesi i
requisiti relativi alla dimensione delle uscite che, solo nel 24,7 per cento dei casi, superano 1,2
metri (tabella 5.3).
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
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Aule a norma di legge
Tabella 5.3: Rispetto della normativa sull’edilizia scolastica nelle Scuole Secondarie di I
grado
Distretto
scolastico
Numero
aule
totale
Percentuale
aule
dimensione
standard
Percentuale
aule con
porta
di 1,2 m.
Percentuale aule
con porte con
apertura ad
esodo
Numero
aule a
norma
Media
aule in
ordine su
totale
Busto Arsizio 232 44,83% 15,52% 62,07% 36 15,52%
Gallarate 285 47,37% 18,25% 61,75% 49 17,19%
Gavirate 82 75,61% 15,85% 57,32% 4 4,88%
Induno Olona 57 70,18% 0,00% 80,70% 0 0,00%
Luino 64 51,56% 21,88% 54,69% 14 21,88%
Saronno 91 60,44% 49,45% 74,73% 45 49,45%
Sesto Calende 71 49,30% 29,58% 49,30% 21 29,58%
Tradate 64 51,56% 50,00% 51,56% 32 50,00%
Varese 220 40,91% 34,09% 51,36% 57 25,91%
Totale 1.166 50,34% 24,70% 59,78% 258 22,13%
Fonte: Monitoraggio condotto dall’Ufficio scolastico territoriale, anno 2:1:
Questa carenza, come già rilevato nelle Scuole Primarie, non
permette di rilevare un numero elevato di aule completamente a
norma. Solo 258 aule su 1.166, il 22,13 per cento, nel territorio
della provincia di Varese possono essere considerate
completamente a norma, risultando in possesso di tutti i requisiti richiesti dalla normativa
sopra indicata. Sulla base del numero di alunni, previsto dal D.P.R. 81/2009, che possono
essere ospitati in aule di Scuole Secondarie di I grado, nella provincia di Varese possono
svolgere attività didattica in aule a norma di legge potenzialmente 7.998 alunni, il 36,44 per
cento del totale degli iscritti a Scuole Secondarie di I grado nell’anno scolastico 2::9-2010.
Infine, in relazione al secondo ciclo di studi, i risultati ottenuti evidenziano che le Scuole
Secondarie di II grado sono caratterizzate da aule a norma solo nella minoranza dei casi: 294
aule su un totale di 1.707 soddisfano tutti i requisiti di legge (tabella 5.4). Tali aule
permetterebbero, in relazione al numero di studenti, di iscrivere potenzialmente 9.702
studenti, il 27,94 per cento del totale degli iscritti a Scuole Secondarie di II grado nell’anno
scolastico 2009-2010 (principalmente per la carenza di uscite a norma di almeno 1,2 metri).
Tuttavia, è opportuno sottolineare che anche altri requisiti di legge sono disattesi: le aule
hanno una dimensione di almeno 1,96 mq/alunno solo nel 38,31 per cento dei casi e porte
ad esodo solo nel 49,03 per cento dei casi.
La ridotta percentuale di aule a norma suggerisce la necessità di interventi strutturali al fine di
sanare tali situazioni critiche. Al riguardo, dati più recenti, ma non ancora disponibili, dell’Ufficio
scolastico territoriale sembrano evidenziare che tale situazione sia in progressivo
miglioramento e che il numero di aule a norma sia in progressivo aumento. La realizzazione di
futuri interventi di ristrutturazione delle scuole potranno provvedere a migliorare l’edilizia
scolastica ed ad adeguarla ai requisiti di legge.
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Dati di fonte INAIL
sugli infortuni
Certificato di Prevenzione Incendi
Tabella 5.4: Rispetto della normativa sull’edilizia scolastica nelle Scuole Secondaria di II
grado
Distretto
scolastico
Numero
aule
totale
Percentuale
aule
dimensione
standard
Percentuale
aule con
porta
di
1,2 m.
Percentuale
aule con porte
con apertura
ad esodo
Numero
aule a
norma
Media aule
in ordine
su totale
Busto Arsizio 261 59,00% 33,33% 59,00% 87 33,33%
Gallarate 229 66,38% 23,58% 52,84% 13 5,68%
Gavirate 264 1,52% 0,00% 100,00% 29 10,98%
Induno Olona 35 28,57% 0,00% 20,00% 0 0,00%
Luino 76 28,95% 0,00% 28,95% 0 0,00%
Saronno 204 28,92% 25,98% 22,06% 16 7,84%
Sesto Calende 37 18,92% 18,92% 18,92% 7 18,92%
Tradate 190 31,05% 22,63% 31,05% 43 22,63%
Varese 411 45,50% 36,25% 38,44% 128 31,14%
Totale 1.707 38,31% 23,02% 49,03% 294 17,22%
Fonte: Monitoraggio condotto dall’Ufficio scolastico territoriale, anno 2:1:
In relazione alle informazioni relative alla presenza di Certificazioni
Prevenzione Incendi nelle scuole della provincia di Varese e al
numero di corsi di formazione per gli addetti antincendio nel
periodo dal 2007 al 2011, i dati forniti dal Comando dei Vigili del
Fuoco mostrano l’assenza di Certificato di Prevenzione Incendi in 141 edifici scolastici su 7:9
e l’attivazione di 16 corsi per addetto antincendio nello stesso periodo.
Gli archivi INAIL forniscono informazioni relative agli infortuni
avvenuti nelle scuole della provincia di Varese (nel periodo
compreso tra il 2000 e il 2009). Relativamente al personale della
scuola, i dati forniti non permettono di stabilire con precisione se
l’individuo infortunato sia un docente o se faccia parte del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario (A.T.A.), di conseguenza, le elaborazioni verranno condotte distinguendo solamente
tra studenti e personale della scuola. Gli archivi estratti contengono, oltre ai dati anagrafici di
base, come età e genere, informazioni molto accurate sulla natura dell’evento infortunistico e
sulle sue conseguenze, quali tipologia di infortunio, area del corpo interessata dall’infortunio e
gravità dello stesso in termini di durata di assenza da scuola.
La presenza di informazioni sugli eventi infortunistici nel periodo compreso tra il 2000 e il
2009 permette di stabilire quale sia il trend per studenti e personale della scuola. La figura
5.1 indica che, in dieci anni, il numero di infortuni è cresciuto in valore assoluto non solo tra gli
studenti (dai 1.258 casi nel 2000 ai 1.439 casi nel 2009, pari al 14,38 per cento), ma anche
tra il personale della scuola con un numero quasi triplicato di eventi infortunistici (dai 22 casi
nel 2::: ai 63 nel 2::9). L’aumento del numero degli infortuni tra gli studenti, tuttavia,
riflette la crescita del numero di studenti più che un aumento della rischiosità: in termini di
incidenza circa l’1,43 per cento del totale degli studenti è interessato da un infortunio, mentre
tale percentuale è pari al 5,58 per cento tra i docenti.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 20
Distribuzione degli infortuni per classi
d’età
Figura 5.1: Andamento del numero di infortuni nel periodo in esame (studenti vs. personale
della scuola)
Fonte: Archivi INAIL,anno 2000-2009
Nella tabella 5.5 si nota l’aumento del numero medio di infortuni
tra le donne (incremento del 9,31 per cento) e tra gli uomini
(12,36 per cento). In relazione alle diverse classi d’età, si rileva
un numero maggiore di infortuni tra gli studenti che frequentano
Scuole Secondarie di I e di II grado (età compresa tra 11 e 13 anni e tra 14 e 18 anni). Da
notare come sia aumentato il numero di infortuni tra i bambini di età compresa tra 6 e 10
anni (in media il 26 per cento annuo) sebbene il numero di bambini iscritti alle Scuole Primarie
sia aumentato solo marginalmente. Nell’interpretare i trend che emergono dai dati è
necessaria particolare cautela perché, per alcune classi di età, piccole variazioni nei valori
assoluti degli infortuni possono comportare variazioni significative nelle percentuali.
Tabella 5.5: Distribuzione del numero di infortuni per gruppo di individui
Totale
infortuni
N° medio annuo di infortuni Incremento
medio annuo 2000-2002 2003-2005 2006-2009
Donne 6.556 620,00 661,67 677,75 2,78%
Uomini 7.739 714,67 794,33 803,00 1,65%
Meno di 6 anni 50 0,00 2,33 10,75 7,77%
6-10 anni 1221 44,67 84,67 208,25 26,98%
11-13 anni 4.990 496,00 530,67 477,50 0,98%
14-18 anni 6.988 688,00 729,67 683,75 -0,21%
19-25 anni 673 72,00 75,33 57,75 2,68%
26-35 anni 151 13,33 13,67 17,50 65,01%
36-45 anni 114 11,33 9,33 13,00 20,33%
46-55 anni 90 7,33 10,00 9,50 10,35%
Più di 55 anni 18 2,00 0,33 2,75 88,33%
Totale 14.295 1.334,67 1.456,00 1.480,75 1,68%
Fonte: Archivi INAIL, anno 2000-2009
Nella tabella 5.6 sono indagate le principali cause che possono portare ad un evento
infortunistico e sono mostrate le relative differenze di genere, tra le classi d’età e tra le
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 21
Cause di infortunio
tipologie di soggetto infortunato. Considerando in aggregato i diversi infortuni occorsi nel
periodo compreso tra 2000 e 2009, la principale causa di infortunio è un contatto, un
movimento scoordinato o un urto subito per colpa propria in 4.499 casi (il 56,94 per cento,
con causa di infortunio determinata e riportata). Rilevante, 2.206 casi, è anche il numero di
coloro i quali hanno subito un infortunio in seguito ad un colpo, un morso, una puntura o un
urto, che può essere attribuito a colpa altrui (il 27,92 per cento con causa di infortunio
determinata e riportata) e di coloro i quali si sono infortunati in seguito ad una caduta (1.107
casi, il 14,01 per cento dei casi con causa di infortunio determinata e riportata). ll numero di
infortuni relativo ad inalazione o ad esposizione a prodotti nocivi e ad infortuni a bordo di mezzi
in movimento è molto inferiore (47 unità).
É possibile rilevare quali siano le principali conseguenze che un
incidente può avere nell’ambito di un infortunio sul lavoro presso
gli Istituti scolastici. Considerando in aggregato i diversi incidenti
occorsi nel periodo compreso tra 2000 e 2009, i risultati
mostrano come la gran parte degli incidenti avvenuti nelle scuole della provincia di Varese
portino ad infortuni di limitata gravità. Nel 46,72 per cento dei casi (5.596 infortuni), i soggetti
interessati hanno avuto come conseguenza una distorsione o una lussazione, mentre nel
29,53 per cento degli infortuni (3.537) l’incidente ha portato ad una semplice contusione.
