UNIVERSITA’ CA’ FOSCARI
DI VENEZIA
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
CORSO DI LAUREA
IN
STORIA
“VENETO SERENISSIMO GOVERNO”
STORIA E DOCUMENTI
(1987-2005)
Relatore: PROFESSOR PIETRO BRUNELLO
Laureando: DEMETRIO SERRAGLIA
Matr. n° 776515
ANNO ACCADEMICO 2004/2005
Al Popolo Veneto A tutti i Veneti che, in ogni tempo e luogo, hanno lottato per la libertà della propria terra dagli occupanti
“Venetorum fides inviolabilis” Marcantonio Bragadin Eroe Veneto
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INDICE
p. 4 Introduzione
13 Sigle
Parte prima
14
16
23
24
38
45
54
55
75
78
115
Il Veneto Serenissimo Governo dalla sua genesi all’azione di Piazza San Marco
(1987-1997)
Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
P.E.R.L.(Piano d’Emergenza Risveglio Leone )
Rifondazione del Veneto Serenissimo Governo
Proclami al Popolo Veneto
Dichiarazione della Veneta indipendenza
Messaggi al Popolo Veneto e comunicati preparati per essere diffusi
Mezzi di attuazione dell’operazione P.E.R.L.
Lettere alle varie autorità politiche, religiose e civili
Autobiografia di Luca Peroni
Parte seconda
118
121
128
129
137
153
157
172
183
189
191
In nome dell’autodeterminazione dei popoli: il III Congresso, la guerra del
Kosovo e il plebiscito del 1866 (1997-2000)
Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
Il Veneto Serenissimo Governo dopo il 9 maggio 1997 - (nuove nomine e
destituzioni)
Atti del III Congresso del Veneto Serenissimo Governo
Il Veneto Serenissimo Governo e la Lega Nord
Il Veneto Serenissimo Governo e i movimenti e partiti venetisti
Il carcere e la detenzione dopo il 9 maggio 1997
Posizione del Veneto Serenissimo Governo rispetto alla guerra in Kosovo del 1999
Analisi del 9 maggio 1997
Il Veneto Serenissimo Governo, l’autodeterminazione dei popoli e il referendum del
1866
3
Parte terza
233
235
241
242
286
304
L’attività dell’Ufficio Affari Esteri (2000-2005)
Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
Il Veneto Serenissimo Governo e la lotta al terrorismo
Il Veneto Serenissimo Governo e lo Stato d’Israele
Rapporti tra Veneto Serenissimo Governo e gli Stati Uniti d’America dall’elezione
di George W. Bush nel 2000
Parte quarta
313
315
319
320
323
326
329
343
362
369
372
Il Veneto, Venezia e la Veneta Costituzione
Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
I progetti di società del Veneto Serenissimo Governo
L’istruzione e i giovani
Il doge
L’economia, il territorio e lo sviluppo veneto
Il Mito Veneto
Il Veneto e l’Italia
La proposta del Veneto Serenissimo Governo: timocrazia
La Veneta Costituzione
392 Bibliografia
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INTRODUZIONE
Dal 2000 ho ricevuto l’incarico di Corriere di Gabinetto del Veneto Serenissimo Governo.
Il mio avvicinarmi alla Causa Veneta non è un’idea improvvisa le cui radici sono in superficie, ma
è una scelta che va ricercata nella famiglia in cui sono cresciuto, e negli ideali che essa mi ha
trasmesso sia direttamente che indirettamente.
Fulcro della mia decisone di impegnarmi nella lotta per l’autodeterminazione del Popolo
Veneto è stato principalmente mio padre che da sempre con il suo esempio mi ha trasmesso un
insegnamento basilare: lottare per ciò cui si crede, senza pensare a tornaconti o ricompense, se non
l’appagamento del proprio agire per il giusto. Nella vita di mio padre l’impegno politico è
l’ossigeno, nessun compromesso può avere valore per chi lotta per la libertà. Già all’età di tredici
anni (1960) aveva deciso di combattere per un mondo migliore e quindi si iscrisse alla Federazione
Giovanile Comunista Italiana, poi passò nella sinistra extraparlamentare (organizzazione comunista
“marxista leninista” d’Italia), negli anni 80 ha collaborato con De Michelis e Craxi nel PSI, per
arrivare negli anni 90 alla Liga Veneta; ora è Segretario Generale agli Affari Esteri del Veneto
Serenissimo Governo. L’ideale della libertà dei Popoli è sempre stato alla base del suo agire e ha
trovato piena realizzazione nell’impegno per la l’autodeterminazione del Popolo Veneto.
Nel 1992 ha avuto inizio il mio percorso nella Causa Veneta. Le tappe di questa strada
sono state la Liga Veneta-Lega Nord, il Partito Federalista di Gianfranco Miglio, e il mio impegno
nel Veneto Serenissimo Governo è iniziato il 9 maggio 1997. Il rendermi conto che l’Italia non
fosse altro che un’espressione geografica e uno Stato frutto dell’espansionismo dei Savoia, col
tempo, mi ha fatto superare le idee della fattibilità di un federalismo applicabile allo Stato Italiano:
bisognava passare oltre.
La mia ricerca di un ideale superiore è partita dalla terra in cui abito (il Veneto) e dalla sua
storia, in cui c’era qualcosa di inesplorato che era più di un semplice slogan elettorale: andavo a
scoprire che qualche spanna sotto la terra in cui vivevo si intravedeva il bagliore dei 1200 anni di
storia della Repubblica Serenissima. Questo tesoro che avevo scoperto era per me il volano da
seguire, un volano che mi auspico porterà ad una società migliore.
Il 9 maggio 1997 fu la data storica che sancì verso cosa doveva effettivamente indirizzarsi
il mio impegno: l’affiancare quei Patrioti che idearono e realizzarono la liberazione di Piazza San
Marco. Come fare per sostenere la loro azione? La prima risposta fu quella di andare nel luogo
dove si sarebbe svolto il processo: l’aula bunker di Mestre. Questo fu il primo passo che feci verso
il Veneto Serenissimo Governo. Poi gli avvenimenti si susseguirono come una cascata travolgente,
e quasi come in un sogno mi ritrovai ad essere tra quelli che impugnarono la bandiera di san Marco
per risollevarla, e per darle di nuovo quel significato che la storia le attribuì nei secoli di vita della
Serenissima. Nel 1997 diveniva necessario riconquistare quella bandiera che il militare dei GIS
(Gruppi Intervento Speciale dei Carabinieri) aveva strappato da sopra il tanko in Piazza San Marco,
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nel fatale giorno del 9 maggio. Era imprescindibile fare tutto il possibile perché il sacrificio degli
uomini che liberarono Piazza San Marco non fosse vano e non cadesse in breve tempo nell’oblio.
Ben presto conobbi Luigi Faccia (il Presidente del Veneto Serenissimo Governo), e
cominciai a capire il reale significato dell’azione e i sacrifici che tutta l’organizzazione compì per
liberare quel lembo di territorio veneto. Il loro obbiettivo era unico ma anche grandioso: ricostituire
la Veneta Serenissima Repubblica, anche se solo per poco tempo e in un territorio ridotto. Questo
era lo strumento per portare alla ribalta la Causa Veneta e sensibilizzare l’opinione pubblica sia
Veneta che internazionale sui diritti all’autogoverno e all’autodeterminazione del Popolo Veneto. Il
Veneto Serenissimo Governo diffidava i partiti e movimenti di varia natura all’uso del simbolo e
della storia della Repubblica Veneta all’unico fine di prendere voti. Da sempre si schierò in modo
deciso contro l’elettoralismo partitico dell’Italia. Quello che propone il Veneto Serenissimo
Governo a chi vuole impegnarsi per la Causa Veneta è una continua dedizione per il proprio popolo
e la propria terra, senza ricevere niente in cambio se non la consapevolezza di lottare per la libertà e
per una società più libera: ed è questo quello che ha offerto anche a me il Veneto Serenissimo
Governo nel 1997.
I componenti del governo e i loro fiancheggiatori furono da subito sottoposti ad una decisa
azione repressiva (decine d’anni di carcere e martellanti inchieste giudiziarie) da parte dello stato
italiano; questa repressione colpì anche coloro che si impegnarono a sostenere quel clamoroso
gesto e a dargli continuità.
Questo movimento non era un nuovo partito, ma è un governo che si dichiara l’erede e
continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta Serenissima Repubblica. Il 9 maggio
1997 i Patrioti che portarono a termine l’azione di Piazza San Marco, affermarono solennemente
che la Serenissima erano loro, e che la Repubblica Veneta non era morta con il 12 maggio 1797.
Questi uomini si muovono e agiscono come governo in esilio, un governo che è in esilio non dalla
propria Patria ma dai luoghi da cui deriva la propria forza: le millenarie istituzioni marciane. Dopo
la storica notte del 9 maggio 1997 la condotta del Veneto Serenissimo Governo fu rivolta
principalmente al riconoscimento internazionale, ed in questo senso venne rivolto anche il mio
impegno.
Dall’azione militare era necessario passare all’azione politica e diplomatica, sfruttando il
diritto internazionale sottoscritto dallo stesso Stato Italiano per dimostrare che l’unione del Veneto
all’Italia ha in sé la serpe dell’inganno e del tradimento. La chiave di volta per tutto questo era
scritta in ogni manuale di storia: il cosiddetto plebiscito del 1866 che unì il Veneto all’Italia. Era in
questa direzione che il Veneto Serenissimo Governo decise di scavare per dimostrare la giustezza
della propria causa: l’autodeterminazione del Popolo Veneto, la riscoperta di un libero arbitrio
collettivo di tutto il Popolo. Infatti, non era bastato affermare che la libertà di un popolo non cade
in prescrizione per superare la concezione classica che la Repubblica Veneta era una semplice
evoluzione dell’età dei comuni, una delle quattro Repubbliche Marinare. Occorreva mettere di
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fronte alle proprie responsabilità storiche e diplomatiche l’Italia, era imprescindibile sostenere
dinnanzi a tutti che il “re era nudo” ovvero che la Repubblica di San Marco era una Nazione
Storica d’Europa al pari di Inghilterra, Francia, Spagna, Austria, Portogallo, Polonia.
Il dichiarare che la ricostruzione storiografica del risorgimento italiano, che per anni aveva
invaso la scuola, fu una costruzione ad hoc da parte degli intellettuali dei Savoia era l’obbiettivo
primario. E da qui iniziai la ricerca per trovare le incongruenze e per riscoprire quei documenti che
illustrassero come davvero erano avvenuti i fatti, documenti redatti dagli stessi addetti ai lavori di
metà ottocento: i plenipotenziari responsabili dello svolgimento del referendum (plebiscito) del
1866. Nella ricostruzione del Veneto Serenissimo Governo quella del 1866 non fu solo una guerra
diplomatica ma anche una guerra combattuta a cui parteciparono anche soldati veneti, i quali in
gran numero militarono tra le fila asburgiche, e questi soldati vinsero in terra e in mare tutte le
battaglie contro l’esercito italiano. Quindi secondo il Veneto Serenissimo Governo, il diritto ad un
libero referendum per decidere del proprio destino i veneti se lo sono guadagnato nei campi di
battaglia. Questo diritto, all’epoca, fu riconosciuto dallo stesso Napoleone III che scrivendo a
Vittorio Emanuele II affermò: “Padrone del suo destino, il Veneto potrà col suffragio universale
esprimere la sua volontà”, ma questo era avvenuto? La mozione che il Veneto Serenissimo
Governo inviò a tutte le autorità internazionali fu quella di aprire un tavolo di trattative per stabilire
se il referendum del 1866 era valido, e quindi di porre le basi per un suo rifacimento che sancisse la
riconquista del libero arbitrio da parte delle genti venete.
Quest’azione sul diritto internazionale venne sostenuta da una forte campagna diplomatica
presso i governi esteri, per ottenere un riconoscimento internazionale della Causa Veneta, e per
rendere gli organi internazionali partecipi del processo di liberazione attuato dal Veneto
Serenissimo Governo. La campagna per il Rifacimento del Referendum del 1866, venne correlata
da un’importante raccolta firme affinché la gente fosse cosciente della truffa che il Veneto e il
proprio popolo avevano subito. Le firme furono raccolte in varie piazze venete dai sostenitori del
Veneto Serenissimo Governo, che nel contempo diffondevano l’ideale dell’autodeterminazione e
della Causa Veneta.
Per dare una visione organica di ciò che era il Veneto Serenissimo Governo dopo il 9
maggio 1997, il 15 maggio 1999 si svolse il terzo congresso (dopo quello costitutivo del 1987, e
quello strategico del 1996 in previsione della liberazione dei Piazza San Marco). Durante il terzo
congresso emersero implicitamente alcuni dati di fatto: stava avvenendo un mutamento
nell’organizzazione, difatti alcune persone che avevano sostenuto il Veneto Serenissimo Governo e
che parteciparono a vario titolo alla liberazione di Piazza San Marco, ritennero il loro impegno
politico nell’organizzazione terminato. Vennero alla luce delle contraddizioni tattiche e strategiche,
perché alcuni non erano coscienti di cosa significasse essere governo e movimento di liberazione:
per questi l’essere governo o partito era la medesima cosa. Il terzo congresso sancì la linea politica
da seguire fino alla liberazione del Veneto: non partecipare alle elezioni; attivare una politica
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internazionale rivolta al riconoscimento del Veneto Serenissimo Governo quale guida del processo
di autodeterminazione; lotta ad ogni tendenza terroristica interna al movimento indipendentista
veneto; rifacimento del referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all’Italia.
Le linee guida emerse dal terzo congresso furono uno degli elementi che segnarono quali
dovessero essere gli obbiettivi dell’indipendentismo veneto, e causarono la definitiva rottura tra il
Veneto Serenissimo Governo e i movimenti venetisti. Questa rottura provocò inoltre alcuni dissidi
all’interno del VSG. Qui si scontrarono le tendenze favorevoli al compromesso con i vari
movimenti venetisti e di conseguenza compiacenti all’elettoralismo italiano, con le aspirazioni
indipendentiste propense ad un’azione vera e propria di governo che si estendesse a 360° sia
all’interno del Veneto sia a livello internazionale. In questa lotta tra le due linee prevalse l’agire da
governo: quindi nessun compromesso con il venetismo e i suoi propugnatori. Ciò fece calare la
maschera ad alcune persone che si dimostrarono funzionali all’occupazione italiana delle terre
venete. Questi si scoprirono alla prova dei fatti degli ascari dello stato italiano pronti a difendere
l’Italia perché garantiva loro la possibilità (o l’illusione) di avere un seggio elettorale. Il tempo
dimostrò che la mancanza di coerenza politica e morale fece fare ad alcune persone il salto della
barricata, risultò così che la vicinanza al Veneto Serenissimo Governo era dovuta solo al
tornaconto personale, e in modo particolare quello elettorale.
Il cambio di persone al vertice del Veneto Serenissimo Governo trasformò l’atteggiamento
e la linea politica, ovvero il livello di consapevolezza aumentò, lo sforzo di analisi divenne costante
e l’azione non più influenzata da spinte emotive passeggere.
L’impegno in politica internazionale, parallelo a quello intrapreso per il rifacimento del
referendum del 1866, seguiva una linea che tendeva a riaffermare l’identità europea, ed ad opporsi
al terrorismo e all’espansionismo islamico. Un’identità europea di cui il Veneto nella sua storia è
sempre stato difensore, e parte integrante.
Nella sua politica contro ogni deriva terroristica internazionale il Veneto Serenissimo
Governo si oppose all’aggressione da parte dell’Europa e della NATO alla Repubblica Federativa
di Jugoslavia (guerra in Kosovo del 1999), e al fattivo aiuto che i governi europei davano ai
miliziani dell’UCK. L’UCK, guerriglia di ispirazione islamico “comunista”, è ritenuta dal Veneto
Serenissimo Governo un movimento terroristico che favorirebbe l’istallazione nei Balcani di
ulteriori cellule dell’internazionale islamica, come già successe tra gli irregolari musulmani con la
guerra di Bosnia qualche anno prima. Tra il 2000 e il 2001 il contesto internazionale cambia con
l’emergere come leaders mondiali di Putin, G. W. Bush, Sharon, e con gli eventi terroristici della
seconda intifada e dell’undici settembre 2001. La politica estera del Veneto Serenissimo Governo
non muta e anzi trova sostegno internazionale in quegli stati (USA, Russia, Israele) le cui
precedenti amministrazioni si erano dimostrate deboli nei confronti del pericolo proveniente dal
terrorismo islamico. Dopo l’undici settembre 2001 il Veneto Serenissimo Governo si schierò a
favore dell’Alleanza del Nord (Fronte Unito) in Afghanistan; aderì alla Coalizione anti Saddam
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Hussein; manifestò la propria solidarietà allo Stato d’Israele e al suo diritto all’autodifesa. L’azione
internazionale fu portata avanti dall’Ufficio Affari Esteri, ufficio con cui ho sempre collaborato e
nel quale dal gennaio 2000 ricopro l’incarico di Corriere di Gabinetto (colui che intraprende le
relazioni diplomatiche informative con gli altri governi). Contemporaneamente alla lotta contro il
terrorismo internazionale si stabilì una linea politica incentrata sul riaffermare le radici ebraico
cristiane dell’Europa. Il Veneto Serenissimo Governo addentrò la sua analisi nella politica attuata
dagli stati europei, affermando che la politica messa in atto dalla socialdemocrazia europea era
oggettivamente un fattivo aiuto all’espansionismo islamico e all’internazionale del terrore. Questo
impegno in politica internazionale diveniva sempre più improrogabile, non ci si poteva nascondere
di fronte ai mutamenti internazionali, e anche la non azione diveniva implicitamente un atto di
complicità con il terrorismo. Il Veneto Serenissimo Governo non vuole mascherarsi dietro a dei
ma, e a dei forse; nell’azione che da sempre è andato intraprendendo si è sempre assunto le proprie
responsabilità.
Ricapitolando, i primi dieci anni di attività del Veneto Serenissimo Governo (1987-1997)
erano principalmente volti al riaffermare a tutto il mondo che il Veneto non era una regione italiana
ma una Nazione Storica d’Europa, e l’unico modo per attirare l’attenzione del mondo era
intraprendere una azione militare-mediatica che fosse al di fuori di ogni schema classico:
interferenze nei TG, e liberazione di un luogo simbolo per i Veneti, ovvero Piazza San Marco. Un
simbolo che racchiudeva l’aspetto politico e simbolico della Serenissima (il Palazzo Ducale), e la
tradizione cristiana e il legame con la Fede del Popolo Veneto (la Basilica di San Marco). Ogni
considerazione strategica e tattica di tutta l’organizzazione era rivolta a questo. Bisognava creare
un altro simbolo di identità marciana oltre alla Repubblica Serenissima e alla Repubblica Veneta di
Manin: si decise quindi di dare continuità a quella sottile linea rossa che collegava la storia Veneta,
si realizzò l’atto che passò alla storia come “impresa dei Serenissimi”, i quali erano diretta
emanazione del Veneto Serenissimo Governo. Il 9 maggio 1997 segnò la conclusione di un’epoca
per il Veneto Serenissimo Governo: la clandestinità era finita; i sostenitori si allargavano a macchia
d’olio, ed era necessario dare continuità all’impegno, alla risolutezza di chi era in carcere; la
battaglia per l’indipendenza era appena agli inizi. Per sostenere gli avvenimenti che stavano
coinvolgendo e travolgendo il Veneto Serenissimo Governo diveniva imperativo cambiare
mentalità. Ora si era un governo a tutti gli effetti, un governo conosciuto dalla gente, e a cui altre
organizzazioni politiche miravano. L’occasione storica a cui si era lavorato per anni era giunta ed
era irripetibile, non era ammissibile buttare nella pattumiera della storia quello che molti stavano
pagando con il carcere. Ma alcuni degli stessi partecipanti all’azione non capirono appieno cosa
avevano fatto, pensavano che liberare Piazza San Marco fosse un modo come altri di far politica, e
non un segno di rottura con l’Italia per stabilire quali fossero i diritti storici all’indipendenza del
Popolo Veneto. Così alcuni dei cosiddetti serenissimi cedettero alle varie chimere dei partiti
venetisti o federalisti, ritenendo chiusa la loro esperienza nel Veneto Serenissimo Governo. Per
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questi transfughi il nome di governo era solamente di facciata, ma in realtà consideravano il
movimento a cui avevano per anni aderito un partito politico come gli altri. Inoltre, dopo il 1997,
non ammettevano che all’interno del Veneto Serenissimo Governo altre persone al di fuori di chi
avesse partecipato alla liberazione di Piazza San Marco ricoprissero incarichi. Il personalismo
assunse, in coloro che abbandonarono il Veneto Serenissimo Governo, caratteri molto accesi. Per
questi l’obbiettivo che doveva essere primario: raggiungere l’autodeterminazione del Popolo
Veneto, assunse una posizione secondaria a causa di una crescente mania di protagonismo; questo
deviazionismo fu appoggiato anche da esterni all’organizzazione che volevano ottenere tornaconti
personali da questi fatti.
Fatti storici che dettero continuità al Veneto Serenissimo Governo furono il Terzo
Congresso, il rifacimento del Referendum del 1866, lo schierarsi contro il terrorismo internazionale
e la campagna di terrore da esso perpetuata (Kosovo, Afghanistan, Irak, Israele, Russia, l’undici
settembre 2001 negli Stati Uniti, l’undici marzo 2004 in Spagna), l’aprire un dialogo con il governo
italiano, il progettare una società futura per il Veneto.
Il nucleo storico (legato al 9 maggio 1997) del Veneto Serenissimo Governo fu Luigi
Faccia (Presidente), Luca Peroni (Vicepresidente), Andrea Viviani (Cancelliere), essi segnano la
continuità tra prima e dopo la liberazione di Piazza San Marco. A questi si affiancarono altre
persone tra cui ebbe un ruolo base per la politica internazionale il Segretario Generale agli Affari
Esteri Valerio Serraglia. È bene riaffermare che il Veneto Serenissimo Governo non è un partito né
un movimento di massa ma un governo e quindi i numeri della sua struttura rispecchiano questa
peculiarità di governo. L’appartenere al Veneto Serenissimo Governo non era dovuto a nessuna
tessera (difatti le dinamiche non erano quelle di un partito), ma a nomine dirette del presidente
Luigi Faccia. Ciononostante il VSG fa riferimento anche ad altre strutture e organizzazioni a cui si
appoggia di volta in volta per le proprie iniziative politiche, diplomatiche, culturali ed editoriali.
Il Veneto Serenissimo Governo nella sua storia ha eletto alcuni luoghi a simbolo della
memoria collettiva, i quali hanno una funzione oltre che storico-politica anche didattica rispetto
all’agire di un Patriota Veneto. Questi luoghi sono, oltre a Venezia: Lepanto, Famagosta, Vienna,
Buda, Belgrado (simboli della lotta contro l’espansionismo islamico); Custoza, Lissa (luoghi di
battaglie che hanno affermato la volontà dei veneti di resistere contro lo Stato italiano); Cima
Grappa (custode della Madonna del Grappa protettrice delle genti venete). Oltre ai luoghi, si sono
decretate delle date emblema della storia veneta: 25 aprile (festa di San Marco), 13 agosto
(consacrazione, nel corso di una cerimonia pubblica, di Beato Marco d’Aviano a protettore del
Veneto Serenissimo Governo), 7 ottobre (vittoria di Lepanto), 25 marzo (fondazione di Venezia),
16 aprile (ricorrenza della sventata congiura ordita dal Doge Falier), 9 maggio (ricordo della
liberazione di Piazza San Marco), 21-22 ottobre (giorni in cui si svolse la farsa del Referendum del
1866), 24 giugno (vittoria di Custoza). Non solo luoghi o date, ma anche personaggi significativi
sono proposti dal Veneto Serenissimo Governo per ricreare quella memoria collettiva che 139 anni
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di occupazione italiana hanno fatto cadere nell’oscurità. Questi personaggi sono: il comandante
Marcantonio Bragadin (martire di Famagosta), il Doge Sebastiano Venier (vincitore di Lepanto),
Beato Marco d’Aviano (guida spirituale e consigliere militare degli eserciti che vinsero a Vienna),
Daniele Manin (Presidente del Governo provvisorio della Repubblica Veneta del 1848-49), i
combattenti e martiri che hanno militato tra le fila della Resistenza dal 1943 al 1945 per la libertà
delle terre venete.
Ecco cos’è importante per il Veneto Serenissimo Governo: far riscoprire la storia veneta da
contrapporre all’artificiale storia italiana. Una storia patria che dia un’identità collettiva e un
sostegno all’autodeterminazione del Popolo Veneto. Senza la consapevolezza di appartenere ad una
Nazione che ha un grande passato ogni sforzo per riaffermare la Causa Veneta sarà vano.
Il Veneto Serenissimo Governo e i suoi sostenitori rappresentano l’eterogeneità della
società veneta, ma sono soprattutto di estrazione popolare ed è ciò che gli permette di poter parlare
al cuore delle persone. Il loro agire non è frutto di passatismo e di manie di protagonismo, ma solo
espressione di quella tradizione frutto dell’amore per la propria terra e per la propria gente. Lo
sforzo intellettuale e di analisi svolto nel periodo immediatamente successivo al 9 maggio fu
enorme, e le derive terroristiche come forme di azione politica erano la soluzione più semplice ma
priva di futuro, l’unione di intenti tra i componenti e i sostenitori del Veneto Serenissimo Governo
permise all’ideale indipendentista di sopravvivere e così di varcare le soglie del terzo millennio.
Canale principale che dette eco alle tematiche del Veneto Serenissimo Governo fu dal 2000
il giornale “Spirito Veneto” che si definisce la “voce della resistenza popolare marciana”, questo è
l’organo ufficiale del Veneto Serenissimo Governo: uno strumento di crescita per
l’indipendentismo Veneto, dove poter affrontare tutte le idee sul processo di autodeterminazione
del Popolo Veneto, il luogo in cui dare voce a tutte le analisi inerenti la Repubblica Serenissima
passata ma anche futura. “Spirito Veneto” rispondeva alle mutate necessità del governo. Ora per
ottenere l’indipendenza era urgente passare oltre il tanko ed essere all’interno delle tematiche
politiche, economiche ed internazionali che man mano calcavano la scena veneta, italiana ed
internazionale.
In “Spirito Veneto” ma anche nei documenti stilati sia prima che dopo il 1997 il Veneto
Serenissimo Governo usa un lessico ed un vocabolario particolare, incentrato sull’aggettivo
Veneto: Veneta Patria, Veneta Nazione, Veneto Popolo, Causa Veneta. Con ciò si ha l'intenzione di
porre all’attenzione di chi legge i vari comunicati, che la volontà e la determinazione di ogni idea
che parte dall’organizzazione ha come fine unico il Veneto. Si decide, inoltre, di utilizzare
l’italiano come lingua scritta. Il tentare di usare il veneto come lingua per i documenti porterebbe
all’autoghettizzazione del governo: la storia univa i veneti più della lingua scritta. La storia della
Serenissima andava diffusa per ricreare un’identità veneta, mentre una lingua veneta scritta sarebbe
risultata un ostacolo per chi volesse avvicinarsi alle tematiche indipendentiste. Una lingua scritta
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non può essere improvvisata ma deve essere frutto di lunghi studi. Inoltre per la diplomazia è
indispensabile farsi capire dai vari interlocutori ed è necessario l’utilizzo di una lingua franca.
Ritornando alla mia attività all’interno del Veneto Serenissimo Governo, e al lavoro che ho
svolto per ricostruire le dinamiche che dai primi anni ’80 fino ad oggi hanno percorso quello che
con i fatti si è dimostrato essere l’unico movimento che lotta per l’indipendenza totale della Veneta
Patria, mi sono basato sui documenti che mi hanno fornito coloro che anche dopo il 1997 hanno
continuato a far parte del Veneto Serenissimo Governo. L’archivio storico del governo è
conservato dal Cancelliere Andrea Viviani, e mi è stato messo a completa disposizione, anche per
quanto riguarda i documenti secretati sia di politica interna che internazionale. La collaborazione di
tutto il movimento è stata piena, ciò è dovuto principalmente al fatto che il mio obbiettivo fu di
ricostruire i fatti come realmente erano accaduti, e il mio punto di vista parte dall’amore per il
Veneto.
L’idea di una tesi che vertesse esclusivamente sul Veneto Serenissimo Governo risiede,
oltre che in un vivo interesse personale, anche nella necessità del movimento di incardinare quello
che fino ad ora è stato fatto, e per dare un nuovo slancio alle iniziative che dovranno essere
affrontate dall’indipendentismo veneto negli anni a seguire. Raccogliere in modo completo e
commentato tutta l’attività del Veneto Serenissimo Governo vuole avere uno scopo didattico verso
coloro che affronteranno le tematiche indipendentiste del Veneto in futuro, stabilendo cosa sia
realmente il Veneto Serenissimo Governo partendo da una visuale interna all’organizzazione.
Proporre il Veneto Serenissimo Governo alla conoscenza esterna per dire che il 9 maggio continua
anche nell’oggi, ma con strumenti diversi.
Ho voluto illustrare come la lotta tra due linee contrapposte, e un confronto dialettico tra
diversi modi di concepire il Veneto e la strada per l’autodeterminazione, sia alla base
dell’evoluzione storica del VSG. Come in ogni processo rivoluzionario varie idee si confrontano e
dibattono, varie scuole di pensiero gareggiano, ciò accadde e segnò una discontinuità nel modo di
analizzare la storia tra il prima e il dopo il 1997. Il Veneto Serenissimo Governo, in questa
discontinuità, ha combattuto una continua lotta per l’autoaffermazione e per non far cadere
nell’oblio della storia le proprie idee. Ecco l’aspirazione di questo lavoro: dare memoria storica a
cosa ha fatto per la storia dell’identità veneta il Veneto Serenissimo Governo fino al 2005.
Per questo lavoro ho voluto documentarmi su vari studi riguardanti l’autodeterminazione
dei popoli. Tutta la dottrina da me consultata (sia che fosse di pensatori comunisti o socialisti, sia
d’intellettuali anarchici, o di studiosi liberali, o di esponenti religiosi) afferma che la libertà dei
popoli è un diritto inalienabile e quindi il diritto all’autodeterminazione non può essere punito da
nessun tribunale.
Difatti la storia nel suo incedere ha dimostrato a chi tentasse di bruciare l’ideale della
libertà che esso risorgerà dalle proprie ceneri come l’araba fenice. Libertà individuali, ma che
necessariamente si fondono con le libertà collettive della società.
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Veneto Popolo, Nazione storica, Veneta Serenissima Repubblica queste sono le espressioni
che il Veneto Serenissimo Governo utilizza per definire verso cosa è indirizzata la propria azione.
Nazione che ha come basi la storia e la tradizione della Veneta Serenissima Repubblica e vuole
riunire quel Popolo che si richiama a questa millenaria storia. Una Nazione che ha come base
morale la tradizione ebraico cristiana, la quale trova le proprie origini nelle Sacre Scritture. Non si
vuole uno Stato confessionale ma una Nazione che non rinneghi né la propria storia né la proprie
radici culturali. Le libertà di Popolo e di Nazione devono contribuire alla piena realizzazione delle
libertà personali, e ne devono essere il coronamento. L’uomo e la donna per natura tendono a
vivere in comunità organizzate, e quindi con proprie regole di convivenza. L’autodeterminazione e
il diritto all’autodifesa vengono visti quali unici modi che indicano la pacificazione tra le genti e di
conseguenza tra gli individui. La Nazione, se non vista con desideri revanscisti o nazionalisti, non
toglie libertà ai popoli o ad individui ma vuole essere la forma più alta di libertà all’interno della
quale la creatività, l’ingegno e la conoscenza si concretizzino per soddisfare il bene comune che in
ultima analisi è il bene dell’individuo.
Lottare per la libertà della propria Patria, essere un movimento di liberazione patriottico:
ecco qual è l’identità del Veneto Serenissimo Governo. L’azione del VSG si vuole inserire in quel
movimento di idee che è in tensione affinché l’umanità sia un insieme di popoli, ognuno dei quali
possa liberamente rivendicare la potestà della propria Nazione di appartenenza.
La libertà dei popoli e il loro diritto all’autodifesa sono gli unici humus che possono
portare l’umanità verso un futuro migliore in cui prevalga il bene nell’eterna lotta contro il male.
Un mondo più giusto e con meno guerre. L’autodeterminazione dei popoli, un’autoaffermazione
cosciente, questa forma di libero arbitrio collettivo delle Nazioni, un patriottismo epurato dalle sue
degenerazioni sciovinistiche, sono un futuro a cui nessuno Stato potrà prima o poi sottrarsi senza
altrimenti rischiare il proprio collasso interno.
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SIGLE C.I.S. con incarico speciale P.E.R.L. Piano d’Emergenza Risveglio del Leone V.P. Veneto Patriota V.P.S. Veneto Serenissimo Presidente V.S.A. Veneta Serenissima Armata V.S.C. Veneta Serenissima Commissione V.S.C.T. Veneto Serenissimo Comando di Testa V.S.G. Veneto Serenissimo Governo V.S.T. Veneto Serenissimo Territorio S.I.S. Servizi Interni di Sicurezza
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IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
DALLA SUA GENESI ALL’AZIONE DI PIAZZA SAN MARCO
(1987-1997)
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Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
P.E.R.L. (Piano d’Emergenza Risveglio Leone):
- PREFAZIONE
- Denominazione operazione P.E.R.L.
- Fasi, in cui avranno luogo le azioni che determineranno i processi citati
- Categorizzazione dei benemeriti
- Ulteriori chiarimenti su alcuni aspetti dell’azione in questione
- Carteggi in allegato all’operazione P.E.R.L.
- Motivi principali che sconsigliano un’azione di tipo tradizionale
- Considerazioni sulla particolare condotta dell’azione
Rifondazione del Veneto Serenissimo Governo:
- Ordine del giorno in relazione ai lavori di rifondazione del Veneto Serenissimo
Governo
- Ricostituzione Veneto Serenissimo Governo
- Nomina del Presidente (Luigi Massimo Faccia)
- Attestato di Veneto Patriota
- Veneto attestato di idoneità per lo status di V.P.
- V.S.R. scala gerarchica interna dell’organizzazione
- Gradi militari di terra
- VENETA SERENISSIMA ARMATA Ufficio per la sicurezza interna (S.I.S.)
Proclami al Popolo Veneto:
- Comunicato stampa N. 001
- Non una regione ma una nazione
- La Veneta Nazione
- Messaggio al veneto popolo
- Messaggio al popolo veneto
- Volantino febbraio 1995
- Comunicato luglio 1996
Dichiarazione della Veneta indipendenza
Messaggi al Popolo Veneto e comunicati preparati per essere diffusi dopo l’azione:
- Programmazione messaggistica della radio nazionale veneta - Proclama al popolo
veneto
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- Primo messaggio al popolo veneto
- Terza interferenza sulle onde radio
- Secondo messaggio al Popolo Veneto
- Terzo messaggio al Popolo Veneto - Sulla Finanziaria
- Interferenza su segnale audio durante il TG1 delle ore 20.00 del 6 maggio 1997
- Proclama N. 2
- Proclama ai soldati italiani
- Proclama ai soldati veneti
- V.S.A. Bollettino C.d.T. V.S.A. b.n. ……… del……………
Mezzi di attuazione dell’operazione P.E.R.L.
Lettere alle varie autorità politiche, religiose e civili:
- A sua eccellenza il Presidente della Repubblica
- All’illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Italiana
- A sua eccellenza il Patriarca di Venezia
- All’illustrissimo Segretario di Stato della Città del Vaticano
- All’eccellentissimo signor Segretario Generale dell’O.N.U.
- All’illustrissimo signor Segretario della NATO
- All’illustrissimo signor Presidente di turno della Comunità Europea
- All’illustrissimo signor Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia
- A sua eccellenza l’Ambasciatore
- Sua Eccellenza il Signor Ambasciatore
- Al Presidente e alla giunta della regione Veneto
- All’unione generale artigianato veneto- A tutti i veneti artigiani
- Messaggio del Veneto Serenissimo Governo alle sedi della Liga veneta
- Comunicato inviato alle sedi della Lega
- Lettera inoltrata all’unione dei Patrizi veneti
- I° messaggio di liberazione al popolo veneto
Autobiografia di Luca Peroni
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INTRODUZIONE
Durante la notte tra l’otto e il nove maggio 1997 un commando di otto uomini prende
possesso del Campanile di San Marco a Venezia, “liberando”1 e assumendo il controllo della
Piazza attraverso un mezzo blindato; questa è la fondamentale apparizione pubblica del Veneto
Serenissimo Governo che poi sarà conosciuto attraverso la stampa come “Serenissimi”.
Per avere un’idea reale di cosa sia il Veneto Serenissimo Governo è necessario innanzitutto
percorrere i trascorsi politici del suo Presidente: anima, ideologo e ispiratore della dottrina
indipendentista veneta, ciò emerge con chiarezza dagli atti dei processi che coinvolsero il Veneto
Serenissimo Governo e i suoi sostenitori dopo il maggio 1997.
Luigi Massimo Faccia si impegna per far nascere il Veneto Serenissimo Governo subito
dopo la rottura interna alla Liga Veneta dell’ottobre 1983, provocata dai dissidi scoppiati tra i due
fondatori storici del movimento, Rocchetta e Tramarin, su chi dovesse occupare il seggio al
Parlamento italiano all’indomani del grande successo elettorale nelle elezioni politiche del giugno
1983. Questa lotta intestina all’interno del movimento venetista fa nascere la consapevolezza in
Luigi M. Faccia che per la rinascita “marciana” la via elettorale non è la strada adatta, e che “creare
un partitino localista era il suicidio”; così nel novembre del 1983 dà le dimissioni da consigliere
federale della Liga Veneta, e a dicembre si pongono le prime basi per la costituzione del Veneto
Serenissimo Governo.
Perché Faccia decide di creare questo movimento di liberazione nazionale definito Veneto
Serenissimo Governo? Egli ritiene che la via per ricreare la Veneta Serenissima Repubblica non
può passare attraverso la mediazione dell’Italia, ma che il Popolo Veneto, riacquistata la
consapevolezza del proprio essere “Nazione Storica d’Europa”2, si debba riappropriare
aggiornandoli, dei mezzi di Governo della Serenissima. Per Faccia nulla è da inventare, basta
sfogliare le pagine della millenaria storia della Repubblica di San Marco attualizzandole. La frase
che riassume il pensiero e l’azione di Luigi Faccia riguardo il Veneto è “la libertà di un Popolo non
cade in prescrizione”.
Già dal 1981 Luigi Faccia, ancora militante nella Liga Veneta, aveva redatto un piano
denominato P.E.R.L. (Piano d’Emergenza Risveglio del Leone), in cui sono racchiuse tutte le tappe
per la liberazione del Veneto dall’Italia. Quella dell’Italia in Veneto è vista da Faccia come
un’occupazione militare che sta attuando un etnocidio culturale del Popolo Veneto.
È bene soffermarsi su cosa sia l’Italia agli occhi del costituendo Veneto Serenissimo Governo:
l’Italia Repubblicana è l’erede di quell’Italia monarchico-liberale post-risorgimentale e dell’Italia
fascista. Un filo rosso lega queste tre esperienze di governo, l’aver perpetuato l’illegale
1 Con questa azione il commando della Veneta Serenissima Armata intendeva liberare la capitale del Veneto (Venezia), o almeno una porzione di essa, e quindi ricostituire in quel territorio la Repubblica Serenissima. L’occupare e presidiare Piazza San Marco era l’inizio di questa liberazione. 2 Il termine “Nazione Storica d’Europa” è stato usato per la prima volta nel “Volantino Febbraio 1995”, e poi questo status del Veneto viene sancito nella “Dichiarazione della Veneta Indipendenza” il 24 agosto 1996.
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occupazione della penisola attuata tramite plebisciti farsa3, come è ormai dato certo e assodato,
l’Italia come Stato è frutto dell’espansionismo Piemontese con a capo la casa Savoia; ma non solo
quelle risorgimentali sono consultazioni di dubbia regolarità, i plebisciti fascisti per l’elezione dei
deputati (1929, 19344) sono un altro esempio dell’agire dello stato italiano; e poi si arriva al
referendum istituzionale monarchia-repubblica, i cui risultati per i monarchici furono frutto di
manipolazione, e a sostegno di tale tesi portano la frase del ministro Palmiro Togliatti all’indomani
del Referendum: “I parti difficili vanno assistiti e pilotati”.5
Per il Veneto Serenissimo Governo la propaganda “nazional-tricolore” è riconoscibile in ogni
dove della vita politica-culturale dello Stato Italiano, e a ciò è necessario opporre una
controffensiva di vasta portata per provocare un interrogativo nella gente veneta: il Veneto come
entità storico, politica e culturale è sempre stato così come è presentato oggi?
Già nella prima parte del P.E.R.L. si delinea la fisionomia dell’azione politica del Veneto
Serenissimo Governo e di conseguenza anche quella che sarà la sua struttura organizzativa interna.
L’agire del Veneto Serenissimo Governo si suddivide in diversi piani d’azione per far sì che il
“Caso Veneto”6 copra a 360° tutti i possibili campi: il primo piano è rivolto alla politica veneta e
contestualmente al Popolo Veneto, un altro alla politica dello stato italiano, l’ultimo ma altrettanto
fondamentale, è rivolto alla politica internazionale. Questa peculiarità dell’agire del Veneto
Serenissimo Governo è la realtà oggettiva che lo contraddistingue dai movimenti e partiti venetisti,
in primis la Liga Veneta, e lo fa emergere come “GOVERNO PROVVISORIO IN ESILIO”7 e non
come partito. Infatti il suo procedere è da governo che rappresenta il Popolo, che tratta con altri
governi alla pari, interagisce con varie organizzazioni internazionali (ONU, NATO, Unione
Europea) e propone azioni non di parte ma di salvaguardia dell’integrità del Territorio che
rappresenta, e del Popolo che vive in quel determinato territorio.
Questi sono i punti base del piano P.E.R.L. che tracciano inequivocabilmente quali saranno
le fasi strutturali che porteranno il Veneto, secondo Luigi Faccia, all’indipendenza dall’Italia.
Dal 1983, con la sua uscita dalla Liga Veneta, Luigi Faccia si attua per far si che la sua idea
di creare quell’embrione di “resistenza popolare marciana” diventi il volano per diffondere nel
Veneto la consapevolezza tra la gente di appartenere e di essere una “Nazione Storica d’Europa”
(la Serenissima), così da innescare quel processo che porterà all’indipendenza totale e alla cacciata
dello stato occupante (l’Italia) e delle sue istituzioni.
Il P.E.R.L. ha alcune fasi chiave quali: la ricostituzione del Veneto Serenissimo Governo, il
provocare il “Caso Veneto”, generare allarme e preoccupazione presso le istituzioni internazionali
3 Ettore Beggiato, 1866: la grande truffa. Il plebiscito di annessione del Veneto all’Italia, Prefazione di Sabino Acquaviva, Editoria Universitaria, Venezia 1999. 4 Gli elettori sono chiamati a sancire, attraverso una scheda tricolore per il sì e una scheda bianca per il no, la lista unica di 400 deputati proposta dal Gran consiglio del fascismo. 5 Franco Mainati, La grande frode. Come l'Italia fu fatta Repubblica, Bastogi, Foggia 1997. 6 Provocare il “Caso Veneto” è il punto B degli scopi del P.E.R.L.. 7 Era così che il Veneto Serenissimo Governo si autodefiniva durante i preparativi del P.E.R.L., e in particolar modo dell’azione del 9 maggio 1997.
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e l’opinione pubblica europea, condurre una campagna in grande stile contro l’Italia e la sua
occupazione in Veneto, costruire un deterrente militare, ottenere un referendum per
l’autodeterminazione del Popolo Veneto.
Dopo anni di preparazione, il 25 gennaio 1987 viene ricostituito il Veneto Serenissimo
Governo: il piano P.E.R.L. ha inizio. Presidente viene nominato Luigi Faccia, primo consigliere
Flavio Contin, primo responsabile stampa Antonio Barison, patriota Gilberto Buson. Nel discorso
di insediamento del “Primo Veneto Presidente”, Luigi Faccia, si delinea un salto di qualità di tutta
l’organizzazione indipendentista e dello stesso Faccia che da teorico elaboratore del P.E.R.L.
diventa anche guida politica del Veneto Serenissimo Governo, ricoprendo la carica di presidente.
L’obbiettivo di tutto il Veneto Serenissimo Governo è quello dell’indipendenza del Veneto; viene
ribadita nuovamente la strada per arrivare al sostegno della gente ovvero il proporre un referendum
per ratificare le mete che il Veneto Serenissimo Governo si prefigge di raggiungere. Quella del
Referendum rimarrà una costante che sarà continuamente riproposta quale unica via per ottenere
l’indipendenza (anche dopo il 9 maggio 1997), di fatto respingendo ogni via parlamentare, e ogni
mediazione di qualsiasi partito politico. Difatti si afferma che il solo Popolo Veneto guidato dalla
propria storia potrà riscattare 130 anni di illegale occupazione.
Prima di passare all’azione è necessario per il Veneto Serenissimo Governo ricreare la
coscienza ai Veneti di appartenere ad una storia che non è quella dell’Italia unitaria, ma quella di
una Repubblica che ha dominato il Mediterraneo per 1200 anni, uno Stato che fino a quando è
esistito è stato una superpotenza militare ed economica. Quindi dopo essersi organizzati in
movimento di liberazione, avendo così dato inizio ed interiorizzato il P.E.R.L., il Veneto
Serenissimo Governo comincia ad emettere comunicati per rendere edotto il Popolo Veneto del
proprio status di nazione indipendente, e far acquistare la consapevolezza che il Veneto non è una
regione dello Stato italiano, ma una Nazione Europea, con una propria storia, una propria
tradizione, una propria cultura autonoma. Il passato storico da’ la forza al Veneto Serenissimo
Governo di proseguire la propria azione, configurando un possibile riproporsi di Venezia e della
sua Repubblica quali difensori degli stessi ideali che la Serenissima aveva rappresentato nei suoi
1200 anni di storia: per Luigi Faccia e per tutto il Veneto Serenissimo Governo il leone di San
Marco (simbolo di Venezia) sarebbe dovuto tornare a ruggire. La volontà dell’organizzazione,
seguendo gli insegnamenti del grande passato storico, avrebbe dato la forza per superare ogni
ostacolo. Le parole d’ordine presenti nei vari documenti erano tutte indirizzate a progettare un
futuro in cui fosse presente la Veneta Serenissima Repubblica. Questo era un fatto da cui non ci si
poteva sottrarre se si voleva “un avvenire che fosse degno di essere vissuto”.
Tutta questa campagna di comunicati intendeva creare quell’humus culturale e di dignità di
movimento di liberazione al fine di proclamare la “Dichiarazione d’Indipendenza”. Il termine
“dichiarazione d’indipendenza” era fuorviante rispetto alle convinzioni politiche del Veneto
Serenissimo Governo: difatti la Repubblica Veneta non si è mai sciolta legalmente (il Maggior
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Consiglio nel 12 maggio del 1797 non aveva il numero legale per proclamare lo scioglimento della
Repubblica Veneta), e il plebiscito del 1866 che sancì l’Unità al Regno d’Italia si è svolto in
violazione degli accordi internazionali del tempo sottoscritti da Austria, Francia e Italia. Quindi la
Serenissima, per il Veneto Serenissimo Governo non era mai morta, una continuità di eventi
collegava la Veneta Serenissima Repubblica del 1797 con il Veneto Serenissimo Governo
ricostituitesi il 25 gennaio 1987: questa linea rossa passava attraverso la Repubblica di Venezia di
Manin e la possibilità data ai Veneti nel 1866 di “essere padroni del proprio destino”8.
Per i primi anni di vita l’azione del Veneto Serenissimo Governo è documentata in modo
frammentario anche per la natura “semiclandestina” che l’organizzazione si è data. I diversi
documenti, sequestrati dopo l’azione dell’8 e 9 maggio 1997, sono frutto di un continuo lavoro di
revisione in vista dell’atto finale dell’operazione P.E.R.L., il momento in cui i vari comunicati e i
memorandum ai vari governi interessati sarebbero stati resi pubblici.
Per la preparazione dell’atto finale del P.E.R.L. era di fondamentale importanza la
costruzione di quei mezzi che sarebbero stati il deterrente militare da proporre alle forze di
occupazione. Qui è bene fare un inciso rispetto a quello che era l’obbiettivo ultimo della fase
militare del P.E.R.L., ovvero l’attacco ad una struttura militare italiana presente su territorio
veneto. Ciò con cui dovette fare i conti il Veneto Serenissimo Governo fu la difficoltà a reclutare
persone pronte a impegnarsi per la causa Veneta. Queste difficoltà erano dovute alla condizione di
clandestinità dell’organizzazione e al fatto che il Veneto Serenissimo Governo non prometteva
premi o ricompense tangibili a breve termine; prometteva solo sacrifici, impegno assoluto e quasi
sicuramente il carcere. La condizione di chi affiancava il Veneto Serenissimo Governo era quella di
chi aderiva ad un ideale, quindi era necessario essere spinti da una fede incrollabile, che faceva
essere chi aderiva una sorte di missionario che predica in una terra una volta amica e ora divenuta
ostile. Lo stesso linguaggio contenuto nei vari scritti del Veneto Serenissimo Governo è ricco di
enfasi, arricchito da un modo di esporre le proprie idee e programmi che oltre alle parole punta ad
una grafia (maiuscole, sottolineature, ecc.) che vuole colpire l’attenzione del lettore. Come ho detto
la carenza di sostenitori deviò quella che doveva essere un’operazione di carattere
militare/dimostrativa contro un’istallazione militare, verso un’azione di grande valore simbolico e
di impatto mass-mediatico mai vista prima: lo sbarco di un mezzo blindato in Piazza San Marco a
Venezia e l’issare il gonfalone della Repubblica Serenissima sul Campanile della piazza. Quella
che inizialmente fu una soluzione di ripiego divenne invece il volano per le successive
rivendicazioni del Veneto Serenissimo Governo. Paradossalmente il ristretto numero di persone fu
la fortuna per la riuscita dell’operazione di Piazza San Marco: parlo di riuscita perché difficilmente
sarebbero sopravvissuti ad un conflitto a fuoco, non tanto per mancanza di coraggio ma per
inferiorità di uomini e mezzi.
8 Genova di Revel, La cessione del Veneto. Ricordi di un Commissario Regio Militare, F. Lumacchi Libraio-Editore, Firenze 1906, p. 37.
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L’azione di Piazza San Marco venne decisa nel Secondo Congresso del Veneto
Serenissimo Governo svoltosi il 24 agosto 1996, a cui parteciparono Luigi Faccia, Gilberto Buson,
Antonio Barison, Flavio Contin, Fausto Faccia, Luca Peroni, Andrea Viviani, Giuseppe Segato,
Graziella Lorena Corvi, Cristian Contin, Severino Contin. Qui venne letta la “Dichiarazione
d’Indipendenza”, con la quale si entra nel vivo del P.E.R.L. dopo la prima fase di preparazione. La
“Dichiarazione d’Indipendenza” è l’atto necessario alla scesa in campo operativa e pubblica del
Veneto Serenissimo Governo. Con il Secondo Congresso vengono pianificate tutte quelle azioni
che porteranno ai fatti di piazza San Marco l’anno seguente. Nel 1996 l’attività del gruppo subisce
un’improvvisa accelerazione, dopo che la Lega Nord annunciava tramite il suo leader On. Bossi, di
voler proclamare l’indipendenza della “Padania” il giorno 15/06/1997. Diventava quindi prioritario
per il Veneto Serenissimo Governo uscire dalla clandestinità per affermare che il Veneto non ha
nulla a che vedere con la Padania, che altro non è che una brutta copia dell’Italia. Altro evento che
fece muovere il Veneto Serenissimo Governo era il 200° anniversario della “caduta” della
Serenissima, anniversario che le istituzioni venete si apprestavano a festeggiare. Questo agli occhi
dell’organizzazione non era ammissibile ed era perciò necessario intervenire per bloccare lo
scempio che stava per verificarsi.
Da sempre l’organizzazione interna prevista dal P.E.R.L. doveva essere rigida, ma ora che
la scesa in campo era prossima, la disciplina era un fattore ancora più determinante per la riuscita
dei propositi del Veneto Serenissimo Governo. Era previsto dal piano un “Attestato di Veneto
Patriota”, l’attestato era consegnato a chi aveva le caratteristiche adatte per diventare un vero
patriota. Ciò conferma l’inflessibilità del Veneto Serenissimo Governo rispetto a chi decideva di
mettersi a disposizioni per partecipare al P.E.R.L.. Il movimento era rivoluzionario e la disciplina
interna era di fondamentale importanza: ogni infiltrazione esterna, non controllata e vagliata
attentamente poteva mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo finale. Ancora a conferma di
come si sviluppava l’operazione P.E.R.L., il Veneto Serenissimo Governo aveva sempre più la
necessità di sviluppare in parallelo all’organizzazione civile quella militare. Ogni Veneto Patriota
era tenuto infatti a ricoprire sia il compito civile sia il compito militare, questo anche allo scopo di
non avere due rami distinti che rivaleggiassero tra di loro per la supremazia all’interno del
movimento. Così facendo, sovrapponendo i due rami dell’organizzazione, la guida politica non
sarebbe mai stata scavalcata da quella militare dato che erano un tutt’uno. Ciò evitò tra l’altro
cadute terroristiche, dato che l’obbiettivo politico era sempre ben chiaro a tutti.
A Dichiarazione d’Indipendenza avvenuta, l’attività del Veneto Serenissimo Governo è
tutta volta alla preparazione e alla realizzazione pratica dell’azione del maggio 1997. Realizzati in
parte i mezzi logistici, ora mancava la stesura definitiva dei comunicati da diffondere prima,
durante e dopo l’operazione stessa.
Nel 1996 cominciò ad operare la Radio Nazionale Veneta. Ovviamente per l’emissione dei
comunicati non erano state usate le emittenti e i canali standard, e questo infatti non portò i risultati
21
desiderati, anzi causò profondo sconforto nel gruppo. In seguito, si decise l’operazione che li portò
all’onore delle prime pagine dei quotidiani nazionali, ovvero l’interferenze all’interno del TG1. In
ogni caso sono comunque degni di nota i contenuti dei nastri utilizzati per le trasmissioni radio che
poi saranno da spunto per le interferenze televisive.
Fatte le prime interferenze nei TG, gli organi investigativi cominciarono a stringere la rete
delle ricerche individuando i possibili sostenitori del Veneto Serenissimo Governo. Ciò spinse
tutta l’organizzazione a anticipare l’azione di qualche giorno, non più il 12 maggio 1997, bensì il 9
maggio 1997. Da quanto risulta dagli atti del Veneto Serenissimo Governo, ora tutta
l’organizzazione doveva ricoprire sia un ruolo militare sia un ruolo politico; infatti chi
materialmente compì l’operazione di Piazza San Marco fu la Veneta Serenissima Armata.
L’Ambasciatore era tenuto ad accompagnare gli uomini della Veneta Serenissima Armata e a
svolgere le trattative con i rappresentanti del governo italiano, consegnando i memorandum ai vari
governi ed organizzazioni internazionali.
Ma quando l’operazione ebbe inizio, cominciarono all’interno del Veneto Serenissimo
Governo le prime defezioni. Il primo fu l’Ambasciatore Giuseppe Segato, che adducendo
motivazioni tattiche si tirò indietro rispetto alle sue responsabilità. Già nei giorni immediatamente
prima il 9 maggio alcuni fiancheggiatori si resero irreperibili. Quando arrivò il momento, per il
Veneto Serenissimo Governo e i suoi sostenitori, di applicare quanto si era programmato in anni di
lavoro vennero alla luce i veri Patrioti (al di là degli attestati precedentemente concessi), e ciò è
confermato dalle testimonianze raccolte dagli organi investigativi le quali mettono in luce i fulcri
dell’intera organizzazione in vista dell’operazione più propriamente militare. Luigi Faccia, che
rimaneva il cardine di tutta l’operazione era considerato il Doge/Presidente della costituenda
Veneta Serenissima Repubblica, ma il suo ruolo non era previsto in Piazza durante le prime ore:
sarebbe intervenuto in un secondo momento per trattare con le varie autorità rispetto al “Caso
Veneto”; era quello che aveva i maggiori contatti politici e conosceva i primi esponenti dei
movimenti autonomisti veneti. Fausto Faccia (che aveva aderito all’organizzazione il 04/09/1992),
nel novembre del 1994 diviene responsabile ufficiale della gestione delle finanze del Veneto
Serenissimo Governo. Il 9 maggio 1997, dato che l’Ambasciatore non aveva ottemperato al proprio
compito, era lui a iniziare ad intavolare le prime trattative con le autorità italiane pervenute in
Piazza San Marco. Luca Peroni (che aveva aderito all’organizzazione il 04/09/1992), durante
l’azione del 9 maggio aveva il comando del mezzo blindato (tanko) e di conseguenza era il
responsabile delle operazioni in Piazza. Stando a quanto affermano gli organi investigativi, Peroni
è sempre stato uno dei più attivi in seno all’organizzazione, determinante per la riuscita di tutte le
fasi preparative, sin dal secondo congresso in cui venne inserito nel Governo vero e proprio (il
“nucleo duro” di tutto il Veneto Serenissimo Governo). Andrea Viviani (che aveva aderito il
6/11/1993), faceva anch’esso parte dell’esecutivo del Veneto Serenissimo Governo: durante il 9
maggio il suo ruolo era all’interno del Campanile di San Marco. Nell’azione del nove maggio erano
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inoltre presenti Flavio Contin (Primo consigliere anziano del Veneto Serenissimo Governo),
Gilberto Buson (Secondo consigliere anziano), Antonio Barison – Herty (cancelliere), Cristian
Contin e Moreno Menini. Altro elemento di spicco dell’organizzazione data la sua partecipazione
al secondo congresso del Veneto Serenissimo Governo è Graziella Lorena Corvì (che aveva aderito
il 6/10/1993). Queste sono le persone che decisero il 9 maggio in piazza San Marco di affermare
solennemente che la Veneta Serenissima Repubblica erano loro. Quello che era importante non era
il numero dei partecipanti ma quanto provavano per la Terra Veneta: l’essere veneto, per il Veneto
Serenissimo Governo, non era un fatto di residenza ma di spirito.
Luca Peroni nel 2001 riassume, con delle lettere pubblicate in internet, come arrivò ad
affiancare e a fare parte del Veneto Serenissimo Governo; le quali descrivono come gli ideali uniti
al coraggio e alla devozione per una causa fanno compiere a degli uomini cose inimmaginabili.
Queste righe spiegano come la convinzione di questi uomini fu aiutata da coincidenze fortuite, le
quali fecero sì che si realizzasse quanto avevano progettato per più di 10 anni.
I documenti e i proclami da diffondere via interferenze TG in Piazza San Marco erano già
stati redatti, ma tutto questo fu vano perché nella prima mattinata entrarono in gioco le forze
dell’ordine che misero fine al 9 maggio 1997 per il Veneto Serenissimo Governo.
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NOTA AI TESTI
I documenti e le informazioni che si presentano in questa sezione provengono da interviste
con i componenti del Veneto Serenissimo Governo, che a vario titolo hanno partecipato alla
preparazione e alla realizzazione dell’azione del 9 maggio 1997 e che tuttora fanno parte del
Veneto Serenissimo Governo (Luigi Faccia, Luca Peroni, Andrea Viviani); dall’archivio storico del
Veneto Serenissimo Governo messo a mia disposizione dal Cancelliere del Veneto Serenissimo
Governo Andrea Viviani. Inoltre, i documenti riportati provengono dall’esito delle indagini sul
Veneto Serenissimo Governo della DIGOS della Questura di Verona in data 26 giugno 1997,
nonché dalla copia cartacea dei files sequestrati dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di
Venezia della Regione Carabinieri Veneto, e della copia dei documenti sequestrati dalla DIGOS
della Questura di Verona. I documenti, utilizzati per le indagini dalle autorità giudiziarie sul Veneto
Serenissimo Governo, sono tornati in possesso del Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luigi Faccia, attraverso il proprio avvocato difensore, e ora sono custoditi presso l’Archivio storico
del Veneto Serenissimo Governo.
Nel riportare i documenti ho omesso alcune parti perché ripetevano cose già dette in
precedenza, o perché precisazioni non importanti al fine del contenuto del documento, e quindi di
tutto il contesto che l’atto andava descrivendo.
24
P.E.R.L (PIANO D’EMERGENZA RISVEGLIO LEONE)
PREFAZIONE
Prima di passare alla descrizione dell’operazione vera e propria, è bene fare alcune
considerazioni di fondo. A giudizio dei più, oggi si crede di agire in un contesto democratico; però
di fatto, l’attuale situazione democratica è degenerata, diventando una partitocrazia e snaturando
completamente il concetto di DEMOCRAZIA. Noi Veneti dobbiamo prendere atto di questo e
trarne le giuste conclusioni:
1)
Lo Stato italiano “democratico”, nato dalla “resistenza”, non riconosce in alcun modo i
legittimi diritti del POPOLO VENETO. (…) Lo Stato italiano al pari dei suoi predecessori, in un
primo tempo il regno sabaudo e successivamente il regime fascista, ha una veduta estremamente
consimile a questi sul problema Veneto, con l’aggravante che il suddetto regime si considera
democratico e sensibile alle istanze della gente.
