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il T@M T@MMagazine on lineGennaio 2012

della VITA

La Forza

Ecco le opere pubbliche del 2012 Pag. 12

La stupenda favola di Luca

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Tradizione, passione e dedizione per il proprio lavo-ro. Sono queste le componenti che contraddistinguono l’azienda “Nevoso Arredamenti” che ha sede nel quartie-re Medassino a Voghera. Il titolare dell’attività, Andrea Nevoso, che ha proseguito il lavoro intrapreso dal padre nel lontano 1963 ,racconta i segreti del successo:”Il no-stro è uno dei pochi laboratori artigianali che ancora esi-stono nella zona e la nostra particolarità ,che certamente ci distingue dalla concorrenza, è rappresentata dal fatto che noi realizziamo mobili su misura e a qualsiasi prez-zo, in modo da poter soddisfare i gusti dei nostri clienti”. Una vasta gamma di prodotti si può trovare da “Nevoso Arredamenti”: si va dalle mensole, al mobiletto da met-tere in casa, con i materiali indicati dal cliente. “Non ab-biamo una linea definita - spiega Andrea, che lavora nel

laboratorio con altri due dipendenti - e nessun mobilio già pronto e confezionato, lavoriamo artigianalmente con il tipo di materiale che ci viene indicato dal cliente, si va dal laminato al massello e il nostro indirizzo di lavorazio-ne è il classico-moderno. Credo che sia proprio questo il nostro punto di forza: abbiamo una scelta ampia di pro-dotti e in questo modo, possiamo accontentare qualsiasi richiesta. C’è un rapporto qualità-prezzo che va incontro alle esigenze di qualsiasi persona”. Arredamenti di inter-ni, bar e negozi costituiscono le principali linee di lavo-ro per l’azienda che può contare su un bacino d’utenza considerevole, che non si limita a Voghera e dintorni:”. Arriviamo fino a 250 km da Voghera e ci tengo a sotto-lineare che il trasporto e il montaggio sono compresi nel prezzo”, dice Andrea.

NEVOSO ARREDAMENTI: tradizione e passione

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SOMMARIO

Cover StoryHA VINTO LA PARTITA DELLA VITA

La lunga battaglia di Luca Bernini contro un male incurabile: la paura e la fine dell’incubo

POLITICA

8 Un Sindaco... multimedialeLa nuova strategia di comunicazione di Carlo Barbieri passaattraverso l’utilizzo massiccio di Internet e dei Social Network.

12 Lavori Pubblici, ecco le “sorprese” del 2012Il giovane Assessore ai lavori pubblici William Tura illustra i progetti che verranno realizzati quest’anno.

16 Il volto bello della LegaEmanuela Pastore, caporuppo del Carroccio in consiglio, si confessa in esclusiva al T@M T@M.

INCHIESTE

18 Polizia Locale, tutti i dati del 2012In occasione della festa di San Sebastiano è stato fatto il bilancio dell’attività del 2012

22 La comunità rumena conquista VogheraIl numero dei rumeni regolarmente iscritti all’Anagrafe è di granlunga superiore a quello degli altri stranieri

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SOMMARIO

28 Valentino, un mito tutto voghereseStoria del più grande sarto mondiali, dagli inizi iriensifino al definitivo successo mondiale

SOCIETA’

32 L’Oltrepo guarda... Oltre la ValleUna nuova associazione culturale è nataper creare nuove opportunità nel nostro territorio.

CULTURA

34 Carlo Diani, la leggenda della televisioneSarà un’importante mostra a celebrare la figura di Mario Diani, storico artigiano vogherese

SPORT E TEMPO LIBERO

37 Francesco Acatullo, promessa della boxeDopo il compianto Giovanni Parisi, un’altra grande promessadel pugilato sta per nascere a Voghera.

APPROFONDIMENTI

Il T@m T@m Periodico telematicodi informazione

Direttore - Andrea Pestoni Redazione e direzione - Via Emilia 80, 27058 - Voghera. Tel. 338.5036424 email [email protected] - UrbanWebNetwork Sas, Via Emilia 80, 27058 - Voghera Pubblicità - [email protected] Autorizz. del Tribunale di Voghera n. 177 del 03/10/2007 Collaboratori - Alessandro Quaglini, Alessio Alfretti, Corinne Friggi, Paolo Serini.

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Se il ComandanteFrancesco Schettino

diventerà un Vip ad affondareallora sarà l’Italia intera

di Andrea Pestoni

Premetto che non voglio fare nessuna disamina sul tragico incidente della nave concordia, specialmente dal punto di vista tecnico.

Non me ne intendo, non so nulla di navigazione e non vo-glio fare come tanta gente che improvvisamente diventa esperta e cerca di spiegare come sarebbe riuscita ad evitare la collisione con gli scogli, pur senza mai essere salita su una nave. Vorrei invece parlare del comandante Francesco Schettino. Ma non per evidenziare i suoi errori (ripeto, non ne sono in grado), per criticarlo o per dire che è una vergo-gna per l’Italia (preferisco allora parlare dell’equipaggio e di quegli eroi che hanno salvato delle vite). Vorrei invece fare un discorso in generale, proiettato verso il futuro. Mi spiego meglio. Nelle prossime settimane la Magistratura e un processo stabiliranno le colpe del co-mandante. Ci sarà un percorso giudiziario e probabilmente alla fine ci sarà anche una condanna. Ed è proprio dopo la (eventuale) condanna definitiva che inizia, oserei dire addirittura per l’Italia, un altro banco di prova importante. Forse il più importante.

Anzitutto vedremo se, dopo che alcune persone hanno per-so la vità, espierà tutta la sua pena, oppure se grazie ad un avvocato preparato ed alle leggi italiane tornerà libero in tempi relativamente brevi. Ma soprattutto vedremo se poi diventerà una sorta di per-sonaggio famoso ed inizierà a partecipare a diverse tra-smissioni televisive. Magari scriverà anche un libro oppure diventerà un opinionista (come ce ne sono tanti).Magari parteciperà al Grande Fratello, se ci sarà una pros-sima edizione (speriamo non all’Isola dei Famosi perchè altrimenti sarebbe una presa in giro troppo grossa).Magari sarà ospite a Porta a Porta o a Matrix. In tanti si contenderanno la sua prima intervista ufficiale. Tanti pa-parazzi lo seguiranno quando andrà in ferie (speriamo non in crociera) e magari qualcuno, trovandolo per strada, gli chiederà anche l’autografo.Se trasformeremo il comandante Francesco Schettino in una sorta di eroe nazionale e celebreremo un comandante che ha abbandonato la nave ad affondare, allora, sarà l’Italia intera.

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Twitto e Taggosono un Sindaco moderno

Internet ha ormai

lo stesso peso mediatico dei giornali

che stannolentamente mainesorabilmenteperdendo lettoria scapito della“grande rete”più immediatama soprattutto

gratuita

Itempi cambiano e nel giro di qualche anno anche la Comuni-cazione è stata oggetto di una vera

e propria rivoluzione. Molti politologi ed esperti in Comu-nicazione sostengono che, nel 2008, l’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America Barak Obama ha prati-camente vinto le elezioni grazie ad Internet. In realtà, però, la rivoluzio-ne della rete è cominciata molti anni prima, anche se è nel corso di questi ultimi cinque anni che ha iniziato a diventare veramente decisiva, con un impatto mediatico superiore addirit-tura a quello della carta stampata.Gli Stati Uniti, nelle tecnologie mo-derne, sono sempre un po’ più avanti, ma l’evoluzione è molto veloce e così anche l’Italia si sta adattando.Lo sa bene anche il sindaco di Voghe-ra, Carlo Barbieri, che fin dall’inizio del suo mandato (per la verità anche in campagna elettorale) ha puntato molto sulla “nuova comunicazione”, aprendo un proprio blog e soprattutto postando messaggi e notizie sui due principali Social Network della rete: Facebook e Twitter.L’attività di un Comune come Voghera (una città di media grandezza, la terza della Provincia di Pavia) è molto com-plessa. Può quindi succedere che chi è impegnato ad amministrare ha poco tempo per comunicare tutto ciò che fa. Non si tratta solamente di un’attività propagandistica, perchè molte volte

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Twitto e Taggosono un Sindaco moderno

Sono i Social Networkuna delle “armi segrete” della nuova comunicazione del Primo Cittadino

