VALORE P.A. AVVISO DI SELEZIONE E RICERCA
DI CORSI DI FORMAZIONE 2016
CATALOGO CORSI
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Tipologia del corso
Titolo Ore Pagina
1. Gestione dei conflitti LA GESTIONE CREATIVA DEI CONFLITTI 40 4 2. Leadership e Management LEADERSHIP E MANAGEMENT: LE
COMPETENZE DEL LEADER PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO
50 6
3. Comunicazione efficace - Public Speaking, linguaggio non verbale, comicazione sul web
COMUNICARE EFFICACEMENTE NELLE PROPRIE RETI DI RELAZIONE
40 10
4. Gestione delle risorse umane: focus sull’intelligenza emotiva e sulla psicologia dei gruppi, gestione delle relazioni
VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE E GESTIONE DEI GRUPPI:
CAPACITA’ E COMPETENZE PER LO SVILUPPO DEI CONTESTI FORMATIVI E DI
LAVORO
50 13
5. Lavoro di gruppo IL LAVORO DI GRUPPO NEI CONTESTI FORMATIVI E PROFESSIONALI
40 16 6. Promozione e diffusione della
cultura digitale: strumenti innovativi e procedure web in ambiente scolastico
I “NATIVI DIGITALI” E LA CULTURA DEL WEB: STRUMENTI INNOVATIVI E
INSEGNANTI COMPETENTI PER UNA SCUOLA CHE GUARDA AL DOMANI
50 18
7. Metodologie didattiche per i Disturbi di Apprendimento
LE METODOLOGIE DIDATTICHE E DISTURBI DI APPRENDIMENTO:
UN’OCCASIONE DI FORMAZIONE PER TUTTO IL GRUPPO CLASSE
50 20
8. Prevenzione del disagio giovanile
LE COMPETENZE DELL’OPERATORE SOCIALE NEI CONTESTI DEL DISAGIO E
DELLA MARGINALITÀ: RELAZIONE EDUCATIVA E PROGETTAZIONE DEGLI
INTERVENTI
50 22
3
4
Tipologia del corso
Titolo Ore
Gestione dei conflitti LA GESTIONE CREATIVA DEI CONFLITTI 40
P R O G R A M M A
1. COS’È IL CONFLITTO Differenziare un contrasto da un conflitto Cosa c’è di positivo e cosa di negativo nei conflitti Il conflitto in azienda Il mito del buonismo e la legge del più forte 2. RICONOSCERE E AFFRONTARE SITUAZIONI CONFLITTUALI Riconoscere le diverse tipologie di conflitto Come nascono e si sviluppano le situazioni di conflitto Prevenire e gestire situazioni conflittuali Identificare un conflitto Esplicitare un conflitto L’iceberg del conflitto: pretesti e bisogni 3. STRATEGIE DI GESTIONE DEL CONFLITTO Differenti approcci alla gestione del conflitto: vantaggi e svantaggi L’importanza di un approccio win-win 4. ABILITÀ PERSONALI PER AFFRONTARE SITUAZIONI CONFLITTUALI Analisi del comportamento personale all’interno dei conflitti Riconoscere e gestire le proprie emozioni Emozioni-Pensieri-Comportamenti un rapporto circolare 5. METODI E STRUMENTI PER LA RISOLUZIONE DEI CONFLITTI Come reagire costruttivamente agli attacchi personali, all’arroganza e alle esagerazioni Come gestire le emozioni negative all’interno dei conflitti Controllare le proprie risposte “emotive” Utilizzare la comunicazione non verbale per ridurre la conflittualità in una discussione Le tecniche di ascolto a supporto di una comunicazione non conflittuale Comprendere motivazioni e strategie degli attori coinvolti Comportamenti da adottare quando il conflitto non è risolvibile 6. GESTIONE DEL DOPO CONFLITTO
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Fare un bilancio della situazione in corso Identificare le nuove opportunità Fare delle situazioni conflittuali un motivo di crescita personale e professionale 7. PIANO D’AZIONE PERSONALE Identificare una situazione conflittuale su cui impegnarsi per il futuro Costruire un piano d’azione per affrontare realisticamente la situazione conflittuale Individuare le azioni per evitare il riproporsi del conflitto
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Leadership e Management LEADERSHIP E MANAGEMENT: LE COMPETENZE DEL LEADER PER IL BENESSERE
ORGANIZZATIVO
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P R O G R A M M A
