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ilR O M A N Z OD I S T O P I C O
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Introduzione 2
Storia 4
Caratteri generali 6
Filone totalitario 9
Hunger Games 12 e 1984
Conclusione 18
Bibliografia 22
Sitografia 22
S O M M A R I O
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Tra i romanzi di maggior successo degli ultimi anni spicca la serie degli Hunger Games, scritta dallamericana Suzanne Collins, il cui adattamento cinematografico, con il premio Oscar a
Jennifer Lawrence nella parte della protagonista, ha richiamato nei
cinema un pubblico di ogni et.
Nel 2012, Amazon ha annunciato che la trilogia di Hunger Games
ha superato il primato assoluto di vendite prima detenuto dalla serie
di Harry Potter.
I romanzi della Collins appartengono al genere distopico, che ha
avuto tra i suoi pi grandi rappresentanti alcuni classici della lettera-
tura del Novecento come 1984 di George Orwell e Brave New World
di Aldous Huxley, che soprattutto nel primo e secondo dopoguerra
ipotizzavano futuri drammatici e totalitari. Il successo di Hunger Ga-
mes ha riportato in auge questo genere letterario, soprattutto nella
letteratura anglofona per ragazzi.
Vediamo allora cosa si intende per distopia.
I N T R O D U Z I O N E
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I N T R O D U Z I O N E
La distopia lesatto opposto della pi famosa utopia: etimologica-
mente il termine utopia deriva dal greco antico (non) e
(luogo) e significa non luogo, luogo inesistente.
Nel senso moderno, il termine fu coniato da Sir Thomas More nel
1516 per descrivere una societ ideale, giocando sullomofonia, in
lingua inglese, di outopia con eutopia, (buono o bene) e
(luogo), buon luogo, dando quindi alla parola utopia il signifi-
cato di luogo bello e irraggiungibile.
Al contrario la distopia , secondo la definizione dellOxford English
Dictionary An imagined place or state in which everything is un-
pleasant or bad, typically a totalitarian or environmentally degra-
ded one. The opposite of utopia.1
Utopia e distopia sono dunque termini in antitesi tra loro, ma
a volte la differenza tra i mondi che presentano , in realt, sottile:
Presupporre che utopie e distopie letterarie siano sempre e comun-
que distinte fra loro pu ben risultare di una certa utilit nellanalisi
dei testi, a patto che si proceda con grande prudenza e si ricordi che
1 Oxford English Dictionary, Dystopia
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si tratta di necessit puramente operative e poco pi.
Se vero, per esempio, che le societ ideali descritte nei romanzi
utopici sono intenzionalmente statiche, luoghi dove il condiziona-
mento dellindividuo totale e limmaginazione si trova invischiata
nellanonimo orrore del modello sociale perfetto, si pu forse ritenere
- in maniera fino a un certo punto paradossale - che siano proprio le
opere di More, di Bacon, di Wells, di Skinner e cos via, a costituire
vere e proprie anti-utopie.2
In questo si ritrova il pensiero espresso da Horkheimer: nella loro
concretizzazione i concetti di uguaglianza, giustizia e libert sono
dialettici, tanto che se cerchiamo luguaglianza mettiamo a rischio
la libert.
2 Manferlotti S., Anti-utopia, Sellerio Editore, 1984, p. 31
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Il termine distopia fu utilizzato per la prima volta dal filosofo e membro del parlamento inglese John Stuart Mill, che in un suo discorso del 1868, riferendosi alla politica inglese attuata in Irlanda,
disse: It is, perhaps, too complimentary to call them Utopians, they
ought rather to be called dys-topians, or caco-topians.
What is commonly called Utopian is something too good to be
practicable; but what they appear to favour is too bad to be practi-
cable.
Distopico viene ora definito il genere letterario affermatosi allini-
zio del ventesimo secolo che immagina un mondo peggiore di quello
reale, in cui il controllo oppressivo della societ e lillusione di una
societ perfetta sono mantenuti attraverso il controllo burocratico,
tecnologico, morale, imprenditoriale o totalitario.
