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Carlo Caccia Matteo Foglino

Incontri ravvicinati con i protagonisti

del verticale

2UOMINI&PARETI

I R A M P I C A N T I

E D I Z I O N I V E R S A N T E S U D

Page 2: Uomini & Pareti 2

Prima edizione: Giugno 2009

Copyright © 2009VERSANTE SUD S.r.l.Via Longhi, 1020137 MilanoTel. [email protected]

Tutti i diritti riservati

Disegni: Eugenio Pinotti

Ringraziamenti:Patricia Bamert, Mauro Farina, Christine Kopp, Luca Signorelli.

Carlo Caccia è nato a Erba, in provincia di Como, nel 1974 e da anni lavora per i periodici Alp, Rivista della Montagna e Orobie. Segue la cronaca alpinistica internazionale ed è curatore del sito intotherocks.net. Sempre nell’ambito della cronaca alpinistica collabora con l’American Alpine Journal, pubblicazione annuale dell’American Alpine Club. È autore di due guide escursionistiche dedicate alle Grigne e al Resegone e con Dino Piazza ha pubblicato nel 2003 il libro Dilettante per professione. Con Roberto Mantovani è invece autore di Omaggio alla Montagna (Mondadori, 2008). Ha collaborato con il Cervino Cinemountain International Festival e collabora con il Trento FilmFestival, la più importante rassegna del cinema di montagna. Come alpinista ha compiuto salite dalle Alpi Centrali alle Dolomiti, tra cui quattro vie nuove.

Matteo Foglino è nato a Como nel 1984 e vive in un paesino situato sulla sponda occidentale del Lario. Diplomato in ragioneria è prossimo a laurearsi in Mediazione Linguistica Interculturale. Collabora al portale www.up-climbing.com curando le news di arrampicata e di bouldering.Abituato a frequentare la montagna sin da piccolo, ha iniziato ad arrampicare più o meno nel 2001 spinto dal padre per poi dedicarsi alla scalata con regolarità, prima salendo quasi esclusivamente vie lunghe, soprattutto in val di Mello, per poi dedicarsi, negli ultimi anni, alla falesia e al boulder. È un grande estimatore dell’arrampicata trad anglosassone.

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Carlo CacciaMatteo Foglino

UOMINI & PARETI16 incontri ravvicinati

con i protagonisti del verticale

vol. 2

I R A M P I C A N T I

E D I Z I O N I V E R S A N T E S U D

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Indice

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Indice

Ermanno SalvatErra .......... 8

StEvE HouSE ..................... 24

JoSunE BErEciartu ........... 40

Patrick GaBarrou ............. 54

BEn HEaSon ...................... 70

Silvia vidal ...................... 86

SimonE moro .................. 100

uEli StEck ....................... 118

dEan PottEr ................... 132

valEry BaBanov .............. 144

mauro caliBani .............. 162

PavlE kozJEk .................. 178

rolando larcHEr ........... 192

FrançoiS lEGrand .......... 210

SimonE PEdEFErri ........... 226

adam ondra ................... 242

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Presentazione

Preparatevi a un viaggio nel duplice mondo del gesto sulla roccia

e dell’avventura che spinge oltre il limite.

Le sedici interviste presentate in questo secondo volume di

Uomini e Pareti - che esce a distanza di ben sette anni dal primo

- sono uno spaccato avvincente dell’alpinismo e dell’arrampicata

contemporanei di inizio millennio; ne comunicano l’essenza,

fanno assaporare la passione e portano l’immaginazione lontano.

Sì, perché attraverso parole che addensano il proprio significato

di esperienza vissuta, veniamo trasportati non solo in giro per le

verticali del pianeta, ma immersi a capofitto direttamente dentro

l’anima di attività totalizzanti, a toccare quel punto dove sfuma la

differenza tra senso della vita e “mestiere” scelto per sé; giacché

un confine preciso non esiste e tutto si compone in un’unica

realtà esistenziale, dove ciò che è iniziato per gioco si trasforma

in attività socialmente riconosciuta.