2)
Negli anni ’79-’80 era iniziata un’azione politica veneta denominata Liga Veneta. In essa si
diceva della necessità di portare il VENETO all’autonomia e di restituire ad esso dignità ed
identità.
(…)
Attualmente, tronconi di tale tramontato movimento sopravvivono completamente estranei
ai principi veneti, e nell’ottuso tentativo di perpetuarsi fanno credere a quelle persone che in buona
fede ancora li seguono, che si stanno battendo per gli ideali veneti. In realtà tali frange non si sono
che ridotte a piccoli corpuscoli politici, conformi, in una logica di subdolo asservimento, al partito
dell’occupante, sperando così di poter ottenere da questo considerazione, al fine di giustificare il
loro vergognoso operato nei confronti della gente che continua a dar loro fiducia.
Così, a conti fatti, tutta questa ampollosa azione pseudoautonomista è finita in qualche
patetica assemblea, in qualche manifesto, in qualche interrogazione parlamentare, in qualche lettera
sulla stampa e, per finire, in qualche amichevole “festa fra amici”.
Sarebbero dunque queste le azioni in grado di riportare il VENETO all’autonomia???
Interrogati, i tenutari di questi sedicenti corpuscoli dicono, con un’ipocrisia senza pari, a
mascheramento della loro codardia e incapacità di far politica, che bisogna operare con democrazia
perché viviamo in un regime democratico, con la giustificazione che non vi sono altri mezzi oltre a
questo.
Così facendo mettono a tacere la loro coscienza. Per questi personaggi dunque un regime
che calpesta in maniera sistematica i NOSTRI inalienabili diritti, solo perché ci lascia sbraitare
appestandoci di partiti, è democratico!
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Ma è vera democrazia il fatto che suddetti corpuscoli sono guidati da individui privi di una
vera coscienza nazionale veneta, né tanto meno una decisa volontà di lotta, né una maturità che
permetta di far prevalere i NOSTRI sacrosanti diritti di VENETI, all’autogoverno? Come già più
volte detto, a queste persone bastano le briciole che il regime invasore concede loro, se sono buoni
e ubbidienti; così possono giocare ai “rivoluzionari part-time”. E per briciole si intende qualche
seggio comunale, qualche compenso, qualche posto da parassita, ecc., ecc.
MA COME SI PUÒ SERIAMENTE PENSARE che su questa strada, con una partitocrazia
imperante a tutti i livelli, con la sua scia di interessi di tutti i tipi che questa possiede nel VENETO,
si arrivi ad ottenere i nostri diritti, quando facendo ciò non farebbe che ottenere la lesione dei
propri. Osare pensarlo è veramente da mentecatti! Il VENETO per “loro” è italiano, e italiano deve
restare, e su questo non si discute!! Perché non si fa una piccola analisi su quanto si è fatto in sei
anni di concreto, in azioni democratiche, per guidare il Veneto all’autonomia? Praticamente quasi
nulla! (…)
Adesso quel movimento, come entità politica, non esiste più; e i VENETI che veramente
aspirano alla libertà della loro terra dovrebbero così, passare il resto dei loro giorni a fare gli
attacchini democratici per qualcuno che poi magari, si vende, oppure non ha il coraggio politico di
prendere certe decisioni, e forse ricominciare da zero come adesso… ma con quali speranze?
Ancora, dover, nonostante i nostri eletti in parlamento e/o nei comuni, ubbidire a tutte le
imposizioni dateci dal regime invasore.
(…) tutto quello che noi faremo rispecchia esattamente la nostra storia, tradizione e cultura e, del
resto, e incontrovertibile che noi agiamo in casa nostra e che siamo stati illegalmente occupati.
(…)
Mai, nella storia, sia in tempi vicini che lontani, si è dato che un popolo si sia liberato adottando i
sistemi propugnati da politicanti, quali quelli che tutti abbiamo conosciuto in seno alla Liga Veneta.
Ma bensì SUDORE-SACRIFICIO-LAVORO-SANGUE, sono, purtroppo, sempre state le costanti
incorse in ogni processo di liberazione di qualsiasi popolo.
Noi auspichiamo che al VENETO tutto ciò venga almeno in parte risparmiato. Per ciò che potrà
dipendere da NOI la forma democratica sarà assai più rispettata che non in precedenza, come
successo per mano d’altri… E che la storia possa ancora una volta fare il suo corso.9
9 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “carteg-1.txt” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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DENOMINAZIONE OPERAZIONE P.E.R.L.
DECODIFICAZIONE P.E.R.L.
PIANO D’EMERGENZA RISVEGLIO DEL LEONE
Condizioni necessarie alla messa in atto dell’operazione P.E.R.L.
a) Perdita da parte dell’attuale movimento politico presente nel V.S.T. denominato Liga
Veneta, dello slancio storico patriottico nazionale attraverso lo snaturamento dei suoi
dirigenti e programmi, al fine di far diventare lo stesso movimento un partito sul tipo di
quelli imposti dall’invasore e, di fatto asserviti ad esso.
b) Azioni e minacce di ogni tipo, vedi campagne denigratorie condotte su tutti i canali
d’informazione con la collaborazione di squallidi lacchè veneti al fine di screditare e
fiaccare l’azione dei patrioti veneti.
c) Instabilità socio-politica-economica e l’insorgere di ricorrenti, deliranti manie di
protagonismo militarista in seno al regime occupante, con conseguente grave pericolo per
il VENETO SERENISSIMO TERRITORIO e il suo popolo.
L’operazione P.E.R.L., nelle sue tre fasi principali si prefigge il raggiungimento dei seguenti
scopi:
a) Ricostituzione del VENETO SERENISSIMO GOVERNO PROVVISORIO IN ESILIO
continuatore e depositario della storia e dei valori veneti.
b) Provocare il CASO VENETO.
c) Ridestare, con adeguate e non meno riflesse azioni, la credibilità politica nei confronti del
V.S.G. da parte del suo popolo.
d) Risvegliare i VENETI tutti dal torpore nel quale si trovano ad essere vittime ormai da oltre
un secolo, e ridar orgoglio e coscienza nazionale, dimostrando così che l’attuale regime
invasore non è né immortale né tanto meno invincibile e che, a patto che lo si voglia
fermamente, lo si può umiliare e sconfiggere.
e) Generare allarme e preoccupazione presso la NATO e gli STATI UNITI, con adeguate
pressioni politico-militari, e spingere questi ultimi a prendere direttamente o
indirettamente, posizioni sulla QUESTIONE VENETA, vista l’importanza strategico-
militare di questa, a garanzia della sicurezza europea.
f) Interessare e sensibilizzare l’opinione pubblica europea (…) sull’attuale situazione veneta,
tuttora sconosciuta alla stragrande maggioranza degli europei.
g) Informare i 4 milioni di veneti sparsi per il mondo sui problemi della loro madre patria da
quando questa è caduta in mano all’invasore, invocando il loro consenso e sostegno morali
e materiali alla nostra azione, affinché perorino le nostre istanze per l’autogoverno presso il
regime occupante, con pressioni dirette o indirette sui rispettivi paesi d’adozione, vista
l’importanza e il peso che talune di tali comunità venete hanno raggiunto in alcuni angoli
del mondo.
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h) Far pervenire petizioni e documentazioni alle maggiori organizzazioni mondiali esponendo
molto attentamente i fatti e invitando dette organizzazioni a prendere coscienza del
problema veneto.
i) Aprire un canale diretto con la Santa Sede in considerazione di quattro punti fondamentali:
1) MOTIVO DI CARATTERE STORICO (se la Santa Sede ha potuto portare avanti
la parola di Dio, in buona parte lo deve anche alla VENETA SERENISSIMA
REPUBBLICA).
2) ESISTENZA DELLA CONDIZIONE RELIGIOSA CATTOLICO-
OSSERVANTE RELATIVA ALLA MAGGIORANZA DEL POPOLO VENETO
(fino a qualche anno fa il Veneto forniva un numero rilevante di aspiranti alla
vocazione religiosa).
3) GLI ANTICHI LEGAMI STORICI E DI SANGUE ESISTENTI FRA IL
POPOLO VENETO E IL FRATELLO POPOLO POLACCO, QUEST’ ULTIMO
RAPPRESENTATO DAL PONTEFICE GIOVANNI PAOLO SECONDO.
4) IL TRADIZIONALE ANTI-SOCIAL-COMUNISMO DEL POPOLO VENETO E
L’IMPERANTE LAICISMO CHE PERVADE IL REGIME OCCUPANTE.
In considerazione, tra gli altri, dei punti su esposti il Vaticano ha un
importantissimo compito, quello di mitigare eventuali intransigenze del governo
invasore, cercando in ogni modo di impedire il sopravvento di “falchi” del suddetto
governo, intenzionati a liquidare il caso Veneto con un’azione di forza in virtù del
loro ritenersi militarmente superiori, con le spaventose conseguenze che ne
seguirebbero qualora questa sciagurata azione avesse via libera. Al pari degli Stati
Uniti la Santa Sede ha l’interesse che tutto finisca per il meglio, data l’equità delle
nostre sacrosante richieste in relazione al nostro recente grandissimo passato
storico e in considerazione di quanto stiamo subendo da ché il VENETO
SERENISSIMO TERRITORIO è caduto sotto il giogo dell’occupante.
l) Spiegare, attraverso i nostri mezzi di comunicazione, agli altri popoli sottostanti allo stato
occupate, i motivi per cui siamo stati costretti a prendere certe iniziative, e dire che il
VENETO SERENISSIMO GOVERNO e il suo POPOLO non hanno nulla contro di loro,
ma che il nostro unico nemico è il regime partitocratrico occupante.
Detto questo dovranno essere prese iniziative affinché la maggioranza di questa gente
(nonostante i prevedibilissimi martellamenti a cui verrà sottoposta da tutti i mass-media di
regime nel tentativo di far leva sull’orgoglio nazionale offeso, nella prospettiva di un
consenso popolare per eventuali azioni di forza o comunque ostili), rimanga neutrale,
affinché il più della rimanente ci veda con occhio benevolo, e solo una sparuta minoranza
di fanatici nazionalisti unitari (del resto anche ciò facilmente prevedibile) assecondi il
regime occupante nel suo delirio nazionalista risorgimentale.
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m) Costruire un deterrente psicologico-militare per far fronte ad eventuali propositi di forza da
parte del regime invasore (o da chi per esso, quali servizi segreti, canaglie comuni,
terrorismo, ecc.) qualora fosse da questi tentato di riprendere il controllo del V.S.T. con la
violenza, nell’assurda quanto folle pretesa di “mostrare chi è il padrone”.
n) Costringere, sommando le varie pressioni, il regime invasore a concedere un referendum
popolare per la concessione dell’autogoverno, nei modi e tempi stabiliti dal V.S.G.,
affinché tutto il Veneto Popolo, eccezione fatta per tutti quegli aberrati individui allevati da
detto regime, possa decidere liberamente il suo futuro.
(Solo ad un positivo risultato del referendum il V.S.G. continuerà ad affiancarsi al Veneto
Popolo, mentre in caso contrario, il V.S.G., considerando sovrana la volontà popolare, si
scioglierà e cesserà sua esistenza).10
10 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “carteg-1.txt” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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FASI, IN CUI AVRANNO LUOGO LE AZIONI CHE DETERMINERANNO I PROCESSI
CITATI, SARANNO COSÌ STRUTTURATE:
1) carattere divulgativo-informativo che comprenderà i seguenti punti:
Diffusione di un proclama del V.S.G. al Veneto Popolo. Distribuzione di diverse buste (…),
contenenti detto proclama, contattando inoltre le principali categorie sociali che compongono il
Veneto tessuto sociale, quali:
- artigiani di tutte le categorie;
- associazioni degli industriali;
- agricoltori;
- commercianti;
- liberi professionisti.
(…)
Inoltre le lettere “Proclama” saranno inviate a tutte le Associazioni di Veneti dislocate nelle varie
parti del mondo, così da informare i nostri compatrioti (per quanto possibile) dei fatti che stanno
accadendo nella loro terra.
Oltre a ciò verranno redatte delle lettere da inviare:
a) al Presidente della Regione Veneto;
b) al Consiglio Regionale;
c) ai Capi Provincia;
d) ai Sindaci di ogni Veneta città e paese;
e) alle Associazioni Professionali presenti del V.S.T.
Al fine di chiarire la nostra posizione nei confronti delle nazioni e associazioni internazionali cui il
Veneto (…) è strettamente legato, il V.S.G. invierà, contemporaneamente, all’inizio
dell’operazione P.E.R.L., alcune lettere indirizzate:
a) all’ Ambasciatore degli USA in Italia;
b) al Segretario di stato della Città del Vaticano;
c) al Segretario generale della NATO;
d) al Presidente della Repubblica Italiana;
e) al Segretario dell’ONU.
Tali lettere chiariranno in maniera inequivocabile i motivi e gli scopi dell’operazione P.E.R.L., nel
proposito di evitare così malintesi, equivoci e speculazioni di sorta.
Allestimento di un centro totalmente autosufficiente per la stampa, composto da una stampatrice,
un riproduttore, alcune macchine da scrivere di varie dimensioni, carta, inchiostri, ricambi, ecc.
Preparazione e stampa di 300.000 manifesti di piccolo formato, riproducenti il proclama redatto dal
V.S.G.
30
Installazione di una stazione-radio in FM capace di coprire tutto il V.S.T., al fine di sostenere
l’azione divulgativa già incominciata mediante lettere e manifesti. Tale centro sarà installato in un
veicolo mobile, così da garantirgli una maggiore sopravvivenza.
Allestimento di un rifugio di qualsiasi tipo, purché abitabile. Tale rifugio dovrà essere ben
nascosto, perché nel suo interno troveranno alloggio il V.S.G. e il Veneto Serenissimo Comando di
Testa (V.S.C.T.) della V.S.A.
Oltre ai membri del V.S.G. e del V.S.C.T. , il rifugio ospiterà: sei uomini della V.S.A. più un loro
responsabile, un responsabile stampa e un suo aiutante, un medico e due inservienti addetti ai
servizi vari.
Da questo comando partiranno tutti gli ordini, i comunicati e le direttive nei primi momenti
susseguenti l’avvenuta operazione.
Al V.S.G. spetterà ogni decisione politico-militare, mentre al V.S.C.T. spetterà la pianificazione e
l’esecuzione di eventuali ordini militari partiti dal V.S.G.
I compiti principali dei 7 appartenenti alla V.S.A. dislocati nel rifugio saranno i seguenti:
- guardia del comando;
- porta ordini e collegamento coi vari patrioti esterni;
- raccolta di tutte le possibili informazioni e indiscrezioni utili.
Il responsabile militare dei “7” sarà alle dirette dipendenze del V.S.C.T., che, oltre ad avere i
compiti tradizionali quali il comando e la responsabilità dei suoi uomini, avrà anche compiti
diplomatici.
Il responsabile stampa e propaganda e il suo aiutante dovranno controllare tutti gli articoli e i
comunicati il Caso Veneto, diffusi tramite radio, televisione, giornali, riviste, ecc. Compito di detto
responsabile sarà altresì quello di preparare adeguate risposte ad eventuali articoli provocatori e
denigranti la nostra azione, e consegnarle ai mass-media, previa autorizzazione del V.S.G.
Il medico avrà il compito di curare eventuali malati o feriti.
Gli inservienti avranno compiti di tuttofare.
Il rifugio, che può essere definito centro di comando e direzione, avrà autonomia alimentare per
almeno quaranta giorni, benché sia auspicabile che venga abbandonato, per motivi di sicurezza,
dopo circa una settimana dall’avvenuta operazione.
In ogni eventuale occasione il V.S.G. si porterà in un paese straniero il più possibile vicino al
Veneto. In tale paese sarà allestito un rifugio per poter continuare l’azione politica intrapresa. (…)
Seppure le lettere, che saranno inviate dall’estero per confondere (…) le idee del governo invasore
e per creare l’immagine del governo in esilio, tutta l’operazione si svolgerà nel V.S.T., per motivi
logistici e organizzativi.
2) fase principale. Avrà carattere militare-regolare, a scopo di rivendicazione politica e di
dimostrazione, in un contesto pienamente pacifico (salvo deprecabili incidenti, che non saremo
comunque noi a provocare), in questa fase da parte nostra non è previsto in nessun caso l’uso di
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armi, pur ben sapendo che ci si troverà di fronte a soldati armati che non avranno certo i nostri
scrupoli.
L’azione militare-regolare sarà la parte determinante di tutta l’operazione P.E.R.L. Se tale azione
non dovesse raggiungere gli obbiettivi elencati, la stessa P.E.R.L. sarà da considerarsi in buona
parte fallita. È di fondamentale e vitale importanza che tale fase si svolga e venga condotta in
perfetta osservanza delle norme di diritto bellico militare e delle nostre tradizioni storico-militari.
3) Carattere politico.11
11 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “carteg-1.txt” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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CATEGORIZZAZIONE DEI BENEMERITI
Colore che avranno permesso la realizzazione dell’operazione saranno suddivisi in tre categorie,
sulla base dei meriti, dell’affidabilità e della dedizione alla Causa dimostrata durante i preparativi,
come segue:
- Categoria: Veneti Patrioti Scelti
Saranno quelli che, durante tutta la fase preparativa, avranno dimostrato maggiori doti su tutti i
campi. Questi patrioti, dopo il giuramento di fedeltà assoluta al V.S.G. sulla base dei loro compiti,
parteciperanno all’operazione dall’inizio alla fine.
- Categoria: Veneti Patrioti
Questi, non partecipando direttamente all’operazione, serviranno da supporto con vari compiti.
Anche i Veneti Patrioti dovranno giurare fedeltà assoluta al V.S.G. Dopo il giuramento riceveranno
lo status di V.P. con un segno di riconoscimento speciale, cosicché all’occorrenza si potranno
riconoscere.
- Categoria: Veneti Sostenitori
Tutti, persone comuni che, animate da amore per la propria terra, avranno collaborato in vari modi
per la realizzazione di quest’impresa, ma che, per carattere familiare, religioso o di lavoro, non vi
avranno preso parte attivamente.
I Veneti Sostenitori, pur non avendo l’obbligo di giurare fedeltà al V.S.G., saranno legati a questo
da precisi obblighi morali. Essi saranno peraltro istruiti, prima dell’inizio dell’operazione, sul
comportamento da tenere.
(…)12
12 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “carteg-1.txt” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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ULTERIORI CHIARIMENTI
SU ALCUNI ASPETTI DELL’AZIONE IN QUESTIONE
L’azione sarà condotta da un comando della Veneta Serenissima Armata (V.S.A.), agli ordini del
V.S.G. in esilio. Tale azione militare esula completamente da qualsiasi atto militare mai intrapreso
in tempi vicini o lontani per mano di qual si voglia movimento patriottico- liberatorio-
rivoluzionario.
L’azione sarà sviluppata nel pieno rispetto delle nobili venete tradizioni politico- militari, e ciò per
vari motivi.
(…) Benché l’azione verrà portata con estrema determinazione ai danni di una o più strutture
militari portanti del regime occupante, essa, salvo deprecabili incidenti peraltro mai in nessun caso
imputabili alla V.S.A., sarà incruenta.
(…)
Al di là di ridicoli comunicati che il regime invasore potrà emettere qualora l’azione abbia esito
positivo, esso in ogni caso cercherà di minimizzare in ogni modo l’accaduto per non suscitare più
di tanto la sorpresa e per non essere deriso dal mondo intero, attribuendo il tutto ad una banda
terroristica internazionalmente collegata.
Il regime occupante finge di ignorare che la V.S.A. esiste da secoli e che è tuttora in ottima forma.
Questa, com’è noto è stata per secoli l’unico baluardo di difesa dell’intero occidente contro lo
strapotere ottomano. (…)
A nome del V.S.G., la V.S.A., diretta emanazione di tale istituzione, ha la facoltà di intraprender
ogni altra azione militare, se necessaria anche militarmente determinata, nel supremo Veneto
interesse, sino a quando l’invasore non si sarà reso conto dell’illegalità della sua presenza nel
Veneto. Tali eventuali azioni dovranno rispecchiare nella maniera più assoluta la storia, la
tradizione e il pensiero militare Veneto.
Nello svolgersi della prima azione P.E.R.L. i dettami del diritto bellico internazionale verranno
rispettati, a palese esempio delle nostre secolari tradizioni. Tali dettami, in sintesi, sono:
DURANTE L’AZIONE NON SONO PERMESSI ATTI DI PERFIDIA.
NON È PERMESSO L’USO DI ARMI PROIBITE.
LE OPERAZIONI DEVONO ESSERE CONDOTTE SEMPRE E SOLO CONTRO MANUFATTI
MILITARI.
NON DEVE ESSERE MESSA A REPENTAGLIO IN NESSUN MODO LA VITA (E I BENI) DI
EVENTUALI CIVILI PRESENTI NELLE ZONE D’OPERAZIONE, salvo, anche in questo caso,
deprecabili errori non imputabili direttamente al combattente.
DURANTE LO SVOLGIMENTO DELL’AZIONE DEVONO ESSERE INALBERATE LE
INSEGNE DA COMBATTIMENTO A RICONOSCIMENTO del combattente.
A considerazione dell’esposizione fatta, riteniamo di poter affermare che l’invasore non sa capire
che, se si è arrivati a questo, è per la sua costante colpevole ignoranza, e per la sua ostinatezza nel
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non voler rendersi conto che una nazione come il Veneto non può essere umiliata, sfruttata,
spogliata della sua storia, tradizione e cultura e delle sue risorse umane e materiali all’infinito.
Oramai si doveva arrivare alla resa dei conti. E tanto sta a dimostrare, ancora una volta, che gli
occupanti non hanno saputo trarre dalla storia alcun insegnamento. (…)13
13 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “carteg-1.txt” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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CARTEGGI IN ALLEGATO ALL’OPERAZIONE P.E.R.L.
(…) Per la prima volta, in un’azione militare, non si farà l’uso di nessuna arma da fuoco (pistole,
fucili, ecc.), perché l’azione intrapresa dalla V.S.A. dovrà essere vista dal Veneto Popolo, aldilà
delle pubbliche condanne, con intimo orgoglio e quale rafforzatrice della coscienza nazionale, per
l’audacia, l’intelligenza e la determinazione mostrata.
MOTIVI PRINCIPALI CHE SCONSIGLIANO UN’AZIONE DI TIPO TRADIZIONALE
Costi quasi insostenibili delle armi che dovrebbero essere procurate a mercato illegale,
attraverso canali a noi sconosciuti, con tutte le incognite del caso.
Difficoltà non indifferenti nel reperire un numero sufficientemente alto di uomini disposti a
partecipare all’azione, nonostante l’indottrinamento preventivo e sistematico dato ad essi. Infatti
essendo costoro esseri umani, sussiste il pericolo di defezioni, crisi, spiate volontarie o
involontarie, ecc., con tutte le conseguenze che si possono ben immaginare.
Difficoltà insormontabili nel conseguire l’addestramento di un numero elevato di uomini
all’uso delle armi, oltre all’impossibilità di disporre di aree atte a costruire teatro di tali
esercitazioni, senza che queste ultime vengano rilevate dalle forze di occupazione.
Scarsa credibilità di tali armi, durante l’azione, nei confronti del nemico, in caso di
reazione dello stesso al fuoco, anche perché costui (il nemico) agisce al coperto, con conseguente
pressoché inesistente possibilità di un nostro disimpegno senza far uso di dette armi.
Rischi altissimi per i partecipanti sotto l’aspetto dell’incolumità fisica, fallimento di tutta
l’azione una volta scopertici, e impossibilità di condurre a termine la stessa sotto pressione nemica.
Numero altissimo di uomini da portare in azione, al fine di causare lo stesso danno al
nemico (danno causabile con un’azione condotta unicamente da uomini), rispetto al numero degli
uomini necessari per guidare gli strumenti descritti più avanti.
Ulteriori aspetti negativi legati ad un’azione di tipo tradizionale:
Maggiore facilità di scoperta, da parte del nemico, durante l’avvicinamento all’obbiettivo.
Perdite inevitabili anche se minime, nel caso che il fattore sorpresa persistesse (nel
nemico); se invece scoperti, si avrebbero perdite inaccettabili, con le conseguenze politiche e
morali che ne deriverebbero.
Impossibilità di prestare soccorso adeguato e relativi posti sicuri ad eventuali invalidati,
con la conseguente impraticabilità di tale soluzione. Ispirandosi alle secolari e nobili Venete
tradizioni storico-militari, aggiornate con i più moderni concetti, e traendo insegnamento dalle
passate esperienze europee, ne è scaturito un Veneto pensiero militare grazie al quale l’azione
militare determinante l’intera operazione potrà essere portata a termine con soluzioni
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completamente innovatrici, soluzioni queste, presenti per la prima volta in un movimento nazionale
clandestino di liberazione.14
14 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “carteggi” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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CONSIDERAZIONI SULLA PARTICOLARE CONDOTTA DELL’AZIONE
Fino ad ora quasi tutte le azioni militari o paramilitari a sfondo politico-rivoluzionario sono
state dirette verso persone, dettate dall’evidenza che la persona umana di per sé è facilmente
vulnerabile anche con strumenti d’offesa assai poveri.
Questo tipo d’azione comporta per l’attaccante una serie di conseguenze negative, aldilà di
quelle prettamente umane e morali. Tali conseguenze possono essere così riassunte:
1- Azione scarsamente pagante dal punto di vista strettamente militare, specialmente se
rapportata agli effetti negativi a tutti i livelli che in conseguenza ad essa si verificano; a
meno che non si possano colpire un numero altissimo di uomini in brevissimo tempo (cosa,
questa, peraltro quasi impossibile) e creare, di conseguenza, dei problemi al regime
occupante per un tempo più o meno lungo.
2- Facilità di sostituzione in tempi brevi, da parte del regime occupante , di eventuali perdite
concernenti bersagli animati.
Per contro, colpendo i “fulcri” fissi della difesa avversaria, si conseguono tre principali risultati:
1. Perdita momentanea parziale o totale, e non immediatamente sostituibile, di strutture
portanti adibite a dimora degli strumenti di difesa;
2. Manifesta messa in crisi di un settore della suddetta difesa, con conseguente allarme
generale, interno ed esterno;
3. Necessità del regime occupante di ricorrere a misure di sicurezza straordinarie in tempi
brevissimi, nel tentativo di proteggere le sue strutture superstiti da altri eventuali attacchi,
per non parlare dell’aspetto psicologico relativo al personale di guardia.
L’azione militare condotta nei termini dei punti di cui sopra risulta molto più pagante, specialmente
se raffrontata ad altre azioni contemplanti gli stessi scopi e condotte su bersagli umani.
(…)
D’altra parte ben pochi sarebbero i soldati motivati ad impegnarsi in rappresaglie, a rischio della
propria vita, quando ad andarci di mezzo fossero unicamente materiali inanimati.15
15 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “PERL.txt ” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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RIFONDAZIONE DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
ORDINE DEL GIORNO IN RELAZIONE AI LAVORI DI RIFONDAZIONE DEL
VENETO SERENISSIMO GOVERNO16
1) Elezione del presidente di seduta.
2) Lettura della relazione generale sulle varie fasi di riorganizzazione dei fondamentali principi
veneti.
3) Stesura (a verbale) dell’atto di rifondazione del Veneto Serenissimo Governo.
4) Elezione (a consenso) della gerarchia ufficiale di governo (con verbalizzazione della
medesima).
5) Abbandono dell’ambiente di rifondazione e prima riunione (a verbale) del Veneto
Serenissimo Governo, sulla definizione del primo ordine del giorno.
6) Varie ed eventuali, relative alla contingenza dell’evento.”17
RICOSTITUZIONE VENETO SERENISSIMO GOVERNO18
Oggi …………1986, 1289 anni dalla fondazione della V.S.R., dopo 189 anni dallo scioglimento
dell’ultimo VENETO SERENISSIMO GOVERNO della V.S.R.; dopo 138 anni dalla ricostituzione
del VENETO SERENISSIMO GOVERNO PROVVISORIO “Manin” e dopo 120 anni di violenza
ed illegale occupazione della VENETA PATRIA da parte di forze d’occupazione italiana si:
RICOSTITUISCE nella località Veneta di (…), in forma solenne e per volontà popolare, il
legittimo VENETO SERENISSIMO GOVERNO, unico erede e continuatore della V.S.R. e
depositario della storia, cultura e tradizioni Venete.
Da questo momento storico con l’autorità conferitagli da questo consesso, dagli storici diritti e
dalle leggi internazionali, il V.S.G. si prefigge, con mezzi che esso riterrà più opportuni, di
riportare, attraverso un referendum popolare, la VENETA PATRIA all’autogoverno, nel pieno
rispetto della Veneta storia, cultura e tradizioni e delle Venete leggi.
In forza dell’autorità del V.S.G. viene nominato il primo consiglio di governo provvisorio, nonché
fondatore e dirigente.
Tale primo consiglio di governo rimarrà in carica sino a mesi 12 dopo il responso del referendum.19
16 L’atto costitutivo del Veneto Serenissimo Governo va inquadrato nel ordine del giorno in cui si convocavano i Patrioti che avrebbero poi rifondato lo stesso Governo. Il documento di convocazione è datato 20 dicembre 1986 ore 17.30. 17 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 11 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona. 18 Il Veneto Serenissimo Governo si è costituito il 25 gennaio 1987, (anche se l’intenzione era quella, da come si desume dagli atti costitutivi, di proclamare la rinascita del Veneto Serenissimo Governo nel 1986, comunque questo non toglie l’importanza dell’evento). 19 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 16 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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NOMINA DEL PRESIDENTE (LUIGI MASSIMO FACCIA), IL QUALE PRENDE
POSSESSO DELLA CARICA CON IL SEGUENTE DISCORSO:
CONSIGLIERI DI GOVERNO, PATRIOTI FONDATORI, PATRIOTI TUTTI:
Assumo oggi, per volontà patriottica, la carica di primo Veneto presidente.
Fiero e consapevole dei doveri e responsabilità che assumo spero che siate certi del mio più
assoluto impegno e dedizione per la VENETA CAUSA.
Credo fermamente inoltre, di poter contare sul vostro impegno al fine di riuscire tutti assieme, sulla
base delle reciproche responsabilità, a portare felicemente a termine il grande e glorioso compito
che ci siamo imposti:
RESTITUIRE LIBERTÀ E DIGNITÀ ALLA NOSTRA NOBILE VENETA PATRIA.
In questa occasione non può mancare un mio deferente omaggio a tutti quei Veneti che in ogni
epoca sono caduti o hanno sofferto per la difesa dei Veneti Principi.
Un mio sentito ringraziamento va a tutti quei Veneti patrioti che in questi anni, sacrificando ogni
loro personale interesse, si sono dati completamente alla Veneta causa, rinverdendo finalmente,
dopo un oscuro passato lo spirito Veneto.20
20 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 17 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
40
ATTESTATO DI VENETO PATRIOTA
Ogni veneto che agisce all’interno dell’organizzazione per la preparazione dell’operazione P.E.R.L.
volta al riscatto della nostra AMATA PATRIA VENETA dal giogo dell’occupante italiano deve
essere in possesso dello status di V.P. attraverso l’assegnazione di un attestato punto di partenza
per ogni attività, lavoro, o carica futura all’interno dell’organizzazione.
Quanto prima prova tangibile di lealtà, senso del dovere e abnegazione alla causa Veneta.
DIRITTI
1) Possibilità di parlare agire, assumere cariche o compiti all’interno dell’organizzazione.
2) Tutela economica, legale, sanitaria in caso di necessità per il V.P. e l’eventuale sua
famiglia o congiunti a carico.
3) Rimborso spese di missione.
DOVERI
1) Avendo assunto lo status di V.P. l’interessato dovrà tenere un comportamento degno di un
Patriota senza mai abbandonarsi a scoramenti o a manifesti segni di insofferenza anche
nelle condizioni più avverse e tragiche, dando sempre esempio di coraggio, onestà, lealtà e
senso del dovere affinché sia sempre di sprono per gli altri Veneti.
2) Segnalare con tempestività al suo diretto superiore tutte quelle informazioni che ritiene utili
alla causa Veneta.
3) Il V.P. è tenuto sempre in ogni caso ad obbedire agli ordini ad esso impartiti.
SANZIONI
Casi in cui decade immediatamente lo status di V.P. e scattano le relative conseguenze disciplinari
a seconda della gravità dell’accaduto.
1) TRADIMENTO da parte del V.P. di membri dell’organizzazione, e dei principi della
Veneta causa.
2) Continua frequentazione senza autorizzazione di circoli politici, sindacali, militari italiani.
3) Mancanza di onestà e lealtà nei confronti dell’organizzazione, o dei membri della stessa.
4) Mancata attuazione di un compito assegnato con conseguente danno all’organizzazione.
5) Reiterata disubbidienza alle regole interne dell’organizzazione, da parte del V.P. e agli
ordini ad esse impartiti.
6) Manifesti segni di codardia da parte del V.P. durante lo svolgimento di un’azione
patriottica.
Comportamento esterno non consono ad un V.P. e di conseguenza pregiudizievole alla Veneta
causa.21
21 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” pp.8-9 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
41
VENETO ATTESTATO DI IDONEITÀ PER LO STATUS DI V.P.
La VENETA SERENISSIMA COMMISSIONE esaminatrice attesta che il signor:
…………………………………………………………………..
incorporato nella VENETA SERENISSIMA ORGANIZZAZIONE P.E.R.L. il
……………………ha dato prova di tangibile fedeltà, abnegazione, onestà e senso del dovere alla
VENETA causa, inoltre ha superato l’esame di storia e cultura veneta integrativo, riportando parere
favorevole da parte della V.S.C., per il rilascio del suddetto attestato, acquistando così il diritto di
fregiarsi dello status di VENETO PATRIOTA.22
22 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 10 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
42
V.S.R. SCALA GERARCHICA INTERNA DELL’ORGANIZZAZIONE
V.P.S. PRESIDENTE
VENETO SERENISSIMO GOVERNO
V.P. GENERAL PROCURATOR DI SAN MARCO
V.P. PRIMO GENERAL PROVVEDITOR CAVALIER DI SAN MARCO C.I.S. DI ISPETTOR
V.P. PRIMO GENERAL PROVVEDITOR
V.P. MAGGIOR GENERAL PROVVEDITOR
V.P. GENERAL PROVVEDITOR
V.P. PRIMO PORVVEDITOR C.I.S. DI ISPETTOR
V.P. PRIMO PROVVEDITOR
V.P. MAGGIOR PROVVEDITOR
V.P. PROVVEDITOR CAPO
V.P. PROVVEDITOR
V.P. PRIMO RESPONSABILE C.I.S. DI ISPETTOR
V.P. PRIMO RESPONSABILE
V.P. MAGGIOR RESPONSABILE
V.P. RESPONSABILE
V.P. ASPIRANTE RESPONSABILE
V.P. PRIMO COORDINATOR C.I.S. DI ISPETTOR
V.P. PRIMO COORDINATOR
V.P. MAGGIOR COORDINATOR
V.P. CAPO COORDINATOR
V.P. COORDINATOR
V.P. VICE COORDINATOR
V.P. 1° CAPO
V.P. CAPO
VENETO PATRIOTA
GRADI MILITARI DI TERRA
GENERAL D’ARMATA PRIMO COMANDANTE DI TESTA DELLA V.S.A.
PRIMO GENERALE ISPETTOR D’ARMATA
CAPITANO GENERAL
TENENTE GENERAL
MAGGIOR GENERAL
PRIMO COLONNELLO ISPETTOR
PRIMO COLONNELLO COMANDANTE
COLONNELLO
MAGGIORE
43
PRIMO CAPITANO
PRIMO CAPITANO ANZIANO ISPETTORE
CAPITANO
PRIMO TENENTE
TENENTE
ASPIRANTE
PRIMO SERGENTE ISPETTOR
PRIMO SERGENTE AIUTANTE DI CAMPO
PRIMO SERGENTE AIUTANTE
PRIMO SERGENTE
SERGENTE MAGGIORE
SERGENTE CAPO
SERGENTE
PRIMO CAPORALE
CAPORALE
SOLDATO23
Essendo la scala gerarchica strutturata su base militare l’equivalente sopra esposto grado civile,
corrisponde in caso di necessità al grado militare.
(…) Pertanto i membri dell’organizzazione nella fase iniziale dell’operazione P.E.R.L. agiscono
con due gradi congiunti sulla base delle necessità del momento.
La struttura gerarchica, e organizzativa interna è basata come detto in precedenza su modello
militare, in quanto nella fase iniziale e nei successivi momenti dell’operazione P.E.R.L. è
indispensabile avere una struttura gerarchica, organizzativa molto solida e rigida, perché la storia
maestra di vita ci insegna che i pericoli maggiori per l’esistenza e la continuità di un movimento di
liberazione nazionale si annidano nelle fasi iniziali. Vi si potrebbero (cosa tutt’altro che
improbabile) infiltrare degli elementi destabilizzatori anti-veneti se le maglie della struttura
gerarchica, organizzativa fossero lasciate aperte con le conseguenze che si possono ben
immaginare, impossibilità di regolare, controllare, tenere a freno l’eventuale e prevedibile flusso di
veneti che chiederebbero di poter far parte dell’organizzazione con conseguente pericolo di
spaccature, dovute all’opera dei sopra menzionati elementi anti-veneti, e la creazione automatica
all’interno di forze centrifughe che provocherebbero in brevissimo lo sbandamento del movimento
e il suo collasso politico, a tutto vantaggio dell’occupante italiano vanificando così anni di speranze
e immani sacrifici.
È fuori discussione che questo non può e non deve accadere. Ecco il perché di una struttura più
consona alla società Veneta.24
23 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 1 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
44
VENETA SERENISSIMA ARMATA
Ufficio per la sicurezza interna (S.I.S.)
Rapporto semplice d’informazione per VENETO PATRIOTA
Cognome e Nome del V.P. ed eventuale incarico:
………………………………………………………………………………………………
Paese interessato dall’attività d’informazione, indicarne il nome e l’attuale formula politica di
governo:
………………………………………………………………………………………………
Il VENETO PATRIOTA, al fine di reperire ogni notizia utile alla VENETA causa, dovrà
frequentare con discrezione luoghi affollati come:
piazze, caffè, bar, ritrovi culturali, ricreativi, sportivi, ecc., del paese in cui esso abita, osservare e
sentire cosa ne pensano dell’attuale situazione veneta gli abitanti.
Contattare, previa autorizzazione del proprio superiore con la tutela che impone il
momento (non dimenticando mai che potrebbero essere infiltrati), coloro che si dimostrano
favorevoli alla VENETA causa.
Segnalare con precisione scrivendo cognome e nome, indirizzo, e ogni altra notizia atta a
meglio identificare coloro che manifestano ostilità nei confronti della VENETA causa.
Segnalare con la massima tempestività eventuali casi di violenza o arresti arbitrari,
provocazioni, o danni a beni, perpetrati contro V.P. corredando il tutto con il più alto numero di
dati possibile.
Fare presente nel rapporto se nel paese sono aumentate le forze di polizia, descrivere il loro
numero, e armamento in dotazione e luogo di acquartieramento, segnalare se nel paese vi è gente
in borghese non conosciuta, arrivata da poco con aria sospetta.
Dove puoi se disponi di una macchina fotografica, fotografa persone e cose che riterrai
utili, oltre a segnalare ogni altro fatto che a tuo avviso può essere di giovamento alla VENETA
CAUSA. (…)
La perdita, il mancato inoltro o la manipolazione non veritiera di tale rapporto comporterà
gravi conseguenze disciplinari.(…)25
24 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 2 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona. 25 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” pp. 6-7 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
45
PROCLAMI AL POPOLO VENETO
COMUNICATO STAMPA N. 001
L’ufficio stampa del VENETO SERENISSIMO GOVERNO in esilio (V.S.G.) comunica quanto
segue.
Su ordine del V.S.G. i VENETI PATRIOTI suddivisi in gruppi di azione, hanno dato inizio alla 1^
fase dell’operazione P.E.R.L. (…).
Allo scopo di far assumere coscienza a tutti i Veneti dei loro sacrosanti diritti di popolo europeo
nel corso della 1^ fase dell’operazione denominata “SOLE tra la NEBBIA” sono stati distribuiti nel
VENETO SERENISSIMO TERRITORIO volantini proclama e lettere proclama.
In riferimento a quanto fatto si notifica che, nonostante le difficoltà incontrate, tutto si è svolto con
il massimo ordine com’è del resto nostra etichetta.26
26 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 11 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
46
NON UNA REGIONE MA UNA NAZIONE
Era una volta una Gloriosa Repubblica che vantava innumerevoli miti, tra i quali primeggiava
l’infallibilità del Suo senato. Fiera del Suo splendore e della Sua potenza, Essa costituiva
l’ornamento dell’Europa ed il baluardo della cristianità, Era la VENETA SERENISSIMA
REPUBBLICA.
Le Sue genti, le Venete Genti (che dal Sua pur aristocratico governo, il Veneto Serenissimo
Governo, ricevevano sicura e tempestiva giustizia e protezione dalle più odiose e perfide
prevaricazioni) la onoravano apertamente, dichiarando con orgoglio di essere Suoi sudditi, di essere
cioè “Genti Marchesche”, “Genti di San Marco”, ed ostentandoLe una fedeltà da epopea, quasi a
suggello di un destino sentito come irrinunciabile.
Ma poi accadde che con la sopraffazione ed il saccheggio della Veneta Serenissima Repubblica ad
opera di Napoleone Bonaparte, l’aspirazione dei Veneti di veder tutelata la Loro identità storico-
culturale in una Loro Repubblica si assopì, continuando ad esistere latente in Essi come un intimo
sogno.
Quindi, le vicissitudini post-napoleoniche e la successiva occupazione austriaca non fecero che
consegnare le Venete Genti all’Italia, gettandoLe “dalla padella alla brace” e tradendo così ogni
promessa di tutela della loro identità storica, culturale ed istituzionale.
Sul Nobile Veneto Popolo e sulla Sua Grande e Gloriosa Repubblica venne calata una totale
censura storica, se ne vietò ogni conoscenza; ne fu negata persino l’esistenza.
Oggi più che mai, alla luce del Suo inoppugnabile grande passato storico, le aspirazioni del Veneto
Popolo possono, e DEVONO, trovare soddisfacente realizzazione soltanto in una repubblica volta
al più ampio scenario federale europeo, e non essere costretta in una ripartizione amministrativa
regionale dello stato italiano, al più impolverata da un federalismo di facciata.
La Veneta Serenissima Repubblica, da sempre simboleggiata dal Leone Marciano, data la Sua
natura Indipendente e Sovrana, deve poter produrre, tra le altre, le seguenti strutture
amministrative27:
1) una propria istruzione scolastica pubblica, progettata secondo i Veneti criteri, finalizzata
agli interessi socio-economici della Veneta Area gestita da Veneti Organi preposti allo
scopo;
2) un proprio sistema di produzione, elaborazione e diffusione nel Veneto Territorio di ogni
tipo d’informazione;
3) una propria gestione della Veneta Spesa Pubblica, confacente al Veneto Interesse;
4) una propria Istituzione Sanitaria;
5) un proprio Sistema Previdenziale;
6) un proprio organo pubblico per lo stimolo allo sviluppo tecnico-scientifico;
27 Questi elencati sono i punti su cui verrà incentrata la redazione della bozza della Veneta Costituzione.
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7) un proprio esercito professionale e di leva, con proprie forze dell’ordine, seppure integrate
con alleati occidentali;
8) una propria moneta legale, (…);
9) un proprio programma d’incentivazione allo sport, con la formazione di squadre nazionali
venete e l’allestimento delle venete olimpiadi.
Oggi, molti giovani veneti lottano contro ogni avversità e con fede (…). NON CHIEDERE MAI
COSA PUOI RICEVERE, MA SOLTANTO COSA PUOI FARE PERCHÉ IL MALVAGIO
INCANTESIMO VENGA DEFINITIVAMENTE FRANTUMATO E LA NOBILE VENETA
STORIA RIPRENDA IL SUO CORSO NELLO SPLENDORE DI UNA LIBERA,
INDIPENDENTE E SOVRANA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA.28
28 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VOL2.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
48
LA VENETA NAZIONE
Alla fine del terzo millennio a.C., probabilmente a Sud della Russia e facendo seguito a precedenti
diffusioni, la poderosa espansione in molte direzioni delle Genti Venete indoeuropee diffonde nella
variegata Europa elementi di una comune matrice culturale con forti affinità di lingua. Compaiono
così in vari luoghi gruppi di genti chiamate <<Venete>>.
Nel 13° secolo a.C., con l’adozione del rito funebre della cremazione (campi d’urne), e forse anche
a causa di notevoli mutamenti climatici, un’altra grande ondata di popoli si mette in movimento per
i fermenti delle regioni venete centro-nord europee. In tale occasione, cospicui contingenti Veneti
dei <<campi d’urne>> giungono nell’Adriatico, (rinforzando la venetizzazione già iniziata da
antecedenti avanguardie) dando vita alla cosiddetta Civiltà Paleoveneta, dai tipici connotati
culturali e linguistici indoeuropei, ma permeata da peculiari aspetti spirituali autoctoni.
Qui, i VENETI fecero continuare per tutto l’arco della storia il più antico nome di popolo che
l’Europa possa annoverare nella sua preistoria, facendo del Veneto Nome il grande mito
aggregatore in cui ogni successivo apporto etnico-culturale dovette fondersi e obliarsi. Seppero
instaurare rapporti su vasto raggio dal Baltico alla Grecia. Ebbero cospicui rapporti con gli
Etruschi. E quando, nel 4° secolo a.C., altri popoli di matrice indoeuropea, i Celti (Galli),
dilagarono ovunque, travolgendo gli Etruschi e l’ancor piccola Roma, il Baluardo dei Veneti
infranse la loro corsa, facendo del Veneto territorio un’isola nel mare dell’invasione celtica. Per tali
motivi i Veneti dovettero stare <<sempre pronti alle armi>> per un paio di secoli (IV° e III° sec.
a.C.), finché l’accresciuta potenza romana non mise fine all’isolamento, promovendo una buona
alleanza ed ottimi rapporti tra Veneti e Romani. In quel periodo il Veneto popolo fornì all’impero
romano un numero di senatori, di cavalieri e di uomini di cultura come nessun altro popolo. Dal II°
secolo d.C., i complessi motivi, che avrebbero poi portato al crollo definitivo dell’impero romano e
spostato il baricentro della sua potenza nell’oriente bizantino, fecero sentire tutto il loro peso anche
nel Veneto, che subì per un lungo periodo uno sdoppiamento: mentre la Terraferma andò incontro
al feudalesimo, la Gronda Lagunare s’incamminò per una difficile via che l’avrebbe poi condotta
ad un grande destino.
Dalla laguna, infatti, dopo una travagliata genesi emerse Venezia, che diventò, intorno alla fine del
I° millennio d.C., quella potenza che, un paio di secoli più tardi, avrebbe conquistato
Costantinopoli e un impero. Anche se per sua natura più incline allo sfruttamento delle opportunità
commerciali, con le quali raggiunse un’impareggiabile ricchezza, Venezia, tuttavia, dopo intense
vicende, quasi come una nemesi storica, nel 14° secolo d.C., prese a riunificate i veneti territori,
ricalcando la vasta regione della <<Venetia>>, che già Ottaviano Augusto aveva idealmente
riconosciuto.
Dopo l’unificazione la <<Veneta Repubblica>> si chiamò anche con l’altisonante titolo di
<<Serenissima>>. Seppe coprirsi di gloria e di innumerevoli miti, tra cui la libertà originaria da
tempi immemorabili, la flotta invincibile, il senato infallibile ed i sudditi Veneti armati. Fu fiera del
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suo splendore e della sua potenza da definirsi <<l’ornamento dell’Europa e il Baluardo della
Cristianità>>. Le Venete Genti (che dal suo, pur aristocratico, governo ricevevano giustizia e
protezione dalle più odiose prevaricazioni) la onoravano apertamente, dichiarando con orgoglio di
essere suoi sudditi , di essere <<Genti Marchesche>>, cioè <<Genti di San Marco>>, e portandole
una fedeltà da epopea, a suggello di un destino sentito come irrinunciabile.
Purtroppo, le vicissitudini della storia portarono, prima, l’invasione e il saccheggio della Veneta
Serenissima Repubblica ad opera di Napoleone Bonaparte e, poi, l’occupazione austriaca, che atro
non fecero che consegnare le Venete Genti all’Italia, gettandole <<dalla padella alla brace>>,
perché, qui, venne tradita ogni tutela della loro identità storica, culturale e istituzionale. Sul Nobile
Veneto Popolo e sulla Sua Grande e Gloriosa Repubblica venne calata una pressoché totale censura
storico-conoscitiva vietandone l’insegnamento scolastico. L’aspirazione dei Veneti alla loro
repubblica si assopì, continuando ad esistere latente come un intimo sogno.
Oggi più che mai, alla luce del suo inoppugnabile grande passato storico, le aspirazioni del Veneto
Popolo POSSONO, e DEVONO, trovare soddisfacente realizzazione soltanto in una repubblica
volta al più ampio scenario federale europeo, e non essere costrette in una ripartizione
amministrativa regionale dello stato italiano, al più infarinata di un federalismo di facciata.
AIUTA ANCHE TU!!!
E NON CHIEDERE MAI COSA PUOI RICEVERE, MA SOLTANTO COSA PUOI FARE,
AFFINCHÉ LA GRANDE E NOBILE VENETA STORIA RIPRENDA IL SUO CORSO NELLO
SPLENDORE DI UNA NUOVA, LIBERA, INDIPENDENTE E SOVRANA VENETA
SERENISSIMA REPUBBLICA
W SAN MARCO29
29 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VOL3.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona; e volantino diffuso dal Veneto Serenissimo Governo.
50
MESSAGGIO AL VENETO POPOLO
Quattromila anni or sono, nella terra oggi chiamata Veneto già si stanziava un popolo dalla cultura
alquanto particolare e originale: il popolo dei Veneti.
Col passare dei secoli questo popolo dimostrò di sapersi dare delle buone leggi, leggi che
determinarono il sorgere di un singolare modo di autogovernarsi che conobbe il suo apice nel
costituirsi della Veneta Serenissima Repubblica, un sistema legislativo che ebbe il suo punto di
forza in un continuo dinamico fiorire di decreti che sempre seppero precorrere i tempi.
Questa situazione di buon governo durò per più di un millennio, tempo in cui in Veneto Popolo
conobbe pace, libertà e prosperità.
Poi accadde che la corruzione entrò in quei governanti, sospinta da conquistatori d’oltralpe.
Il risultato fu che, dopo ripetuti passamano, il Veneto venne alla fine illegalmente annesso all’Italia
nascente.
Da una condizione di millenaria pace, libertà e giustizia sociale, il popolo Veneto si ritrovò così
privato della sua dignità, dei suoi valori e profondamente offeso nella sua plurisecolare cultura.
Fu costretto a subire il depauperamento della sua terra, il degrado di ogni aspetto della sua civiltà.
Tutto ciò che per secoli e secoli tanto grandioso era stato sembrò d’un tratto svanire, soffocato nella
confusione della subentrata mentalità italiana.
Veneto, tutto questo è storia, la TUA storia.
Per questa storia, storia di lunghissima e dignitosa libertà, molti tuoi avi accettarono il sacrificio, a
volte pure della loro stessa vita.
OGGI QUESTA STORIA, PER VOLONTÀ DEL RICOSTITUITO VENETO SERENISSIMO
GOVERNO, che ha come bandiera l’effige del Leone Alato di San Marco, TI CHIAMA A
PARTECIPARE ALLA RIPRESA DEL SUO CAMMINO.
A TE, VENETO, che ora Ti trovi a leggere queste poche parole, VIENE ORA CONCESSA
QUEST’IRRIPETIBILE OCCASIONE… NON SPRECARLA!!!
UNISCITI A NOI PER RISCATTARE LA TUA DIGNITÀ E LIBERARE LA TUA TERRA
DALL’ILLECITO OCCUPANTE ITALIANO!30
30 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VOLANTIN.TXT” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma “VENETO SERENISSIMO GOVERNO”.
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MESSAGGIO AL POPOLO VENETO
Centotrent’anni di distruttiva occupazione della Veneta Nazione, in cui i governi italiani hanno
volontariamente avallato decisioni politiche a danno del Veneto Territorio e del Veneto Popolo.
Caratteri etnico-storici della nostra nazione ci differenziano indiscutibilmente dall’Italia
Seppur esausti e umiliati, nei segni di saggezza e lungimiranza che ancora la nostra storia ci
trasmette troviamo lo spirito e la forza per continuare la lotta contro lo stato oppressore, per il
diritto all’autodeterminazione.
Altro che federalismo!
I nostri valori sono all’opposto di quelli italiani, come l’immagine chiaramente mostra, dove il
Doge, equivalente all’attuale (e, per noi Veneti, illegittimo) presidente della repubblica italiana, si
inginocchia, con naturale vocazione e senso del dovere, al servizio della Veneta Nazione, nazione il
cui simbolo è il Leone Alato di San Marco.
GLORIA A SAN MARCO!!!
VIVA L’INDIPENDENZA PER IL VENETO!!!31
31 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VOLANTIN.TXT” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, datato 23 marzo 1994 a firma “VENETO SERENISSIMO GOVERNO”.
52
VOLANTINO FEBBRAIO 1995
(…) È TEMPO CHE LA NOSTRA VENETA STORIA RITORNI AD ESSERE CIÒ CHE IL
DESTINO LE CONCESSE SIN DAL SUO NASCERE: UNA NOBILE NAZIONE STORICA
D’EUROPA!
VENETI, ricordiamoci che solo rinsaldando i Nostri Grandi Veneti Valori possiamo sperare di
uscire da questa situazione di indegna sudditanza e prostrazione in cui, nostro malgrado, siamo stati
precipitati.
UNIAMOCI IN UN NOBILE ATTO DI VOLONTÀ!!!
BOICOTTIAMO le vecchie e nuove “comparse” politiche di fede romana e tutti quei finti
federalismi delle varie leghe inconcludenti, che altro non fanno che rafforzare l’occupazione della
Nostra Veneta patria.
VENETI, TUTTI VOI SIETE CHIAMATI A SOSTENERE E AD APPOGGIARE CHI SI BATTE
PER RISCATTARE L’ONORE E LA DIGNITÀ DELLA GLORIOSA VENETA TERRA E DEL
GRANDE SUO NOBILE VENETO POPOLO, PERCHÉ OGNI POPOLO HA IL SACROSANTO
DIRITTO DI AUTOGOVERNARSI, SECONDO LA PROPRIA SPECIFICITÀ STORICA,
SOCIALE E CULTURALE.
NOI VENETI INDIPENDENTISTI VOGLIAMO FAR SÌ CHE TUTTO CIÒ RITORNI AD
ESSERE REALTÀ, AD OGNI COSTO!!!
W IL VENETO INDIPENDENTE
W SAN MARCO32
32 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VOL1.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, datato febbraio 1995 a firma “I VENETI INDIPENDENTISTI”.
53
COMUNICATO LUGLIO 1996
L’occupazione italiana della Veneta Patria: uno scellerato progetto di annientamento morale e
civile nei confronti di un popolo e di una nazione, contemplante una sistematica distruzione della
Storia, della Cultura, dei Valori e delle Tradizioni venete e un nefando immorale etnocidio, mirante
a trasformare i Veneti in italiani e a ridurre la Veneta Terra, Nazione Storica d’Europa, a una delle
20 regioni dello stato italiano.
Ma, quando questo macabro piano sembrava ormai riuscito, grazie soprattutto alle schiere di
collaborazionisti veneti passati e presenti, annidati in tutti gli strati della Veneta Società e sostenuti
da politici locali di ogni colore e tendenza al soldo di Roma, ecco che indomiti Veneti Patrioti
animati da volontà leonina, mettendo a frutto molti anni di inenarrabili sacrifici, hanno ridato vita,
in data 25/01/1987, al VENETO SERENISSIMO GOVERNO, unico erede della storia e dei valori
della mai caduta Veneta Serenissima Repubblica e fondamentale punto politico istituzionale di
aggregazione per ogni ulteriore passo di liberazione della Veneta Serenissima Patria.
Dal lontano giorno della Sua ricostituzione, il Veneto Serenissimo Governo ha lavorato
alacremente e segretamente al fine di preparare gli strumenti, i mezzi e gli uomini necessari a far sì
che la Veneta Serenissima Patria possa ritornare ad essere libera protagonista in Europa, come lo è
stata per molti secoli.
Ora tutto è stato portato a compimento.
Il prossimo storico e decisivo passo del Veneto Serenissimo Governo sarà la solenne
proclamazione d’Indipendenza della Veneta Serenissima Patria.
E da quel momento, dal capo del Veneto Serenissimo Governo all’ultimo dei Veneti Patrioti andrà
a costituirsi un corpo unico, in perfetta sintonia con la Veneta Storia e i Veneti Grandi Eroi, pronto,
quando sarà il momento, ad uscire allo scoperto con forza e determinazione assolute, per
dimostrare al mondo intero che i Veneti ancora esistono e che nei loro cuori ancora alberga dignità
e coraggio, valori ,questi, che resero nobile e forte il Veneto Popolo in tutta la Sua plurimillenaria
storia.
VENETORUM FIDES INVIOLABILIS33
33 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “COMUNIC.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, datato Venezia, luglio 1996 a firma “VENETO SERENISSIMO GOVERNO”.
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DICHIARAZIONE DELLA VENETA INDIPENDENZA
POPOLO VENETO, da quel tremendo giorno del 12 maggio 1797, quando eventi storici di enorme
portata sconvolsero l’intera Europa, la Nostra amata VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA,
dopo più di un millennio di prosperità, libertà, giustizia e buon governo, con ben pochi paragoni
nella storia, perse la propria indipendenza, a seguito delle invasioni mosse in spregio alla Veneta
Neutralità da forze nemiche, seguite poi dalla fraudolenta e permanente occupazione, dal 1866, da
parte delle forze italiane che, militarmente sostenute, organizzarono elezioni farsa per legalizzare il
loro criminale atto.
Quei tristi momenti segnarono l’inizio del più efferato degli scempi su ogni aspetto della
Veneta Identità.
Ma la continua e sfrontata umiliazione subita dalla nostra Veneta Patria, depredata della
Sua naturale condizione di Nazione Storica d’Europa e ridotta ad ordinaria regione dello Stato
Italiano, non è stata dimenticata.
Dopo due secoli di sopportazione, il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO,
unico erede e custode della storia, dei valori e delle tradizioni della VENETA SERENISSIMA
REPUBBLICA, istituitisi in data 25 gennaio 1987 per volontà di coraggiosi e indomiti Veneti,
espressione più autentica di quella parte del Popolo Veneto che mai si è rassegnata all’occupazione,
al degrado morale, alla viltà e al collaborazionismo, si riunisce in forma straordinaria e solenne
nella città di Padova, nella continuazione della plurimillenaria Veneta Storia, ove proclama, davanti
ai Veneti Immortali Eroi e alle Venete Genti tutte, il Suo totale impegno a riportare, a qualsiasi
costo, la libertà e la dignità nella Veneta Terra.
Pertanto, oggi 24 agosto 1996, con questo solenne atto, IL VENETO SERENISSIMO
GOVERNO DICHIARA, DAVANTI A DIO E ALLA STORIA, LA CONTINUAZIONE DELLA
VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA E IL RIPRISTINO DELLO STATO
D’INDIPENDENZA E DELLA LEGALITÀ MARCIANA NELLA VENETA SERENISSIMA
PATRIA.34
34 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Dichiarazione d’Indipendenza del Veneto Serenissimo Governo –Venezia, 24 agosto 1996.
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MESSAGGI AL POPOLO VENETO,
E COMUNICATI PREPARATI PER ESSERE DIFFUSI
PROGRAMMAZIONE MESSAGGISTICA DELLA RADIO NAZIONALE VENETA
PROCLAMA AL POPOLO VENETO
State ascoltando la Radio Nazionale Veneta.
You are listening to the Veneta National Radio.
Vous étés en train d’écouter la Radio Nationale Vénitienne.
Questa è la Radio Nazionale Veneta, organo ufficiale del Veneto Serenissimo Governo, che
trasmette dal Veneto Territorio, sulla frequenza di 1476 KHz in onde medie.
Lo scopo è di contribuire a ricreare nella Gente Veneta una Coscienza Nazionale Veneta e una
Veneta Dignità, nonché di aiutare la Veneta Serenissima Autorità a riportare la Veneta Patria sotto
la legge della Veneta Serenissima Repubblica.
Si vuole inoltre fornire al Popolo Veneto un’informazione corretta e veritiera che finalmente possa
efficacemente contrastare la moltitudine di menzogne che lo stato occupante ci rifila senza tregua
ormai da 130 anni a questa parte.
Nel corso della trasmissione, trasmissione che ripeteremo anche nei prossimi giorni, fino a quando
ci sarà possibile, daremo un resoconto delle storiche ed irrevocabili risoluzioni adottate dal Veneto
Serenissimo Governo durante il congresso straordinario svoltosi a Padova, in data 24 agosto 1996.
Diamo quindi inizio alla diffusione, con la lettura della solenne Dichiarazione della Veneta
Indipendenza. Chiuderà la trasmissione il Proclama al Popolo Veneto.
A voi tutti auguriamo un buon ascolto.