Anche negli incidenti più gravi le conseguenze sono generalmente lievi e temporanee, come
per le fratture (2.265 casi, il 18,91 per cento) o le ferite (668 casi, il 5,58 per cento). Non si
identificano significativi casi di conseguenze gravi o che possano avere ripercussioni nel lungo
periodo sulla salute degli studenti e del personale della scuola, quali ad esempio perdite
anatomiche o lesioni gravi.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 22
Contatto, movimento
scoordinato, urto
per colpa propria
Colpito, morso,
punto, urtato
da altri
Inalazione,
Esposizione
Caduta Infortunio a
bordo di mezzo
in movimento
Non
determinata
Totale 4.499 2.206 47 1.107 42 6.394
56,94% 27,92% 0,59% 14,01% 0,53% ---
Donne 2.162 998 19 478 31 2.868
58,62% 27,06% 0,52% 12,96% 0,84% ---
Uomini 2.337 1.208 28 629 11 3.526
55,47% 28,67% 0,66% 14,93% 0,26% ---
< 6 anni 3 0 0 1 0 46
75,00% 0,00% 0,00% 25,00% 0,00% ---
6-10 anni 230 72 2 57 0 860
63,71% 19,94% 0,55% 15,79% 0,00% ---
11-13 anni 1.642 828 18 489 0 2.013
55,16% 27,81% 0,60% 16,43% 0,00% ---
14-18 anni 2.301 1.134 26 501 7 3.019
57,97% 28,57% 0,66% 12,62% 0,18% ---
19-25 anni 226 97 1 33 14 302
60,92% 26,15% 0,27% 8,89% 3,77% ---
26-35 anni 32 28 0 10 15 66
37,65% 32,94% 0,00% 11,76% 17,65% ---
36-45 anni 24 28 0 8 4 50
37,50% 43,75% 0,00% 12,50% 6,25% ---
46-55 anni 37 17 0 6 2 28
59,68% 27,42% 0,00% 9,68% 3,23% ---
> 55 anni 4 2 0 2 0 10
50,00% 25,00% 0,00% 25,00% 0,00% ---
Studenti 4.370 2.101 47 1.076 13 6.139
57,45% 27,62% 0,62% 14,14% 0,17% ---
Personale
della scuola
129 105 0 31 29 255
43,88% 35,71% 0,00% 10,54% 9,86% ---
Fonte: Archivi INAIL, anno 2000-2009
Tabella 5.6: Cause di infortuni – Intero campione
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 23
Le interviste
Caratteristiche del campione di
intervistati
Le interviste oggetto della sezione sono state effettuate
attraverso la somministrazione di un questionario a dirigenti
scolastici, RSPP, ASPP, RLS, docenti, addetti alla sicurezza e
altre figure presenti negli Istituti scolastici dei diversi ordini e
gradi. Lo scopo del questionario è stato quello di acquisire informazioni su aspetti relativi ai
rischi infrastrutturali, al sistema di formazione e prevenzione ed alle procedure di sicurezza
adottate negli Istituti scolastici e, quindi, di fornire un supporto ad eventuali politiche di
prevenzione e miglioramento della sicurezza. È necessario comunque sottolineare che le
informazioni raccolte non costituiscono un campione rappresentativo della popolazione
scolastica dalla provincia di Varese. Pertanto, le informazioni fornite dagli intervistati
consentono semplicemente di descrivere la situazione in merito alla sicurezza negli Istituti
scolastici, ma non sono utili a descrivere in modo rappresentativo gli Istituti scolastici della
provincia di Varese. Gli intervistati sono stati contattati su indicazione dell’Ufficio Scolastico
Territoriale che ha fornito i nominativi dei dirigenti scolastici disponibili ad essere intervistati
che, pertanto, non rappresentano un campione casuale della popolazione di riferimento. Il
questionario è stato somministrato nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e febbraio
2012 ed ha interessato 48 dirigenti di istituti scolastici della provincia di Varese a cui è stato
chiesto di invitare altri componenti del personale (RSPP, RLS, assistenti amministrativi, docenti
e studenti) a compilare il questionario relativo all’indagine.
Per la delicatezza e l’importanza delle informazioni contenute nel questionario, è stata
prestata notevole attenzione a tutti gli aspetti che potessero influenzare le risposte dei
compilatori o dare adito a dubbi sulla riservatezza dei dati forniti. A questo fine, il processo di
rilevazione è stato effettuato on-line per mezzo di un sito internet creato a tale scopo. Il
questionario è stato somministrato agli intervistati tramite un collegamento ipertestuale. Al
termine della compilazione, in forma anonima, le informazioni fornite dall’intervistato sono
state raccolte in un database on-line da cui si è provveduto ad estrarre l’archivio da
esaminare. Il numero di risposte complete è stato pari a 60. La composizione degli intervistati
in relazione alla qualifica è la seguente: 16 dirigenti scolastici, 9 docenti, 25 addetti alla
sicurezza, 3 addetti anti-incendio e primo soccorso e 7 altre figure presenti negli Istituti
scolastici. Si rileva inoltre che, sul totale dei 60 intervistati, la distribuzione è la seguente: 34
donne e 26 uomini; 46 individui di età superiore a 45 anni e 14 tra 26 e 45 anni.
In questo paragrafo sono presentati i risultati raccolti
relativamente alla prima sezione del questionario. Il tutto allo
scopo di ottenere un profilo degli istituti scolastici oggetto
dell’indagine, con riferimento alle dimensioni ritenute potenziali
fattori in grado di influenzare l’adeguamento ai parametri di sicurezza imposti dalla legge.
Essendo il questionario anonimo, non è stato possibile condurre l’analisi delle interviste a livello
di singoli istituti, ma si sono potute identificare le principali differenze di ordine e distretto
scolastico. In termini di ordine, come evidenziato nella tabella 6.1, 5 degli intervistati prestano
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 24
La valutazione dei rischi
la loro attività presso Scuole dell’Infanzia, 18 in Scuole Primarie, 18 in Scuole Secondarie di I
grado e 19 in Scuole Secondarie di II grado. D
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Busto Arsizio 21 3 8 4 6 458,75 8,55 47,70 4,00
Gallarate 11 0 3 7 1 553,73 19,36 58,00 8,00
Gavirate 6 0 3 1 2 453,50 8,80 55,00 4,80
Induno Olona 2 0 0 1 1 808,00 19,50 90,50 11,00
Luino 4 0 0 0 4 803,00 4,00 85,00 3,00
Saronno 10 1 2 3 4 544,70 5,90 53,60 2,00
Sesto Calende 2 0 2 0 0 196,00 6,00 19,00 3,00
Tradate 1 1 0 0 0 71,00 3,00 9,00 2,00
Varese 3 0 0 2 1 711,00 26,00 79,00 10,00
Provincia di Varese 60 5 18 18 19 523,02 10,95 55,00 5,00
Fonte: Elaborazione propria.
Nella seconda sezione del questionario, sono state richieste agli intervistati informazioni
relative alla valutazione dei rischi presenti nell’edificio scolastico
ed alle misure preventive adottate al riguardo. Come da
disposizioni di legge (D.Lgs. 81/2008), tutti gli intervistati hanno
riportato che nelle scuole in cui operano è stata fatta la
valutazione dei rischi o, eventualmente, una autocertificazione
degli stessi. Il risultato evidenzia come le scuole interessate abbiano rispettato gli obblighi
imposti dall’art. 17 del D.Lgs. 81/2::8, che prevede la valutazione dei rischi e l’elaborazione
del Documento di Valutazione dei Rischi. Con riferimento alle scuole oggetto della presente
indagine, nella tabella 6.2 (ultima colonna) è possibile rilevare quali siano gli elementi
considerati in sede di redazione del Documento di Valutazione dei Rischi e quali misure di
prevenzione siano state adottate al fine di tenere sotto controllo tali rischi. I principali elementi
considerati riguardano gli ambienti di lavoro (in 58 casi su 60 gli intervistati hanno evidenziato
questo aspetto tra i considerati nel valutare i rischi di salute e sicurezza negli edifici scolastici),
il rischio di incendi (in 56 casi su 60), gli impianti elettrici (in 55 casi su 60), i videoterminali (in
53 casi su 60) e lo stress correlato al lavoro (in 51 casi su 60). Ad eccezione dei rischi relativi
al materiale biologico, si può rilevare come in genere negli Istituti scolastici siano considerati
inoltre i rischi relativi a movimentazione manuale dei carichi, incendi, sostanze e prodotti
chimici, microclima ed illuminazione. In aggiunta agli elementi considerati, gli intervistati
rilevano che il DVR nel loro Istituto ha riguardato anche rischi relativi a fumo e rumore,
dispositivi di protezione individuale, organizzazione del lavoro e tutela delle lavoratrici madri.
L’individuazione di tali rischi ha portato le scuole ad adottare diverse misure di prevenzione. In
particolare, misure volte a migliorare l’informazione e la formazione del personale riguardo ai
Tabella 6.1: Distribuzione per distretto, ordine e grado scolastico
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 25
Misure relative al primo soccorso
rischi sul lavoro sono state adottate da quasi tutti gli istituti scolastici (in 59 casi su 60 gli
intervistati hanno evidenziato che nel loro Istituto sono state adottate misure relative
all’informazione e alla formazione). Molto frequente è anche l’adozione di misure relative al
primo soccorso, antincendio ed evacuazione (in 57 casi su 60). Le misure sono adottate in
particolare in presenza di rischi legati a materiale biologico (in tutti i 22 casi in cui è
considerato tale rischio sono prese misure di emergenza di primo soccorso, antincendio ed
evacuazione), a sostanze e prodotti chimici (in 46 casi su 47) e nel caso di stress correlato al
lavoro (in 50 casi su 51). In 54 casi su 60 sono poi prese misure atte ad eliminare o a ridurre
i fattori di rischio: anche in questo caso, le misure sono adottate
in particolare in presenza di rischi legati a materiale biologico (in
20 casi su 22), a sostanze e prodotti chimici (in 44 casi su 47) e
nel caso di stress correlato al lavoro (in 48 casi su 51).