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riguarda anche la comuni-cazione istituzionale diret-ta ai cittadini. Anche se in questo caso il sindaco pre-feriesce utilizzare il portale comunale (indirizzo www.comune.voghera.pv.it). La comunicazione in Inter-net ha assunto un’impor-tanza fondamentale perchè anzitutto è immediata. Un esempio recente dell’uti-lizzo della rete per divulga-re in tempi brevissimi una notizia è stata in occasione dell’approvazione dell’ordi-nanza che vietava i botti di Capodanno. Grazie ai siti Internet ed ai Social Net-work, nell’arco di un paio di giorni, la notizia è arrivata a gran parte della popolazio-ne vogherese. “Da sempre sono appassio-nato di informatica - con-fessa il Sindaco di Voghera - E quindi è naturale per me, che utilizzo quotidiana-mente computer, iphone e ipad, avvalermi della comu-nicazione multimediale per illustrare e spiegare l’attività amministrativa mia e della Giunta Comunale”.Il primo cittadino pone anche l’accento su un altro aspetto molto importante, che riguarda sempre il rap-porto fra la comunicazione e l’attività amministrativa (o la politica più in generale). “In questo momento di grande disaffezione verso la politica Internet è uno strumento ancora più fon-damentale perchè raggiun-ge soprattutto i giovani, che sono una risorsa importante per la nostra società - pro-segue il sindaco Barbieri - Inoltre la rete permette di avere anche un rapporto diretto con i cittadini, che possono a loro volta inte-ragire con me. Credo che questa sia una vera e propria rivoluzione della Comuni-cazione, che è molto utile

Il Sindaco sul Webwww.carlobarbieri.orgSito Personale

www.facebook.com/carlo.barbieriPagina Facebook

twitter.com/#!/Carlo_BarbieriPagina Twitter

anche per chi ha l’onore e l’onere di amministrare la macchina pubblica”. E’ capitato spesso, in questi mesi, che il Sindaco abbia interagito via Internet con i propri cittadini, che anche attraverso la rete possono avanzare richieste, segnala-re problemi, inviare consigli o pareri personali. “Riuscire a rispondere tem-pestivamente ai cittadini consente di avere con loro un rapporto costuttivo - conclude Barbieri - Nei prossimi mesi la mia comu-nicazione multimediale ver-rà ulteriormente potenziata sia sfruttando sempre di più gli attuali canali di comuni-cazione, sia individuandone di nuovi in relazione all’evo-luzione del web. E’ proprio grazie ad Internet, infatti, se oggi i cittadini sono mag-giormente informati sull’at-tività dell’Amministrazione Comunale”. Un punto di riferimento in questo senso è anche il portale comunale, che viene periodicamente aggiorna-mento con la pubblicazione di atti, ordinanze e delibe-re e con la pubblicazione (prevista per legge) del co-siddetto albo pretorio in-formatico, che illustra tutti i provvedimenti approvati dal Comune. Una rivoluzione, quella del-la Comunicazione, che solo fino a pochi anni fa era dav-vero impensabile e che oggi è invece realtà.

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Un “poker” di opereper rilanciare Voghera

I tagli deitrasferimentistatali nonimpediscono al Comune

di razionalizzarele spese

e realizzareopere importanti

per il rilanciodella Città

e del territoriooltrepadano

Nonostante la crisi economica in corso ed i continui tagli dei trasfe-rimenti statali decisi dal Governo

Monti, il 2012 potrebbe essere l’anno dei lavori pubblici. L’Assessore alla Partita William Tura, in-fatti, sta valutando bene la situazione e po-trebbe giocarsi alcune carte importanti. In che modo? Utilizzando al meglio i fondi a disposizione per realizzare delle opere realmente necessarie e fondamentali per il rilancio della Città. Sul tavolo dell’Assessorato prima e della Giunta Comunale poi sono finiti quattro progetti strategici, che potrebbero davvero cambiare il volto della nostra Città.“In tutti questi mesi, oltre ovviamente a seguire con attenzione l’ordinaria ammini-strazione ed a portare a termine importanti progetti già iniziati in passato (su tutti la riapertura dopo decenni di palazzo Galli-ni), abbiamo cercato anche di stabilire quali fossero le opere più importanti da realizza-re anche a fronte delle difficoltà economi-che in atto”, premette l’assessore William Tura. Titolare di una delega cruciale per il rilancio della Città, ma anche difficilmente gestibile nel momenti in cui i fondi a di-sposizione sono “contati”, Tura ha dovuto fare un po’ come i capifamiglia, cercando di risparmare (dove possibile) e di investire i fondi esistenti in opere importanti. Par-lavamo di un “poker” importante di inter-venti. E’ lo stesso Assessore William Tura ad annunciare in anteprima quali saranno gli interventi vincenti che inizieranno il proprio iter nel corso del 2012.

“Saranno quattro le opere principali carat-terizzanti il 2012 - afferma l’assessore ai lavori pubblici - Il primo intervento che in ordine cronologico prenderà il via sarà il rifacimento di via Cavour, che andrà a completare il percorso viabilistico del co-siddetto “Asse Culturale Attrezzato”, dopo piazza Duomo, via Emilia e piazza della Liberazione. E’ un’opera che inizierà fra qualche mese per concludersi, ci auguria-mo, prima dell’autunno”. Tra le opere in fas di programmazione per il 2012 particolare attenzione è rivolta alla riqualificazione di piazza San Bovo con la realizzazione di un parco giochi. “Che an-drà ad eliminare in via definitiva il proble-ma dei bivacchi e dell’ordine pubblico, re-

stituendo a famiglie e bambini uno spazio pubblico importante in centro città”, assi-cura l’assessore Tura. Un progetto generale di riqualificazione di piazza Duomo, che prevede una manutenzione straordinaria di tutti i portici, con uno studio i lluminotec-nica e scelta di cromie per le tinteggiature atte a valorizzare al massimo i portici, con la collaborazuone anche dei soggetti pro-vati.Non verranno però dimenticate le zone periferiche. Un’opera tra tutte sarà la ri-qualificazione dell’area di via Bianchi che rappresenta un biglietto da visita per la nostra città per chi proviene dall’alta valle Staffora.Infine, non da meno, il 2012 sarà anche

VIA CAVOUR

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Un “poker” di opereper rilanciare Voghera

PIAZZA SAN BOVO

l’anno del Cavo Lagozzo. Il progetto ap-prontato e finanziato da Pavia Acque, ve-drà la decisiva collaborazione economica anche del Comune che consentirà di risol-vere, dopo diversi decenni, i problemi del quartiere di Medassino.“L’opera è davvero molto importante per-chè consiste nel raddoppio del collettore di strada del Postiglione e il potenzia-mento dell’impianto di depurazione con la progettazione definitiva della copertura della zona a cielo aperto del cavo Lagozzo. Sono decenni che i residenti di Medassi-no e del quartiere Ovest aspettano questa opera”. Oltre a queste opere l’assessorato ai lavori pubblici proseguirà anche l’ordinaria am-ministrazione quotidiana, che prevede la realizzazione di diversi interventi, a partire dal nuovo piano delle asfaltature.“Ci saranno poi altri interventi importan-ti anche sulle scuole cittadine - conclude William Tura - Dopo il positivo esperi-mento dell’impianto fotovoltaico sul tetto dell’edificio ex Maragliano, realizzeremo lo stesso progetto anche nell’edificio scola-stico di via Aldo Moro. Questa collabora-zione con Asm Spa consentirà di produrre energia pulita”.Il 2012 sarà anche l’anno decisivo per il castello Visconteo, che rimarrà aperto per due mesi grazie al completamento del-le opere impiantistiche, potendo ospitare mostre, convegni ed iniziative. Un segnale molto importante, per una cit-tà che vuole diventare la Capitale dell’Ol-trepo Pavese.

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L’IDENTIKITdell’intervistato

Nome: Emanuela

Cognome: Pastore

Età: 34 anni

Occupazione attuale: Imprendi-trice agricola

Squadra del cuore: Padania e Voghera calcio

Hobby preferito: Tennis

L’ultimo libro letto: Federalismo, devolutione secessione di F.M. Provenzano

La vacanza preferita: mare

Il piatto preferito: piatti tradizio-nale locale

Il politico che stimo: Umberto Bossi

Il politico che non mi piace: Casi-ni e Fini

A cena con: Luca Zaia (Gover-natore del veneto) e Angelo Ciocca (consigliere regionale della Lombardia)

In vacanza con: la mia famiglia

Il sogno nel cassetto: non si dice altrimenti non si avverano

Fatti una domanda: Maroni sarà mai il Presidente del Consiglio?

Datti una risposta: Spero che lo diventi molto presto

Prima il diploma in Ragioneria, poi la laurea in Giurispruden-za all’Università degli Studi di

Pavia. Emanuela Pastore, 34 anni, è il nuovo capogruppo consiliare della Lega Nord, uno dei principali partiti della coalizione che sostiene il sin-daco di Voghera, Carlo Barbieri. La consigliera leghista è alla sua prima esperienza politica e il consiglio comunale di Voghe-ra è senza dubbio un banco di prova importante. Alle spalle anche una candidatura alle elezioni provinciali del 2011, in occasione della quale ha ottenuto un’altissima per-centuale di voti al primo turno elettorale. Emanuela Pastore si divide fra la politica e il lavoro, che la vede quotidiana-mente impegnata come imprenditrice agrico-la (guida l’azienda di famiglia alla f r a z i o n e P r a g a -te di

Emanuela Pastoreil volto bello della politica

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Torrazza Coste) e collaboratrice pres-so lo studio legale del marito Roberto

Gavio. Emanuela Pastore ci conce-de una piacevole intervista attra-

verso la quale racconta impres-sioni, progetti e speranze di questa sua nuova esperienza politico-amministrativa.