DICHIARAZIONE DELLA VENETA INDIPENDENZA
(…)
PROCLAMA AL POPOLO VENETO
VENETI, NOI TUTTI siamo gli attuali rappresentanti di uno dei più antichi popoli che mai siano
esistiti, la cui storia si perde nelle pieghe del tempo e la cui cultura ha contribuito in modo
determinante a edificare la civiltà europea.
Ma la sciagurata occupazione italiana della Veneta Patria, occupazione che dura ormai da 130 anni,
ha devastato la nostra identità di Veneti, ha cancellato la Nostra storia, ridicolizzato la Nostra
cultura e inquinato i Nostri valori, nel folle tentativo di creare, ad ottusa imitazione di passati
fallimentari regimi dittatoriali “rossi” e “neri” di altri paesi, l’“uomo socialista”, l’“uomo nuovo”,
l’“uomo di razza superiore”. Nel nostro caso, un non meglio specificato “Uomo Italiano” di razza
pura, peraltro con radici, valori e storia molto discutibili, avrebbe dovuto rimpiazzare l’Uomo
Veneto.
E i risultati, di quello che atro non si è rivelato essere se non un nefando tentativo di etnocidio,
sono stati pagati a caro prezzo sulla pelle di intere generazioni di Veneti: guerre a non finire,
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naturalmente tutte offensive e proditorie, tradimenti, miseria, fame, degrado morale, massicce
emigrazioni, macroscopiche ingiustizie e scriteriate ideologie politiche, che, oltre ad aver provocato
in tutto il mondo milioni di morti, divisioni, rancori e spaventosi fallimenti economici, hanno
costretto la Veneta Nazione a pagare e ripagare per colpe mai commesse. Basti pensare alle varie
classi di Giovani Veneti, sviati e riempiti di rancore per la loro storia da quei falsi e deliranti profeti
che ancora hanno la pretesa di comandare e di essere considerati dispensatori di “Nuove e positive
certezze”.
L’occupante italiano ha quindi riciclato quei rottami ideologici, spacciandoli come “innovazione” e
“modernità”, con l’unico vero scopo di corrompere, dividere e porre inimicizie fra i Veneti, che
lavorano come schiavi e producono ricchezza, per poter così ancora una volta succhiarne il sangue.
Del resto, il motto dell’occupante è molto semplice: lui, con i suoi saccenti governanti, che in ogni
momento tutto e il contrario di tutto possono dire e fare senza dover rendere mai conto a nessuno…
SI, lui si gode i Nostri soldi, i Nostri sacrifici e quant’altro di Nostro possa arraffare; mentre a Noi
Veneti, come premio di obbedienza e produzione, rifila sistematicamente i suoi innumerevoli
disastri.
E tutto ciò, naturalmente, in nome dell’“italianità” .
Ma l’italiano ottuso operare non poteva durare in eterno, non costituendo altro che un profondo
insulto al buon governo. Ecco, dunque, che Veneti Patrioti hanno invocato il Veneto Serenissimo
Governo, affinché ponesse fine allo scempio nella Veneta Terra.
Ora , il Veneto Serenissimo Governo dice: BASTA!!!
IL VENETO, per Sua secolare tradizione, È IN EUROPA, E IN EUROPA DEVE
RIMANERE!!! E nel contesto europeo deve pensare a come affrontare le grandi sfide del futuro,
alcune delle quali già iniziate, come ad esempio: l’economia, l’immigrazione, l’occupazione,
l’energia, l’ambiente, la ricerca e l’innovazione tecnologica.
Se non vogliamo trovarci di qui a poco in una situazione drammatica e irreversibile,
soltanto con la totale indipendenza e saldamente ancorati all’Europa possiamo razionalmente
pensare di poter sottrarci a questo triste destino, e non certamente rimanendo invischiati in uno
stato artificiale e parassita, in preda al caos morale e politico, sulla soglia della bancarotta, il cui
unico scopo è vivere alla giornata con manovre e manovrine, tartassando i più deboli e chi produce
ricchezza e contraccambiando poi prontamente con ingiustizie, disservizi, malasanità, devastazioni
ambientali, perversioni, corruzione, criminalità…
VENETI, la crisi testimonia, al di là di ogni ragionevole dubbio, la follia delirante
dell’attuale classe dirigente italiana, totalmente asservita da una classe politico-imprenditoriale
veneta pavida, molto più attenta agli interessi dell’occupante che a quelli veneti.
Proviamo per un attimo a chiederci: dov’è il frutto di tutto il Nostro lavoro fatto sino ad
oggi? Dove sono finite tutte quelle migliaia di miliardi di capitale da Noi prodotto e neanche mai
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visto? La risposta purtroppo è fin troppo facile: nelle tasche dell’occupante italiano e dei suoi
lacchè veneti; e poi come se non bastasse, questi individui pretendono pure di poter giustificare le
loro ruberie adducendo semplicemente al fatto che Noi veneti siamo ricchi e che, pertanto, per
vincere le grandi sfide del futuro ci può bastare la devastante costruzione di qualche mezza strada
qua e là, l’eliminazione di una bolla (peraltro prevista da una legge esistente già da anni e applicata
solo ora!) o qualche altra promessa da marinaio.
E adesso proviamo a pensare che questi corrotti individui hanno nelle loro mani il futuro di
cinque milioni di Veneti… il Nostro futuro! Ma… QUALE FUTURO!?!?!?
Per tutto questo, Noi ora diciamo: BASTA, BASTA!!! FUORI, FUORI dalla Serenissima
Veneta Patria occupanti e lacchè!!!
VENETI, Noi, in quanto Veneto Serenissimo Governo, Vi diciamo che possiamo e
DOBBIAMO farcela ad uscire da quest’incubo!!! Perché alle nostre spalle abbiamo una luminosa
storia durata millenni, quella storia che testimonia in modo incontestabile le Nostre innate capacità
di contrastare anche il più potente e perfido dei nemici, qualora questi osi negarci la Nostra Terra e
la Nostra Identità di Antico Popolo d’Europa; popolo che ha conosciuto al Sua massima
espressione di libertà e indipendenza con l’avvento della Veneta Serenissima Repubblica, che tutto
il mondo ha ammirato e invidiato per secoli, ove, soli, abbiamo saputo pensare e realizzare una
società ben governata, armoniosa e tutelante i diritti dei deboli, essendo pure riusciti a dotarci al
contempo di un’economia e di una milizia che non hanno conosciuto validi concorrenti per
centinaia di anni.
VENETI, per riottenere tutto questo DOBBIAMO risvegliare il Nostro Veneto Spirito
assopito, DOBBIAMO ritrovare quel coraggio e quella dignità che animò i Nostri Grandi Eroi del
passato. Abbandoniamo dunque divisioni e rancori, che altro non fanno che il gioco dell’occupante
e tanto ci allontanano gli uni dagli altri; e riuniamoci sotto il Leone Alato, come saggiamente
sempre fece la Nostra Gente nei momenti più difficili della Nostra storia, e marciamo insieme
senza esitazione alcuna e con incrollabile fede verso la sicura vittoria.
E non lasciamoci intimidire dagli ostacoli che incontreremo in questo Nostro cammino,
ostacoli posti dai traditori della Veneta Patria, insinuatisi ad ogni livello della Nostra società, che,
succubi di una mentalità da schiavi, nutrono disprezzo per la propria terra e la propria storia e
sostengono il regime occupante italiano ricevendone in cambio favori e facili guadagni e permessi
per compiere ogni genere di nefandezza. Per non parlare della “Vecchia Nobiltà Veneta”,
sprofondata ormai in un abisso di viltà e miseria morale senza fine.
IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DI UN POPOLO È SACROSANTO!!!
Pertanto, GUAI A VOI ITALIANI, se pensate di usare la forza per reprimere questo
Veneto Impeto di libertà. E rammentate: NON ESISTE STORIA in cui un esercito sia riuscito a
soffocare un popolo rivendicante il proprio diritto all’indipendenza.
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E sia ben chiaro: NOI NON CI REPUTIAMO SUPERIORI A NESSUN ALTRO, si trovi
questi entro i confini della penisola italica o in qualsiasi altra parte del mondo. Tutto ciò che
vogliamo è essere riconosciuti come popolo, per poter decidere riguardo alle Nostre risorse e al
Nostro futuro, e per poter riprendere una libera collaborazione con gli altri popoli, com’è da sempre
Nostra tradizione.
Ma… vi assicuriamo che, se necessario, IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO SI
BATTERÀ CON LA MASSIMA DETERMINAZIONE PER RIPRISTINARE L’AUTORITÀ E
LA LEGALITÀ DELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA NEL VENETO
SERENISSIMO TERRITORIO.
VENETI, ovunque Voi siate, vicini o lontani, dentro o fuori dalla Veneta Patria, IL
VENETO SERENISSIMO GOVERNO CHIEDE A TUTTI VOI DI SOSTENERE CON TUTTE
LE VOSTRE FORZE L’AZIONE DI QUESTI VENETI PATRIOTI, che in questo momento
incarnano la massima espressione della mai morta dignità della Nostra Veneta Terra.
W LA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA!!!
W SAN MARCO!!!
W IL VENETO POPOLO TUTTO!!!
Su autorevole disposizione del Veneto Serenissimo Governo abbiamo trasmesso il
Proclama al Popolo Veneto.
Ed ora, invitiamo caldamente TE, Veneto, Veneta, che nell’ascoltarci ti riconosci nei
propositi e nelle decisioni del Veneto Serenissimo Governo, a fare il possibile per rendere visibile,
dalla Tua abitazione, la Veneta bandiera, riportante su sfondo rosso, l’aurea effige del Leone Alato.
E nel compiere questo piccolo ma importante gesto, non lasciarti cogliere da timore o pregiudizio,
ma piuttosto dall’entusiasmo di compiere il primo passo verso il riscatto dei Tuoi diritti, della tua
gente e della tua Terra.35
35 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “NASTRO01” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, da leggere durante le interferenze radio.
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PRIMO MESSAGGIO AL POPOLO VENETO
Veneti, da Venerdì 6 settembre 1996, data di inizio delle trasmissioni della Radio
Nazionale Veneta, le ore di trasmissione fatte, nonostante le non poche difficoltà incontrate e i
rischi corsi ogni sera dai Nostri coraggiosi Veneti Patrioti per mandare i messaggi del Veneto
Serenissimo Governo a Voi, ovunque siate, iniziano a dare i primi risultati.
Veneti coscienti della loro identità si sono avvicinati alla Nostra gloriosa e millenaria
istituzione con il fermo proposito di contribuire in tutti i modi a far ritornare la legalità marciana
nella Veneta Serenissima Patria.
Per giusto merito, vogliamo qui ricordare i primi che si sono messi agli ordini del Veneto
Serenissimo Governo:
Gruppo d’azione “Pasque Veronesi” – Verona
Gruppo Veneto “Trashea” – Padova
Gruppo “Francesco Morosini” – Venezia
Fraia Vicentina “Marcantonio Bragadin” – Vicenza
Gruppo “San Marco” – Treviso
Unione Federalista Popolare Veneta, Patria del Friuli – Palmanova – Udine
Federazione Venezia Giulia – Gorizia
Unione del Popolo Trentino – Rovereto
Aspettiamo ancora altre adesioni. Forza Veneti, dimostrate il Vostro coraggio.
Le forze d’occupazione italiane e i loro lacchè veneti sono stati colti di sorpresa dalla
Dichiarazione della Veneta Indipendenza e dall’inizio della Campagna di Liberazione della Veneta
Terra, presuntuosamente convinti com’erano di aver sepolto per sempre una nazione, una storia, un
popolo; avendo predisposto una serie di cortine fumogene per dare, a quei pochi Veneti che ancora
non si erano allineati, la sensazione che le cose stessero cambiando in direzione di un radioso
futuro federalista.
Ecco, in tal senso, spuntare il Comitato dei Sindaci di ogni colore, che, a gran voce, chiede
più autonomia dallo stato centrale, perché hanno a loro dire, le mani legate. A Noi, nel sentirli, è
subito balzata alla mente una domanda: ma questi signori forse non sapevano, ancor prima di farsi
eleggere, avendo così preso in giro chi ha dato loro il voto, che il sindaco è solamente un semplice
esecutore di regime e nient’altro? (…)36
36 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “NASTRO02” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, da leggere durante le interferenze radio.
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TERZA INTERFERENZA SULLE ONDE RADIO
State ascoltando la Radio Nazionale Veneta.
You are listening to the Veneta National Radio.
Vous étés en train d’écouter la Radio Nationale Vénitienne.
Questa è la Radio Nazionale Veneta, organo ufficiale del Veneto Serenissimo Governo, che
trasmette dal Veneto Territorio, sulla frequenza di 1476 KHz in onde medie.
Lo scopo è di contribuire a ricreare nella Gente Veneta una Coscienza Nazionale Veneta e
una Veneta Dignità, nonché di aiutare la Veneta Serenissima Autorità a riportare la Veneta Patria
sotto la legge della Veneta Serenissima Repubblica.
Si vuole inoltre fornire al Popolo Veneto un’informazione corretta e veritiera che
finalmente possa efficacemente contrastare la moltitudine di menzogne che lo stato occupante ci
rifila senza tregua ormai da 130 anni a questa parte.
Dopo alcuni giorni di silenzio, in cui ci siamo adoperati per migliorare il Nostro canale di
ascolto, riprendiamo le nostre diffusioni.
Nel corso della trasmissione, trasmissione che ripeteremo anche nei prossimi giorni, fino a
quando ci sarà possibile, daremo un resoconto delle storiche ed irrevocabili risoluzioni adottate dal
Veneto Serenissimo Governo durante il congresso straordinario svoltosi a Padova, in data 24
agosto 1996.
A chi ci ascolta per la prima volta, comunichiamo che dallo scorso sei settembre abbiamo
iniziato col diffondere la Dichiarazione della Veneta Indipendenza e il Proclama al Popolo Veneto,
documenti fondamentali per ogni futura azione volta a liberare la Veneta Serenissima Patria
dall’occupante italiano, a cui è seguito il primo messaggio al Popolo Veneto.
In questa nuova fase di diffusione, inizieremo con il dare un breve riassunto del primo
messaggio al Popolo Veneto, a cui seguirà la Dichiarazione della Veneta Indipendenza e il
Proclama al Popolo Veneto e, per finire, il secondo messaggio al Popolo Veneto.
(…)
Veneti, nel precedente messaggio Vi abbiamo informati sul sostegno dato al Veneto
Serenissimo Governo da alcuni gruppi che riteniamo di dover qui ricordare:
Gruppo d’azione “Pasque Veronesi” – Verona
Gruppo Veneto “Trashea” – Padova
Gruppo “Francesco Morosini” – Venezia
Fraia Vicentina “Marcantonio Bragadin” – Vicenza
Gruppo “San Marco” – Treviso
Unione Federalista Popolare Veneta, Patria del Friuli – Palmanova – Udine
Federazione Venezia Giulia – Gorizia
Unione del Popolo Trentino – Rovereto
Ai suddetti gruppi si sono nel frattempo aggiunti i seguenti altri:
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Unione Veneta Adria (Rovigo)
Gruppo Belluno Veneto – Feltre (Belluno)
Gruppo Serenissima (Pordenone)
Considerato che la Nostra emittente, con favorevoli condizioni atmosferiche, può coprire
anche parte d’Europa, aspettiamo ora i primi sostegni dai molti Veneti sparsi al di furori della
Nostra Terra.
(…)37
37 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “NASTRO03.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, da leggere durante le interferenze radio.
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SECONDO MESSAGGIO AL POPOLO VENETO
Veneti, se abbiamo iniziato questa trasmissione con l’elencare i gruppi che si sono messi a
disposizione delle Venete Serenissime Autorità, è perché proprio da questi coraggiosi e indomiti
patrioti che Ci giungono, sempre più alte, le invocazioni di non parlare più, ma, bensì, di passare a
fatti concreti. Questi, ribadiscono che “vogliono vedere il Veneto Serenissimo Territorio libero dal
giogo romano entro il 12 maggio 1997; che non intendono dare più nemmeno un soldo a tutti quei
politicanti parassiti e ladri; che non sopportano più questo stato di burocrati incapaci e fannulloni,
che asfissiano la Nostra economia, che non vogliono più sottostare a questo stato di polizia, che
non difende nessuno se non i prepotenti.
(…)
Noi siamo Veneti Marcheschi, Veneti di San Marco, come lo furono quei Veneti durante
l’occupazione napoleonica, e Veneti vogliamo rimanere, per poter rientrare in Europa a testa alta”.
Noi, come Veneto Serenissimo Governo, non possiamo che condividere pienamente queste
invocazioni. È vero! Per il momento stiamo soltanto parlando. Ma lo facciamo per un motivo ben
preciso: 130 anni di occupazione italiana hanno devastato ogni aspetto della Veneta Identità. Oggi
moltissimi Veneti credono di essere qualsiasi cosa tranne che Veneti.
Che Voi, Veneti Patrioti, abbiate questa salda Coscienza Veneta e che attingiate alimento per il
Vostro coraggio dal luminoso passato della Nostra Storia; che abbiate la certezza che state
combattendo una giusta e sacrosanta battaglia; che la Vostra generosità sia degna dei Nostri
Immortali Eroi… tutto questo Noi lo sappiamo bene!
Ma come potete pensare che tutti i Veneti siano come voi? Voi siete l’esempio ed il faro
per tutti quei Veneti che ancora non hanno consapevolezza dei Loro diritti e dignità di Popolo.
Ecco, dunque, perché il Veneto Serenissimo Governo ora deve parlare; per disintossicare i
Veneti avvelenati nel cuore e nello spirito da tutti quei falsi profeti di ogni colore che si sono
avvicendati nel comandare e saccheggiare la Veneta Serenissima Patria in 130 anni di occupazione
italiana.
Da quando la nostra emittente ha iniziato a diffondere, i fantocci veneti al servizio di Roma
hanno preso ad agitarsi. Quei spregevoli individui chiedono a gran voce il federalismo, appoggiati
anche da altre forze sempre legate a doppio filo all’occupante italiano, prospettando un fantomatico
e sedicente “Consiglio Regionale”, come se il Veneto fosse una regione italiana.
A costo di ripeterlo fino alla noia, ancora una volta Vi diciamo che il Veneto è Nazione
Storica d’Europa e non regione d’Italia. Il Veneto ha contribuito a edificare e a difendere la civiltà
europea. Pertanto, il considerare regione ordinaria dello stato italiano questo insostituibile pezzo
d’Europa è veramente grottesco, per non dire offensivo.
A questi fantocci di regime, il Veneto Serenissimo Governo risponde: “Noi Veneti non
sappiamo cosa farcene del federalismo italiano, perché non abbiamo da chiedere niente a nessuno!
Ma non l’avete ancora capito, gente senza dignità!”
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La forza della Veneta Serenissima Repubblica, è tale che può, senza alcun timore,
affrontare qualsiasi sfida presente e futura.
Non appena i Veneti, attraverso il Nostro parlare, avranno compreso i valori che
intendiamo trasmettere Loro e avranno incominciato a manifestare Veneta Dignità, il Veneto
Serenissimo Governo ordinerà tutte le azioni più appropriate per liberare il Veneto nel più breve
tempo possibile. Pertanto, Veneti Patrioti, Vi invitiamo ad avere ancora un po’ di pazienza, magari
aiutandovi nel frattempo l’un l’altro a temprare ancor più il Vostro Veneto Spirito, addestrando le
nuove leve e mantenendovi sempre vigili e pronti. Perché, nel preciso momento in cui il Veneto
Serenissimo Governo darà l’ordine d’insorgere, Voi dovrete essere implacabili contro i nemici
della Nostra Terra, come sempre lo furono i Nostri Antenati. Vogliamo ricordare, in proposito, il
glorioso Popolo di Verona, che insorse con l’aiuto della Veneta Serenissima Armata e, per primo in
Europa, scacciò dalla città le forze napoleoniche al grido di “Viva San Marco!”. Questo grande
evento storico Veneto venne chiamato “Insurrezione delle Pasque Veronesi”.
Ma, per tutto rispetto a quei valorosi che là si sacrificarono, le varie amministrazioni leghiste e
italiote hanno imbastito alcuni giorni or sono una festosa manifestazione per ricordare l’invasore e
carnefice di tanti Veneti, dimostrando ancora una volta la loro sudditanza culturale.
Veneti Patrioti, il Veneto Serenissimo Governo, in ottemperanza alla Dichiarazione
d’Indipendenza della Veneta Serenissima Patria, proclamata solennemente il 24 Agosto 1996, ha
inviato un documento al capo del governo italiano e al presidente della repubblica italiana, in cui
sollecita, a partire dal 21 ottobre 1996, tutte le forze, associazioni, partiti e quant’altro presente nel
Veneto Serenissimo Territorio, ad incominciare a ritirarsi pacificamente aldilà dei Veneti confini.
Tale ritiro dovrà essere ultimato entro l’11 maggio 1997. Le Venete Serenissime Autorità
manterranno una linea vigile e pacifica. Ma qualora il governo occupante, adducendo ai soliti
pretesti (quali “l’Italia è una e indivisibile” e simili, al cui riguardo ancora ricordiamo che il Veneto
NON è affatto Italia) e contando sulla maggior forza manifesta e occulta, dovesse ordinare azioni
coercitive nei confronti dei Veneti Patrioti o, peggio, compiere azioni vili o mafiose nei confronti
delle Loro famiglie, allora il Veneto Serenissimo Governo dichiarerà l’insurrezione generale e
ordinerà alla Veneta Serenissima Armata di colpire forze e capi nemici sia interni che esterni al
Veneto Serenissimo Territorio.
Già l’abbiamo detto e ancora lo ripetiamo, e i signori del governo italiano aprano bene le
orecchie: non potete in alcun modo negare queste Nostre istanze di libertà, né militarmente né
politicamente, né da un punto di vista giuridico né storico né etico.
(…)
Veneti, tutti Voi ben conoscete la Lega Nord, sul cui gruppo dirigente già abbiamo
espresso Nostre fondate riserve nel precedente messaggio. Ciò non toglie che il Veneto
Serenissimo Governo sia disposto ad appoggiare le giuste rivendicazioni dei cugini del nord-ovest,
essendo bensì pure pronto a difenderli in caso di bisogno. Ma non può tollerare che la Veneta
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Serenissima Repubblica e i territori fratelli vengano ipso facto, inglobati in un’ennesima artificiosa
e traballante organizzazione statale. Il Veneto Serenissimo Governo auspica che tutto questo non
sia che un equivoco, e che come tale venga quanto prima chiarito, a vantaggio di tutti; e pretende
che i confini della Veneta Serenissima Repubblica vengano al più presto riconosciuti e rispettati e
mai più negati e fraintesi.
Veneti, per finire, è con orgoglio che il Veneto Serenissimo Governo ricorda a tutti Voi un
altro piccolo pezzetto del grande mosaico della Nostra Nobile Storia, il 7 ottobre 1571 la Veneta
Serenissima Armata “da Mar”, con l’aiuto degli alleati, vinse, a Lepanto, una delle più grandi
battaglie di tutti i tempi. Questo evento segno segnò un punto di svolta nella storia europea e fu,
come ebbe a scrivere il sommo scrittore spagnolo Miguel Servante, “il più grande evento che
videro i secoli”.
Cerchiamo di non dimenticarlo mai più, perché è soltanto in questa coscienza che possiamo
ritrovare Noi stessi, i Nostri valori ed il senso della Nostra esistenza.
Su autorevole disposizione del Veneto Serenissimo Governo, abbiamo trasmesso il
secondo messaggio al Popolo Veneto.
Nei prossimi messaggi daremo lettura dei Veneti Principi Fondamentali, principi che
dovranno guidare la Nostra futura vita civile, economica, politica e ogni sua altro aspetto. Verranno
inoltre date le prime disposizioni di legge a cui tutti i Veneti dovranno attenersi.
(…)38
38 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “NASTRO03.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, da leggere durante le interferenze radio.
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TERZO MESSAGGIO AL POPOLO VENETO
Sulla Finanziaria
Veneti, se qualcuno tra Voi, ha avuto dubbi sulle Nostre dichiarazioni e qualche perplessità
riguardo al Nostro dire e alle Nostre proposte, non deve far altro che ascoltare quanto stiamo per
dire adesso.
Lo stato occupante italiano, come abbiamo già più volte affermato, si trova in una
situazione finanziaria a dir poco drammatica, per non parlare della sua condizione morale, politica
ed etica. Esso pretende, attraverso manovre e manovrine, finanziarie prelievi forzosi su conti
correnti, i Nostri soldi. Dal 1990, attraverso questi furti legalizzati, Ci ha portato via ormai 500.000
miliardi di lire; altri Ce ne starà portando via in questi giorni; e altri ancora Ce ne porterà via nei
prossimi mesi, con la nuova finanziaria del 1997; e così via, in un susseguirsi senza fine.
E tutti questi soldi, presi dalle tasche dei Nostri ceti produttivi, quali operai, artigiani,
piccoli imprenditori e agricoltori, non sono affatto stati usati per cercare di rimediare a qualcuno
degli innumerevoli errori fatti dallo stato occupante, quali, ad esempio, la carenza dello sviluppo,
della ricerca, dell’occupazione, la degenerazione ambientale o il dilagare della criminalità. No,
niente di tutto questo. Tutto quel denaro è servito per due determinati scopi: 1) a tamponare una
falla ormai irrimediabilmente grande: pagare gli interessi sul debito interno del Sistema-Italia; 2) ad
elargire lauti stipendi, regalie, prebende a quell’esercito sconfinato di parassiti, ladroni di stato,
imprenditori fasulli, finti lavoratori e collaborazionisti… tutte figure che questo regime non può
certamente farsi mancare per potersi garantire il così detto “sostegno democratico”.
E adesso, quei signori Ci impongono pure una già vista tassa “Una Tantum” per l’Europa,
ben guardandosi dal farci capire che l’Italia ne è già irrimediabilmente fuori. I parametri di
Maastrich sono molto chiari al riguardo: un paese può ottenere l’ingresso allo SME soltanto se il
suo debito pubblico non supera il 60% del suo Prodotto Interno Lordo… l’Italia ha ammucchiato
un debito pubblico pari al 124.3% del suo Prodotto Interno Lordo, percentuale peraltro in continua
crescita. Già questo Ci fa capire quanto l’Europa sia oltre la Nostra portata.
Ma non è finita qui, c’è dell’altro!
Chi è stato il primo stato a rompere l’unione monetaria europea? Naturalmente l’Italia, nel
1992, innescando una folle svalutazione che ha annullato i risparmi dei ceti più deboli,
avvantaggiando illegalmente imprenditori incapaci… e irritato non poco i Nostri Partners Europei!
Ma, come se niente fosse, il governo occupante, da ormai più di quattro anni, continua a
dire che è pronto a rientrare nello SME quando vuole… ma perché allora non lo fa?!
Veneti, la verità è che questo stato è ormai arrivato al capolinea, destino questo comune a
tutti gli stati artificiali; e certamente, non farà vedere “i sorci verdi” a nessuno, come non riuscì a
spezzare le reni alla Grecia, dove, invece, furono i valorosi soldati greci a spezzarle all’Italia.
Passano gli anni, cambiano i regimi, da neri a rossi, ma l’arroganza tronfia e vile mai
abbandona i governanti italiani.
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Veneti, Noi, invece, POSSIAMO entrare in Europa. Abbiamo tutte le carte in regola per
farlo. Dipende soltanto dalla Nostra volontà. Non lasciamoci sfuggire questa storica e irripetibile
occasione che il Veneto Serenissimo Governo, insieme ai veneti Patrioti, al prezzo di inenarrabili
sacrifici, ora ci sta offrendo. Non manchiamo questa opportunità. Non lasciamo che quei parassiti,
che mai hanno lavorato un solo giorno nella loro vita, distruggano per sempre la Nostra ricchezza,
che con tanta fatica abbiamo realizzato. O vogliamo, per caso, tenere in vita questo stato artificiale,
nato nell’illegalità, senza morale alcuna, nell’unica prospettiva di un suicidio collettivo economico
e sociale? Perché se così dovesse essere, verrà che i Nostri stessi figli Ci malediranno per la Nostra
miopia, viltà e incapacità di aver saputo guardare oltre i Nostri piccoli, sterili interessi quotidiani.
Veneti, Noi siamo stati in Europa per secoli e secoli, e la Nostra Grandiosa Storia ora è là,
a comprovare il Nostro passato e a testimoniare il Nostro pieno diritto di ritonare ad esserne parte.
Avanti, dunque, sotto il vessillo del Leone Alato, per un futuro migliore, più chiaro, più
onesto, più NOSTRO!39
39 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “NASTRO04.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, da leggere durante le interferenze radio.
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INTERFERENZA SU SEGNALE AUDIO DURANTE IL TG1 DELLE ORE 20.00 DEL 6
MAGGIO 1997
Attenzione, attenzione, parla l’organo ufficiale di informazione del Veneto Serenissimo
Governo, istituitosi nel 1987 allo scopo di liberare la Veneta Patria dal giogo dell’occupante
italiano e ripristinare nel Veneto Territorio l’unica legale e legittima sovranità, quella Veneta,
lasciataci in eredità dalla Veneta Serenissima Repubblica.
Veneti! Il Veneto Serenissimo Governo è l’unico erede e custode della storia dei valori,
della tradizioni e dello spirito del Popolo Veneto e della Veneta Serenissima Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo si è costituito il 25 gennaio 1987 per volontà di indomiti
patrioti veneti coscienti della loro storia e animati da millenario Spirito Veneto.
Il Veneto Serenissimo Governo non intende più sopportare la sfruttamento coloniale e il
ricatto morale, spirituale ed economico.
La falsificazione della Nostra plurimillenaria storia e l’umiliazione subita dalla Veneta
Serenissima Patria occupata dalle forze italiane che la invasero 130 or sono senza diritto alcuno.
Lo stato occupante ha inoltre concepito e messo in atto un piano di annullamento e di
cancellazione dalla storia d’Europa del Popolo Veneto, uno dei più antichi Popolo del Mondo. Il
proposito finale di tale piano è di ridurre il Veneto ad una comune regione dello Stato Italiano. No!
Veneti! Noi non lo accettiamo. Il Veneto è una Nazione Storica d’Europa e tale deve tornare ad
essere, una Nazione d’Europa perché questo è il suo destino, un destino che gli appartiene da
sempre.
Stiano attenti tutti quei Veneti indegni che collaborano attivamente con l’occupante italiano
a non porre ostacoli al ripreso cammino della storia, perché sappiano che la storia non perdona.
Veneti! Il Veneto Serenissimo Governo in data 24 agosto 1996 proclamava l’indipendenza
della Veneta Patria ed il ritorno alla legalità marciana nella Veneta Serenissima Repubblica.
Il 6 settembre 1996 la Radio Nazionale Veneta diffondeva la Dichiarazione di
Indipendenza che proclama al Popolo Veneto, e a tutte le istituzioni sottoposte al Veneto
Serenissimo Governo e a tutti i Veneti che si riconoscono nella Veneta Serenissima Repubblica e
nei Suoi valori.
Il 12 maggio 1997 ritroviamoci tutti a Venezia, la capitale dei Veneti, in Piazza San Marco,
per bloccare l’infame sciancato tentativo da parte delle forze di occupazione e dei lacchè veneti a
queste venduti di festeggiare i 200 anni della caduta della Veneta Serenissima Repubblica, perché
se questo triste evento dovesse accadere sarebbe l’unico delirante, allucinante caso al mondo in cui
un Popolo si unisce per festeggiare la morte della Sua Patria, la perdita della Sua libertà e della Sua
indipendenza.
Da parte sua il Veneto Serenissimo Governo è massimamente determinato a dar sì che il 12
maggio 1997 sancisca la ripresa del dominio della Veneta Serenissima Repubblica nella Veneta
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Serenissima Terra i cui storici confini comprendono il Veneto attuale e, a loro piacendo, le
province di Bergamo e Brescia e il territorio del Friuli.
Sia chiaro una volta per tutte che noi non collaboreremo mai con l’Italia in nessun modo,
non dall’Italia pretendiamo soltanto che esca dalla Veneta Serenissima Patria con tutti i suoi
disastri e che ci lasci al Nostro destino di Popolo Indipendente.
Qualcuno potrebbe giustamente chiedersi chi noi siamo e quale diritto abbiamo di
pretendere tutto ciò, semplice! Noi siamo a tutt’oggi gli unici Veneti che non hanno mai accettato
l’occupazione stabile della Nostra Patria da parte dello stato italiano e pertanto da un punto di vista
storico e giuridico, il Veneto Serenissimo Governo è pienamente legittimato a rivendicare
l’indipendenza della Veneta Serenissima Patria e ad attuare tutti i mezzi che riterrà necessari per
ottenerla.
Veneti!
Lo stato occupante ben sapendo che non può accampare diritti nella Veneta Terra e non
meno, che il perderla segnerebbe la sua fine, ci sta dando una caccia spietata cercando in tutti i
modi di spacciarci per terroristi o pericolosi criminali, invece la nostra unica colpa e di non voler
più sopportare uno stato di polizia, oppressore e profondamente ingiusto che di democratico non ha
mai avuto nulla se non l’arrogante pretesa di esserlo.
Ma se Noi siamo terroristi o pericolosi criminali solo perché lottiamo per la nostra libertà,
come qualificare allora una stato che costruisce quotidianamente fatti incresciosi per mascherare la
sua inefficienza?
Come qualificare uno stato che salassa senza fine i cittadini con l’illusione di traguardi che
non raggiungerà mai?
Come qualificare uno stato le cui leggi costringono la gente in condizioni morali ed
economiche talmente misere da spingerla al suicidio?
Veneti! Coraggio! Riscopriamo la Nostra Grande Storia con i suoi mille e più anni di
Repubblica libera ed indipendente, solido pilastro della civiltà occidentale. Storia che nessuno ci
può negare e tanto meno l’Italia con la sua misera storia di appena 130 anni di cui 50 di repubblica
in cui si sono avvicendati una miriade di governi, uno più disastroso dell’altro.
Rinsaldiamo dunque il nostro antico Spirito Veneto e avanti per San Marco.
Se lo vogliamo veramente possiamo ancora avere un futuro per noi, per i nostri figli.
Possiamo ancora risolvere una volta per tutte i problemi che ci attanagliano, basta che riprendiamo
a credere in noi stessi, nei nostri valori e nella nostra storia che tanto ci ha resi grandi in passato
guidandola vita del Popolo Veneto secondo i principi dell’indipendenza, del coraggio della dignità,
dell’onestà e del lavoro.
Veneti! Sostenete più che potete il Veneto Serenissimo Governo che si sta battendo con
tutte le sue forze senza alcun compromesso di sorta con nessuno per riconsegnare alla Veneta
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Serenissima Patria quello splendore, quella libertà e quella prosperità che da sempre la storia ha
decretato come suoi per diritto.
Viva il Veneto. Viva il Veneto Serenissimo Governo. Viva gli Immortali Veneti Eroi. Viva
San Marco.40
40 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, trascrizione integrale da parte della DIGOS della Questura di Belluno dell’Interferenza su segnale audio durante il TG1 delle ore 20.00 del 6 maggio 1997.
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PROCLAMA N. 2
Popolo Veneto, la grande e coraggiosa azione compiuta dalla nobile V.S.A. conferma
l’assoluta, indomita volontà da parte del V.S.G. e dei V.P. di trarre la nostra VENETA PATRIA da
questo stato di illegale e assurda occupazione. Come V.S.G. immaginiamo, POPOLO VENETO, il
tuo stupore, misto a incredulità, per ciò che è accaduto in questi giorni; lo possiamo benissimo
comprendere visto lo stato di totale ignoranza storica e culturale Veneta, condizione voluta dallo
stato italiano (e dai famelici partiti che lo sostengono) al fine di fiaccare per sempre la tua volontà e
dignità di popolo, per poter continuare così a sfruttare il tuo lavoro, la tua vita, la tua VENETA
PATRIA.
Non dimenticare che un popolo privato della sua stessa storia è come un uomo senza spina
dorsale. Popolo Veneto il V.S.G. è stato costretto a ordinare la ben nota azione perché era l’unica
strada per farci sentire e per dimostrarti che noi non siamo solo parole in un volantino.
Il problema è sempre lo stesso stato italiano, con i suoi partiti, sbraita ai quattro venti la sua
pseudo democraticità, non vede e non sente le nostre giuste esortazioni al rispetto dei nostri
sacrosanti diritti all’autogoverno di antichissimo e libero popolo europeo, ma bensì le contrabbanda
con un’ipocrisia senza pari, tacciandole come disgregatrici dell’unità nazionale, sentimenti
razzistici, egoistici, campanilistici e anti-europei, avendo poi l’inverecondia di venirlo a dire a noi
Veneti che, per secoli, siamo stati aperti all’Europa, difendendo con le armi l’intera cultura
occidentale.
E tutto questo, Popolo Veneto, secondo te è democrazia?
Noi, come V.S.G., riteniamo di no, la vera democrazia è quando uno stato riconosce le
diversità, storico culturali, tradizionali sottostanti gli occhi di tutti, riguardanti eventuali popoli
stanziati all’interno dei suoi confini, in conseguenza e rispetto a tale riconoscimento crea unità
d’intenti e un’armonia di fattiva collaborazione tra tutte le sue genti.
Non si può certo affermare però, che tanto abbia fatto lo stato italiano nei confronti di noi
Veneti cancellandoci addirittura dalla storia e costringendoci, inventando di sana pianta una finta
storia unitaria, una finta cultura nazionale e una finta tradizione nazionale, un’Italia fasulla.
Grazie allo stato occupante tu, Veneto, ora non conosci nulla della tua MADRE STORIA,
che ha ben pochi paragoni al mondo, ma, in compenso conosci la “gloriosa” storia unitaria italiana,
collezionista in soli 120 anni, di fallimenti e tragedie in numero spropositato.
Colpevole di averti diviso in 1000 parti e partitini al fine di allontanarti dal tuo fratello,
educandoti a temerlo, oppure ad entrare con esso in conflitto, ad un semplice ordine di questi empi
della politica del governo centrale.
Lo stato occupante continua così a produrre i suoi patologici interessi, costringendo il
nostro agire.
Popolo Veneto l’azione che la V.S.A. ha compiuto rispecchia il modo Veneto di agire
caratteristici l’intelligenza, il coraggio, la correttezza, l’umanità, pertanto, il latrare degli organi di
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informazione del governo di occupazione e dei cicisbei veneti al suo servizio, latrare imperniato
sulla violenza perpetrata ai danni di un governo democratico, è l’ennesima riconferma della sua
meschinità.
Di fatto la V.S.A. non ha fatto violenza su nessuno, dimostrando ancora una volta la sua
nobiltà nell’agire e il rispetto della vita umana.
Se violenza è colpire incruentamente un manufatto militare inanimato a scopo
dimostrativo, cosa dovremo dire allora della violenza senza senso, sia fisica che morale che, per
120 anni di arbitraria e illegale occupazione, la VENETA PATRIA è stata costretta a subire, per
mano del governo italiano?
Popolo Veneto come abbiamo già ribadito più volte il V.S.G. chiede che ci venga
concessala possibilità di indire un referendum popolare (…), al fine di poter essere noi a decidere
per il nostro futuro.
Se vi sarà italiano ascolto e comprensione per le nostre giuste richieste il V.S.G. avrà la
più buona disponibilità affinché tutto finisca per il meglio; e, fin da ora, a dimostrazione della
nostra buona volontà, è deciso che la V.S.A. non intraprenderà sino ad eventuale ordine nessuna
altra azione.
Popolo Veneto, prendi coscienza della tua identità, abbandona le tue ultime resistenza e
sorreggi con tutte le tue forze la nostra azione autonomistica.
Adesso la tua voce, il tuo impegno, sono più che mai indispensabili se vuoi vivere in un
Veneto migliore, dove tutte le brutture portate dall’occupante (disoccupazione, tasse da rapina,
violenza di ogni tipo, devastazione dell’ambiente, droga e delinquenza), siano cancellate, l’intero
mondo con tutti i tuoi fratelli Veneti in esso sparsi, ci guardano.
Coraggio, segui e non aver paura.
Sei nel giusto!!!! Esegui le indicazioni del V.S.G. e dei patrioti, la vittoria è ad un passo.
Non farti sfuggire questa irrepetibile storica occasione.41
41 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” pp. 12-13 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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PROCLAMA AI SOLDATI ITALIANI
Carabinieri! Agenti! Soldati italiani TUTTI!
Il VENETO SERENISSIMO GOVERNO, erede legittimo della mai caduta VENETA
SERENISSIMA REPUBBLICA, e continuatore della STORIA, CULTURA E TRADIZIONE
VENETA, vi invita caldamente a NON intraprendere alcuna azione ostile contro Veneti Patrioti o
Venete Persone.
Noi, in quanto VENETO SERENISSIMO GOVERNO, non abbiamo nulla contro di voi, e
tanto l’abbiamo dimostrato con la correttezza dell’azione compiuta dalla VENETA
SERENISSIMA ARMATA su NOSTRO DIRETTO ordine.
Con l’onestà che da sempre è nelle nostre abitudini, vi diciamo ora di non credere a quanto
vi diranno i vostri superiori a giustificazione delle azioni che vi spingeranno a compiere, azioni
senz’altro indegne di Veri soldati; perché sappiate che quei “personaggi graduati” sono il prodotti
di 120 anni di inganni e menzogne perpetrati ai NOSTRI DANNI, e che, dando loro retta, non
farete che colpire delle persone che hanno il solo torto di lottare con tutte sé stesse al fine di
RIOTTENERE il sacrosanto diritto di DECIDERE da sé la PROPRIA autodeterminazione in un
contesto di POPOLO EUROPEO (diritto, questo, che Ci è appartenuto per secoli e secoli e che CI è
stato poi strappato di mano 120 anni or sono, con l’inganno più squallido da governo occupate di
Roma e dai partiti che tuttora lo sostengono).
Ve lo ripetiamo: NOI NON abbiamo assolutamente nulla contro di voi, bensì consideriamo
Nostri Veri Unici Nemici il governo italiano con tutti i suoi partiti “satelliti”, che non intendono
RESTITUIRCI quel che CI appartiene da tempo immemorabile per diritto STORICO.
Vi sia comunque d’avvertimento che, se ascolterete i vostri superiori e vi abbandonerete di
conseguenza alle suddette ignobili azioni con lucida coscienza, verrete da NOI considerati passibili
della massima condanna e non esisteranno sufficienti giustificazioni al vostro agire (ad esempio
giustificazioni del tipo “ho soltanto obbedito agli ordini”). Ai nostri occhi vi macchierete così di
atti criminali, in quanto avrete offeso uomini in lotta per una giusta causa, e verrete quindi non più
considerati soldati, ma bensì criminali comuni, e pertanto la VENETA SERENISSIMA ARMATA
riceverà l’incarico di raggiungervi e perseguitarvi ovunque vi troverete, finché non arriverà per voi
la giusta punizione.
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO si augura, in tutta sincerità, che tanto non
accada mai.
Carabiniere! Agente! Soldato italiano! Noi confidiamo nel TUO buon senso!42
42 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” pp. 13-14 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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PROCLAMA AI SOLDATI VENETI
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO (V.S.G.) ordina a Voi, Veneti attualmente
asservitori in armi dello stato italiano, di rispondere con l’ammutinamento ad ogni eventuale ordine
di offesa impartito dallo stesso e diretto contro Veneti Patrioti, e, a piena giustificazione del
suddetto ordine, VI ricorda che molti fratelli Veneti, contro cui potrebbero essere emanati ordini di
offesa da parte del regime occupante, si stanno ora più che mai battendo per quella patria che è
anche la VOSTRA, stanno dando tutti sé stessi affinché la TERRA VENETA torni ad essere
GRANDE E FORTE, GIUSTA E SAGGIA, come lo è stata per secoli e secoli.
SOLDATI! Non credete a ciò che i vostri comandanti Vi potrebbero dire per giustificare i
loro criminali ordini e le azioni, indegne di un Veneto Soldato, che potrebbero spingervi a
compiere e delle quali poi, inevitabilmente, verreste a pentirvi amaramente.
Non dimenticate che i mandanti di tali ordini e azioni sono il prodotto di 120 anni di
invereconda menzogna, perpetrata con l’unico squallido scopo di affermare l’antistorica
occupazione italiana e di continuare così a sfruttarci sino ad annientarci totalmente.
Siate Voi che leggete o ascoltate carabinieri, poliziotti o soldati, meditate attentamente su
queste righe e su quanto sino ad ora accaduto; perché, anche se portate una divisa italiana, Voi siete
e rimanete Veneti Soldati e, come tali soggetti ad un’unica legittima autorità, quella VENETA
SERENISSIMA ARMATA (V.S.A.), diretta emanazione del V.S.G.
Lo stesso V.S.G. Vi ordina di svolgere le normali mansioni ordinatevi dai Vostri attuali
superiori, quando queste non Ci siano contrarie, se permane la presente situazione, e di considerare
l’iniziale ordine del V.S.G. soltanto qualora tale situazione dovesse precipitare e Te ricevere ordini
“contradditori”.
Se questo accadrà, sarà comunque la stessa V.S.A. a comunicarvi a tempo devito i
successivi ordini e disposizioni.43
43 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 14 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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V.S.A.
Bollettino C.d.T. V.S.A. b.n. ……… del……………
Il Comando di Testa della VENETA SERENISSIMA ARMATA comunica quanto segue:
su preciso ordine impartito dal V.S.G. alle ore ……….. meridiane del ……….., un comando
regolare di bombardieri corazzati composta da 8 unità animate, 1 Veneto “tanko” leggero con ruote
multimpiego, (V.t.r.m.) e n.1 Veneto tanko radioguidato distruttore (V.T.d.) tipo a.v. inalberando le
insegne appartenenti alla Prima Unità B.C.Cap.Gen. MARCANTONIO BRAGADIN, hanno
portato a termine un’ardita azione di tipo dissuasivo dimostrativo, attaccando benché inferiori di
uomini e mezzi una munita struttura militare portante delle forze di occupazione, posta illegalmente
nel V.S.T. in località ………………, ciò allo scopo di ribadire una volta per tutte la nostra volontà
indomabile a non piegarcia questo stato di illegale occupazione, oltre a richiamare l’attenzione
dell’opinione pubblica internazionale sul CASO VENETO.
Tale azione ha avuto pieno successo provocando il collasso della stessa e la fuga
disordinata dei soldati presenti, nonostante una timida quanto scombinata reazione a fuoco e la resa
degli ufficiali italiani e americani.
Il comando provvedeva poi a dare alle fiamme, sempre a scopo dimostrativo, alcune
istallazioni minori e a catturare un notevole quantitativo di armi di vario tipo.
Tutta l’azione si protraeva per 5 primi, il comando vittorioso rientrava successivamente
alla base senza aver subito danni o perdite, portando così a compimento la 2 fase dell’operazione
P.E.R.L. benché l’operazione sia stata condotta con la massima energia, e determinazione si è
evitato in ogni modo il coinvolgimento dei soldati presenti a riconferma delle nobili e plurisecolari
tradizioni della V.S.A.44
44 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP REGOLE-V.TXT” p. 19 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma IL COMANDO DI TESTA DELLA V.S.A..
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MEZZI DI ATTUAZIONE DELL’OPERAZIONE P.E.R.L.
Strumenti veicolanti l’operazione (e in particolare l’azione)
Mezzo Primario
Denominazione: VENETO TANKO DISTRUTTORE RADIOGUIDATO
(versione austera)
TIPO 81 (81: 1981, anno di prima progettazione)
Abbreviazione: V.T.D.81
Principali caratteristica:
Lunghezza max.: mm 2250 (esclusi eventuali “denti di drago” montati ant.)
Larghezza max.: mm 1250
Altezza max.: mm 820 (sommità vano motore)
Peso in ordine di marcia: kg 1400.1600 (escluso carico bellico)
Potenza massima: HP 68-70
Trasmissione: meccanico idraulica
Velocità max. (nei due sensi): km/h 45
Larghezza cingoli: mm 240 (singolo)
Pressione di traccia sul terreno: gr/cmq 225-270
Saldatura frontale: mm 15
Saldatura laterale: mm 12
Saldatura posteriore: mm 8
Saldatura inferiore: mm 5
Carico bellico eventuale: kg 370-390
Raggio max. d’azione: m 2500-3000
Economia d’azione a pieno regime: min. 40-60 (su terreno vario)
I dati su esposti sono a carattere puramente indicativo.
Commenti dinamico strutturali sul mezzo:
a) Facilità di costruzione anche con mezzi di recupero;
b) Economico e di semplice fabbricazione, realizzabile anche o ricoveri di fortuna e con
utensili reperibili in qualsiasi piccola officina di campagna per la riparazione di attrezzature
agricole in generale, per cui non necessita di personale propriamente specializzato, purché
in possesso di qualche nozione di meccanica;
c) Bassa probabilità di scoperta, da parte dell’avversario, durante la lavorazione di tale
sistema, per la comunissima composizione dei suoi materiali e particolari (nessuno di
questi particolari, nemmeno il più piccolo è specialistico, e, pertanto il tutto è facilmente
occultabile (in caso di allarme). Tale sistema è indubbiamente economico il costo finale del
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primo esemplare, comprese eventuali modifiche, non supera gli 8/9 milioni di lire (stime
1983);
d) È un sistema d’arma altamente pagante, sia impiegato in maniera inerte che offensiva;
e) Eccellente capacità di sopravvivenza in presenza di forte reazione nemica, in virtù delle sue
ottime doti di protezione e mobilità, e delle sue dimensioni contenute che lo rendono
visibile solo nell’ultimo tratto del suo percorso, permettendogli di portare a termine con
successo l’azione;
f) Notevole capacità di superamento di ostacoli sia di natura artificiale (reti-reticolati- muretti
-ecc.) che naturale (fossati, buche, terreni innevati, fangosi, sabbiosi, ecc.) grazie alla sua
bassa pressione esercitata al suolo e al suo rapporto peso/potenza (45 Cv/T circa);
g) Possibilità di lanciarlo contro una struttura e lasciarvelo come deterrente permanente;
h) Possibilità di dotarlo di congegni antirimozione;
i) Con tale sistema d’arma, in caso estremo, una sola persona può portare a termine l’intera
azione, evitando così tutte le conseguenze derivate dall’uso massiccio di personale.
Considerazioni sul Mezzo Primario
Non ci si può immaginare cosa accadrebbe dal punto di vista politico-militare in Europa,
negli U.S.A. e nella N.A.T.O. qualora, senza avviso, di tali mezzi se ne lanciassero un numero
sufficiente a paralizzare tutte le più importanti strutture militari presenti illegalmente nel V.S.T.,
considerando poi che, all’uopo, non ne sarebbero necessari più di una decina.
In previsione che le forze occupanti, seppur dopo un certo periodo di tempo, avessero
ragione dei primi V.T.D./AV, nei nostri programmi vi sono progetti per la realizzazione di
V.T.D./HPV (High Power Version), con caratteristiche ben superiori in fatto di capacità di
distruzione, mobilità e precisione rispetto al V.T.D./AV.
I componenti necessari alla fabbricazione della carica di scoppio, benché di origine
“casalinga”, se saggiamente additivati possono raggiungere un potenziale distruttivo paragonabile a
quello degli esplosivi militari dell’esercito occupante. Tale esplosivo viene contenuto in una
camera d’acciaio che ne moltiplica gli effetti distruttivi.
Mezzo Secondario
Denominazione: VENETO TANKO RUOTATO MULTIMPIEGO
Abbreviazione: V.T.R.M.
Principali caratteristiche:
Lunghezza max.: mm 5500
Larghezza max.: mm 2500
Altezza max.: mm 1750-1900 (sommità vano equipaggio)
Potenza motore: HP 155
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Peso a pieno carico in ordine di marcia compreso V.T.D.; kg 9500-11000
Trazione: meccanica- tipo 4x4
Velocità max. (su strada): km/h 5
Armamento: N. 1 lanciafiamme a lunga portata azionabile dall’interno del mezzo, con possibilità di
brandeggio di 360 gradi.
La parte anteriore destinata ad accogliere l’equipaggio, è provvista di una scudatura formata da 3
lamine d’acciaio distanziate fra loro da intercapedini di materiale isolante. Tale scudatura ha una
resistenza capace di arrestare un colpo calibro 12,7 mm sparato a media distanza. Grazie a questo
tipo di scudatura “spaziata” il V.T.R.M. è in grado di attutire gli effetti di un eventuale ordigno
H.E.T. Nella parte posteriore che ospita il V.T.D., la protezione sarà ridotta al minimo.
I dati e le caratteristiche del V.T.R.M. sono indicativi e possono cambiare a seconda delle esigenze.
Considerazioni sul Mezzo Secondario
La fabbricazione del V.T.R.M. è ulteriormente facilitata rispetto al V.T.D. dal fatto che il
telaio della motrice è già presente e pertanto non rimane, dopo i controlli di rito degli organi
meccanici (motore, scambio e differenziali), che passare al montaggio dello scudo protettivo
Il V.T.R.M., in quanto a protezione globale, è inferiore al V.T.D., però la sua scudatura è
sufficiente, considerando il compito che deve svolgere.
Pur essendo le sue dimensioni maggiori di quelle del V.T.D. esse sono ugualmente le più
contenute fra i veicoli della sua classe.
La sua mobilità su terreno accidentato non è paragonabile a quella del V.T.D. però in caso
di necessità la trasmissione 4x4 gli consente il disimpegno necessario.
Il V.T.R.M. è dotato di un lanciafiamme azionato direttamente dal motore. Tale arma non
necessita di particolari strumenti per la sua costruzione pur essendo terribile nell’offesa.
Il principale compito del V.T.R.M. è il trasporto la guida e il sostegno logistico del V.T.D.
Durante l’azione, inoltre il V.T.R.M. mantiene al riparo il comando-equipaggio da eventuali
reazioni da parte delle forze al momento presenti.45
45 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “MEZZI.TXT” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, datato 16 agosto 1994.
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LETTERE ALLE VARIE AUTORITA’ POLITICHE, RELIGIOSE E CIVILI
DA CONSEGNARE DOPO L’AZIONE46
A SUA ECCELLENZA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
OSCAR LUIGI SCALFARO
AL CAPO DEL GOVERNO ITALIANO
ROMANO PRODI
Signori, il VENETO SERENISSIMO GOVERNO, unico erede della storia, dei
valori e della cultura della VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA e del VENETO POPOLO,
ricostituitesi in data 25 gennaio 1987 per volontà di coraggiosi Veneti Patrioti, vi informa che in
data 24 agosto 1996 nel territorio di Padova il Veneto Serenissimo Governo ha proclamato
l’indipendenza della Veneta Serenissima Patria ed il ripristino in essa dell’Autorità Marciana.
In ottemperanza a tale storica ed irrevocabile risoluzione, a partire dal 6 settembre 1996 la
Radio Nazionale Veneta, organo ufficiale del Veneto Serenissimo Governo, ha dato il via ad una
serie di trasmissioni patriottiche volte a sensibilizzare il Veneto Popolo riguardo ai Suoi diritti,
diritti che gli sono negati da ormai 130 anni di occupazione italiana. E Voi, Signori Presidenti,
quali massime autorità italiane, di questa deprecabile opera di negazione ne siete ora i continuatori.
Noi, quale Veneto Serenissimo Governo, non intendiamo dilungarci in proposito anche
perché non basterebbero mille di queste pagine per elencare gli innumerevoli crimini di ogni genere
compiuti in nome dell’italianità a danno della Veneta Patria del Veneto Popolo. Vogliamo, però,
ricordare uno di questi crimini, in quanto enormemente grave: la stabile occupazione, da parte dello
stato da Voi rappresentato, di una nazione da secoli e secoli indipendente, avvenuta appunto 130
anni or sono, nonostante che le Vostre forze, così dette “di liberazione”, fossero state battute sia per
terra (Custoza) che per mare (Lissa). In quell’occasione, militarmente sostenuti, osaste legalizzare
il Vostro perfido atto orchestrando un plebiscito-farsa di cessione, che coinvolse, previa accurata
selezione, soltanto un insignificante cinque per cento della Popolazione Veneta.
Oggi, pur sapendo che la Veneta Patria è Nazione Storica d’Europa, Terra che non subì mai
nessuna occupazione stabile in tutta la Sua plurimillenaria storia, Voi vi ostinate più che mai nel
sostenere che il Veneto è Italia.
E adesso, tutto questo Noi non lo permettiamo più a nessuno, compreso il più alto
rappresentante dello stato occupante, Lei, Signor Presidente, e tanto meno lo permettiamo ai Suoi
sottoposti.
Voi, governanti italiani, abete deliberatamente tentato di cancellare dalla storia europea uno
dei più antiche popoli del mondo, negandone l’identità, la storia, la cultura, i valori e la dignità. E
non cercate di accampare scuse dal tipo “…sono passati 130 anni, siamo ormai tutti italiani!”.
46 Tutti i documenti riportati non sono stati inoltrati ai destinatari.
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Vi rammentiamo che la libertà e la dignità di un popolo e di una nazione non vanno in
prescrizione. E Voi, come magistrati, dovreste ben saperlo. A titolo di esempio, Vi ricordiamo che
l’Ucraina dopo tre secoli di dominazione russa è ritornata indipendente. E, se ciò non si bastasse,
Vi facciamo presente che, che l’italiana occupazione della Veneta Serenissima Patria è di fatto
stabile, il Veneto Serenissimo Governo, pur di liberare la Veneta Terra e di riportarvi la legalità, è
disposto a compiere ogni atto, compreso l’uso della forza.47
47 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “PRESIDEN.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA - Sezione Ufficio Relazioni Estere.
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ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Oggetto: CASO VENETO
Presidente, il Veneto Serenissimo Governo in esilio (V.S.G.), unico erede e depositario
della Veneta Storia, Cultura e Tradizione, si rivolge a lei, in quanto capo dello stato italiano, per
comunicarle quanto segue.
Innanzi tutto, voglia Lei accettare le nostre scuse se durante l’azione dimostrativa condotta
dalla Veneta Serenissima Armata (V.S.A.) sono stati coinvolti dei soldati italiani.
Facciamo quindi appello alla Sua ben nota sensibilità sui problemi della libertà, al Suo
buonsenso e alla Sua umanità, affinché possa Lei comprendere il profondo significato della Nostra
azione militare, azione volta a richiamare l’attenzione internazionale sul Veneto problema, vista
l’assoluta insensibilità nei nostri confronti da sempre mostrata dai governanti italiani.
DA PARTE NOSTRA, ben inteso, NON VI È ALCUN ASTIO, OSTILITÀ O RANCORE
VERSO LA COMUNITÀ ITALIANA E LE SUE ISTITUZIONI. TUTTO CIÒ CHE VOGLIAMO
È CHE CI VENGA RESTITUITO QUANTO CI APPARTIENE DA SEMPRE e che, da circa 120
anni a questa parte, Ci viene sistematicamente negato: LA LIBERTÀ DI AUTOGOVERNARSI,
SULLA BASE DELLA NOSTRA STORIA, CULTURA E TRADIZIONE.
CHIEDIAMO CHE CI VENGANO RICONOSCIUTI I NOSTRI DIRITTI DI POPOLO
EUROPEO, quei diritti che, come Lei Signor Presidente certamente saprà, nella storia vicina e
lontana hanno avuto un riscontro senza pari e che poi, per mano di una politica “italianizzante”
condotta sulla Nostra terra con ogni mezzo e senza alcun scrupolo dai vari governi succedutisi in
Italia dal 1866 ad oggi, Ci sono stati meschinamente portati via.
E che cosa abbiamo ricevuto in cambio?
In cambio, Ci sono state imposte ogni genere di aberrazioni, e siamo stati costretti ad
adottare comportamenti, modi di vita e ideologie, completamente estranei alle nostre secolari
abitudini, del tutto contradditori se paragonati alla Nostra politica e organizzazione sociale.
E lei saprà di sicuro anche quanti e quali guasti la politica italiana ha provocato alla Nostra
Terra:
- l’emigrazione di milioni di Veneti, che per non morire di fame, hanno dovuto lasciare le
loro case ed il loro cari e recarsi in terre lontane ed ostili in cerca del necessario
sostentamento;
- continue spogliazioni, di matrice italiana, di ogni Veneta risorsa economica;
- guerre, fascismo ed altre simili aberranti assurdità che, per la Nostra Gente totalmente
sprovvista di fronte a situazioni del genere, non hanno costituito che un lento
avvelenamento;
- mafia, camorra ed ogni tipo di criminalità possibile immaginabile, condotta a livelli e
secondo criteri per il Nostro modo di pensare inconcepibili;
- droga, inquinamento e devastazione territoriale;
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- svalutazione di ogni valore umano e l’annullamento della garanzia di un decente futuro per
i Nostri Giovani;
- ed altri, molti altri ancora.
Anche i più recenti governi, benché consideratesi a gran voce democratici, non hanno
saputo rinunciare, come i loro predecessori, al sadico piacere di frantumare il Nostro Veneto
Spirito, di infangare i Nostri Valori, di mistificare la Nostra Storia e di privarci dei Nostri Legittimi
Diritti.
E poi, quando, anni or sono, spinte dall’insostenibilità della condizione Veneta, si levarono
le prime timide voci ribadenti i Nostri calpestati e ricalpestati diritti, la varie forze politiche
italiane, apparentemente sempre in lotta tra di loro, furono di rara prontezza (come invece mai
succede quando si deve concedere a qualcuno qualche diritto o a qualche altro un atto di giustizia o
un aumento di stipendio, a patto ben inteso, che lo stipendio in questione non sia quello di una
qualche personalità parlamentare, nel qual caso la cosa diventa di massima semplicità) nel trovarsi
per quell’occasione d’accordo nel bollare tali voci come “disgregatrici dell’unità nazionale”,
“localiste”, “razziste”, “egoiste” e con altre titolazioni a queste simili. E tutto questo soltanto
perché … MAI nessun italiano si è voluto fermare un attimo a considerare la fondatezza e l’equità
delle Nostre richieste. MAI, nella superba arroganza, la politica italiana è riuscita a rendersi conto
che una tale situazione di scontento non sarebbe potuta durare in eterno.