1. STILI MANAGERIALI E TIPOLOGIE DI LEADERSHIP L’evoluzione del ruolo manageriale. • L’evoluzione del ruolo manageriale nella Pubblica Amministrazione • I principali compiti del ruolo manageriale: supervisione, direzione, pianificazione, comunicazione e sviluppo. La dimensione di leadership • Gli stili e i modelli di leadership. • La qualità e le capacità fondamentali di leadership: - elaborare e trasmettere la visione; - diffondere e trasmettere i valori; - fissare traguardi e guidare verso gli obiettivi. Il processo di delega: • fasi, criteri, regole (che cosa delegare, a chi delegare, con quali controlli). • Essere coach: concetti, pratiche e strumenti. Le competenze del coordinatore per la gestione delle persone. • L’attribuzione di obiettivi, compiti, responsabilità (dall’obiettivo aziendale agli obiettivi individuali). • La valutazione delle performance e delle prestazioni (modelli di analisi e controllo, azioni correttive). • Costituire e gestire un team (scegliere le persone, motivarle, orientarle ai risultati, dare regole e obiettivi ecc.). 2. LA MOTIVAZIONE E LO SVILUPPO DELLE POTENZIALITA' DELLE PERSONE. ORIENTARE LE AZIONI AL RISULTATO E REALIZZARE IL POTENZIAMENTO DELL'ORGANIZZAZIONE La motivazione delle persone • Le teorie della motivazione. • Le analisi dei livelli motivazionali. • L’orientamento delle azioni al risultato. • Motivazione e leadership. Lo sviluppo delle potenzialità • Il concetto di empowerment e la sua traduz.ione in comportamenti. • Come realizzare il potenziamento delle organizzazioni.
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• Come orientare il contributo del singolo con il potenziamento. • L’esempio e l’entusiasmo del capo. Misurare il clima e la soddisfazione delle persone. • Aspetti del clima nelle organizzazioni. • Metodologie e strumenti di analisi e diagnosi del clima organizzativo e della soddisfazione delle persone. • L’utilizzo gestionale dei risultati delle analisi e delle diagnosi. 3. LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE EFFICACE. TEORIE E MODELLI DI COMUNICAZIONE Le teorie e i modelli della comunicazione • I concetti base e i modelli di riferimento. • Le definizioni e la terminologia specifica. • Il processo di influenzamento reciproco. • La comunicazione e la metacomunicazione. • Le tipologie di linguaggi. • Gli ambiti di comunicazione; la specificità della comunicazione interpersonale. La comunicazione aggressiva, passiva, efficace • Le ansie sociali e le strategie di difesa e di gestione della comunicazione (aggressiva, passiva, efficace): credenze, atteggiamenti, comportamenti. I significati del linguaggio non verbale • I fattori costitutivi della comunicazione non verbale (fattori paraverbali, linguaggio del corpo). • Gli elementi distintivi della comunicazione non verbale. • La relazione tra comunicazione verbale e non verbale. La comunicazione efficace in situazioni potenzialmente critiche • Fare una critica, gestire una critica, saper chiedere, “vendere” un’idea, saper dire di no, gestire la collera, dare rinforzo positivo, saper ascoltare in un contesto professionale 4. PROJECT MANAGEMENT. UTILITÀ E AMBITI DEL PROJECT MANAGEMENT E RUOLO E COMPITI DEL PROJECT MANAGER. L’utilità e gli ambiti del project management • La definizione di progetto e di project management. • Il ruolo e i compiti del project manager. • L’organizzazione per il project management. I metodi e gli strumenti di pianificazione • La concezione del progetto. La programmazione. • Gli strumenti: - work breakdown structure; - milestone plan; - flow chart; - Gantt. • L’allocazione delle risorse materiali e umane. La gestione delle risorse. • La pianificazione dei costi. I metodi e gli strumenti di controllo • Le modalità di controllo: che cosa controllare e quando. • Il confronto tra pianificazione, eseguito e consuntivo. • Le modalità di reporting nel corso del progetto. • Le modalità di utilizzo dei diversi strumenti nelle diverse fasi del progetto.
