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E-book gratuito, omaggio del blog Coltivare l’orto Proprietà letteraria riservata © Bruno Del Medico. Testi e fotografie di Bruno Del Medico. Disegni di Elisabetta Del Medico.

Sono consentiti la duplicazione e la diffusione dell’intera opera, senza eliminare o sostituire nessuna parte. E’  proibito utilizzarne separatamente testi o disegni. Sono proibiti il disassembleggio o la scompilazione.

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COME ESEGUIRE I TRAPIANTI NELL’ORTO a cura di Bruno Del Medico

Sommario

Un trapianto ben fatto è il primorequisito per il successo della colti-vazione.

2

Il metodo di semina 3

PIANTINE IN AIUOLA O VASSOIO 4

Raccogliere le piantine 5

Aiutare la ripresa 6

Il ripicchettamento 7

Consigli sempre utili 8

CONTENITORI ALVEOLARI o singolinon biodegradabili

9

Estrarre le piantine dal contenitore 10

PROFONDITA’ DI TRAPIANTO 11

TUTTI I LIBRI di Bruno Del Medico 12

PIANTINE DA DISCHETTI DI TORBA 13

PIANTINE DA CONTENITORI DITORBA

15

RICONOSCERE LE PIANTINE MI-

GLIORI

16

Un trapianto ben fatto garantiscegià il 50% del successo.

Spesso, quando ci troviamo di fronte alcunepiantine e ci accingiamo a metterle a dimoranell’orto, veniamo aggrediti dai dubbi più di-versi. Sarà il momento giusto? Si tratta dipiantine veramente buone? A quale profonditàvanno interrate? Come evitare che molte non

sopravvivano al trauma del trapianto?Sulla base della mia esperienza nella coltiva-zione dell’orto, che oramai supera ampiamen-te il mezzo secolo, fornisco in questo e-bookle risposte a tutte queste domande, e moltealtre ancora.Nel periodo attuale moltissime persone sistanno avvicinando a quella che per me èun’arte nobile, la coltivazione dell’orto: un po’ per il desiderio di ritornare alla natura, un po’ per portare sulla propria tavola dei cibi vera-mente genuini ed ecologici, un po’ anche perl’esigenza di economia domestica che in que-sti tempi di crisi ci coinvolge tutti.Vorrei con tutto il cuore che chi inizia il cam-mino dell’orto non se ne allontanasse a causadi delusioni derivanti, magari, da motivi bana-li. Auguro a tutti successo e felicità. Se qual-cuno, mentre guarda l’acqua scorrere tra lefile, vorrà ingannare il tempo leggendo qual-cuno dei miei libri, mi darà un motivo in piùper continuare quest’opera di supporto a co-mincia e anche a chi è già un poco esperto.

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Il trattamento delle piantine varia a seconda di come sonostate seminate

La semina consiste nell’affidamento al terreno dei semi, per otte-nerne delle piantine. Mentre nell’agricoltura a pieno campo si èsempre usato spargere i semi direttamente sul terreno, nelle col-tivazioni orticole, e specialmente nei piccoli orti familiari, si è dif-fusa ormai universalmente la pratica di seminare preventivamen-te in vivaio le piantine che poi, opportunamente cresciute, ver-ranno trasferite in campo. Questa pratica deriva da molte neces-sità, tra le quali quelle di:- non sprecare le sementi, divenute oggi molto costose;

- poter scegliere tra molte piantine le più belle e trasferire incampo solo quelle;- poter disporre le piantine alle giuste distanze, senza che alcunevengano a trovarsi troppo vicine o che si creino ampi spazi vuotiper le mancate emersioni.Nei vivaietti, le piantine possono venire coltivate tutte assieme in appositi vassoi, in conte-nitori alveolari di diverso tipo, su dischetti di torba o di cocco o in vasetti di torba pressata.