I romanzi che possono essere considerati pionieri in tale senso
sono Noi (We) Zamjatin e Il Mondo Nuovo (Brave New World) di
Aldous Huxley.
S T O R I A
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Il primo muove la sua critica verso la neonata Russia comunista e il
secondo verso una sorta di totalitarismo scientifico, un materialismo
consumistico e liberalista. Poco prima H. G. Wells si era cimentato
nella scrittura di La Macchina del Tempo (The Time Machine) e Jack
London aveva scritto Il Tallone di Ferro (The Iron Heel), ma nessuna
delle due opere pu, realmente, aspirare ad essere pienamente con-
siderata come distopica.
La vera svolta rappresentata dal capolavoro della letteratura disto-
pica: 1984, (Nineteen Eighty-Four) di George Orwell. Dopo questa
cruda opera ci sar un susseguirsi di opere sul genere e variazioni
sul tema: tra i tanti Ray Bradbury con Fahrenheit 451, Il Racconto
dellAncella (The Handmaids Tale) di Margaret Atwood, Il Signore
delle Mosche (The Lord of the Flies) di Golding e Arancia Meccanica
(A Clockwork Orange) di Anthony Burgess.
Va menzionato anche il genere ucronico, ovvero quella distopia che
immagina uno sviluppo alternativo della storia. Su tutti spicca La
Svastica sul Sole (The Man in the High Castle) di Philip K. Dick, con
un mondo dove i nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale.
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S T O R I A
Le distopie presentano uno scenario esageratamente e volutamente
pessimistico, criticano una tendenza, una consuetudine della societ
o un sistema politico che possono portare agli scenari immaginati,
se non corretti.
I testi distopici appaiono quindi come opere di avvertimento, che
mostrano le tendenze attuali estrapolate fino a condizioni apoca-
littiche, per questo sono anche detti warning: La definizione di
Nineteen Eighty-Four come warning, per esempio, chiaramente
espressa dallo stesso Orwell: I do not believe that the kind of so-
ciety I describe will necessarily arrive, but I believe that something
resembling it could arrive [] The scene of the book is laid in Bri-
tain in order to emphasize that the English-speaking race are not
innately better than anyone else and that totalitarianism, if not fou-
ght against, could triumph everywhere (G. Orwell, lettera a F.A.
Henson, 16 Giugno 1949, in The collected essays, journalism and
letters of George Orwell)3.
3 Manferlotti S., Ibidem, p. 17
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La distopia un genere letterario in cui si sono cimentati scrit-tori che si possono definire minori, ma importante come movimento generale per lenergia visionaria4 dimostrata: [1984]
non affatto un capolavoro di scrittura - e molti elementi della nar-
razione ricordano qualcosa di gi visto, - eppure a un certo punto
indignazione ed energia visionaria prendono la mano allautore e lo
fanno andare al di l della letteratura, cos che Orwell non scrive
soltanto unopera di narrativa, ma un cult book, un libro mitico.5
Allo stesso modo Huxley stato definito da T.S.Eliot uno di quegli
scrittori che devono scrivere trenta romanzi prima di scriverne uno
buono.
Esiste una grande variabilit nei temi trattati, dovuta al fatto che in
momenti storici diversi ci sono state preoccupazioni diverse per il
futuro della societ, ma possiamo individuare alcune caratteristiche
ricorrenti.
4 Orwell, o Dellenergia visionaria, Introduzione di Umberto Eco a 1984, Mondadori, 1984, p. XIII5 Eco U., Ibidem, p. XII
CARATTERI GENERALI
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C A R A T T E R I G E N E R A L I
Innanzitutto, sono sempre ben chiari i riferimenti storici: la narrazio-
ne collocata in un preciso momento del futuro e sono spiegati i mo-
tivi che hanno portato alla nascita della societ descritta dal romanzo.
Questi sono variati nel tempo, passando dallestremizzazione del
fordismo che arriva a controllare ogni aspetto della vita nel Mondo
Nuovo di Huxley (1932), al diffusissimo tema del totalitarismo, di cui
citiamo 1984 di Orwell (1949).