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La gestione delle modifiche e il reporting finale • La programmazione reticolare: - metodi di calcolo; - metodi di rappresentazione. • Come gestire i ritardi. • La ripianificazione. • La conclusione del progetto. • Il reporting finale. 5. LA GESTIONE DELLE RIUNIONI. TIPOLOGIE, CARATTERISTICHE E MODALITÀ DI CONDUZIONE DELLE RIUNIONI Le riunioni: tipologie e caratteristiche • I tipi di riunioni e variabili che le caratterizzano: riunione informativa; riunione consultiva; riunione per trovare soluzioni; riunione decisionale; tecniche creative. Preparare una riunione • La comunicazione: chi convoca, come, quando. • L’ordine del giorno. • La preparazione dei materiali. • La scaletta. • La durata della riunione. Gestire una riunione • La comunicazione degli obiettivi e dei risultati attesi. • Stimolare e valorizzare i contributi individuali. • Le tecniche di brainstorming per stimolare il pensiero divergente. • Le tecniche di conduzione semi strutturate: il metaplan. • Il rispetto dei tempi. • Il verbale della riunione 6. LE TECNICHE DI NEGOZIAZIONE. ANALISI E VARIABILI DEL PROCESSO NEGOZIALE Le analisi del processo negoziale. • La comunicazione e la negoziazione. La gestione negoziale delle relazioni: • strategie dominanti; • fasi della negoziazione. Le variabili della negoziazione: • quando l’interlocutore è forte; • quando non sta al gioco; • quando usa “sporchi trucchi”. Le tecniche relazionali negoziali: • Gli stili negoziali. • La dimensione operativa e quella relazionale. • Le conclusioni per uscire dal negoziato con profitto anche quando le condizioni oggettive sono contrarie 7. PROBLEM SOLVING E DECISION MAKING. STRUMENTI A DISPOSIZIONE PER LA DIAGNOSI E LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI. Il percorso di problem solving: • definizione del problema;
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• percorso di diagnosi e percorso di soluzione; • mantenimento e verifica del risultato nel tempo; • strumenti di miglioramento. Gli strumenti di problem solving: • diagramma di flusso e raccolta dei dati; • brainstorming; • stratificazione; • diagramma causa effetto e diagramma di Pareto; • scelta pesata. L’assunzione delle decisioni: • analisi dei fattori costitutivi di un gruppo; • contesto e livelli di conoscenza delle persone e dei fatti; • elementi di efficacia del problem solving e di gruppo: obiettivi, metodo, leadership; • comunicazione e i ruoli all'interno di un gruppo di lavoro.
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Comunicazione efficace - Public Speaking,
linguaggio non verbale, comicazione sul web
COMUNICARE EFFICACEMENTE NELLE PROPRIE RETI DI RELAZIONE
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P R O G R A M M A
1. SAPER COMUNICARE: CONOSCENZE E COMPETENZE
Le diverse forme della comunicazione: La comunicazione come sistema relazionale, La comunicazione verbale, La comunicazione non verbale
La comunicazione come rappresentazione Le competenze della comunicazione: linguistica, paralinguistica, competenza cinesica, prossemica, di variare il rapporto con lo spazio in cui avviene l’interazione, performativa, competenza pragmatica, socioculturale
La pragmatica della comunicazione
La gestuologia, la mimica e il linguaggio del corpo 2. LE PRINCIPALI FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE
Strumentale: per soddisfare le esigenze personali
Di controllo: per controllare le altre persone e condizionarne i comportamenti
Informativa: quando si comunica allo scopo di spiegare o scoprire qualcosa
Espressiva: per comunicare sentimenti e stati d’animo
Di contatto sociale: lo scopo è stabilire un rapporto
Di alleviamento dell’ansia: per abbassare i propri timori e l’ansia le persone cercano il contatto tra di loro
Rituale: è legata al ruolo sociale che stiamo rivestendo (ad es. i riti religiosi).