Dott.ssa Pastore, come ci si sente ad essere con-sigliere comunale?

E’ senz’altro un’espe-rienza positiva e, visti che i miei impegni professionali, senza

dubbio impegnati-va. E’ la mia prima

esperienza po-litica ed è un

banco di

pro-va molto importante, che mi stimo-

la molto. La Lega Nord è una com-

ponente politi-ca importante

della maggio-ranza che

g o v e r n a Palazzo

Gou-nela

e

quindi sono fiera di essere la capo-gruppo di questo partito che si è sem-pre distinto per la sua fedeltà, il suo impegno ed i suoi principi.

Perché alla sua prima esperienza politica ha scelto proprio la Lega Nord?

Ho deciso di scegliere la Lega Nord perché è il movimento politico che più rappresenta e sintetizza il mio modo di vedere le cose. Dal punto di vista politico, la Lega rappresenta i miei ideali e soprattutto è un partito che si occupa concretamente dei problemi e li risolve. La demagogia la lasciamo agli altri, noi cerchimo sempre di oc-cuparci di tematiche che siano sentite dalla gente e dal nostro popolo.

Posso darti del Tu? Qual è l’aspetto che più ti piace dell’essere consiglie-re comunale?

Certo che mi puoi dare del tu. Di aspetti ce ne sono tanti, ma quello che più mi da soddisfazioni è poter aiuta-re la gente. Credo che più di un im-pegno il consigliere comunale sia una missione, che ti da la possibilità di renderti utile, di risolvere problemi e di proporre e realizzare progetti tesi a migliorare la nostra bella città. Credo che il contatto quotidiano con la gente sia molto importante per individuare le problematiche da risolvere. Questa è una delle caratteristiche principali del nostro movimento politico: sta-re in mezzo alla gente ed ascoltare le loro istanze.

In questo momento c’è una grande

disaffezione verso la politica in ge-nerale. Perché non provi a convince-re almeno uno dei nostri navigatori ad impegnarsi in Politica….

Per cercare di convincere qualcuno ad impegnarsi in politica posso dire per-ché io ho deciso di farlo. Oltre ad ave-re l’opportunità di aiutare la gente e di migliorare la città in cui si vive, c’è alla base una grande passione. Inoltre io credo che sia troppo semplice, soprat-tutto in questo momento, denigrare la politica. Criticare è sempre facile. Molto più difficile, ma anche molto più costruttivo, è invece impegnarsi concretamente in politica per miglio-rare le cose. Ma sono convinta che sia la cosa giusta da fare.

In questa prima parte di manda-to elettorale, quali sono stati i tuoi principali impegni e quelli della Lega?

Anzitutto vorrei evidenziare una delle principali caratteristiche della Lega Nord in consiglio comunale. E cioè la coesione di un partito che si basa principalmente sulla condivisione delle idee. Le strategie da adottare in consiglio vengono pianificate e una-nimente condotte da tutto il gruppo, senza spaccature o azioni solitarie. Detto questo, nel corso di questi mesi la Lega ha preferito condurre delle battaglie concrete su temi molto im-portanti. Non starò a fare un elenco ma citerò quelle più emblematiche. Già in campagna elettorale, ad esem-pio, abbiamo preteso che venissero apportare delle modiche sostanziali al progetto del cosiddetto Parco del Baratta, con l’obiettivo di tutelare maggiormente l’ambiente ed evitare una cementificazione selvaggia. Poi ci siamo battuti contro la costruzio-ne di una centrale a sorgo alle porte di Voghera, perché pensiamo che sia un progetto che non apporti nessun beneficio al territorio. Poi ci siamo battuti e ci battiamo quotidianamente per gli argomenti che ci stanno a cuo-re, come la sicurezza, il commercio, lo sport e il rilancio della nostra città.

Andrea Pestoni

Emanuela Pastoreil volto bello della politica

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Potenziata la sorveglianza

con l’entrata in funzione

delle telecamereanche alla

caserma dei Carabinieri

che ora sono collegati come

la Poliziaal Comando

dei Vigili

di Andrea Pestoni

E’stato un anno intenso di la-voro quello della Polizia Lo-cale. I dati del 2011, illustrati

dal comandante Giuseppe Calcaterra durante la festa di San Sebastiano, hanno evidenziato l’immensa mole di lavoro del comando di corso Rosselli.

VIGILI… IN PRESTITO – “Nel 2011 la nostra attività, caratterizzata per la costante presenza sul territorio cittadino, si è sviluppata sugli ordi-nari canoni di intervento: controlli antidegrado, stradale, commerciale ed edilizio. Inoltre da ottobre a dicembre abbiamo prestato servizio anche nel Comune di Retorbido – spiega il co-mandante Calcaterra - Questa azione di contrasto si è concretizzata con la denuncia di 8 persone per guida in stato di ebbrezza, 3 per omissione di soccorso, 2 per guida senza patente, 3 per furto, 1 per danneggiamento, 1 per oltraggio a pubblico ufficiale e 1 per omessa indicazione delle proprie generalità e con l’arresto di una per-sona per furto. I fermi e i sequestri amministrativi di veicoli per violazio-ni al codice della strada sono aumen-tati a 60 unità”.

CONTROLLI NELLE PIAZZE -

A causa del perdurare dei fenomeni di disagio nelle piazze cittadine per la presenza di persone ubriache o che per l’atteggiamento tenuto che pro-vocano un forte senso di insicurezza nella popolazione escludendo di fatto anziani e bambini dalle piazze, si sono mantenuti i presidi e i pattugliamenti delle stesse, in particolare della piaz-za San Bovo. Si è realizzato anche un deciso intervento in via Volturno per contrastare la presenza di mendicanti e questuanti al parcheggio dell’ospe-dale.

AMPLIATA LA VIDEOSORVE-GLIANZA – “Per quanto riguar-da la sicurezza urbana è proseguito

Prevenzione e SicurezzaIl 2011 della Polizia Locale

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l’impegno in collaborazione con il Commissariato di P.S., Carabinieri e Finanza, impegno che si è tradotto in azioni di diversa natura: dai control-li notturni mirati a verificare la pre-senza di extracomunitari clandestini ospitati in abitazioni private, al con-trasto durante la fiera dell’Ascensio-ne della presenza di venditori abusivi, di ladruncoli e di truffatori nell’area fieristica, al monitoraggio del terri-torio comunale per prevenire l’arri-vo e lo stanziamento di nomadi non autorizzati ed eventualmente il loro allontanamento, al controllo dei giar-dini rionali per prevenire fenomeni di disturbo e di danneggiamento – pro-segue il Comandante - E’ stato am-pliato il sistema di videosorveglianza con l’installazione di nuove telecame-re. Da rilevare il collegamento della nostra centrale di videosorveglianza con la sala operativa della compagnia carabinieri che ha subito portato ri-sultati concreti nel reprimere azioni illecite”.

GLI AGENTI PREMIATI – Dopo la cerimonia, il sindaco Carlo Barbie-ri, l’assessore alla sicurezza Vincenzo Giugliano e il comandante Giuseppe Calcaterra hanno premiato alcuni agenti che si sono distinti nel corso del 2011. Sono stati premiati il Com-missario Gianluigi Algeri, il commis-sario aggiunto Graziano Draghi, gli agenti Claudio Negri, Enrico Massa e Valerio Milanesi.

Prevenzione e SicurezzaIl 2011 della Polizia Locale

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La Virgilio era presidente del SudAntenne telefoniche

se ne parla da anni...

Con l’installazione dell’ultima antenna telefonica e la nasci-ta di un Comitato a Voghera

si torna a parlare dell’inquinamento elettromagnetico. Ai meno atten-ti potrebbe sembrare una battaglia dell’ultima ora, ma non è così perchè di antenne, a Voghera, se ne parla già da molti anni. Anche quando Simona Virgilio, ora consigliere del Pdl, non sedeva ancora nei banchi di palazzo Gounela ma si occupava, in veste di presidente, del quartiere Sud. “Di antenne se ne parla già da molti anni e l’ultima raccolta firme del Co-mitato non è certo la prima - ricorda Simona Virgilio - Quando ero Presi-dente del Quartiere Sud ho condotto delle vere e proprie battaglie contro il proliferare delle antenne telefoniche, non senza attirarmi delle critiche o delle polemiche. Alla luce di quanto sta succedendo oggi, però, sono fiera di essermi occupata anche all’epoca di questo problema”. Il problema delle installazioni delle antenne di telefonia mobile non ri-guarda solo Voghera ma tutte le Città

di media grandezza e deriva princi-palmente dalla necessità, da parte delle compagnie telefoniche, di co-prire con il segnale tutto il territorio.Le grandi compagnie telefoniche, pur dovendo rispettare le regole fissate sia a livello nazionale che dai singoli enti locali, possono comunque contattare direttamente i proprietari privati dei terreni per chiedere loro, in cambio di un affitto, di poter posizionare l’an-

tenna. Accade anche con i condomini e gli edifici privati. E succede spesso che i proprietari diano il via libera ai gestori telefonici. “Quello del proliferare delle anten-ne telefoniche è un problema molto sentito dalla cittadinanza - spiega an-cora il consigliere Virgilio - Quando ero presidente del quartiere Sud, ma ancora adesso che sono consigliere comunale, sono molto attenta a que-sto problema, perchè ciò che mi sta più a cuore è la salute ed il benessere dei cittadini. Per questo motivo sono sempre stata contraria al posiziona-mento delle antenne nelle zone resi-denziali ed ho sempre chiesto a tutti gli operatori il rispetto delle leggi e

“ “Anche allora i Comitatiraccoglievanole firme

dei regolamenti comunali”.Va purtroppo detto però che quando una compagnia telefonica rispetta, appunto, tutti i regolamenti è presso-chè impossibile vietargli di installare un’antenna telefonica, anche se un nuovo regolamento potrebbe indurle a scegliere prevalentemente le zone non residenziali della Città, optando su terreni che si trovano nei confini o nelle periferie.