La bravura degli intervistatori fa sì che l’interlocutore venga

portato di volta in volta ad addentrarsi nei risvolti di alcune scelte

e situazioni, inducendolo a svelare aneddoti che l’informazione

di attualità (anche specializzata) sovente non ha modo e tempo

di approfondire. Nei racconti prendono la loro parte di scena

anche il percorso di formazione nei suoi differenti passaggi, un

apprendistato vissuto spesso con gli amici, e poi la dimensione

irrinunciabile del viaggio e le visioni sul futuro.

A leggere questi spaccati di vita si partecipa nel contempo di

una contraddizione interessante. Infatti, pur nella diversità di chi

li pronuncia e dei contesti da cui traggono linfa, e benché emerga

netta la distinzione di approccio e forma mentis tra alpinisti e

arrampicatori – si entra decisi nella logica del gesto e nella ricerca

pura della difficoltà su roccia con gli arrampicatori; ci si apre

verso l’alto con gli alpinisti, che inseguono tecnica, resistenza,

avventura – ricorrono concetti simili. Si parla di forza mentale,

di espressione estrema, di progetto-obiettivo, di roccia che cura,

di disciplina e di capacità di soffrire; tutti strumenti necessari

per raggiungere i propri traguardi individuali, alla ricerca di

se stessi e nella ricerca di un’etica; o magari per la pura gioia

dell’arrampicare, che si fa vera e propria arte fisica a cui dare

forma in uno stile. Ecco, lo stile. Una delle due parole-chiave che

su tutte accomunano questi personaggi è proprio lo stile, della

chiodatura, della salita, insieme alla forza mentale, nel superare i

propri limiti, nel misurarsi sulla difficoltà.

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Presentazionedi Linda Cottino, direttore ALP

Una contraddizione, dicevamo, che rende quanto mai tangibile

la distinzione tra mondi che possono incontrarsi anche solo

all’infinito, quindi mai, e che nonostante tutto sono inquilini di

una casa comune, oggi diremmo partecipi – magari inconsapevoli

- di un progetto di cohousing. Infatti, se i protagonisti del primo

Uomini e Pareti funzionavano, nella maggior parte dei casi,

come anelli di raccordo tra il prima e il dopo la “rivoluzione

della libera” che negli anni ottanta ha segnato una cesura con

l’alpinismo della “lotta con l’alpe”, in questo caso la separazione

è più netta. Due mondi attigui si presentano. Possono incontrarsi

oppure no. Pensiamo quale distanza separa i rigori dell’alta quota

o dell’inverno alpino dalla roccia assolata di una falesia o dalla

prossimità di un boulder… Ciononostante, e malgrado lo spazio

storico-temporale che ci separa e la laicizzazione delle discipline

del verticale che si è compiuta con la fine del Novecento, non

è fuori luogo citare il Massimo Mila del saggio contenuto nella

storia dell’alpinismo della Engel (1965), che in esso vedeva “una

galleria meravigliosa di tipi fuori serie che ci viene incontro…

Gente che sotto qualunque latitudine e in qualunque paese del

mondo, si riconosce istintivamente, da qualche segno misterioso,

sia il colore della pelle, siano le rughe del volto, sia il modo di

camminare, sia l’espressione dell’occhio abituato a scrutare i

segreti della roccia e del ghiaccio”.

Forse in un terzo volume si aggiungerà il tassello ancora

mancante, e cioè l’anima squisitamente agonistico-sportiva che

più di recente ha acquisito definitiva autonomia, sia dall’alpinismo

che dall’arrampicata su roccia, e che si incarna in chi sceglie le

gare come proprio terreno d’azione.

Nel frattempo godiamoci la lettura di queste pagine, che bene

riescono a farci partecipi di vite tutte intrise di una passione a dir

poco smisurata, e dell’energia che ne promana. Voltata l’ultima

pagina, si ha veramente l’impressione di saperne di più su questo

sport-non sport (competizioni a parte), tentato dal sentirsi arte e

che, come afferma il decano degli intervistati, Patrick Gabarrou,

meglio sarebbe definire artigianato. Con quella misurata alchimia

che sa dosare talento, ricerca ed esperienza.