Di stimolazione: ogni individuo ha una certa fame di stimoli 3. I MODELLI DELLA COMUNICAZIONE E GLI STILI COMUNICATIVI I modelli
matematico informazionale di Shannon e Weaver
semiotico informazionale
semiotico testuale Gli stili
Stile Passivo
Stile Aggressivo
Stile Passivo-Aggressivo
Stile Manipolativo
Stile Assertivo
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4. IL LINGUAGGIO NON VERBALE: IL CORPO MEDIATORE DI EMOZIONI
Il tono della voce
La mimica facciale
La gestualità
L’abbigliamento
Lo sguardo
La prossemica
La postura 5. COSTRUIRE UN SISTEMA EFFICACE DI COMUNICAZIONE INTERNA AL SISTEMA E AL CONTESTO
Creare un ambiente favorevole
Adottare i passaggi fondamentali
Scegliere gli strumenti giusti - scritti (lettere, circolari, questionari, house organ, interviste) - parlati (incontri, riunioni, focus group, interviste) - visivi (cartellonistica, bacheche) - tecnologici (telefono, posta elettronica, intranet/sito intranet, portale pubblico, newsletter)
I vantaggi
Il benessere organizzativo 6. COMUNICARE EFFICACEMENTE ALL’ESTERNO DEL SISTEMA E DEL CONTESTO
far conoscere l'Amministrazione, i servizi e i progetti dell'ente;
facilitare l'accesso ai servizi e agli atti dell'Amministrazione;
conoscere e rilevare i bisogni dell'utenza;
migliorare l'efficacia e l'efficienza dei servizi;
favorire i processi di sviluppo sociale, economico e culturale;
accelerare la modernizzazione di apparati e servizi;
svolgere azioni di sensibilizzazione e policy making. 7. COMUNICAZIONE E CONFLITTI
Caratteristiche e origini del conflitto
Il modello M/m di Patfoort:
Il modello dell’Equivalenza di Patfoort
Combattere o risolvere un conflitto
Trasformazione del conflitto
Il Metodo CASE© 8. IL DISCORSO CONVINCENTE
Le fasi del discorso: saper iniziare e concludere
Aiutare le persone a capire e ricordare
Emozionare la platea
Il linguaggio verbale: cosa dire e non dire, come dirlo
La scelta delle parole
Convincere con un discorso
Le prove del public speaker 9. GESTIRE UNA PLATEA E LE OBIEZIONI
Intervista in tv
Presentare con le slide
Improvvisare un discorso
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Affrontare un colloquio di lavoro
Il segreto dei grandi comunicatori 10. COMUNICARE IN RETE
Le diverse figure: community manager, web content manager, web surfer, communication network designer, web designer, web master
Evoluzione del web
Come dev’essere un sito web efficiente, funzionale, produttivo
Il web 2.0 e i social networks (Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Youtube) Google Adwords, Google Adsense, Google Analytics
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Gestione delle risorse umane: focus
sull’intelligenza emotiva e sulla psicologia
dei gruppi, gestione delle relazioni
VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE E GESTIONE DEI GRUPPI: CAPACITA’ E
COMPETENZE PER LO SVILUPPO DEI CONTESTI FORMATIVI E DI LAVORO
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P R O G R A M M A
1. CULTURA AZIENDALE E RISORSE UMANE
Concetti di base sulle organizzazioni
Alcune metafore sulle organizzazioni: - l’organizzazione come macchina - come organismo - come cervello
Cultura organizzativa e ricadute sulla gestione e sviluppo delle risorse umane
Competenze distintive e risorse umane 2. LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
La selezione delle risorse umane
L’inserimento in azienda: tematiche, problematiche strategie
La formazione delle risorse umane
I piani di formazione aziendale: presentazione e applicazione esercitativa di un modello sviluppo delle risorse umane e sviluppo del sistema di competenze
La valutazione delle risorse umane (prestazioni e potenziale)
Il knowledge management 3. LE COMPETENZE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
Le abilità comunicative
Pragmatica della comunicazione umana
Nodi, fraintendimenti, fallimenti comunicativi
Ascolto ed efficacia comunicativa
La comunicazione assertiva
Le tecniche di leadership
Gli stili di leadership
Stile di leadership e cultura aziendale
Il gruppo di lavoro per il lavoro di gruppo: tecniche di conduzione e sviluppo di gruppi di lavoro
La discussione produttiva e le tecniche di negoziazione: evitare il conflitto e rendere produttivo il contrasto
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4. L’INTELLIGENZA EMOTIVA
Che cos'è l'intelligenza emotiva?