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La comunità RUMENA“conquista” Voghera

Voghera è sempre più una Città multietnica. Il numero degli stranieri residenti in Città au-

menta sempre di più. Un aumento fi-siologico, come avviene anche in altre Città, dettato anche, nel corso dell’ul-timo anno, dalle insurrezioni popolari che hanno provocato la fuga in massa di molti abitanti dei paesi nordafrica-ni. Nonostante l’arrivo di diversi im-migrati (sono state comunque poche le decine di libici ospitati nelle strut-tura cittadine per tramite della caritas e delle associazioni umanitarie), a fare la “parte del leone”, con un forte au-mento demografico, è la comunità ru-mena cittadina.Rispetto al passato e nel giro di qual-che anno il numero di rumeni presen-ti in Città è diventato infinitamente superiore rispetto a quello di tutte le altre etnie. Un numero paragonabile a un paese di piccola grandezza dell’Ol-trepo Pavese.I rumeni presenti a Voghera, infatti, sono ben 1.214 (658 maschi e 556 femmine), con un aumento di alcune centinaia di unità ogni anno.Si tratta di una Comunità in gran par-te integrata e questo numero riguar-da tutti quegli stranieri regolarmente iscritti all’Ufficio Anagrafe.La seconda comunità straniera mag-giormente presente in Città è invece quella degli Albanesi, che però è in numero nettamente inferiore rispetto ai rumeni. Sono inscritti all’anagrafe vogherese 582 cittadini albanesi (293 maschie 289 femmine). A differenza dei ru-menti, questo dato, da diversi anni a questa parte, è rimasto più o meno simile. Come quello della comunità marocchina, che fa registrare 560 resi-denti (248 machi e 312 femmine).Con 422 residenti, al quarto posto di questa “classifica”, ci sono invece gli Ucraini. Fra i cittadini stranieri residenti in cit-tà vi sono etnie provenienti da tutto il mondo. La quinta comunità presente è quella

di Andrea Pestoni

cinese con 162 unità. Anche se sono proprio i cinesi, pur essendo in un numero inferiore rispetto alle prime quattro comunità, ad aver acquistato il maggior numero di esercizi commer-ciali (bar e negozi) presenti in Città. Nutrita anche la presenza equadoria-

na, con 160 cittadini iscritti all’ana-grafe vogherese. In numero inferiore, spesso sotto le centinaia di presenze, troviamo poi tutte le altre etnie del mondo, da quel-le sudamericane e quelle europee, fino alle altre comunità asiatiche.

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La comunità RUMENA“conquista” Voghera

Diverso è invece il discorso sugli im-migrati clandestini. Il numero dei residenti stranieri “uf-ficiali” presenti in città è quello regi-strato dall’Ufficio Anagrafe e si tratta di residenti con famiglia al seguito che hanno per lo più un lavoro regolare e

si sono inseriti nella comunità voghe-rese. Per quanto riguarda invece gli im-migrati clandestini il discorso è assai diverso, perchè non risultano iscritti all’Ufficio Anagrafe e molte volte non hanno nè una dimora fissa nè soprat-tutto un lavoro. Da qualche anno a questa parte l’as-sessorato alla Sicurezza del comune di Voghera sta conducendo una dura battaglia contro gli immigrati clande-stini andando anche a controllare, in-sieme alle altre forze dell’ordine, tutti i

proprietari di immobili che affittano i nero i loro locali agli extracomunitari clandestini. Un’operazione che ha già dato i pri-mi frutti ed ha permesso di esplellere molti irregolari presenti sul territorio.Riguardo al prossimo anno, come già accade da un decennio a questa parte, il numero di stranieri regolarmente iscritti all’anagrafe dovrebbe aumen-tare ancora. Un po’ come accade anche in tutte le altre città italiane, che devono fare i conti con l’immigrazione.

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Cover Story

di Alessandro Quaglini

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25della VITA

La Forza

La stupenda favola di Luca

Colpito da un male incurabileè riuscito a guarireed ora è una promessadel calcio rossonero

Una storia che è un inno alla vita e può rappresentare un insegnamento per tante per-

sone che si trovano di fronte ostacoli, all’apparenza insuperabili, ma con la forza di volontà si può vincere qualsia-si battaglia. Anche quelle più dure. Come dimostra la vicenda personale di Luca Bernini. Luca è un ragazzo di 19 anni, ma ha la maturità e il caratte-re forte di un uomo, anche per le vi-cissitudini che la vita gli ha riservato. In questo suo racconto, per fortuna a lieto fine, si può intuire il grande amo-re per la vita di un ragazzo che è tor-nato a rivedere la luce, anche se dentro di sé ,quella luce c’è sempre stata. L’incubo di Luca prende forma il 29 giugno del 2010. “Mi sveglio alla mat-tina e faccio una fatica incredibile a respirare, sento un forte dolore al pet-to, come se avessi un macigno. Mia mamma e, devo ammettere che io non lo avrei mai fatto, decide di portarmi al Pronto Soccorso per capire da cosa

possa derivare questo malessere”. Luca racconta tutto con precisione e grande lucidità, e in qualche passaggio, lascia trasparire l’emozione per una storia davvero profonda e toccante. “Al Pron-to Soccorso la diagnosi parla di un linfoma di “Hodgkin” e dopo la visita, mi dicono di andare a Pavia per esami più approfonditi. La cosa strana è che questo genere di linfoma si presenta di solito con sintomi come prurito, sudo-razione elevata, stanchezza frequente, ma a me non era successo nulla di tut-

to questo”. Dopo questa diagnosi, è come se a Luca crollasse il mondo ad-dosso: “E’ stato un fulmine a ciel sere-no, è successo tutto due giorni dopo la festa dei coscritti. Sinceramente non avevo realizzato bene quello che mi stava succedendo, ma vedevo i miei genitori che stavano male e di conse-guenza la vivevo male per loro. Per mio papà in particolare è stata davvero una batosta: lui ha sempre creduto in me , anche per il calcio”. La lotta con-tro questo tumore localizzato sopra il polmone costringe Luca a dieci giorni di ricovero a Pavia, poi arriva la parte più difficile con le sedute di chemioterapia:”A Pavia ho conosciuto

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un ragazzo di Rivanazzano mio coeta-neo, Nicola Saccomani, che mi ha aiu-tato tanto. Per me era una cosa nuova questa situazione e lui , con frasi sem-plici, mi ha spiegato cosa fosse la che-mioterapia e mi è stato tanto vicino. Lui aveva una forma più grave di ma-lattia, poi si è ammalato di leucemia e purtroppo non ce l’ha fatta. Non ci siamo mai frequentati al di fuori dell’ospedale, ma per quello che ha passato e per quanto ha lottato, non è giusto che Nicola se ne sia andato cosi”. Qui lo sguardo di Luca si intri-stisce: ha passato sulla sua pelle certe sofferenze e sa benissimo quanto sia pesante per un ragazzo di questa età , “anche se io , nel periodo della che-mioterapia, ho sempre fatto le cose di un ragazzo normale: ho proseguito con la scuola, mi divertivo con gli ami-ci, sono andato al mare e uscivo a bal-lare , l’unica cosa a cui ho dovuto ri-nunciare forzatamente è stata il calcio. Al sabato però andavo a vedere i miei compagni della juniores e alla dome-nica le partite del Voghera e non ti dico quanto soffrivo a stare in tribuna e a non poter essere la con loro in campo”. La fase più brutta della ma-lattia è stata certamente quella della chemioterapia, seguita per 4 mesi:”Non ho mai provato una cosa del genere. Mi portavano a Pavia e già stavo male al momento di salire in macchina, poi quando arrivavo all’ospedale sentivo questo odore di farmaci che impre-gnava le pareti della sala e mi veniva da vomitare. Poi l’ago nel braccio e la flebo, a cui reagivo malissimo. Non auguro a nessuno di star cosi male, era un continuo vomitare”. Luca racconta cosi il suo stato d’animo durante que-sto periodo infernale:”Pensavo di vi-vere giorno per giorno e devo ringra-ziare tanto i miei genitori e mia sorella che mi hanno dato tanto forza e i miei amici, che mi sono sempre stati accanto. Ero sempre con loro, avevo bisogno della loro compagnia per sfogarmi e pensare ad altro, in modo da non soffermarmi troppo sul-la malattia. Certo c’erano dei segni come i buchi sulla pelle per le flebo che mi iniettavano e la perdita dei ca-pelli dovuta alle sedute di chemiotera-pia che mi facevano stare male”. Dopo la chemioterapia, Luca si è sottoposto