E adesso è giunto il momento della resa dei conti.
Signor Presidente, Ora sta a Lei, alla sua indiscussa autorità morale, evitare che la presente
situazione degeneri ulteriormente.
Se collaborerete, Noi, come V.S.G., faremo il possibile per raggiungere una soluzione
politica equa per entrambi (Noi e Voi).
Però , e questo abbia ad essere ben chiaro, non tollereremo alcun atto di forza o
intimidazione usato contro di Noi e avente lo scopo di ripristinare nel Veneto la condizione
precedente la Nostra azione.
Auspicando il non verificarsi di tale eventualità, Le ribadiamo al Nostra disponibilità a
raggiungere con Voi un accordo pacifico, nel supremo reciproco interesse.
AD ESPLICAZIONE DELLE SUDDETTE RICHIESTE, IL V.S.G. CHIEDE ALLO
STATO ITALIANO LA POSSIBILITÀ DI INDIRE, secondo modi e tempi da stabilirsi in seguito,
UN REFERENDUM POPOLARE PER L’AUTOGOVERNO.
A mezzo del suddetto Referendum , sarà unicamente il Veneto Popolo che deciderà o di
continuare a sottostare all’italiana politica, o di ritornare a decidere per sé secondo la politica del
V.S.G.
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Nel primo caso, il V.S.G. si scioglierà e verranno ristabiliti i rapporti Veneto-italiani
preesistenti alla NOSTRA azione, e verrà quindi riconosciuta al governo italiano al massima
autorità sul Veneto Territorio.
Nel secondo caso, il V.S.G. riprenderà immediatamente il governo del Veneto Territorio
secondo i dettami della Veneta Serenissima Repubblica (naturalmente integrati dagli attuali criteri
socio-politico-economici).
Signor Presidente, confidiamo nella Sua comprensione per quanto sopra espostole, e non
meno nella speranza che tutto si risolva nel miglior modo e nel più breve tempo,
voglia Lei accettare i Nostri più distinti saluti.48
48 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 10-11 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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A SUA ECCELLENZA IL PATRIARCA DI VENEZIA
OGGETTO: CASO VENETO
Illustrissimo il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO, unico erede della mai
caduta VENETA REPUBBLICA, e depositario della storia, cultura e tradizione VENETA, con la
presente a Lei si rivolge, al fine di informarla, in modo quanto più chiaro possibile, sulla triste
situazione che da troppo tempo ormai si va trascinando nel VENETO SERENISSIMO
TERRITORIO e sugli ultimi avvenimenti.
Tale situazione si può così definire: IL VENETO da ben 120 anni a questa parte, si trova a
dover subire un’assurda quanto illegale sottomissione, nata, questa, da una perfida manovra
condotta dalle allora sedicenti “forze di liberazione italiane”.
In tutti questi anni di italiano governo il VENETO ha conosciuto soltanto privazioni,
degradazioni ed umiliazioni. Il POPOLO VENETO, costretto dalla alienante e miserevole
condizione provocatagli dell’invasore italiano, ha dovuto rinunciare alla sua plurimillenaria storia,
dignità e coscienza di nobile antico popolo europeo ed accettare di vivere secondo i principi di uno
stato appena nato, impertinente, prepotente e vuoto come mai altri prima, ha dovuto abbandonare
ogni suo nobile valore ed assumere i “nuovi valori italiani”, privi di qualsiasi criterio di umanità,
socialità, tolleranza, onestà, produttività, ha visto per la prima volta in tutta la sua lunga e gloriosa
storia scendere implacabili su di lei gli spettri della miseria più nera e della fame; ha dovuto
assistere impotente, nei periodi di più spietato governo, alla emigrazione di circa quattro milioni di
VENETI, spinti dalla morsa che attorno a loro si andava sempre più stringendo, aggrappati alla
disperata speranza di trovare altrove di che sopravvivere; ha dovuto sopportare in sé l’intrusione
del germe di una corruzione oltre ogni limite immaginabile, di criminalità politiche e comuni
estremamente disumane e disumanizzanti come mafia, camorra e simili, di mali inguaribili e
contagiosi come la droga, di oscene e bestiali distorsioni sessuali come la più cruda e ripugnante
pornografia; ha dovuto accettare la degradazione di ogni senso del dovere e di solidarietà, la
dissacrazione degli essenziali valori della famiglia e del rispetto per i genitori e per il prossimo; si è
perso nel buoi di squilibranti ideologie politiche, ha imparato ad odiare dentro e fuori di sé senza
comprendere il perché di questo assurdo sentimento; è stato fatto ignaro e involontario partecipe di
un incalcolabile succedersi di guerre, accese dall’italiano governo ai danni degli stati esterni, il più
delle volte senza il sussistere di alcun giustificante motivo ad eccezione dell’irresponsabile quanto
patologico desiderio di soddisfare quella sua folle ed ossessiva mania di protagonismo militare
tipicamente italiano, che ha quasi irreversibilmente discreditato la prestigiosa immagine che per
tanti secoli la VENETA NAZIONE ha saputo dare di sé.
E tutto questo non appartiene solo al passato, ma è anche presente, un presente che
continua più che mai a far pesare sul VENETO i chimerici principi di un’italia unita che di fatto
non è mai esistita, né storicamente né culturalmente, né sotto qualsiasi altro aspetto che considerare
si voglia, e che mai potrà esistere se non come ad ora in forma estremamente artificiosa ed illegale.
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Eccellentissimo, constatare la necessità di porre rimedio alla suddetta degenerante
situazione VENETA, pienamente coscienti dei loro calpestati ed umiliati diritti e fermi nel
proposito di rifar trionfare quei VENETI VALORI che per millenni situarono la VENETA
NAZIONE ad un punto di riferimento per l’intera Europa (permettendo alla V.S.R. di sviluppare
concezioni amministrative, politiche ed economiche che ancor oggi sono inimmaginabili),
coraggiosi VENETI PATRIOTI si sono riuniti ed hanno ricostituito nel tempo presente il V.S.G.
Patriarca Eccellentissimo, Lei certamente conosce lo storico appoggio dato dalla V.S.R.
alla causa cristiana nei difficili secoli in cui nulla valeva da ostacolo allo strapotere mussulmano e
dove, solo la potenza del VENETO sapeva fermare quell’inferno.
Ebbene , tanto non può certo essere impunemente dimenticato.
La storia non si può cancellare con un colpo di spugna, e tanto meno la grande e nobile
VENETA STORIA. Invece, il governo occupante con il suo infantilismo, la sua sconsideratezza e
la sua arroganza si è illuso che ciò fosse possibile, ed in questa illusione è caduta pure la Chiesa.
Ed in particolare la Chiesa Veneta, salvo rare e nobili eccezioni, non ha esitato molto a
mostrare al VENETO la sua riconoscenza per l’aiuto ricevuto schierandosi con l’occupante italiano
(lo stato d’occupazione massone anticlericale prima e i governi successivi poi) nell’umiliare e
rinnegare quella storia e quei valori che soli, l’avevano un tempo tratta più volte da morte certa,
consentendole di sopravvivere, prima e di affermarsi nel mondo poi.
Ed in questa sua sconsiderata annessione la Chiesa ha tradito non poco l’animo cristiano di
tutto il POPOLO VENETO, pur ben sapendo dell’ingratitudine e dell’illegalità di questo suo agire.
Ma anche considerando e non dimenticando tutto ciò, il V.S.G. non vuole ancora accusare
la Chiesa Veneta o Lei quale suo attuale diretto massimo rappresentante, ma soltanto cercare di
rimetterla davanti ai suoi precisi doveri e responsabilità.
Ed è in questa prospettiva che il ricostituito V.S.G. chiede a lei il sostegno morale per poter
indire su tutto il V.S.T., secondo modi e tempi dallo stesso da stabilirsi, un referendum popolare
attraverso cui ogni singolo veneto possa essere finalmente libero di esprimere la sua volontà per il
diritto della PATRIA VENETA all’autogoverno.
A referendum esaurito (traguardo che auspichiamo non ci venga reso troppo difficile ad
opera dello stato italiano o di qualsiasi altra entità più o meno “antiVeneta”, pena l’abbandono da
parte del V.S.G. di ogni democraticità d’azione verso chi si porrà fra esso e il suo popolo) la
volontà del popolo Veneto, la sola che per il V.S.G. valga, sarà stata inequivocabilmente espressa e
sarà così manifesto il destino del V.S.G.:
se il POPOLO VENETO avrà detto “no” all’autogoverno, il V.S.G. si scioglierà immediatamente,
terminando di esistere a tutti gli effetti; se per contro, il popolo Veneto avrà detto “si”
all’autogoverno, il V.S.G. passerà gradualmente a capo della sua gente.
Eccellentissimo Patriarca, tutto l’agire del V.S.G. è volto ad un unico fine, il riottenimento
di tutti quei diritti che la storia per molti secoli già ha concesso alla NAZIONE VENETA, in merito
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alla sua particolare capacità nell’autogovernarsi ed alla sua abilità nel convivere in pace con le
nazioni limitrofe, nonché, nei casi estremi alla sua potenza nel contrastare le offese nemiche.
E alla luce di queste tangibili verità del passato della VENETA PATRIA, al V.S.G. giunge
assurdo il comportamento di ostentato rifiuto che lo stato italiano da sempre mantiene nel
riconoscere il VENETO come una NAZIONE sé stante ed i VENETI come un vero popolo, ed
ancora più assurdo questo appare quando si considera che almeno, questo sedicente democratico
stato italiano è sempre pronto a perorare qualsiasi causa di libertà riguardante ogni popolo questo
mondo, mentre non sente i grossi malcontenti che si agitano in seno ad esso, anzi con estrema
leggerezza, l’occupante italiano taccia le VENETE invocazioni alla libertà, che sempre più spesso
ad esso giungono, come “razziste, egoiste, anacronistiche, localiste, disgregatrici dell’unità
nazionale”, ecc…, e, ultimi in ordine di tempo, da alcuni anni a questa parte, in quest’ottica di
VENETA offesa, allo stato italiano si sono affiancati ludi gruppuscoli di sedicenti veneti con falso
proposito di ridare coscienza e coraggio al POPOLO VENETO, ma in realtà con l’unico scopo di
confondere ulteriormente i VENETI ed infangarne ancora una volta i diritti.
A questo punto, tra i veri, irriducibili VENETI PATRIOTI rimasti c’è stato chi ha detto
BASTA!!! allo stato italiano ed a tutto il suo illegale agire.
Su queste premesse ha così trovato coraggio e sufficiente motivazione il ricostituirsi del
V.S.G., che con la tempestività e fermezza ad esso connaturali di farsi notar dall’ostinato occupante
italiano ordinando l’ormai nota azione.
A tale azione è stato assegnato principalmente il compito di richiamare la pubblica opinione sul
grave caso VENETO, e soprattutto, quello di ammonire l’occupante italiano affinché la smetta una
volta per tutte di calpestare i fondamentali diritti del POPOLO VENETO.
Il V.S.G., nonostante il suo agire, come pure Lei, Eccellentissimo, avrà certamente avuto
modo di constatare, sia stato ineccepibile sia sotto l’aspetto militare che sotto il rispetto dell’umana
persona, come contemplato dalle antiche leggi VENETE, auspica di non doversi ripetere in tal tipo
di azioni.
Esso infatti non si prefigge che la libertà del suo POPOLO che cerca di ottenere nel modo
più democratico possibile, sempre naturalmente che dall’altra parte non sia per questo preso in giro
ed oltremodo umiliato; esistono anche azioni figlie di ben più rigide discipline, ma non volendo per
ora nemmeno ventilare una simile necessità, il V.S.G. ancora una volta ribadisce il rifiuto più
deciso ad ogni tipo di violenza e si dichiara sin da ora pronto a trattare in modo ragionevole le sue
giuste richieste con il governo italiano, sperando che la Chiesa Veneta voglia mediare questo
proposito.
Illustrissimo, il V.S.G. la informa che uno scritto simile al presente è stato fatto pervenire
pure a sua Eccellenza il Cardinale di Stato della Città del Vaticano, affinché lo proponga a sua
Santità il Pontefice, nella più che mai accesa speranza che tanto possa giustamente ispirare le
importanti posizioni che la Santa Chiesa dovrà prossimamente prendere riguardo al CASO
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VENETO, nel frattempo il V.S.G. mai mancando di fedeltà ai VENETI PRINCIPI, ancora una
volta ribadisce che per primo non intraprenderà altre azioni di quel tipo, a patto che in qualche
modo si venga a permettere al POPOLO VENETO di ritornare ad essere padrone di sé stesso a tutti
gli effetti, come la SUA GRANDE E NOBILE STORIA lo ha voluto per millenni e ancora lo
vuole.49
49 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 12-14 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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ALL’ILLUSTRISSIMO SEGRETARIO DI STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO
OGGETTO: CASO VENETO.
Il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO, unico erede e depositario della
storia, tradizione e cultura veneta, in esilio La rende edotta di quanto sta accadendo nel VENETO
SERENISSIMO TERRITORIO, cosicché Lei stessa possa trarne le debite conclusioni, nonché
riferire della presente, con massima chiarezza e cognizione di causa, a Sua Santità il PONTEFICE,
in nome del supremo bene della pace e della concordia tra gli uomini.
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO Le comunica quanto segue.
Da ormai troppo tempo forze italiane occupano illegalmente il VENETO SERENISSIMO
TERRITORIO, calpestando i NOSTRI diritti e infangando ogni valore Veneto.
A giustificazione del loro disonesto agire tacciano il POPOLO VENETO di ignoranza di
fronte alla SUA storia, spingendolo a vergognarsi di essa, imponendogli modelli di vita,
comportamento e tradizione assolutamente incompatibili con i tipici modelli Veneti.
E non è difficile immaginare quali guasti l’italiana politica ha provocato in più di un secolo
di razzie sulla NOSTRA TERRA: guerre, emigrazioni in massa di Veneti (rasentanti una
dimensione biblica), un progressivo snaturamento di ogni valore umano, e di ogni equilibrio bio-
ecologico.
NOI, di fronte a tanto disastro, non riusciamo addirittura nemmeno ad immaginare la
mentalità di chi l’ha provocato; possiamo solo affermare con massima certezza che nella società dei
NOSTRI GRANDI PADRI VENETI, prodotta dalla VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA,
una simile mentalità non è mai esistita, nemmeno a livello della più fantastica e orribile ipotesi.
In conseguenza a quanto su esposto e nella ferma volontà di porre fine a tale insostenibile
situazione il VENETO SERENISSIMO GOVERNO CHIEDE CHE GLI VENGA CONCESSA LA
POSSIBILITÀ DI INDIRE UN REFERENDUM POPOLARE, affinché, a mezzo di esso, il
POPOLO VENETO possa ottenere la facoltà di decidere la SUA legittimazione, per l’autogoverno
al di fuori dei partiti italiani.
Inoltre, allo stato Veneto l’autogoverno spetta di diritto, in quanto l’ha avuto da sempre
finché non gli è stato sottratto, 120 or sono, con un mostruoso inganno architettato dall’invasore
italiano.
Per quanto riguarda l’azione militare compiuta dalla VENETA SERENISSIMA
ARMATA, LA informiamo che questa ha avuto unicamente scopo di fermare su di NOI
l’attenzione del mondo, affinché ci sia chi si accorga del NOSTRO problema.
Come VENETO SERENISSIMO GOVERNO, NOI garantiamo sin da ora la NOSTRA
intenzione a NON proseguire per questa strada, a patto però che il governo italiano mostri
comprensione per le NOSTRE più che legittime rivendicazioni.
Per tanto il VENETO SERENISSIMO GOVERNO, confida nella VOSTRA volontà e
competenza, chiede a VOI, o ILLUSTRISSIMA ECCELLENZA, di far ad esso da interprete presso
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il governo occupante, al fine di attenuare e possibilmente evitare eventuali future azioni da parte di
quest’ultimo a NOSTRO danno (azioni magari di forza o violenza, volte a riportare la situazione
Veneta sotto controllo).
È altresì NOSTRA opinione che sia nell’interesse comune che simili azioni non abbiamo
mai luogo; e vogliamo tanto sperare che il VATICANO ascolti le NOSTRE esortazioni e agisca poi
con saggezza.
A) la storia ha ormai ripreso il suo corso e tracciato il suo futuro cammino e, pertanto nulla potrà
comunque tornare come prima;
B) è nell’interesse di tutti, per i motivi che Voi pure certamente immaginate che la bomba da
NOI innescata non esploda, andando oltre all’ambito politico e rivelandosi magari molto più
distruttrice di quanto ora appare;
C) il Vaticano stesso CI deve non poco, materialmente e moralmente, per il NOSTRO
innegabile passato di difensori della cristianità e di osservatori delle leggi di DIO, e anche per
il considerevole numero di diffusori della divina parola che la NOSTRA TERRA ha dato e
continua a dare alla S. Chiesa;
D) molti sono i legami storico-culturali che uniscono il VENETO al VATICANO, e quindi… gli
interessi!
E) unico scopo di tutto il NOSTRO agire è riottenere i NOSTRI diritti, per poter finalmente
porre rimedio al degrado della NOSTRA società e del NOSTRO ambiente, e ciò secondo il
criterio della VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA, vale a dire con il ripristino di valori
quali il RISPETTO reciproco, la SOLIDARIETA’, il DIRITTO sacrosanto alla vita, e il
DOVERE di ognuno di proteggerla con ogni mezzo, in ogni modo sua forma purché sia essa
positiva, la FAMIGLIA e la DEVOZIONE a quel DIO che sembra ogni giorno più lontano e
insignificante e senza il quale, invece, non sopravviveremo un solo istante di più.50
50 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 5-6 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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ALL’ECCELLENTISSIMO SIGNOR SEGRETARIO GENERALE DELL’O.N.U.
OGGETTO: CASO VENETO.
Il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO (V.S.G.), unico erede della mai
caduta VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA (V.S.R.) e depositario della STORIA,
CULTURA E TRADIZIONE VENETA, informa Lei, Signor Segretario, di quanto sta attualmente
e da parecchi anni accadendo della NOSTRA AMATA PATRIA VENETA.
Sicuramente Lei non sarà a conoscenza della triste situazione che da oltre un secolo ormai
lo stato italiano CI impone.
Questo stato infatti seppur membro della nobile organizzazione da Lei rappresentata e
anche membro del Consiglio di Sicurezza, seppur firmatario di tutti i trattati per la libertà e
l’autogoverno dei popoli, seppur giustamente sempre pronto a schierarsi dalla parte degli oppressi
qualunque sia la loro latitudine e il loro credo politico, si rifiuta di vedere e sentire uno dei più
antichi popoli Europei, IL POPOLO VENETO, che anzi, da 120 anni a questa parte, non fa che
calpestare (dapprima con viscerale ferocia ed ora con la più bassa astuzia corruttrice).
E fatto curioso da notare in tutta la vicenda è che il POPOLO VENETO, il POPOLO
perseguitato, ha il suo millenario territorio non chissà dove, ma bensì entro gli stessi confini dello
stato che lo perseguita, lo stato italiano.
Il governo italiano ha sempre succhiato con avidità ogni Veneta risorsa, costringendo la
GENTE VENETA in uno stato di estrema ed innaturale miseria e privandola della SUA ANTICA
LIBERTÀ.
Circa 120 anni or sono le “forze liberatrici italiane” (nonostante che poco prima fossero
state sconfitte nel 1866 sia per terra -Custoza-, che per mare -Lissa- dalle ben inferiori ma
coraggiose armi Venete), col pretesto di volerci trarre dal dominio austriaco, tramite un mostruoso
baratto ed un illecito plebiscito si appropriarono del VENETO TERRITORIO.
IL POPOLO VENETO, fu così privato della SUA PLURIMILLENARIA LIBERTÀ ED
INDIPENDENZA.
Eccellenza, riteniamo di non doverle ricordare che il POPOLO in questione, quel POPOLO
che NOI rappresentiamo, è l’erede di quella VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA che per più
di 1100 anni è stata indiscussa garante di civiltà per il mondo intero, dimostrando livelli di
tolleranza, onestà, saggezza e buon governo mai conosciuti prima.
Ebbene, si dà il caso che per lo stato italiano questo nostro glorioso passato non abbia
alcuna importanza; anzi, è come se non fosse mai esistito.
Ciò che per tale stato invece esiste è soltanto la sua storia, una storia che oltre ad essere
praticamente appena nata, non può certo annoverare in essa successi o riconoscimenti, ma bensì
ogni genere di fallimento e degrado, una storia per la cui causa il VENETO, in poco più di un
secolo di “sudditanza italiana”, ha dovuto subire: guerre (sempre offensive!!!), con una media di
una ogni 15 anni; tragiche ideologie come la dittatura fascista e razzista; umiliazioni, malattie e la
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più nera miseria. Dal 1870 ad oggi, oltre 4 milioni di VENETI sono stati costretti ad emigrare in
ogni parte del globo per sfuggire all’insopportabile condizione provocata dai “liberatori italiani”.
Sempre da queste “brave persone” furono anche messi in atto dei piani di
“italianizzazione” volti a togliere ai VENETI fino all’ultimo più piccolo indizio sulla loro
provenienza ed identità di VERO POPOLO; a tale scopo furono introdotti della vita quotidiana
della NOSTRA GENTE modelli culturali, storici e tradizionali “nazionali” che portarono
confusione nei pensieri e nei cuori.
Oggi molti VENETI sono convinti di essere pienamente italiani, di non essere niente altro
che italiani; sono convinti che la loro storia sia la storia italiana e che, per contro, questa non sia
affatto corta e costellata di fallimenti, ma bensì lunga e gloriosa (questo è quanto si insegna in una
buona scuola italiana).
Ma i degni discendenti di quei signori che si presero la briga di “salvarci dal giogo
austriaco” sanno bene del continuo inganno in cui ci mantengono, inganno che permette loro di
vivere del Nostro lavoro, dei Nostri sacrifici, delle nostre oneste abitudini di Gente che sa che
soltanto lavorando duramente si può raggiungere uno stato di solido e stabile benessere; benessere
che loro continuamente ci rubano vanificando così tutti i Nostri sacrifici e costringendoci in una
condizione sempre più precaria.
Questa è la realtà che siamo costretti a vivere! Ma cosa sono 125 anni di storia “unitaria”
se raffrontati ai 3500 e più anni di STORIA VENETA?
A guardare i fatti, semmai dovremmo essere NOI ad imporci allo stato italiano e
quest’ultimo ad ascoltarci… ma la NOSTRA STORIA, la GRANDE E SAGGIA STORIA
VENETA CI insegna che sottomettere altre genti per egoistico interesse, per ambizione, per
soddisfare le proprie manie di conquista o comunque per motivi che esulano da una reale necessità
storica, non può portare alcun progresso o evoluzione ma bensì involuzione e barbarie.
Essa CI insegna che il vero progresso non si raggiunge con la conquista ma con l’accordo e
il sacrificio, non si raggiunge con l’inganno ma con l’onestà e l’impegno reciproco… e di questa
verità è d’esempio il millenario successo della V.S.R.
Adesso però siamo stanchi di essere sottomessi ed umiliati ingiustamente, siamo stanchi di
vedere sempre più VENETI cedere all’ammorbamento partitico criminale italiano; siamo stanchi di
scorgere tra di NOI sempre più sangue, odio, rancori e divisioni ideologiche senza senso; siamo
stanchi di costituire la “manna” di quelle “consorterie a delinquere” di roma e di quei veneti
rinnegati loro sostenitori; siamo stanchi di essere continuamente assaliti da “parassiti” che
instancabilmente corrodono il Nostro tessuto produttivo, diffondendo criminali pestilenze come
mafia e camorra, che sfibrano la Nostra Società seminando il terrore, come la droga che ruba la
coscienza e la volontà ai Nostri giovani, come l’omicidio e il sequestro di persona; e siamo stanchi
di non scorgere alcun tentativo da parte dello stato italiano di porre rimedio a tale bestiale
situazione… solo parole, parole, parole… vuote parole e niente altro!!!
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Eccellentissimo, ci sarebbe ancora molto da dire sulle malefatte operate sul NOSTRO
POPOLO e sul NOSTRO TERRITORIO dall’occupante italiano, ma riteniamo che quanto già
espostole sia sufficiente perché Lei possa comprendere la motivazione che, tra l’altro, ci ha
condotti a Lei con queste righe.
Non sopportiamo più di assistere alla lenta assurda agonia della NOSTRA PATRIA
VENETA e al degrado di ogni Nostro principio e valore di POPOLO.
PATRIOTI VENETI, con incrollabile fiducia e lucida coscienza dei Loro diritti e della loro
GRANDE STORIA e a prezzo di indicibili sacrifici, si sono riuniti ed hanno ricostituito il V.S.G.
In tale decisione abbiamo riposto il proposito di riprendere la NOSTRA IDENTITA’ DI
POPOLO LIBERO ed AUTONOMO, riproponendo al mondo l’immagine del NOSTRO ANTICO
E SAGGIO MODO di autogovernarsi secondo i criteri legislativi della V.S.R.
L’attuale principale compito del V.S.G. è di ridestare in ogni VENETO il senso di
appartenere ad un GRANDE ED ANTICO POPOLO le cui abitudini sono imparagonabilmente
diverse da quelle cui si trova ora soggetto per volere del governo italiano; e quindi di educare in
Lui la volontà di battersi democraticamente per il riottenimento dei propri legittimi diritti di
CITTADINO VENETO e, primo tra tutti il diritto di decidere, all’unanimità con ogni suo
FRATELLO VENETO, per l’autogoverno della SUA PATRIA VENETA.
Tale prioritario diritto verrà votato a mezzo referendum popolare che, su disposizione dello
stesso V.S.G., dovrà essere indetto nel VENETO TERRITORIO; cosicché sia soltanto il POPOLO
VENETO, svincolato finalmente dai capestri politici a decidere:
1) o per un futuro di autonomia totale in cui sarà soltanto egli stesso a dettare legge;
2) o per il proseguimento dell’attuale caotico stato di sottomissione in cui è costretto, dove
dovrà sempre sacrificarsi per non ricevere che umiliazioni.
Come V.S.G. Noi rivogliamo ciò che è sempre stato Nostro e che Ci è stato tolto con
l’inganno.
Per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla triste questione
Veneta il V.S.G. è stato costretto ad ordinare alla VENETA SERENISSIMA ARMATA la messa
in atto dell’ormai ben nota azione.
Tale azione, come avrà certamente avuto occasione di leggere, è stata svolta con coraggio,
lealtà ed in piena regola con la Nostre Millenarie Tradizioni (tradizioni che ci impongono la lealtà,
la coerenza e la correttezza al di sopra di tutto).
Non è comunque Nostra Intenzione, Signor Segretario, proseguire per questa strada; è stata
l’assurda e antistorica intransigenza del governo italiano a provocare il Nostro agire.
Come rappresentanti del V.S.G. Noi Ci siamo permessi di farle pervenire la presente,
affinché Lei, con la Sua indiscussa autorità morale, voglia chiedere chiarimento al rappresentante
del governo italiano sulla questione Veneta.
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Da parte Nostra, qualora il governo italiano dovesse dimostrare buona volontà nel recepire
la Nostre più che legittime richieste, Ci dichiariamo sin da adesso totalmente disponibili a far sì che
tutto finisca per il meglio, nel supremo interesse della pace e concordia tra gli uomini.
È intanto nostra profonda speranza che, nonostante i Suoi risaputi mille problemi ed impegni, Lei
voglia considerare queste Nostre esortazioni dedicando ad esse un po’ di riflessione… per il bene
di tutti.51
51 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 1-3 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR SEGRETARIO DELLA NATO
OGGETTO: CASO VENETO.
Il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO IN ESILIO, unico erede e depositario
della STORIA, CULTURA E TRADIZIONE VENETA vuole renderla edotta su quanto in questo
momento sta accadendo nel VENETO SERENISSIMO TERRITORIO, affinché LEI stesso possa
avere una chiara visione dell’attuale situazione VENETA, ribadisce quanto segue:
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO, tramite la VENETA SERENISSIMA
ARMATA, diretta SUA emanazione, è stato costretto a far intraprendere l’azione militare in
questione, colpendo una struttura militare occupante posta illegalmente sul VENETO
SERENISSIMO TERRITORIO. Con tale azione, intenzionalmente a scopo esclusivamente
dimostrativo-dissuasivo, si è soprattutto inteso colpire simbolicamente le forze occupanti e
indirettamente, o meglio, chiamiamo in causa la NATO organizzazione difensiva-militare di cui il
regime occupante fa parte.
In tutto ciò, sia chiaro, non si è alcuna NOSTRA intenzione di mettere in discussione
l’alleanza NATO, che trova nel VENETO SERENISSIMO TERRITORIO uno dei suoi punti di
forza, né tanto meno di continuare con atti ostili contro di essa.
L’azione va invece considerata in un contesto contemplante in special modo una strategia
volta a richiamare l’attenzione sul problema VENETO.
E NOI, in qualità di VENETO SERENISSIMO GOVERNO, auspichiamo, allorché il caso
qui esposto verrà risolto e potremmo quindi godere dei NOSTRI DIRITTI (e solo in tale
eventualità), di continuare tra di NOI la collaborazione di difesa.
Tutto questo potrà aver luogo soltanto se da parte Vostra vi sarà comprensione per le
NOSTRE esigenze e la volontà di stimolare l’occupante italiano alla ricerca di un dialogo, al fine di
far sì che il governo invasore Ci conceda i NOSTRI IRRINUNCIABILI DIRITTI DI POPOLO
EUROPEO (diritti affatto paro di altera fantasia ma eretti sulle solide basi della NOSTRA
STORIA, CULTURA E TRADIZIONE).
Ed in proposito pensiamo che non serva proprio, Illustrissimo Signor Segretario, parlarle
del NOSTRO passato di POPOLO VENETO, allora universalmente riconosciuto e rispettato, o del
ruolo che il VENETO per secoli ha avuto sul piano politico europeo.
Intendiamo bensì metterla al corrente di cose che succedono ai nostri giorni e che Lei
probabilmente ignora-
Ebbene, nonostante il NOSTRO indiscutibile passato, è accaduto che la NOSTRA
STORIA, CULTURA E TRADIZIONE sono state letteralmente cancellate dalla memoria del
NOSTRO POPOLO; e ciò ad opera di una campagna di italianizzazione che conta ben pochi
precedenti nella storia umana.
Detta campagna CI ha imposto modelli di vita e comportamento assolutamente
incompatibili con le NOSTRE abitudini; non solo, ma gli artefici di tale opera di liberazione, come
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la chiamano loro, dopo essersi impossessati del VENETO con l’inganno (questione VENETO-
italiano-austriaca 1861-1866), hanno dato via libera ad una spogliazione di tutti i valori sia morali
che materiali della NOSTRA AMATA TERRA, infame atto che si protrae da più di un secolo e che
ancora oggi continua condotto da collaborazionisti locali.
E ciò che queste lunghe imposizioni hanno prodotto non possono essere considerate
lusinghiere: emigrazioni di massa di milioni di VENETI (1870 ad oggi), costretti dalla fame a
cercare sostentamento in terre lontane e straniere; guerre; epidemie; fascismo; devastazioni
territoriali; aberranti ideologie politiche, che hanno diviso la NOSTRA GENTE; assurde strutture
militari totalmente prive di una reale logica di difesa; droga; una criminalità da NOI mai conosciuta
prima; frantumazione di ogni NOSTRO valore morale, familiare, sociale e umano.
Forse, in mezzo a tanto disastro c’è stato pure un po’ di benessere, certo, è comunque che il
merito non va sicuramente all’occupante ma bensì a quella irriducibile volontà e determinazione
che da sempre abitano l’intimo di ogni VERO VENETO.
E poi, quando, alcuni anni or sono, da una situazione diventata insostenibile, si sono levate
le prime timide voci rivendicanti i NOSTRI sacrosanti DIRITTI pestati e ripestati, queste sono state
bollate dall’occupante “democratico”, come disintegratrici dell’unità, localiste, razziste, egoiste,
anacronistiche, antieuropee, ecc…
Signor Segretario, ripetendoci nel pensare che di quanto su scritto LEI sapesse ben poco,
riteniamo ora utile prospettarle l’eventualità che i governi italiani, qualora interrogati sulla
questione VENETA, faranno di tutto per far apparire privo di fondamento quanto esposto.
In tal caso non possiamo altresì immaginare quali saranno i titoli che una volta ancora ci
accolleranno nel tentativo di ostentarci il loro illegale dominio.
Teniamo comunque a rendere chiaro che qualunque loro proferzione che in qualche modo
ci riguardi non sarà che calunnia.
Inoltre, a scanso di equivoci, NOI ci proclamiamo sgombri da qualsiasi influenza di qual si
voglia provenienza (terrorista o altro), o che non sia comunque prodotto diretto dei dettami della
NOSTRA GRANDE STORIA. E saremo in grado di dimostrarlo ogni qualvolta ci sarà richiesto.
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO è sorto dell’unanime volontà e dai sacrifici del
PATRIOTI VENETI, senza padrini di qual si voglia estrazione o provenienza; e da tali criteri mai
potrà esulare ogni nostra azione, perché così è la NOSTRA tradizione, e tanto è per NOI obbligo di
continua originalità in ogni NOSTRO agire.
Signor Segretario, come LEI avrà certamente constatato, la VENETA SERENISSIMA
ARMATA ha condotto l’azione nel pieno rispetto della NOSTRA nobile tradizione, nonché delle
norme internazionali, e ciò non può che confermare una volta di più l’illecito fine di eventuali
attribuzioni terroristiche che potranno essere, o lo sono già, proferite nei NOSTRI riguardi,
attribuzioni che a questo punto verranno da NOI giustamente considerate come deliberate offese
dirette al POPOLO VENETO ed alla VENETA SERESSIMA ARMATA.
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ILLUSTRISSIMO SIGNOR SEGRETARIO, in conseguenza della situazione su esposta e
a giustificazione della presente LE illustriamo le NOSTRE richieste all’occupante.
Chiediamo la possibilità di autogoverno.
Pertanto, Signor Segretario, prima di decidere la SUA posizione ufficiale, Voglia LEI
ponderarla prima con viva attenzione, nel supremo interesse della Vostra organizzazione e
dell’Europa tutta.
Se accettate la NOSTRA opinione, LE diciamo che conviene molto di più un VENETO
stabile, forte, sicuro e autonomo che un VENETO in preda al caos più completo.
D’altronde, poi, la bilancia della storia pende ormai inequivocabilmente in NOSTRO
favore e in ogni caso NOI non imponiamo nulla, perché sarà il POPOLO VENETO a decidere
tramite referendum prima o poi del suo futuro.52
52 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 7-9 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR PRESIDENTE DI TURNO DELLA COMUNITÀ
EUROPEA
OGGETTO: CASO VENETO.
Il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO in esilio (V.S.G.), unico erede e
continuatore della mai caduta VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA (V.S.R.), e depositario
della STORIA, CULTURA E TRADIZIONE VENETA, si rivolge a Lei, Signor Presidente, per
informarla in modo più possibile chiaro e preciso su quanto sta in questo momento accadendo nel
VENETO SERENISSIMO TERRITORIO (V.S.T.), attuale “costretta” regione dello stato italiano.
Signor Presidente, in quanto V.S.G., Noi riteniamo superfluo dilungarci nel dirle ciò che la
V.S.R. è stata, per centinaia di anni, in un passato non ancora tanto lontano da poter essere
totalmente dimenticato; l’influenza che Essa ha avuto su TUTTO il continente europeo, influenza
che non si può certo considerare negativa; la misura in cui Essa ha contribuito, con il Suo onesto ed
illuminato Governo, con la Sua tolleranza, con la Sua storia e la Sua cultura, a far sì che questo
Nostro Continente diventasse faro e guida per l’intero mondo.
Vogliamo però, che Lei conosca in maniera chiara e inequivocabile tutto il susseguirsi delle
Nostre condizioni di Veneti, da quando è iniziata la Nostra “appartenenza” allo stato italiano sino
ad oggi.
Circa 120 anni fa, nonostante le forze italiane fossero state sconfitte, sia per terra (Custoza)
che per mare (Lissa 1866), dalle più deboli ma valorose armi Venete, esse non si vollero dare per
vinte e tramarono l’inganno, offrendocelo poi su un piatto d’argento.
Con l’ufficiale scopo di liberare la Nostra Gente dal giogo austriaco si impossessarono del
V.S.T.
Nella realtà però, non fecero che realizzare il loro tragico ed antistorico programma di
imperialismo regionale, soggiogando così la Nostra tanto Amata Patria Veneta.
Fu l’inizio di un italiano piano di “disidentificazione veneta”. Tale paino fu steso, come un
nero fuligginoso fumo, su ogni episodio della Nostra storia, su ogni settore della Nostra cultura, su
ogni argomento della Nostra tradizione, su ogni voce della Nostra gente, su ogni antica abitudine
Veneta, su ogni nobile Veneto ricordo, su ogni più piccola traccia del Nostro Grande Passato.
Ci ritroviamo d’un tratto senza nome e senza patria, senza un passato da cui provenire e
senza un futuro in cui continuare, ospiti sgraditi in casa Nostra, schiavi perseguitati nella Nostra
Terra.
Fu devastato ogni Nostro valore Veneto, nell’assurda pretesa di farci indossare l’identità
italiana; ed il governo italiano impugnò le redini politiche, economiche, militari e civili della
Nostra Patria Veneta, causando guasti di una gravità senza precedenti.
Dal 1870 in poi, 4 milioni di Nostri fratelli Veneti, costretti dalla fame dal divampare della
pellagra (malattia che trova appiglio in condizioni di scarsa e stereotipa alimentazione a base di
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farinacei), abbandonarono il Veneto, lasciando le loro case e i loro cari, per cercare sostentamento
in terre lontane ed ostili.
Dovemmo subire: l’imposizione di una quantità di leggi assurde, inconcepibili alla Nostra
mentalità; la presenza di un sempre maggior numero di gabellieri coloniali, autentiche termiti per il
Nostro tessuto economico; le folli manie di protagonismo militare dei vari governi italiani
succedutisi, indiscutibili artefici di un altissimo numero di guerre locali e coloniali, e sostenitori di
ben due guerre mondiali in poco più di 100 anni, con un bilancio di milioni di morti; ideologie
dittatoriali come il fascismo e i suoi derivati; criminalità di ogni genere, condotte a livelli a Noi
impensabili; il male “droga”, responsabile della morte di centinaia di Nostri giovani e della rovina
della vita di migliaia di altri, senza contare il dolore delle loro famiglie e il generale disagio sociale
derivatone; lo smembramento delle Nostre strutture produttive agricole ed industriali, nell’illogica
ed assurda pretesa di conformarle alle esigenze della “nazione italiana”, nazione che per Noi non è
mai esistita e mai esisterà; uno scriteriato abuso del nostro ambiente, abuso che ha provocato una
degradazione giunta ormai alle soglie dell’irreversibile; situazione di disoccupazione “galoppante”,
e volendoci fermare qui, il progressivo consequenziale instaurarsi di un clima di apprensione, di
generale incertezza e di confusione ideologica, situazione questa, che non ha tardato a suscitare
odio, divisione e rancore fra la Nostra Gente, dotandola tra l’altro di modi di vita e comportamenti
incoerenti, incongruenti, contraddittori, irrazionali e, soprattutto, completamente estranei ai Veneti
Principi.
Presidente Illustrissimo, per molti anni abbiamo Noi sperato che la suddetta situazione
mutasse, che ci fosse riconosciuto anche soltanto qualche Nostro diritto.
D’ora in poi sarà il V.S.G. a guidare il POPOLO VENETO, e a definire tale guida non vi
sarà né “Giuda”, né “Caino”-
IL POPOLO VENETO vedrà finalmente il trionfo dei suoi inalienabili diritti.53
53 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 7-8 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR AMBASCIATORE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
IN ITALIA.
OGGETTO: CASO VENETO.
Il ricostituito VENETO SERENISSIMO GOVERNO, in esilio e unico depositario, e
continuatore della vera storia VENETA, si rivolge alla Sua Persona, affinché Ella inoltri la presente
al Governo degli Stati Uniti a comunicazione di quanto segue:
Porgiamo innanzi tutto le nostre scuse al Suo Governo se, durante la dimostrazione attuata
dalla ricostituita VENETA SERENISSIMA ARMATA, sono stati coinvolti soldati americani
(presenti del resto, nel VENETO TERRITORIO senza l’espresso consenso del V.S.G.).
Come GOVERNO VENETO, visto che legami storici, culturali ed economici ci
accomunano, auspichiamo la Vostra comprensione per il nostro agire; in quanto se tale
comprensione vi sarà, non ci sarà altresì motivo per un ripetersi di simili fatti per mano del V.S.G.,
e ciò a tutto vantaggio Vostro, nostro e dell’occidente tutto.
Nella viva speranza di essere stati chiari presentiamo le istanze che seguono:
1) Il V.S.G. chiede che gli venga concessa la possibilità di indire un referendum popolare,
affinché i VENETI tutti possano manifestare la volontà o meno all’AUTONOMIA. Tale
richiesta è conseguenza di innegabili esigenze di carattere storico, culturale, giuridico, morale
ed economico, e quindi massimamente legittimo. Si fa presente, a tal fine, che modalità e
tempi relativi all’indizione del suddetto referendum verranno dal V.S.G.. Si sottolinea inoltre
che soltanto in base al risultato conseguito dall’eventuale referendum il V.S.G. potrà
continuare o cessare di esistere, SOLTANTO IN BASE ALLA VOLONTÀ DEL POPOLO
VENETO.
2) Vogliamo che ci vengano riconosciuti e restituiti i nostri diritti di POPOLO EUROPEO, da
120 anni ormai ingiustamente negativi dall’occupante italiano.
3) Nel VENETO SERENISSIMO TERRITORIO vi sono molte installazioni militari U.S.A. di
importanza tutt’altro che trascurabile. Ebbene l’azione compiuta dalla VENETA
SERENISSIMA ARMTA è stata puramente a scopo dimostrativo, in quanto volta
esclusivamente ad attirare l’attenzione internazionale sul problema che deve anch’esso essere
riconosciuto come internazionale e che non potete quindi ignorare ulteriormente, noi non
mettiamo in discussione l’alleanza N.A.T.O., né tanto meno la Vostra permanenza nel
VENETO SERENISSIMO TERRITORIO. Vogliamo invece fermare la Vostra attenzione, ad
esempio, sul fatto, di per sé molto indicativo, che il simbolo del LEONE ALATO cucito ai
Vostri berretti e uniformi è, in verità, la rappresentazione del LEONE ALATO, DA
SEMPRE SIMBOLO DELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA, IL NOSTRO
SIMBOLO!!! Quel simbolo che, per secoli e secoli, è stato l’unico baluardo in occidente
contro la leggendaria prepotenza ottomana. Alla luce di questa e di altre simili
considerazioni, e con la speranza di una radicale Vostra avvedutezza di esse, pensiamo possa
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essere Vostro vantaggio frenare eventuali eccessi di “italiano nazionalismo” peraltro ridicoli,
intenzionati ad ostentare il potere italiano sul VENETO, o sconsiderate azioni di organismi
più o meno collegati al governo occupante, o aperte posizioni di condanna da parte Vostra, o
incondizionati “appoggi” al governo italiano. Pensate un momento alla recente storia, a Voi
tutt’altro che favorevole (Vietnam, Iran, Libano, Nicaragua, Libia) e mettetevi in testa che se
una simile situazione dovesse prima o poi interessare il VENETO, questo non è né Vietnam,
né Iran, né Libano, né Nicaragua o qualsiasi altro stato aggiungervi si voglia. Pensiamo che
vi potrebbero essere conseguenze incalcolabili qualora a noi fossero usati atti ostili. Potreste
anche avere la meglio, ma ciò sarebbe soltanto momentaneo, la storia farebbe comunque il
suo corso, e Voi, con noi, sapete bene qual è. Pertanto eventuali Vostre azioni contro di noi,
potrebbero essere giustificate soltanto da motivazioni di principio, ma sarebbero convenienti
tali azioni nei nostri confronti, quando le nostre richieste sono così legittime, motivate e
moderate da poter essere da Voi accolte senza che venga lesa la Vostra dignità, senza che
venga anche minimente offeso il Vostro e l’Altrui onore? Non dimentichiamo che il Vostro
prestigio internazionale è ora più che mai nelle Vostre mani. Noi, come GOVERNO
VENETO, non poniamo particolari condizioni per l’inizio di una trattativa, né sul “come” né
sul “dove”, purché essa abbia luogo in modo legittimo ed il più presto possibile. Potrà essere
pubblica o privata, secondo la Vostra volontà, e starà pure a Voi decidere se far o no
“precipitare” la situazione. Meglio un VENETO AUTONOMO, FORTE, STABILE E
SICURO, che non, un VENETO in preda al caos più totale.
4) Dietro a tutto ciò non c’è assolutamente nessuno che “tira le fila” (come ad esempio KGB,
Libia, Bulgaria, ecc.), tranne la nostra consapevolezza dei nostri diritti, le nostre grandi
ragioni storiche, la nostra ferma, incorruttibile volontà di patrioti VENETI. Noi siamo
sempre stati forti della nostra ideologia, della nostra grande storia (costruita dal lavoro, dagli
sforzi, dai sacrifici, dall’onestà, dai principi, dalla forza e dalla volontà dei nostri grandi e
nobili PADRI VENETI), dalla nostra tradizione, dalla nostra cultura e dalla fiducia in noi
stessi; ed il solo contatto con un’ideologia estranea alla nostra (specialmente se dimostratasi
incapace di autogestirsi efficacemente) sarebbe per noi la più grande di tutte le umiliazioni
possibili. E da questo trae alimento l’originalità di tutte le nostre azioni. Pertanto ogni
eventuale Vostra o altrui congettura sulla non originalità del nostro agire non ha e non avrà
mai alcun fondamento. È fuori discussione che, ora, più di qualcuno sarebbe disposto a
“darci una mano” e perorare la nostra causa al fine di destabilizzare una così vitale area. Sta
solo a Voi ora, al Vostro buon senso, scongiurare o aiutare una simile possibilità… e noi
speriamo nella Vostra saggezza.
5) Chiediamo un incontro con un Vostro Rappresentante. Vi informeremo noi sul come e il
dove di tale eventualità.
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6) Sull’attuale lealtà e stabilità politico-economica italiana, se fossimo in Voi avremmo qualche
dubbio e, magari, cercheremo di vederci un po’ più chiaro. È infatti nostra opinione che la
reale situazione generale italiana sia da Voi, e non del tutto, in gran parte ignorata.54
54 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 4-6 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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A SUA ECCELLENZA L’AMBASCIATORE ……………………………………….
Il Veneto Serenissimo Governo, diretta emanazione della volontà popolare, e unico
difensore della Veneta Storia, dei Veneti Valori e delle venete tradizioni, propone alla vostra
attenzione il seguente
Memorandum sul Caso Veneto,
e invita cortesemente la Vostra Illustrissima Persona a trasmetterlo al Vostro
Eccellentissimo Governo.
Quanto in questi giorni sta accadendo nella Storica Veneta Nazione, impropriamente
denominata “Regione Veneto dello Stato Italiano”, non è che il risultato di molti anni di
preparazione e di durissimi sacrifici sostenuti da Veneti Patrioti di ogni censo sociale che mai
hanno voluto accettare l’arbitraria soppressione della Veneta Serenissima Repubblica.
Il Veneto Serenissimo Governo, ricostituitosi in data 25 gennaio 1987, emanava i
Fondamentali Principi della Veneta Costituzione e le Direttive tattico-strategiche finalizzate a
portare la Veneta Serenissima Patria all’indipendenza.
In una storica e solenne cerimonia, svoltasi in data ……………………, veniva dichiarata
l’indipendenza della Veneta Serenissima Patria da 130 anni di occupazione Italiana. Quale
immediata conseguenza, venivano diramati gli ordini di operazione, al fine di ottemperare alle
disposizioni presenti nella Dichiarazione d’Indipendenza.
Nel proposito di agevolare il Vostro Eccellentissimo Governo nel mettere a fuoco quanto
più chiaramente possibile il Caso Veneto, riteniamo utile darvi alcuni cenni storici in merito.
Il Veneto Popolo è uno dei più antichi popoli del mondo. Le innumerevoli testimonianze
archeologiche sparse in tutta Europa, e spesso anche al di là dei suoi confini, avvallano pienamente
questa tesi.
Con la Veneta Serenissima Repubblica, i Veneti raggiunsero il loro apice socio culturale.
Tale istituzione seppe produrre buon governo per oltre un millennio, dando un contributo decisivo
all’edificazione della difesa e della stessa civiltà europea.
Ma poi c’è stato chi ha preteso che tutto questo fosse d’un tratto cancellato, come se non
fosse mai esistito; che i Veneti diventassero una popolazione italica bramosa di essere assoggettata
a Roma, che la Veneta Serenissima Repubblica fosse considerata uno “Staterello Marinaio
oligarchico, autoritario e feudale” da cancellare quanto prima dalla storia europea.
E, infatti, così è stato. A cominciare da quel tremendo giorno del 12 maggio 1797 con
l’invasione napoleonica, sostituita poi dall’invasione austriaca e infine, nel 1866, dall’occupazione
militare italiana, fu pretesa la fine del Veneto quale Nazione Indipendente.
In quell’occasione, le “Forze Italiane di Liberazione”bandirono un osceno plebiscito-farsa
(al cui confronto le tanto vituperate farse elettorali bulgare e cilene di qualche anno fa appaiono
esempi di democrazia) con il quale, di fatto costrinsero il 99.99% della Veneta Popolazione a dare
il consenso per l’annessione del Veneto al Regno d’Italia.
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Dal tragico Ottobre 1866 la Nostra veneta Patria ha dovuto sottostare ad una terribile
sequela di sciagure, di guerre fatte a tutti e contro tutti, di deliri ideologici, di carestie con
conseguenti emigrazioni in massa di milioni di Veneti che, per sfuggire alla miseria e alla fame
causate dall’occupante italiano, hanno dovuto abbandonare la loro terra e cercarsi altrove di che
sopravvivere.
Ma nonostante tutto questo scempio, il Veneto, facendo appello unicamente alla Sua
grande volontà e determinazione, ha saputo riemergere dal barastro economico in cui era stato
precipitato, diventando per tutti modello ed esempio di organizzazione e produzione.
Questi lusinghieri risultati non devono però trarre in inganno. Il Nostro sistema economico
sta per essere annientato ancora una volta da uno stato parassitario ormai sull’orlo del collasso
finanziario, con conseguenze facilmente immaginabili. È, quello italiano, uno stato completamente
privo del concetto di etica, incosciente dispensatore di valori in netto contrasto con i Veneti valori.
Con la sua logica perversa ha già avvelenato intere generazioni di Veneti che, ormai estranei ad
ogni Veneto Valore e a ogni veneta Dignità e Coscienza storica, si stanno perdendo in uno dei più
assurdi modelli di esistenza che mai sino stati concepiti.
Verso la fine degli anni ’70, constatando che il degrado della Veneta Terra era ormai
prossimo alla soglia dell’irreversibilità, i primi coraggiosi Veneti Patrioti ben consapevoli dei loro
naturali diritti e della loro grande storia, hanno incominciato, fra mille difficoltà ed incomprensioni,
a concretizzare una soluzione. Da allora, questi Veneti hanno lavorato con grande tenacia per
risvegliare la Veneta Coscienza nella Nostra gente; hanno approfondito la Loro conoscenza della
Veneta Storia e dei Veneti Ideali; sono aumentati sempre più ed hanno trasmesso il Loro sapere, i
Loro valori ed il senso del Loro agire alle nuove leve.
E tutto questo è stato fatto per quasi vent’anni, in un silenzio e in una solitudine pressoché
totali, senza scendere mai ad alcun compromesso e senza accettare mai alcuna collaborazione con
l’occupante italiano, come invece hanno fatto e stanno tuttora facendo sedicenti movimenti
federalisti o indipendentisti, che, sbraitano a gran voce e in verità non fanno che confessare la
discutibilità delle loro intenzioni.
Adesso, con la Nostra solenne Dichiarazione d’Indipendenza siamo finalmente usciti allo
scoperto, decisi più che mai a porre fine all’assurda occupazione italiana della Veneta Serenissima
Patria.
Ogni Popolo, come Voi ben sapete, ha il diritto all’autodeterminazione, diritto sancito più e
più volte dai massimi organismi internazionali. Noi Veneti siamo una Nazione Storica d’Europa, e
non una “parte” dello Stato Italiano; e mai smetteremo di lottare per la Nostra libertà e identità e
per poter essere i soli padroni del Nostro destino.
L’obbiettivo del Veneto Serenissimo Governo è di arrivare all’indipendenza della Veneta
Serenissima Repubblica, con modi pacifici e di alto richiamo e quindi attraverso una trattativa
politica. Ma se ciò non fosse possibile, ostinandosi il governo occupante a pensare in termini della
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sola sua maggior forza e minacciando di stroncare brutalmente i Veneti Patrioti, il Veneto
Serenissimo Governo saprà reagire con fermezza, coraggio e lealtà, come è nelle Venete
Tradizioni, e di certo troverà adeguate risposte a tale sconsiderato affronto.
Voglia il Vostro Eccellentissimo Governo prendere atto di quanto suddetto, al cui proposito
ci permettiamo di concludere con un’ultima considerazione. Per ottenere il riconoscimento a livello
internazionale necessitano tre fondamentali fattori:
una Terra, un Popolo, un Governo.
Noi abbiamo tutto questo, ma, ancor prima, abbiamo l’inalienabile diritto di rimanere ciò
che da sempre siamo: VENETI, al di là di qualsivoglia altrui preconcetto e insensata pretesa.
P.S. nei prossimi giorni un nostro Ambasciatore, munito di tutte le credenziali del caso,
prenderà contatto con la Vostra Spettabile Ambasciata per fornirle ulteriori e più appropriate
spiegazioni in merito alla presente.55
55 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “MEMORAMD.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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SUA ECCELLENZA IL SIGNOR AMBASCIATORE DI ……………………
Signor…………………….., Ambasciatore e Membro del Veneto Serenissimo Governo,
latore della presente lettera di credenziali diplomatica rilasciatagli in data …………. Dall’ufficio di
cui sopra e controfirmata per accettazione dal Veneto Serenissimo Doge, munito del Documento di
Identificazione N°……. rilasciatogli in data……………..
è autorizzato dalle Venete Serenissime Autorità
a prendere gli opportuni contatti con questa Spettabile Ambasciata, con il proposito di
spiegare il Caso Veneto e ciò che sta accadendo in questi giorni, di fornire tutti i necessari
ragguagli riguardo al nostro memorandum pervenutovi recentemente a mezzo posta, e gettare le
prime basi per un eventuale arbitraggio internazionale.
Sempre che l’Eccellentissimo Governo da Voi rappresentato lo ritenga utile, al fine di
dirimere pacificamente la questione Veneto-Italiana, nell’interesse di tutti.
Nella fiduciosa attesa di una Vs. risposta, Vi porgiamo i nostri più distinti saluti.56
56 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “MESSAMB.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, intestato Sezione Ufficio Relazioni Estere, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO – VENETO SERENISSIMO DOGE. Il presente documento è stato redatto anche in francese ed inglese.
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AL PRESIDENTE E ALLA GIUNTA DELLA REGIONE VENETO.
Il ricostituito Veneto Serenissimo Governo in esilio (V.S.G.), unico erede della mai caduta
Veneta Serenissima Repubblica (V.S.R.) e continuatore della Veneta Storia, Cultura e Tradizione,
comunica quanto segue.
Presidente, per il suo ruolo rappresentativo italiano della regione Veneto e della Giunta
partitocratrica antiveneta, il V.S.G. La ritiene responsabile di tutto il degrado sociale, morale,
economico ed ambientale che la Nostra Amata Veneta Patria si trova costretta a subire.
Come “Presidente dei Veneti”, Lei avrebbe dovuto esprimersi unicamente in atteggiamenti
di responsabilità e di rispetto nei confronti della Veneta Storia e dei Veneti Valori, proponendo allo
stato italiano programmi democratici che NON fossero antitetici ai Veneti Principi e che
rispettassero la dignità e l’autonomia del Veneto Popolo.
Invece Lei, da buon italiano qual è, non ha esitato un solo attimo a farsi rappresentante di
quella famelica marmaglia partitica definitasi “Stato italiano”, continuando così, sulla strada dei
Suoi predecessori, a spogliare il Veneto di ogni Sua risorsa ed a riempire le casse senza fondo di
Roma e dei suoi insani partiti.
Lei e i Suoi seguaci avete fatto di tutto per togliere ai Veneti la Loro Storia, la Loro
Coscienza e la Loro Identità di Popolo. Avete fatto di molti di Loro dei docili strumenti al volere
del vostro padrone italiano. Avete seminato odio, rancori e divisioni tra la Nostra Gente,
disperdendola in mille partiti e costringendola a sostenere blande ideologie assolutamente estranee
alla Veneta Storia, Cultura e Tradizione.
E avete fatto tutto ciò per soddisfare l’assurda italiana pretesa di fare della veneta gente…
gente italiana, pur ben sapendo che la storia da voi sostenuta è unicamente frutto di un illegale
quanto miserevole patto, e di una farsa elettorale perpetrata 120 anni or sono ai danni del Veneto
Popolo da individui i cui attuali degni discendenti hanno il fariseo coraggio di pretendere che li si
consideri “convinti autonomisti”.
Per mano italiana il Veneto ha subito e tuttora subisce devastazioni di dimensioni tali che
non trovano pari in tutta la storia europea. È stata tolta ai nostri giovani la possibilità di un avvenire
che non sia impregnato di droga e di delinquenza, di mafia e di corruzione, di criminalità e di
confusione, tutte “innovazioni”, queste, donateci da quelle forze politiche che Lei, caro Presidente,
rappresenta e approva pienamente.
Il Nostro tessuto sociale ed economico, nonostante la grande volontà di progredire dei
Veneti che ancora resistono alla vostra azione distruttrice, è costantemente sottoposto a durissima
prova da balzelli di ogni genere.
Il Veneto ambiente sociale, morale ed ecologico, incessantemente colpito dal vostro sputo
avvelenato, ha ormai raggiunto un livello di degradazione tale da sfiorare la soglia
dell’irreversibile.
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L’aver causato tanta devastazione però non vi basta ancora: anzi, a quanto pare ciò non fa
che spingervi ancora di più ad impoverire la Nostra Terra e la Nostra Gente, senza che in voi vi sia
scrupolo alcuno (sia d’esempio l’attuale condizione in cui versa la Nostra Capitale Venezia).
Potremmo dilungarci per molte righe ancora nell’elencare la totalità delle vostre malefatte
nella Veneta Terra, ma pensiamo che quanto già detto basti a fornirle un’idea sullo scopo della
presente: ORA IL VENETO POPOLO HA QUALCUN ALTRO DA ASCOLTARE E SEGUIRE,
IL V.S.G. ….NOI!!!
Per Lei e i suoi soci di partito è quindi il momento di guardare in faccia la realtà. Con il
vostro assurdo ed insano agire avete altamente umiliato e tradito la Veneta Gente e la Veneta Terra;
e tale vostro comportamento, già di per sé passibile di punizione, risulta ancor più condannabile dal
fatto che a tradirci siete stati voi, ingrati discendenti di quei valorosi Veneti che tanto hanno fatto e
tanto si sono sacrificati per costruire ciò che la vostra assurda stupidità ha così orribilmente
distrutto.
Come V.S.G., Noi vi avvertiamo che ogni vostro ulteriore futuro atto contro la Nostra
giusta causa, RIPORTARE IL VENETO ALL’AUTOGOVERNO NEL PIENO RISPETTO
DELLA VENETA STORIA, CULTURA E TRADIZIONE, sarà considerato un attentato agli
interessi del Veneto Popolo e come tale punito, secondo la legislazione della V.S.R.
Caro presidente, cari signori tutti, il vostro tempo è finito.
Ora la storia ha ripreso il suo giusto cammino.
D’ora in poi sarà il V.S.G. a guidare il Veneto Popolo, e a difendere tale guida non vi
saranno più… né alcun “Giuda”, né alcun “Caino”!
Il Veneto Popolo vedrà finalmente il trionfo sei Suoi Inalienabili Diritti.57
57 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZZLETT.TXT” pp. 23-24 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, datato 30 agosto 1994, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO.
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ALL’UNIONE GENERALE ARTIGIANATO VENETO
A TUTTI I VENETI ARTIGIANI
Il Veneto Ricostituito Serenissimo Governo (V.S.G.), unico erede della mai caduta
VENETA SERENISSIMA REPUBBLCA (V.S.R.) e depositario della storia, cultura e tradizione
Venete, in questo tempo d’azione si rivolge a TE, per invitarti a conoscere, e quindi a giudicare con
chiarezza e cognizione di causa, quanto sta in questo momento accadendo nella NOSTRA AMATA
PATRIA VENETA.
Come V.S.G., Noi, in aiuto al tuo giudizio, ci permettiamo di darti qualche breve cenno
storico sulla fulcrante posizione occupata dal VENETO nei secoli addietro, volendoti con ciò
fornire una sufficiente motivazione a tutto il NOSTRO agire.