Pi tardi troviamo la distopia femminista, che ha avuto una grande
rappresentante in Margaret Atwood con Il racconto dellancella (The
Handmaids Tale), e romanzi ambientati in scenari post-apocalittici,
in cui il mondo stato distrutto da catastrofi naturali o dovute alluo-
mo, come la bomba atomica o linquinamento.
Unaltra caratteristica frequente il tenore di vita peggiore, rispetto
alla societ contemporanea, delle classi medio-basse, che vivono spes-
so in povert e con tecnologie primitive, mentre quelle avanzate sono
controllate dalla classe dominante che pu sfruttarle come strumento
di controllo sulla popolazione. Leroe nella distopia non superiore
agli altri personaggi, ma un testimone impotente travolto dagli even-
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ti o, come in 1984, riassorbito dal sistema che voleva combattere6.
Salta subito agli occhi, in molte di queste opere, lavversione per il lie-
to fine che, stando al Leopardi delle Operette Morali, servirebbe a far
s che le tensioni e gli squilibri messi in essere dallopera rimangano
attivi anche al di l del suo termine, creando un pi profondo effetto
nel lettore, cio tanto meno le cose si risolvono positivamente nella
finzione, tanto pi star a noi contrastare nei fatti la cattiva sorte.
Avremmo per cos dire una catarsi prolungata nella prassi.7
Importante per lassimilazione del messaggio da parte del lettore
anche la familiarit della societ descritta, perch la storia sia sentita
come pi vera: It is not enough to show people living in a society
that seems unpleasant.
The society must have echoes of today, of the readers own experience.
If the reader can identify the patterns or trends that would lead to
the dystopia, it becomes a more involving and effective experience.8
6 Intervista a Francesco Muzzioli, autore di Scritture della catastrofe, http://www.retidi-dedalus.it 07/01/2008
7 Muzzioli S., Scritture della catastrofe, Meltemi Editore, 2007, p. 128 Teaching the Dystopic Novel at Advanced Level English Literature, www.edu.plymouth.ac.uk
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Muzzioli propone, nel suo libro, una distinzione del genere distopico in due filoni principali: totalitario, in cui il pote-re dellautorit (statale, religiosa, tecnologica ecc.) pretende di con-
trollare ogni aspetto della vita umana, e catastrofico, che rappresenta
o la distruzione del vivere civile o una sua massima degradazione
dovuta a catastrofi globali, per lo pi causate dalluomo.
Nel filone totalitario si trovano rappresentati diversi modi per man-
tenere un controllo completo sulla societ, basati sia sulle strategie
dei regimi realmente esistiti come quello nazista e quello stalinista,
sia su nuove scoperte scientifiche e tecnologiche che aprono nuove
preoccupanti prospettive.
Si passa dallutilizzo della strategia del terrore alla manipolazione del
pensiero; dalla sorveglianza della polizia segreta, che ha il compito di
individuare coloro che semplicemente pensano in opposizione al re-
gime, a strumenti tecnologici come i televisori di 1984 che registrano
ogni momento della vita dei cittadini.
FILONE TOTALITARIO
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A questo proposito Huxley ha scritto: alla luce delle ultime scoperte
sulla condotta animale in genere, e umana in particolare, chiaro
che, a lunga scadenza, il controllo meno efficace se ricorre al casti-
go della condotta indesiderata, anzich indurre la condotta deside-
rata mediante premi; chiaro che un governo del terrore funziona
nel complesso meno bene del governo che, con mezzi non violenti,
manipola lambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini
donne e bambini9.
E gi nel 1958 si accorse che [i rappresentanti delle organizzazio-
ni politiche e commerciali] hanno perfezionato nuove tecniche per
manipolare, nellinteresse di una minoranza, i pensieri e i sentimen-
ti delle masse10, iniziando il processo che pu portare alla realiz-
zazione di una distopia simile a quella da lui descritta nel Mondo
Nuovo.