ad alcune sedute di radioterapia, per un mese e mezzo, dopo di che , lenta-mente , ha avvertito importanti segni di miglioramento:”Diciamo che mi rendevo conto che il peggio era passa-to, il giorno in cui ho iniziato a stare meglio è stato il 5 novembre del 2010, quando mi sono sottoposto all’ultima seduta di chemioterapia. E’ stato un lento ritorno alla normalità, a febbraio 2011 ho provato anche a ricominciare con il calcio, ma ho affrettato un po’ i tempi. La radio terapia è come se mi avesse “bruciato” un polmone, quindi respiravo e si infiammava. Risultato: sono stato fermo un mese e mezzo con la broncopolmonite”. Per il calcio c’era ancora da attendere, ma la sfida più tosta con il tumore, Luca l’ha vinta , grazie anche al suo carattere:”Lo dico sempre , ho la fortuna di avere un ca-rattere forte e deciso, altrimenti sareb-be stato difficile passare certi momen-ti. Ora , guardandomi indietro, posso dire che questa esperienza mi ha fatto

crescere tantissimo e mi ha migliorato tanto dal punto di visto umano. E’ proprio vero che anche dalle esperien-ze più tragiche, si può imparare qual-cosa. Ora guardo la vita sotto un altro punto di vista, do importanza alle pic-cole cose, anche quelle che possono sembrare insignificanti per molti e cerco di godermi ogni momento. Que-sta vicenda poi ha accentuato un lato del mio carattere che ho sempre avuto, l’altruismo e la generosità e se posso aiutare qualcuno o dare qualche consi-glio ai miei amici , lo faccio sempre. Quando per esempio capita che qual-cuno litighi con la ragazza o si arrabbi per qualsiasi cosa, li invito a non pren-dersela troppo e gli ricordo che i veri problemi della vita sono altri”. A pro-posito di ragazza, nel momento più brutto della malattia, Luca aveva ac-canto una ragazza che poi ha preferito prendere un’altra strada:”Mi ero lega-to tantissimo a lei e quella è stata un’altra dura botta per me. Pensavo

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davvero potesse diventare la donna della mia vita e non lo dico come po-trebbe dirlo un ragazzo di 18 anni che si illude. In lei vedevo una ragazza educata, bravissima , per me era spe-ciale e sinceramente mi aspettavo che potesse stare al mio fianco e mi soste-nesse in quel momento, invece ha pre-ferito fare un’altra scelta. Confesso che, per qualche mese questa delusio-ne mi ha ferito molto, poi con il tem-po ho metabolizzato e grazie alla vici-nanza dei miei amici, ho superato anche questa”. Un altro aiuto per Luca nei giorni bui della malattia è arrivato dalla fede:”Io son sempre stato cre-dente, anche se non ho mai frequen-tato la chiesa con assiduità e so benis-simo che è sbagliato aggrapparsi alla religione quando si sta male, però devo dire che questa esperienza che ho vis-suto mi ha cambiato la vita e ha cam-biato anche il mio rapporto con la fede. I miei genitori hanno fatto il giro di tutti i santuari e tanti amici hanno

pregato per me. Ho saputo anche di amici dei miei genitori che sono anda-ti a Lourdes e in pellegrinaggio da Pa-dre Pio per me, poi mi sono state do-nate tante immagini sacre, collane, statuine e le tengo tuttora. Anche que-sta dimostrazione di affetto da parte di tanta gente mi ha aiutato a non ar-rendermi”. I ringraziamenti in questi casi sono molteplici,Luca menziona alcune persone che gli hanno dato grande sostegno:”La famiglia e gli amici di sempre in particolare, poi vo-glio ringraziare Davide Casella, che è stato mio allenatore per diversi anni a Voghera e mi allenava nella juniores del Voghera quando si è manifestata la malattia, poi Enzo Bonamino e tutti i miei compagni di squadra. Un sentito e doveroso ringraziamento va anche ai medici del San Matteo di Pavia, dove si può dire che ho trovato un’altra fa-miglia. Mi hanno aiutato tanto a non farmi pensare alla malattia, scherzava-no con me e mi facevano parlare di

tante cose della mia vita. Uno può pensare che il medico faccia il suo do-vere e basta, invece ho avuto la fortuna di conoscere delle persone fantastiche e gli sarò sempre grato”. Luca ora ha ripreso a giocare a calcio e da un mese e mezzo si allena con la prima squadra del Voghera, con cui debuttò nell’ulti-ma di campionato della stagione 2009-2010 a Solbiate con mister Se-condini in panchina:”Non ho più il fisico di prima e ci metto un po’ a rom-pere il fiato, poi stando fermo un anno, anche la postura ne ha risentito e mi capita di avere problemi di vario tipo, come dolori alla schiena e acciacchi. Il mio sogno è quello di entrare a far parte della prima squadra, sono qui a Voghera da 8 anni e spero di coronare questo sogno”. Auguriamo a Luca con tutto il cuore di realizzare questo e al-tri sogni: dopo quello che ha passato, un ragazzo con la sua volontà di ferro e la sua generosità merita tutto il me-glio dalla vita.

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Made inVOGHERA

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L’inizio della carrieraproprio nella nostra Cittàquando fin da piccoloimparò l’arte della sartoria

Valentino, un vogherese DocLa storia del più

grande sarto mondiale

Poche Città in Italia, se non nel mondo, possono vanta-re il prestigio di annoverare

fra i propri cittadini uno dei per-sonaggi più importanti della storia del ventesimo secolo. Voghera può fregiarsi di questo invidiabile pri-mato perché l’11 maggio del 1932, nel centro iriense, nacque Valenti-no Clemente Ludovico Garavani, universalmente conosciuto come Valentino. Il rapporto tra Valentino e la sua Città natale è un po’ tem-pestoso, come quelle storie d’amore che vivono alti e bassi ma che sono destinate a non finire mai. Fin da giovanissimo è stato attirato dal mondo della moda, in un’epoca a cavallo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Come tutte le altre città italiane, anche Voghera viveva un periodo particolarmente diffici-le, sia dal punto di vista economico che sociale. Un guerra era appena trascorsa ed un’altra sarebbe arriva-ta da li a poco (anche se ovviamente nessuno poteva saperlo). Valentino, come dicevamo, fin da giovanissi-mo attratto dal mondo della moda e dalla creatività sartoriale, frequenta una Scuola di Figurino a Milano e contemporaneamente studia fran-cese alla Berlitz School e viaggia all’estero, trascorrendo un lungo periodo a Parigi. Studia stilismo all’Ecole de La Chambre Syndaca-le. A Voghera Valentino Garavani ha vissuto i suoi anni adolescenzia-le ma soprattutto ha iniziato ad im-parare i rudimenti di quella che poi sarebbe la sua missione. Voghera è stata da sempre una città di grande tradizione sartoriale e Valentino ha potuto così frequentare sia gli ate-lier sia i laboratori artigianali della nostra città. Poi, dopo aver frequen-tato le prime scuole specializzate, lo stilista vogherese ha iniziato a partecipare a prestigiosi corsi esteri. Negli anni cinquanta, dopo esser-si fatto notare partecipando a un importante concorso, entra come collaboratore nella Casa di Moda di Jean Dessès e nell’atelier di Guy Laroche. Nel 1959 apre il suo ate-lier a Roma in via Condotti e nel 1960 inizia la sua collaborazione con Giancarlo Giammetti che se-

guirà lo sviluppo del suo marchio. Una curiosità: nel corso di una va-canza a Barcellona, invece, scopre il suo amore per il rosso. Da questa folgorazione nascerà il suo famoso “rosso Valentino”, peculiare per il suo essere cangiante fra le tonalità dell’arancio e del rosso vero e pro-prio. Raccontata così è un riassunto puramente biografico degli inizi di Valentino, che lo porteranno qual-che decennio dopo ad essere uno dei più importanti stilisti del mon-do. Ma sono anche anni fatti di fa-tiche, di sacrifici, di speranze e di una grande scommessa che alla fine è stata meritatamente vinta.