Numerosi sono anche i casi in cui sono adottati segnali di avvertimento e di sicurezza (in 53
casi su 60), specie quando sono presenti rischi legati al materiale biologico (in tutti i 22 casi) o
di incendio (in 54 casi su 56). In generale, si può rilevare che la maggior parte degli Istituti
scolastici mettono in pratica numerose e significative misure per la prevenzione dei rischi sul
lavoro. Di conseguenza, in relazione alla cultura della sicurezza nelle scuole considerate e, in
particolare, al tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro, il quadro provinciale è
moderatamente positivo ed evidenzia l’attenzione dei dirigenti, preposti alla valutazione, nel
considerare i possibili elementi di rischio, che possono causare incidenti, e nell’adottare le
misure atte a ridurli o a diminuirli.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 26
Segnali di
avvertime
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sicurezza
Regolare
manutenzione
di ambienti,
attrezzature
ed impianti
Totale
53 51 58
40 39 44
49 50 55
54 51 56
42 43 47
22 22 22
48 47 53
43 45 47
47 45 51
53 51
Fonte: Elaborazione propria.
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Tabella 6.2: Elementi considerati nel DVR e relative misure adottate
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 27
Il DVR - Documento di Valutazione dei
Rischi
Interventi per tutelare la sicurezza
Tuttavia, questa cultura della sicurezza è solo in parte testimoniata da edifici scolastici in linea
con gli obblighi di legge, che presentino le certificazioni attestanti un sufficiente grado di
conformità. Sebbene la maggioranza degli intervistati lavorino in scuole in cui è presente il
certificato di agibilità (31 casi su 60), solo nella minoranza dei casi sono presenti il certificato
antincendio (in 28 casi su 6:), l’attestato di idoneità igienico-sanitaria (in 23 casi su 60) e
l’autorizzazione per attività di mensa (in 22 casi su 60). Numerosi sono invece coloro i quali
lavorano in scuole che hanno ricevuto la dichiarazione di conformità degli impianti elettrici (46
casi su 60). In aggiunta a tali certificazioni, si rileva che in un numero limitato di casi l’Istituto
scolastico ha ricevuto dichiarazione di conformità e di manutenzione degli estintori e
certificazione di collaudo statico.
È interessante rilevare come le Scuole Primarie e Secondarie di
I grado presentino standard di sicurezza migliori rispetto alle
Scuole dell’Infanzia e alle Scuole Secondarie di II grado,
confermati dal tipo di certificati di cui sono in possesso. Queste
differenze riguardano tutti i certificati considerati, ad eccezione
della dichiarazione di conformità degli impianti elettrici. I risultati
sembrano quindi fotografare una realtà estremamente positiva nelle Scuole Primarie e
Secondarie di I grado, come evidenziato dall’elevato numero di scuole con certificazioni che
attestano l’elevato standard in termini di salute e sicurezza; al contrario, si nota un sostanziale
gap rispetto alle Scuole Secondarie di II grado, che presentano livelli di salute e sicurezza
generalmente inferiori, in relazione al minor numero di certificazioni ricevute.
In questa sezione del questionario è stata poi richiesta la frequenza annua con cui nelle scuole
si è provveduto ad effettuare le prove di evacuazione che, nel rispetto dell’art. 12 del D.M.
26/8/1992 (Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica), sono previste nel numero
di due nel corso dell’anno scolastico. I risultati del questionario evidenziano come tale obbligo
di legge sia rispettato nella maggior parte degli istituti scolastici: in 45 casi su 60 sono state
effettuate due prove di evacuazione e in 7 casi più delle due richieste per legge. Al contrario,
solo in 8 casi su 60 è stata effettuata una sola prova di evacuazione e in nessun caso non è
stata fatta alcuna prova durante l’anno scolastico. Ulteriori informazioni richieste hanno
riguardato la presenza di un Medico competente che generalmente è presente (in 49 casi su
60). Le altre figure generalmente coinvolte nella valutazione dei rischi sono il dirigente
scolastico (in 59 casi su 60), il Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) (in tutti
i casi), il Responsabile Lavoratori per la Sicurezza (RLS) (in 47 casi su 6:) e l’Addetto Servizio
Prevenzione e Protezione (ASPP) (in 31 casi su 60). Sporadica è invece la presenza degli altri
addetti a servizi di salute e sicurezza (addetti anti-incendio e primo soccorso), presenti solo in
17 casi su 60.
Infine, il questionario si conclude con una domanda aperta in cui
si è richiesto agli intervistati di riferire quali siano state le
principali modifiche alle procedure ed ai sistemi per la tutela della
salute e la sicurezza sul lavoro introdotte con l’entrata in vigore
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 28
Stato e qualità dell’edilizia scolastica
Quadro positivo dello stato e qualità
dell’edilizia scolastica
del D.Lgs. 81/2008. Non considerando le risposte di 22 intervistati che non hanno riferito
alcun cambiamento o che non sono stati in grado di riferirne, si può evidenziare che le
principali modifiche hanno riguardato l’elaborazione e stesura del DVR in relazione alla
valutazione del rischio ed, in particolare, all’introduzione della valutazione del rischio per
lavoratrici in gravidanza e da stress correlato e alla stesura del Documento di valutazione dei
rischi interferenti (D.U.V.R.I.). Interventi marginali hanno riguardato l’introduzione di sistemi
sonori per avvisi da utilizzarsi in caso di evacuazione, l’installazione di un sistema sprinkler nel
caso di incendio, il migliore stoccaggio dei materiali di pulizia, la revisione della cartellonistica
ed una migliore organizzazione del piano di evacuazione con riferimento ai punti di ritrovo.
Inoltre, è necessario sottolineare che solo in un numero limitato di casi, a seguito di interventi
di natura straordinaria all’Istituto scolastico, l’introduzione del D.Lgs. 81/2008 ha portato a
modifiche sostanziali nel DVR e nei piani di emergenza. In particolare, gli intervistati rilevano
che, in questi casi, si è provveduto ad aggiornare il DVR, il piano di emergenza, le procedure di
sicurezza ritenute necessarie, le informazioni e la formazione delle diverse figure presenti nella
scuola, quali i lavoratori, i preposti, gli addetti al primo soccorso ed antincendio, con
integrazione del numero minimo e l’introduzione di riunioni periodiche annuali di
aggiornamento.
La sezione del questionario relativa a Stato e qualità dell’edilizia
scolastica ha avuto ad oggetto la valutazione dello stato degli
edifici scolastici, sia su un piano generale sia, entrando nello
specifico, chiedendo agli intervistati di valutare la qualità dei
percorsi comuni, dei servizi generali e didattici, delle aule e della sicurezza degli impianti. In
aggiunta a tali valutazioni, si è provveduto a richiedere all’intervistato informazioni relative alla
presenza di specifici meccanismi di prevenzione e di protezione negli Istituti scolastici. Dalle
risposte degli intervistati si può rilevare che la valutazione della qualità dell’edilizia scolastica,
su una scala da 1 a 10 (in cui 10 rappresenta una valutazione eccellente e 1 molto scadente),
è generalmente positiva: sul totale dei 60 intervistati, 45 hanno dato un valutazione superiore
alla sufficienza e, tra questi, 26 considerano che l’edilizia della loro scuola sia più che buona. Al
contrario, valutazioni estremamente negative sono molto rare, si riscontrano in 4 casi. Tali
valutazioni risultano inoltre abbastanza eterogenee tra i diversi ordini scolastici: nella Scuola
dell’Infanzia, in un caso su 5 la valutazione è inferiore alla sufficienza; nella Scuola Primaria, le
valutazioni sono superiori alla sufficienza in 14 casi su 18; mentre nelle Scuole Secondarie di I
e di II grado il numero di valutazioni insufficienti è pari a 5, rispettivamente su 18 e 19
interviste.
Chiedendo agli intervistati una valutazione generale della qualità
dell’edilizia scolastica, i risultati relativi alle valutazioni sulla qualità
dei percorsi comuni, sui servizi generali e didattici, sulle aule e
sulla sicurezza degli impianti sono sostanzialmente in linea con
quanto rilevato, In particolare, si può rilevare che la qualità dei
percorsi comuni è risultata sufficiente in 48 casi sui 60 intervistati e che in 26 casi è stata
valutata più che buona. Tale risultato è la diretta conseguenza di scuole in cui, nei percorsi
comuni, non sono generalmente presenti barriere architettoniche (in 49 casi su 60); mentre
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 29
Formazione su salute e sicurezza
si evidenzia l’esistenza di uscite di emergenza (in 59 casi su 6:), di scale di sicurezza (in 44
casi su 60), di passaggi di almeno 120 cm. di larghezza (in 53 casi su 60), di adesivi anti-
scivolo sui gradini (in 36 casi su 60) e di corrimano ad altezza minima di cm. 75 (in 45 casi su
60). Con riferimento ai servizi generali e didattici, in particolare ai percorsi comuni, si rileva
che in 49 casi su 60 la valutazione risulta più che sufficiente e che in 25 casi è stata più che
buona. Anche in questo caso, a fronte di valutazioni sostanzialmente positive, si evidenzia la
presenza di porte con apertura antipanico (in 43 casi su 60), di bagni per disabili o portatori di
handicap (in 49 casi su 60) e la mancanza di barriere architettoniche (in 43 casi su 60). In
relazione alla qualità delle aule risulta che, sebbene in 45 casi su 60 non siano presenti
barriere architettoniche, l’assenza di porte con apertura antipanico (presenti in 17 casi su 60)
condiziona la valutazione delle aule, che risulta comunque più che sufficiente per 45 intervistati
e, tra questi, più che buona in 18 casi. In merito al livello di sicurezza degli impianti, in cui si
valuta la dotazione di lampade di emergenza, la presenza di fili elettrici scoperti, di prese e
interruttori rotti o divelti e di cavi volanti, la chiusura dei quadri elettrici e la presenza di vetrate
conformi, i risultati mostrano elevati livelli di soddisfazione degli operatori della scuola. In 52
casi su 60 la valutazione è risultata più che sufficiente e, tra questi, in 28 casi è stata valutata
più che buona (pari o superiore a 8). Inoltre, i casi in cui gli intervistati evidenziano gravi
mancanze nella sicurezza degli impianti sono 3 (valutazione pari o inferiore a 4).
Le interviste fotografano in genere una realtà sostanzialmente positiva dello stato e qualità
dell’edilizia scolastica sia in termini generali sia in relazione agli specifici aspetti esaminati. I
risultati sono da ascriversi alla presenza di elementi architettonici quali uscite di emergenza,
scale di sicurezza, passaggi sufficientemente larghi, adesivi anti-scivolo sui gradini e corrimano
ed alla mancanza di barriere architettoniche sia nei percorsi comuni sia nelle singole aule.