Come migliorare le proprie performance manageriali attraverso l'intelligenza emotiva;
Le competenze della leadership nell'intelligenza emotiva;
La sfera emotiva;
Il potere dell'intelligenza emotiva;
La leadership risonante e gli stili dissonanti;
Come diventare un leader risonante;
La realtà emozionale personale e del gruppo;
Come valutare il clima di un'azienda;
Lavorare sulle proprie aree di miglioramento: la zona di comfort, di rischio e di panico;
Il Piano Personale di Miglioramento: costruire un piano d’azione concreto per lavorare sulle proprie aree di miglioramento individuate durante il corso di formazione:
-cosa voglio continuare a fare? -Cosa voglio evitare? -Cosa voglio iniziare a fare? 5. PSICOLOGIA DEI GRUPPI
Il gruppo come oggetto di studio
Il gruppo in psicologia sociale
Processi dinamici ed aspetti strutturali nei gruppi
Processi relazionali, comunicativi e affettivi nei gruppi
I processi decisionali di gruppo
La persuasione e l'influenza sociale
La comunità e i gruppi 6. GRUPPI E METODI
Gruppi virtuali: -Tipologie di gruppo virtuale; - Le caratteristiche dell'interazione virtuale: CMC; -Teorie di riferimento; -Aspetti strutturali dei gruppi virtuali; -Processi di gruppo in rete; -Questione di identità e personalità
Il lavoro di rete
I gruppi di auto aiuto
Il gruppo e la valutazione del personale
Il focus group - Le definizioni di focus group; - Il focus group e le altre tecniche di rilevazione nella ricerca qualitativa; - Le caratteristiche del focus group e del moderatore; - Vantaggi e svantaggi del tradizionale focus group; - Il focus group on line;
Il gruppo di lavoro nel contesto aziendale -obiettivi, -metodi -ruoli 7. GESTIONE DELLE RELAZIONI
Un modello per relazioni produttive La comunicazione interpersonale e la comprensione delle persone con cui ci confrontiamo quotidianamente
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Le 4 aree del modello delle “zone di azione”: come riconoscersi e riconoscere gli altri
Principi fondamentali nelle relazioni con gli altri - Le regole di base per avere rapporti produttivi con gli altri - Come gestire in modo versatile ciascuna zona d’azione: le tecniche comportamentali più opportune - Le differenti tattiche per ogni tipologia di persone - Alternare con accortezza comunicazione e ascolto
Applicazione del modello nel proprio contesto organizzativo - Tattiche comunicative per rapporti efficaci - Capacità di recepire e soddisfare le richieste degli interlocutori - Piano d’azione per applicare queste tattiche
Gestire comunicazioni difficili nel quotidiano - Le 10 tipologie psicologiche più comuni: come gestire i casi difficili - Come riconoscere le situazioni di conflitto e saperle affrontare - Sviluppare alternative possibili in relazione alla conoscenza degli altri - Individuare le azioni necessarie per evitare il riproporsi del conflitto
Piano d’Azione - Azioni da mettere in atto e controllo dei risultati - Cambiare tattiche per cambiare le reazioni degli altri
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Lavoro di gruppo IL LAVORO DI GRUPPO NEI CONTESTI FORMATIVI E PROFESSIONALI
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P R O G R A M M A
1. LA DEFINIZIONE DI GRUPPO NELLE DIVERSE PROSPETTIVE TEORICHE
Definizione di gruppo: tecnica del brainstorming.
Le caratteristiche del gruppo: strutturali e di compito.
Il gruppo come “sistema aperto”.
L’osservazione come strumento di conoscenza del gruppo. 2. IL GRUPPO DI LAVORO E IL LAVORO DI GRUPPO
Differenze tra gruppo e gruppo di lavoro.
Le fasi della costituzione di un gruppo di lavoro: l’orientamento, l’insoddisfazione, la svolta, la produzione.
La coesione tra i membri del gruppo. 3. Il GRUPPO E LA LEADERSHIP
Relazione tra bisogni individuali e collettivi: membership e groupship.
Caratteristiche individuali e bisogni dominanti (Modello di Maslow).
Comportamento direttivo e comportamento di sostegno. Le funzioni di leadership.
Gli stili di leadership.
Il leader istituzionale e gli altri. 4. I “RUOLI” E LE DIMENSIONI RELAZIONALI NEL GRUPPO
Le caratteristiche dei ruoli all’interno del gruppo: presidio del compito, delle relazioni, del risultato, della qualità.
Le funzioni e le dimensioni relazionali nel gruppo
5. LA CAPACITA’ DEL GRUPPO DI VALORIZZARE I SOGGETTI E LE COMPETENZE DEI SINGOLI
Identificazione delle competenze individuali: le capacità logico-strategiche e le capacità relazionali.