 Bruno Del Medico, informatico in pensione, è au-

tore di diversi libri sul tema dell’orticoltura

(Coltivare l’orto, L’orto e la luna, Fare il com- post);. Il suo prossimo libro (L’orto sul balcone

 ABC) sarà disponibile dal 10 maggio su

www.delmedico.it  

 Attualmente collabora con riviste del settore, tra cui Casa in fiore: il 

 suo ultimo contributo, pubblicato nel numero di marzo, è relativo

alla lotta biologica ai parassiti. E’ creatore e gestore del network 

“Coltivare l’orto” che comprende numerosi blog e gruppi Facebook.

 Fin dalla più giovane età apprende dal padre l’arte della coltivazio-

ne dell’orto, a cui si dedica con passione da oltre mezzo secolo.

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Il primo blog sull’argomento.

Oltre 500.000 visite dal 2009

 A lato, un vaso ret-

tangolare sistematoal riparo di una tet-toia è stato suddiviso

in quattro sezioni, per essere usato co-

me vivaio. In ciascu-na zona si semina un

ortaggio diverso.

La semina in aiuola si fa ricavando, da un picco-lo settore di orto, uno spazio riempito di terrafine e ben spianata su cui si sparge il seme.Poiché questa semina, venendosi a trovareall’aperto, è soggetta alle intemperie o al calo-re, si preferisce preparare una cassettina o con-tenitore analogo riempito di terra fine, su cui si

effettua la semina. Questo contenitoreall’occorrenza potrà essere spostato in luoghipiù adatti a proteggere meglio le piantine. Peresempio, di notte lo si può trasferire all’internoper dare più calore, di giorno all’esterno perdare più luce.Il trapianto da aiuola si dice “trapianto a radicenuda” ed è causa di una grande percentuale diinsuccessi: dal 15 al 60% delle piantine posso-no morire per lo stress da trapianto.

PRO E CONTRO

Si tratta di un metodo sbrigativo, checomunque garantisce un buon controllodello sviluppo delle piantine specialmentequando sono in vassoio.

I problemi sorgono tutti al momento deltrapianto, quando occorre espiantare lepiantine per trasferirle a dimora. Infatti,per quanto si faccia attenzione, una buo-na parte delle radici viene strappata erimane nel terreno: questo significa chela piantina verrà a trovarsi in un micro-clima diverso, più esposto al calore delsole, potendo fare affidamento solo sullametà del suo patrimonio radicale.

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Metodo della forchetta 

La semina in aiuola o in vassoio è velocema presenta diversi inconvenienti.Anzitutto, ci sarà un maggior spreco disemente perché dopo l’emersione si saràcostretti a diradare tutte le piantine natetroppo vicine.La difficoltà maggiore però si presenta almomento di togliere la piantina dalla suaaiuola e trasferirla in campo.Per fare questo occorre estirparla dalterreno in cui è nata, ed in cui ha allar-

gato senza nessun freno le sue radici.Per quanto si cerchi di estrarla con unazolla di terra, almeno la metàdell’apparato radicale andrà perso cau-sando un indebolimento generale dellasua capacità di sopravvivenza.Inoltre le radici estratte senza la loroterra spesso muoiono prima di adattarsial nuovo terreno.Per estrarre la piantina conservando ilpiù possibile le radici con la propria terrasi possono adottare diversi accorgimenti,

tra i quali:- non strappare la piantina dalla terratirandola;- prima innaffiare molto bene il terrenoin modo da ammorbidirlo;- usare un accessorio che aiutil’operazione, come per esempio una for-chetta o un cucchiaio;- interrare immediatamente le piantineestratte.

 Per raccogliere le piantine risparmiando il più

 possibile le radici è possibile aiutarsi con una forchetta o un cucchiaio, come nella figura in

alto

 In basso: le piantine seminate tutte assieme interra hanno una germinazione che può essere

irregolare: le piantine troppo fitte vanno dira-date estirpando le più piccole.

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IL PRIMO BLOG DEDICATOALLA LUNA NEL MONDO AGRICOLO http://calendariolunare.myblog.it 

Oltre 200.000 visite dal 2009 

Piante di cui si riduce solo la radiceCavolo broccolo, verza, cappuccio, cavolfiore, lat-tuga romana, lattuga a cappuccio, valeriana.

Piante di cui si riducono solo le foglieBarbabietola, cicoria da radice, finocchio, prezze-molo, sedano rapa.