Già da molte centinaia d’anni prima di Cristo il POPOLO VENETO (un ceppo umano di
provenienza Indo-Europea, dissimile, per usi, costumi, tradizioni e pensiero a qualsiasi altro
conosciuto) si stanziò nell’attuale VENETO TERRITORIO, mantenendosi per più di tre millenni
indipendente e libero da qualunque imposizione che arrivasse d’oltre confine (impero romano
compreso, contro il quale diede a tutto l’occidente esempio di profondo coraggio e ferrea
determinazione, di saggezza, laboriosità e senso del commercio).
Già da molto tempo prima che l’astro romano prendesse a brillare i NOSTRI ANTENATI
VENETI, avevano aperto vie commerciali attraverso l’intera Europa, dal Baltico all’Egeo.
Nei tempi bui delle razzie barbariche gruppi di Veneti si rifugiarono nelle isole lagunari
dell’attuale VENETO TERRITORIO, costruendovi la prima VENEZIA (letteralmente “CITTA’
DEI VENETI”).
VENEZIA venne quasi subito nominata REPUBBLICA VENETA essendosi distinta per la
saggia forma di governo che in essa vigeva, per l’onestà dei vari amministratori che in essa si
succedevano, per la tolleranza che vi regnava, per il carattere di continua innovazione che da essa si
diffondeva, per l’unanime volontà e tenacia di progredire dimostrata dai suoi abitanti.
In possesso di tali requisiti la V.S.R. divenne, col passar del tempo, una delle più potenti
nazioni del mondo; a conferma di ciò basti pensare alla potenza del SUO ARSENALE MILITARE
(unico baluardo occidentale in grado di opporsi alla furia selvaggia delle armate ottomane) e alla
solidità della SUA economia (per un periodo di settecento anni non conobbe praticamente
inflazione). Com’era naturalmente nelle SUE capacità, la V.S.R. non tardò a rendersi conto
dell’importanza che essa andava rivestendo in campo sociale ed economico. Nella SUA
SAGGEZZA si preoccupò tra l’altro di promuovere il diffondersi dell’artigianato, secondo la sua
ottica considerato la “forma di lavoro più creativa ed autonoma” e quindi più PRODUTTIVA.
Sovvenzionò efficacemente tutta quella rete di “botteghe” di ogni genere e tipo, portando
l’Artigianato al titolo di “forma di produzione di prima grandezza” (un titolo, del resto, che ancora
oggi trova piena conferma negli originali ed artisticamente insuperabili capolavori in vetro e
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cristallo di Murano, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo) e permettendone così una rapida
espansione in tutto il SUO TERRITORIO.
Questa condizione di prosperità si protrasse per secoli e secoli e conferì alla V.S.R. e al
SUO POPOLO (considerato elemento prioritario del tessuto sociale ed economico, e non “un
indesiderato effetto collaterale” come viene considerato dall’ultimo attuale governo) prestigio e
ricchezza.
Era una condizione in cui non ribollivano rivendicazioni di alcun genere e dove il popolo
capiva (e ne era fiero) che il benessere in cui viveva, oltre che del suo lavoro, era anche e
soprattutto frutto della bontà e d onesta della sua Repubblica.
Di ciò ne danno chiara conferma i vari momenti di difficoltà attraversati dalla V.S.R.,
momenti che videro i VENETI ARTIGIANI (costituenti allora gran parte del POPOLO VENETO)
abbandonare i loro privati interessi per costituire corpo unico con la loro AMATA PATRIA, dando
più volte superba prova di coraggio, lealtà, volontà e capacità di difendere la loro REPUBBLICA, a
salvaguardia del benessere dell’intera VENETA NAZIONE.
Poi però, accadde che, l’orda napoleonica prima e le truppe austriache poi occuparono la
NOSTRA TERRA, dopo ben 1100 anni di documentata libertà ed indipendenza, interrompendo il
Veneto equilibrio.
Nel 1866 parve che ci fosse che ci voleva di nuovo liberi, ma in verità era solo un pretesto
perché noi dovessimo cambiare padrone. Le forze italiane iniziarono un’azione di “liberazione” del
Veneto dal dominio austriaco, ponendo in realtà le basi per il compimento di un’operazione di
devastazione economica, sociale, culturale e tradizionale che ha ridotto il Veneto alle attuali
condizioni, a soddisfazione di una stupida quanto patologica mania di “italiano espansionismo”.
A voler considerare i fatti però, ancora una volta trovano ragione le motivazioni che, tra
l’altro, ci hanno spinti ad arrivare fino a Te, Caro Artigiano Veneto, con queste righe.
Nonostante che le forze italiane fossero superiori in numero ed armi, vennero duramente
battute dalle ben inferiori ma coraggiose armi Venete sia per terra (Custoza) che per mare (Lissa).
Anche se sconfitte però, tramite un mostruoso inganno e una vergognosa farsa elettorale,
queste riuscirono ad appropriarsi del VENETO TERRITORIO, provvedendo subito ad iniziare
l’opera di devastazione suddetta. Da quei tristi momenti ad oggi il VENETO per mano italiana ha
dovuto subire:
- trafugazione di ogni genere di risorsa;
- razzie e violenze di ogni tipo;
- migliaia e migliaia di inutili quanto assurdi lutti, causati da folli manie di protagonismo
militare;
- immani distruzioni, con l’irreparabile perdita di passi unici e preziosi della NOSTRA
STORIA, CULTURA E TRADIZIONE;
- imposizioni politiche, cultura e tradizioni a NOI estranee ed inaccettabili;
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- tentativi di oscuramento del NOSTRO PASSATO E DELLA NOSTRA IDENTITA’ di gente
Veneta;
- tasse e balzelli di ogni tipo, a compensazione dell’economia “bucata” di uno stato in perenne
fallimento (imposizioni queste che hanno ridotto alla fame la NOSTRA GENTE,
costringendo molti Artigiani Veneti ad emigrare in terre lontane in cerca di sostentamento, e
gli altri, quelli che non ce l’hanno fatta ad abbandonare ogni loro avere, a lavorare fra mille
stenti, privazioni ed umiliazioni). E tutto questo in nome di un’Italia da Noi mai voluta e per
Noi mai esistita.
Dopo le due grandi guerre e le conseguenze che queste lasciarono nella NOSTRA TERRA,
il POPOLO VENETO, con gli Artigiani in prima fila, si impegnò nella ricostruzione di tutto quanto
era andato distrutto e non meno contribuì in maniera decisiva all’edificazione di quell’Italia
moderna e attuale tanto cara agli italiani d’oggi.
In compenso dell’aiuto dato siamo ancora una volta ricambiati con altre distruzioni,
corruzioni ed imposizioni di ogni genere: mafia, camorra, droga, partiti famelici, immonde
ideologie, sangue, odi, rancori, divisioni fra la NOSTRA GENTE, insicurezza di un decente futuro
per i NOSTRI GIOVANI, inquinamento, snaturamento di ogni valore umano.
Caro Artigiano Veneto, nonostante l’attuale apparente benessere la TUA attività, tuttora
uno dei cardini dell’economia Veneta, è ogni giorno di più un succoso bersaglio per una miriade di
parassiti burocratici (appoggiati da veneti snaturati che avendo perso ogni Veneta dignità si fanno
loro sostenitori) che, in possesso di un’infinità di leggi, leggine e malversazioni d’ogni genere, ti
negano ogni TUO diritto, anche il più sacrosanto, distruggendo qual po’ che ancora riamane di
questa nobile forma di lavoro, a tutto vantaggio delle grandi compagnie pubbliche e private da
sempre “buseta e boton” con il palazzo.
Ebbene Caro Artigiano Veneto , per fermare tutto ciò, per evitare che il cappio italiano si
stringa irreversibilmente attorno al TUO collo, non vi è altra via che l’AUTOGOVERNO.
Il Veneto DEVE ritornare autonomo. Bisogna smettere di accettare che questo sacrosanto
diritto continui ad essere al Veneto negato. Artigiano Veneto, se vuoi poter contare a lavorare e
progredire senza che quello che produci ti sia regolarmente divorato da torme di insaziabili termiti,
devi prendere coscienza della TUA NATURA DI VENETO.
Devi riconoscerti come prodotto e continuatore di una storia, cultura, tradizione ed
economia che non hanno assolutamente nulla da spartire con quelle a cui sei soggetto. Devi opporti
energicamente a qualsiasi tentativo volto a cambiare la TUA identità di cittadino Veneto. Noi
abbiamo 3500 anni di storia NOSTRA documentata ed inoppugnabile da opporre a 120 anni di
meschino sfruttamento condotto da un sedicente “stato” che tale non è mai stato e mai potrà essere,
mancando dei requisiti essenziali per poter governare; non pensi che tanto basti per decidere di
farla finita una volta per tutte con questo insaziabile sfruttatore???
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Ora Ti invitiamo a riflettere sulla giustezza delle NOSTRE rivendicazioni di Veneti; Ti
vogliamo con Noi a sostenere la VENETA CAUSA.
Uno dei primi obbiettivi del V.S.G. è di far pressione sul governo occupante, affinché ci
conceda l’indizione di un REFERENDUM POPOLARE che possa permettere al POPOLO
VENETO di votare per la PROPRIA AUTONOMIA.
Caro Artigiano Veneto, la presente missiva è stata indirizzata anche alla sede generale
dell’Unione Artigiana dove tu sei iscritto. Se da tale associazione dovessero uscire contrasti a
questa Nostra legittima azione autonomista o atti di sostegno al regime occupante, Noi Ti invitiamo
a non porre in essi considerazione alcuna ma bensì, sé e come puoi, di agire a loro contro.
Se pensi che ti chiediamo tanto, allora Ti preghiamo di ricordare ancora una volta che ciò
contro cui ti invitiamo a combattere al Nostro fianco è la causa di tutti i Tuoi problemi e sofferenze.
Non temere!, facendo ciò che ti chiediamo Non agisci illegalmente ma secondo la più
giusta delle leggi: LA TUA LIBERTA’.
D’accordo, nel manifestare la TUA volontà di cambiare la situazione dovrai dimostrare
coraggio, ma pensa a quanto ne stanno già da tempo dimostrando i TUOI fratelli patrioti impegnati
in questa Nostra nobile azione di libertà, azione che ha preteso e pretendo tuttora da loro continua
preparazione, sacrifici e rinunce.
Fratello Veneto, la giustezza del Nostro agire sta scritta nella NOSTRA GRANDE
STORIA VENETA, una storia di successi e di soddisfazioni, una storia fatta da un popolo dotato
della rara e saggia capacità di governare sé stesso secondo un criterio di evoluzione e progresso mai
visto prima né ripetuto dopo, una storia da più di un secolo ormai perfidamente infangata da chi
storia non solo non ha, ma non sa nemmeno cosa significhi il termine, una storia che, se
momentaneamente interrotta, deve essere ora ripresa e continuata, per il bene NOSTRO e di che ci
vive vicino.
Ecco la NOSTRA proposta: unisciti a NOI per continuare insieme la NOSTRA GRANDE
STORIA VENETA.
Artigiano Veneto, ora più che mai il TUO futuro è nelle TUE mani; unisciti ai TUOI
Fratelli Veneti e sostieni la VENETA CAUSA sino al SUO IMMANCABILE TRIONFO.58
58 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “VDBAFF.ZIP BOZLETT.TXT” pp. 1-4 presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma V.S.G..
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OGGETTO: MESSAGGIO DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO ALLE SEDI
DELLA LIGA VENETA
Il Veneto Serenissimo Governo, ricostituitosi il 25/01/1987, determinato a porre definitiva
soluzione allo stato di sudditanza in cui l’Italia da troppo tempo ormai costringe la Veneta Nazione,
si rivolge in questo messaggio ai rappresentanti delle su specificate sedi leghiste, alle quali
ORDINA
1) di prendere atto che IL VENETO È UNA NAZIONE INDIPENDENTE, e, come tale, è
naturalmente insofferente nei confronti di qualsiasi associazione che non sia coerente con i
Veneti Principi;
2) di dichiarare quanto prima le loro posizioni di consenso o dissenso in riferimento al punto (1)
Avverte che coloro che si dimostreranno contrari all’indipendenza del Veneto verranno considerati
italiani e come tali trattati, mentre coloro che si dimostreranno favorevoli dovranno contattare AL
PIÙ PRESTO lo stesso V.S.G., la cui sede è dislocata al recapito indicato in calce al presente
messaggio, ed assumersi il compito di informare il Veneto Popolo sulle imminenti azioni che la
Veneta Serenissima Armata si appresta a condurre sul Veneto Territorio, azioni che verranno loro
comunicate all’atto di contatto.59
59 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “MESSLIGA.TXT” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO, datato 16/08/1994.
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COMUNICATO INVIATO ALLE SEDI DELLA LEGA
Questo scritto è emanazione del VENETO SERENISSIMO GOVERNO, che da tempo
agisce, in semiclandestinità, in sintonia con la Veneta Storia.
Il Veneto Serenissimo Governo intende attuare, attraverso fasi progressive, un’azione volta
a liberare il Veneto Territorio dal giogo dell’occupante italiano (e non solo).
Quindi, si chiede a Voi tutti, variamente impegnati nella Veneta Causa, di collaborare con
il Veneto Serenissimo Governo al fine di ripristinare nel Veneto Territorio l’unica legale sovranità,
quella della VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA.
Non c’è più ormai tempo per fantasticare o aspettare. Ora è tempo di agire, affinché possa
avverarsi quel sogno che ancora alberga in NOI Veneti: vedere rinascere la Veneta Serenissima
Repubblica.
Ognuno di Noi è dunque chiamato, per dovere di Patria (e per nessun altro!), a fare la
propria parte.
Il riscatto della Nostra Veneta Nazione può realizzarsi solo se troviamo la forza di dire
BASTA! a quel male endemico che è la sudditanza e il servilismo nei confronti di qual si voglia
occupante.
Il Nostro Credo e i Nostri Simboli Marciani non possono essere confusi con altri, in
manifestazioni, giuramenti o adunate folcloristiche.
Se vogliamo esercitare il diritto di sovranità sul Veneto Territorio, allora lo dobbiamo fare
NOI VENETI, liberi da ogni condizionamento e da ogni italiana tara economica e politica.
Noi non abbiamo sindaci che hanno giurato nelle mani dei prefetti, e neppure abbiamo
parlamentari o ministri pagati da Roma. NOI NON DOBBIAMO RENDERE CONTO A
NESSUNO!!!
Pertanto, NOI, VENETO SERENISSIMO GOVERNO, in quanto unici morali e legali
rappresentanti della Veneta Patria, annunciamo al Veneto e al mondo che, in data 24 agosto 1996,
ABBIAMO PROCLAMATO L’INDIPENDENZA DEL VENETO TERRITORIO E SANCITO
LA RINASCITA DELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA, in piena coerenza con la
Nostra Storia. E sia ben chiaro: la determinazione con la quale il Veneto Serenissimo Governo
intende continuare la nobile opera lasciataci in eredita è totale.60
60 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “SEDILEGA.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO, datato Venezia 17/05/96.
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LETTERA INOLTRATA ALL’UNIONE DEI PATRIZI VENETI
Il ricostituito Veneto Serenissimo Governo, unico Erede e Custode della Storia e
Tradizione Veneta, Le invia la presente quale monito per l’indignitoso atto compiuto dall’Unione
dei Patrizi Veneti, di cui Lei steso fa parte, atto con cui avete personalmente invitato il presidente
del consiglio italiano ad inoltrare formale richiesta ai governi stranieri per la restituzione del
patrimonio d’arte e finanziario rubato da francesi e austriaci dopo la “caduta” della Veneta
Serenissima Repubblica. Dove sono finiti il Vostro orgoglio e la Vostra dignità di Veneti, se
ritenete di dovervi abbassare a tal punto da chiedere l’intervento di uno squallido personaggio
rappresentante di uno stato da sempre fallito. Dove sono finiti il Vostro Coraggio e la Vostra
Morale di Veneti, se ora osate inginocchiarvi davanti a quello stato che ha da sempre voluto
l’impoverimento e La distruzione della Veneta Patria?!
State MOLTO attenti, tutti voi, perché ora il ricostituito Veneto Serenissimo Governo sta
conducendo una campagna di liberazione della Veneta Terra dall’occupante italiano, campagna che
non avrà fine finché non sarà ristabilita la totale indipendenza del Veneto; e sicuramente non
sopporterà chi, come voi non fa che offendere e tradire profondamente tutti quei Veneti che si sono
sacrificati, avendo spesso dato pure la loro vita, per la Grande Storia della Nostra Veneta Patria.
Ora, Voi, insieme agli altri lacchè, veneti e non, Vi accingete a festeggiare i 200 anni della
“caduta” della Veneta Serenissima Repubblica… Bene! Se oserete tanto, in quanto Veneto
Serenissimo Governo Noi Vi promettiamo che VERREMO E PRENDERVI, UNO PER UNO
ANCHE IN CAPO AL MONDO, e Vi infliggeremo la giusta punizione per le Vostre colpe!
Essendo Voi, dopotutto, di nobili Venete origini, vogliamo concedervi un’ultima
possibilità: se vorrete evitare il castigo che, peraltro, già meritate, dovrete sostenere apertamente e
senza mezze misure, secondo le Vostre possibilità finanziarie (che Noi ben conosciamo) e le Vostre
capacità d’influenza, le azioni che il Veneto Serenissimo Governo condurrà nel Veneto Territorio.
Adesso sta a Voi decidere: O CON NOI, O CONTRO DI NOI! O PER IL VENETO, O
PER L’ITALIA!61
61 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “PATRIZI.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona, a firma VENETO SERENISSIMO GOVERNO, datato Venezia 17/05/96.
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I° MESSAGGIO DI LIBERAZIONE AL POPOLO VENETO
ATTENZIONE! Parla il comando generale di testa della Veneta Serenissima Armata, che
comunica quanto segue:
Veneti, su preciso ordine del Veneto Serenissimo Governo, alle ore………… di oggi,
Giovedì 8 Maggio 1997, abbiamo occupato Piazza San Marco, la grande piazza di Venezia, la
capitale dei Veneti, piazza in cui teniamo ora il presidio, portando così a compimento la prima fase
del piano di liberazione della Veneta Terra dall’occupante italiano.
Lo scopo di questa azione è di creare una condizione in cui possano avviarsi delle trattative
tra il Veneto Serenissimo Governo e lo stato italiano, trattative volte a tracciare la via verso un
graduale riottenimento della totale indipendenza della Veneta Terra.
Ma finché dette trattative non si saranno positivamente concluse e il relativi documenti non
saranno stati debitamente firmati da entrambe le parti, Noi siamo massimamente determinati a
mantenere il presidio di Piazza San Marco.
VENETI, al fine di evitare che, nel frattempo, abbiano a prodursi situazioni di inutile
tensione, che potrebbero dar luogo a fatti spiacevoli ed estranei alle nostre intenzioni, invitiamo
tutti Voi che volete essere liberi dall’occupazione italiana a riversarvi nel perimetro di Piazza San
Marco, per impedire alle forze dell’ordine italiane di appostarsi, e consentendo l’accesso alla
piazza soltanto ai vigili urbani.
Teniamo a sottolineare che, pur essendo la nostra un’azione chiaramente di tipo militare, le
nostre intenzioni sono massimamente pacifiche. E non ci riterremo responsabili di eventuali
incidenti che potrebbero essere causati da sconsiderate azioni delle forze dell’ordine italiane nei
nostri confronti.
Veneti, l’occasione che ora vi offriamo, di essere finalmente liberi, dopo due secoli di
schiavitù, dall’opprimente fardello italiano, è unica e irripetibile. Pertanto pensateci bene, perché
un’altra occasione del genere non ci sarà mai più. Ora dovete scegliere: o schierarvi con il Veneto
Serenissimo Governo, manifestando apertamente in ogni modo, ma senza violenza – sia chiaro che
non sarà da Noi tollerato nessun atto di violenza – la vostra volontà nel sostenere questa nostra
azione di liberazione e farla finita una volta per tutte con lo stato occupante, riprendendo a lavorare
per Voi stessi e per la Vostra Terra; o rimanere con lo stato italiano, nella prospettiva di un futuro
di sempre crescente povertà, di stenti e di umiliazione senza fine. Per il momento questo è tutto.62
62 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, File “MSGLIB01.WPS” presente sul computer sequestrato dal Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Venezia della Regione Carabinieri Veneto e nei documenti sequestrati dalla D.I.G.O.S. della Questura di Verona.
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AUTOBIOGRAFIA DI LUCA PERONI
C'ERA UNA VOLTA...STORIA DI UN SERENISSIMO CHE SCALÒ SAN MARCO
di Luca Peroni XV - XVI puntata
“Ricordo che in una riunione di governo che facemmo a Carpi, eravamo abbastanza
preoccupati per l'andamento degli ultimi giorni e discutemmo di anticipare la liberazione di piazza
San Marco al 25 Aprile, esattamente il giorno dedicato al nostro santo protettore. Comunque
decidemmo che se la situazione non fosse precipitata, avremmo tenuto duro fino al 9 maggio
anticipando di tre giorni la famosa data del 12. Purtroppo prendemmo atto che la grossa zattera che
avevamo progettato era da scartare: ormai non avevamo né i soldi né il tempo per costruircela per
cui decidemmo di portare i tanki in piazza con un traghetto di linea, sapevamo benissimo che per
fare tutto ciò dovevamo convincere il capitano della nave a cambiare rotta ma non avevamo altra
scelta.
In quella riunione decidemmo anche che circa 2-3 giorni prima della liberazione di piazza San
Marco, dovevamo tutti lasciare le nostre abitazioni seminando in vari modi le forze dell'ordine che
ci pedinavano, andare dal nostro amico dove erano parcheggiati i tanki per preparare e
predisporre l'occorrente perché l'azione riuscisse. Decidemmo anche, per confondere le idee alla
DIGOS nei giorni in cui fossimo stati assenti, di installare lo strumento per le interferenze su un
posto fisso e collegare il tutto con un timer per farlo funzionare 2 volte al giorno alle 13 e alle 20
entrando sempre con la nostra voce nel tg nazionale. Riuscimmo ad installarne 2, uno nella zona di
Belluno ed uno a Verona. Il tempo era pochissimo e lo dedicammo a pianificare l'azione di piazza
San Marco, andammo spesso a visitare il posto per individuare il punto esatto dove attraccare il
traghetto alla piazza. Ci informammo in quei giorni anche della resistenza del suolo a pesi
enormi per non fare danno alla nostra storica capitale. Pur certi della sua tenuta, rinunciammo ad un
ulteriore blindatura del tanko fatta da grossi rotoli di rete metallica. Durante i sopralluoghi a
Venezia decidemmo, per motivi tattici, di entrare e rimanere barricati dentro il campanile di San
Marco e da lì aprire gli occhi al mondo sul caso Veneto. Probabilmente le forze dell'ordine avendo
sotto controllo alcuni di noi cercavano di scoprire la consistenza del Veneto Serenissimo Governo
per poi saltarci addosso neutralizzando l'organizzazione in un sol colpo. Un po' per bravura, un po'
per fortuna, arrivammo alla settimana del nostro occultamento in cui tutto funzionò a meraviglia:
Fausto e Cristian, chi con l'auto chi con la bicicletta, seminarono i loro pedinatori ed arrivarono alla
base non lasciando tracce. Io arrivai il giorno dopo perché la sera prima ero impegnato con Herthy
ad installare il meccanismo delle interferenze nei monti sopra Verona.
La mattina dopo, assieme ad Andrea, portai il camper alla base, dopo aver rimosso tutto l'apparato
radio che non ci serviva più, per cui ormai eravamo tutti al sicuro senza la preoccupazione che le
forze dell'ordine ci piombassero addosso. Per un paio di giorni, prima dell'assalto, fummo
impegnati per le intere 24 ore a scaricare il Tanketto, che a Venezia non serviva, e a preparare tutto
l'occorrente per la liberazione che pensavamo potesse durare alcuni giorni. Caricammo il camper
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all'inverosimile con tutta l'attrezzatura che avevamo: variava dai cibi al vestiario, ai generatori,
computer telecamere, attrezzi vari , radio ecc. Io che avevo la responsabilità del Tanko, controllai
decine di volte se avevo caricato tutto l'occorrente: olio, filtri, motore ecc.
Erano giorni in cui sembrava di essere dentro un formicaio e tutti andavano per la propria strada
per compiere il lavoro assegnato senza sostare per un solo istante. Alla sera, tornava a casa solo
Luigi Faccia perché non partecipando all'azione, alla sua famiglia doveva sembrare tutto normale.
Purtroppo l'ultima sera prima dell'assalto, dovetti tornare a casa per accompagnare alla base due
ragazzi di Verona che dicevano voler partecipare all'azione. Stando sempre attento a non venire
rintracciato, tornai la sera e presi contatto con i due rimanendo d'accordo sugli orari dei treni per il
giorno dopo. Andai a far visita per l'ultima volta a Lorena rassicurandola che tutto andava bene e
che finalmente era arrivato il tanto atteso giorno. Passammo tutta la notte assieme senza essere
capaci di dormire per l'agitazione finché arrivò mattina. Mi ricordo che pioveva a dirotto e tutto
sommato era una cosa positiva perché la sera il convoglio poteva uscire in tranquillità aiutato anche
dagli agenti atmosferici. Rimasi per un'ora ad aspettare uno dei ragazzi in strada ma purtroppo
dovetti prendere atto che non sarebbe arrivato, infatti una volta arrivato a casa squillò il telefono:
era lui che mi chiamava dicendomi che quella notte ci aveva ripensato, che aveva famiglia ecc..
Io irritato al massimo, soprattutto per il rischio di restare in circolazione in quei delicati momenti,
risposi brutalmente e me ne andai. Per fortuna, arrivato all'altro appuntamento trovai Moreno che
conoscevo da alcune settimane, cosi dopo aver salutato Lorena per l'ultima volta, partimmo:
destinazione Padova. Arrivammo alla base nel primo pomeriggio e trovai tutti abbastanza tranquilli
perché i lavori più grossi erano terminati. Io portai la notizia che gli strumenti di Verona
funzionavano a meraviglia perché Lorena mi confermò che le interferenze si erano sentite
chiaramente e Luigi aggiunse che a casa di sua madre la DIGOS era infuriata per la scomparsa di
Fausto e interrogava infruttuosamente tutta la famiglia.
Tutto secondo i piani: noi al sicuro e le forze dell'ordine agitatissime che non sapevano dove
sbattere la testa; era un toccasana per il nostro morale. Durante le poche ore che ci separavano
dall'inizio dell'operazione, eravamo impegnati a ripassare la dinamica di tutte le fasi: imbarco,
sbarco, posizionamento a San Marco ecc.; solo Luigi era appartato con Segato per analizzare i vari
temi che lo stesso Segato, in veste di ambasciatore del Veneto Serenissimo Governo, doveva
trattare con i possibili rappresentanti del Governo italiano: in poche parole, a noi spettava l'atto
materiale della liberazione di piazza San Marco, dopo di che tutto era nelle mani dell'ambasciatore
e successivamente del Presidente.
Avevamo ancora un paio di ore a disposizione e decidemmo di mangiare qualcosa insieme:
sapevamo che poteva essere l'ultima volta insieme perché, da quel momento in poi tutto poteva
accadere.
Dopo esserci caricati spiritualmente a vicenda, facemmo una foto di gruppo per ricordare l'evento e
ci imbarcammo, ognuno sui propri mezzi, intonando un Viva San Marco. Gilberto, che aveva la
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responsabilità della prima fase dell'operazione, ossia del tragitto dalla base all'imbarco sul
traghetto, era sulla prima auto del convoglio insieme all'amico dell'azienda e a Segato.
Fausto, che era il responsabile nella seconda fase e cioè per tutta la navigazione fino a S. Marco, si
trovava nella cabina del camion con Severino: nel cassone del camion c'erano seduti Flavio,
Moreno ed Herthy. Andrea, Cristian ed io eravamo di scorta dietro al camion. Flavio aveva il
comando delle operazioni una volta arrivati in piazza. Il convoglio incappò subito in un grosso
guaio e cioè per uscire dall'azienda, il rimorchio che trasportava il Tanko venne trainato da due
grossi trattori che facendo una curva a 90 gradi su una piccola stradina, rischiarono seriamente di
rovesciare il mezzo su di una lunga scarpata che finiva in un fosso. Dopo aver visto tutto l'accaduto
e i segni dei pneumatici, che scendevano per un paio di metri nella scarpata, concordammo che
eravamo stati testimoni di un miracolo e poteva venir interpretato come un buon segno del destino,
ciò ci caricò il morale oltre modo.”63
63 Luca Peroni, “C'era una volta...Storia di un Serenissimo che scalò San Marco”, www.virusilgiornaleonline.com - 2001.
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IN NOME DELL’AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI:
IL III CONGRESSO, LA GUERRA DEL KOSOVO
E IL PLEBISCITO DEL 1866
(1997-2000) p. 121
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Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
Il Veneto Serenissimo Governo dopo il 9 maggio 1997 - (nuove nomine e destituzioni):
- Nomina di Valerio Serraglia ad Ambasciatore Plenipotenziario – Nomina di Albert
Gardin a Portavoce
- Destituzione Giuseppe Segato e Albert Gardin
- Comunicato stampa a riguardo di Flavio Contin
- Espulsione di Luigi Pasqualetto dal Veneto Serenissimo Governo
- Sospensione di Fausto Faccia da consigliere del Veneto Serenissimo Governo
- Dimissioni di Antonio Barison da cancelliere del Veneto Serenissimo Governo e dal
medesimo
- Dimissioni di Fausto Faccia dal Veneto Serenissimo Governo
- Nomina di Demetrio Serraglia a Consigliere del Veneto Serenissimo Governo, con
incarico di corriere di gabinetto
Atti del III Congresso del Veneto Serenissimo Governo:
- Intervento inviato al III congresso del Veneto Serenissimo Governo di Luca Peroni e
Andrea Viviani
- Politica estera del Veneto Serenissimo Governo - Responsabile politica estera
Valerio Serraglia
- Relazione di Fausto Faccia
- Autodeterminazione e Referendum del 1866 di Demetrio Serraglia
- Relazione del Presidente del Veneto Serenissimo Governo Luigi Massimo Faccia
Il Veneto Serenissimo Governo e la Lega Nord:
- Bossi: quale dittatura?
- Le inaccettabili ingerenze della Lega Nord a Venezia
- Da Pontida a Teano
Il Veneto Serenissimo Governo e i movimenti e partiti venetisti:
- A proposito della Liga Veneta Repubblica
- Accordo tra Forza Italia e Comencini
- Lettera aperta a Fabio Padovan
- 1866 Referendum Truffa – 2000 Elezioni Farsa
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- Diffida all’uso del Leone di San Marco
- Proposta del Veneto Serenissimo Governo all’assemblea dei “venetisti” (Vicenza,
17/06/2001)
- A proposito del “Processo a Napoleone”
- Una seria riflessione sulla Veneta Serenissima Repubblica
- Venetismo: arma dello stato occupante contro la libertà del Veneto
- A proposito dell’alleanza Liga Fronte Veneto e Ulivo
- Lettera aperta al P.N.E. di Panto
- Manifesto per l’istituzione della conferenza periodica delle forze indipendentiste e
autonomiste
- Conferenza Stati pre-1789
Il carcere e la detenzione dopo il 9 maggio 1997:
- Continua il processo ai Patrioti Veneti
- Arrestato Fausto Faccia
- “Amnesy” International – Manifestiamo contro il silenzio di “Amnesty International
sui Serenissimi
- Incarcerato Luigi Faccia - Presidente del Veneto Serenissimo Governo
- Continua la repressione nel Veneto – Ancora in carcere il patriota Luigi Faccia
- Ringraziamento al Movimento Riforme e al giornale “Libero”
- Antonio Gramsci – Luigi Massimo Faccia: continua la repressione dello Stato italiano
- Amnistia per Luigi Massimo Faccia e per tutti i Veneti Patrioti
- No alla grazia!
Posizione del Veneto Serenissimo Governo rispetto alla guerra in Kosovo del 1999:
- Comunicato stampa in riferimento all’aggressione NATO alla Repubblica Federativa
Jugoslava
- Appello alla pace e agli aiuti umanitari
- Pace subito per i Balcani
- Piano di pace per la Repubblica Federativa di Jugoslavia
- Il Veneto può contribuire a trovare una soluzione pacifica e duratura alla crisi
Balcanica?
Analisi del 9 maggio 1997:
- Alcune considerazioni sul 9 maggio 1997
- 9 maggio 1997 il Popolo Veneto smarrito ritrova la sua vera storia
Il Veneto Serenissimo Governo, l’autodeterminazione dei popoli e il referendum del 1866:
- Serenissima alleanza – 1866 Referendum farsa
- Al Ministro degli Esteri della Repubblica Francese- Al Ministro degli Esteri della
Repubblica Federale Austriaca
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- Smascheriamo la truffa. 21 ottobre 1866: una farsa
- L’autodeterminazione è un diritto di tutti i Popoli?
- Marxismo e questione nazionale
- Perché parlare della battaglia di Little Big Horn?
- Le piccole patria possono ancora vincere?
- Geopolitica: Italia - Jugoslavia a confronto
- Separatismo opzione naturale
- Eritrea, Saharawi: continua la lotta per l’autodeterminazione
- Plebisciti o atti d’imperio?
- Celebrazione per la battaglia di Custoza e per i fatti del 1866: non dimentichiamo
l’aggressione perpetuata dai Savoia!
- Armistizio di Cormons - 1866
- Convenzione fra la Francia e l’Austria per le Venezie
- Restituzione di Palazzo Venezia al Veneto Serenissimo Governo
- Pace di Vienna tra Italia e Austria
- Atto di Consegna della Venezia alla Francia
- La violazione dei trattati internazionali
- L’inizio della tragedia: 1866
- Il plebiscito
- La statua di Napoleone a Venezia
- I Savoia e il Veneto
- Memorandum per il governo italiano
- Incontro con i corrieri diplomatici a Cormons
- 3-4 aprile ’05: un voto epocale
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INTRODUZIONE
Dopo il 9 maggio 1997, il Veneto Serenissimo Governo aveva la necessità di riorganizzarsi
e di pianificare quali fossero le scelte strategiche dopo ciò che aveva scatenato la “liberazione” di
Piazza San Marco.
Tutti i componenti del Veneto Serenissimo Governo furono alle prese con le autorità
giudiziarie e con il carcere, c’era il rischio reale che anni di lotta e sacrificio sfumassero nel nulla, o
peggio fossero sfruttati per fini esclusivamente elettorali (Lega Nord e movimenti venetisti).
L’aula bunker di Mestre, in cui si svolse il processo contro il Veneto Serenissimo Governo,
fu il luogo principe dove persone, spinte da ideali di libertà e di indipendenza, si organizzarono per
dare continuità al Veneto Serenissimo Governo e alle idee per cui alcune persone avevano rischiato
e ora stavano pagando con il carcere. Come sempre capita tra queste persone non c’erano solo gli
idealisti o patrioti, ma anche arrivisti pronti a tutto per qualche futura ricompensa elettorale.
Luigi Faccia non era ancora in carcere perché non arrestato come gli altri in Piazza San
Marco, e quindi attorno a lui si unirono spontaneamente alcune persone per fare in modo che “la
bandiera veneta non cadesse per sempre nelle mani dell’occupante italiano e dei suoi lacchè”. I
primi che fecero in modo che “la fiamma dell’indipendentismo Veneto non fosse travolta dal vento
restauratore” furono Valerio Serraglia e Albert Gardin, il primo nominato Ambasciatore
Plenipotenziario (sostituendo Segato che non aveva ottemperato al proprio compito), e il secondo
Portavoce. Questi ruoli ora divenivano fondamentali per il Veneto Serenissimo Governo:
l’Ambasciatore Plenipotenziario aveva il compito di occuparsi di tutta la politica estera del Veneto
Serenissimo Governo e in particolar modo di tutte le questioni diplomatiche inerenti al rifacimento
del Referendum del 1866 “che unì illegalmente il Veneto all’Italia”; il Portavoce doveva sfruttare
attraverso i mass media l’azione del 9 maggio 1997 e dare quindi visibilità al Veneto Serenissimo
Governo.
Nel giro di qualche tempo i componenti del Veneto Serenissimo Governo detenuti nelle
carceri italiane furono rilasciati, e così il “nuovo” e il “vecchio” Veneto Serenissimo Governo
divennero un tutt’uno. È innegabile che ci furono diffidenze e queste causarono le prime rotture: i
fratelli Contin preferirono avvicinarsi alla Lega Nord e poi ai movimenti venetisti; Buson si ritirò a
vita privata; Segato fu espulso dall’organizzazione per non aver ottemperato ai propri impegni il 9
maggio 1997; Gardin fu allontanato, pochi mesi dopo la sua nomina, perché non più in linea con la
politica del VSG. Il Veneto Serenissimo Governo, con funzioni pubbliche, era ora composto da
Luigi Faccia sempre con il ruolo di Presidente, Valerio Serraglia con il ruolo di Ambasciatore
Plenipotenziario, Fausto Faccia con l’incarico di vicepresidente, Antonio Barison come cancelliere,
e come consiglieri Luca Peroni, Andrea Viviani, Luigi Pasqualetto. Il Veneto Serenissimo
Governo, così composto in quell’occasione, arrivò il 15 maggio 1999 al Terzo Congresso; al suo
fianco erano presenti anche molti altri patrioti destati dall’azione del 9 maggio 1997 a collaborare
per l’indipendenza del Veneto.
122
Il Terzo Congresso è la naturale continuazione dei primi due. Bisognava rendere organica
la linea politica (ognuno doveva avere un compito chiaro), e occorreva fare un salto di qualità
all’interno dell’organizzazione: non più clandestinità ma visibilità e risonanza politica. Ora era
necessario più che mai lavorare da governo, dirigendo i vari campi d’azione: politica interna,
estera, economica, sociale. Il Congresso doveva servire a ciò, e fu strutturato di conseguenza.
L’ambito politico in cui si sviluppò il Congresso era dominato dall’”aggressione” della
NATO alla Repubblica Federativa di Jugoslavia, e di questo, come vedremo, sicuramente ne
risentirono tutto il Congresso e gli atti emersi.
Venne sancita in modo irrevocabile la linea del Veneto Serenissimo Governo verso
l’autodeterminazione del Popolo Veneto: il rifacimento del Referendum del 1866. Difatti alla luce
del 9 maggio 1997 bisognava stabilire quale fosse la via da seguire per raggiungere l’indipendenza:
la via elettorale?, la lotta armata?, l’affermare che l’unione del Veneto all’Italia era avvenuta al di
fuori della legalità internazionale? Partecipare alle elezioni italiane significava per il Veneto
Serenissimo Governo agire non da governo ma da partito e nel contempo avvallare l’occupazione
italiana del Veneto. Risultava quindi inconcepibile aderire a qualsiasi tipo di competizione
elettorale (ciò causò le prime defezioni). La lotta armata, come soluzione della “Causa Veneta”, era
inconcepibile perché al di fuori di ogni logica che prevedesse il sostegno popolare e di conseguenza
in antitesi a ciò che insegnava la storia della Veneta Serenissima Repubblica: il 9 maggio 1997
doveva essere un fatto irripetibile e uno sprone a ritrovare l’orgoglio per tutto il Popolo Veneto.
Quindi, bisognava riaffermare che “l’adesione” all’Italia da parte del Popolo Veneto nel 1866 era
stata illegale e al di fuori delle garanzie internazionali sancite dalle parti in causa all’epoca. Il
Veneto Serenissimo Governo sostenne e tuttora afferma che il fulcro per riottenere l’indipendenza
del Veneto è il rifacimento del “Referendum farsa del 1866”. Questa non è una richiesta che il
Veneto Serenissimo Governo fa all’Italia, ma è una mozione proposta a tutti gli organismi
internazionali (ONU, UE) e a tutte la parti in causa nel 1866 (Francia, Austria) le quali, per il
Veneto Serenissimo Governo, devono tenere fede agli impegni assunti all’epoca. Dopo avere
affermato che la via per riottenere la “libertà marciana” era il rifacimento del Referendum del 1866
ebbe inizio una raccolta di firme che impegnò diversi sostenitori del Veneto Serenissimo Governo.
Questa raccolta firme aveva come oggetto: “Noi, Popolo Veneto, chiediamo che il referendum del 21 ottobre 1866, avente come
oggetto l'unione o meno del Veneto all'Italia, venga rifatto, in quanto il medesimo non si è svolto
secondo gli accordi internazionali bensì in violazione anche delle più elementari regole
democratiche.
Inoltre, chiediamo che, sotto la supervisione dell'ONU, i Rappresentanti di Francia, Austria,
Italia e del Veneto Serenissimo Governo istituiscano un tavolo di trattative per stabilire le
modalità e le regole d’indizione del nuovo referendum”.
Questa mozione fu indirizzata al Segretario del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, al
Presidente della Commissione Europea, al Presidente della Repubblica Francese, al Presidente
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della Repubblica Federale Austriaca, al Presidente della Repubblica Italiana e al Presidente del
Veneto Serenissimo Governo. Responsabile del rifacimento del Referendum del 1866 venne
incaricato l’Ambasciatore Plenipotenziario, Valerio Serraglia, il quale pianificò la via diplomatica
da seguire per il raggiungimento di tale scopo.
Tutta l’iniziativa della raccolta firme per il rifacimento del Referendum del 1866 ebbe
diverse migliaia di adesioni, e diede forza al progetto del Veneto Serenissimo Governo
confermando la giustezza della via intrapresa. Nel corso degli anni che seguirono il 1999 (anno di
inizio della raccolta firme), vennero affrontate diverse tematiche inerenti il “Referendum del
1866”: quali fossero le fasi da seguire per raggiungere tale obbiettivo e quali i mezzi per fare in
modo che le mete intermedie si realizzassero pienamente. Era innanzitutto necessario aprire un
canale diplomatico con il Governo Italiano per fare capire quali fossero le reali intenzioni del
Veneto Serenissimo Governo, intenzioni e mezzi che in ogni caso erano all’interno della legalità
internazionale; bisognava che il Veneto Serenissimo Governo facesse capire che era un
interlocutore affidabile e soprattutto l’unico interlocutore per quanto riguarda l’indipendentismo
veneto e la questione veneta. Questo ovviamente non era sufficiente, l’appoggio internazionale era
di vitale importanza per la riuscita di tutta l’operazione, quindi iniziò una campagna diplomatica
senza precedenti: furono investiti tutti gli Stati che potevano fare pressione a vario modo sullo
Stato italiano. Ogni movimento di liberazione non può prescindere dalla politica internazionale, e
questa visione internazionale per il Veneto Serenissimo Governo non deve essere ad ogni costo in
antitesi alla politica estera dell’Italia. L’Italia deve essere un interlocutore con cui a volte si può
anche scendere a patti, ma ben sapendo che esso occupa illegalmente la terra veneta.
Ma il 1999, anno del terzo congresso, fu un anno che vide la politica estera del Veneto
Serenissimo Governo in contrapposizione con la politica del governo italiano. Nel marzo la NATO
iniziò a bombardare la Repubblica Federativa di Jugoslavia per la questione kosovara. L’Italia aderì
e diede il suo appoggio alla campagna di bombardamenti della NATO. Il Veneto Serenissimo
Governo si dissociò da tutta l’operazione e cominciò attraverso il proprio “Ufficio Affari Esteri” a
prendere contatto con la Repubblica Federativa di Jugoslavia ed i suoi alleati storici (Russia,
Ucraina, Bielorussia), aprendo in tal modo canali diplomatici privilegiati. Il Veneto Serenissimo
Governo sfruttò l’occasione internazionale per affermare che se il Kosovo (mai stato nazione
indipendente) aveva diritto all’autodeterminazione tanto più ne aveva diritto il Veneto: per anni era
stato Nazione d’Europa. In più c’era anche un forte motivo politico che il Veneto Serenissimo
Governo espresse con forza: il terrorismo internazionale di matrice islamica. Il Kosovo
indipendente poteva seguire la via di ciò che stava diventando la Bosnia, ovvero una fucina per il
terrorismo islamico, e i militanti dell’UCK erano, per il Veneto Serenissimo Governo, non un
esercito di liberazione ma terroristi legati “all’internazionale islamica”. Il Veneto Serenissimo
Governo, in base al passato storico di baluardo contro l’espansionismo islamico (ovvero la continua
lotta per l’egemonia nel mediterraneo tra Venezia e l’impero ottomano) si sentiva in dovere di
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avvertire la comunità internazionale di cosa stava rischiando appoggiando la “causa” kosovara (gli
attentati dell’undici settembre 2001 furono la conferma per il Veneto Serenissimo Governo che la
propria posizione nel 1999 era doverosa e lungimirante). Per il Veneto Serenissimo Governo il
governo serbo nel 1999 rimaneva uno degli ultimi baluardi contro l’istallazione in Europa di basi
fisse del terrorismo islamico. Il Veneto Serenissimo Governo propose anche delle concrete
soluzioni alla crisi balcanica offrendosi come autorevole mediatore tra parti in causa.
Durante il III Congresso era all’ordine del giorno un’altra scottante questione: il carcere. Il
Congresso non vide la presenza di tutti i componenti del Veneto Serenissimo Governo: Luca
Peroni, Andrea Viviani e Antonio Barison erano da poco tornati in carcere. Da lì a qualche giorno
sarebbe stato incarcerato anche Fausto Faccia. Nel 2000 Luigi Faccia, il Presidente, avrebbe perso
la libertà. Il Veneto Serenissimo Governo affermò che la detenzione dei propri componenti era un
fatto politico e non di criminalità, e che il comportamento dello Stato italiano rispetto ai detenuti
del Veneto Serenissimo Governo era immorale perché la richiesta “rieducativa” fu di abiurare le
proprie idee e di rinnegare la storia della Veneta Serenissima Repubblica (oltre a voler privare della
libertà delle persone si pretendeva che queste rinunciassero ai propri ideali di libertà). I componenti
del Veneto Serenissimo Governo che rimasero in libertà assieme a tutti i vari sostenitori della
“Causa Veneta” lottarono perché lo Stato italiano rispondesse delle proprie contraddizioni: si
bombardava la Jugoslavia per la libertà del “popolo” kosovaro, e nel contempo si arrestava chi
combatteva incruentamente per la libertà del popolo veneto. Di queste contraddizioni lo Stato
italiano non ha mai risposto né al Veneto Serenissimo Governo né al popolo italiano. Inoltre il
Veneto Serenissimo Governo accusò lo Stato italiano, il quale affermava di essere nato dalla
resistenza e dalla lotta antifascista, di utilizzare verso i Patrioti Veneti il Codice Rocco (codice
entrato in vigore sotto il regime fascista).
Con l’arresto del Presidente del Veneto Serenissimo Governo si mosse una forte campagna
per la sua liberazione, sotto pressione della gente furono vari i consigli comunali (veneti e non) che
approvarono ordini del giorno per la sua liberazione, e anche diverse personalità politiche si
impegnarono perché fosse garantita la libertà di pensiero. La posizione del Veneto Serenissimo
Governo a riguardo fu inamovibile: rifiuto della grazia (in quanto si riconosceva di avere
commesso un reato), e richiesta dell’amnistia (in quanto si depenalizzavano i reati commessi fino al
9 maggio 1997 dal Veneto Serenissimo Governo, una procedura che lo Stato italiano utilizzò già
con l’amnistia firmata da Togliatti nel dopoguerra).
Nei mesi successivi all’operazione di Piazza San Marco varie furono le sirene che
tentarono di ammaliare il Veneto Serenissimo Governo, sirene che prospettavano facili carriere
politiche nelle fila di qualche movimento politico pseudo autonomista (Lega Nord e in seguito i
vari movimenti di matrice venetista). Inoltre anche lo stato italiano prospettava la libertà a coloro
che erano in carcere nel caso avessero partecipato alle varie competizioni elettorali: “bastava che il
Veneto Serenissimo Governo partecipasse alle elezioni!”. In questo caso la trappola sarebbe
125
scattata e quindi di fatto si sarebbe riconosciuta la legittimità della presenza dello Stato italiano in
terra veneta. Ci furono alcune defezioni ma la rotta del Veneto Serenissimo Governo fu mantenuta,
la “Causa Veneta” non fu barattata per nessun tipo di seggio, la linea indipendentista di movimento
di liberazione anzi si rinsaldò.
Per quella che doveva essere l’azione politica e patriottica stabilita dal governo nel corso
del tempo (1999-2005) furono suddivisi ulteriormente i compiti all’interno del Veneto Serenissimo
Governo che ha una funzione pubblica e i propri collaboratori. Luigi Faccia rimaneva Presidente e
filo conduttore del Veneto Serenissimo Governo dalle sue origini a oggi (2005), nominò i nuovi
membri del governo, affidando i relativi incarichi e prese atto di chi aveva deciso di abbandonare
la “Causa Veneta” emersa dal Terzo Congresso; Luca Peroni divenne vicepresidente, nonché
ricoprì l’incarico di presidente ad interim durante la carcerazione di Luigi Faccia, la sua azione era
indirizzata alla politica interna nonché alla visione strategica e di insieme della lotta di liberazione;
Valerio Serraglia rimaneva responsabile dell’Ufficio Affari Esteri con l’incarico di Ambasciatore
Plenipotenziario (che poi verrà rinominato Segretario Generale agli Affari Esteri), la sua presenza
divenne di fondamentale importanza nelle relazioni internazionali, ambito primario dell’azione del
Veneto Serenissimo Governo, fu il vero propulsore della politica estera del governo; Andrea
Viviani fu nominato Cancelliere, ruolo chiave per quella che doveva essere la memoria storica, non
solo orale ma anche scritta, del Veneto Serenissimo Governo, ben presto divenne responsabile
redazionale dell’organo ufficiale del Veneto Serenissimo Governo (il giornale “Spirito Veneto”)
che venne definito “voce della resistenza popolare marciana”; a Demetrio Serraglia venne
assegnata la carica di Corriere di Gabinetto, incarico di estrema importanza per la riuscita della
politica diplomatica dato che divenne il latore di varie lettere presso le sedi diplomatiche estere.
Responsabile del sito web è Andrea Paro, che collabora attivamente con il VSG e grazie alle sue
capacità divenne il web master. Ora più che mai per la politica che andava intraprendendo il
Veneto Serenissimo Governo era necessario che la propria voce oltrepassasse i confini per mettersi
in contatto anche con i movimenti di liberazione esteri. Oltre a questi citati, vari furono i sostegni
espliciti od impliciti al Veneto Serenissimo Governo, si era creato un vero e proprio movimento di
opinione che si andava affiancando alle iniziative che il Veneto Serenissimo Governo
intraprendeva.
Non di secondaria importanza nell’agire del Veneto Serenissimo Governo è il distanziarsi
fin dall’inizio dalla Lega Nord, considerata come partito funzionale al mantenimento dello status
quo. Lo stesso Bossi il 9 maggio 1997 tacciò il commando di piazza San Marco di terroristi legati
ai servizi segreti, e la Lega Nord della provincia di Venezia nei giorni immediatamente precedenti
al processo di Mestre diffuse un comunicato a firma del segretario provinciale Mazzonetto, datato
28/05/1997, che affermava: “Comunicato su possibili iniziative in occasione dei processi per i fatti di Piazza San
Marco. In funzione dell’iniziativa annunciata da “qualcuno” di essere presenti in massa al
processo della “Brigata Mona” a Venezia, si comunica che tale iniziativa è sicuramente
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controproducente per l’immagine della Lega che è quella di una forza popolare e popolana non
estremista né eversiva, ma democratica, pacifista ghandiana. Attenzione ai provocatori, da
qualunque parte provengono, che sfruttano le reazioni istintive e sentimentali per isolarci e
dividerci dal consenso delle masse padane proprio in un momento di grande crescita come
questo. La indicazione di questa Segreteria pertanto è che nessuno debba andare in giro a
sostenere cause che non sono quelle della Lega”.
Ecco come la Lega trattò il Veneto Serenissimo Governo, salvo poi ritrattare e salire sul
carro dell’indipendentismo veneto quando vide che i propri militanti erano disposti a tutto per
aiutare i Patrioti in carcere. La Lega Nord raccolse decine di milioni di lire per sostenere le famiglie
del Veneto Serenissimo Governo ma non tutti i Patrioti Veneti videro arrivare quei soldi. Infatti la
Lega Nord distribuì a propria discrezione il denaro raccolto.
Non solo la Lega Nord era uno dei nemici pubblici numero uno del Veneto Serenissimo
Governo, ma anche verso tutto il gruppo di movimenti venetisti e pseudo autonomisti fu necessaria
una seria ed inamovibile presa di posizione da parte del Veneto Serenissimo Governo. Tutto il
movimento venetista andava combattuto per la sua “subdola azione”: l’usare e l’abusare delle
insegne di San Marco e della Repubblica di Venezia a fini esclusivamente elettorali, il barattare
nobili ideali di libertà per un qualsiasi seggio in un qualsiasi consiglio, l’allearsi con chiunque al
solo fine di cercare di avere un voto in più, l’appoggiare il tutto e il contrario di tutto, usare ed
infangare parole quali: “indipendenza”, “Repubblica Veneta”, “San Marco”, senza saperne il
significato; non avere in pratica una linea politica, ma soprattutto spacciarsi per difensori dei
Patrioti Veneti confondendo così le idee della Gente Veneta, che rischia di fare un tutt’uno tra il
“venetismo falso delle elezioni” e l’indipendentismo del Veneto Serenissimo Governo.
Per la diffusione delle proprie idee, comunicati e pensiero il Veneto Serenissimo Governo
fondò nel 2000 un proprio giornale “Spirito Veneto”, con lo scopo di rappresentare il faro per tutti
coloro che volevano impegnarsi per la liberazione del Veneto. Il giornale pubblica tutte le direttive
e le analisi della società e della politica fatte dai componenti del Veneto Serenissimo Governo. Al
suo interno c’è una rubrica intitolata “il Vento del Leone”, che ospita tutte le idee che possono
contribuire alla “Causa Veneta”. Questo giornale si poneva e si pone l’obbligo di dimostrare che il
Veneto Serenissimo Governo è un governo a tutti gli effetti e non un partito. Su “Spirito Veneto”
emergono, a sostegno della lotta indipendentista veneta, questioni nazionali estere, e studi su come
esperienze di lotta popolare possano essere da guida per la futura azione del Veneto Serenissimo
Governo. La questione sociale e la questione nazionale vanno di pari passo per il Veneto
Serenissimo Governo.
Nel memorandum inviato al governo italiano nel settembre 2001, il Veneto Serenissimo
Governo sancisce quale sia la strada da seguire per il rifacimento del referendum del 1866 e per il
ripristino delle autorità del Veneto Serenissimo Governo sulla Veneta Patria. Questo è un elemento
cardine e imprescindibile, ed è il frutto delle radici poste nel 9 maggio 1997 che si sono sviluppate
con la realizzazione del Terzo Congresso e si sono rinforzate con una politica internazionale che si
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può affiancare a quella della passata Repubblica Serenissima. La capacità di analisi e la coerenza
storica sono per il Veneto Serenissimo Governo del III Congresso le armi da usare per
l’ottenimento dell’indipendenza.
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NOTA AI TESTI
I documenti e le informazioni che si presentano in questa sezione provengono da interviste
con i componenti del Veneto Serenissimo Governo, che a vario titolo hanno partecipato alla
preparazione e alla realizzazione del Terzo Congresso del Veneto Serenissimo Governo (15 maggio
1999) e che tuttora fanno parte o collaborano con il Veneto Serenissimo Governo (Luigi Faccia,
Luca Peroni, Andrea Viviani, Valerio Serraglia, Andrea Paro); dall’archivio storico del Veneto
Serenissimo Governo messo a mia disposizione dal Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo
Andrea Viviani; dai numeri di “Spirito Veneto” (organo Ufficiale del Veneto Serenissimo
Governo, con recapito c.p. 64 - 36022- Cassola –VI); e dalle informazioni presenti nel sito internet
del VSG www.serenissimogoverno.org .
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IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO DOPO IL 9 MAGGIO 1997 (NUOVE NOMINE E DESTITUZIONI)
NOMINA DI VALERIO SERRAGLIA AD AMBASCIATORE PLENIPOTENZIARIO –
NOMINA DI ALBERT GARDIN A PORTAVOCE
Il Veneto Serenissimo Governo nella sua riunione settimanale ha preso in esame la situazione del
Veneto alla luce della attuale lotta per l'autodeterminazione.
In questo contesto prende una serie di misure di carattere politico amministrativo per far fronte ai
prossimi importanti impegni.
Nomina portavoce del Veneto Serenissimo Governo Albert Gardin.
Nomina ambasciatore plenipotenziario Valerio Serraglia.
Il Veneto Serenissimo Governo assume nei confronti della comunità internazionale la difesa degli
interessi passati e futuri della Veneta Serenissima Repubblica, in attesa che venga rifatto
l'illegittimo referendum del 1866 secondo gli accordi firmati a Cormons; in attesa della successiva
legittimazione popolare attraverso libere e democratiche elezioni.
Il Veneto Serenissimo Governo nel contempo invita il popolo Veneto a mobilitarsi in maniera
ferma, decisa, pacifica e civile come è nelle nostre caratteristiche. Per raggiungere l'obiettivo
storico del referendum per la nostra libertà.
Invita altresì a respingere tutte le sicure provocazioni italo-padane messe in atto dai loro strumenti
operativi.
La libertà dei popoli non cade in prescrizione.
La libertà dei popoli non si può processare o imprigionare. 64
64 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Luigi Faccia, Treviso 15 novembre 1997.
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DESTITUZIONE GIUSEPPE SEGATO E ALBERT GARDIN
Il Veneto Serenissimo Governo, unico erede della storia e tradizioni venete, denuncia il tentativo
della Lega Nord di impedire la rinascita della coscienza veneta, strumentalizzando il processo
innestato dopo i fatti dell'otto nove maggio 1997, di piazza San Marco.
Denuncia la Lega Nord come strumento neocoloniale nei confronti della Veneta Nazione, pertanto
qualsiasi collaborazione con essa è da ritenersi contraria agli interessi del Veneto.
Denuncia al Veneto popolo tutti i partecipanti al congresso della Lega Nord come portatori di
interessi antagonistici agli interessi del Veneto.
Il V.S.G. altresì denuncia come non più appartenenti al V.S.G. o a qualsiasi struttura ad esso legata
gli eventuali partecipanti a qualsiasi titolo al congresso neocoloniale di Milano, e li invita a non
parlare a nome del medesimo.
Il V.S.G. dichiara Giuseppe Segato non più autorizzato a parlare a nome del V.S.G., in quanto è
stato sollevato dall'incarico nel novembre 1997 (non avendo ottemperato ai compiti assegnatigli
nel maggio 1997).
Il V.S.G. dichiara che il signor Albert Gardin nulla ha a che vedere con il V.S.G. .
Il V.S.G. invita i Veneti alla mobilitazione a favore dei patrioti Veneti, attualmente in carcere o agli
arresti domiciliari.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Valerio Serraglia65
65 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 28/03/1998.
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COMUNICATO STAMPA A RIGUARDO DI FLAVIO CONTIN
Nella riunione settimanale il Veneto Serenissimo Governo ha preso tra le altre in esame la
situazione determinatasi alla luce delle ultime dichiarazioni di Flavio Contin.
Il V.S.G. intende chiarire nei confronti dei Veneti i rapporti tra F. Contin e il V.S.G. .
Fermo restando che è al lavoro una commissione per chiarire i rapporti tra la Lega Nord e F. Contin
prima e dopo il maggio 1997.
Non era nostro intendimento entrare in polemica con il suddetto Contin; ma alla luce delle sue
dichiarazioni rilasciate a “Il Giornale” di mercoledì 2 settembre 1998 riguardanti possibili azioni
eclatanti che esso compierà tra breve, il Contin e i suoi ispiratori se ne assumeranno tutte le
responsabilità materiali e morali di questi gesti.
Per quanto riguarda le critiche a Bossi riportate nello stesso articolo su Il Giornale, noi eravamo
certi che esse non corrispondevano al Contin pensiero tant’è che c’è stata una pronta smentita dello
stesso ne “La Padania” di venerdì 4 settembre. Infatti tutte le dichiarazioni e gli atti del suddetto dal
maggio 1997 in poi dimostrano la sua natura di lacchè nei confronti della Lega Nord e del suo
conducator Bossi (il Contin ne “La Padania” di venerdì dichiara la sua fiducia nella linea che
emergerà a Ponte di Legno, inoltre afferma che lui pur essendo nato nel Veneto vuol costruire la
libertà della Padania).
Il V.S.G. afferma:
1- che nessun essere umano libero può accettare una soluzione senza conoscerla;
2- quando uno prende la strada del tradimento non può più fermarsi, Quisling ne è un esempio.
Il V.S.G. mette in guardia tutti i Veneti che in buona fede si sono fatti forviare da questo o da altri
personaggi che pescano nel torbido per impedire che il Veneto ridiventi una nazione storica
d’Europa.
Lasciamo che il Contin vada con i suoi amici: Bossi, Mastella e Zirinoski.66
66 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Veneto Serenissimo Governo, Verona 05/09/1998.