Il rapporto fra Valentino e Voghe-ra, come dicevamo all’inizio, non è stato dei più facili. Valentino ha la-sciato quasi subito l’Oltrepo Pave-se, per frequentare corsi e scuole in Italia e in Francia. Un altro punto di “attrito”, che ha spinto lo stili-sta vogherese a rimanere per molti anni lontano dalla sua città d’origi-ne, è stato lo scetticismo della po-polazione iriense nel seguire i primi passi di Valentino nel mondo della moda, anche se fra gli anni Trenta e Cinquanta i maschi che si dedicava-no ad una professione come quella della sartoria erano davvero pochi. Ma la verità è che il successo per

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Valentino Garavani è arrivato quasi subito ed è stato immediatamente mondiale. Nel 1967, a soli 35 anni, gli viene conferito a Dallas il Pre-mio Neiman Marcus, equivalente, nel mondo della Moda, all’Oscar cinematografico. In questo stesso anno disegna le divise per gli assi-stenti di volo della Twa e presen-

ta la prima collezione Valentino Uomo. Nel 1968 inizia ad usare come griffe la celebre “V”, e, ormai parte del gotha degli stilisti, crea l’abito da sposa per le nozze di Jac-queline Bouvier con Onassis. Dagli anni settanta in poi Valentino veste le donne più famose del mondo ed apre boutiques a New York, Pari-gi, Ginevra, Losanna, Tokyo. Viene creato anche un profumo che porta il suo nome. A partire dagli anni Settanta arrivano anche prestigio-si riconoscimenti istituzionali. Nel 1971 è ritratto dal pittore ameri-cano Andy Warhol. Nel 1985 rice-ve dal Presidente della Repubblica la decorazione di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito, nel 1986 il titolo di Cavaliere di Gran Croce, nel 1996 è nominato Cavaliere del Lavoro; nel luglio 2006 gli viene conferita la Légion d’honneur, la più alta onorificenza della Repubblica Francese. La data che però tutti i vogheresi, al-meno quelli di alcune recenti gene-razioni, hanno ancora bene impressa nella mente è il mese di settembre del 1987. Valentino torna a Voghe-

ra e lo fa con una grande sfilata in piazza Duomo. Negli anni Ottanta lo stilista vogherese è al top della sua fama mondiale. Nel 1984 Valentino festeggia i suoi 25 anni di attività. Gli viene tributato un riconoscimen-to ufficiale dal Ministero dell’Indu-stria. Nel 1985 il suo primo progetto espositivo: l’Atelier delle Illusioni. Una mostra al Castello Sforzesco di Milano. Nel 1990 con l’incorag-giamento anche di Elizabeth Taylor, fonda L.I.F.E. (Lottare, Informare, Formare, Educare). Un’associazione destinata a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di raccolta di fondi per aiutare concretamente i bambini malati di Aids. Quella sera tutta Voghera si è riser-sata in piazza Duomo per assistere alla sfilata del proprio profeta. Va-lentino Garavani, lo stilista più fa-moso del mondo, è tornato nella sua Voghera. Proprio da dove era parti-to cinquantacinque anni prima. Per conquistare il mondo della moda e il cuore dei vogheresi, che non dimen-ticheranno mai più di essere stati per un giorno la capitale mondiale del Pret a Porter.

Nel 1987Valentino

tornò nella“sua” Voghera

e fu protagonistadi una grande serata di moda

che culminòcon un sfilatamemorabile

in piazza Duomocon migliaiadi spettatori

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Una piacevole novità a VogheraMaison de Poupettefashion d’Oltralpe

Uno scorcio di Francia a Voghera. In pieno cen-tro. Quello stesso centro

storico che per la giovane e bella Cecile Marie Caia è stato un col-po di fulmine. “Mi sono subito in-namorata del Duomo”, confessa. E così ha deciso di aprire la “Maison de Poupette”. Cecile Marie Caia, pur essendo giovane, ha già un’importante esperienza nel mondo della moda. Ha lavorato per impor-tanti Maison francesi e italia-ne (a Mi-la-no, ca-

pitale della moda del Belpaese). E ha deciso di portare la sua espe-rienza e soprattutto i suoi capi di altà qualità nella nostra città. Già perché la “Maison de Poupette” è un negozio veramente particolare. Oltre alla solarità della titolare, la merce in vendita (si tratta di ab-bigliamento femminile) è davvero degno dell’alta moda parigina,

ma con una peculiarità: i prezzi altamente concorrenziali. “Non solo i nostri capi d’abbiglia-mento sono selezionati in base alle esigenze dei nostri clienti ma, come puoi vedere, la dispo-sizione è simile a quella di una

stanza qualunque, perché voglio dare l’idea alla gente di trovarsi a scegliere il loro capo preferito come se fossero a casa propria – spiega Cecile – Qui si può trovare di tutto: pantaloni, giacche, vestiti, piumini, maglie e tutti gli accesso-ri alla moda. Il negozio è aperto da una decina di giorni, ma sono già molto contenta perché ho avuto già dei responsi positivi”. Davvero una duplice grande sfida quella di Cecile: aprire un negozio in questo periodo di crisi e proporre la sua idea di moda nella città di Valentino, uno dei più grandi di sempre.

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E’ nata una nuova associazione

Oltre la Valle, fare sistema per il territorio

L’idea è semplice. Andare oltre la solita Pro Loco e costituire un gruppo di lavoro per il rilancio

di un intero territorio. Oltre La Valle è l’associazione nata alcuni mesi fa in Valle Schizzola grazie alla felice intuizione di un gruppo di giovani appassionati della loro terra. Il sodalizio, che rappresenta la Valle Schizzola con i Comuni che ne fanno parte (Rocca Susella, Borgo Priolo, Tor-razza Coste, Fortunago, Montebello della Battaglia e Montesegale) ha esordito gio-vedì 8 dicembre 2011 con un concerto alla chiesa di Pragate e l’inaugurazione della sede a Schizzola.I fondatori sono partiti dal presupposto che il territorio della Valle, che si affaccia sul Casteggiano, è omogeneo per orogra-fia, storia e cultura. Da Montebello della Battaglia, su fino a Fortunago, quest’area che si snoda attorno all’omonimo torren-te ha tanto da raccontare. Un tempo terra di castelli, ve n’erano diversi, ha in seguito dato spazio all’agricoltura e oggi punta sul turismo-enogastronomico.I soci fondatori condividono la passio-ne per quest’area di prima collina che si estende dal Comune di Fortunago sino a Montebello. Assieme hanno deciso quin-

di di creare un progetto sociale innovativo finalizzato alla salvaguardia e alla valoriz-zazione della cultura, delle tradizioni, del-la natura e dei prodotti del territorio della Valle Schizzola e delle aree limitrofe.Ma i giovani che hanno pensato Oltre la Valle intendono valorizzare ogni aspetto, con un lavoro paziente e metodico. In fon-do alla Valle Schizzola non manca proprio nulla: ci sono vestigia storiche, come il bel castello di Stefanago, un ambiente natu-rale salubre dove terreni agricoli e boschi intonsi si alternano con grazia, vie di co-municazione comode e una ricettività svi-luppata: ristoranti e agriturismi non man-cano, così come si possono trovare aziende che da sempre vendono direttamente al consumatore, secondo il principio “chilo-metri zero” oggi tanto in voga.Dopo l’incoraggiante esordio di dicem-bre, ora il gruppo già pensa alle attività del 2012, con tante idee e sorprese in serbo. Di certo l’inizio è stato sotto i migliori auspici. Al duplice evento erano presenti il vescovo di Tortona Martino Canessa, i sindaci Pierluigi Barzon di Rocca Su-sella, Andrea Giganti di Borgo Priolo ed Ermanno Pruzzi di Torrazza Coste, oltre ad altre autorità e a tanta gente comune che ha voluto condividere l’inizio di que-sta nuova esperienza. A Pragate il coro degli Alpini “Amici della montagna” ha

ravvivato la messa con i suoi classici canti, mentre all’ex scuola di Schizzola il vesco-vo ha impartito la benedizione alla neona-ta sede, dove c’è stato anche un rinfresco offerto dagli abitanti della Valle.L’associazione si propone come elemento di contatto tra iniziativa imprenditoria-le privata e tessuto politico locale. Punta quindi a sviluppare una collaborazione non soltanto con i Comuni, ma anche con le varie associazioni (come le Pro Loco) che li animano. Attraverso questa sinergia il gruppo intende operare su diversi fron-ti, all’insegna della promozione eno-ga-stronomica e della pubblicità territoriale: dall’organizzazione di eventi nel territorio, a corsi di cucina tipica, serate degustazio-ne, corsi di sommelier, mostre fotografi-che, organizzazione di escursioni e attività sportive, mercatini “chilometri zero”. Oltre la Valle cercherà inoltre di rappre-sentare un punto concreto di aggregazio-ne delle persone sul territorio, grazie an-che alla sua nuova Sede nei locali dell’ex scuola pubblica di Schizzola. Messa a di-sposizione dal Comune di Borgo Priolo, ha ampi spazi e un comodo parcheggio. Senza dimenticare che il recupero di que-sta vetusta struttura da anni inutilizzata è un primo passo verso la concretizzazione degli obiettivi dell’associazione, che è ri-uscita a restituire ai cittadini un edificio pubblico della Valle, altrimenti abban-donato a se stesso. L’obiettivo dei soci è di andare oltre la sede istituzionale e fare dell’ex scuola un vero e proprio luogo di aggregazione per eventi, oltre che un info point, rivolto sia ai residenti che ai turisti.Il gruppo dirigente di Oltre la Valle, com-posto da giovani residenti in Val Schizzo-la (fra gli altri: Michela Anselmi, William Tura, Marco Bertelegni, Iacopo Baruf-faldi, Tullio Benenti, Cristiano Battaggi, Cosimo Santoro, Giovanni Portinari) capeggiati dal presidente Luca Cantoni, ringrazia tutti coloro che hanno collabo-rato nella realizzazione di questo impor-tante appuntamento e invitano chiunque fosse interessato, a partecipare agli eventi in programmazione per il 2012. Mentre assaporano il successo del loro pri-mo evento, i soci di Oltre la Valle stanno già definendo il calendario degli appunta-menti del 2012. Nel frattempo chi voles-se sapere di più sull’attività del sodalizio può visitare il sito www.oltrelavalle.com, oppure contattare il gruppo all’indirizzo [email protected]

di Alessio Alfretti

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Centro DentistiCo san GiorGio

intervista Con il Dott. riCCarDiD Su cosa si basa principalmente il rapporto fra Denti-sta e Paziente?