A differenza dei regimi totalitari reali, in cui esisteva fisicamente
un leader che era leffettivo capo del partito al governo e diventava
oggetto di venerazione e adorazione da parte del popolo, nei ro-
9 Huxley, Ritorno al Mondo Nuovo, Mondadori, 2014, p. 21910 Huxley, Ibidem, p. 220
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F I L O N E T O T A L I T A R I O
manzi distopici spesso questa persona non esiste, ma unimmagi-
ne fittizia dietro cui si nasconde una ristretta cerchia di governanti,
essendo pi facile concentrare lamore dei sudditi su ununica per-
sona piuttosto che su un gruppo.
Questimmagine, il Grande Fratello di 1984 o il Nostro Ford (o il
Nostro Freud, a seconda della situazione) del Mondo Nuovo, arriva
a identificarsi e sostituirsi a Dio nellimmaginario collettivo, cos che
qualsiasi altra religione diventa superflua.
Il livello di conformismo a cui si giunge allinterno di societ del ge-
nere tale che lindividualit vista nel migliore dei casi come una
stranezza, se non come una vera e propria minaccia alla stabilit
del sistema che deve essere immediatamente eradicata: nel Mondo
Nuovo questo avviene trasferendo i soggetti potenzialmente peri-
colosi in piccole isole dove si troverebbero come in esilio, incapaci
di nuocere in alcun modo al sistema; in 1984 torturandoli non solo
per spingerli a confessare, ma a pentirsi, convincersi del proprio
errore e amare sinceramente i persecutori, identificarsi con essi e
solo allora ucciderli.
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1984 il romanzo pi importante di George Orwell, scritto nel 1948 durante il periodo della guerra fredda, definito da molti il romanzo dispotico per eccellenza.
Il tema affrontato quello del potere e della manipolazione dei sud-
diti. Orwell immagina un mondo diviso in tre megastati, Oceania,
Eurasia ed Estasia, impegnati in un incessante conflitto che ha come
unico scopo quello di determinare uno stato di crisi costante, situa-
zione usata come arma per mantenere il controllo sulla popolazione
e sottometterla al potere.
Utilizzando sostanzialmente i metodi di propaganda Nazista, che
poi non sono cos dissimili da quelli di tutti gli Stati coinvolti nella
Seconda Guerra Mondiale, il popolo persuaso che i propri interessi
coincidano con quelli nazionali e incoraggiato a credere che i propri
sforzi avrebbero aiutato a vincere la guerra.
In una situazione di crisi, infatti, possono essere richiesti alla popo-
lazione sacrifici che normalmente sarebbero giudicati intollerabili.
HUNGER GAMES E 1984
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La storia ambientata a Londra, principale citt dellOceania, un va-
sto impero totalitario che governato dallineffabile Grande Fratello.
Questo personaggio enigmatico, che non si mostra mai in pubblico,
controlla inflessibilmente la popolazione, attraverso le strutture del
Partito interno e del Partito esterno, ma soprattutto tramite la
psicopolizia, una sorta di servizio segreto che usa un sofisticato si-
stema di telecamere e microfoni per spiare costantemente la vita dei
sudditi e reprimerne persino i sentimenti.
Il volto del Grande Fratello (simile un po a Hitler e un po a Sta-
lin) campeggia ovunque minaccioso, mentre grandi cartelloni pub-
blicitari ripropongono ossessivamente tre slogan politici: La pace
guerra, La libert schiavit, Lignoranza forza, nei quali
sono rispettivamente sintetizzati la violenza, il dispotismo e la misti-
ficazione imperanti nel regime.
Protagonista del romanzo Winston Smith, un funzionario del Mi-
nistero della Verit che ha il compito di falsificare la storia e censura-
re ogni libero pensiero. Smith, per, si ribella al sistema e alle sue as-
surde proibizioni, dapprima solo interiormente, poi anche attraverso
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comportamenti espliciti: tiene un diario, si lega sentimentalmente a
una collega di lavoro, Julia, e prova a prendere contatti con lopposi-
zione clandestina.