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ESPULSIONE DI LUIGI PASQUALETTO
DAL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Il Veneto Serenissimo Governo, nel corso della riunione del 27 maggio 2000, ha preso in esame la
sospensione dal Veneto Serenissimo Governo di Luigi Pasqualetto in data 18 maggio 2000,
secondo le norme dello statuto. Visto, che nonostante l’invio di una lettera raccomandata non si è
avuta nessuna risposta, il Veneto Serenissimo Governo invita Luigi Pasqualetto a prendere contatto
entro e non oltre il 3 giugno 2000 per chiarire il suo comportamento, in caso contrario deve
ritenersi espulso senza appello in conformità dell’art. 18 dello statuto del Veneto Serenissimo
Governo.
per il Veneto Serenissimo Governo
Millo Bozzolan67
67 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Millo Bozzolan (consigliere pubblico del Veneto Serenissimo Governo dal 17/04/2000 al 02/11/2000 e responsabile redazionale dei primi cinque numeri di “Spirito Veneto”), Seren del Grappa 27/05/2000.
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SOSPENSIONE DI FAUSTO FACCIA DA CONSIGLIERE
DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Il Veneto Serenissimo Governo riunitosi in seduta straordinaria per esaminare la situazione
venutasi a creare a seguito delle continue prese di posizione del consigliere Fausto Faccia, in
antitesi alla linea del III Congresso e delle tradizionali e consolidate posizioni del Veneto
Serenissimo Governo rispetto alla lotta per la libertà Marciana e dei rapporti tra il Veneto
Serenissimo Governo e i giochi istituzionali, ribadisce che in questa fase per la libertà della Veneta
Patria il Veneto Serenissimo Governo ha come presupposto principale il rifacimento del
Referendum farsa del 1866.
Pertanto vista l’impossibilità di avere un qualsiasi contatto, ripetutamente ricercato, con il
consigliere Fausto Faccia, il Veneto Serenissimo Governo nei suoi 4/6 decide di sospendere, con
decorrenza immediata, da tutti gli incarichi fin qui ricoperti il consigliere Fausto Faccia.
Il Veneto Serenissimo Governo si riserva di esaminare nel luogo e sede appropriata le posizioni
assunte dal consigliere Fausto Faccia e la sua permanenza o meno all’interno del Veneto
Serenissimo Governo, nella speranza che questo avvenga alla presenza di tutti i componenti del
Veneto Serenissimo Governo.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo richiama tutti i consiglieri a rispettare i meccanismi
istituzionali e le linee che il Veneto Serenissimo Governo si è liberamente dato nel suo III
Congresso. 68
68 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Luigi Faccia, Rovigo 03/12/2000.
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DIMISSIONI DI ANTONIO BARISON DA CANCELLIERE DEL VENETO
SERENISSIMO GOVERNO E DAL MEDESIMO69
Il Veneto Serenissimo Governo prende atto di aver ricevuto in data 12/01/2001 le dimissioni di
Antonio Barison da cancelliere del Veneto Serenissimo Governo.
Il Veneto Serenissimo Governo nel ricevere le dimissioni da cancelliere di Antonio Barison dal
Governo ne è dispiaciuto spera che le medesime non siano irrevocabili, il Veneto Serenissimo
Governo è certo che passato questo momento di soggettiva confusione il patriota Antonio Barison
riprenderà il suo posto all’interno del movimento di liberazione del Veneto.
Distinti saluti
per il Veneto Serenissimo Governo
Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia70
69 Le dimissioni di Antonio Barison recitano quanto segue: “Io sottoscritto Antonio Barison, con la presente dichiaro le mie dimissioni dalla carica di Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo, dissociandomi al contempo completamente e definitivamente da ogni proposito o iniziativa inerente il medesimo. Conselve, 09/01/2001”. 70 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 14/01/2001.
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DIMISSIONI DI FAUSTO FACCIA DAL VENETO SERENISSIMO GOVERNO71
Il Veneto Serenissimo Governo prende atto di aver ricevuto in data 13/01/2001 le dimissioni di
Fausto Faccia dal Veneto Serenissimo Governo, prende atto inoltre che il signor Fausto Faccia
“non intende essere immischiato in faccende politiche, culturali o altro”.
Il Veneto Serenissimo Governo non comprende le ragioni elencate a giustificazione di tale atto in
quanto non corrispondenti alla realtà oggettiva.
DISTINTI SALUTI
Per il Veneto Serenissimo Governo
Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia72
71 Le dimissioni di Fausto Faccia recitano quanto segue: “Io sottoscritto Fausto Faccia con la presente confermo le mie dimissioni dalla carica di Vicepresidente del V.S.G., dissociandomi al contempo completamente da ogni proposito o iniziativa inerente lo stesso, in quanto non mi identifico più in tale organizzazione. I motivi della mia decisione sono i seguenti: 1) non intendo essere immischiato in faccende politiche, culturali o altro a me estranee e non di mia conoscenza; 2) non intendo far parte di un organizzazione guidata da individui estranei al gruppo dei Serenissimi, che in questi periodi stanno scontando le rispettive pene in stato di libertà ristretta. Agna, 10 Gennaio 2001.”. 72 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 14/01/2001.
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NOMINA DI DEMETRIO SERRAGLIA A CONSIGLIERE DEL VENETO SERENISSIMO
GOVERNO, CON INCARICO DI CORRIERE DI GABINETTO
Il presidente del Veneto Serenissimo Governo nomina con effetto immediato il Patriota Demetrio
Serraglia consigliere del Veneto Serenissimo Governo e ne conferma l’incarico di Corriere di
Gabinetto. Certi che il Patriota Demetrio Serraglia saprà corrispondere alle aspettative e
all’impegno fin qui profuso gli auguriamo buon lavoro e impegno.
il Presidente
del Veneto Serenissimo Governo
Luigi Massimo Faccia73
73 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 20/01/2001.
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ATTI DEL III CONGRESSO DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO74
SVOLTOSI A BASSANO DEL GRAPPA IL 15 MAGGIO 1999
Veneti con questo libro della collana la via Veneta alla libertà Marciana abbiamo voluto come
Veneto Serenissimo Governo esaudire le numerosissime richieste pervenutici, riproducendo
integralmente tutti gli interventi durante i lavori del III congresso del Veneto Serenissimo Governo
svoltosi a Bassano del Grappa il 15 maggio 1999.
Riuscire ad organizzare e a portare a termine il Congresso è stata una vera e propria sfida contro chi
pensava di aver chiuso il caso Veneto, a due anni dai fatti di San Marco e le relative conseguenze
(processi, carcere, defezioni di alcuni partecipanti all’impresa con relativo ingresso nei partiti
politici che ha ingenerato non poca confusione nei Veneti, e non ultimo l’arresto il 9 marzo dei tre
membri del Veneto Serenissimo Governo Antonio Barison, Luca Peroni, e Andrea Viviani). Tutto
poteva apparire ormai finito o tutt’al più il Veneto Serenissimo Governo sembrava relegato ai
margini della vita politica Veneta assieme ai “4 gatti che lo sostenevano”, invece il determinato e
caparbio lavoro svolto nei mesi precedenti unito ad un indomabile spirito Veneto di patrioti vecchi
e nuovi hanno permesso al Veneto Serenissimo Governo di arrivare più forte che mai, carico di
importati iniziative politiche, a questo importante appuntamento per il futuro del nostro amato
Veneto, e per raggiungere quanto prima la libertà Marciana.
Sarebbe ridondante da parte mia dilungarmi sulla qualità degli interventi, ogni lettore giudichi.
In questa introduzione mi preme ricordare in primo luogo l’opera instancabile del Portavoce del
Veneto Serenissimo Governo Fausto Faccia arrestato nuovamente il 22 maggio 1999, che nel suo
intervento congressuale ha voluto ancora una volta rimarcare la sua più assoluta fedeltà nella storia,
valori, tradizioni della nostra Veneta Serenissima Repubblica.
Consentitemi questa ultima osservazione, gli arresti dimostrano ancora una volta che il Veneto
Serenissimo Governo è l’unica forza politica nel Veneto che lo stato italiano teme, non perché
questa sia sovversiva, come affermano i giudici, ma bensì per la giustezza storico – giuridica delle
sue rivendicazioni; ecco che allora non avendo da controbattere con altrettante valide e
inoppugnabili argomentazioni, si usa la repressione come i peggiori regimi antidemocratici. Il
soffocamento delle giuste istanze di libertà, come la storia insegna, non porta da nessuna parte.
Il Veneto è nazione storica d’Europa, inutile far finta di non capire, l’unica strada per il futuro è il
rispetto reciproco e non la repressione.
Questo libro è dedicato ai patrioti in carcere e alle loro famiglie che in questo momento sono
private dei propri cari, da uno Stato che non recepisce il messaggio pacifico proveniente dal
Veneto.
74 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999.
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VIVA SAN MARCO
VIVA LA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA
VIVA IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
VIVA IL TERZO CONGRESSO
Luigi Massimo Faccia
Presidente del Veneto Serenissimo Governo75
75 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999, pp. 5-6.
139
INTERVENTO INVIATO AL III CONGRESSO
DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
DI LUCA PERONI E ANDREA VIVIANI
Montorio – Verona, Maggio 1999
La storia dei Veneti si perde tra verità documentate e leggende popolari. Quello che è certo è che
con l’inizio del 2000 i Veneti possono festeggiare e rivendicare l’appartenenza alla storia
dell’umanità con grande dignità come uno dei popoli più originali dell’intero occidente.
Una delle sue caratteristiche più evidenti è stata la capacità di edificare un percorso basato sulla
collaborazione pacifica con i popoli adiacenti e talvolta lontani. Non è mistero che la pace e il buon
rapporto interculturale tra popoli porti a prosperità economico sociali di notevole prestigio.
Gli interscambi tra civiltà Greche, Etrusche ed Europee – continentali erano prerogativa Veneta nel
mondo antico. Il prestigio acquisito dai Veneti in tal periodo avvicinò in maniera eloquente il
nostro mondo a quello Romano. Non è una novità l’alleanza del Veneto con Roma che portò
prosperità economiche culturali reciproche sin alla fine dell’impero.
Costretti dalle invasioni barbariche, gran parte dei Veneti si rifugiarono nelle isole della laguna in
cerca di riparo. Qui con lo sforzo di un’intera civiltà mai doma, i Veneti si adeguarono alla vita
sull’acqua e grazie alla cooperazione con l’impero Bizantino riuscirono ad acquistare da questi il
rispetto e l’indipendenza. Assieme a tutto ciò i Veneti plasmarono una delle più belle e uniche città
del mondo che prese il nome da loro stessi: Venezia. Promotori e custodi del diritto Romano,
mentre vicini imperi sorgevano e cadevano, i Veneti elaborarono una forma di governo
repubblicano che suscitava l’invidia degli altri stati.
Il periodo che va dal 697 al 1797, segna il culmine della civiltà Veneta. Un’infinità di grandi
uomini contribuirono all’edificarsi ed alla continuità delle istituzioni politiche e sociali dello stato
oltre a difendere tantissime volte con la stessa vita l’indipendenza della repubblica. I 1100 anni di
repubblica indipendente furono caratterizzati da un crescente sviluppo economico sociale di tutta la
popolazione. Grazie alla potente flotta che tenne per secoli pulito il Mediterraneo orientale dai
pirati, Venezia diventò il porto più sicuro e redditizio per gli scambi tra occidente e oriente tanto da
ricavarne un enorme magazzino a disposizione dell’intera Europa. Si svilupparono un’enormità di
magistrature atte al bene pubblico anticipando in qualche caso di molti decenni grandi stati come
Francia, Germania e altri.
L’architettura e la pittura esportata in tutto il mondo sono visibili ancora oggi ai nostri occhi.
La tolleranza dei Veneti nei confronti di altre culture fu un elemento preponderante tanto da
ricordare Venezia come la città più multietnica del Mediterraneo se non nel mondo intero.
Con l’adesione spontanea nel 1400, circa, dei territori della terraferma, si può dire che il Veneto
tutto riuscì finalmente a ritornare unito in unica Repubblica.
Il Veneto si trovò a difendere la propria indipendenza di fronte a quasi tutta l’Europa unita insieme
nella “Lega di Cambray”, sviluppatasi questa per l’invidia nei confronti di uno stato ricco e florido
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in tutti i settori. Nel peggior momento della campagna militare di difesa la perseveranza di
grandissimi uomini animati da spirito marchesco diedero un contributo non indifferente alla
riconquista di tutti i territori, riconfermando così la voglia e il diritto inviolabile d’indipendenza.
La potenza tecnologico militare Veneta, fornita dal famoso arsenale, punta di diamante della
società lavorativa tanto da essere citato da Dante nella Divina Commedia ed essere riconosciuto
come l’antenato delle industrie odierne, diede una svolta epocale contribuendo decisamente alla
salvezza cristiana di tutto l’occidente nella Battaglia di Lepanto.
Mentre l’Europa era lacerata da guerre fratricide interminabili la Veneta Serenissima Repubblica
grazie alla capacità dei suoi governanti sviluppò una diplomazia pacifista che permise a tutta la
popolazione ben 3 secoli di pace e prosperità.
Molte e molte altre vicende si potrebbero elencare per capire la lunghissima storia dei Veneti, molti
nomi si potrebbero fare per onorare i nostri grandissimi eroi che sacrificarono tutti i loro beni, tra
cui il più grande la loro stessa vita, in difesa dell’indipendenza della loro patria contribuendo in
maniera determinante al bene di tutti i Veneti, ma per non privilegiare nessuno abbiamo preferito
non citarli ricordandoli tutti insieme come appartenenti ad uno stesso popolo e ad una stessa storia.
Vorremmo soffermarci un po’ sulla perdita dell’indipendenza dei Veneti avvenuta il “tremendo
zorno” del 12 maggio 1797. La causa di tutto ciò è un labirinto di verità e di falsità messe assieme
da uomini cinici con il solo scopo di annientare il nostro sacrosanto diritto di appartenere al futuro
come popolo sovrano e indipendente. Nessuno di noi, mai, ha messo in discussione il misero e
irresponsabile atto del governo Veneto in quell’occasione, mai nessuno di noi ha sostenuto la tesi
dell’infallibilità aristocratico – oligarchica nell’esclusiva di governo. Diciamo solo: quale paese
non ha subito sbagli da parte dei propri governanti, riportando talvolta la perdita in massa di vite
umane lungi ad essere paragonate a quelle Venete del 1797, senza per questo vedere la fine del
proprio stato e della propria indipendenza?
Ci sarà stato un motivo per cui la popolazione francese di quei tempi si è ribellata ai suoi tiranni in
maniera atroce mentre nel Veneto no?
Ci sarà stato un motivo che spieghi come mai in tutte le città Venete il popolo ha combattuto ed è
morto per San Marco?
Gli intellettuali neo giacobini dei nostri giorni potranno pur dire che la terra ferma è stata sempre
tiranneggiata da Venezia e che l'hanno sempre odiata ma non possono cancellare la devozione di
Verona, (la città Veneta più lontana dalla capitale) per San Marco, dimostrata nelle famose Pasque
Veronesi. La più grossa rivolta di tutta Europa contro Napoleone cui tutte le classi sociali, assieme,
presero parte.
In realtà la Veneta Repubblica è rimasta vittima di un’aggressione da parte di uno stato straniero
che ha sottomesso l’intera Europa con le armi, ed assieme ad una piccolissima minoranza di perfide
persone hanno attuato quel malefico piano di distruzione e di confisca morale di un intero popolo e
della sua ricchezza.
141
Come l’ha avuta per 1100 anni, il Veneto e le sue istituzioni avevano la forza e i mezzi per
rigenerarsi e per sopravvivere agli eventi di quei tempi: la dimostrazione è che già da tempo in
Senato a Venezia si discuteva su proposte di riforma per allargare la vita politica, promosse guarda
caso da una personalità appartenente alla nobiltà, di una città che non era la capitale. Acerrimo
nemico della rilassatezza aristocratica di quei tempi, non esitò a mettere in pericolo la sua vita per
l’indipendenza della patria Veneta nelle già citate Pasque Veronesi. Comunque sia, noi Veneti tutti,
possiamo accettare revisioni critiche sulle nostre istituzioni storiche e su qualsiasi momento della
nostra passata vita repubblicana, ma ciò che non dobbiamo mai e poi mai accettare è la perdita da
parte nostra di quell’elemento vitale e sacrosanto di cui tutti i popoli del mondo hanno diritto:
l’indipendenza. Il Veneto con la perdita della libertà è rimasto orfano di tutto il suo bagaglio
istituzionale millenario invidiato da tutto il mondo, è stato derubato di tutte le sue ricchezze: opere
d’arte di inestimabile valore, per non parlare del disboscamento totale dei suoi territori. Da allora è
cominciato quel barbaro baratto del Veneto e della sua gente, per scopi economici e talvolta
militari, tra potenti stati.
Nel 1848 Daniele Manin riproclamò la Repubblica Veneta che durò pochi mesi per poi cedere
ancora una volta alle prepotenze straniere.
Nel 1866 il Veneto fu ceduto al Regno d’Italia in maniera a dir poco illegale e da allora rilegato ad
una semplice regione.
La decantata Italia per il Veneto fu sin dall’inizio sinonimo di carestia che obbligò i Veneti ad
un’emigrazione di portata biblica. Per non parlare di tutte le guerre che i veneti dovettero subire per
l’arroganza e gli interessi dei governanti italiani. Una di queste, forse la più atroce che l’intera
umanità ricordi combattuta, in parte, sul nostro territorio con conseguenze disastrose per la
popolazione. E tutto questo aspettando le sospirate riforme, mai arrivate, di cui lo stesso
risorgimento italiano si fece portavoce.
Questa in sintesi è stata la nostra storia e come tale noi siamo costretti ogni giorno a confrontarci
con lei: sappiamo che a qualcuno quest’atteggiamento può sembrare quello di un gruppo di
nostalgici, ma come possiamo pretendere di affrontare il futuro che ci aspetta buttando nel cestino
un bagaglio di esperienze e insegnamenti di inestimabile valore lasciataci in eredità dai nostri
antenati? In ultima analisi, come pretendiamo di sapere chi siamo e dove stiamo andando, se non
sappiamo da dove proveniamo?
Con l’azione del 9 maggio 1997 abbiamo voluto dare uno scossone ai Veneti perché prendessero
coscienza di se stessi per poter affrontare con decisione, coraggio e responsabilità quello che in
futuro aspetta loro poiché le battaglie politiche economiche e culturali che via via si stanno
delineando non possono essere rimandate oltre. Sotto i nostri occhi si stanno aggravando sempre
più crisi in ogni angolo della nostra società: dalla debolezza della chiesa cattolica schiacciata dal
continuo dilagare di pseudo sette e falsi maghi che contribuiscono enormemente allo sfascio morale
e culturale della nostra civiltà, ad un’immigrazione incontrollata, una criminalità organizzata
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sempre più potente e strutture pubbliche vicine allo sfascio per non parlare di una distruzione
ambientale senza precedenti.
E poi c’è l’economia: partendo dalle rovine causate dalla II guerra mondiale, senza aiuti finanziari
preponderanti da parte dello stato italiano, abbiamo ugualmente assistito ad una notevole crescita
economica culminata con quello che viene chiamato “il miracolo del nord – est” che grazie al
lavoro, alla creatività e al coraggio dei nostri imprenditori ha portato il Veneto ad essere uno tra i
maggiori produttori ed esportatori in Europa, ma questo quanto durerà?
Ogni giorno siamo testimoni di maxi fusioni bancarie ed industriali in mano a pochi potenti, che
decidono così di affrontare il mercato mondiale con lo scopo di creare un monopolio globale.
Con un simile orizzonte, e con una pressione fiscale delle più alte d’Europa, cominciata per altro
dal 1° giorno dell’unificazione all’Italia, come possono competere i nostri imprenditori?
Come può il Veneto sperare di continuare ad essere competitivo nei confronti del monopolio delle
multinazionali? E’ attualità di questi giorni la grave recessione industriale che colpisce soprattutto
il settore delle esportazioni, comparto privilegiato del nostro Veneto. Solo con un criterio di
cooperazione, oltre che con la responsabilità, e il buon funzionamento delle strutture pubbliche si
può pensare di combattere alla pari e restare protagonisti nei mercati europei e mondiali.
E tutti questi problemi come vengono presi in considerazione dai nostri politici? Nei mesi
successivi alla Liberazione di Piazza San Marco, tutti i politici Veneti, e non solo, gridavano
all’unisono che si doveva attuare una riforma federale dello stato, che il Veneto aveva bisogno di
autonomia, altri ancora parlavano di autodeterminazione. Confortati da queste dichiarazioni
nell’estate del 1998 abbiamo deciso di contattare tutte le forze politiche, associazioni
imprenditoriali e di categoria per confrontare le nostre e le loro idee e trovare, se possibile, un
accordo per lavorare assieme su un unico obbiettivo. Ebbene il risultato ci ha dimostrato per
l’ennesima volta quanto questa classe politica sia falsa ed ambigua. Nei loro comizi e congressi
parlano di cambiamenti, gridano slogan contro il regime, minacciano di abbandonare le istituzioni
in cui loro stessi hanno scelto di entrare, ma quando li inviti a dimostrare la loro volontà e gli chiedi
un’azione concreta, pur rimanendo sempre nella legalità, in favore dei Veneti, tutti si eclissano e
trovano scuse a volte anche ridicole.
Ci accusano di essere portatori di una lotta terroristica oppure al contrario di aver fatto una
carnevalata, ma allo stesso tempo sfruttano il nostro sacrificio e le nostre parole per le loro
campagne elettorali.
La verità è però un’altra, è che a questi personaggi, che pure adoperano la nostra bandiera per la
loro propaganda, non interessano minimamente le rivendicazioni di un popolo plurimillenario.
In realtà con il loro agire non sono altro che i continuatori di quella municipalità provvisoria,
instaurata da Napoleone, subdoli lacchè con il solo fine di arraffare le poche briciole avanzate dalle
continue ruberie di istituzioni estranee alla nostra storia, per giustificare la loro legittimità nel
nostro territorio a danno, ben inteso, sempre e solo del nostro popolo.
143
Ed è anche per questo motivo che noi del Veneto Serenissimo Governo, quando ci siamo trovati di
fronte alla scelta di fondare un nuovo partito oppure di allearci con un altro già esistente, abbiamo
deciso di seguire un’altra strada più consona alla nostra storia.
Siamo consapevoli che forse la nostra via è la più dura e tortuosa ma siamo convinti che sia anche
la più liberale e proficua.
Come abbiamo visto, il nostro futuro è solcato da un’infinità di problemi da risolvere che non
possono essere tralasciati neanche nei loro minimi particolari.
Rendendoci conto che il tempo a nostra disposizione va esaurendosi sempre più abbiamo ridato vita
al Veneto Serenissimo Governo, erede unico dello spirito mai domo dei suoi antenati, ha
cominciato anni or sono un cammino di recupero storico per ridare dignità a quell’ingiusta
cancellazione della storia Europea perpetrata nei nostri confronti che ormai si trascina da oltre 2
secoli. Consapevoli delle gravi conseguenze a cui andavamo incontro abbiamo sempre cercato di
non scostarci mai dai nostri insegnamenti storici, gli stessi insegnamenti che hanno portato il
Veneto ad essere in taluni momenti il punto di riferimento della civiltà Europea.
Puntualmente ci troviamo costretti a subire quelle conseguenze previste, una di queste, forse la più
pesante per noi è quella che ci vuole rilegati a sinonimo di commiserazione.
Malgrado ciò, tutti i nostri sforzi e le nostre esperienze hanno dato vita in questi ultimi tempi alla
Veneta Serenissima Alleanza. Lo scopo principale perseguito è il raggruppare tutte le forze sociali
esistenti nel nostro territorio affinché si creino le basi ideali per rivendicare con forza il nostro
diritto all’indipendenza.
Con la consapevolezza, crediamo, di essere la guida morale dei Veneti e con la responsabilità che
ci ha sempre caratterizzato, convinti che solo con la cooperazione e l’apporto di nuova linfa si potrà
raggiungere l’obbiettivo, invitiamo tutti i cittadini che non si riconoscono in questo sistema a
partecipare attivamente a tutti i progetti sviluppati e non, affinché il nostro futuro non sia più
affidato a forze che non ci appartengono.
Nel riconfermare i nostri impegni presi con il Veneto Serenissimo Governo rimettiamo tutte le
nostre speranze nella volontà di colui che sempre ci ha accompagnati e sorretti nelle nostre
vicende: patrono eterno del nostro popolo, e invitiamo tutti i presenti insieme con il nostro spirito
che sicuramente sta’ in mezzo a voi a gridare fortemente:
VIVA SAN MARCO
GLORIA AGLI ETERNI EROI VENETI
VIVA LA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA
GLORIA A SAN MARCO 76
76 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999, pp. 17-24.
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POLITICA ESTERA DEL VENETO SERENISSMO GOVERNO
RESPONSABILE POLITICA ESTERA
VALERIO SERRAGLIA
Qualsiasi movimento di liberazione per essere in grado di compiere la propria missione deve avere
una politica interna e una politica estera.
Questa relazione tenderà ad inquadrare lo stato delle relazioni e delle prospettive future tra il
Veneto Serenissimo Governo e gli altri paesi, popoli e movimenti di liberazione .
E’ evidente che con la caduta del muro di Berlino si è concluso un periodo sociale, politico ed
istituzionale tale da richiedere nuovi strumenti di analisi, nuove strade, tutto questo è paragonabile
alla scoperta della ruota ed ai sconvolgimenti conseguenti.
In breve si può constatare la fine degli stati central-imperialisti che hanno una caratteristica
peculiare: il policentrismo che porta inevitabilmente ad una costante lotta tra di loro per il controllo
delle materie prime.
I vari tentativi di spartizione non hanno dato nessun risultato, di fatti la stessa conferenze di Berlino
di fine ’800 non è riuscita ad impedire la prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni non è
riuscita ad impedire la seconda guerra mondiale, e la stessa ONU non è riuscita ad impedire lo
svilupparsi dal 1945 ad oggi giorno una serie di guerre, cosiddette regionali (con milioni di morti),
che sono rimaste tali e non sono degenerate in conflitti totali esclusivamente per la presenza
deterrente atomico.
Lo scontro strategico tra le due super potenze, avvenuto negli anni ottanta con le cosiddette guerre
stellari, ha messo in ginocchio l’Unione Sovietica; questo ha cambiato il quadro geopolitico nel
mondo che si è diventato da bipolare a monopolare.
La situazione geopolitica attuale dimostra che sia l’Europa e sia il Giappone senza un credibile
deterrente militare non sono in grado di competere economicamente con gli Stati Uniti.
Gli strumenti creati dopo la seconda guerra mondiale (vedi l’ONU) non hanno più ragione, non è
un caso che l’ONU non sia tenuta in nessun conto, la stessa NATO ha perso la sua funzione
originaria quale strumento di difesa prima contro l’URSS e poi contro il Patto di Varsavia.
L’aggressione alla Repubblica Federativa di Jugoslavia è estremamente significativa rispetto ai
nuovi compiti che si è data la NATO, ora più che mai schiacciata sugli interessi USA:
1- controllo militare dell’Europa dall’atlantico agli Urali;
2- controllo del Medio Oriente;
3- controllo dell’Africa.
Proprio in questo contesto si fa sempre più forte la necessità d’intrecciare la lotta della Nazione
Veneta per l’autodeterminazione con la lotta delle altre Nazioni, Popoli, Etnie per la conquista del
loro libero arbitrio. Qualsiasi avanzamento e vittoria di una singola Nazione crea condizioni
favorevoli agli altri popoli, il Veneto Serenissimo Governo ritiene che esistano due condizioni di
lotta:
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1°- all’interno dei popoli all’interno della NATO (vorrei qui ricordare per chi l’avesse dimenticato
che all’interno della NATO esistono istanze di autodeterminazione che vanno oltre il Veneto: la
Scozia, la Valle d’Aosta, il Tirolo, l’Euskadi, il Quebec, la Bretagna, la Corsica, il Piemonte, la
Savoia, la Sardegna, il Regno di Napoli, la Lombardia, l’Ocitania, i Cimbri, il Friuli, i Ladini, i
Galles, la Catalogna, la Sicilia, e altri è evidente che non ci siamo dimenticati della shoà e del
genocidio degli indiani d’America).
2°- con le nazioni e con i popoli all’esterno della NATO.
Il problema non è certamente quello di costituire un’altra internazionale da contrapporre alla mai
morta Trilaterale ma esiste la necessità di avere dei strumenti di intreccio, di consultazione, di
scambio di esperienze che non ci facciano andare alla lotta senza un possibile retroterra (vedi gli
Stati Uniti 1770).
Quindi lanciamo la proposta di prendere le dovute iniziative per verificarne la necessità Su questo
terreno il Veneto Serenissimo Governo ha già preso le dovute iniziative sia a livello degli stati
nazionali sia a livello dei movimenti di liberazione, lo stato di queste trattative e incontri per
essendo all’inizio è sulla buona strada per dare risultati estremamente positivi.
I rapporti internazionali che noi vogliamo costruire intendono basarsi sulla non ingerenza, sul
reciproco rispetto e su rapporti economici basati su interessi comuni, sul rispetto delle singole
culture e storie.
E’ chiaro che la politica del centralismo imperiale tende a distruggere tutto quanto fa di noi degli
esseri umani, pensanti ed originali e ci clona su necessità indotte, funzionali ad un sistema
produttivo che differenzia sempre più il livello economico con il conseguente fenomeno
dell’immigrazione più o meno clandestina.
Tutto ciò porta alla perdita delle singole identità ed a un fenomeno che noi tutti possiamo
constatare ogni giorno (vedi il degrado di molti extracomunitari).
Dovere dei paesi economicamente sviluppati è quello di aiutare gli extracomunitari nei loro paesi,
onde evitare tra l’altro un depauperamento delle risorse umane senza le quali qualsiasi speranza di
sviluppo diventa un’illusione con la conseguente desertificazione dei paesi del terzo e quarto
mondo.
La Nazione Veneta che noi vogliamo costruire non può basarsi sulla Coca Cola, sui Fast Food,
sulla Droga e sulla Pornografia. Noi vogliamo una società che tende a un equilibrio, ad un rispetto
del lavoro, al rispetto dei singoli, alla difesa della nostra famiglia e alla ricerca di un mondo più
felice.
VIVA
LA LIBERA REPUBBLICA
DI SAN MARCO77
77 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999, pp. 49-51.
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RELAZIONE
DI FAUSTO FACCIA
Grazie degli applausi, anche se dovremo cominciare a ragionare da Veneti, anche su questo la
Serenissima insegna, non ci sono personalismi come nella partitocrazia, anche se sono uno dei
protagonisti dell’impresa nota come San Marco.
Io voglio essere un servitore di San Marco: l’unico a cui noi dobbiamo amore e gloria e a San
Marco questo era dovuto.
Ringrazio per gli applausi, però noi dobbiamo essere chiari perché siamo Veneti e siamo figli di
una storia originale e nella originalità è stata l’impresa.
Il nostro cammino è stato protetto da San Marco pertanto a lui l’onore e la gloria.
Fatta questa premessa, vorremo ricordare senza dilungarci, ormai tutte le varie tematiche sono state
tutte toccate. Noi abbiamo deciso di fare il Congresso nel giro di un mese, anche se la preparazione
avveniva già da parecchi mesi. Dal giorno 18 aprile a martedì prossimo in cui si decideranno i miei
destini, ossia il rientro in carcere oppure, se avrò più fortuna e potrò continuare a lavorare per San
Marco fuori.
Chiaramente anche in carcere continuerò a lavorare per San Marco, questo è ovvio.
Il discorso che farò in questo Congresso sarà proprio per lasciare la testimonianza ai Veneti.
Il Veneto Serenissimo Governo è una realtà, il Veneto Serenissimo Governo non è quello che tutti i
giornali dicono cioè il nulla, il Veneto Serenissimo Governo dalla sua comparsa (quando ha fatto le
interferenze radio) all’impresa di San Marco e in questi due ultimi anni ha lavorato duramente. Il
Veneto Serenissimo Governo è l’unica forza che ha dato spirito al cambiamento, pertanto l’invito è
quello di affiancarlo in maniera decisa non più con titubanze o con i soliti discorsi (ma sì…, ma
no…, ma forse…, si può fare in maniera diversa…, ma perché non diventate un partito…, ma
perché non andate con la Lega o con la Liga o con il partito del Nord Est o con Cacciari o con
Galan o con tutti gli altri), noi siamo con San Marco che ci ha indicato la strada da percorrere: lo
studio, la fatica e il sacrificio. La strada per liberare il Veneto non sarà una strada facile. Noi
abbiamo deciso di scegliere la strada più difficile sia che siamo in tanti o in pochi, pertanto chi ha
ancora dei dubbi sul Veneto Serenissimo Governo oggi deve essere il giorno che questi dubbi siano
fugati oppure io non ha problemi a dirli di allontanarsi da noi perché noi vogliamo solo dei degni
figli di San Marco al nostro fianco, nel senso che qua sta nascendo il Veneto. Tutti possono e
debbono partecipare non vogliamo essere noi i soli protagonisti.
Per ridare vita e valore al Veneto non si può pensare di passare attraverso premi e regali, qua per
rifare il Veneto ossia per ritornare a quei valori che 200 anni fa il criminale Bonaparte ci ha privato:
valori cristiani, valori di tradizione, valori di ingegno, valori di sacrificio, valori di gloria militare,
valori di diplomazia, valori di saggezza antica. Per raggiungere questi valori bisogna cambiare
strada e mentalità: non è pensabile liberare i Veneti rimanendo con la testa italiani, facendo il
147
Partito, inventando qualche meccanismo istituzionale che comunque lo stato italiano riesce ad
assorbire.
Noi siamo lo stato Veneto ragioniamo, da Veneti e operiamo da Veneti; questa è la premessa.
Spero di essere stato chiaro.
Le ultime cose che posso dire sono queste: oggi abbiamo sentito alcuni aspetti importanti, il veleno
cui ha detto Ivonne hanno riempito le nostre terre portandone al degrado, la stupidità con cui
vengono sperperati i nostri denari coi vari Comitati per Venezia quando invece una persona nobile
e gloriosa si sta battendo per la salvaguardia di Venezia prendendo bastonate e venendo buttato in
galera. Sto denunciando il comitatone, il magistrato alle acque, il comitato per Venezia nuova come
sperperatori dei nostri soldi e stanno inoltre mettendo a rischio la nostra capitale, in quanto con
cifre modestissime si potrebbero ripristinare quelle isole davanti alle bocche di porto e si avrebbe la
certezza di salvare Venezia da eventuali acque alte, che speriamo Dio e San Marco non le mandi
perché provocherebbero un disastro immane, non solo per le opere d’arte ma per le popolazioni di
intere calli soprattutto se venisse di notte, sarebbe una ecatombe di migliaia di persone. Noi come
governo della repubblica, perché tale ci definiamo, vogliamo denunciare questi fatti e sarà nostra
premura battagliare per queste cose perché la Repubblica ci teneva al suo territorio e alle sue genti
e noi siamo gli eredi di questa tradizione.
Noi inoltre stiamo lottando per rifare il Referendum del 1866, questa è la forma democratica, quella
che dobbiamo attuare; sperando che i Veneti ci diano il loro appoggio per portare avanti questo
Referendum.
Voglio dire per concludere che da parte mia non è tollerabile la presenza di un comitato che
giustifichi la presenza solo per il mantenimento delle proprie famiglie senza tenere conto dei rischi
che corrono migliaia di Veneziani e del patrimonio architettonico di Venezia, non possiamo
accettare questo perché è un delitto che chiama vendetta, ma altrettanto responsabili sono quei
politici che non muovono un dito pertanto noi ci batteremo su queste cose sperando di cominciare
subito avendo l’appoggio di tutti voi, perché abbiamo della gente, perché qua rinasce il Veneto.
Vogliamo ritornare indietro di 200 anni coi valori, colla responsabilità personale.
Ringrazio chi come Tullio, Ivonne, Alberto, Federico, Demetrio, Pierluigi, Valerio, l’amico Luigi,
Paolo e tutti gli altri, oggi non ha potuto essere presente l’amico Riccardo perché colpito da un
problema grave in famiglia, però è qui la moglie. Queste sono tutte persone che non si
conoscevano, ami viste in vita mia, che hanno avuto il coraggio di fare una scelta decisiva di non
stare con i venditori di fumo o con chi fa discorsi inutili, ma di stare con chi i discorsi non ne vuole
fare ma vuole fare i fatti. Grazie.
VIVA LA REPUBBLICA VENETA
VIVA SAN MARCO78
78 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999, pp. 45-48.
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AUTODETERMINAZIONE E REFERENDUM DEL 1866
DI DEMETRIO SERRAGLIA
Art.1 Dello statuto del Veneto Serenissimo Governo
E’ costituito il Veneto Serenissimo Governo, movimento che si propone di ottenere il
riconoscimento del Veneto quale Nazione Storica d’Europa. Il raggiungimento di tale obiettivo
prevede la divulgazione della Storia e della Cultura Veneta attraverso varie forme, nella prospettiva
di creare una condizione etica, politica e sociale idonea a far si che vengano riconsiderate le
modalità e gli scopi che hanno caratterizzato il referendum del 1866 per “l’annessione” del Veneto
all’Italia e a permettere una democratica e trasparente riedizione.
Per questo noi del Veneto Serenissimo Governo abbiamo indetto una raccolta di firme per rifare il
Referendum che aggregò il Veneto all’Italia, avente questo testo: “Noi, Popolo Veneto, chiediamo
che il referendum del 21 ottobre 1866, avente come oggetto l'unione o meno del Veneto all'Italia,
venga rifatto, in quanto il medesimo non si è svolto secondo gli accordi internazionali bensì in
violazione anche delle più elementari regole democratiche.
Inoltre, chiediamo che, sotto la supervisione dell'ONU, i Rappresentanti di Francia, Austria, Italia e
del Veneto Serenissimo Governo istituiscano un tavolo di trattative per stabilire le modalità e le
regole d’indizione del nuovo referendum.”
Il rifacimento del Referendum del 1866 è l’ultima possibilità che il Veneto da all’Italia per
rispettare gli accordi internazionali sanciti dall’armistizio di Cormons e dalla Pace di Vienna di cui
inoltre si fecero garanti Austria e Francia. Infatti il 12 agosto 1866 a Cormons viene firmato
l'accordo austro – francese (seguito all'armistizio italo-austriaco) in base al quale Venezia e le
fortezze del Quadrilatero sarebbero state consegnate a un commissario francese che le avrebbe
rimesse alle autorità venete, <subordinatamente al consenso delle popolazioni>, chiamate ad
esprimere la loro volontà.
“In Italia, si sarebbe voluto che la cessione del Veneto avvenisse all’infuori della mediazione
francese; (infatti) in Francia, si accennava a mettere in dubbio che la volontà della maggioranza dei
Veneti fosse per l’unione con l’Italia”.
Il commissario francese gen. Leboeuf aveva dichiarato ai plenipotenziari gen. Thaon de Revel e al
conte Vimercati (per l'Italia) e al gen. Mohring (per l'Impero) che il plebiscito - deciso per il 21/22
ottobre di quell’anno - avrebbe dovuto essere indetto dai comuni senza alcuna ingerenza dei
governi, e la cessione avrebbe dovuto essere proclamata da lui stesso; che la bandiera francese
avrebbe dovuto salire sulle antenne di San Marco e che gli stemmi sabaudi già innalzati sugli
edifici pubblici rappresentavano un abuso.
Lo stesso Napoleone III dichiaro l’undici agosto 1866: “Padrona dei suoi destini la Venezia potrà
ben tosto, per mezzo del suffragio universale, esprimere la sua volontà”.
“Infatti, dopoché il 24 agosto l’Austria aveva firmato una convenzione, con la quale consegnava la
Venezia alla Francia, l’Imperatore Napoleone III aveva incaricato il generale Leboeuf di ricevere le
149
province venete e Mantova dagli austriaci e trasmetterle ai rappresentanti della Venezia stessa”.
“Il 4 ottobre fu pubblicato un regio decreto, con la data del 3 (solo per togliere alla Francia la
funzione di garante), che invitava la popolazione ad un plebiscito per fare atto di autorità sulla
Venezia, indipendentemente da ogni autorizzazione francese”.
Questa pace prevedeva un libero Referendum delle Genti Venete per decidere del proprio destino
di Nazione che sarebbe stata o unita all’Italia o indipendente, questa possibilità i Veneti se la sono
guadagnata con il loro sangue nella battaglia di Lissa affondando le navi della Marina Italiana. Lo
stato italiano tradì questi accordi rifilando al Veneto un referendum che non fu altro che una
pagliacciata, con un esito scontato (Popolazione: 2.603.009 Risultato: 646.789 SI - 69 NO - 567
NULLI) dovuto alla presenza alle votazioni delle truppe d’occupazione italiane e magistratura
italiana.
Per legittimare il cosiddetto plebiscito Vittorio Emanuele II fece andare a Torino una legazione di
lacchè composta dal conte Giustinian, rappresentante di Venezia, che parlò presentando il risultato
del plebiscito, del Giacomelli e del Caccianiga di Treviso, del Rossi di Udine, del Pittoni di
Belluno, del De Lazzara di Padova, del Costantini e De Botta di Verona, e del Peretti di Mantova.
L’ulteriore dimostrazione che quella del 1866 non fu altro che un’occupazione continuata tutt’oggi
è il fatto che Vittorio Emanuele II re di Sardegna non modifico il suo titolo in Vittorio Emanuele I
re d’Italia, perché riteneva che l’occupazione del Veneto come del resto della penisola fosse
soltanto una espansione del Regno di Sardegna.
Questa che noi facciamo non è una richiesta ma una concessione che se non verrà sfruttata
dall’Italia autorizzerà il Veneto a ricominciare a camminare con le proprie gambe.
C’è chi ci accusa di violare l’art. 5 della costituzione italiana ma noi rimandiamo al mittente questa
accusa rispondendo che noi rifacendoci ad un fatto antecedente all’emanazione della principale
legge italiana siamo all’interno del diritto e della legalità internazionale.
Noi di fronte a coloro che sono disposti a fare guerre per l’autonomia di un popolo non chiediamo
nessuna guerra ma rivendichiamo il diritto della Veneta Nazione ad un referendum per la libertà.
Si potrà dire che una rivendicazione di autonomia dopo 130 anni è una cosa superata, noi
rispondiamo di no perché la libertà di una nazione non cade in prescrizione e non può essere
cancellata con una truffa o con qualsiasi altro atto di imperio.
Altra domanda che nasce è: di quante firme necessita il vostro appello ? La risposta è semplice: non
è la quantità di firme che dimostra la bontà dell’azione e dell’idea, ma è l’idea stessa che difende
autonomamente il proprio valore di verità. Naturalmente più firme si hanno più pressione si ha nei
confronti degli organismi internazionali.
Molte volte ci viene rivolta questa domanda: perchè mentre si va verso un’Europa unita voi volete
separarvi. La risposta è che noi vogliamo un’Europa dove le singole identità nazionali vengano
rispettate e considerate per l’inestimabile bagaglio storico e culturale che è patrimonio della nostra
Europa, non vogliamo che i grandi stati nazionali fagocitino e appiattiscano le culture delle Nazioni
150
Europee in un grande calderone che renderà l’Europa priva di una propria dignità culturale e
storica.
L’avvenire è nelle nostre mani: sta a noi scegliere fra la libertà e la schiavitù impegnandoci e
lottando per il rifacimento del referendum del 1866.
Noi rivogliamo il nostro libero arbitrio per trattare alla pari con l’Italia e con le altre nazioni del
mondo e inoltre rivendichiamo il posto della Veneta Nazione all’interno dei vari organismi
internazionali a cominciare dell’ONU.
Amici e fratelli qui presenti: se siete ciò che dovete essere (Veneti); se la corruzione italiana non
alloggia in voi; se nelle vene non vi scorre acqua ma sangue; se siete uomini e donne , infine, fuori
..... e con noi per il referendum per la libertà del Veneto.
VIVA IL POPOLO LIBERO DI SAN MARCO
VIVA SAN MARCO!79
79 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999, pp. 37-41.
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RELAZIONE DEL PRESIDENTE DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
LUIGI MASSIMO FACCIA
Signor presidente di seduta, signori membri del Veneto Serenissimo Governo, illustrissimi ospiti,
Veneti tutti. Prima di addentrarmi nelle tematiche finali del Terzo Congresso del Veneto
Serenissimo Governo voglio rendere omaggio ai tre patrioti e membri del Veneto Serenissimo
Governo signori Antonio Herti Barison, Luca Peroni, Andrea Viviani detenuti nelle carceri italiane.
Tutti noi del Veneto Serenissimo Governo sapevamo quanto essi tenevano ad essere oggi presenti a
questo importante appuntamento per la libertà del nostro Veneto, non basterebbero tutte le parole
fin qui pronunciate in questo consesso a spiegare tutto ciò che hanno fatto e dato alla Veneta Terra
in questi anni, grazie al loro coraggio, determinazione, generosità, sacrificio e dedizione totale alla
Veneta causa hanno dimostrato a tutti i Veneti cosa vuol dire concretamente spirito Veneto.
Il Terzo Congresso del Veneto Serenissimo Governo è il risultato e la continuazione del primo
congresso svoltesi il 25/1/1987 che sancì la nascita del Veneto Serenissimo Governo che come
primo atto fece la scelta politica del Referendum Popolare per l’autodeterminazione.
Il secondo congresso del Veneto Serenissimo Governo si svolse il 24 agosto 1996 in cui fu decisa,
tra l’atro, l’azione di piazza san Marco del maggio 1997, in vista del bicentenario della cosiddetta
caduta della Veneto Serenissima Repubblica. Il gesto di San Marco era volto a creare il caso
Veneto e poter così portare all’attenzione della comunità internazionale la problematica Veneta.
Molti presenti si chiederanno perché fin dalla nostra nascita ci siamo chiamati Veneto Serenissimo
Governo? La decisione di tale scelta è dovuta dalla convinzione di essere gli unici continuatori,
eredi e difensori della storia, cultura, valori e tradizioni della Veneto Serenissima Repubblica.
Compito difficile e molto impegnativo, quello che ci siamo assunti, in quanto per la prima volta
dopo il 1848 una forza popolare e politica di ispirazione Veneta si identifica totalmente nella storia
della propria terra senza alcun aggancio o compromesso ideologico esterno.
Rivendichiamo con forza il diritto all’esistenza e al rispetto del Veneto come nazione storica
d’Europa.
Il terzo congresso del Veneto Serenissimo Governo vuole riaffermare la propria volontà politica di
lottare e portare a termine il rifacimento del Referendum del 1866, a due anni dalla straordinaria
impresa del 9 maggio 1997 che vide lo spirito e l’intelligenza Veneta vincere in un impresa che
sembrava impossibile tanti erano i problemi, le incognite e i pericoli: lo storico Marc Bloch afferma
che “le nazioni decadono e muoiono quando ciò che è necessario appare impossibile”.
Per la prima volta, in 130 anni di asservimento italiano, tanti Veneti si sono sentiti orgogliosi di
essere tali e non più solo strumenti di lavoro o macchiette. Sono ritornati uomini consci di avere
alle spalle un grandioso e luminoso passato nonostante ogni genere di tentativo per annullare e
cancellare per sempre la nostra identità.
Veneti il Veneto Serenissimo Governo nonostante tute le difficoltà che ben sapete sta portando
avanti molte iniziative politiche che chi mi ha preceduto ha già ampiamente illustrato.
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Abbiate il coraggio di lottare e di sostenere il Veneto Serenissimo Governo, nessuna forza, anche la
più grande e temibile, come il nostro passato l’ha già dimostrato può fermarci, l’unica forza che
può impedirci si riacquistare i nostri legittimi e inalienabili storici diritti è la mancanza di stima che
molti Veneti hanno in se stessi.
Sun Tzu, grande stratega cinese, scriveva: “A volte per conquistare una nazione non è necessario
utilizzare la spada, basta distruggerne la cultura e l’auto stima di se”.
Voglio comunicare ai presenti che il 7 ottobre 1999 anniversario della grandiosa vittoria nella
battaglia di Lepanto (il più grande evento che videro i secoli) si terrà il primo congresso europeo
dei Veneti che si riconoscono nel Leone Marciano.
Ringrazio tutti coloro che nei momenti più difficili hanno aiutato e sostenuto il Veneto Serenissimo
Governo.
Concludo con le parole di uno dei più grandi eroi Veneti che dopo aver sostenuto un assedio
sanguinoso disse ai suoi soldati stremati: “ Se avete fame eccomi cibatevi delle mie carni, se avete
sete bevete il mio sangue, ma non arrendetevi!!”.
VIVA SAN MARCO
VIVA IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO80
80 Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999, pp. 53-55.
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IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO E LA LEGA NORD
BOSSI: QUALE DITTATURA?
È evidente che l’approssimarsi di una qualsiasi competizione elettorale porta uno sconquasso sia
sul piano delle alleanze, delle strutture organizzative e sul piano individuale fino a far perdere il
senso dell’equilibrio. Tutto questo avviene in gran misura per conquistare qualche voto che possa
soddisfare i propri desideri di potere economico e politico.
Ciò premesso si deve fare qualche considerazione, non certo con stupore, a proposito dell’intervista
a “La Padania” del 18 gennaio 2000 di Umberto Bossi. Nella medesima si afferma che a governare
devono essere le piccole e medie industrie in quanto creano il 60/65% del P.I.L., io credo che il
governo di un paese civile deve essere la sintesi e rappresentare tutte le componenti in una costante
dialettica politica ed economica, se questo non avviene è evidente che si instaurerà la dittatura di un
settore della società sul resto. Questo avviene all’interno di una società partitocratica e giacobina e
giacobina, per definizione un “partito” non può essere unico, in quanto una parte non può essere il
tutto: quindi lo Stato monopartitico è una contraddizione di termini. È chiaro che bisogna superare
questo sistema che oltre 200 anni fa è stato imposto all’Europa dai giacobini francesi e dai
pappagalli europei. Nella storia della Veneta Serenissima Repubblica ci sono gli elementi
fondamentali da cui partire per una ricerca creativa e il superamento del sistema partitocratrico
creato dal centralismo coloniale. 200 anni di oppressione dei poteri centrali contro il popolo, decine
di guerre, centinaia di milioni di morti hanno ampiamente dimostrato che questo sistema deve
essere rapidamente superato nell’interesse della nostra gente e anche degli altri popoli.
Ritornando al Bossi pensiero, se vogliamo usare un metodo speculativo ed estremizzandolo posso
affermare senza tema di essere smentito: se il governo deve essere nelle mani delle forze produttive
è evidente che le forze produttive e di trasformazione, e quindi di costruzione del P.I.L. sono i
lavoratori dovunque essi siano impiegati. Questa critica tende a nobilitare un certo punto di vista,
ma questo non corrisponde al livello dell’attuale dibattito tra le forze affette da cretinismo
istituzionale. Tutto ciò si può tradurre in piccole miserie elettorali, Bossi tenta di tagliare l’erba
sotto i piedi di Padovan e del suo tentativo di entrare nei Palazzi.
Vorrei sapere la protezione offerta da Bossi e Robusti ai produttori di latte (COBAS) e i risultati
ottenuti.
Veneti ricordiamoci che il destino è nelle nostre mani, la nostra generosità non deve essere male
interpretata, la forza e il prestigio della Veneta Serenissima Repubblica è la fonte dove attingere
energia per le nostre lotte. Si ricordino le sirene di Roma che la pattumiera della storia è lì ad
aspettarli.
Valerio Serraglia
Componente del Veneto Serenissimo Governo81
81 “Spirito Veneto”, 2000/1, p. 1.
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LE INACCETTABILI INGERENZE DELLA LEGA NORD A VENEZIA
Nel prossimo mese di settembre, nella millenaria città dei Veneti (Venezia), che per secoli e secoli
è stata simbolo di libertà, giustizia, civiltà, buon governo, e baluardo per la difesa d’Europa, si
andrà a consumare, sotto un uragano di false, vuote, logore, e ormai insopportabili parole d’ordine,
l’ennesima provocazione e presa in giro al Popolo Veneto, nella manifestazione per la “libertà”
indetta per il giorno 17 settembre e organizzata da un gruppo politico legato a doppio filo da oltre
un decennio allo stato centralista italiano: la Lega Nord.
Nella realtà questo “incontro”, e tutte le altre iniziative pseudo libertarie, federaliste,
indipendentiste, ecc., ecc. hanno lo scopo di OSTACOLARE, in ogni modo, la crescita della
Coscienza Veneta, GENERARE CONFUSIONE, e false speranze, per DEVIARE il cammino del
nostro Veneto Popolo verso i suoi inalienabili diritti alla Libertà Marciana, e nella riscoperta della
sua gloriosa storia (falsificata, infangata, ridicolizzata da 130 anni di bugie e mistificazioni per
giustificare la truffa, e il mancato rispetto dei patti durante “l’annessione” del Veneto all’Italia
sabauda nel 1866. Distruggendo con la repressione e il dileggio il Veneto Serenissimo Governo e i
Patrioti che lo sostengono, in quanto MOTORE E GUIDA per la libertà del Veneto).
Il Veneto Serenissimo Governo invita tutti i Veneti alla riflessione critica per capire che nulla
cambierà in positivo per la Nostra Terra, sia che comandi la sinistra o la destra: ideologie con la
stessa logica centralista e oppressiva, fuori dalla storia responsabili di lutti, rancori, e divisioni tra il
nostro popolo.
Lo stato italiano si è formato, e questo lo ricordiamo a tutti coloro che parlano di riforma federale, e
modifiche costituzionali, con l’inganno, il sopruso e la violenza sistematica nei confronti dei
legittimi Stati e Popoli della penisola. Esso non può cambiare il proprio volto istituzionale, pena la
sua implosione a causa dei conflitti intestini tra i poteri dello stato, che si vedrebbero minare le
proprie competenze, la propria autorità e tutti i vantaggi che derivano dalle posizioni di potere. La
totale mancanza di una vera classe politica in grado di affrontare questi poteri, senza paura di
perdere consenso elettorale, e con il coraggio di fare i conti con la storia, e RICONOSCERE LE
GIUSTE ISTANZE VENETE, aggravano ancor di più questa situazione. Allora si ricorre quale
ultima spiaggia per ritardare il collasso politico, istituzionale a queste manifestazioni “Sfoga
Popolo” con tutto il corollario dei “nuovi” slogan, “libertà”, “governatori”, “camera delle regioni”,
“devolution”.
Il Veneto Serenissimo Governo invita tutti i Veneti che si riconoscono nel glorioso vessillo
marciano a mobilitarsi ed ad essere presenti alla cerimonia del 14 ottobre 2000 alle ore 10.00 a
Venezia presso la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, per ricordare la grandiosa Vittoria di Lepanto
che segnò la salvezza dell’intera Europa: dando così un VERO segnale di libertà e cambiamento.82
82 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 30 agosto 2000.
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DA PONTIDA A TEANO
Era la fine degli anni 70' quando per la prima volta nel nord italia si cominciò a parlare di
autonomia e federalismo, tutto cominciò con riunioni semi sconosciute di poche persone che
volevano sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale sul "caso Veneto", rivendicando la storia e
cultura della Repubblica Serenissima come nazione storica d'Europa.
Poi nel 1983 la svolta, la candidatura alle elezioni politiche portò alla ribalta nazionale quel piccolo
partitino (Liga Veneta) che al suo esordio riuscì a portare a casa l'8 % dei consensi, un deputato e
un senatore, ma cosa più importante, per la prima volta, mise in discussione la legittimità di questo
stato fantoccio e occupante.
Nei palazzi Romani si cominciava ad aver timore, non tanto della singola Liga Veneta in quanto
poteva venire facilmente comprata con qualche posto in regione e qualche senatore, ma piuttosto
dai pericoli che la nuova e genuina politica autonomista, federalista e successivamente
indipendentista, poteva portare agli interessi Romani.
Nel 1984, faceva capolino in italia il signor Umberto Bossi, che con il suo linguaggio di scontro
aperto con i poteri romani (ricordiamo tutti i discorsi del "senatur" e le frasi celebri come “Roma
ladrona”, ecc..) in pochi anni diventò il capo indiscusso della finta rivolta del nord (finta perché
sappiamo tutti com'è andata a finire) con il risultato che la Liga Veneta in pochi anni venne
assorbita dalla Lega nord, con buona pace dei bei sentimenti Veneti in favore di altri non ben
identificati valori "Padani".
Ora, dopo vent'anni di iniqua politica che prometteva la divisione della fantomatica repubblica del
nord prima, Padania che includeva le Marche e l'Umbria dopo e per finire oggi che francamente
nessuno sa quali siano i confini di questo sedicente nuovo paese di Bossi, siamo arrivati a continui
proclami del "Senatur", che ogni settimana lancia le solite minacce di dimissioni nel caso
Berlusconi non lo assecondi. Primavera 2003: "Dopo l'estate o la devolution oppure tutti a casa!",
novembre 2003: "Ho in tasca un foglietto in cui Berlusconi mi spiega come entro gennaio
arriveremo alla Devolution!", Febbraio 2004: "O le riforme oppure mi dimetto dal governo!"
Questi sono solo alcuni esempi, potrei fare l'elenco completo ma un solo giornale non sarebbe
sufficiente. Per non parlare del partito di Bossi, la Lega Nord: in vent'anni non sono stati capaci di
diffondere nel Popolo Veneto (ne tantomeno negli altri Popoli del nord) un minimo di
consapevolezza della propria identità della propria cultura e del proprio passato. Poco tempo fa ho
avuto l'occasione di partecipare ad una riunione pubblica dove erano presenti alcuni assessori e
consiglieri leghisti: ho avuto l'impressione di essere tornato indietro di quindici anni, i discorsi, gli
ordini del giorno, le persone che restavano a bocca aperta quando parlavamo di qualche eroe
Veneto, di cui naturalmente non avevano mai sentito parlare, tutto è restato come nelle mie prime
riunioni, appunto quindici anni fa. E poi l'immancabile attacco agli immigrati (quindici anni fa
erano i meridionali) dimenticando naturalmente che la legge voluta da Bossi ne ha regolarizzati un
milione circa in poco tempo.
156
A tal proposito vorrei aprire una parentesi: i signori imprenditori la devono piantare di richiedere
nuovi immigrati solo ed esclusivamente perché possono pagarli con un pezzo di pane e trattarli
come schiavi, se certe professioni, che a dire di tutti solo gli extra comunitari accettano di fare,
fossero ben pagate, la situazione sarebbe sicuramente molto diversa. E se i ricchi imprenditori del
nordest avessero da ridire che il costo del lavoro in italia è troppo alto e per questo bisogna
ripiegare sugli immigrati, devono ricordarsi che se siamo arrivati a questo punto è anche grazie a
loro che hanno sempre spalleggiato i governi precedenti solo ed esclusivamente per i loro sporchi
interessi economici.
Ogni tanto qualcuno mi chiede: “Beh se non altro la Lega vi ha aiutato e ha raccolto dei fondi per le
vostre famiglie successivamente all'impresa del campanile!" eccome se ci ha aiutati; ci ha spianato
la strada per il carcere, perché per chi non se lo ricorda il signor Bossi è stato il primo a dire che
eravamo dei provocatori e che potevano pure arrestarci, successivamente quando si rese conto che
potevamo essergli utili ha cercato di farci passare dalla sua parte, quando ha visto che non c'era
niente da fare non si è fatto più sentire.
In conclusione vorrei porre solo una domanda: fino a quando ci toccherà sopportare le continue
solfe di Bossi e dei suoi che in vent'anni non hanno concluso niente, se non aumentarsi lo stipendio
e la poltrona? Abbiamo di gran lunga fatto di più noi in otto ore, che tutta la lega nord in due
decenni.
Se ci sbrighiamo facciamo ancora in tempo a salvare il Veneto da una morte lenta e dolorosa,
dobbiamo solo scegliere tra chi ha snobbato i problemi del nostro Popolo pensando solo ai suoi, e
tra chi invece ha pagato sulla propria pelle il fatto di aver rivendicato la libertà della nostra Patria,
unica sicurezza per un futuro Marciano.
Andrea Viviani
Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo83
83 “Spirito Veneto”, 2004/2, p. 4.
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IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO E I MOVIMENTI E PARTITI VENETISTI
A PROPOSITO DELLA LIGA VENETA REPUBBLICA
Veneti, in merito alla proposta del gruppo Liga Veneta Repubblica, titolata “Un popolo sovrano
verso l’Europa”, il Veneto Serenissimo Governo prende netta e inequivocabile distanza.
Il documento nulla ha di Veneto: è solo frasario propagandistico, privo di ogni riscontro storico –
giuridico e di ogni essenziale riferimento al Veneto quale Nazione Storica d’Europa.
E chiaro traspare il suo scopo anti – Veneto: far guadagnare alle prossime elezioni al partito ex –
padano qualche prebenda per garantire ai suoi dirigenti un agiato futuro e dare all’inefficiente
sistema politico locale l’ennesimo permesso di mortificare il Veneto Spirito nel calderone della
normalizzazione. La pretesa, poi, di essere il solo referente per una improbabile trattativa con
Roma, ammortizzatore sociale e “ultima spiaggia” per l’autonomia del Veneto, è semplicemente
grottesca.
Non potrà, certo, mai essere un neonato partito – o anche l’insieme di più partiti – a comprendere e
guidare il necessario cambiamento del Veneto verso la libertà.