Con riferimento a quando siano stati eseguiti interventi di tipo manutentivo strutturale, dal
questionario emerge che, nella maggior parte dei casi, gli edifici scolastici considerati sono
stati oggetto di interventi non più tardi di 3 anni fa: in 24 casi su 57 gli interventi sono stati
eseguiti almeno tre anni fa, mentre in 18 casi nell’ultimo anno.
Agli intervistati è stato chiesto di riferire informazioni
relativamente all’attività di formazione sulla salute e sicurezza
svolta nell’Istituto scolastico di riferimento dal personale docente
e amministrativo, tecnico ed ausiliario. Come da disposizioni di
legge (D.Lgs. 81/2008), il dirigente scolastico deve assicurare
la formazione prevista, controllare che il RSPP e l’ASPP frequentino corsi formativi e che gli
addetti antincendio e di primo soccorso abbiano maturato il sufficiente numero di ore di
formazione. A un’iniziale domanda sulla frequenza ai corsi, hanno risposto positivamente 56
intervistati su 60. Inoltre, i risultati relativi ai singoli ordini e distretti scolastici sono
sostanzialmente omogenei: in media i corsi di formazione sono stati seguiti da almeno otto
intervistati su dieci. Il principale tema dei corsi di formazione è stato l’aggiornamento sulla
normativa riguardo alla salute e sicurezza (51 hanno riferito che corsi di formazione,
precedentemente seguiti, avevano avuto questo stesso contenuto). Oggetto di corsi di
formazione sono anche la definizione di ruoli e comportamenti da tenersi in sede di
evacuazione (in 47 casi gli intervistati citano l’argomento tra i temi trattati in corsi di
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 30
Considerazioni degli
intervistati
formazione). Significativa è inoltre la quota di coloro che hanno seguito corsi di formazione
relativi ai rischi specifici delle mansioni svolte (41 intervistati hanno riferito che i corsi hanno
avuto ad oggetto una specifica formazione per prevenire un eventuale incidente relativo
all’attività svolta o, nel caso di incidente, per intervenire in modo adeguato ed efficiente). Minori
sono invece i casi in cui i corsi di formazione su salute e sicurezza hanno avuto ad oggetto il
corretto utilizzo degli uffici (in 27 casi), le pratiche da far osservare agli studenti per il corretto
utilizzo dei laboratori (in 26 casi), delle palestre (in 20 casi), delle mense (in 12 casi) e
l’informazione ai genitori sulle procedure di sicurezza e primo soccorso (in 12 casi).
La durata media di tali corsi di formazione è risultata di circa 26 ore. In relazione alla durata
del corso, i risultati mostrano una significativa eterogeneità tra i differenti ordini e distretti
scolastici. In relazione alla figura professionale considerata, si può rilevare che i RLS seguono
corsi sulla salute e sicurezza sul lavoro in media per più di 40 ore. Il monte ore risulta
significativamente maggiore sia delle ore dedicate dal RSPP (circa 32 ore) e da ASPP (34
ore), sia di quelle dedicate da dirigenti scolastici (circa 22 ore), docenti (24 ore) ed addetti a
salute e sicurezza (poco più di 21 ore). Analizzando le differenze relative agli ordini scolastici, si
evidenzia infatti che gli intervistati provenienti da Scuole Primarie hanno seguito corsi di
formazione su salute e sicurezza di durata superiore a 33 ore e coloro i quali operano in una
Scuola Secondaria di II grado per poco meno di 30 ore; minore durata hanno avuto i corsi
seguiti dagli intervistati che operano in una Scuola Secondaria di I grado (circa 20 ore) o in
una Scuola dell’Infanzia (circa 18 ore). In riferimento al distretto scolastico, si può rilevare che
i corsi seguiti dal personale della scuola intervistati nel distretto di Busto Arsizio hanno avuto
una durata di poco più di 34 ore, mentre il personale del distretto di Varese ha ricevuto una
formazione sulla salute e sulla sicurezza per sole 10 ore.
Nell’ultima sezione del questionario è stato richiesto agli
intervistati di esprimere una valutazione sulla soddisfazione
relativa al livello di salute e sicurezza presente nell’Istituto
scolastico e di indicare eventuali criticità riscontrate. In merito
alla valutazione complessiva per il proprio Istituto, si può rilevare che generalmente la
soddisfazione dei lavoratori da questo punto di vista è piuttosto elevata: su un totale di 60
intervistati, 6 lavoratori della scuola non sono sufficientemente soddisfatti della salute e
sicurezza nel loro Istituto; mentre 27 intervistati riferiscono un elevato livello di soddisfazione.
È possibile inoltre osservare un grado di soddisfazione generalmente elevato all’interno degli
specifici ordini scolastici. Nelle Scuole dell’Infanzia, nessun intervistato dà una valutazione
insufficiente; nelle Scuole Primarie, la metà (9 su 18) mostra un grado di soddisfazione più che
buono; nella Scuola Secondaria di I grado, un intervistato su 18 non è sufficientemente
soddisfatto della salute e sicurezza del proprio Istituto; infine, nelle Scuole Secondarie di II
grado, il numero di intervistati con un elevato grado di soddisfazione è pari a più della metà del
totale (11 su 19 intervistati). Questo elevato livello di soddisfazione, considerato in termini
generali, è il risultato della positiva valutazione fatta dagli intervistati circa specifici elementi,
quali il livello di adeguamento degli impianti elettrici, l’adeguamento alle norme anti-incendio, lo
stato di manutenzione dell’edificio e il livello di illuminazione, aerazione e temperatura degli
ambienti, che condizionano la salute e sicurezza sul posto di lavoro. Nella sezione si chiedeva
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 31
Le priorità d’intervento
inoltre di esprimere un’opinione sulla semplicità di comprensione e sull’applicabilità del D.Lgs.
81/2008 e di esplicitare se questo intervento normativo abbia richiesto un notevole impegno
economico per l’Istituto scolastico. I risultati mostrano che il decreto è sufficientemente
comprensibile (24 intervistati lo considerano di difficile comprensione), mentre molti lo
considerano complesso da applicare e fonte di relativo dispendio economico.
Infine è stato chiesto agli intervistati di classificare dal più
importante al meno importante ciascuno dei seguenti aspetti:
edilizia scolastica in cattivo stato, mancanza della necessaria
formazione specifica, mancanza di personale specifico e
procedure per la valutazione inefficaci. I risultati, riassunti nella tabella 6.3, evidenziano il
cattivo stato dell’edilizia scolastica e la mancanza di personale specifico quali principali fattori
che possono condizionare negativamente la salute e la sicurezza nelle scuole. In riferimento
alla mancanza di personale specifico, 45 dei 6: intervistati considera tale carenza tra “molto”
o “abbastanza” importante (22 la carenza più importante e 23 la seconda carenza più
importante); mentre coloro i quali considerano l’edilizia scolastica in cattivo stato una grave
carenza sono 36 intervistati (25 la carenza più importante e 11 la seconda carenza più
importante). Omogenea è la considerazione che gli intervistati hanno della formazione
specifica: gli intervistati si dividono quasi equamente tra coloro i quali considerano l’aspetto
molto o abbastanza importante (29 intervistati) e coloro che lo considerano poco o per nulla
importante (31 intervistati). Relativamente poco considerate sono le procedure inefficaci per
la valutazione dei rischi: la maggior parte degli intervistati (50 casi su 60) considerano questo
aspetto tra i meno importanti.
Tabella 6.3: Ranking relativo alle carenze nelle condizioni di salute e sicurezza presenti
nell’istituto
1° 2° 3° 4°
Edilizia scolastica in cattivo stato 25 11 12 12
Mancanza della necessaria formazione specifica 11 18 21 10
Mancanza di personale specifico 22 23 9 6
Procedure per la valutazione inefficaci 2 8 18 32
Il questionario si conclude chiedendo agli intervistati di raccontare, brevemente, un episodio
che sia risultato esemplificativo del livello di salute e sicurezza che caratterizza l’Istituto
scolastico in cui lavorano. Sebbene nella maggioranza dei casi non sia stato riferito alcun
episodio rilevante, si possono elencare numerosi casi in cui la manutenzione ordinaria e
straordinaria dell’edilizia scolastica sia risultata insufficiente. Tra i vari problemi, gli intervistati
riportano i seguenti casi: “Improvvisa rottura delle piastrelle di un corridoio a seguito di lavori
di manutenzione straordinaria appaltati dalla Provincia per la costruzione di una scala esterna
di emergenza”; “Cadute di intonaci”; “Copertura del tetto in eternit, sebbene monitorato
costantemente”; “Vibrazioni nel pavimento di un’aula” e “presenza di porte dei bagni divelte”. È
segnalato anche che: “Ogni volta che piove, l’acqua filtra e, in molti locali e aule, si stacca
l’intonaco e filtra l’acqua nelle plafoniere” e che le “tubature dal bagno di una sezione sono
rotte con conseguente distacco del pavimento, provocando disagio per bambini, genitori ed
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 32
Salute e sicurezza negli istituti
scolastici di Varese
Focus group
insegnanti”. Relativamente alle carenze nell’edilizia scolastica, è rilevato che: “La porta di
un’aula aprendosi ostruisce il passaggio e impedisce l’accesso all’uscita di sicurezza”. Tali
problemi, sebbene non abbiano causato alcun infortunio per il personale della scuola o per gli
studenti, possono aver provocato allerta e rischi per la loro salute. A quanto riportato, è da
aggiungere un caso di un intervistato che riferisce: “A causa delle pile scariche, il sistema
antincendio non è in funzione”.
Alcuni testimoni hanno poi riportato la scarsa formazione del
personale e la mancanza di personale specifico, quale come
causa di episodi negativi che hanno riguardato i loro istituti. Un
intervistato ha infatti fatto notare problemi logistici
nell’evacuazione seguita al recente terremoto che ha interessato
il territorio della provincia di Varese: “Alcune classi sono rimaste all’interno del cortile, senza
poter raggiungere il luogo di raccolta, in quanto l’addetto all’apertura del cancello prendeva
servizio più tardi rispetto all’ora del sisma e il suo sostituto era impegnato in altri compiti”. Un
altro, analogamente, ha rilevato che: “La mancanza di un docente preposto ha portato
all’impossibilità di accompagnare un’alunna temporaneamente non deambulante durante una
prova di evacuazione”. Tuttavia, nonostante la formazione specifica e il congruo numero di
addetti incaricati al primo soccorso, un intervistato rileva che: “Spesso si manifesta
insicurezza sulle procedure di intervento di fronte a malori improvvisi degli alunni”. In genere,
gli intervistati non segnalano casi o denunce di eventi di particolare gravità, il che
confermerebbe il generale buon livello della salute e sicurezza delle scuole della provincia di
Varese.