Tradito da una spia, Smith sottoposto a varie torture e a un vero
e proprio lavaggio del cervello, che lo porta, infine, a riconoscere le
proprie colpe, a rinnegare Julia e a sottomettersi completamente al
culto del Grande Fratello.
Umberto Eco, nellIntroduzione alledizione del libro pubblicata nel
1984, ha scritto giustamente che: Quello che Orwell fa non tanto
di inventare un futuro possibile ma incredibile, quanto di lavorare
di collage su un passato credibilissimo perch gi stato possibile.
1984, infatti, riproduce i meccanismi perversi del totalitarismo, gi
ampiamente sperimentati in molti stati europei negli anni Trenta e
Quaranta del Novecento.
Laspetto veramente profetico del romanzo consiste soprattutto nella
preveggenza con cui Orwell descrive luso antidemocratico e invasivo
dei mass media e, pi in generale, della tecnologia, che serve non solo
a condizionare le menti dei cittadini, ma anche a spiarne la vita intima.
_ 18 _
Lo scrittore britannico, tuttavia, non poteva certo prevedere che una
figura cos inquietante come il Grande Fratello avrebbe fornito lo
spunto per il reality show omonimo.
Molto pi recente la pubblicazione della trilogia di Hunger Games,
della scrittrice statunitense Suzanne Collins, ambientata in un Nord
America post apocalittico.
Protagonista la sedicenne Katniss Everdeen, che vive nella terra di
Panem, divisa in dodici Distretti e sottoposta ad un regime totalita-
rio con sede a Capitol City.
La popolazione dei distretti sopravvive a stento in preda alla fame
e alle ristrettezze, ed obbligata a lavorare solo ed unicamente per
sostenere la ricca capitale, priva di attivit produttive e i cui abitanti
sembrano impegnati solo a seguire mode e gossip.
In risposta ad una precedente ribellione dei distretti che si erano
coalizzati e avevano combattuto per rendersi indipendenti dalla ca-
pitale, ogni anno da ciascuno di essi vengono estratti a sorte un ra-
gazzo e una ragazza e costretti a partecipare agli Hunger Games, un
incrocio tra lo spettacolo gladiatorio e un reality nel quale i ragazzi
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sono chiamati a massacrarsi a vicenda a favore di camera finch non
ne resta soltanto uno, il vincitore.
Tutto ci per il divertimento dei cittadini della capitale e per dimo-
strare costantemente ai distretti la propria impotenza, scoraggiando
ogni ulteriore tentativo di rivolta.
Con questo espediente narrativo, forse non originale nellidea (ri-
prende il mito greco di Teseo e il Minotauro ed chiara la somiglian-
za con Battle Royale di Koushun Takami) ma assolutamente inedi-
to ed efficace nella sua rappresentazione, la Collins crea una trama
appassionante e al tempo stesso conduce un complesso discorso sul
potere, sulla societ dellapparire e sulloscura attrazione che la vio-
lenza esercita sulluomo. Katniss e Peeta sono i due giovani scelti del
dodicesimo distretto per la 74 edizione dei giochi.
I due partono per la capitale, dove li aspettano, spesso per la prima
volta nella loro vita, cibo a volont e tutte le comodit riservate ai
tributi che si accingono ad andare incontro alla morte.
Dopo una grande preparazione che prevede lintervento di un team
di stilisti e una spettacolare inaugurazione, i giochi hanno inizio.
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Questa volta per i giochi avranno un finale inaspettato.
I due giovani, infatti, rimasti come ultimi due concorrenti, rifiutano
di uccidersi e piuttosto scelgono il suicidio.
A questo punto gli organizzatori devono intervenire per non far fini-
re i giochi in tragedia e cosi deludere il pubblico.
Vengono proclamati per la prima volta nella storia dei giochi due
vincitori. Con la loro vittoria, interpretata come una sfida alla capi-
tale, i due ragazzi hanno acceso la speranza nel cuore della gente e in
particolare Katniss, temeraria e sfrontata, diventata un simbolo per
il popolo che si sta preparando per la rivoluzione.
Ogni romanzo figlio del proprio tempo, e Hunger Games un
buon romanzo di avventura, un concentrato di azione e suspense,
ma con un sottotesto non banale che guarda con occhio critico alla
societ contemporanea.