Piante di cui riducono sia la radice che le fo-glieBieta a coste, erbette, carciofo, cardo, indivia,scarola, cipolla, porro, sedano.

Piante da trapiantare integrePomodori, peperoni, melanzane, zucche e zucchi-ne, piselli, fagioli, fave.

Il trapianto a radice nuda può esseremicidiale per la sopravvivenza dellepiantine. Infatti, la riduzione delle ra-dici provoca uno squilibrio tra l’umiditàdispersa dalle foglie e quella che le ra-dici riescono ad assorbire dal terreno.Inoltre, più che le radici principali, so-no le micro-radici quelle che possonoricrescere velocemente e continuare illavoro, e quelle vanno quasi tutte per-se.Per riequilibrare l’attività della pianta

sono consigliabili due operazioni daeseguire sulle piante indicate a lato.1) Riduzione delle radici.Si taglia la radice principale al 75%della sua lunghezza, in modo che ilfittone principale ne emetta molto ra-pidamente di nuove. Allo stesso temposi eliminano tutti i grovigli di radici sot-tili, che comunque sarebbero destinatiappesantire l’attività di ripresa senzanessun utile.2) Riduzione del fogliame

Si eliminano le foglie più esterne o sitaglia il ciuffo di foglie al 60% dellasua altezza, evitando però di tagliare ilciuffetto più interno. Eliminare le foglieesterne non porta nessun pregiudizioperché quelle più interne andrannoprestissimo a sostituirle.

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http://coltivarepomodori.myblog.it 

Oltre 100.000 visite dal 2009 

Il ripicchettamento è l’operazione con la qua-le si trapianta una piantina trasferendola inun contenitore più adatto (solitamente piùgrande) prima ancora di trasferirla in campo.Questo può accadere per diversi motivi.- Dopo aver allestito un vivaietto di piantine,ci si accorge che queste sarebbero pronte altrapianto ma lo spazio nell’orto è ancora oc-cupato da un’altra coltivazione ancora pro-duttiva. Per non far invecchiare troppo lapiantina la si ripicchetta in un contenitore

nuovo con terra nuova, in modo che possasvilupparsi ancora in attesa del trapianto de-finitivo;- si vuole irrobustire di più la piantina primadi metterla de finitamente a dimora;- le condizioni atmosferiche (una primaverache tarda) sconsigliano ancora il trapianto,mentre la piantina sarebbe pronta.

Il ripicchettamento va sempre eseguito incontenitori singoli, qualunque provenien-za abbia la piantina, per non creare unsecondo trauma da trapianto quando ver-rà messa definitivamente in terra.Occorre procurarsi dei piccoli contenitoriche garantiscano comunque un’area al-meno un paio di centimetri più larga diquella originaria. Lo scopo è consentirealle radici di allargarsi, in modo che an-che il fusto possa crescere.

Occorre tenere presente che dopo il ripic-chettamento bisognerà aspettare almenoun mese per trapianto definitivo, cioè sa-rà necessario che le radici colonizzinocompletamente il nuovo spazio in modoche, quando si estrarrà la piantina, tuttala zolla (tenuta insieme dalla espansionedelle radici) venga via dal vaso. Altri-

menti si faccia il ri-picchettamento invasetti di torba pres-sata, in modo che altrapianto non sia ne-cessario estrarre lepiantina ma la simetta a dimora contutto il vasetto.

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Per un buon trapianto 

Eseguire sempre il trapianto nelleore finali della giornata, in modoche le piantine abbiano tutta unanotte per iniziare ad ambientarsiprima di dover affrontare il solebattente del pieno giorno.

Appena eseguito il trapianto in-naffiare immediatamente le pian-tine, in modo abbondante, per farsì che l’acqua compatti la terraattorno alle radici.

Quando si interra la piantina ricavare at-torno al fusto, con la pressione della ma-no, una piccola conca in modo che le in-naffiature restino localizzate proprio do-ve servono, cioè sopra le radici.

Nei due giorni successivi al trapiantoombreggiare le piantine, per quanto pos-sibile, nelle ore di maggiore insolazione.