Le qualità organizzative, le qualità sociali e le qualità soggettive. 6. LA COMUNICAZIONE E I LINGUAGGI COMPLESSI
Importanza della comunicazione.
Gli assiomi della comunicazione.
Fattori che influenzano la comunicazione.
La comunicazione efficace.
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I messaggi non verbali e corpo come mezzo di comunicazione del mondo interno 7. LO STILE ASSERTIVO
Gli stili comunicativi.
L’assertività e l’ascolto attivo.
L’importanza del feed-back. 8. IL “CLIMA” DEL GRUPPO
Importanza del clima in un gruppo di lavoro.
Indicatori del clima del gruppo.
La competizione e la cooperazione.
Modelli di risoluzione dei conflitti.
Il problem solving.
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Promozione e diffusione della cultura
digitale: strumenti innovativi e procedure
web in ambiente scolastico
I “NATIVI DIGITALI” E LA CULTURA DEL WEB: STRUMENTI INNOVATIVI E INSEGNANTI
COMPETENTI PER UNA SCUOLA CHE GUARDA AL DOMANI
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P R O G R A M M A
1. COSA SONO E COME FUNZIONANO I NUOVI MEDIA
Il concetto di media (McLuhan)
Caratteristiche dei nuovi media
Analisi dei linguaggi digitali e le loro ripercussioni in ambito culturale e sociale.
Studio delle figure della cultura digitale e il loro rapporto con la società. 2. FIGURE E METAFORE DELLA CULTURA DIGITALE
L'hacker
Hacktivism e media hacking
-Networking e comunità virtuali
Identità ibride: il cyborg.
La cultura della condivisione: open source.
La cultura dei videogame.
Web 2.0 3. UNA PARENTESI SUL INDUSTRIA DEI MEDIA E DESIGN
L a convergenza mediale
Norman e il "computer invisibile"
Sterling e gli SPIME 4. ARTE E MEDIA DIGITALI
L'uso creativo dei media: forme e storia
Computer Games
Net art
Mondi virtuali: da Luther Blissett a Anonymous.
I social network 5. Scuola 2.0… anche 4.0
gli ambienti virtuali per l’apprendimento
le diverse soluzioni software,
i device hardware;
i nuovi setting d’aula per la progettazione e l’organizzazione della didattica
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le metodologie di apprendimento/insegnamento.
nuovi contenuti digitali per la scuola 2.0 6. LL PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE (PNSD)
potenziamento dell’infrastrutturazione digitale della scuola con soluzioni “leggere”, sostenibili e inclusive
trasformazione dei laboratori scolastici in luoghi per l’incontro tra sapere e saper fare, con al centro l’innovazione
passaggio da una didattica unicamente “trasmissiva” a una didattica attiva, promuovendo ambienti digitali flessibili
allineamento del l’edilizia scolastica con l’evoluzione della didattica
ripensamento della scuola come interfaccia educativa aperta al territorio, all’interno e oltre gli edifici scolastici
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Metodologie didattiche per i Disturbi di
Apprendimento
LE METODOLOGIE DIDATTICHE E DISTURBI DI APPRENDIMENTO: UN’OCCASIONE DI
FORMAZIONE PER TUTTO IL GRUPPO CLASSE
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P R O G R A M M A
I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
La dislessia
La disgrafia e la disortografia
La discalculia
La comorbilità 2. L’OSSERVAZIONE IN CLASSE: LE PRESTAZIONI ATIPICHE
Osservazione degli stili di apprendimento
Scuola dell’infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria di I e di II grado 3. LA DIMENSIONE RELAZIONALE CON SOGGETTI CON DSA
La costruzione dell’identità nel soggetto in età dello sviluppo
Sofferenze e paure del soggetto con DSA
La dimensione emotivo affettiva nella relazione educativa
Le dinamiche relazionali nel gruppo classe
UNA DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA: DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA STRUMENTI COMPENSATIVI, MISURE DISPENSATIVE
Disturbo di lettura
Disturbo di scrittura
Area del calcolo
Didattica per le lingue straniere
Documentazione dei percorsi didattici
METODOLOGIE DIDATTICHE PER IL GRUPPO CLASSE
Il cooperative learning
La peer education e peer tutoring
Le tecnologie e il loro uso per la facilitazione dei processi di apprendimento
Life Skills education: l’acquisizione delle abilità per la vita
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SOGGETTI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI ES E DEL DIRITTO ALLA PERSONALIZZAZIONE DELL’APPRENDIMENTO
Le competenze speciali dell’insegnante curricolare per l’applicazione della Legge 170/2010
Responsabilità e autonomia “pedagogica” dei Consigli di Classe e dei teams docenti
Il ruolo della famiglia e la corresponsabilità educativa
RUOLI E COMPITI NELLA PROSPETTIVA INTEGRATA
Gli Uffici Scolastici Regionali
Il Dirigente scolastico
Il Referente di istituto
I Docenti
La Famiglia
Gli Studenti
Gli Atenei
IL “CLIMA” DEL GRUPPO
Importanza del clima in un gruppo classe
Indicatori del clima del gruppo classe
La competizione e la cooperazione.