Nell’ambito delle attività del progetto di ricerca è stato condotto
un focus group rivolto a testimoni privilegiati degli Istituti
scolastici della provincia di Varese, per individuare le
problematiche relative alla prevenzione dei rischi sul lavoro nelle
scuole. Le informazioni ottenute in tale ambito risultano
complementari a quanto ricavato dalle risposte al questionario. In particolare, la presenza di
testimoni privilegiati ha permesso di conoscere direttamente quanto nelle scuole si faccia per
individuare e ridurre le fonti di rischio, riportando, da una parte, quali siano le difficoltà nel far
fronte alle necessità in termini di ammodernamento dell’edilizia scolastica e della formazione
dei soggetti preposti; dall’altra, quali siano le best e worst practice che condizionano la
prevenzione degli infortuni nelle scuole.
In merito alle difficoltà evidenziate dai testimoni è stato sottolineato che le principali
criticità sono rappresentate da:
carenze in termini di sensibilizzazione verso i problemi relativi alla sicurezza negli Istituti
scolastici da parte di tutti i soggetti coinvolti nella scuola;
formazione specifica del personale della scuola insufficiente;
scarsa conoscenza delle figure preposte a garantire la sicurezza;
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 33
Progetti di sensibilizzazione di
studenti e personale della scuola
presenza di elementi di rischio o mancanza di dispositivi adeguati a ridurre tali rischi;
insufficiente autonomia dei dirigenti scolastici nell’affrontare le quotidiane problematiche
che si sono a creare negli istituti scolastici;
difficoltà di comunicazione con le Amministrazioni locali.
In relazione alla mancanza di sensibilizzazione e di formazione, i soggetti presenti
hanno rilevato che, se da un lato i dirigenti scolastici sono in possesso di un buon livello di
conoscenza delle procedure e dei requisiti per garantire la salute e sicurezza negli Istituti a
seguito di programmi di aggiornamento e di una continua attenzione verso il problema al fine
della stesura del DVR, dall’altra il personale della scuola, ossia i docenti ed il personale A.T.A.,
raramente è sensibilizzato verso questo tema. Scarsa è infatti la conoscenza delle procedure
da seguire in caso di incidente e di quali siano le figure preposte a garantire tale sicurezza. In
particolare, è stata riferita una scarsa conoscenza di chi sia il RLS e di quale sia il suo ruolo. È
stato poi segnalato che le disposizione di legge sulla formazione, secondo cui la formazione
deve essere condotta sia su un piano generale sia su un piano specifico in relazione ai rischi
presenti nell’Istituto, sono disattese, in quanto il numero di ore dedicate allo scopo è talvolta
inferiore a quanto previsto dalla legge. I corsi di aggiornamento sui rischi sono spesso
realizzati con il solo ausilio di materiale informatico fornito dal Ministero, a cui si aggiunge, di
rado, l’intervento di un ingegnere per una breve lezione sul tema. Secondo alcuni dei testimoni
privilegiati, il problema della formazione non è tuttavia da ricercarsi solo nello scarso numero
di ore dedicate allo scopo ma, soprattutto, nella mancanza di sensibilizzazione verso il tema:
sia gli studenti sia il personale della scuola (docenti e personale A.T.A.) non sono
sufficientemente informati sui possibili rischi per la salute e sicurezza negli Istituti scolastici. A
scopo esemplificativo, è segnalato il rifiuto di un insegnante ad interrompere l’attività didattica
per una prova di evacuazione antincendio, motivando tale opposizione con la concomitanza di
un compito in classe.
Alcuni dei testimoni presenti rilevano però che qualcosa in tal
senso sta cambiando in quanto sono stati avviati, negli ultimi
mesi, diversi progetti di sensibilizzazione di studenti e personale
della scuola. In un Istituto comprensivo è stata, ad esempio,
realizzata la “Settimana della sicurezza” durante la quale si è
provveduto a interrompere le lezioni e a realizzare corsi per aumentare la conoscenza di
questi problemi in riferimento agli istituti scolastici. L’iniziativa, secondo quanto riferito dal
testimone privilegiato, sembra aver avuto successo nell’ovviare almeno in parte alle carenze
nella sensibilizzazione degli studenti verso questo tema. In tale ambito, si possono anche citare
progetti e bandi di concorso per sensibilizzare studenti delle Scuole Secondarie di I grado e
delle Scuole Secondarie di II grado con indirizzo professionale. Tra le iniziative, bisogna fare
riferimento all’attuazione di un progetto di sensibilizzazione al termine del quale gli studenti
delle scuole coinvolte hanno incontrato lavoratori che hanno avuto infortuni sul lavoro
particolarmente gravi allo scopo di mostrare agli studenti quanto sia importante la
prevenzione dei rischi sul lavoro. Presso le Scuole Secondarie di II grado a indirizzo
professionale sono stati avviati progetti per spingere gli studenti ad identificare i rischi
presenti nelle loro classi e le possibili soluzioni che dovrebbero essere adottate per eliminarli.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 34
Autonomia dei
dirigenti scolastici
Nel contesto delle iniziative utili per sensibilizzare gli studenti verso il tema, uno dei testimoni
ha citato un corso sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro organizzato presso la propria
Scuola Secondaria di II grado ad indirizzo professionale a seguito dell’accordo provinciale tra le
Associazioni datoriali e quelle sindacali, con l’intervento diretto dell’ASL e dell’INAIL per fornire
le competenze necessarie. L’accordo ha provveduto a formare i docenti preposti e in seguito a
mettere a disposizione il materiale dell’INAIL per cinque lezioni, organizzate complessivamente
in 7 moduli, da tenere a studenti di istituti di Scuole Secondarie di II grado e nello specifico di
Istituti tecnici e professionali. Lo scopo del corso è stato quello di garantire che gli studenti
fossero sensibilizzati sul tema della salute e sicurezza per un successivo inserimento in
programmi di alternanza scuola/lavoro. Questa iniziativa è risultata necessaria allo scopo di
sanare una mancanza di formazione che rendeva i giovani inquadrati nei programmi di
alternanza non in regola con le disposizioni di legge. I buoni risultati in termini sia di frequenza
al corso, non obbligatorio, sia di sensibilizzazione del personale docente e degli studenti verso
questo tema, in riferimento non solo al mondo del lavoro ma anche della scuola, portano a
considerare questo primo esperimento come una valida pratica da seguire in tutti gli Istituti,
quali i tecnici e i professionali, che hanno un possibile sbocco immediato nel mercato del
lavoro.
Durante il focus group i testimoni privilegiati hanno poi convenuto
sull’importanza di aumentare l’autonomia dei dirigenti scolastici
in termini di libertà di intervento nel salvaguardare la salute e
sicurezza presso gli istituti da loro amministrati. In particolare, i
presenti hanno rilevato la difficoltà a comunicare con le diverse realtà territoriali nel
sensibilizzare la pubblica amministrazione ad intervenire per risolvere i problemi che si sono
presentati in merito all’edilizia scolastica e che avrebbero potuto portare ad incidenti sul
lavoro. Infatti, se da un lato è rilevata la disponibilità delle istituzioni provinciali ad intervenire
nell’ambito degli Istituti del II ciclo, ossia delle Scuole Secondarie di II grado, dall’altra è
evidenziata una sostanziale eterogeneità nella sensibilità da parte dei Comuni verso il tema
della salute e sicurezza nelle scuole. Alcuni dei presenti hanno infatti rilevato la scarsa
disponibilità delle autorità locali ad intervenire a seguito di richieste in tal senso da parte del
dirigente scolastico; altri hanno evidenziato una maggiore attenzione verso tali problematiche
solo in seguito a proteste da parte di Associazioni di genitori. Uno dei presenti rileva inoltre
come tra le autorità locali vi sia poca sensibilità verso il tema della salute e della sicurezza
nelle scuole e come il principale interesse sia quello di cercare di attuare gli interventi
strettamente necessari per garantire il rispetto della legge. Si verificano quindi situazioni di
degrado che dovrebbero essere sanate tempestivamente come presenza di amianto e di
eternit nei tetti, mancanza di porte di emergenza, di nastri adeguati per rendere le scale
antiscivolo, di copertura per le scale antincendio e di vie di fuga a norma. È in generale rilevato
che la mancanza di autonomia non permette al dirigente scolastico di operare al fine di
risolvere in modo tempestivo problemi di edilizia scolastica. Problemi di lieve entità, risolvibili
con economici interventi ordinari, possono quindi peggiorare e portare in seguito a più costosi
interventi straordinari. Questa mancanza di autonomia è da attribuirsi da una parte alla
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 35
L’analisi dei DVR
mancanza di fondi che il dirigente scolastico possa usare direttamente; dall’altra alla
normativa che attribuisce al dirigente il solo compito di segnalare, redigendo il DVR, le
problematiche che dovranno essere affrontate dalle autorità locali, ovvero dal Comune per gli
Istituti del I ciclo e dalla Provincia per quelli del II ciclo. Inoltre, non rientra nell’ambito delle
facoltà del dirigente scolastico l’interruzione delle attività scolastiche in presenza di gravi rischi
per la salute e sicurezza o di situazioni di pericolo relative all’inadeguatezza dell’edilizia. In tali
situazioni, l’unica possibilità per il dirigente è quella di effettuare segnalazioni presso gli organi
competenti e di rimanere in attesa che gli interventi vengano portati a termine. Infine, secondo
i testimoni presenti, risulta difficile ottenere le certificazioni che permettano alle scuole di
mettere a norma le aule e gli altri percorsi comuni, a volte per problemi burocratici o per la
mancanza di dettagli minimi nei dispositivi posti a garanzia delle salute e sicurezza di coloro
che operano nelle scuole.
L’analisi dei Documenti di Valutazione dei Rischi predisposti e depositati (ai sensi del D.lgs
81/:8) presso gli Istituti scolastici che costituiscono il campione d’indagine ha consentito di
individuare tre tipologie di criticità. Il primo elemento di criticità si riferisce alle carenze
strutturali relative all’edificio (“Edifici”); il secondo riguarda le problematiche connesse allo
svolgimento delle attività didattiche e quelle dei laboratori presenti nell’Istituto (“Attività”); infine,
il terzo elemento di criticità si riferisce al rischio di incendio, di incidenti e alle criticità collegate
al sistema d’allarme e agli impianti elettrici (“Grandi Rischi”). Gli interventi invece si distinguono
tra interventi necessari da effettuarsi ed interventi che sono stati effettuati, in questo secondo
gruppo sono inclusi quasi esclusivamente gli interventi di manutenzione ordinaria. In generale,
sono stati inclusi gli interventi che erano stati definiti urgenti (di “priorità 1”) nel piano di
valutazione della sicurezza dell’Istituto scolastico.