Pone laccento sullestremo spettacolo con la strumentalizzazione
della violenza e della sofferenza per mero intrattenimento.
Non a caso stato scelto Panem come nome del paese: Panem et
circenses recitavano i latini
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La trilogia di Hunger Games stata accostata in pi di unoccasione
al capolavoro assoluto della distopia, 1984 di Orwell, con il quale
possibile ritrovare alcuni punti di contatto nellimmaginare un fu-
turo di governi totalitari e guerre e ogni individuo costantemente
controllato dallocchio vigile del Grande Fratello.
Ora, senza voler troppo forzare il paragone con un classico del livello
di 1984, la storia della Collins resta comunque molto interessante
dal punto di vista dei numerosi spunti di riflessione che sa generare
nel lettore e, in misura minore, nel pubblico della trasposizione ci-
nematografica, catturando in questo modo anche uno spettatore pi
adulto che non si limiti al primo strato della vicenda ma ne colga gli
interrogativi intrinseci e meno banali.
Siamo di fronte a un mondo che ricorda le miserie patite dagli uo-
mini in tempo di guerra (il disturbo post-traumatico da stress che
affligge i sopravvissuti agli Hunger Games una costante del terzo
libro) e dove non mancano i riferimenti pi o meno espliciti a regimi
totalitari del nostro reale passato storico, come un avvertimento per
un orrore che potrebbe in altre circostanze ripetersi molto simile.
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E come sopravvissuti di un campo di prigionia, i tributi degli Hun-
ger Games sono costantemente in bilico tra il terrore pi oscuro, la
lotta per la sopravvivenza che pu sfociare nella furia pi brutale e il
desiderio di ribellarsi.
La ribellione, infine, ci che percorre tutta la trilogia: prima sus-
surrata, poi sempre pi forte e impossibile da arginare.
Ma anche nella ribellione ci sono lati oscuri, che lautrice suggerisce
tra le righe: il sacrificio per un bene pi grande, il valore del marti-
rio, i labili confini tra giusto e sbagliato, tra amico e nemico, e come
sempre la lotta per il potere, in nome del quale non ci si ferma dal
fare di una ragazzina un simbolo da usare a proprio piacimento.
Orwell scrisse il suo romanzo ai tempi del comunismo sovietico, in
cui il governo si prendeva con la forza la libert del singolo indivi-
duo.
In 1984 il grande mostro era il comunismo, nel XXI secolo il grande
mostro il conformismo.
Se non ci sono pi valori, limportante lo spettacolo!
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Se il mondo presentato da questi romanzi cos terribile, allora qual il motivo del successo delle distopie?Per Muzzioli, professore di Teoria della letteratura allUniversit di
Roma La Sapienza, non masochismo di massa, semplicemente
che quel mondo dove il clima pessimo e si rischia la morte a ogni pas-
so non mica poi cos lontano: non altro che il nostro mondo di oggi.
Il mondo strappato tra superpotenza tecnologica e terrorismo ka-
mikaze, tra la fame e la realt virtuale, tra multinazionali rapaci e
disperati migranti, tra capi fanatici e leaders telegenici, ecc.
Il mondo ossimorico della guerra umanitaria e della democrazia
difesa con Guantanamo e Abu Grahib; il mondo irritato dellaids
e della sars, dei terremoti e degli tsunami allordine del giorno.11
La distopia sarebbe quindi una forma di realismo, perch i motivi
trattati dagli autori nel futuro da loro immaginato sono riscontrabili
anche nel presente.
11 Muzzioli S., Ibidem, p. 11-12
C O N C L U S I O N E
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Unaltra interpretazione pu essere legata alle colpe comunemente
attribuite allutopia quali lavere ispirato i regimi totalitari, presen-
tando societ perfette create anche attraverso leliminazione fisica
di individui che non rispettavano gli standard richiesti e lutilizzo
delleugenetica.