Modelli di risoluzione dei conflitti.
Il problem solving.
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Tipologia del corso
Titolo Ore
Prevenzione del disagio giovanile LE COMPETENZE DELL’OPERATORE SOCIALE NEI CONTESTI DEL DISAGIO E DELLA MARGINALITÀ:
RELAZIONE EDUCATIVA E PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI
50
P R O G R A M M A
1. IL DISAGIO GIOVANILE: FENOMENO COMPLESSO IN CONTINUO CAMBIAMENTO
La dimensione del fenomeno
Le caratteristiche del mondo giovanile di oggi
La trasformazione sociale e la svolta epocale 2. MODELLI DI INTERVENTO E RESPONSABILITÀ DEI SOGGETTI DI SISTEMA: RUOLO DELL’EDUCATORE NELLE
COMUNITÀ SOCIO EDUCATIVE E SOCIO-TERAPEUTICHE PER ADOLESCENTI
I modelli di intervento nei contesti educativi e formativi
La rete territoriale e le funzioni dei soggetti che la compongono
Le comunità per adolescenti: caratteristiche, metodologie di lavoro, progettazione degli interventi 3. IL RUOLO DELL’AFFETTIVITÀ E DELLA DIMENSIONE EMOZIONALE DELL’OPERATORE SOCIALE NEI CONTESTI DI
SOFFERENZA E MARGINALITÀ
I bisogni emotivo-affettivo degli adolescenti
La costruzione di una relazione educativa: aspetti emozionali e modalità comunicative
Quali sono i diversi metodi e modi relazionali nell’età dello sviluppo 4. LE DIVERSE FORME DI DIPENDENZA: UN LAVORO DI RIFLESSIONE E DI CONOSCENZA SU COME SI
SVILUPPANO LE DIPENDENZA E SU COME INTERVENIRE PEDAGOGICAMENTE
I nuovi problemi di dipendenza: gioco d’azzardo, internet, videogiochi, pokemon mania
Il concetto di sicurezza e la capacità di sviluppare una positiva relazione con il mondo
La dimensione relazionale nelle dipendenze 5. L’EDUCAZIONE TERRITORIALE E LE FORME DI INTERVENTO PER LA PREVENZIONE DEL DISAGIO
I contesti educativi e di vita del giovane
Il ruolo delle associazioni e delle cooperative sociali
I modelli di intervento per la prevenzione del rischio e del disagio 6. IL PROGETTO EDUCATIVO E RAPPORTO TRA TERRITORIO E SISTEMI SCOLASTICI
Gli enti locali e la loro funzione nella prevenzione del disagio giovanile
La scuola come contesto di sviluppo della cittadinanza attiva
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Modelli ed esperienze di educazione integrata 7. LE METODOLOGIE ATTIVE E PARTECIPATIVE E LA CONOSCENZA DEL CORPO COME COMUNICATORE DELLE
FORME ESPRESSIVE DEL DISAGIO.
Le modalità comunicative del mondo giovanile
Le forme di depressione giovanile
L’uso e l’abuso come strumenti di comunicazione del malessere adolescenziale 8. Strumenti espressivi e uso dei linguaggi corporei: lo sviluppo delle competenze comunicativo-relazionali
degli operatori sociali
Gli stili comunicativi e l’uso del corpo come mediatore tra se e il mondo
I modelli della comunicazione emotivo-affettiva nelle relazioni tra adulti e adolescenti
Operatori sociali: conoscenze e competenze per comprendere i messaggi complessi e distorti dei giovani