La mancanza di omogeneità rende difficile poter fornire una
panoramica sulla situazione dell’edilizia scolastica dalla lettura dei
DVR e soprattutto comprendere gli interventi che sono stati
effettuati per migliorare la sicurezza e/o la struttura dell’Istituto
scolastico. Quest’ultimo obiettivo è reso ancora più difficile se si
considera che i DVR non sono aggiornati con una scadenza omogenea (in alcuni casi l’ultimo
aggiornamento risale al 2009) e che, nella maggior parte dei casi, non si riesce a
comprendere quali siano stati gli interventi effettuati dall’ultimo aggiornamento. Il documento
della valutazione è inteso come uno strumento dinamico e dovrebbe essere aggiornato per
apprezzare il miglioramento, nel tempo, dei livelli di sicurezza. In termini di addetti al sistema di
prevenzione e sicurezza, tutte le scuole hanno nominato un Responsabile del Servizio di
Prevenzione e di Protezione, un Medico Competente ed un Rappresentante dei Lavoratori per
la Sicurezza, mentre in molti casi gli istituti scolastici non indicano nel DVR gli addetti
antincendio e i componenti della squadra di pronto soccorso.
Con riferimento alla struttura dell’edificio, una delle problematiche più di frequente evidenziata
all’interno dei DVR riguarda una non sufficiente illuminazione (sia ordinaria che di sicurezza)
sia con riferimento ai percorsi comuni sia alle aule. Si evidenziano anche problematiche
relative alla non conformità delle scale sia interne che esterne all’edificio (ad esempio, scale
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 36
Grandi Rischi e altre criticità
con barriere architettoniche oppure prive di corrimano). La segnaletica relativa alle vie d’esodo
ed ai divieti di fumo risulta essere assente nella maggior parte degli istituti di cui abbiamo
analizzato il DVR. In alcuni casi sono anche rilevati, nei percorsi comuni, finestre/vetrate non
conformi e pericolanti quindi pericolose per il corretto svolgimento delle attività all’interno
dell’Istituto. L’accesso dei disabili è difficoltoso in molti casi per mancanza di ascensori o per
presenza di barriere architettoniche. Solo in alcuni casi è evidenziata la presenza di tetto
dell’edificio in eternit. Secondo un dato riportato da Cittadinanzattiva, circa in 1 scuola su 5 in
Italia si registra presenza di amianto, spiegabile con il fatto che circa la metà delle scuole sono
state costruite tra il 1961 e il 198:, anni in cui si faceva un elevato utilizzo dell’amianto per
isolamenti termici ed acustici.
Con riferimento alle attività didattiche è spesso riportata la
presenza di materiali combustibili (per esempio, le tende), di
spigoli vivi, di armadi non adeguatamente fissati al muro,
parapetti dei balconi (se presenti) di altezza inferiore a quanto
stabilito per legge, mancanza di luci di emergenza, oppure di porte resistenti al fuoco REI e di
vetri antisfondamento. Alcune buone pratiche si possono evidenziare nel caso di rottura o non
conformità delle vetrate, infatti alcuni Istituti scolastici hanno provveduto all’inadempienza
utilizzando soluzioni tecniche più economiche rispetto alla sostituzione delle vetrate della
scuola, come ad esempio l’applicazione di pellicole speciali ai vetri esistenti. Si può concludere
che la situazione delle aule didattiche risulta essere eterogenea, ma con un elevato livello di
non conformità rispetto a quanto stabilito per legge. I laboratori scientifici sembrano
presentare una situazione molto simile.
Il rischio d’incendio (che può essere classificato in basso, medio, alto secondo la normativa di
riferimento) è indicato di medio livello in 15 su 16 DVR, mentre è indicato elevato solo una
volta su 16. Inoltre, in alcuni casi il mancato rispetto del limite di carico incendio (30Kg/mq) di
materiali infiammabili (specialmente presso il locale archivio) costituisce un ulteriore elemento
di criticità. Inoltre gli Istituti scolastici non sono, in genere, in possesso di alcuni certificati
importanti, quale ad esempio il Certificato di Agibilità. È comunque da notare che molti edifici
pubblici datati mancano di certificati di questo tipo, fatto conseguente anche a ritardi
burocratici nel rilascio della certificazione da parte degli organismi competenti. Quest’ultima
informazione non è quasi mai ricavabile dalla lettura dei Documenti di Valutazione dei Rischi (a
meno che non sia stata riportata esplicitamente nel documento). Inoltre la maggior parte delle
scuole non dispone di un sistema d’allarme con alimentazione di sicurezza, e in alcuni casi gli
estintori sono stati definiti in numero non sufficiente oppure non a norma. Con riferimento alla
sicurezza degli impianti è evidenziata frequentemente la mancanza di impianti di protezione (ad
esempio: impianto di protezione contro le scariche atmosferiche o contro le scariche
elettriche).
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 37
La formazione specifica degli
addetti alla sicurezza
Secondo la normativa, al Documento di Valutazione dei Rischi
dovrebbe essere allegata la documentazione concernente la
formazione specifica e l’informazione dei lavoratori (come, ad
esempio, l’Attestato di Formazione del RLS e l’Attestato di
Formazione in materia antincendio e pronto soccorso), ma ciò
non risulta trasparire dalla maggioranza dei DVR analizzati. In
alcuni casi isolati, il DVR contiene i programmi dei corsi, i nominativi dei docenti, il registro
firme dei partecipanti, oltre al tipo di formazione ricevuta ed ogni altra notizia utile ai fini della
formazione. I Documenti di Valutazione del Rischio consentono di classificare gli interventi
urgenti da effettuare presso l’Istituto scolastico a seconda della responsabilità (ente
proprietario vs. dirigente scolastico), come già definito in precedenza, mentre non risulta
possibile conoscere gli interventi di miglioramento che sono stati effettuati dall’ultima modifica
del DVR (qualora sia passato del tempo). In alcuni casi sono riportate informazioni relative agli
interventi di manutenzione ordinaria a carico del dirigente scolastico (controllo data di
scadenza degli estintori, impianti, apparecchi dispositivi e strutture), ma ciò non risulta essere
una pratica condivisa.
La valutazione dei rischi e più in generale il risk management è una pratica comunemente
adottata dal mondo delle imprese produttive e nel settore dei servizi per definire, valutare e
gestire i rischi connessi alle strutture e ai processi per la produzione ed erogazione di beni e
servizi. In parte, il risk management risponde a puntuali requisiti normativi (regolati dal più
volte richiamato “Testo Unico per la Sicurezza”, D. Lgs. 9 aprile 2::8, n. 81); tuttavia, le
pratiche di risk management implementate negli ambienti di lavoro dovrebbero rispondere ai
principi generali di informazione e formazione finalizzati alla prevenzione di incidenti. In
particolare il risk management ha la finalità di ‘prevenire’ incidenti che possano arrecare
danno agli operatori, agli utenti ed alle strutture, piuttosto che ‘far fronte’ ai rischi. È infatti
assai inefficiente aspettare che un incidente accada e/o si ripeta per capire come evitarlo. Il
risk management implica saper valutare il rischio e introdurre opportune modifiche alle prassi
consolidate, al fine di minimizzare la probabilità che gli incidenti si verifichino e per contenerne
il più possibile le conseguenze. Il risk management non ha una prassi consolidata all’interno
della scuola, che spesso, a torto, è considerata un ambiente protetto, dove incidenti e infortuni
sono un evento raro. Le statistiche elaborate in questo rapporto mostrano che così non è e
che anche gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado, potrebbero trarre beneficio da una
migliore gestione dei rischi per migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori e degli studenti.
Attualmente le azioni che dovrebbero garantire le condizioni di sicurezza negli istituti scolastici
dipendono fondamentalmente dalla collaborazione tra le figure preposte alla sicurezza, in
particolare il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e la dirigenza scolastica.
Tuttavia, come evidenziato nelle sezioni precedenti, gli interventi spesso si limitano: a) alla
redazione di un Documento di valutazione dei rischi (DVR); b) ad informare gli enti proprietari
delle scuole delle necessità di intervento, che però sono spesso sottovalutate e disattese. Il
risk management va oltre l’adeguamento alla normativa vigente, in quanto intende dar conto
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 38
Gli obiettivi del risk management
Identificazione del rischio
delle effettive situazioni di rischio e stabilire delle priorità (rispetto a gravità e urgenza
dell’intervento) per gli interventi degli enti locali responsabili.
Il risk management si articola in differenti fasi, che vanno
dall’identificazione dei pericoli alla definizione delle azioni
correttive, fino al monitoraggio dell’effettiva implementazione
delle misure di sicurezza. È importante sottolineare come
l’adozione delle misure di risk management non abbia l’ambizione di eliminare tutti i rischi
(cosa impossibile), ma più realisticamente di proteggere chi opera nella scuola da situazioni di
rischio eccessive e di evitare qualsiasi forma di rischio. Il processo di misurazione e
quantificazione del rischio non consente di garantire la sicurezza, più semplicemente consente
di individuare quelle condizioni che rendono il rischio (che è di per sé inevitabile) accettabile.
Sebbene la misurazione e la quantificazione del rischio contengano elementi di soggettività (da
parte del valutatore), le procedure di valutazione definite in ambito europeo (e recepite dal
Testo unico) riducono al minimo la potenziale distorsione introdotta dal soggetto valutatore. Il
risk management consente inoltre la definizione di “priorità” per concentrare l’attenzione e le
risorse sui rischi più rilevanti (rispetto a frequenza e gravità degli stessi), che sono di fatto
quelli che presentano la più alta probabilità di causare danni gravi.