R La reciproca fiducia e la chia-rezza nell’esporre le problematiche ai pazienti sono i prin-cipali aspetti che caratterizzano un

rapporto positivo e costruttivo fra dentista e pazien-te. E’ importante, inoltre, anche essere molto chiari quando il potenziale paziente chiede il preventivo correlato alle sue problematiche, per evitare che tro-vi delle spiacevoli sorprese strada facendo. Infine, e questa è la peculiarità che ci contraddistingue, vorrei citare il nostro slogan che è “la qualità più alta al prezzo più basso”. Significa in poche parole che siamo in grado di garantire un lavoro professionale, con materiali di qualità ad un costo concorrenziale.

D Com’è cambiato invece il paziente nel corso di questi anni?

R Premesso che dal 1986 sono medico, chirurgo e odontoiatra, nel corso di questi anni posso afferma-

re che i pazienti hanno acquisito un livello sempre più alto di conoscenza. Sono più informati, più atten-ti e rivolgono al dentista molte domande pertinenti sull’intervento che li riguarda. Proprio per questo motivo mentre svolgo il mio lavoro cerco di dare al paziente quante più informazioni e consigli possibili. Bisogna tenere conto, inoltre, che i pazienti che si recano presso al nostro studio sono di ogni tipolo-gia anagrafica. Si va dai bambini ai pazienti in età adulta e con problematiche anche molto complesse come l’osteoporosi.

D Qual è invece il rapporto fra i giovani e il dentista?

R Vorrei inviatare tutti i giovani a recarsi presso il nostro studio per sottoporsi ad una visita dentistica gratuita. Capita spesso infatti che anche quando il paziente non è affetto da particolari e gravi pro-blematiche dentarie, una visita periodica, magari semestrale, è fondamentale per prevenire future complicazioni. Vi sono ad esempio le carie silenti, che si sviluppano quotidianamente ma che posso-no essere curate in via preventiva proprio grazie ai controlli. Ai giovani diamo inoltre diversi consigli, dalla scelta del dentifricio più adatto alla periodica sostituzione dello spazzolino.

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Il Personaggio

Carlo DIANIil Re della Televisione

Se è difficile stabilire chi è nel mondo il leader del sistema televisivo, a livello locale, per

storia e tradizione, viene subito in mente il nome di Carlo Diani. Un personaggio storico della nostra Città, che ben presto verrà ricorda-to con una mostra e con un impor-tante materiale storico che ne cele-brerà la decennale carriera. Classe

1926, vogherese doc, Carlo Diani, è stato per decenni il più famoso riparatore di radio e televisioni di Voghera e dell’Oltrepo Pavese. Nella sua cinquantennale carriera Carlo Diani ha seguito anche l’evo-luzione tecnologica che ha segnato il percorso dell’Italia nell’immedia-to dopoguerra. Come tutti a quell’epoca, Diani ha

iniziato a lavorare molto giovane come garzone in un negozio di via Ricotti (si chiamava radio Nani). Con i primi (e pochi) soldi guada-gnati, Carlo Diani acquistava libri e riviste su radio e televisioni, per cercare di impararne tutti i segreti. Pochi anni dopo si spostò in un al-tro negozio in via Plana.“Erano tempi duri - raccontava -

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Carlo DIANIil Re della Televisione

vendere le radio era molto difficile ma quando arrivarono i televiso-ri tutto il mondo cambiò”. Anche se un televisore costava più di una radio, in breve tempo le Tv trova-rono una loro importante fetta di mercato. Tutte le famiglie ne vole-vano una. “Iniziarono i locali pub-blici, che furono costretti a dotarsi di quell’apparecchio se volevano

lavorare - racconta ancora Diani - La televisione aveva del miracoloso e faceva riempire i bar anche gra-zie all’enorme successo delle prime trasmissioni televisive”. Una fabbrica vogherese, l’Erreci, a quei tempi davvero all’avanguardia, provvedeva alla costruzione dei nuovi apparecchi, potendo dispor-re del materiale fornito dalla pre-stigiosa Philips.“Fu un enorma successo. Il televi-sore lo si vendeva a rate - diceva Carlo Diani in un’intervista ri-lasciata al giornale Sisma - Io fa-cevo il rappresentante e pensavo all’assistenza tecnica. Così dopo qualche tempo pensai di metter-mi in proprio, aprendo un piccolo laboratorio in via Pezzani. Allora gli apparecchi erano piuttosto deli-cati: le valvole subivano l’aumento improvviso della corrente elettrica. Non essendoci alcun stabilizzatore capitava spesso che i televisori per-dessero quantomeno il sincroni-smo. Per questo motivo i clienti chiamavano a tutte le ore e io correvo. A volte mi sentivo un po’ come il medico di famiglia”.La vita di Carlo Diani sarebbe però cambiata di li a poco tempo. Ovvero quando l’artigiano vo-gherese conob-be Carlo Vichi, rappresentante della Var, che successivamente diventò la Mi-var, una delle principali azien-de produttrici di televisioni in Italia. “Sapevo che in quel momento

la Mivar stava producendo dei te-levisori nuovi con una tecnologia avanzata. Avevo immediatamente capito che si trattava di una ditta seria ed ho iniziato a collaborare con loro”.In pochi anni l’amicizia fra Diani e Vichi si è rafforzata e il vogherese è diventato un punto di riferimento anche per l’imprenditore milanese.Tanti anche gli aneddoti racconda-ti da Carlo Diani in quegli anni in cui aggiustava i televisori.“Erano tanti i clienti che mi chia-mavano - conclude - alcuni di di-cevano che il televisore ballava, altri che faceva le lasagne, altri an-cora che si chiudeva il sipario sullo schermo”. Carlo Diani ci ha lasciato qualche anno fa ma il suo ricordo è anco-ra molto vivo. E Voghera sta per tributarlo con una grande mostra proprio in suo onore, affinchè an-che le nuove generazioni lo cono-scano.

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L’erede diFLASH

La città di Voghera ha sem-pre avuto una particolare vocazione per il pugilato,

culminata con l’indimenticabile Giovanni Parisi, prematuramen-te scomparso, ma il cui ricordo è sempre vivo nel cuore di tutti gli appassionati di questo sport. L’Associazione Boxe Voghera è un punto di riferimento impor-tante per chiunque voglia avvici-narsi a questa disciplina sportiva. Nella palestra vogherese si può incontrare Livio Lucarno, storico maestro di Giovanni Parisi, che

dall’alto della sua esperienza, di-spensa sempre consigli utili a tutti i suoi allievi. Tra i più promettenti pugili dell’Associazione vogherese, un posto di primo piano lo occupa certamente Francesco Acatullo. Ha soltanto 23 anni, il 22 febbraio ne compirà 24, ma può già vantare un curriculum di tutto rispetto, con un totale di 45 incontri già disputati. In questa intervista, il giovane pu-gile campano di nascita, ma ormai da diversi anni residente a Voghe-ra, ci ha raccontato la sua grande passione per i guantoni, nata tan-

ti anni fa e cresciuta a dismisura dopo l’incontro con Giovanni Parisi, che Francesco definisce “il mio grande modello”.

Ora vivi a Voghera, ma il tuo luo-go di nascita è un altro e rievoca importanti ricordi per la boxe italiana, vero Francesco? “Si sono nato a Maddaloni, vicino a Caserta, località da molti defini-ta la “terra dei pugili”, ma il mio paese d’origine è Caivano. Li son cresciuto con mio papà Luigi, mia mamma Rosaria, mia sorella mag-

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giore Rosa e mio fratello Anthony che ha un anno meno di me. Poi nel 2000 i miei genitori si sono separati. Mio papà si è spostato al Nord, dove già lavorava come posatore di cera-miche artistiche , specialmente nella zona di Sannazzaro. Successivamen-te poi ha conosciuto qui a Voghera una compagna di nome Rosi da cui ha avuto una bimba che si chiama Francesca , nata nel 2005. Io desi-deravo tantissimo conoscere la mia sorellina , cosi nel 2007 ho deciso di trasferirmi a Voghera e di raggiunge-re mio padre”.

Come hai trascorso i tuoi primi tempi a Voghera? “Giù a Caivano facevo il parrucchiere e giocavo a calcio, sport che ho conti-nuato a praticare anche qui, poi anda-vo ad aiutare mio padre in cantiere”.