Innaffiare abbondantemente due volte algiorno, finché si noterà che le piantinenon soffrono più nelle ore più calde (lefoglie non danno segni di afflosciamentoma restano fresche ed erette)

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Si tratta di piccoli contenitori, ge-neralmente di plastica, riempiti conterriccio da semina, nei quali ven-gono coltivate le piantine, una perciascun contenitore. Il trapiantoviene detto “trapianto con pane diterra” 

Il vantaggio è rappresentato dal fatto che ognipiantina cresce da sola in un ambiente circo-scritto, nel quale sviluppa un buon apparatoradicale grazie anche alla qualità del terricciousato. Al momento del trapianto la piantina siestrae dal contenitore con tutta la terra, tenu-ta assieme dall’apparato radicale, e si trasferi-sce a dimora senza che le radici risultino dan-

neggiate. Non c’è praticamente trauma

da trapianto, se non in misura moltolimitata. La percentuale di successoin questo tipo di trapianti è pari al95-100 %.

Si possono trovare in commercio deicontenitori in plastica nera, raggruppatiper 6 o per 10.E’ molto più facile ed economico riciclarecontenitori derivanti dall’acquisto dipiantine presso i garden center, o utiliz-zare altri contenitori come per esempio i

bicchierini da caffè, come si può vederenella foto.Qualunque contenitore si scelga diusare, è importante che abbia unforo sul fondo del diametro di 0,6 cmper agevolare lo sgrondo dell’acqua diinnaffiamento, altrimenti le piantine mo-riranno tra muffe e muschi.

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Vuoi iniziare un piccolo orto, anche sul tuobalcone? Ecco il blog che fa per te.

Visita il blog:

http://ortodiquattrometri.myblog.it/ 

Estrarre le piantine

Il giorno precedente non innaffiare, in modo chela terra asciugandosi aderisca di meno ai bordi.Per estrarre le piantine afferrare con due dita ilpiede (il punto in cui la piantina entra nel terreno)e tirare leggermente senza forzare.Quando le piantine crescono un po’ più del previ-sto è possibile che le radici facciano forza sui bor-di del contenitore, impedendo l’uscita del pane diterra intero. In tal caso, aiutandosi con una can-nuccia o una penna biro, spingere dal foro inferio-re del contenitore e contemporaneamente tirareleggermente dall’alto. In casi estremi tagliare ilcontenitore.

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Troverai molti suggerimenti utili

Quanto vanno interrate le piantine?

 Alcune piantine traggono vantaggiose le si interra profondamente, altre,al contrario, vanno interrate esatta-mente alla stessa profondità del con-tenitore d’origine

Si interrano a profondità maggiore le pianti-ne che hanno la proprietà di emettere nuo-ve radici dalla parte di fusto interrata.Tra le più comuni:PomodoroMelanzanaPeperone

Queste si interrano fino a 1 cm circadalle prime foglie vere (eliminare le fo-glie dicotiledonari, cioè le più basse, quellecon cui la pianta emerge, che al trapiantosono ormai giallicce e prossime a seccarsi)

Si interrano esattamente alla medesi-ma profondità le piantine che al collettooriginano tutto il cespo, come per esempio:Insalate di ogni tipoPrezzemoloSedanoBietaCipollaAglioPorroZucche e zucchine

Si possono interrare qualche centime-tro al di sopra del colletto (interramentoparziale del fusto o a mezzo fusto) tutti icavoli.

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Tutti i libri di Bruno Del Medico

Coltivare l’orto Piccoli trucchi e antichi segreti120 pagine, 10,00 euro.

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a partire dal 10 maggio 

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I dischetti di torba, sistemati in un conte-

nitore, vengono bagnati con acqua tiepidae raggiungono in pochi secondi le dimen-sioni adatte alla semina.

I dischetti in torba pressata (o incocco pressato) vengono com-mercializzati come si vedono nel-la foto a lato: si tratta di grossepastiglie alte circa 0,5 cm e conun diametro da 4 a 6 cm. La tor-ba è pressata all’interno di unacalza finissima. Sulla parte supe-riore del dischetto c’è la traccia diun foro che potrà accogliere ilseme.