Il genere distopico ha sempre trovato il favore del cinema, la forma
darte caratteristica della modernit che riesce a raggiungere un pub-
blico pi ampio e in modo pi immediato e diretto.
Oltre alle trasposizioni di romanzi, che hanno interessato registi il-
lustri come Franois Truffaut per Fahrenheit 451 di Ray Bradbury,
Stanley Kubrick per Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) di
Anthony Burgess, Ridley Scott per Blade Runner, tratto da Il Caccia-
tore di Androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?) di Philip K.
Dick, sono stati prodotti molti blockbuster originali come Termina-
tor e Matrix, e addirittura il film danimazione Disney-Pixar Wall-E.
Tuttavia, se, da un lato, linteressamento di Hollywood e lespansio-
ne del genere in ambiti diversi, come il fumetto (ricordiamo V per
Vendetta) e i videogiochi, ha contribuito a diffondere le tematiche
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trattate dalla distopia, dallaltro nasconde il pericolo di arrivare ad
un consumo della distopia-merce12, trasformandola in un genere
standardizzato, ripetitivo e scontato e offuscando quindi il carattere
pedagogico che la contraddistingue, rendendo il pubblico indiffe-
rente alle problematiche presentate.
Ci di cui ci avvertiva Muzzioli nel 2007 sta accadendo proprio oggi:
ad Hunger Games e pochi altri romanzi che, pur con i loro difetti,
offrivano importanti spunti di riflessione, sono seguiti una serie in-
terminabile di copie di basso valore, che risultano semplici riprese di
un tema che si dimostrato essere redditizio.
La critica italiana, a differenza di quella inglese, ha a lungo ignora-
to questo genere, proponendo analisi superficiali dei testi e non co-
gliendone la vera grandezza.
Questo pu essere giustificato dal fatto che il distopico, come genere
letterario, si colloca allinterno dellampio panorama fantascientifi-
co, e questo basta, per molti, a relegarlo a mera letteratura di svago.
Per di pi, lo stile di scrittura molto semplice e spesso i messaggi
12 Muzzioli S., Ibidem
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C O N C L U S I O N E
che lautore vuole trasmettere sono molto espliciti, proprio per la
funzione pedagogica di questo tipo di romanzo: Lanti-utopista, nel
suo parossismo pedagogico teme sempre di essere frainteso o non in-
teso a sufficienza: di qui la preferenza data allesplicito piuttosto che
allimplicito, la sovrabbondanza di segni e simboli trasparentissimi,
la pressoch continua prevaricazione dello scrittore sul personaggio,
la gran quantit di riferimenti storici che in pi casi sembrano attin-
ti da manuali per licei o di questi riproducono limpianto retorico.
[...] Lintento pedagogico finisce con lo spostare la discussione sul
solo piano etico; la dialettica, quando c, falsa, apparente, poich
la compresenza nel testo di voci in opposizione (Il Selvaggio - Mu-
stapha Mond in Brave New World, OBrien - Winston Smith in Ni-
neteen Eighty-Four) strumentale ad un itinerarium mentis in unum
che il partito preso dellautore.13
Sono romanzi di facile lettura e accessibili a tutti, proprio perch
lautore vuole raggiungere un pubblico pi ampio possibile, facen-
do uso anche di una trama accattivante che renda meno pesanti ma
13 Manferlotti S., Ibidem, p. 22-23-24
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ugualmente efficaci le problematiche trattate, lasciando ai saggi, che
spesso accompagnano i romanzi, il compito di affrontarle in modo
pi approfondito.
In questo modo, per, il pubblico adulto si rivolto pi alla produ-
zione saggistica, snobbando i romanzi, che sono diventati dominio
di unaudience pi giovane, portando a unevoluzione del genere che
si adattato nei temi e nella forma al nuovo destinatario.
Daltra parte rivolgendosi ai giovani che si pu ottenere un risul-
tato pi concreto, infatti sono gli adulti ad aver creato il mondo ca-
otico e brutale che ora sembra sul punto di implodere: la missione
dei ragazzi quindi, non ancora completamente corrotti, cercare di
salvare quel che resta del mondo che conosciamo.
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