Quindi il tuo primo sport è stato il calcio? “Si ero anche bravino, diciamo un centrocampista di lotta e aggressività. Poi quando giocavo nel Casei , cate-goria juniores, si è verificato un epi-sodio che ha interrotto la mia carriera calcistica. Nel corso di una partita un avversario mi fece un’entrata cattiva e io reagii colpendolo con un pugno. Mi beccati l’espulsione e soprattutto i rimproveri di mio padre, che era presente quel giorno sugli spalti. Ci era rimasto molto male per quel fat-to. Allora in macchina dopo la parti-ta, mi disse chiaramente:”Tu a calcio non ci giochi più, so io dove portarti a fare sport”.

Nacque cosi la tua storia con la boxe… “Mio padre mi portò alla palestra della boxe Voghera, in virtù della sua conoscenza con Livio, che aveva conosciuto quando mio papà aveva fatto dei lavori alla casa di sua figlia. L’esperienza con il pugilato per me fu elettrizzante sin dai primi momenti, poi Livio è una persona davvero ec-

Il Personaggio

Una passione nata per casoAcatullo, la promessadel pugilato iriense

di Alessandro Quaglini

cezionale e da lui si può sempre im-parare”.

In realtà non si può parlare di amore a prima vista, perchè avevi già avuto modo di apprezzare la boxe da pic-colo, ci racconti in quale occasione? “Da piccolino guardavo i match in tv e avevo una grande ammirazione per Mike Tyson, poi avevo anche un pugile in famiglia. Mio cugino infat-ti che si chiama Francesco Acatullo come me , faceva boxe a livello agoni-stico, ha disputato una quindicina di incontri, poi ha smesso per motivi di lavoro. Si allenava a Marcianise con pugili come Clemente Russo e Do-menico Valentino e io assistevo agli allenamenti e agli incontri di mio cu-gino. Già ai tempi la boxe mi piaceva e mi dava emozioni, però mia madre

non voleva che iniziassi a praticare questo sport”.

A Voghera hai potuto finalmente prendere contatto con il mondo del pugilato. Com’è stato il primo im-patto? “Avevo 19 anni ed ero contentissimo, mi sembrava di stare nella palestra di Rocky. Poi ho avuto la fortuna di conoscere una persona come Giovan-ni Parisi, di cui avevo sempre senti-to parlare. Mio papà tramite Livio conosceva Giovanni e io ho avuto il privilegio di conoscerlo di persona in palestra. Seguivo Giovanni e Gia-cobbe Fragomeni negli allenamenti e facevo da sparring ad un altro grande pugile come Vincenzo Gigliotti”.

Come si comportava Giovanni con

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Il Personaggio

Una passione nata per casoAcatullo, la promessadel pugilato iriense

te? “Era sempre disponibile, mi dava con-sigli e ricordo che qualche volta sono anche andato a correre con lui, poi si informava dei miei incontri. Poi mi aveva dato tutti i dvd dei suoi incontri e li ho visti parecchie volte. Ricordo ancora adesso con immenso piacere il giorno del mio compleanno, il 22 febbraio del 2007, quando Giovanni mi fece gli auguri e provai un’emozio-ne grandissima. Poi mi ripeteva spes-so: segui i consigli di Livio, soltanto cosi potrai migliorare. Nel 2009 pur-troppo Giovanni è venuto a mancare e ha lasciato un grande vuoto in tutti noi, ma per noi della boxe Voghera è come se fosse presente sempre in pa-lestra tutti i giorni. Giovanni è di-ventato una leggenda e ancora oggi il solo pensare di poterci allenare in quella che era stata la sua palestra e con il suo maestro Livio ci dà una grande motivazione.”.

Come è iniziata quindi la tua carrie-ra agonistica? “Oltre che con Gigliotti, ho fatto sparring anche con Gianluca Frezza, pugile pavese professionista e poi ho appreso tanti segreti da Livio e da Fabio Spianelli, che fa l’aiutante del maestro. Livio mi ha preso sotto la sua ala protettiva e con uno come lui si può crescere tanto, mi dà sempre consigli saggi. Anche con Fabio c’è un rapporto meraviglioso: lui e Livio son due persone degne di stima, che mi hanno trasmesso tanto”.

Veniamo al tua primo assaggio col ring… “Il primo incontro non si scorda mai:era il 21 aprile 2007 a Stradella. Lo porterò sempre nel cuore, perchè avevo combattuto prima del match che vedeva protagonista Giacobbe Fragomeni, diciamo che avevo fatto da apripista al match di un grande campione e per me fu un onore. Quel match poi lo vinsi per ferita alla terza ripresa”.

Finora hai disputato 45 incontri, con 29 vittorie , 4 pari e 12 sconfit-te. Qual’è il match che ricordi con maggior piacere? “Tutti gli incontri li ricordo bene, an-

che le sconfitte perchè come dice Livio , “finchè non sei morto, puoi sempre reagire” e anche le sconfitte aiutano a crescere. Se devo sceglierne uno, per il contesto che c’era e l’atmosfera magi-ca della serata, mi vien da dire quello del 3 dicembre 2011 al PalaOltrepo a Voghera, nella serata del tributo a Giovanni Parisi. Mi ricordo il ma-xischermo e il clima che c’era quella sera, in cui ho battuto nella categoria dei pesi leggeri Ballottari della Boxe Vigevano: indimenticabile”.

Se poi dovessi illustrarci altri in-contri particolarmente significativi, quali sceglieresti? “Tra i match più belli, ci metto la fina-le della “Cintura Lombarda” del 2009, quando ho vinto mandando al tappe-to il mio avversario , il welter Ayarzi. Sempre nel 2009 , ho vissuto un altro incontro memorabile nei quarti di fi-nale dei campionati regionali. Avevo di fronte Alessandro Giardino dei Panthers Varese, che aveva già 104 incontri alle spalle, dunque una mag-giore esperienza rispetto a me. Persi per ferita alla terza ripresa, dopo due round bellissimi. Un suo pugno mi provocò una ferita all’arcata soprac-cigliare sinistra, suturata con 6 punti. Poi lui diventò campione regionale e ora è passato professionista da 3 anni: mi piacerebbe tanto ritrovarlo sul ring per una nuova sfida. Ricordo che quella ferita non mi disturbò più di tanto, dopo 10 giorni ero già in pale-stra, più carico di prima”.

Ai Campionati Regionali hai pre-so parte anche negli ultimi anni e soprattutto la finale del 2010 ti ha lasciato l’amaro in bocca.. cos’era successo? “Confermo ,quella sconfitta decretata dai giudici non l’ho proprio digerita. Eravamo a Varese e persi con Case-rio nella categoria welter. Ci rimasi molto male per il verdetto dei giudici, al termine di un match molto equili-brato in cui avrei meritato qualcosa in più , ma purtroppo questo fa parte del nostro sport. Anche nel 2011 ho per-so la finale regionale dei pesi leggeri contro Gagliardi ”.

Nella tua breve carriera, si nota

questo continuo alternarsi tra pesi welter e leggeri. Ci puoi spiegare il motivo? “E questo è un problema non da poco per me, nel senso che il mio peso for-ma è di 62 kg e fino a qualche anno fa rientravo nella categoria dei pesi su-perleggeri, che però ora non esistono più. Quindi devo decidere il peso mi-gliore da trovare, visto che fino a 60 kg combatto tra i pesi leggeri, mentre dai 64 in su rientro tra i welter”.

Nel tuo curriculum c’è la convoca-zione con la Nazionale Italiana nel 2010 e due selezioni per il “Guan-to d’Oro”, nel 2009 a Roseto degli Abruzzi e nel 2010 a Gallipoli, oltre ai due secondi posti consecutivi nei campionati regionali. Che obiettivi ti sei posto per il 2012? “Quest’anno voglio vincere i Cam-pionati Regionali e in vista di questo appuntamento farò diversi incontri che mi serviranno come test per ar-rivarci in forma. Nel caso riuscissi a vincere i Regionali, potrei accedere agli Assoluti Italiani, un altro gran-de traguardo che mi piacerebbe tanto raggiungere”.

Ora possiamo dire che hai acquisito anche una maggiore serenità inte-riore e questo per merito di una per-sona in particolare… “Si certo, ora posso dire di aver messo la testa a posto. Il 27 dicembre ho co-nosciuto una ragazza che mi ha cam-biato totalmente la vita , si chiama Lisa e fa anche lei la parrucchiera. Ora viviamo assieme e devo dire che con lei mi trovo a meraviglia, mi dà sempre la forza per andare al lavoro nel negozio di parrucchiere Fashion Sons di via Scarabelli e in palestra ad allenarmi con l’umore giusto: una ragazza come lei è proprio quello che cercavo, sono felicissimo di averla in-contrata”.

Francesco qual’è il tuo sogno nel cassetto? “Confesso che un giorno vorrei di-ventare un pugile professionista, sa-rebbe bellissimo”. E per un ragazzo nato nella “terra dei pugili” e cresciuto con il mito di Parisi, chissà che que-sto desiderio non si avveri..

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