L’articolazione dei diversi stadi nelle procedure di risk management può essere riassunta
come segue:
1. Identificazione dei pericoli esistenti e dei potenziali
2. Raccolta informazioni, misurazione e quantificazione del rischio
3. Condivisione delle situazioni di rischio con tutti i soggetti interessati e formazione
dei soggetti responsabili della sicurezza
4. Definizione delle priorità per le azioni correttive
5. Implementazione delle misure per ridurre le situazioni di rischio
6. Monitoraggio dell’efficacia delle misure adottate.
L’identificazione del rischio consiste nell’individuare quelle
condizioni reali o potenziali che possono causare incidenti,
infortuni, malattie e/o danni alle attrezzature. Le strutture
scolastiche presentano spesso una serie di elementi di rischio
legati alle caratteristiche dell’edificio (ad esempio le barriere architettoniche), che solitamente
aumentano con l’età dell’edificio. In particolare, gli edifici scolastici per il loro elevato grado di
utilizzo (molti studenti, docenti e addetti) richiedono una manutenzione costante, mentre la
mancanza di interventi di manutenzione è spesso causa di problemi legati alla sicurezza.
Attualmente, nella redazione dei DVR, manca un’articolazione omogenea degli ambiti di rischio
(per esempio infrastrutture, impianti, processi, ecc.), che consentirebbe per ogni ordine e
grado scolastico di quantificare e confrontare i risultati. Il Documento di valutazione dei rischi,
debitamente compilato ed aggiornato, costituisce in ogni caso il presupposto fondamentale
della fase 1 del risk management per l’identificazione dei rischi negli ambienti scolastici.
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 39
Misurazione e quantificazione del
rischio
La raccolta di informazioni sulle situazioni di rischio (come
individuate nel DVR) deve coinvolgere addetti e utenti con
responsabilità diverse all’interno della scuola. Questo perché la
sensibilità e la percezione degli addetti alla sicurezza, dei docenti
e degli addetti tende ad essere diversa, consentendo anche l’identificazione di rischi potenziali
che nel DVR possono essere stati sottovalutati. Idealmente, la raccolta delle informazioni
dovrebbe essere diretta ad un campione rappresentativo dell’universo da indagare, sia questo
un distretto territoriale o un particolare ordine scolastico. La definizione di criteri di
campionamento e di stratificazione del campione sono elementi cruciali per la significatività
statistica delle misure di rischio che sono calcolate sulla base delle informazioni raccolte. A
differenza della pratica corrente di redazione del DVR in cui solo gli addetti ai lavori
contribuiscono alla definizione dei rischi, nel risk management l’informazione deve riguardare,
come sopra ricordato, un numero elevato di addetti e utenti e, a tal fine, la somministrazione di
un questionario risulta essere il modo più efficace di ottenere le informazioni necessarie.
Ottenute le informazioni attraverso l’indagine campionaria, possono essere adottati diversi
criteri per la quantificazione dei rischi. Il metodo comunemente adottato nel risk management,
che è anche indicato dal Testo unico, prevede la definizione di una matrice dei rischi (si veda
figura 7.1 sotto) considerando due diverse dimensioni: a) la probabilità che l’evento si verifichi;
b) la gravità delle conseguenze. Ciascun elemento di rischio specifico è valutato, in modo
indipendentemente, secondo queste due dimensioni, mentre la loro somma (o, in alcuni casi, il
prodotto) determina l’indicatore di rischio complessivo (o “score”) e consente di definire se il
rischio sia accettabile o meno.
In particolare, ciascuna situazione di rischio specifico nella scuola (dalle infrastrutture, agli
impianti, ai processi didattici, alla mensa, palestre, laboratori, ecc.) può essere misurato
utilizzando una matrice (dei rischi) che assegni un punteggio su una scala (di tipo Likert) che,
nell’esempio considerato, va da 1 a 4. Nel caso della misurazione delle conseguenze, il valore
4 corrisponde ad un evento con conseguenze molto gravi, mentre il valore 1 corrisponde ad
un evento con conseguenze accettabili. Parallelamente deve essere definita la probabilità che
tale evento si verifichi dove la scala da 4 a 1 definisce con un valore pari a 4 gli eventi molto
probabili e con un valore pari a 1 quelli la cui manifestazione è considerata remota.
Figura 7.1 Matrice dei rischi
Conseguenze
Probabilità
1 2 3 4
4 IV II I I
3 IV III II I
2 IV IV III II
1 IV IV IV III
Fonte: Elaborazione propria
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 40
La matrice dei rischi
Lo score si ottiene combinando le due dimensioni nella matrice
dei rischi e definendo una “classifica” delle situazioni di rischio
che vanno da un I livello (di colore rosso) per esiti molto gravi e
inaccettabili, ad un IV livello (di colore verde) per esiti lievi che
possono essere considerati accettabili (si veda figura 7.2). É da sottolineare che gli score così
ottenuti non rappresentano precise misure “cardinali” di rischio, ma consentono solo di
definire un ordinamento dei rischi basato sull’esposizione delle persone o dei beni alle
situazioni di pericolo. Da tale ordinamento è possibile derivare delle priorità per definire le
misure di controllo atte fronteggiare i diversi rischi e allocare le (spesso scarse) risorse
finanziarie.
Figura 7.2: Classifica dei rischi
Classifica
rischi Categoria Descrizione
I MOLTO GRAVE /INACCETTABILE Livelli di rischio molto gravi, necessari interventi
immediati per ricondurli a livello III
II GRAVE/NON DESIDERABILE Livelli di rischio gravi, interventi auspicabili nel breve
periodo (6-12 mesi) per ricondurli al III livello
III MODERATO/ACCETTABILE CON
PRECAUZIONI
Livelli di rischio accettabili, necessario verificare
l’efficacia delle procedure e il monitoraggio della
situazione
IV LIEVE /ACCETTABILE
L’evento ricade nel grado di rischio non eliminabile
e accettabile grazie alle procedure che ne mitigano
la gravità
Fonte: Elaborazione propria
Dagli indicatori di rischio semplici si può passare agli indicatori di rischio aggregati
semplicemente sommando gli indicatori specifici, oppure attribuendo dei pesi ai diversi indici
specifici per tener conto di una diversa rilevanza sulle conseguenze. Questo approccio
consente di dare priorità non solo alle diverse situazioni di rischio all’interno degli istituti
scolastici, ma anche di individuare quegli istituti scolastici (e quelle aree e/o ordini scolastici)
che presentano maggiori elementi di rischiosità, tali da rendere più probabili e gravi le
conseguenze degli eventi rischiosi. Dopo la fase di misurazione e quantificazione del rischio, la
fase 3 prevede la condivisione dei risultati per informare tutti i soggetti coinvolti. Questo
obiettivo può essere raggiunto attraverso la diffusione dei risultati della ricerca negli Istituti
scolastici e attraverso la promozione di attività finalizzate alla formazione di una “cultura della
sicurezza” per consentire a tutti l’utilizzo “sicuro” di strutture e impianti. La sensibilizzazione ai
rischi reali e potenziali consente anche la diffusione di comportamenti preventivi che riducono
l’esposizione al rischio. Elemento centrale del risk management e della diffusione di una cultura
della sicurezza sono gli interventi formativi sia per il personale responsabile della sicurezza
(obbligatorio per legge), sia per le altre figure presenti nella scuola, tra cui gli studenti.
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 41
Definizione delle priorità per le azioni
correttive
Misure per ridurre le situazioni di
rischio
La definizione delle priorità per le azioni correttive serve nel risk
management a definire le misure di controllo dei rischi che
consentono di ridurre una o più dimensioni dello score: sia la
probabilità di accadimento, sia la gravità delle conseguenze e, da
non sottovalutare, anche l’esposizione delle persone e delle attrezzature. L’analisi può essere
condotta in termini di analisi costi-benefici delle azioni di contrasto, fornendo, laddove possibile,
scelte alternative. Nella figura 7.3, è riportato un semplice schema di analisi in cui i costi sono
messi in relazione agli sforzi esercitati per il controllo del rischio. Le curve mostrano da un lato
il costo (monetizzabile) delle conseguenze degli incidenti che si riduce all’aumentare delle
azioni correttive implementate, dall’altro il costo della sicurezza che cresce, in modo più che
proporzionale, con la scala di implementazione dei controlli e delle azioni di contrasto.
Figura 7.3 – Analisi costi-benefici delle azioni correttive per la sicurezza
Fonte: Elaborazione propria
La curva dei costi totali mostra qual è l’ottima combinazione da
ricercare (il punto “SEEK” nel grafico), in termini di costi-benefici.
Il confronto dei benefici (in termini di riduzione del rischio) e dei
costi (in termini di spesa per gli interventi di controllo e
prevenzione) consente di individuare una situazione ottimale in
cui le conseguenze del rischio sono sensibilmente ridotte tenendo presente anche il costo
relativo delle misure correttive da implementare. La formulazione di un vero e proprio piano di
intervento, che non può limitarsi ad una mera elencazione delle situazioni di rischio, come
avviene nella redazione dei DVR e l’implementazione delle misure di contrasto è la fase più
difficile dell’applicazione dei criteri di risk management nella scuola. Questo principalmente per
due motivi: il primo è che i dirigenti scolastici non hanno autonomia nell’implementazione delle
azioni di contrasto, né dispongono delle risorse necessarie ad approntare gli interventi; il
secondo è che gli enti proprietari sono a volte poco collaborativi e insensibili alle situazioni di
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 42
Monitoraggio dell’efficacia delle misure adottate
rischio e si attivano solo di fronte ad eventi tragici. Il piano di intervento deve prevedere una
verifica puntuale della conformità alle prescrizioni normative e una pianificazione degli
interventi necessari fornendo risorse, materiali, tempi e personale necessari per
l’implementazione delle misure. Un vantaggio significativo dell’approccio di risk management è
anche quello derivante dalla definizione di priorità di intervento, che consente di concentrare le
risorse dove davvero sono necessarie, invece di distribuirle “a pioggia” indiscriminatamente
tra tutti gli istituti scolastici. Va detto, per chiarezza, che l’analisi di costi-benefici nel risk
management non ha come scopo l’individuazione di potenziali tagli ai costi per la sicurezza, al
contrario cerca di mettere in evidenza tutte le fonti di costo (dirette ed indirette, private e
sociali) in modo da internalizzare tutti i costi del rischio per evitare che una parte degli stessi
possa ricadere sul lavoratore o sulla società.
Successivamente all’implementazione dei controlli e delle misure
di prevenzione, il processo di “messa in sicurezza” deve essere
valutato per verificarne l’efficacia (rispondendo alla domanda: “Le
situazioni di rischio reale o potenziale si sono effettivamente
ridotte?”) e periodicamente monitorato per garantirne l’efficacia nel tempo. In buona sostanza
il processo di risk management non si arresta una volta che gli interventi correttivi sono posti
in atto, ma continua durante lo svolgimento delle funzioni nelle scuole.