Immergendo i dischetti in acqua,in pochi secondi i dischetti cre-scono in altezza fino a 5 cm circa,mantenendo invariata la larghez-za. Nel piccolo buco situato nellaparte superiore (che eventual-mente va approfondito) si siste-mano i semi, da ricoprire con ter-riccio fine. La piantina trova nellatorba addizionata di fertilizzantitutto il nutrimento di cui ha biso-gno. Al momento del trapianto si può mettere

a dimora il dischetto (a quel punto una zollet-ta) così com’è, evitando in questo modo anchela necessità di togliere la piantina dal conteni-tore.

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Per quanto siano costosi, i dischetti ditorba (o di cocco) presentano il grossovantaggio di poter essere messi a dimo-ra senza sottoporre la piantina a nessu-na manipolazione. La calza che avvolgeil cilindretto di terra viene penetratasenza difficoltà dalle radici, ed è biode-gradabile anche se non in tempi velo-cissimi: può restare nel terreno ancheun paio di anni.Nella foto in basso, due piantine che

stanno sviluppando le prime foglie vere.Le due foglie che si vedono sono quelledicotiledonari, cioè le prime ad usciredal seme, che non si contano. Soloquando la piantina avrà cinque foglievere potrà essere trapiantata con suc-cesso. Nel frattempo trova nel cilindrodi torba tutti gli elementi nutritivi di cuiha bisogno (eccetto l’acqua che va for-nita con l’irrigazione ordinaria).

Nella foto in alto un dischetto prima di essere ba-gnato, e trenta secondi dopo. La crescita avvienein altezza ma non in larghezza.

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I contenitori di torba sono fatti con lo stessomateriale dei dischetti, ma sono leggermentepiù economici. Si tratta di piccoli vasi in torbapressata, di forma tonda o quadrata, singolio raggruppati a 6-10 per comodità di mani-polazione.Sono in grado di resistere per due o tre mesialle sollecitazioni derivanti dalla coltivazionedella piantina, in particolare all’umidità, masono permeabili alle radici.Quando la piantina è pronta possono essere

messi direttamente nel terreno, dove com-pletano rapidamente il loro disfacimento.Anche in questo caso il grande vantaggio èche la piantina può essere messa a dimorasenza subire nessuna manipolazione.

In basso: Indivia coltivata in un gruppo di 6vasetti di torba.

Quali contenitori scegliere?

Dal punto di vista di chi deve fare vi tra-pianti utilizzando piantine acquistate, la so-luzione migliore è quella dei dischetti o con-tenitori di torba pressata perché il trapiantodiventa una operazione sicura e veloce.Purtroppo, ben difficilmente troverete incommercio piantine coltivate su questi sup-porti, a causa dei loro costi. Troverete inve-ce praticamente sempre piantine coltivate

in contenitori alveolari di plastica o di poli-stirolo. In qualche mercatino potreste anco-ra trovare mazzetti di piantine a radice nu-da. Qualche decennio fa si usava solo que-sto metodo. Oggi si trovano ancora in ven-dita, a mazzetti, le cipolle ed i finocchi, equalche altro tipo di ortaggio. Se compratepiantine a mazzetti mettete in conto di per-derne un certo numero per stress da tra-pianto. Non comprate mazzetti di piantinedi insalate, ne perdereste la metà.

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Foto in alto:Le piantine da usare per un orto devono essere robuste all’aspetto, e dicolore verde intenso nella tonalità propria. La pianta è pronta al trapiantoquando la sua altezza minima è di 8-10 cm e comunque possiede almeno 5foglie oltre quelle dicotiledonari (quelle della nascita)

Foto a sinistra:

Le piantine devono avere un fa-scio di radici ben sviluppato,come si può vedere estraendoneuna dal contenitore. Così sonoottime per una ripresa rapida.

Foto in alto a destra: Piantine esili e diafane, spropor-zionate in altezza, con gambi esili che si piegano al pesodelle poche foglie, con colorazione pallida. Si tratta dipiante “filate”, cioè cresciute con troppa poca luce. Una

volta messe in campo, moriranno. Da evitare.


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