Questo rapporto presenta i risultati di un’analisi condotta sulle fonti di rischio che interessano
gli istituti scolastici della provincia di Varese, con particolare riferimento allo stato di
conservazione dell’edilizia scolastica. L’opportunità di questo studio va ricercata nelle precarie
condizioni di conservazione di molti edifici scolastici delle province lombarde e, in particolare,
della provincia di Varese e nei riflessi che questa situazione può avere sulla salute di docenti e
studenti. Il rapporto intende fornire un contributo alla comprensione dei fenomeni in atto e al
dibattito circa le misure di controllo e contrasto del rischio nell’ambito dell’edilizia scolastica.
Un primo aspetto critico del rapporto riguarda la ricognizione delle fonti di dati statistici
necessari per lo studio delle condizioni di sicurezza nelle scuole e dello stato dell’edilizia
scolastica. Il quadro che emerge è abbastanza critico: le informazioni disponibili sono scarse e,
laddove esistono, sono molto incomplete. Vari enti in modo indipendente raccolgono le
informazioni necessarie allo svolgimento dei propri compiti amministrativi, ma non esiste alcun
raccordo o tentativo di costruire una piattaforma comune che consenta di dare un quadro,
seppur parziale, per descrivere le diverse dimensioni del fenomeno. In questo rapporto, grazie
alla collaborazione degli enti (A.S.L., Uffici Scolastici, VV.F, Comuni e Province, ecc.), sono state
raccolte tutte le informazioni disponibili a livello locale sui vari ordini scolastici, sul personale
docente, amministrativo e sugli studenti. Le fonti statistiche sono poi state analizzate al fine di
ricostruire un quadro dello stato di sicurezza delle scuole della provincia. Lo scenario
complessivo consente di fare luce su alcuni aspetti, ma restano in ombra molti altri che,
attraverso una razionalizzazione delle fonti e un monitoraggio delle strutture, potrebbero
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 43
Attribuzione delle competenze
Il risk management nella scuola
agevolmente essere resi disponibili per una migliore gestione dell’edilizia scolastica e delle
persone che lavorano nella scuola. Un primo risultato che il rapporto mette in evidenza è la
necessità per gli operatori di poter disporre di dati più completi e aggiornati per valutare
l’effettivo stato di rischio degli istituti scolastici.
Il secondo aspetto critico riguarda la normativa vigente e
l’attribuzione di competenze per la sicurezza. Allo stato attuale, la
sicurezza degli istituti scolastici dipende fondamentalmente dalla
collaborazione tra le figure preposte alla sicurezza (in particolare
il Responsabile di prevenzione e sicurezza e la dirigenza scolastica) e gli enti proprietari degli
edifici come responsabili (di ultima istanza) della manutenzione. Il rapporto evidenzia come
l’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa per la sicurezza spesso si sostanzi nella
redazione del Documento di valutazione dei rischi (obbligatorio per legge), che è
semplicemente depositato presso la scuola. Inoltre, è evidenziato come le competenze
attribuite al dirigente scolastico limitino il campo di azione per la sicurezza all’obbligo di
informazione e comunicazione degli interventi necessari agli enti proprietari delle scuole, senza
possibilità di effettuare direttamente gli interventi ritenuti necessari ed urgenti. Gli enti
proprietari molto spesso (con interessanti eccezioni) attuano interventi poco tempestivi e
limitati, in parte a causa delle scarse risorse economiche a diposizione, in parte a causa di
scarsa sensibilità al tema che non è ritenuto prioritario.
Le testimonianze raccolte nelle interviste dai soggetti preposti alla valutazione dei rischi
denotano in generale una grande attenzione nei riguardi del tema della prevenzione di infortuni
sul lavoro e alla valutazione dei rischi. Gli intervistati riportano come il soddisfacimento dei
requisiti normativi nelle scuole della provincia di Varese sia elevato, soprattutto in termini di
presenza del DVR, nomina dei responsabili preposti alla sicurezza e formazione effettuata. Le
valutazioni sono meno soddisfacenti in termini di certificazioni ottenute e interventi di
manutenzione.
Il rapporto sviluppa il tema del risk management come
strumento per la valutazione del rischio e la definizione di
indicatori di rischio (elementari e generali), definiti “score”, che
consentono di appurare il grado di accettabilità dei rischi
(almeno di quelli non eliminabili). Il risk management consente di valutare il rischio per
introdurre opportune modifiche alle prassi consolidate minimizzando la probabilità che gli
incidenti si verifichino e riducendone le conseguenze. La gestione del rischio introduce
un’ottica di analisi costi-benefici volta ad appurare i costi complessivi del rischio (sia diretti ed
indiretti, sia privati e sociali) per evitare che una parte degli stessi possa ricadere sul
lavoratore o sulla società. In buona sostanza, l’introduzione del risk management nella scuola
consentirebbe di andare oltre il mero adeguamento alla normativa vigente, per dar conto delle
effettive situazioni di rischio e stabilire delle priorità (rispetto a gravità e urgenza) per gli
interventi degli enti locali responsabili in un’ottica di risorse scarse.
La sicurezza nell’edilizia pubblica in provincia di Varese: un approfondimento sulle scuole
Camera di Commercio di Varese 44
Le best practice nella scuola
Le best practice internazionali
Alcune “buone pratiche” (best practices) relative a iniziative
presenti in realtà nazionali ed internazionali potrebbero
agevolmente essere adottate anche nelle scuole della provincia
di Varese. Una prima “buona pratica” consiste nella
valorizzazione di un momento dedicato alla “Sicurezza e alla Prevenzione nelle scuole” (ad
esempio, una giornata a tema). Un evento di questo tipo, promosso dalla rete scuola di
“Cittadinanzattiva” nell’ambito del progetto IMPARARESICURI, esiste già dal 2003. Questa
iniziativa prevede che, ogni anno, il 25 novembre, in circa 50 città italiane, si svolgano attività
di sensibilizzazione sul problema della sicurezza degli edifici scolastici. Esistono inoltre
numerosi progetti e bandi di concorso, promossi da enti ed associazioni, per sensibilizzare gli
studenti delle Scuole Secondarie di I grado e delle Scuole Secondarie di II grado sul tema della
sicurezza. In alcuni casi, gli studenti delle scuole hanno incontrato lavoratori che hanno subito
infortuni sul lavoro di una certa gravità allo scopo di mostrare l’importanza della prevenzione
dei rischi sul lavoro. Presso le Scuole Secondarie di II grado ad indirizzo professionale sono
stati avviati progetti per spingere gli studenti ad identificare i rischi presenti nella loro classe e
le possibili soluzioni che dovrebbero essere adottate per eliminarli. Inoltre, l’Agenzia europea
per la sicurezza e la salute sul lavoro ha lanciato il progetto “Integrazione della sicurezza e
della salute sul lavoro nell’istruzione” nel 2::2, con lo slogan “Start young, stay safe”
(Comincia da giovane, resta al sicuro!). L’idea alla base del progetto è che quanto prima i
bambini e i giovani acquisiscono familiarità con i concetti di sicurezza e salute, tanto prima
possono sviluppare una consapevolezza dei rischi e quindi contribuire a determinare le
condizioni di salute e sicurezza sia nel mondo scolastico, sia nella loro futura vita lavorativa e
privata. In Italia, sono stati sviluppati diversi strumenti didattici per l’apprendimento della
sicurezza e per la prevenzione in ambito scolastico utilizzati da un campione di scuole. A tale
scopo, l’ISPESL ha realizzato un CD-ROM interattivo (“A casa di Luca”) e un videotape dal titolo
“Occhiali per vederci” per gli alunni/studenti dai 6 ai 1: anni, utilizzando metodi di
insegnamento adatti per questa fascia d’età. Gli strumenti sono stati diffusi a livello nazionale
per sensibilizzare i bambini alla cultura della sicurezza e della prevenzione a scuola. L’uso di
strumenti interattivi multimediali si è rilevato di fondamentale importanza ai fini della
partecipazione complessiva e attiva degli alunni.
Altri esempi di buone pratiche possono essere individuate in altri
paesi Europei. Per esempio, l’Ufficio Svizzero per la Prevenzione
degli Infortuni ha introdotto, rendendo possibile il download da
Internet, numerose pagine didattiche (adattate ai diversi livelli
della scuola dell’obbligo e della Scuola Secondaria), denominate Safety Tools. Tali pagine
supportano gli insegnanti nella fase di educazione alla sicurezza in ambito scolastico. Sono
contemplati testi da leggere in classe, "check-list” di situazioni di rischio e grafici da fotocopiare
su tematiche riferite al mondo della scuola. In Francia è stato introdotto il programma
Synergie, al quale partecipano scuole professionali, imprese ed esperti di salute e sicurezza, in
cui gli studenti devono eseguire una valutazione dei rischi nell’Istituto scolastico in cui studiano
o nell’impresa in cui lavorano come tirocinanti. Tenuto conto dell’ampia diffusione dell’obbligo di
compilare una valutazione dei rischi, è molto fattibile trasferire questa idea in altri paesi o
lingue. La formazione professionale implica inoltre che gli studenti trascorrano un certo
STUDI E RICERCHE
Camera di Commercio di Varese 45
periodo di tempo in fabbriche o stabilimenti. Le due condizioni pratiche per il successo di
questo progetto in altri paesi sono pertanto soddisfatte. In Svezia, il National Institute for
Working Life ha messo a punto uno strumento denominato “School environment round” per
controllare e migliorare l’ambiente di lavoro nelle scuole, in conformità alla legge svedese
sull’ambiente di lavoro. Si tratta di un processo educativo permanente che rende ogni persona
(gli studenti in particolare, ma anche il personale) consapevole dei rischi che può incontrare e
del modo in cui prevenirli. L’obiettivo è comprendere l’importanza di un buon ambiente di
lavoro e conoscere i rischi per la salute. Il progetto intende permettere agli studenti, al
personale e ai genitori di partecipare alla politica della scuola in materia di ambiente di lavoro
e insegnare loro ad essere responsabili in modo democratico ed inoltre definire, attuare e
valutare un piano d’azione per il miglioramento dell’ambiente scolastico. Ciò è effettuato
attraverso la compilazione di un questionario on-line e la definizione di un piano d’azione in
termini di sicurezza. I quesiti sono formulati in modo da poter essere adattati alle discussioni
partecipative all’interno della scuola e promuovere la conoscenza dell’ambiente di lavoro e un
impegno a favore del suo miglioramento.
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maggio 2012
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