Il Veneto Serenissimo Governo, dopo aver incontrovertibilmente dimostrato per due anni la propria
determinazione, lealtà, dedizione, e preoccupazione per l’avvenire del Veneto, ha recentemente
fatto a tutti chiare e concrete proposte politiche: ha promosso un’alleanza – e non un’adesione, che
è cosa ben diversa – tra tutti coloro che veramente credono nel Veneto e nella sua Gloriosa Storia;
ha indetto una raccolta di firme per ottenere un democratico rifacimento del referendum con cui
l’Italia si annetté il Veneto nel 1866.
Questi – insieme ad altri – sono i progetti che verranno discussi pubblicamente nel prossimo
congresso del Veneto Serenissimo Governo.
Perché soltanto tra nazioni in possesso del libero arbitrio possono essere equamente considerati e
raggiunti patti confederativi nuovi e vantaggiosi per tutti, e mai altrimenti.84
84 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Comunicato redatto in Padova il 5/2/1999.
158
ACCORDO TRA FORZA ITALIA E COMENCINI
L’accordo tra Forza Italia e Comencini è stato siglato il 3/8/1999 un mese dopo le tre disastrose
prove elettorali del gruppo di Comencini (collegio senatoriale di Treviso 8.5 %, europee 3.5 % su
base Veneta, consiglio provinciale di Padova 2.2 %), questo accordo è stato importante e ha
chiarito di fronte a tutti anche ai più creduloni quali erano e sono gli obiettivi del gruppo
comenciniano: distruggere il Veneto Serenissimo Governo e la sua linea di rinascita Marciana,
proporre una falsa linea di autogoverno avente lo scopo di confondere ancora una volta le genti
della Veneta Nazione, coinvolgere il Veneto Serenissimo Governo in qualche miseria elettorale,
fiaccare la determinazione dei patrioti Fausto Faccia, Antonio Barison, Luca Peroni e Andrea
Viviani tuttora detenuti ingiustamente nelle carceri italiane di Padova e Verona. In questo contesto
si capiscono e si chiariscono le insidie della risoluzione 42 del consiglio regionale (municipalità
provvisoria) e altri referendum variamente proposti dai componenti di questa municipalità.
L’unico referendum che porterà alla libertà della nostra Veneta Patria è quello proposto dal Veneto
Serenissimo Governo già nel lontano 1987 (fare il referendum del 1866).
Questa nuova alleanza Forza Italia – Comencini segue in ordine di tempo altri tentativi falliti: vedi
modellare il Veneto ad altre esperienze (la via Catalana, la via Scozzese, la via Padana, la
rivoluzione liberale e liberista, il Nord Est, ecc.). Ed è l’ultima disperata carta del potere central –
colonialista di fermare l’inarrestabile marcia della Veneta Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo indica nella sua millenaria storia, nelle sua tradizioni, nella dignità,
nel sacrificio, nel lavoro e onestà la strada maestra per il riscatto della Veneta Nazione.85
85 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Comunicato a firma Veneto Serenissimo Governo, Bassano del Grappa 7/8/1999.
159
LETTERA APERTA A FABIO PADOVAN
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene di dover prendere una posizione, che non è frutto di un
singolo episodio o di emotività momentanee.
Il Veneto Serenissimo Governo ha il dovere di difendere i valori per cui ha lottato in questi duri
anni.
Il Veneto Serenissimo Governo in questi anni ha subito attacchi di varia provenienza: dallo Stato
centralista, e questo rientra nella dialettica del confronto; ma quello che non si può accettare sono
gli insidiosi voltafaccia dei falsi amici, il tentativo di pugnalarci alle spalle.
Il Veneto Serenissimo Governo ha il compito e il dovere di difendere non solo gli interessi della
Nazione Veneta ma anche il sacrificio dei nostri patrioti. Pertanto chiediamo a Fabio Padovan di
dare tutto il sostegno che ritiene opportuno ai patrioti Veneti, nel contempo il Veneto Serenissimo
Governo invita il suddetto Padovan a non usare in qualunque modo e per qualsiasi inconfessato
scopo, nome, insegne e prestigio del Veneto Serenissimo Governo e dei suoi patrioti per discutibili
manovre elettorali che noi respingiamo sia per la forma sia per la sostanza, per chi non lo ha ancora
capito il Veneto Serenissimo Governo ribadisce in maniera definitiva il rifiuto a partecipare in
queste condizioni a giochi istituzionali italiani.
L’unico confronto elettorale che noi vogliamo e per il quale siamo disposti a fare qualsiasi
sacrificio è il rifacimento del Referendum, truffa, del 1866 per verificare se il Veneto è mai entrato
in Italia.86
86 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento redatto in Venezia il 29 febbraio 2000.
160
1866 REFERENDUM TRUFFA – 2000 ELEZIONI FARSA
Quali atteggiamenti deve assumere un popolo privo della sua libertà nei confronti delle elezioni
imposte dallo stato occupante?
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene che la questione debba essere vista alla luce del processo
storico sin qui avvenuto.
I Veneti si sono conquistati con il loro sangue (si veda le battaglie di Lissa e Sadowa) il diritto ad
esprimere il loro parere su l’unione all’Italia in maniera libera e trasparente, questo non è mai
avvenuto. Se andiamo a verificare la volontà all’unità d’Italia del Nostro Popolo possiamo
affermare senza tema di essere smentiti che questa non esisteva, il cosiddetto plebiscito del 1866
non fu altro che una farsa in violazione delle più elementari regole del diritto. Nel Veneto del 1866
non ci sono state ribellioni o disordini a favore dei Savoia. Da tutto ciò deve nascere il nostro
rapporto con le istituzioni e il suo consenso elettorale.
Il Veneto Serenissimo Governo assume una posizione di principio e ne sarà conseguente
nell’interesse della Veneta Patria.
Non andare a votare, non collaborare con le istituzioni senza prima aver chiarito se il Veneto
è mai entrato in Italia. Una volta chiarito ciò, sarà il nostro Popolo a decidere il suo avvenire in
maniera autonoma.
Ciò nonostante il Veneto Serenissimo Governo chiede a tutte quelle forze che si richiamano
all’autonomismo di dichiarare in maniera esplicita se loro considerano il Veneto una Nazione
Storica d’Europa, e di essere conseguenti a questa dichiarazione.
E’ altresì evidente che il fatto stesso di partecipare alle elezioni è sintomatico rispetto al grado di
sudditanza al potere central – colonialista.
Il Veneto Serenissimo Governo erede delle tradizioni della Serenissima Repubblica, di tutti i suoi
patrioti e della popolazione Veneta si assume l’onere e l’onore sul piano interno e sul piano
internazionale di guidare il processo di liberazione della Veneta Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo rispetto a queste elezioni ha una sola parola d’ordine:
“Non andiamo a votare, non scegliamo i nostri secondini”.
Le elezioni non sono altro che la possibilità di decidere di chi essere schiavi.
Veneto Serenissimo Governo 87
87 “Spirito Veneto”, 2000/2, p. 1, Venezia 27 febbraio 2000.
161
DIFFIDA ALL’USO DEL LEONE DI SAN MARCO
Il Veneto Serenissimo Governo nella sua riunione settimanale ha preso in esame l’attuale stato
della lotta per l’autodeterminazione della Veneta Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo erede e difensore della storia, cultura e tradizione della Veneta
Serenissima Repubblica diffida e ammonisce quanti intendano usare il Gonfalone di San Marco, i
Leoni Marciani e altri simboli della nostra gloriosa Veneta Serenissima Repubblica per partecipare
in qualsiasi modo alla competizione elettorale voluta dallo stato central colonialista italiano per
mantenere la nostra Veneta Patria sottomessa al potere romano.
La nostra libertà passa attraverso il rifacimento del referendum truffa del 1866, e non attraverso le
elezioni frutto della stessa rivoluzione giacobina attraverso la quale, uno dei suoi eredi, Napoleone
Bonaparte tolse l’indipendenza alla Veneta Serenissima Repubblica.
Il Veneto Serenissimo Governo chiama i Veneti Patrioti a lottare fino all’indipendenza totale della
Veneta Patria senza lasciarsi forviare dagli ascari e dei lacchè a servizio di Roma.88
88 Archivio Storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Veneto Serenissimo Governo, 02/02/2001.
162
PROPOSTA DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO ALL’ASSEMBLEA DEI
“VENETISTI” (VICENZA, 17/06/2001).
Il Veneto Serenissimo Governo alla luce degli ultimi 20 anni di “Venetismo”, inconcludente e
senza sbocchi, ritiene che tutti i Patrioti prendano atto che l’unico elemento positivo è stato il
lavoro del Veneto Serenissimo Governo attraverso il I, II e III congresso, e con la liberazione di
Venezia nel pur breve tempo del 8-9 maggio 1997.
Il Veneto Serenissimo Governo propone che tutti i Veneti Patrioti si ritrovino all’interno del
comitato promotore per rifare il Referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all’Italia,
come strada maestra per ricostruire per la quinta volta la Veneta Serenissima Repubblica quale
Nazione d’Europa.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo chiede che l’assemblea respinga qualsiasi ipotesi di
federazione- confederazione- autonomismo- ipotesi “Catalana, Scozzese, Bavarese o Friulana,
ecc.”. Soltanto la libera Nazione Veneta determinerà il proprio destino dopo aver riacquisito il
libero arbitrio.89
89 Archivio Storico del Veneto Serenissimo Governo, Vicenza 17/06/2001.
163
A PROPOSITO DEL “PROCESSO A NAPOLEONE”
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, ritiene doveroso prendere una posizione senza tentennamento a riguardo
della questione “Processo a Napoleone”.
Il fatto che Napoleone sia un terrorista che nulla ha da invidiare a Saddam Hussein è un dato di
fatto che la storia ha ormai assodato: le violenze contro la popolazione civile inerme, i saccheggi, le
devastazioni in ogni angolo d’Europa sono la prova che questo piccolo uomo è un bandito che si è
macchiato di crimini contro l’umanità. Non occorre una nuova Norimberga: i Popoli che lui ha
trucidato lo hanno già condannato.
La Repubblica Serenissima è caduta anche a causa di Napoleone, ma non sarà certo un “processo”
a far rivivere la gloriosa Repubblica Veneta.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene fuorviante questo pseudo processo rispetto alla lotta che si
sta portando avanti per l’autodeterminazione della Veneta Patria. La lotta per la liberazione della
Veneta Patria deve avere come base il rifacimento del Referendum truffa del 1866 attraverso cui
l’Italia occupò illegalmente il Veneto, ogni altra cosa serve all’occupante italiano per prolungare la
propria agonia. Chi ama veramente la libertà e quindi il Veneto, la sua millenaria storia deve
impegnarsi in ogni fronte perché questo Referendum si svolga sotto l’egida internazionale. Non
facciamoci distrarre da chimere che non portano a nulla, se non a protrarre l’occupazione della
Veneta Patria.
Viva la Veneta Serenissima Repubblica! Referendum Subito! Abbattiamo tutte le dittature!
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni90
90 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 10/04/2003.
164
UNA SERIA RIFLESSIONE PER LA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene di enorme importanza stabilire quali siano le proprie priorità
in tema di collaborazione con altre forze, movimenti e gente veneta. Noi riteniamo che il primo
punto per demarcare la linea di confine sia l’adesione o meno al gioco elettorale proposto dallo
Stato occupante italiano.
Qui di seguito elenchiamo il perché l’attuale meccanismo elettorale sia nefasto per ogni Stato che
lotti per il bene della propria gente. Per il Popolo Veneto l’andare a votare è di fatto sintomo di
sudditanza e collaborazionismo con chi ha occupato illegalmente il Veneto territorio. Mai nessun
tipo di via parlamentare ha portato all’indipendenza di uno Stato. Anche chi parte con grandi ideali
e con i migliori propositi alla fine verrà corrotto dal sistema elettorale così come è strutturato ora,
un sistema che tende solo a creare una lobby di potere che si perpetua e si conserva negli anni
senza mai modificarsi in maniera decisiva e reale.
Chi fa politica partitica sembra sia assillato da un unico obbiettivo: il raggiungimento di qualche
posto di potere, di qualche “carega”, di qualche incarico che gli eviti di lavorare e di confrontarsi
con quella che è la vita reale, questi malati di elezioni si sono creati un mondo fatto a loro
immagine e somiglianza, le beghe tra partiti non sono altro che un teatrino dove ognuno incarna
una parte che in realtà non danneggia nessuno dei cosiddetti avversari. Questo di presentarsi ad
ogni costo alle votazioni si trasforma inevitabilmente in cretinismo elettorale: per questi cosiddetti
politici non importa se si devono rinnegare i propri ideali, l’importante è il raggiungere qualche
voto in più rispetto agli antagonisti, tutto questo meccanismo trasforma questi mercenari della
politica in prostitute pronte a vendersi per un voto.
Nell’attuale sistema elettorale non c’è nessun rapporto contrattuale tra eletto ed elettore, se si vuole
essere magnanimi l’unico momento di vera democrazia in cui ognuno si riappropria di quello che si
ritiene la libertà si attua nella cabina elettorale, poi inizia una dittatura, un regime degli eletti (quasi
sempre gli stessi). I candidati appena eletti si coalizzano aldilà della parte politica in cui militano,
per ricoprirsi di privilegi e per far sì che la corruzione che gli ha deviati contagi anche i loro
successori.
Noi come Veneto Serenissimo Governo riteniamo che come nostro faro dobbiamo avere la
millenaria storia della Veneta Serenissima Repubblica, che ci ha insegnato che ogni rappresentante
del Popolo deve rispondere quotidianamente del proprio operato e che solo i più meritevoli, solo
chi incarnava il concetto di timocrazia poteva onorarsi di rappresentare la Repubblica Veneta.
L’attuale sistema elettorale è il frutto marcio della rivoluzione francese, una rivoluzione che ha
abbattuto un’aristocrazia monarchica e ne ha creata un’altra, un’aristocrazia democratica: quindi
per il popolo non è cambiato nulla, e neanche per chi comandava non è cambiato nulla. L’attuale
sistema elettorale giacobino ha fatto si che gli autoproclamati rappresentanti del Popolo
organizzassero 2 guerre mondiali, diversi genocidi, guerre civili: il tutto per diverse decine di
milioni di morti. Se questa è la democrazia e le elezioni giacobine sono lo strumento per perpetrarla
165
noi del Veneto Serenissimo Governo non ci stiamo. È giusto che il popolo abbia chi lo rappresenti,
ma non dobbiamo inventare nulla, è nostra intenzione attualizzare il sistema di Stato della Veneta
Serenissima Repubblica. Non è nostra intenzione proporre un’Italia in piccolo con annessi tutti i
difetti che essa ha dimostrato di avere. Il nostro progetto non è passatismo, è altresì frutto di una
disamina scientifica della storia: l’organizzazione statuaria della Serenissima era ed è
all’avanguardia nei confronti degli altri sistemi di governo, ovviamente il tutto va attualizzato e
aggiornato alla società di massa di oggi.
Concludendo noi riteniamo imprescindibile per chiunque intenda collaborare con il Veneto
Serenissimo Governo e aiutare così la causa Veneta, sottoscrivere ed essere conseguenti a questa
affermazione di principio: le elezioni non sono altro che la possibilità di decidere di chi essere
schiavi! E di fatto il parteciparvi legittima l’occupazione dello Stato italiano.
Veneto Serenissimo Governo 91
91 “Spirito Veneto”, 2004/1, p.1.
166
VENETISMO: ARMA DELLO STATO OCCUPANTE
CONTRO LA LIBERTÀ DEL VENETO
Il Veneto Serenissimo Governo alla luce degli oltre 20 anni di “Venetismo”, inconcludente e senza
sbocchi, ritiene che tutti i Patrioti prendano atto che l’unico elemento positivo è stato il lavoro del
Veneto Serenissimo Governo attraverso il I, II e III congresso, e con la liberazione di Venezia nel
pur breve tempo del 8-9 maggio 1997.
Il Veneto Serenissimo Governo inoltre prende in esame l’attuale stato della lotta per la liberazione
della Veneta Patria. Tutti i periodi contrassegnati dall’intensificazione della lotta per
l’autodeterminazione fanno uscire dagli anfratti più nascosti tutti i piccoli parassiti, che non avendo
niente da dire o da proporre origliano a destra e a manca, si impossessano di frammenti di linea
politica per riproporla, nel tentativo di creare confusione e di sopravvivere per soddisfare le loro
piccole meschine vanità. Il Veneto Serenissimo Governo indica questi parassiti come elementi
ostili alla liberazione della Veneta Patria e invita il Popolo Veneto a comportarsi di conseguenza.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo chiama tutti i Veneti a stringersi attorno ai Patrioti
nella lotta per la liberazione della Veneta Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo propone che tutti i Veneti Patrioti si ritrovino all’interno del
nascenti comitati promotore per rifare il Referendum del 1866, che unì illegalmente e al di fuori di
ogni accordo internazionale precedentemente stabilito il Veneto all’Italia, come strada maestra per
ricostruire per la quinta volta la Veneta Serenissima Repubblica quale Nazione d’Europa.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo chiede che venga respinga qualsiasi ipotesi di
federazione- confederazione- autonomismo- ipotesi “Catalana, Scozzese, Bavarese o Friulana,
ecc.”. Soltanto la libera Nazione Veneta determinerà il proprio destino dopo aver riacquisito il
libero arbitrio.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede altresì la libertà immediata di tutti i Veneti Patrioti privati
della libertà da parte dello Stato Italiano.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’ambasciatore
Valerio Serraglia92
92 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 22 luglio 2001.
167
A PROPOSITO DELL’ALLEANZA LIGA FRONTE VENETO E ULIVO
Come Veneto Serenissimo Governo riteniamo opportune alcune precisazioni rispetto a quanto
“Libero” ha scritto nell’articolo dell’8 ottobre che trattava dell’alleanza della Liga Fronte Veneto
con l’Ulivo.
Noi come Veneto Serenissimo Governo da sempre abbiamo espresso la nostra opposizione nei
confronti di ogni gioco elettorale imposto dallo Stato occupante (l’Italia). L’andare a votare è di
fatto sintomo di sudditanza e collaborazionismo con chi ha occupato illegalmente il Veneto
territorio. Mai nessun tipo di via parlamentare ha portato all’indipendenza di uno Stato.
Per quanto riguarda l’accostare i serenissimi, espressione del Veneto Serenissimo Governo, alla
Liga Fronte Veneto e alle sue scelte politiche questo non è altro che una strumentalizzazione che va
contro le linee guida del Veneto Serenissimo Governo. Il fatto che qualcuno di coloro che hanno
partecipato all’azione del 8 e 9 maggio 1997 abbia poi deciso di rinnegare gli ideali su cui aveva
giurato è un problema di questi personaggi, i quali ne dovranno rispondere di fronte alla storia e
alla propria coscienza. La certezza sta nel fatto che il Veneto Serenissimo Governo, erede e
continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta Serenissima Repubblica, non parteciperà
mai hai giochi elettorali di uno Stato straniero (l’Italia), e che il Popolo Veneto quando avrà
riacquistato il proprio libero arbitrio deciderà autonomamente del proprio avvenire in maniera
autonoma.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni93
93 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 6.
168
LETTERA APERTA AL P.N.E. DI PANTO
Ci risiamo! La prossima primavera ci sarà una nuova tornata elettorale per le regionali.
In questa vigilia c’è il solito dimenarsi da parte dei vari gruppuscoli più o meno venetisti per
conquistare qualche posto di potere o bene che vada qualche “carega” che li illuda di poter contare
qualcosa, in questo periodo chi si agita di più è il P.N.E. di Panto.
Nel suo stage costitutivo, nel quale nonostante i numerosi interventi non è stato esposto nessun
programma e nessuna idea per uscire dall’attuale crisi, si sono elencati gli innumerevoli problemi
della nostra terra (come si può ben sentire in ogni bar), ovviamente il signor Panto non ha data
nessuna possibile soluzione a questi problemi, se non il fatto di votare per lui: l’imprenditore
illuminato del nord est.
Come può Panto pensare che i problemi si risolveranno se i Veneti votassero per lui?
Già nel 1994 ha tentato con “Progetto Italia” di scendere in campo scopiazzando malamente
Berlusconi e la sua Forza Italia, e non ha raccolto che un pugno di mosche. Imputando la sconfitta
al fatto di non avere sufficiente visibilità televisiva e non ovviamente sufficienti idee, a questa
carenza televisiva ha rimediato acquistando quasi tutte le televisioni disponibili nel Veneto (un po’
come si fa giocando a monopoli).
Caro Panto da noi si dice che non si può “cavare sangue dal muro”. Noi ti invitiamo quindi ad
essere meno megalomane ed egocentrico: continua il tuo lavoro imprenditoriale.
Se realmente vuoi gli interessi della nostra terra metti a disposizione gli strumenti di cui disponi
con umiltà e spirito di servizio.
Vogliamo ricordare che la partecipazione di Panto alle elezioni regionali con il suo potenziale del
4-6% non potrà che favorire il centro sinistra e la sua politica centralista e filo islamica. E quindi il
signor Panto diverrebbe di fatto complice dell’espansionismo islamico. Si ha l’impressione così che
questa discesa in campo coincida con la posizione di quegli imprenditori che hanno “bisogno” di
manodopera non veneta, tale da mettere nella miseria migliaia di nostre famiglie. Altro che
progetto nord est per i veneti, questo è un progetto che spera di fare sopravvivere qualche
fabbrichetta, sulla pelle ovviamente solo della gente veneta, augurandosi di creare nuovi schiavi.
Veneto Serenissimo Governo94
94 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 4.
169
MANIFESTO PER L’ISTITUZIONE DELLA
CONFERENZA PERIODICA DELLA FORZE INDIPENDENTISTE E AUTONOMISTE
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, ritiene che l’attuale fase storica sancisca la fine del periodo iniziato con la
rivoluzione giacobina, e dia il via ad una epoca di riscatto dei popoli oppressi. Gli stati nazionali di
matrice ottocentesca sono ormai in fase di avanzata agonia, e uno dopo l’altro si stanno sciogliendo
come neve al sole, già da tempo è stato smentito che una Nazione per essere Stato deve avere una
taglia minima. Una Nazione per essere Stato deve avere un Popolo consapevole del proprio essere e
un’avanguardia che si faccia portavoce ad ogni livello delle rivendicazioni di autodeterminazione
del proprio Popolo: questo è quanto ci insegna la storia di ogni movimento di liberazione.
Il Veneto Serenissimo Governo crede nella necessità per tutti i movimenti di liberazione di
allacciare, sviluppare e approfondire i contatti per una reciproca comprensione e scambio di
esperienze. Altresì il Veneto Serenissimo Governo ritiene che i rapporti tra i movimenti patriottici
si devono sviluppare sul piano di assoluta parità e non ingerenza. Ogni movimento è responsabile e
risponde solo al proprio Popolo delle scelte tattiche e strategiche che esso farà per liberare la
propria Patria.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo ritiene che sia doveroso e necessario evitare o non
alimentare qualsiasi sterile contrasto storico passato e presente tra le Nazioni e organizzazioni
patriottiche della penisola.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene importante sviluppare incontri di conoscenza e per questo
proponiamo una Conferenza Periodica della Forze Indipendentiste e Autonomiste che abbia i
seguenti punti:
Art.1
Si istituisce la Conferenza Periodica delle Forze Indipendentiste e Autonomiste: atta a creare
solidarietà e collaborazione tra tutti i movimenti che rivendicano l’inalienabile diritto dei Popoli
alla resistenza, e all’autodeterminazione senza alcun compromesso.
Art.2
Ognuno manterrà la propria specificità con l’unico obiettivo di portare avanti, al di sopra dei propri
interessi particolari, le cause del Popolo di appartenenza.
Art.3
In una Conferenza tra rappresentanti di vari Popoli non potrà vigere il sistema della maggioranza
ma dell’unanimità nelle decisioni di tutti i Popoli che aderiscono alla Conferenza, in caso contrario
sussisterebbe un abuso intollerabile nei confronti di uno o più Popoli.
Art.4
La Conferenza si riunirà di norma a cadenza semestrale, per decidere le iniziative da portare avanti
negli interessi comuni.
Art.5
170
All’interno della Conferenza non esiste nessuna carica ma ogni popolo avrà uguale peso e diritto di
veto su ogni decisione.
Art.6
Ogni movimento nominerà un proprio ambasciatore facente parte del Consiglio di collegamento tra
le organizzazioni aderenti alla Conferenza.
Art.7
La Conferenza non ha scopi elettoralisti, perché questo baratterebbe i diritti dei popoli con lo scopo
di ottenere il voto.
Art.8
La Conferenza programmerà e attuerà una linea comune contro la politica repressiva del
colonizzatore italiano e europeo, in difesa dei propri patrioti e delle associazioni che rappresentano
il proprio popolo.95
95 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, 27/01/2001.
171
CONFERENZA STATI PRE-1789
Il Veneto Serenissimo Governo crede nella necessità per tutti i movimenti di liberazione di
allacciare, sviluppare e approfondire i contatti per una reciproca comprensione e scambio di
esperienze. Altresì il Veneto Serenissimo Governo ritiene che i rapporti tra i movimenti patriottici
si devono sviluppare sul piano di assoluta parità e non ingerenza. Ogni movimento è responsabile e
risponde solo al proprio popolo delle scelte tattiche e strategiche che esso farà per liberare la
propria Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene che lo svilupparsi o intensificarsi della lotta per la Libertà
dei Popoli della penisola serve a indebolire il regime central colonialista di Roma aprendo
concretamente la possibilità anche per gli altri popoli di raggiungere la propria libertà e dignità di
Nazione. Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo ritiene che sia doveroso e necessario
evitare o non alimentare qualsiasi sterile contrasto storico passato e presente tra le rispettive
Nazioni pre 1789 e organizzazioni patriottiche.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene importante sviluppare incontri di conoscenza tra i vari
movimenti. Il Veneto Serenissimo Governo propone ufficialmente un incontro con due punti
all’ordine del giorno:
1- esaminare chi sono le Nazioni Storiche nella penisola italiana;
2- prendere iniziative comuni contro l’attività repressiva del regime neocolonialista romano.
In attesa di un incontro Vi salutiamo fraternamente.
per il Veneto Serenissimo Governo
Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia96
96 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 18/01/2001.
172
IL CARCERE E LA DETENZIONE DOPO IL 9 MAGGIO 1997
CONTINUA IL PROCESSO AI PATRIOTI VENETI
Questo processo e le condanne di luglio non potranno fermare la lotta montante dei Patrioti Veneti
per il loro diritto alla libertà.
Il popolo Veneto è una nazione storica dell'Europa (1200 anni di vita lo dimostrano), questo è
quanto si è voluto riaffermare in maggio.
Qualsiasi azione giudiziaria non potrà modificare o cancellare questa verità storica.
Chiediamo la libertà dei nostri patrioti come gesto atto a porre sul terreno politico il nostro
legittimo diritto a rifare l'illegale referendum dell'ottobre 1866.
Il popolo Veneto si è conquistato a Lissa il diritto alla sua autodeterminazione.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede al governo Francese di riconoscere la illegittimità del
referendum che esso doveva garantire secondo i protocolli austro-francesi di Cormons.
Il Veneto Serenissimo Governo si assume la responsabilità di fare tutti i passi diplomatici atti a
riconoscere il libero arbitrio del nostro popolo.
Il Veneto Serenissimo Governo nel contempo chiama il popolo veneto e i suoi patrioti alla
mobilitazione e alla lotta sia per riaffermare con vigore e dignità i propri sacri diritti, sia per la
libertà dei serenissimi in carcere o agli arresti.
Viva il Veneto Libero
Libertà per i Patrioti97
97Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Veneto Serenissimo Governo, Venezia 15/10/1997.
173
ARRESTATO FAUSTO FACCIA
Il Veneto Serenissimo Governo riunitesi il 24 maggio 1999 nel prendere in esame la situazione
venutasi a creare a seguito dell’arresto del suo portavoce Fausto Faccia che fa seguito all’arresto
degli altri tre membri del VSG Antonio Barison, Luca Peroni e Andrea Viviani, fa sapere che
quanto è avvenuto non è solo un attacco alla strategia del VSG in quanto movimento di
emancipazione e avanguardia di un processo tendente attraverso il rifacimento del referendum del
1866 a ricostruire il Veneto come Nazione Storica d’Europa ma è anche una offensiva contro tutta
la Nazione Veneta. La lotta dei COBAS del latte, il problema dei pescatori di Chioggia a seguito al
drammatico conflitto nei Balcani, la pressione fiscale nei confronti degli artigiani e della piccola e
media industria, la difficile condizione dei lavoratori dell’industria a cui vengono negate anche le
elemosine (80.000 lire al mese in tre anni) lo stanno a dimostrare, tutte queste non sono che delle
avvisaglie del processo in atto tendenti ad impoverire sia politicamente sia economicamente il
nostro popolo per impedirgli la rinascita Marciana.
Il VSG chiama tutti i Veneti a dimostrare concretamente che abbiamo una indomita dignità e
nessuno può piegare la nostra volontà.
Vogliamo qui ricordare che i nostri patrioti Fausto Faccia, Antonio Barison, Luca Peroni e Andrea
Viviani sono in carcere non tanto per avere partecipato all’azione del campanile ma bensì per
essere membri del VSG (questo è scritto nell’ordinanza del giudice).
Questa è la prova che nel Veneto solo il VSG e la sua linea politica può ridare al Veneto la dignità
di Nazione Storica d’Europa. Questo non significa che noi siamo chiusi al nostro interno ma
facciamo appello a tutti i patrioti a lavorare con il VSG per raggiungere l’obbiettivo di un Veneto
Libero. Le parole d’ordine che noi indichiamo sono:
- libertà per Fausto Faccia, Antonio Barison, Luca Peroni e Andrea Viviani;
- viva la Veneta Serenissima Repubblica;
- Referendum subito98
.
98Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Veneto Serenissimo Governo, Verona 24/05/1999.
174
“AMNESY” INTERNATIONAL
MANIFESTIAMO CONTRO IL SILENZIO DI “AMNESTY INTERNATIONAL” SUI
SERENISSIMI
CHI SI OCCUPA DEI 200 ANNI DI DIRITTI NEGATI NEL VENETO?
LIBERTA’ PER I “SERENISSIMI”! LIBERTA’ PER I VENETI!
Nel rapporto per il 1999 di Amnesty International abbiamo notato con grande sorpresa la totale
mancanza di riferimenti alle persecuzioni politico - giudiziarie attuate nei confronti dei patrioti
veneti (i “serenissimi”) che occuparono il campanile di San Marco per denunciare il perdurare della
confisca ai Veneti dei loro diritti storici alla sovranità.
Dopo un breve periodo di pena alternativa (affidamento ai servizi sociali) il tribunale di
sorveglianza di Venezia ha recentemente ordinato il ritorno dei “serenissimi” in carcere perché
dalla loro condotta politica emergerebbe che continuano a coltivare l’idea di un ritorno dei Veneti
all’indipendenza. Per questo fatto, per questa legittima opinione essi sono stati nuovamente
rinchiusi nelle carceri italiane.
La stampa, che fa da cassa di risonanza dei nuovi poteri forti dello stato italiano tace ovviamente su
questa vicenda giudiziaria dei Serenissimi anche se nuove iniziative si annunciano per aggravare la
loro posizione.
Che alcuni elementi della stampa Veneta si facciano dunque portavoce del potere romano è cosa
evidente e risaputa. Ma ci sorprende, e non possiamo accettare, che anche Amnesty International
taccia di fronte all’evidenza e ai delitti di stato nel Veneto. E’ giusto chiedersi se siete ciechi o se
siete venduti?
Questa sera si parla dei delitti contro i diritti umani in Cina e negli USA. Chi, e dove, parlerà mai
dei delitti politico - giudiziari contro i “Serenissimi” e contro il Veneto? Amnesty International ha
mai informato la società internazionale su questi crimini giudiziari, su questi delitti di opinione? In
Cina e negli USA potrebbero questa sera -come fate- voi parlare dei diritti “negati” nel Veneto alle
soglie del terzo millennio?
Forse perché il caso Veneto non deve venire alla luce, tante sono le sue ragioni e Amnesty si è
adeguata.
Infatti i Veneti conducono con grande civiltà, con uno stile coerente con il loro passato
indipendente e repubblicano, con adesione totale ai metodi della non violenza una lotta per la loro
liberazione dai regimi che si sono imposti qui con l’inganno, la forza e la prepotenza, sfasciando e
sostituendo arbitrariamente le nostre libere e storiche istituzioni repubblicane. Nessuna autorità
Veneta a mai firmato un atto di rinuncia alla nostra millenaria indipendenza e sovranità.
Allora con quale diritto si continua a tenere occupato il Veneto? Ci sembra che sia giunto il
momento di far valere internazionalmente i nostri diritti di Nazione Storica d’Europa. L’Italia (pre-
fascista, fascista e post-fascista) ci ha regalato grandi tragedie come fame, emigrazioni, guerre tutte
d’aggressione e deliranti ideologie politiche che ancora oggi ammorbano strati della nostra società
175
non ultima la tragedia dei balcani. Il Veneto ha dovuto solo pagare per queste politiche che non
erano sue e gli sono state imposte.
Il processo ai serenissimi è condotto dalla magistratura per tutte queste ragioni. Roma, attraverso la
mobilitazione di quelle sue classi oligarchico stataliste che traggono dall’attuale sistema i loro
fortissimi privilegi economici e politici e la loro prepotenza e arroganza pubblica, vuole aggredire e
impedire qualsiasi processo di rinascita Veneta.
Ecco perché la lotta dei patrioti serenissimi non è più popolare e dibattuta sui giornali, ecco perché
Amnesty International non prende posizione, ecco perché nel Veneto i tribunali romani consumano
l’ingiustizia nella assoluta assenza di reazioni critiche e con il rispetto dell’opinione “liberale e
democratica”.
Il Veneto Serenissimo Governo esige l’immediata scarcerazione dei 4 patrioti in carcere: Fausto
Faccia, Antonio Barison, Luca Peroni e Andrea Viviani.99
99 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Documento a firma Veneto Serenissimo Governo, 19 Giugno 1999.
176
INCARCERATO LUIGI FACCIA
PRESIDENTE DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
“Viandante va e di a Sparta che noi siamo caduti obbedendo alle sue leggi.”
Così l’ultima parola degli eroi sconfitti esprimeva una certezza di vittoria prima a Salamina
come Vaticinato e in seguito a Platea. Ma al di là dell’esito militare tanto quelle battaglie quanto
l’olocausto delle Termopili ricordano a tutti noi quel che possa la decisione di pochi quando
l’uomo rifiuta di sottomettersi alla tirannia.
L’accanimento del governo italiano contro il Popolo Veneto continua.
L’incarcerazione del Presidente del Veneto Serenissimo Governo non è altro che la continuazione
di una serie di misure repressive che si articolano sia sul piano politico – giuridico :
- privazione della libertà ai patrioti;
- il rinvio a giudizio del comitato che raccoglieva fondi per i Serenissimi;
- l’avviso di reato a Valerio Serraglia componente del Veneto Serenissimo Governo;
- e altre decine di rinvii a giudizio a Verona per reati contro “Roma”.
Sia sul piano economico: la profonda crisi dell’economia italiana non può più essere mascherata da
artifizi contabili ( si veda l’emblematico esempio INPS ed altri ancora). La pressione fiscale sulla
forze del lavoro ha raggiunto limiti oltre il quale non può che esserci che crisi di rigetto.
Tutti questi e altri fatti non possono che stimolare tutti i Veneti a unirsi al di sopra e al di fuori di
ristretti interessi particolari per dare una risposta politica comune.
Il Veneto Serenissimo Governo individua nel rifacimento del Referendum del 1866 l’unico
strumento per ridare quella libertà e dignità che ci compete come Nazione Storica d’Europa.
Popolo Veneto unisciti e dimostra la tua dignità.100
100 “Spirito Veneto”, 2000/3, p. 1.
177
CONTINUA LA REPRESSIONE NEL VENETO
Ancora in carcere il patriota Luigi Faccia
La posizione del Veneto Serenissimo Governo è chiara e senza equivoci: noi siamo un movimento
di liberazione che lotta per l’indipendenza totale della Veneta Patria attraverso il rifacimento del
referendum farsa del 1866 che illegalmente unì il Veneto all’Italia.
Al Veneto Serenissimo Governo non interessa chiedere la libertà del Patriota Luigi Faccia perché
lo Stato Italiano sta liberando e ha liberato criminali di tutte le risme macchiatesi dei più efferati
delitti di sangue. Il giudizio sul grado di civiltà di uno Stato si misura sulla sua capacità di garantire
uguaglianza giuridica certa per tutti, siccome questo non avviene e l’Italia ha una giustizia basata
sulla delazione e sul pentitismo, questo Stato difficilmente è in grado di garantire giustizia.
Il fatto stesso che la precondizione per concedere la libertà sia quella di rinunciare alle proprie idee
è già di per sé un crimine, qui va fatta chiarezza: il Patriota Luigi Faccia non è in galera per i fatti
connessi all’azione del 8-9 maggio 1997 (campanile di San Marco) ma perché non ha rinunciato
alle sue idee di ridare dignità di Nazione Storica d’Europa alla Veneta Serenissima Repubblica.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene importante qui riportare una sintesi delle conclusioni tenute
dal nostro Presidente Luigi Massimo Faccia, attualmente detenuto nelle carceri italiane, al III
Congresso del Veneto Serenissimo Governo.
Il Veneto Serenissimo Governo considera tali conclusioni un elemento di riflessione e di dibattito
non solo per comprendere i problemi aperti il 9 maggio ma anche per seguire una strada politica
(III congresso del VSG) che in maniera trasparente, civile e legale porti il Veneto ad essere
Nazione d’Europa.
Ecco quanto detto dal presidente del VSG:
[…] Il terzo congresso del Veneto Serenissimo Governo (15 maggio 1999) è il risultato e la
continuazione del primo congresso svoltesi il 25/1/1987 che sancì la nascita del Veneto
Serenissimo Governo che come primo atto fece la scelta politica del Referendum Popolare per
l’autodeterminazione.
[…]Rivendichiamo con forza il diritto all’esistenza e al rispetto del Veneto come Nazione Storica
d’Europa. Il terzo congresso del Veneto Serenissimo Governo vuole riaffermare la propria volontà
politica di lottare e portare a termine il rifacimento del Referendum del 1866, a due anni dalla
straordinaria impresa del 9 maggio 1997 che vide lo spirito e l’intelligenza Veneta vincere in un
impresa che sembrava impossibile tanti erano i problemi, le incognite e i pericoli: lo storico Marc
Bloch afferma che “le nazioni decadono e muoiono quando ciò che è necessario appare
impossibile”.
Per la prima volta, in 130 anni di asservimento italiano, tanti Veneti si sono sentiti orgogliosi di
essere tali e non più solo strumenti di lavoro o macchiette. Sono ritornati uomini consci di avere
alle spalle un grandioso e luminoso passato nonostante ogni genere di tentativo per annullare e
cancellare per sempre la nostra identità. […]
178
Concludendo quindi affermiamo ancora una volta, alla luce di quanto detto, che la detenzione del
Presidente del VSG non è un problema del Veneto Serenissimo Governo ma è un problema dello
Stato Italiano e delle sue leggi illiberali e repressive.Per il Veneto Serenissimo Governo.
Componente del Veneto Serenissimo Governo
Valerio Serraglia101
101 “Spirito Veneto”, 2000/4, p. 1.
179
RINGRAZIAMENTO AL MOVIMENTO RIFORME E AL GIORNALE “LIBERO”
Il Veneto Serenissimo Governo ringrazia il Movimento Riforme, Giuliana Olcese,
Virusilgiornaleonline, i giornalisti Renato Farina, Tiziana Maiolo, Cristiana Lodi e il direttore di
Libero Vittorio Feltri per quanto hanno fatto, stanno facendo e faranno per i Patrioti Veneti detenuti
nelle carceri italiane o privati della loro libertà. Questa è una vergogna che è lì a cospetto
dell’Europa e del mondo, i quali fino ad ora hanno fatto finta di non vedere.
Il fatto stesso che si chieda ai patrioti di rinnegare la storia della propria terra, le proprie idee, la
propria dignità accomuna questo regime all’inquisizione, e a Visinski (presidente del tribunale dei
processi a Mosca del 1936).
Se la precondizione per concedere la libertà è quella di rinunciare alle proprie idee ciò è già di per
sé un crimine, qui va fatta chiarezza: il Patriota Luigi Faccia e Giuseppe Segato non sono in galera
per i fatti connessi all’azione del 8-9 maggio 1997 (campanile di San Marco) ma perché non hanno
rinunciato alle loro idee di ridare dignità di Nazione Storica d’Europa alla Veneta Serenissima
Repubblica.
Noi Veneto Serenissimo Governo domandiamo a questo Stato: che diritto ha di chiedere agli altri
paesi il rispetto dei più elementari diritti di libertà politica quando esso stesso si comporta come si
sta comportando?
Il Veneto Serenissimo Governo chiede la libertà immediata e senza condizioni per i Patrioti Veneti
e per tutti i prigionieri politici detenuti nelle carceri italiane. I Patrioti e i sinceri democratici
devono fare di questa battaglia l’asse portante di una più vasta battaglia per la libertà dei popoli e il
loro libero arbitrio.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Valerio Serraglia102
102 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 18/05/2001.
180
ANTONIO GRAMSCI - LUIGI MASSIMO FACCIA:
CONTINUA LA REPRESSIONE DELLO STATO ITALIANO
Il Veneto Serenissimo Governo, dopo la decisione del tribunale di sorveglianza di respingere le
istanze di libertà nei confronti di Luigi Massimo Faccia in quanto non rinnega la propria azione
politica fatta come Presidente del Veneto Serenissimo Governo, constata che lo Stato Italiano
riconosce le istanze di autodeterminazione della Veneta Nazione. I territori Veneti sono occupati da
parte di uno Stato straniero: l'Italia. Partendo da questo presupposto, la questione della repressione
dei Veneti Patrioti e del Presidente del Veneto Serenissimo Governo, unico rappresentante della
Veneta Serenissima Repubblica, è un problema esclusivo dello Stato Italiano che deve giustificare
a livello internazionale l'occupazione delle terre Venete in violazione degli accordi internazionali
(Pace di Vienna- 1866). Lo Stato italiano ha dimostrato fino in fondo la sua natura repressiva e
illegale, peggiore del fascismo: il fascismo metteva in carcere i propri oppositori ma lasciava loro
la dignità del proprio pensiero (Gramsci). Questo Stato non vuole togliere la libertà ai nostri
Patrioti ma vuole il loro pensiero, cuore e dignità. Il nostro presidente Luigi Massimo Faccia ha
seguito la strada dell'onore e della dignità marciana. Questo Patriota sia di esempio a tutti i Veneti
che lottano per la libertà della nostra terra. Ma cosa possiamo aspettarci da uno Stato che ha
costruito la propria storia attraverso continue aggressioni a Stati legittimi: Austria, Regno delle Due
Sicilie, Stato Pontificio, Somalia, Eritrea, Etiopia, Turchia, Libia, Grecia, Albania, Spagna, Francia,
Regno Unito, Jugoslavia, Cina, Unione Sovietica, Stati Uniti, Brasile, ecc.? Questo dimostra la
fragilità delle fondamenta della Nazione Italiana che ha paura del dissenso e del confronto
democratico con il Popolo e sa rispondere esclusivamente con la violenza come i peggiori regimi di
Talebana memoria. Qualsiasi cosa realizzi questo piccolo colosso dai piedi d'argilla non potrà che
essere spazzato via dal processo storico. Il Veneto Popolo deciderà liberamente il proprio destino,
senza alcuna interferenza esterna. Tutto ciò non fu mai fatto, ed è per questo che il Veneto
Serenissimo Governo ha come obiettivo il rifacimento del Referendum del 1866, che unì
illegalmente il Veneto all'Italia. Non va dimenticato che dopo l'occupazione militare del Veneto i
Veneti sono stati dispersi nei 5 continenti (9.000.000 di persone). Il Veneto Serenissimo Governo
chiede che il Consiglio di sicurezza dell'ONU applichi le sanzioni previste dalla carta dei diritti
umani verso l'Italia. Il Veneto Serenissimo Governo chiede inoltre che il prigioniero politico Luigi
Massimo Faccia detenuto nelle carceri italiane sia messo sotto tutela della Croce Rossa
Internazionale. Il Veneto Serenissimo Governo è seriamente preoccupato dell'incolumità fisica e
psichica del proprio presidente, e ritiene il ministro di Grazia e Giustizia on. Castelli, il ministro
degli Interni on. Scajola, e il Presidente del Consiglio on. Berlusconi responsabili di quanto possa
accadere al Presidente del Veneto Serenissimo Governo Luigi Massimo Faccia.
il Vicepresidente Luca Peroni103
103 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 6 - Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 29 gennaio ’02.
181
AMNISTIA PER LUIGI MASSIMO FACCIA E PER TUTTI I VENETI PATRIOTI
Il Veneto Serenissimo Governo ribadisce che la detenzione nelle carceri del Patriota Luigi
Massimo Faccia è un problema dello Stato italiano.
Il Veneto Serenissimo Governo indica la strada da seguire per risolvere i problemi giudiziari dei
Veneti Patrioti: l'amnistia per i fatti della primavera del 1997.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene importante ed è soddisfatto per la mobilitazione in corso
tendente a liberare il Patriota Luigi Massimo Faccia. Tali iniziative devono continuare fino ad
ottenere l'amnistia per tutti i Veneti Patrioti.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo conferma la sua determinazione nella lotta per
ottenere l'indipendenza totale della Veneta Serenissima Repubblica.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede l'apertura di un tavolo di trattative per stabilire le modalità
per il rifacimento del Referendum truffa del 1866, che unì illegittimamente e fuori dalla legalità
internazionale il Veneto all'Italia.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni104
104 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 13 febbraio ’02.
182
NO ALLA GRAZIA!
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, apprende dalla stampa l’ennesimo crimine dello Stato Italiano. Il tentativo
di accostare il Presidente del Veneto Serenissimo Governo cristallino patriota a terroristi, stragisti,
criminali di guerra, tutto il peggio prodotto da questo fantomatico e feroce Stato dai piedi d’argilla.
Nessun passo indietro, nessuna “pacificazione”, la lotta continua fino all’indipendenza totale della
Veneta Patria. Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo chiede che sia concessa l’amnistia per
tutti i Patrioti Veneti e contestualmente sia aperto un tavolo di trattative per rifare il Referendum
del 1866 che illegalmente unì il Veneto all’Italia. Il ministro Castelli non si azzardi a coinvolgere i
Patrioti del Veneto Serenissimo Governo e il suo Presidente in siffatte criminali manovre. I Patrioti
Veneti non hanno scontato decine di anni di carcere per essere associati a questa banda, il Veneto
Serenissimo Governo è l’erede di chi come Marcantonio Bragadin, Sebastiano Venier, il Beato
Marco d’Aviano, e altre decine d’eroi hanno lottato e pagato per rendere rigogliosa e prospera la
Veneta Serenissima Repubblica e salvare l’Europa tutta dall’aggressione islamica.
Tutti questi piccoli e insignificanti personaggi quando parlano del Veneto e dei suoi Patrioti si
devono sciacquare la bocca con la candeggina. Comunque il Veneto Serenissimo Governo
considera suoi interlocutori esclusivamente il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il
Ministro della difesa Antonio Martino o loro plenipotenziari. Il Veneto Serenissimo Governo con
questo comunicato considera, per quanto gli compete, chiusa questa squallida manovra. La lotta
continua e questi mostriciattoli saranno gettati nella pattumiera della Storia. La certezza è una sola:
la Veneta Serenissima Repubblica guidata dagli indomiti Patrioti del Veneto Serenissimo Governo
otterrà la propria indipendenza.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario Valerio Serraglia
Il Cancelliere Andrea Viviani
Il Corriere di Gabinetto Demetrio Serraglia105
105 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza, Venezia 19 luglio ’03
183
POSIZIONE DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO RISPETTO ALLA
GUERRA IN KOSOVO DEL 1999
COMUNICATO STAMPA IN RIFERIMENTO ALL’AGGRESSIONE NATO ALLA
REPUBBLICA FEDERATIVA JUGOSLAVA
Il Veneto Serenissimo Governo esprime in primo luogo la sua umana solidarietà alle popolazioni
civili Serbe, Kosovare e Montenegrine così duramente colpite da questi terribili bombardamenti. Il
V.S.G. ritiene la scelta fatta dalla NATO un tragico e fatale errore politico – militare trasformando
così questa organizzazione da difensiva a offensiva, facendogli così perdere ogni legittimazione. A
ciò si aggiunge un aspetto molto triste per noi Veneti: il comando NATO per il Sud Europa ha
come simbolo il vessillo Veneto con il Leone Marciano, questo sacro simbolo millenario da sempre
punto di riferimento nella difesa della libertà viene coinvolto e infangato in operazioni di
aggressione ad un paese sovrano e cristiano in spregio ad ogni regola di diritto internazionale e
bellico. Se è vero che i Kosovari hanno il diritto di essere rispettati come ogni altro popolo della
terra è altrettanto vero che anche il Veneto e il suo popolo, che esiste da migliaia di anni, hanno lo
stesso diritto.
E non si riesce a comprendere perché i patrioti Veneti, Antonio Barison, Andrea Viviani e Luca
Peroni, avendo come unica colpa l’amore per la propria terra debbano languire in carcere.
Il Veneto gravato da pesanti servitù militari non per colpa sua si trova sotto la concreta possibilità
di ritorsioni militari.
Pertanto il Veneto Serenissimo Governo ritiene responsabile il governo di Roma di qualsiasi
incidente possa succedere al Veneto e al Suo Popolo.
Il Portavoce
del Veneto Serenissimo Governo
Fausto Faccia106
106 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Belluno 25 Marzo 1999.
184
APPELLO ALLA PACE E AGLI AIUTI UMANITARI
In data 25 marzo il Veneto Serenissimo Governo, con il suo comunicato stampa, faceva sapere che
l’aggressione NATO alla Repubblica Federativa Jugoslava era un tragico e fatale errore politico -
militare. A distanza di 23 giorni i devastanti risultati di questi bombardamenti sono sotto gli occhi
di tutti, nessun obbiettivo è stato raggiunto anzi la situazione si è ulteriormente aggravata.
Pertanto il Veneto Serenissimo Governo invita tutti i contendenti, nel supremo interesse della pace,
a trovare una soluzione rispettosa del diritto, della storia, e di ogni popolo.
Il Veneto Serenissimo Governo auspica che gli aiuti umanitari vadano distribuiti a tutte le
popolazioni colpite, senza distinzione di parte, attraverso la Croce Rossa Internazionale.
il Portavoce
del Veneto Serenissimo Governo
Fausto Faccia107
107 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 14 aprile 1999.
185
PACE SUBITO PER I BALCANI
A oltre un mese dall'aggressione della NATO nei Balcani bisogna fare tutto quanto è nelle nostre
possibilità per fermare questa immane tragedia. Bisogna mobilitarsi, far sentire la nostra voce,
scendere in piazza. La responsabilità del governo italiano è sotto gli occhi di tutti. Non si
comprende perché lo stato italiano a fronte di bombardamenti distruttivi e migliaia di morti da parte
della NATO e del governo italiano per dare l'autonomia al Kosovo incarceri tre patrioti: Luca
Peroni, Andrea Viviani e Antonio Barison che hanno l'unico torto di aderire al Veneto Serenissimo
Governo che lotta per la dignità del Veneto.
Il VSG denuncia il governo italiano per la violazione della legalità italiana e internazionale. Noi del
VSG ricordiamo che dopo la seconda guerra mondiale e il processo di Norimberga, ogni politico ed
ogni militare risponde sempre personalmente degli ordini che da e degli ordini che esegue.
In questo contesto bisogna approfondire la lotta per l'autodeterminazione del Veneto.
PACE SUBITO!
LIBERTA' PER I PATRIOTI VENETI!108
108 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, volantino distribuito nella primavera del 1999.
186
PIANO DI PACE PER LA REPUBBLICA FEDERATIVA DI JUGOSLAVIA
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene che alla luce di più di 23 giorni dall’aggressione della
NATO alla Repubblica Federativa di Jugoslavia sia giunto il momento di far ritornare la ragione e
la razionalità, bloccando una guerra senza sbocchi.
Questa guerra in compenso ha mietuto migliaia di vittime, una interminabile teoria di profughi,
distruzioni di case, raccolti, infrastrutture industriali. Questo conflitto ha diviso l’Europa
rendendola debole economicamente e distrutta politicamente, sviluppando inoltre pericolose
divisioni etniche.
A fronte di questa situazione il Veneto Serenissimo Governo fa sua la proposta del presidente
ucraino Leonid Kucma come base seria per fermare la guerra e trattare una futura pace:
1- cessazione di tutte le ostilità;
2- schieramento di una forza di pace guidata dall’ONU o dall’OSCE;
3- il ritorno dei rifugiati;
4- conferenza internazionale di pace in un paese neutrale.
Il Veneto Serenissimo Governo fa appello alla NATO ed ad ogni suo singolo paese membro, e alla
Repubblica Federativa Jugoslava perché considerino queste proposte come base sufficiente per
iniziare un tavolo di trattative.
Il Veneto Serenissimo Governo offre la sua piena e totale disponibilità per lo sviluppo di questa
proposta.
Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente
Luigi Massimo Faccia109
109 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri, Bassano del Grappa 17/04/1999.
187
IL VENETO PUÒ CONTRIBUIRE A TROVARE UNA SOLUZIONE PACIFICA E
DURATURA ALLA CRISI BALCANICA?
In questo frangente, dopo i tragici fatti della primavera scorsa (1999), una simile domanda può
sembrare velleitaria o provocatoria. Come Veneto Serenissimo Governo invece pensiamo di poter
dare una risposta, visto i fallimentari risultati ottenuti dalle 19 potenze impegnate in questa guerra.
Immediatamente dopo la decisone della NATO di colpire la R.F.J., il Veneto Serenissimo Governo
prese subito chiara e netta posizione contro questo assurdo verdetto, per tutta una serie di ragioni e
motivazioni.
I bombardamenti avrebbero incancrenito ancor di più una situazione difficilissima da gestire per le
implicazioni storico-politiche, culturali, religiose, etniche, economiche che si dibattono da secoli in
queste contrade; a questo aggiungiamo la tormentata situazione della Bosnia, i precari equilibri in
Macedonia e la crisi Croata. Tutte queste ragioni non furono neanche prese in considerazione dalla
coalizione oggi al potere di qua e al di là dell’Atlantico, costituita da ex pacifisti, ex renitenti alla
leva, ex ultrà anti NATO, di ex contestatori. Tutti uniti a narcotizzare le proprie pubbliche opinioni
e ad imporre la loro verità e il loro credo central-mondialista. Quale interesse reale poteva far
scatenare una simile decisione, dietro la cortina fumogena dell’intervento umanitario, e del diritto
all’autodeterminazione. A questo proposito, forse il Veneto e altri popoli hanno meno diritti? Il
Governo Jugoslavo, sotto la pressione internazionale, aveva già ceduto alle sacrosante
rivendicazioni di autogoverno della popolazione albanese. Sappiamo invece come è andata a finire!
Morti e feriti da ambo le parti; la Rep. Fed. Jugoslava ridotta ad un ammasso di macerie, la
popolazione ridotta alla fame, con il rischio concreto di un ulteriore spaccatura etnica nella stessa
R.F.J. per la presenza di varie minoranze al suo interno. La sua economia cancellata, il fiume
Danubio, importantissima arteria economica per l’intera Europa, bloccato, dando così un ulteriore
colpo alle già fragili economie dei paesi danubiani, l’inquinamento a causa dei bombardamenti ha
raggiunto livelli altissimi, come hanno riferito organismi internazionali, i cui effetti malefici si
faranno sentire per anni sulle popolazioni, animali e piante. Le violenze e gli odi che dovevano
finire sono aumentati e adesso a farne le spese sono serbi, zingari, e albanesi supposti
collaborazionisti. Tutto questo è sotto gli occhi di una forza di pace, e beffa finale, il nemico n. 1 di
questa coalizione, il cosiddetto “mostro dei Balcani” è ancora al potere, nonostante le previsioni
italiane che lo davano caduto nel giro di un paio di settimane. Nel frattempo l’opposizione Serba
non riesce a trovare l’unità e un leader credibile. La NATO da questa tragica avventura ne è uscita
male sul piano strettamente militare, ma soprattutto sul piano etico. Troppe bugie e mancanza di
sensibilità, come quando non ha voluto sospendere le azioni belliche durante la Pasqua, nonostante
l’appello del Papa e del Patriarca ortodosso. Aggiungiamo che è ora sotto indagine dal criminale
internazionale per presunti crimini. Una triste pagina per un’organizzazione che aveva pur sempre
contribuito a garantire la pace in Europa per 50 anni. Per finire questo fosco quadro, i problemi di
diritto internazionale per quanto riguarda lo status del Kosovo, tutt’altro che risolti. E ancora, chi
188
pagherà le spese per la ricostruzione e con quali risultati? Visto che l’Italia è presente in Albania a
gestire la sua ricostruzione dalla caduta del comunismo, con molte meno risorse avrebbe potuto,
usando onestà e civiltà, fare imboccare a questo paese la strada dello sviluppo economico, civile e
morale, grazie anche alla gestione italiana dell’ennesimo scandalo e le solite implicazioni con
organizzazioni criminali. Le continue scorribande dei mercanti di carne umana dimostrano
ulteriormente la totale colpevole incapacità delle autorità italiane a gestire questa situazione.
Il nostro Veneto quale ruolo può avere in questo momento in questa nuova realtà geopolitica? Il
Veneto odierno è un gigante economico ma un fantasma politico. La sua attuale classe politica, sia
di governo che di opposizione è pura espressione del governo centralista: essa si è prontamente
adeguata alle decisioni romane, anche se queste esponevano la loro terra a gravi rischi, come poi si
è visto. Essa andava contro gli interessi Veneti, confermando ancora una volta il totale scollamento
tra il popolo e la classe dirigente, che non ha alcun ruolo se non quello di esecutore di ordini. Al
contrario, se il Veneto come sta da tempo facendo il Veneto Serenissimo Governo con grandi
sacrifici, riuscirà ad avere la sua dignità di nazione storica d’Europa, potrà svolgere un ruolo attivo
in favore della pace e della giustizia e ridare a Venezia il ruolo di grande mediatrice, questo sarebbe
da tutti accettato, visto i legami plurisecolari di faconda e fattiva collaborazione con tutti i popoli
del sud-est europeo, oltre al rispetto che le dimostrerebbero i suoi ex nemici. Per questo è bene non
dimenticare che la storia, la cultura, le tradizioni dell’area sono state ricostruite grazie ai rapporti
diplomatici scritti dagli ambasciatori del Veneto Serenissimo Governo di allora. Una terra Veneta
Marciana, conscia della sua straordinaria ricchezza storica, può diventare elemento di pace e
stabilità per tutto il sud-est europeo; i primi incontri avuti dal nostro Veneto Serenissimo Governo
confermano tutto questo.
Luigi Massimo Faccia
Presidente del Veneto Serenissimo Governo110
110 “Spirito Veneto”, 2000/1, pp. 1, 3.
189
ANALISI DEL 9 MAGGIO 1997
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL 9 MAGGIO 1997
Non è possibile accettare di festeggiare la morte della propria madre, ossia della propria storia;
perché questo rappresenterebbe la manipolazione della natura umana. Il 9 Maggio 1997 il Veneto
Serenissimo Governo ha voluto bloccare i nefasti festeggiamenti creati ad hoc dal regime
occupante italiano e supportato vigorosamente dai lacche locali, che volevano ricordare,
ridicolizzandola, la morte della Serenissima, ossia la fine della più lunga epoca di pace e prosperità
economica e politico-liberale che il popolo Veneto abbia mai vissuto nei suoi ben oltre 4 mila anni
di storia.
Se si vuole puntare il dito su qualcosa, lo si deve fare analizzando i fatti che portarono alla fine
dell'indipendenza Veneta con un po’ di buon senso storico, accusando i governanti di allora di non
aver saputo reagire in maniera appropriata ad eventi che sconvolsero il modo di essere dell'intero
globo. L'errore portante che fu fatto è stato pensare che con la neutralità disarmata si potesse
salvare la patria e tutti i suoi beni materiali e spirituali intrinsechi, portando invece fatalmente i
Veneti a perdere tutto. Lo spirito del 9 Maggio non era certo questo ma rappresentava la volontà
popolare, la stessa che spinta dall'amore per le plurimillenarie istituzioni Venete e la bandiera di
San Marco che le rappresenta, ha spinto molti patrioti a farsi massacrare ribellandosi agli eserciti
invasori prepotentemente entrati nei territori Veneti (vedi le Pasque Veronesi).
E' certamente indubbio che per questo motivo, da ben 6 anni, il Veneto Serenissimo Governo sta
subendo bordate micidiali che cercano di ridicolizzare in tutte le maniere le sue iniziative da parte
dello status quo vigente ovvero la "cricca oligarchica" che detiene il potere in questo paese
(servitori veneti compresi), soltanto perché l'atto simbolico del 9 Maggio rappresenta tutt'oggi una
vera iniziativa popolare senza nessun appoggio ideologico preconfezionato o di parte. La
liberazione di Piazza San Marco, deve essere esempio per il nostro futuro che si presenta costellato
da gravissime minacce e soprattutto deve tenere in guardia tutti noi dall'illusione illuminista che
come nel 1797 si presentò con le promesse liberali da parte del padre di tutti i pacifisti
(Napoleone), che nel nome della fratellanza, non esitò a massacrare e derubare di tutti i valori
umani e storici il popolo Veneto e non solo.
Vicepresidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni 111
111 “Spirito Veneto”, 2003/2, p. 2.
190
9 MAGGIO 1997 IL POPOLO VENETO SMARRITO
RITROVA LA SUA VERA STORIA
L'azione di Piazza San Marco, intrapresa dal Veneto Serenissimo Governo il 9 Maggio 1997, ha
finalmente squarciato le tenebre dopo oltre un secolo di occupazione italiana, facendo intravedere a
tanti Veneti la luce rigeneratrice della nostra plurimillenaria storia Marciana scentamente fatta
sparire dalla memoria collettiva del nostro Popolo. Quest'evento straordinario ha provocato
sconcerto e paura nelle forze statal-centraliste rosso nere, che con il consenso, più o meno diretto,
di falsi patrioti, falsi federalisti, falsi autonomisti, amici tremebondi, poterono colpire con estrema
durezza i valorosi che portarono a termine l'impresa e molti coraggiosi che li sostenevano, con lo
scopo primario di chiudere con la massima velocità il caso Veneto che si era riaperto e bloccare sul
nascere questo spiraglio di coscienza e rinnovamento Marciano, civile e morale di tutta la società
Veneta che avrebbe avuto, tra l'altro, benefici effettivi per tutti i Popoli della penisola.
Il Veneto Serenissimo Governo in questi sette anni ha dovuto subire ogni sorta di attacchi, ma
l'indomita volontà dei suoi membri e di tutti i Patrioti che lo sostengono, gli ha permesso di
superare ogni avversità, tenendo alto il vessillo Marciano continuando la lotta per la dignità, la
libertà della Veneta Patria e il futuro del suo Popolo.
Luigi Faccia
Presidente del Veneto Serenissimo Governo
W il 9 Maggio
W il Veneto Serenissimo Governo
W la Veneta Serenissima Republica
W il Veneto indipendente112
112 “Spirito Veneto”, 2004/2, p. 1.
191
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO,
L’AUTODETERMINANAZIONE DEI POPOLI
E IL REFERENDUM DEL 1866
SERENISSIMA ALLEANZA
“Noi, Popolo Veneto, chiediamo che il referendum del 21 ottobre 1866, avente come oggetto l'unione o meno del Veneto all'Italia, venga rifatto, in quanto il medesimo non si è svolto secondo gli accordi internazionali bensì in violazione anche delle più elementari regole democratiche. Inoltre, chiediamo che, sotto la supervisione dell'ONU, i Rappresentanti di Francia, Austria, Italia e del Veneto Serenissimo Governo istituiscano un tavolo di trattative per stabilire le modalità e le regole d’indizione del nuovo referendum.”
1866 - REFERENDUM FARSA
POPOLAZIONE: 2.603009 RISULTATO: 646.789 SI - 69 NO - 567 NULLI
Il 12 agosto 1866 a Cormons viene firmato l'accordo austro-francese (seguito all'armistizio italo-
austriaco) in base al quale Venezia e le fortezze del Quadrilatero sarebbero state consegnate a un
commissario francese che le avrebbe rimesse alle autorità venete, <subordinatamente al consenso
delle popolazioni>, chiamate ad esprimere la loro volontà.
Il commissario francese gen. Leboeuf aveva dichiarato ai plenipotenziari gen. Thaon de Revel e al
conte Vimercati (per l'Italia) e al gen. Mohring (per l'Impero) che il plebiscito - deciso per il 21/22
ottobre di quell’anno - avrebbe dovuto essere indetto dai comuni senza alcuna ingerenza dei
governi, e la cessione avrebbe dovuto essere proclamata da lui stesso; che la bandiera francese
avrebbe dovuto salire sulle antenne di San Marco e che gli stemmi sabaudi già innalzati sugli
edifici pubblici rappresentavano un abuso, come il fatto che Sebastiano Tecchio (ex ministro
piemontese e futuro presidente di Camera e Senato) si fosse affrettato a prendere possesso della
carica di presidente della Corte d'appello di Venezia
Il presidente del Consiglio italiano, Bettino Ricasoli, desideroso che l'operazione echeggiasse in
favore del prestigio italico, scrisse a Costantino Nigra, ambasciatore d'Italia a Parigi, esortandolo a
"prostrarsi" innanzi alle alte sfere del governo di Francia in modo da evitare un democratico
referendum. Costantino Nigra comprese il messaggio. Al telegramma speditogli dal gen. Leboeuf il
18 ottobre, col quale gli chiedeva “Devo o no consegnare il Veneto?”, il Governo Francese rispose
con un laconico “Consegnate”.
Fu così, che alle otto del mattino del 19 ottobre 1866, in una stanza dell'hotel Europa, nel Canal
Grande, il gen. Leboeuf consegnò il Veneto ai commissari italiani.
Tutto il Veneto fu invaso dalle forze d'occupazione dell'esercito italiano, vennero proibite perfino
le tradizionali processioni religiose in quanto "assembramento pericoloso per l'ordine pubblico". I
parroci e i cooperatori dei villaggi furono avvertiti che se il voto non fosse stato plebiscitario
sarebbero state prese misure pubbliche dolorose contro le loro persone.
In relazione a quei fatti, le Forze della Serenissima Alleanza ribadiscono che il nostro libero
192
arbitrio ce lo siamo conquistati a Lissa, dove i marinai Veneti si sono impadroniti della bandiera di
guerra della marina Italiana, e chiamano pertanto le Genti Venete e i Veneti Patrioti a mobilitarsi
per riaffermare con vigore e dignità i propri sacri diritti.
FIRMA PER LA LIBERTA’!
Ufficio Referendum –
Responsabile Valerio Serraglia113
113 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia gennaio1999.
193
AL MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA REPUBBLICA FRANCESE
AL MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA REPUBBLICA FEDERALE AUSTRIACA
Il Veneto Serenissimo Governo si accinge a promuovere una raccolta di firme tra il Popolo Veneto,
atto a legittimare la richiesta di rifare il “referendum” svoltosi il 21 Ottobre 1866, avente come
testo:
“Noi Popolo Veneto chiediamo che il referendum del 21 ottobre 1866, avente come oggetto
l’unione o no del Veneto all’Italia, sia rifatto in quanto il medesimo non si è svolto secondo gli
accordi internazionali; in violazione delle più elementari regole democratiche. Chiediamo inoltre
che sotto la supervisione dell’ONU i governi di Francia, Austria, Italia e Veneto diano vita ad un
tavolo di trattative per stabilire le modalità del referendum.”
Il Veneto Serenissimo Governo giudica che i risultati di tale referendum non siano rispondenti alla
volontà della Nazione Veneta, sia per la forma che per la prassi attuata (vedi il telegramma del
commissario francese generale Leboeuf del 18 Ottobre 1866 e la risposta del governo Francese).
Il Popolo Veneto ha il diritto ad avere un referendum democratico, sia per la sua storia ampiamente
riconosciuta dalle varie conferenze internazionali, sia per il comportamento dei soldati e dei
marinai Veneti nella guerra del 1866 (Sadowa e Lissa).
Chiediamo alla Repubblica Federale Austriaca e alla Repubblica di Francia di esercitare la propria
influenza per il rispetto degli impegni presi nei confronti del Popolo Veneto.
Distinti saluti
Il Delegato del Veneto Serenissimo Governo
Valerio Serraglia114
114Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, lettera consegnata alle ambasciate di Francia e Austria in Lubiana nel 1998.
194
SMASCHERIAMO LA TRUFFA. 21 OTTOBRE 1866: UNA FARSA.
Referendum Subito!
Contro il tentativo di annullamento del Veneto Popolo
da parte dello Stato central – colonialista italiano.
Noi del Veneto Serenissimo Governo esistiamo e lottiamo pagando pesanti conseguenze per
difendere il diritto della Veneta Serenissima Repubblica ad essere riconosciuta come nazione
storica d’Europa. La Veneta Serenissima Repubblica ha tutti i diritti storici e giuridici di stare alla
pari con tutti quei stati che compongono l’attuale Europa e che si sono affacciati come stati dopo la
Veneta Serenissima Repubblica. Tutta l’Europa deve la sua sopravvivenza a l’eroica marina Veneta
e ai suoi comandanti, essi erano alla testa delle navi che a Lepanto hanno saputo fermare
l’aggressione islamica alla nostra terra.
Per difendere i diritti della Veneta Patria nel quadro di un confronto democratico e trasparente,
riteniamo necessario rifare il Referendum del 1866:
1° perché quel Referendum si è svolto al di fuori degli accordi liberamente sottoscritti da Austria e
Francia e accettate dal Regno di Sardegna (vedi Atti del III Congresso del Veneto Serenissimo
Governo).
2° perché la costituzione italiana sotto il profilo dell’unità statale è completamente blindata, al di
fuori di qualsiasi reale possibilità di modifica.
Pertanto esistono le condizioni per baipassare la costituzione del 1948, richiamandosi agli accordi
di Cormons e alla Pace di Vienna. Questo nostro diritto è ormai riconosciuto da importanti
costituzionalisti e storici. Noi ribadiamo che in questo contesto la Veneta Nazione non vuole
secedere dal resto della penisola italiana ma verificare se il popolo Veneto ha mai dato il suo
assenso libero e democratico all’entrata in Italia (fermo restando che tutti i popoli hanno il diritto
alla secessione e alla resistenza). Quindi noi pretendiamo che il Referendum sia rifatto sotto
controllo internazionale.
Nel contempo non comprendiamo perché, giustamente, l’ONU abbia imposto all’Indonesia il
Referendum a Timor Est e non sia altrettanto energico nell’imporre il Referendum nel Veneto, le
analogie tra il Veneto e Timor Est sono evidenti a tutti:
- L’Indonesia ha occupato Timor Est sostituendosi al colonialismo Portoghese e impedendo lo
svolgimento del Referendum come da accordi, tant’è che il popolo di Timor Est riconosceva
l’autorità dei portoghesi sul suo territorio.
- L’Italia ha occupato il Veneto sostituendosi all’Austria impedendo, con l’occupazione militare
ed in spregio a tutti i trattati, un libero referendum.
In questo il Veneto Serenissimo Governo chiede all’Austria di essere coerente con quanto da essa
sottoscritto (ricordiamo all’Austria che migliaia di Veneti sono morti per impedire all’Italia di
entrare nel territorio Veneto. Ricordiamo che a Lissa i marinai Veneti al grido di viva San Marco
195
hanno catturato la bandiera da guerra della marina sabauda. A Sodowa interi battaglioni di Veneti
non sono arretrati pur inferiori di armi e uomini alla cavalleria prussiana.).
Facciamo presente a tutte le istituzioni internazionali e alle autorità italiane che nessun organo
legittimo ha mai consegnato la nostra indipendenza a chi che sia. La resistenza del popolo Veneto
al potere dell’occupante dopo il 1797 è stata una costante: dalle Pasque Veronesi alla Repubblica
del 1848–49, alla resistenza del 1943–45 (quando le autorità italiane consegnarono intere province
Venete al Terzo Reich), alla costituzione della Liga Veneta (convegno di Feltre), alla costituzione
del Veneto Serenissimo Governo nel 1987, la stessa vicenda del Campanile di San Marco e molti
altri episodi stanno a dimostrare che esiste un filo anche se a volte molto sottile che ci unisce alla
millenaria Veneta Serenissima Repubblica. I governi italiani succedutesi dal 1866 non hanno mai
risolto i problemi che qualsiasi stato dovrebbe risolvere. L’occupazione del Veneto da parte
dell’Italia ha significato per le nostre genti lacrime, sangue e miseria: la tassa sul macinato, cioè la
tassa sulla povertà, ha gettato nella miseria il nostro popolo e tutto ciò ci ha costretti a una
emigrazione di massa negli angoli più sperduti del mondo lasciando famiglie affetti e amici, non
bisogna mai dimenticare che il Veneto della diaspora ammonta a 9.000.000. Inoltre i Veneti sono
stati costretti contro la loro volontà a partecipare ad una serie di guerre d’aggressione volute dai
governi italiani:
aggressione dello Stato Pontificio –1870,
aggressione all’Eritrea e Somalia –1890,
aggressione alla Turchia nel suolo Libico –1911/12 (con la feroce repressione dei patrioti tra cui
l’eroe Omar El Muktar),
aggressione all’Austria –1915/18 (non bisogna mai dimenticare che il territorio Veneto è stato
devastato durante la prima guerra mondiale, intere popolazioni sono state sradicate dalle loro case e
dalle loro terre, il nobile popolo Cimbro è stato disperso per sempre. Questo non sarà mai
dimenticato dal nostro popolo.),
aggressione all’Etiopia –1935 (con impiego di Gas e sterminio di sacerdoti e fedeli nel loro
santuario definito la Lourdes di Etiopia),
aggressione alla Spagna – 1937,
aggressione all’Albania –1939,
Seconda Guerra Mondiale 1940-45 (aggressione a Francia, Inghilterra, Jugoslavia, Grecia, URSS,
USA),
aggressione alla Repubblica Federativa Jugoslava –1999.
Tutti questi episodi e molti altri giustificano il nostro diritto morale e giuridico nel pretendere un
Referendum che ristabilisca il rispetto della nostra volontà di Nazione storica d’Europa.
È evidente che le forze politiche legate a Roma mettono in atto tutta una serie di manovre diversive
(federalismo, autonomia, e altro) nel tentativo di dividere e impedire che il nostro popolo prenda
coscienza dei suoi diritti storici e morali, ma questa manovra si sta smascherando, si vedano gli
196
ultimi sondaggi dove sempre più Veneti hanno capito che il federalismo non può essere raggiunto
se non conquistiamo il nostro libero arbitrio. Nessuno può pensare che senza pari dignità sia
possibile una qualsiasi trattativa per un nuovo assetto costituzionale nella penisola italiana, la pari
dignità si conquista con la nostra totale indipendenza e solo in seguito il popolo Veneto sceglierà
come affrontare il terzo millennio, nessuno può sostituirsi né l’Italia né l’Europa alla nostra libera
volontà.
Compito di tutti i Veneti che amano al propria terra è quello di accantonare tutte le questioni
particolari, ideologiche, politiche e settoriali che sono elementi di divisione e di scontro per
ritrovare quell’alleanza che ci permetterà di contrastare chi dal 1866 ha tolto a noi Veneti la libertà
politica, economica, culturale, e a tentato di toglierci anche la dignità. Noi del Veneto Serenissimo
Governo non siamo legati a nessuna tentazione elettorale come abbiamo solennemente detto al
Terzo Congresso e come abbiamo ripetutamente affermato sulla stampa e alla televisione. Noi
siamo un movimento di liberazione monotematico con un unico scopo: lottare per il Veneto libero.
Questo è il nostro solenne giuramento, ciò nonostante noi non riteniamo elemento di rottura se altri
accettano la competizione elettorale italiana. Noi riteniamo che questa contraddizione possa essere
risolta all’interno del popolo, a condizione che ci sia un atteggiamento di appoggio incondizionato
al rifacimento del Referendum del 1866. Nessuno deve ritenere di avere la primogenitura rispetto al
Referendum, questo è un patrimonio del nostro popolo pertanto nessuno può usarlo
strumentalmente per altri fini. Il Referendum è Referendum è ci darà la nostra libertà. Il futuro è
nelle nostre mani.
Valerio Serraglia
Componente del VSG115
115 “Spirito Veneto”, 2000, pp. 1, 4.
197
L’AUTODETERMINAZIONE È UN DIRITTO DI TUTTI I POPOLI?
29 aprile 1917: “Rapporto sulla questione nazionale alla VII Conferenza del Partito bolscevico
della Russia”; 8 gennaio 1918: “Wilson (presidente USA) formula le condizioni di pace in un
messaggio al congresso in 14 punti” che poi diverranno la base della Società delle Nazioni; 14
agosto 1941: venne elaborata la “Carta Atlantica” da parte di Roosevelt e Churchill.
Superficialmente questi tre documenti possono sembrare tra loro privi di collegamento ma in realtà
hanno una base che li accomuna: il diritto dei Popoli all’Autodeterminazione.
L’Autodeterminazione dei Popoli non è un principio astratto ma un diritto inalienabile di tutti i
Popoli, che nessuno può far cadere in prescrizione.
Tutte le varie dottrine politiche e filosofiche, nonché i vari Stati del consesso mondiale adoperano
l’autodeterminazione come postulato per ogni loro discorso sulle varie questioni nazionali, ciò è
giusto ma non deve essere il presupposto per interessi politici di comodo. Il diritto dei popoli
all’autodeterminazione c’è o non c’è, e in caso la risposta sia positiva questo diritto non va
applicato solo ai popoli di serie A ma a tutti i popoli senza esclusione di sorta.
La “Carta Atlantica”, su cui poi si ispireranno le Nazioni Unite enuncia principi generali, che
richiamano alla mente “i 14 punti di Wilson”, afferma “…(i Paesi che aderiranno) rispettano il
diritto di tutti i popoli a scegliersi la forma di governo sotto la quale vogliono vivere, e intendono
vedere restaurati i diritti sovrani e l’autonomia di quei popoli che ne sono stati privati con la
forza…”. Il partito bolscevico nel 1917 afferma, senza giri di parole che “…la nostra concezione
della questione nazionale si riassume nelle seguenti tesi: riconoscimento per i popoli del diritto alla
separazione…”. Come abbiamo visto sia la nazione portabandiera del liberismo, sia i futuri
rappresentanti dell'URSS affermavano che i popoli devono avere il proprio libero arbitrio nel
decidere il destino che li attende.
A questo punto la domanda sorge spontanea: perché il Popolo Veneto, con la sua plurimillenaria
storia, civiltà e indipendenza marciana, non può decidere cosa fare di se stesso? L’era della
colonizzazione è già passata da un pezzo, gli ultimi mandati sulle colonie stanno terminando o
forse no? L’Italia ha forse avuto una dispensa dalle Nazioni Unite per continuare ad occupare e ad
opprimere la Veneta Nazione? I tribunali internazionali che fanno? Il diritto internazionale è solo
una prerogativa dei potenti o un bene dell’umanità?
Il Veneto Serenissimo Governo chiede l’intervento della comunità internazionale per mettere fine a
questo sopruso, sembra che il calpestare i diritti dei popoli sia notato solo quando siano colpiti i
grandi interessi economici. Noi siamo sicuri che questo grido di dolore da parte del Popolo Veneto
non rimarrà senza ascolto, abbiamo la certezza che la storia punirà i carnefici passati e attuali della
Veneta Nazione come ha già fatto contro carnefici in altre occasioni storiche.
Bisogna ricordare che la storia viene fatta dagli uomini e senza il loro intervento nulla muta. È
compito del Veneto Popolo fare in modo che la propria voce sia sentita; il Veneto Serenissimo
Governo ha indicato nel rifacimento del Referendum del 1866, che unì illegalmente e al di fuori dal
198
diritto internazionale il Veneto all’Italia, la strada per l’autodeterminazione della Veneta Nazione.
Ora la strada è segnata, non resta che seguirla o ignorarla: però non si potrà più dire “…che non
sapevamo cosa si poteva fare…”. Se ci sentiamo realmente veneti ora sappiamo ciò che si deve
fare: appoggiare il Veneto Serenissimo Governo e la sua azione politica quale unico movimento
che lotta per l’indipendenza totale della Veneta Patria.
Veneto Serenissimo Governo 116
116 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 1.
199
MARXISMO E QUESTIONE NAZIONALE
In quest’articolo non ritengo di dover evincere gli obbiettivi attraverso trame, tensioni o
sollecitazioni, e dare spazio ad una tensione speculativa; ma non voglio nascondere l’obbiettivo, il
quale è esplicito: affermare che non esiste contraddizione tra marxismo e libertà nazionale.
Questo pensiero deve essere frutto di un’analisi attraverso il socialismo scientifico.
Direi che tutto il percorso del Pensiero marxista-leninista dal punto di vista teorico è l’affermazione
che esiste una stretta correlazione tra la lotta del proletariato e la libertà nazionale, e che questo non
è in contraddizione con i principi dell’internazionalismo.
È sperabile che questo dilemma possa diventare elemento di dibattito per un superamento degli
antagonismi, e comprendere che nessuno che si ponga il problema dell’emancipazione del popolo
pensi di poterla ottenere in un clima di oppressione nazionale.
Non è un caso che lo stesso Marx si sia schierato a favore dell’indipendenza dell’Irlanda all’interno
del dibattito (con gli anarchici della prima internazionale) sul federalismo rinunciando alle sue
precedenti considerazioni. Lo stesso Lenin ha preso senza tentennamenti posizione sul problema
dell’autodeterminazione della Norvegia nei confronti della Svezia, in contraddizione di Rosa
Luxemburg, di Martov e della maggioranza della seconda internazionale.
D’altronde le tesi di Aprile del 1917 del Partito Operaio Socialdemocratico (bolscevico) affermano:
a) riconoscimento per i popoli del diritto alla separazione;
b) autonomia regionale per i popoli che restano entro confini di un determinato Stato;
c) leggi speciali che garantiscono il libero sviluppo delle minoranze nazionali;
d) per i proletari di tutte le nazionalità di un determinato Stato, un’unica collettività proletaria
inscindibile, un unico partito.
Le tesi di Aprile, sovra citate, hanno sancito in maniera inequivocabile il principio di
autodeterminazione, e le vicende successive della Finlandia e della Polonia ne hanno dimostrato la
consequenzialità.
D’altronde da un punto di vista scientifico si tratta di dare una risposta: la rivoluzione socialista si
può attuare in un solo paese, o come disse Trotskij questa può avvenire solo all’interno dell’arena
rivoluzionaria mondiale? Questa teoria trotzkista va contro le basi fondamentali del marxismo che
vedono nel materialismo storico e nel materialismo dialettico lo strumento fondamentale di analisi
per comprendere lo sviluppo della lotta dei popoli. L’uno si divide in due, e si unisce in uno, e si
divide in due, ecc.
Altre considerazioni inevitabilmente scadono in un gradualismo metafisico e in un idealismo
antistorico.
Qualcuno potrebbe obbiettare che tutte queste considerazioni sono rivolte ad un passato non molto
vicino. Ma allora cosa si può dire della lotta di liberazione del Chapas, di Timor Est, e di altre
situazioni analoghe. Tutto questo non avviene solo nei paesi del terzo mondo ma anche all’interno
della stessa Europa (Euskadi, Catalogna, Scozia, Irlanda, Veneto, Valle d’Aosta), del Canada
200
(Quebec), ed dell’Australia (Maori), e gli Indiani d’America. Questi popoli hanno o non hanno un
problema nazionale?
Le forze popolari devono o non devono fare una scelta di campo: o colle multinazionali, che
tendono ad opprimere il popolo e le sue espressioni produttive, o con le nazioni ed i popoli
oppressi. Questo può avvenire a prescindere dalle eventuali impostazioni regressive e reazionarie
della piccola e media borghesia nazionale. Il problema è un altro, cioè la capacità di incidere delle
forze in campo e di dirigere il processo indipendentista. Questa è la linea di demarcazione. L’altro
problema è il mantenimento della propria autonomia, quindi non unità ma alleanza.
Sta alle forze rivoluzionarie sciogliere il dilemma: stare con il centralismo romano o con il Popolo
Veneto e il suo inalienabile diritto alla Libertà Nazionale.
Germano Battilana117
117 “Spirito Veneto”, 2000/1, p. 3, (Il vento del leone).
201
PERCHÉ PARLARE DELLA BATTAGLIA DI LITTLE BIG HORN?
Perché è sintomatico rispetto all’atteggiamento che il popolo deve tenere quando è minacciato da
forze esterne, e la sua cultura e metodo di vita sono in pericolo.
È evidente che i popoli autoctoni delle “Americhe” avevano una concezione del mondo
completante diversa dagli occupanti.
Non dobbiamo dimenticare che al di là della mitologia la partita si giocò tra una civiltà rozza (dei
più disperati ceti sociali e dalle differenti etnie) ma industrialmente potente, contro una cultura
raffinata, millenaria e tuttavia primitiva per precise scelte di vita: il nomadismo nel contatto diretto
con la natura.
L’ultimo crimine è stato decretato da Abramo Lincon quando promulgò l’Hamestead Act, che
significava per chi aveva partecipato alla guerra di “secessione”, il diritto di richiedere terre nel
West pagando un’esigua tassa di registrazione. È singolare che questa guerra fatta per “riscattare” i
neri d’Africa deportati nelle “Americhe”, finiva per condannare gli abitanti di quella terra.
I Dakota, i Cheyenne, gli Arapaho, i Piedi Neri, i Sioux al pari degli altri nomadi, non avendo il
concetto di proprietà nel senso occidentale del termine, non capivano neanche quale fosse l’oggetto
del contendere.
Per gli “Indiani” esisteva il possesso di un cavallo, di un fucile, di una coperta, ma non la proprietà
privata. La terra non poteva essere divisa o recintata perché la terra era di tutti. Sulla terra si
muovevano i bisonti che davano “all’indiano” tutto il necessario per vivere. Le mandrie di bisonti
erano il valore che determinava la scaramucce cruente tra le varie “tribù”, mai la terra.
Per difendere questi loro valori, senza i quali essi non potevano sopravvivere, hanno, inoltre, deciso
di impedire l’occupazione della sacra zona delle Black Hills (terra che rappresentava per “gli
indiani” quello che rappresenta Roma per i cattolici, Gerusalemme per gli ebrei, e la Mecca per i
mussulmani).
Queste sono le sommarie premesse in cui si deve inquadrare lo scontro tra le “tribù” unite sotto la
guida di Toro Seduto, Cavalo Pazzo e il 7° cavalleria agli ordini del tenente colonnello Custer
(questo personaggio megalomane, privo di qualsiasi capacità militare, che si è macchiato di orrendi
crimini contro donne, bambini, vecchi, comunque gente indifesa). Non va dimenticato che prima
dello scontro a Little Big Horn, Custer, per non farsi riconoscere si è fatto tagliare i lunghi capelli
dal trombettiere del settimo, il garibaldino Giovanni Martino. Giovanni Martino, Rospo Cornuto,
Gallo Screziato e il cavallo Comanche furono gli unici sopravissuti del settimo. Custer ha fatto
indossare la sua giacca di pelle e la parrucca a suo fratello, mentre “l’eroe” ha indossato una blusa
qualsiasi.
Questo scontro appartiene ai popoli che lottano per la loro libertà e la difesa della propria terra, e
deve costituire un insegnamento non solo per i movimenti indipendentisti, ma per tutte quelle forze
che si richiamano al federalismo e all’autonomismo.
202
A tutti quelli che credono che il potere sia ragionevole e possa elargire riforme nell’interesse dei
popoli, vogliamo ricordare che tra gli “indiani” e il Padre Bianco sono stati stipulati più di 40
trattati che i visi pallidi non hanno mai rispettato.
Il popolo non è certo attraverso gli strumenti che il potere gli mette a disposizione (vedi le elezioni)
che potrà raggiungere il suo libero arbitrio.
Il Popolo deve comprendere che soltanto se recupera la sua dignità, le sue tradizioni, l’amore di se
stesso, l’amore per la propria terra potrà avere un futuro per sé e per la sua gente e saprà ergersi in
maniera invincibile conto il più potente dei nemici e dei traditori.
Germano Battilana118
118 “Spirito Veneto”, 2000/2, p. 7.
203
LE PICCOLE PATRIE POSSONO ANCORA VINCERE
La domanda che ci si pone a fronte della volontà dei popoli e nazioni storiche di esigere la loro
indipendenza, serve ad aprire una vertenza con i paesi più potenti, sia per motivi geografici, che
militari ed economici?
La risposta, oltre ad essere teorica, deve essere ricercata anche sul piano storico. La formazione di
decine di stati nuovi in Europa, negli ultimi decenni, è stata frutto di un indebolimento prima e
della dissoluzione poi, delle potenze coloniali come l’URSS e della Jugoslavia. E’ evidente che
quei popoli che hanno ottenuto la loro giusta e sacrosanta indipendenza (esclusa la Bosnia, in
quanto stato virtuale), hanno approfittato di condizioni estremamente favorevoli (oggettive),
avendo al loro interno componenti importanti che sono riuscite a mantenere vivo lo spirito
patriottico, condizione indispensabile (soggettiva) per essere in grado di concludere positivamente
il processo indipendentista.
Ma al di là di queste specifiche situazioni, credo sia utile esaminare le caratteristiche di un altro
caso, per la precisione il Vietnam, che a 25 anni dall’ottenimento dell’indipendenza, può offrire un
utile test per un’analisi storico-politica. Quest’analisi può essere rilevante per le nazioni che
rivendicano il diritto alla propria indipendenza. La lotta per l’autodeterminazione delle nazioni non
è e non deve essere in antitesi con la lotta dei popoli subalterni per la difesa dei loro interessi, ma
anzi si deve intrecciare ad essa e può avere percorsi ed obbiettivi comuni. Quando parlo di popoli
subalterni non intendo solo le classi formate da operai e contadini, ma anche lavoratori intellettuali,
commercianti, artigiani, piccola e media industria, in altre parole la quasi totalità delle genti venete,
che devono contrapporsi tutti uniti al tentativo di cancellazione della propria identità storica.
L’errore commesso dal partito Comunista Indocinese, è stato proprio quello, dal 1930 al 1941, di
pretendere di portare avanti la lotta per l’indipendenza difendendo solo gli interessi della classe
operaia, che tra l’altro era numericamente debole. Veniva quindi a mancare il collante unitario per
raggiungere le condizioni essenziali per nuove conquiste sociali. La necessità di graduare e
modulare la lotta, ha fatto sì che il partito Comunista d’Indocina si sciogliesse e si costituissero
partiti e movimenti nazionali nel Laos, in Cambogia, nel Nord Vietnam e nel Sud del Vietnam.
Questa decisione è stata la chiave di volta di tutto il successivo processo delle vittoriose lotte di
liberazione dell’Indocina.
Tale processo è stato complesso, irto di difficoltà, doloroso come tutti i processi di liberazione, ma
quello che conta è la vittoria finale. I successivi equilibri interni del Laos, della Cambogia e del
Vietnam non c’interessa esaminarli, perché sono problemi che troveranno una soluzione attraverso
una loro dialettica interna.
Questi sono insegnamenti molto importanti, e per certi aspetti decisivi, però mi preme rilevare che
anche all’interno dell’indipendentismo veneto esisteva, qualche anno fa, l’approccio a questo
dibattito in Quaderni Veneti.
204
Un movimento nazionale di liberazione, per avere possibilità di successo, deve evitare di schierarsi
con parti della società, o con qualche ideologia, ma deve abbracciare nel suo insieme gli interessi
della nostra patria, e dimostrare che senza l’indipendenza totale, qualsiasi successo economico è
effimero, o senza prospettiva.
Il V.S.G., coerente con tale impostazione, fin dalla sua nascita, ha affermato questi concetti
semplici ma efficaci ed ha respinto tutti i tentativi di corruzione del sistema central-colonialista
romano (mi riferisco ai vari tentativi atti a coinvolgerci, e sollecitazioni a partecipare a questa o
quella competizione elettorale).
Il terzo Congresso del V.S.G. ha precisato e chiarito la nostra linea, per la liberazione della Veneta
Patria, rifiutando in maniera chiara e categorica qualsiasi tentazione elettorale affermando che se si
accettano tali proposte in buona fede si è degli sprovveduti o, nel caso opposto, dei prezzolati da
Roma.
Il Veneto ha una storia millenaria, carica di dignità, prestigio ed onore, che nessuna storiografia
colonialista può infangare. La Veneta Serenissima Repubblica ha resistito vittoriosamente a tutti i
suoi nemici quando ha fatto appello al popolo, ed è stata sconfitta, quando ha sperato nel buon
senso del nemico e nella buonafede dei suoi mediatori, che si sono poi rivelati dei lacchè.
Il V.S.G. ha fatto e fa appello al popolo veneto ed alla sua volontà di lottare, come elemento
indispensabile per ottenere quei risultati che tutti auspicano. Poco importa se questi si otterranno in
qualche mese od in qualche anno. Il nostro destino è di essere una nazione libera, a prescindere
dalla debolezza (Italia) o dalla forza (USA), dei colonialisti che tentano di soffocare i nostri
inalienabili diritti.
Germano Battilana119
119 “Spirito Veneto”, 2000/4, p. 3, (Il vento del leone).
205
GEOPOLITICA: ITALIA-JUGOSLAVIA A CONFRONTO
Ogni movimento di liberazione non può limitarsi a guardare esclusivamente alla propria politica
interna ma deve rapportarsi con gli insegnamenti che la storia e la politica estera gli danno. Per noi
Veneti è necessaria un'analisi delle dinamiche che portarono nel recente passato i popoli della
Mitteleuropa a riacquistare il proprio libero arbitrio.
Nell’analizzare la storia jugoslava e le innegabili contraddizioni di quell’area molti esperti fanno
coincidere e confondono le rivendicazioni di autodeterminazione, sancite da vari trattati
internazionali, con le idee personali dei vari leaders nazionalisti: bisogna distinguere le
affermazioni di principio con la loro applicazione pratica e quindi con la loro interpretazione.
Giusto è il principio dell’autodeterminazione, sbagliata e la sua interpretazione a fini nazionalistici.
Molti si ergono a giudici della liceità di queste rivendicazioni, non sta a noi valutare se uno Stato
abbia avuto interessi a proclamarsi indipendente, ma è giusto che nell’applicare il proprio diritto
all’autodeterminazione sia mantenuto il medesimo diritto anche per le eventuali minoranze al
proprio interno.
Nella Jugoslavia è bene ricordare che non sono state le repubbliche a causare i conflitti, ma il
central-colonialismo Belgradese che voleva mantenere il proprio potere burocratico parassitario
sull'intera federazione.
Nella sua storia la Jugoslavia ha sempre avuto difficoltà a confrontarsi con le questioni nazionali e
religiose al proprio interno, difatti è composta da diversi popoli (principalmente Sloveno, Croato,
Ungherese, Serbo, Macedone, Albanese, Montenegrino), e da diverse religioni (Cattolica,
Ortodossa, Islamica). Tale varietà di composizione ha creato problemi di convivenza ed è stata la
causa delle diverse istanze e rivendicazioni territoriali al suo interno. Nel dopoguerra, per ovviare a
questi problemi, si è cercato di trovare delle soluzioni a livello costituzionale; l’artefice principale
di questi tentativi è lo sloveno Edvard Kardelj, uno dei collaboratori più stretti di Tito. Tutte le
costituzioni che si susseguirono nei 40 anni della Repubblica Jugoslava erano fondate sui principi
cardine del diritto all'autodeterminazione e alla secessione, e grazie a questi due diritti inalienabili
di tutti i popoli le Repubbliche costituenti la Federazione Jugoslava riuscirono a conquistare la loro
indipendenza.
L'Italia, nonostante affermi di battersi per la libertà dei popoli e di essere uno Stato democratico,
continua a reprimere i popoli che durante il XIX secolo ha unito forzatamente negando ogni diritto
all'autodecisione. È bene ricordare che ciò che è successo in Jugoslavia nel recente passato è
successo in Italia nel corso del 1800, e che il ruolo dei carnefici era interpretato dagli antenati
dell'odierna repubblica italiana: il Regno di Sardegna. Vanno sempre ricordati i campi di
concentramento e le deportazioni fatte in ogni parte d'Italia da parte dei sabaudi all'unico fine di
allargare il loro staterello.
A questo punto della mia analisi è difficile affermare chi sia meglio tra Italia e la vituperata
Jugoslavia.
206
Molti non sanno che sul finire della seconda guerra mondiale si discusse se le regioni del nord est
italiano dovessero essere incorporate dalla Jugoslavia, non so quanto avremmo sofferto ma so che
ora saremo indipendenti. Pensate che io abbia dimenticato le foibe? No! Non ho dimenticato le
foibe ma tantomeno non dimentico le continue violenze che vengono fatte da parte dell'occupante
italiano nei confronti del Popolo Veneto. Violenze di ogni tipo: contro chi lotta per
l'autodeterminazione della Veneta Nazione; contro la cultura Veneta (lingua, tradizioni, usi e
costumi). Quello che sta perpetrando lo Stato Italiano nei confronti del Veneto è un etnocidio
culturale che nulla ha a da invidiare a quanto hanno fatto i regimi più reazionari e antidemocratici.
Non bisogna scordare che da quando il Veneto è stato occupato dall'Italia ben 9 milioni di Veneti
sono stati costretti a lasciare la loro terra natale per evitare la sicura morte per stenti: questa è la
nostra diaspora!
Non pretendiamo che l'Italia conceda al Veneto le stesse libertà che la costituzione Jugoslava ha
concesso alla Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Macedonia, ci auguriamo che la comunità
internazionale non rimanga sorda alle istanze di autodeterminazione del Veneto Serenissimo
Governo quale rappresentante del Popolo Veneto e unico erede della Veneta Serenissima
Repubblica.
Demetrio Serraglia
Componente del Veneto Serenissimo Governo120
120 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 2.
207
SEPARATISMO OPZIONE NATURALE
In quest'epoca di crescente meccanizzazione e di rapporti impersonali sembra andare di moda il
seducente suffisso "uni-" di derivazione latina. Ovunque, dai negozi di abbigliamento ai saloni di
bellezza si trova l'etichetta onnipresente "unisex" come se l’omogeneizzazione dei sessi fosse
qualcosa da desiderare.
Le chiese cristiane, divise da sempre su fondamentali ideologie teologiche adesso manifestano una
tendenza forte verso l'unificazione. Altre tendenze che cercano di raggiungere l'unità spirituale ed
etnica si manifestano nella forma del "panislamismo-panarabismo" ecc…
Sul piano politico-economico i giornali sono pronti a lodare i progetti per un sistema monetario
unificato, per un Europa unita: un denaro un popolo ecc… ma benché questi notevoli sforzi di
consolidamento e unità possono sembrare lodevoli a prima vista, dentro tutto ciò esiste una
minaccia occulta alla dignità e all'individualità dell'uomo .
Questo fatto è stato pienamente capito da molte nazioni e gruppi etnici almeno all'inizio del secolo
XIX , quando il "diritto divino" a perpetrare l'espansionismo coloniale comincia ad essere
seriamente messo in dubbio quando i popoli oppressi del mondo cominciano ad affermare il loro
"Diritto naturale" a essere liberi e indipendenti.
Le lotte di liberazione, che si sono susseguite durante tutto il XIX secolo, si sono molto accentuate
nel secolo successivo, culminando nella dissoluzione di una parte considerevole degli imperi, e nel
glorioso raggiungimento della libertà per molti popoli oppressi.
Purtroppo, con il crescente potere di due mostruose superpotenze nella prima parte del XX secolo,
USA-URSS, l'espansionismo territoriale-economico assume un allarmante dimensione
neocolonialista, neo-imperialista: un nuovo tipo di infiltrazione ideologica cinica e insidiosa,
fortificata da una seria dominazione economica.
Questa è una forma di penetrazione internazionale che è durata fino ad oggi e questo grazie anche
ad alcuni antichi poteri Europei, oggi ridotti alla mediocrità, che hanno potuto mantenere alcuni dei
loro "territori" illecitamente annessi (…).
L'italia, questo puzzle malfatto, nato soltanto nel secolo scorso lotta contro corrente per mantenere
nella sua sfera politica nazioni di origine etnica molto diversa e senza affinità culturali, come i
Veneti, i Sardi, i popoli nordici del Sud Tirolo. ecc…
Nel nome di un unità prepotente e soffocante il desiderio di sommergere l'individualità etnica
dentro il concetto monolitico dello stato indivisibile alcune nazioni oggi deliberatamente chiudono
gli occhi alla palese diversità culturale sociale politica dentro le loro frontiere artificialmente create.
L'unità oggi è classificata come la più alta delle virtù. Nonostante ciò, è evidente che la sua vera
tendenza non è verso l'unità politica -territoriale, bensì verso l'affermazione etnica e verso il
separatismo. Uno dopo l'altro i vasti imperi moderni si sono disintegrati; i componenti individuali
ritornano alla loro condizione naturale preimperiali di nazioni sovrane. Cosi, le repubbliche
obbligate ad aderire all'URSS sono di nuovo libere e indipendenti; le antiche colonie Inglesi,
208
adesso fanno le proprie leggi e prendono le loro decisioni; l'Asia, l'America latina, l'Africa non
sono più obbligate ad inchinarsi davanti agli egoistici padroni stranieri.
Nessuno dibatte la giustezza della causa di queste lotte per l'indipendenza, nemmeno il diritto di
quei popoli al separatismo. Ciò nonostante ci sono altre nazioni storiche, alcune molto antiche, che
ancora portano le catene di un'oppressione mascherata.
Uno dei popoli che ha contribuito alla formazione della civiltà Europea e alla diffusione degli ideali
di libertà, giustizia e armonia sociale, quello Veneto, è ancora costretto a subire i capricci di uno
stato invasore e centralista che non vuole accettare il rifiorire di uno spirito di autodeterminazione.
I veri frutti del separatismo non sono lutti e miserie, ma il benessere sociale la prosperità e nuove
speranze per il futuro.
L'uomo torna alla sua condizione naturale primordiale di abitante di una comunità nella quale lui ha
avuto una partecipazione nella formazione dei diritti politici e giuridici senza obblighi imposti da
altri individui atti a sottometterlo a metodi di vita uguali per tutti .
Il concetto fondamentale è questo "come tutti i popoli possiedono il diritto a unirsi ad un altro stato
per il beneficio di entrambi, possono anche separarsi eventualmente da quello stato, quando vedono
che i loro propri interessi fondamentali, benessere o cultura sono minacciati."
Maria Fasolo121
121 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 3, (Il vento del leone).
209
ERITREA, SAHARAWI:
CONTINUA LA LOTTA PER L’AUTODETERMINAZIONE
Molte popolazioni Africane sfruttate per interessi colossali, cercano di ritornare in possesso della
loro terra e della loro autodeterminazione, ossia il diritto sacrosanto di poter disporre di un
territorio dove sviluppare la politica e la cultura che più si avvicina alle loro tradizioni ed alle loro
aspirazioni. Nel 1973, nasce il fronte popolare di liberazione del SAGUIA EL HAMRA e RIO DE
ORO (PO.LI.SA.RIO.), i territori rivendicati dai "SAHARAWI"; mentre nel 1971 avrà luogo la
scissione di vari gruppi di indipendentisti Eritrei dando vita alla formazione del fronte popolare di
liberazione dell'Eritrea (FPLE). Le divergenze che poi sfociarono in vera e propria guerra tra
l'Eritrea e l'Etiopia, hanno origine, intorno agli anni cinquanta, quando gli stati occidentali vincitori
della seconda guerra mondiale, non avendo raggiunto un accordo, investono della questione le
Nazioni Unite che violando palesemente gli articoli fondamentali della loro stessa carta sul diritto
dei popoli all'autodeterminazione, adottava la risoluzione 390 (v). Con ciò si riconosceva il ruolo
degli Eritrei di esistere come popolo ma, nello stesso tempo, li si obbligava a federarsi alla corona
Etiope con la possibilità di autogoverno su parecchie questioni senza però essere indipendenti. Era
logico che, se in un primo momento l'Impero Etiopico accettò anche una forma di costituzione
Eritrea, nel breve periodo di una manciata d'anni, abrogò tutti i diritti degli Eritrei, arrivando a vere
e proprie persecuzioni poliziesche, per arrivare nel 1962 a porre fine allo statuto federale
dell'Eritrea che sarà interamente integrato nel sistema unitario dell'impero. La guerra di liberazione
ha inizio già nei primi anni sessanta e dopo alcune pause dovute anche a faide interne, nel 1987,
l'FPLE si alleò con il TPLF (FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DEL TIGRAI)
lanciando la grande offensiva indipendentista che culminerà nella vittoria schiacciante della
battaglia di Afabet, preludio dell'accerchiamento di Adis Abeba e la caduta del regime di Mangistu
nei primi anni novanta. La vicenda Eritrea si conclude felicemente nel 1993 quando, cogliendo
l'occasione della disfatta Etiopica, gli Eritrei effettuarono un referendum che sancirà la loro totale
indipendenza e, con l'FPLE alla guida del loro governo, porterà presto il paese ad essere conosciuto
per la sua società efficiente priva di corruzione e indipendente dalle istituzioni di aiuto occidentali,
essendo oggi (13/06/ 2001) l'unico paese Africano che non deve nulla al fondo monetario
internazionale.
Il popolo SAHRAWI, che nel censimento del 1974 risultava essere composto da 80000 persone, ha
origine dall'immigrazione degli Arabi Maquil provenienti dallo Yemen, passati dall'Egitto in
Tunisia nel undicesimo secolo ed insediatisi nella regione del Sahara occidentale agli inizi del
tredicesimo secolo, mescolandosi con i gruppi di origine Araba dei Reguibat, dei Tekna (Arabo-
Barberi) e quello degli Uled-Delim. I Saharawi parlano la lingua Hassaniya derivata per lo più
dall'Arabo classico. Prima dell'arrivo degli Europei, vi erano, secondo la tradizione Saharawi,
quaranta tribù nomadi, riunite in una confederazione non rigida ma attiva in determinati momenti
di emergenza, soprattutto in difesa dagli attacchi dei vari Sultanati Marocchini. Sebbene, la terra
210
dei Saharawi fosse conosciuta come "la terra della dissidenza" alcuni documenti ci dicono che
l'autorità dei sultani riusciva ad estendervisi per qualche periodo senza mai però prefigurare un
rapporto di sovranità vera e propria. Nel diciannovesimo secolo il Sahara occidentale conobbe la
colonizzazione della Spagna che se ne andrà soltanto nel 1974 sollecitata dalle pressioni dell'ONU,
del Polisario e del Marocco insieme alla Mauritania che vedevano in tutto questo il pretesto per
rivendicare come loro quei territori, ricchi nel sottosuolo di fosfati, petrolio e ferro. Nel 1975 la
Spagna, eludendo gli accordi presi con i vari organi internazionali, cede i territori al Marocco ed
alla Mauritania. Da questo momento il popolo Saharawi, deve abbandonare le proprie terre, ed
emigrare nelle terre concesse dall'Algeria, a causa della massiccia occupazione da parte delle forze
Marocchine culminata nella famosa "marcia verde". Il fronte Polisario in questi anni intensifica la
sua lotta di liberazione portando continui attacchi alle forze di occupazione, riportando alcune
vittorie tattiche e costringendo la Mauritania al ritiro ed alla pace. Messa in difficoltà, l'autorità
Marocchina decise, grazie all'uso di armamenti pesanti, ed approvvigionamenti militari di ogni
sorta concessi da parte di alcuni governi conservatori occidentali, di riconquistare i territori perduti
e creare barriere artificiali contro gli attacchi mordi e fuggi dei Saharawi. Vengono costruiti
terrapieni di sabbia, protetti da campi minati, per ben 2400 Km, racchiudendo ben 200000 Kmq
costringendo i Saharawi ad una guerriglia rischiosissima e poco fruttuosa che ancora oggi
prosegue. Il Governo marocchino si è macchiato, nel tempo, oltre all'esilio forzato della
popolazione Saharawi a vere e proprie operazioni razziste nei suoi confronti sfociate in moltissimi
casi di sequestri di persona che non hanno nulla da invidiare ai Desaparecido Argentini. Tutta la
vicenda del popolo Saharawi, anche se ancora oggi è in una fase di stallo, ha avuto degli sbocchi a
livello internazionale molto rilevanti, a partire dal 1976 quando il segretario del fronte Polisario ha
proclamato l'indipendenza del paese e la nascita della repubblica Araba Saharawi Democratica
(RASD) che dal 1979 al 1980 ha ricevuto il riconoscimento di 43 paesi ed ha costretto numerosi
organi internazionali, tra cui l'OUA, il parlamento Europeo e l'ONU, a sviluppare una strategia di
pace per il Sahara occidentale imperniato sul referendum di autodeterminazione, per arrivare nel
1991, dopo varie risoluzioni, alla missione internazionale delle Nazioni Unite per il referendum nel
Sahara occidentale (Minurso).
Da questi piccoli riassunti, si capisce bene che chi non rispetta l'autodeterminazione altrui persegue
questa strada esclusivamente per ricavarne interessi da sfruttare a buon mercato arrivando in
parecchi casi a produrre veri e propri regimi di carattere razzistico nei confronti delle popolazioni
assoggettate con il rischio di guerre barbare e sanguinose. Vediamo inoltre che l'aspirazione alla
libertà dei popoli è ancora una volta incanalata e poi diretta dai movimenti di liberazione che,
animati da spirito patriottico, accettano i difficili impegni che la storia gli affida e che il diritto
internazionale riconosce a tutti gli effetti.
Per concludere osserviamo il fine ultimo delle lotte di liberazione, che per la maggior parte dei casi
si conclude con il vero scopo dei sinceri movimenti indipendentisti, ovvero la libertà massima del
211
volere popolare che sposa sempre il diritto all'autodeterminazione firmato, quando possibile, sulla
scheda di un Referendum.
Vicepresidente del
Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni122
122 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 1.
212
PLEBISCITI O ATTI D'IMPERIO?
Plebi scitum, ossia norma votata dalla plebe su proposta dei tribuni romani: da qui il termine
Plebiscito. Questa libertà decisionale della plebe tendente alla parificazione giuridica ai patrizi fu
causa di frequenti conflittualità sociali difficoltosamente evitate con la emanazione di norme
restrittive.
Si manifestò perciò sin da quei tempi lontani la tendenza del potere a "incanalare" le aspirazioni
plebiscitarie del popolo verso prestabilite finalità occhiutamente mascherate con ambigue
definizioni unilaterali e riduttive.
Tipico esempio è dato dalla formula del Plebiscito delle Provincie dell'Emilia e della Toscana
indetto l'11-12 marzo del 1860:
"ANNESSIONE ALLA MONARCHIA COSTITUZIONALE DEL RE VITTORIO EMANUELE II, OVVERO
REGNO SEPARATO".
Non venne specificato "quale regno separato". Si pose deliberatamente in tal modo i votanti
nell'incertezza della scelta. Questa formula di occhiuta "indeterminatezza", tipicamente
cavourriana, è in evidente contrasto con il concetto di "plebiscito", una scelta cioè chiaramente
espressa fra due o più possibilità adeguatamente evidenziate.
Mano a mano che la fagocitazione degli Stati Preunitari avveniva ad opera del colonialismo
savojardo, la formula di rito subì sempre più riduttive e restrittive condizioni fino a configurarsi,
nel 1870, una vera e propria "debellatio" dello Stato Pontificio.
Esaminando la situazione del Veneto, precisamente delle "Tre Venezie", constatiamo che con il
trattato di Vienna del 3 ottobre 1866 le provincie Venete e di Mantova vengono dall'Austria cedute
alla Francia e da questa al Regno d'Italia. Francesco Giuseppe, che nel 1859 aveva dichiarato di
non annettere alcuna importanza alla volontà dei popoli, consente la cessione del Veneto "sous
réserve du consentement des populations dument consultées".
Il plebiscito successivamente indettovi dalle Autorità Piemontesi (autodefinitosi "del Regno
d'Italia") ebbe per il Veneto, come per quello umbro-marchigiano, la seguente formula:
"DICHIARIAMO LA NOSTRA UNIONE AL REGNO D'ITALIA SOTTO IL GOVERNO COSTITUZIONALE DEL
RE VITTORIO EMANUELE II E DEI SUOI SUCCESSORI".
Punto e basta! Non si trattò pertanto di un "plebiscito", di una libera scelta decisionale fra
diversificate e ben definite "tendenze". Si estorse con ingannevoli raggiri, sfruttando la
sprovvedutezza delle popolazioni venete stanche di un dominio straniero (Francia prima e Austria
poi) e dopo 70 anni dalla caduta della "Serenissima Repubblica di Venezia), una "acquiescente
deliberazione unilaterale).
La partecipazione a quella "dichiarazione" che nulla ha a che vedere con un plebiscito fu molto
scarsa. Al punto che furono indotti a votare addirittura i reparti militari piemontesi dislocati a
presidio del Veneto.
213
Si trattò di una vera e propria burla diplomatica sostenuta da una ristretta cerchia del patriziato
veneto avida di compensi onorifici.
A quel tempo mancò, purtroppo, un Daniele Manin che rivendicasse la gloriosa matrice dei Veneti
e molti, troppi, furono i sotterfugi diplomatici, le mistificazioni storiche, le esaltazioni patriottarde
dei Savoja. Se infine aggiungiamo la mentalità arrendevole ed acquiescente del popolo, spesso
succube "al volere dei preti", e privo di esperienza "sociale" perché dominato fino allora da 70 anni
di rigido governo straniero, è facile intuire il nefasto risultato di quel … plebiscito.
Ora, finalmente, ci siamo svegliati. Partiti allora col piede sinistro, constatiamo che l'Italia non può
essere "UNA E INDIVISIBILE" perché è costituita da più nazionalità spontanee! Queste
nazionalità ben diverse tra loro sono impositivamente "accorpate" - e con molta fatica! - in uno
Stato accentratore e "federalista" a parole.
Conclusivamente, vengo a sottolineare la graduale illiberalità con la quale sono stati posti i
"plebisciti" negli Stati Preunitari, mano a mano che venivano "accorpati" ricordando una "storica"
affermazione del potere di Roma ormai capitale:… le reiterate manifestazioni di italianità da parte
della Venezia Giulia e Tridentina e di Fiume vi hanno reso "inutile" qualsiasi plebiscito.
Sarà infine opportuno ricordare che i due plebisciti meridionali (21 ottobre 1860) indetti dalla
dittatura di Garibaldi ebbero la seguente formula:
"IL POPOLO VUOLE L'ITALIA UNA E INDIVISIBILE CON VITTORIO EMANUELE RE COSTITUZIONALE E
I SUOI LEGITTIMI DISCENDENTI".
Se esaminiamo il tenore di tutte queste formule plebiscitarie come potremo sostenere che l'Italia si
è costituita per libera volontà popolare?
Adalberto Pizzato123
123 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 4.
214
CELEBRAZIONE PER LA BATTAGLIA DI CUSTOZA
E PER I FATTI DEL 1866:
NON DIMENTICHIAMO L’AGGRESSIONE PERPETUATA DAI SAVOIA!
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, ricorderà sabato 28 giugno 2003 alle ore 11.30 presso l'ossario ai Caduti
della guerra del 1866 a Custoza, comune di Sommacampagna (VR), i luttuosi fatti che sconvolsero
il Veneto nel 1866.
Ritroviamoci tutti a commemorare i Soldati e Marinai Veneti caduti sul campo d'onore di Custoza,
Lissa e Sadowa.
Dimostriamo che l'occupazione italiana attraverso l'illegale referendum del 1866 non ha sopito
l'orgoglio di essere Veneti e l’appartenenza alla mai morta Veneta Serenissima Repubblica.
Non dimentichiamoci dei crimini di cui si sono macchiati i Savoia: facciamo si che questa sia la
prima di molte ricorrenze in cui ci si batterà contro il ritorno nella Veneta Patria di questa dinastia
di Re criminali.
Il destino è nelle nostre mani, diamo un primo segnale a chi non vuole il riscatto del Veneto:
troviamoci tutti a Custoza il 28 giugno.
Venezia, 16 giugno 2003
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni124
124 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo. Quella a Custoza è una celebrazione che ogni hanno organizza il Veneto Serenissimo Governo i ricordo dei Soldati e Marinai Veneti caduti sul campo d'onore di Custoza, Lissa e Sadowa.
215
ARMISTIZIO DI CORMONS - 1866
Cormons, addì 12 agosto 1866
Conchiusa fra i commissari militari del Regio Esercito Italiano ed il I.R. Esercito austriaco al
giorno d'oggi.
In seguito all'effettuato sgombero del Tirolo meridionale e di alcuni luoghi della contea di Gorizia
per parte delle truppe italiane i due commissari stabiliscono quanto segue salva la superiore
ratificazione:
1° L'armistizio comincerà col giorno 13 agosto alle ore 12 meridiane e durerà quattro settimane,
vale a dire, fino al 9 settembre. Le ostilità non potranno ricominciare che mediante un preavviso di
giorni 10. In difetto di preavviso l'armistizio s'intenderà prolungato.
2° I limiti dei territori occupati dalle truppe saranno per la durata dell'armistizio i seguenti, cioè:
per le truppe austriache:
a) L'attuale confine Lombardo-Veneto dal Lago di Garda al Pò.
b) Il Po fino ad un chilometro al di sotto d'Ostiglia e di la una linea retta fino a 7 chilometri e
mezzo, al di sotto di Legnago sull'Adige presso Villa Bartolomea.
c) Il prolungamento della detta linea fino alla Fratta, la sponda destra di questo corso d'acqua sino a
Pavarano, di là una linea che per Lobia va al confluente del Chiampo nell'Alpone: indi la sponda
destra di questo ultimo fino alla cima Tre Croci al confine politico.
d) Il confine politico dallo sbocco del fiume Aussa in Porto Buso fino presso Villa, indi un
perimetro di 7 chilometri e mezzo intorno alle opere esterne di Palmanova, il quale cominciando a
Villa, e passando tra Gonars e Morsano termina a Percotto Torre, la sponda sinistra del torrente
Torre fino a Tarcento, e di là per Prato Magnano a Salt fra Oropo e Gemona.
Al Tagliamento, la sponda sinistra del Tagliamento sino al piede del Monte Cretci, ed il dorso dei
monti che separano le valli di San Pietro e di Gorto fino al Monte Coglians sul confine politico.
e) Intorno al forte Malghera un perimetro di 7 chilometri e mezzo. Il Governo italiano è in facoltà
di valersi della parte della ferrovia da Padova a Treviso compresa in tale perimetro.
f) Lo stesso perimetro di 7 chilometri e mezzo intorno alle altre opere di fortificazioni esterne di
Venezia. Nelle località alle quali non si estendono uno di questi perimetri, la laguna, e se esistono
canali esterni in prossimità di questi, la sponda interna dei canali stessi.
Il forte di Cavanella d'Adige non sarà occupato né dall'una né dall'altra truppa.
Per le truppe italiane:
g) I limiti di tutte le parti del Veneto che non sono occupate dalle truppe austriache.
3° L'approvvigionamento di Venezia, sarà libero.
216
4° L'accesso ne' territori riservati alle truppe austriache è interdetto alle truppe regie ed ai volontari
italiani. Egualmente alle truppe imperiali ed ai volontari austriaci è interdetto l'accesso ne' territori
riservati alle truppe italiane.
E' però fatta facoltà agli ufficiali di un esercito di attraversare per ragioni di servizio il territorio
riservato all'altro, mediante scambievole accompagnamento.
5° Si farà il reciproco scambio dei prigionieri; l'Italia li consegnerà in Peschiera e l'Austria in
Udine.
6° Gli impiegati italiani che si trovano nei territori occupati dalle I.R. truppe non saranno molestati,
e non lo saranno reciprocamente gl'impiegati militari austriaci in ritiro, che si trovano nei territori
occupati dalle truppe italiane.
7° E' ammesso il ritorno degli internati d'ambo le parti: però non potranno entrare nelle fortezze
occupate dalle truppe del Governo dal quale furono internati.
Cormons, addì 12 agosto 1866
in casa del Podestà Signor Maggiore
Conte Thurn
CARLO MOERING A. PETITTI
Generale Maggiore Generale125
125 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 2.
217
CONVENZIONE
TRA LA FRANCIA E L'AUSTRIA PER LE VENEZIE
Vienna 24 agosto 1866
Napoleone,
Per grazie di Dio e volontà nazionale, Imperatore dei Francesi
A tutti coloro i quali leggeranno queste presenti lettere, salve.
Essendo stata firmata una Convenzione, a Vienna, il 24 agosto 1866, tra la Francia a l'Austria per
la cessione del Regno Lombardo-Veneto alla Francia.
Convenzione avente il seguente contenuto:
le Loro Maestà l'Imperatore dei Francesi e l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia,
desiderose di regolare la cessione della Venezia precedentemente convenuta tra le Loro Maestà,
hanno nominato come Loro Plenipotenziario a questo fine precisamente ossia:
Sua Maestà l'Imperatore dei Francesi, il Duca di Gramont, Suo Ambasciatore presso Sua Maestà
Imperiale e Reale Apostolica, grande Croce del Suo Ordine Imperiale della Legione d'Onore, ecc.,
ecc.,. e Sua Maesta l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia, il Conte di Mensdorff-
Poully, Luogotenente Generale, Suo Ciambellano e Consigliere intimo, Ministro di Sua Casa e
degli Affari Esteri, Cavaliere dell'Ordine Militare di Maria Teresa, Grande Croce dell'Ordine
Imperiale di Leopoldo, grande Ufficiale della Legione d'Onore, ecc.,. ecc.,..
I quali, dopo essersi comunicato i loro pieni poteri, ritenuti in buona e dovuta forma, sono
convenuti sui seguenti articoli:
Articolo 1
Sua Maestà l'Imperatore d'Austria cede il Regno Lombardo-Veneto a Sua Maestà l'Imperatore dei
Francesi, che lo accetta.
Articolo 2
I debiti che saranno riconosciuti relativi al Regno Lombardo-Veneto in conformità ai precedenti
del Trattato di Zurigo, restano legati al possesso del territorio ceduto:
Essi saranno fissati ulteriormente dai Commissari speciali, designati a questo proposito da Sua
Maestà l'Imperatore d'Austria e da Sua Maestà l'Imperatore dei Francesi.
Articolo 3
Una sistemazione particolare, i cui termini saranno fissati tra i Commissari austriaci e francesi
all'uopo incaricati, stabilirà, in conformità alle usanze militari e mantenendo tutti i riguardi dovuti
all'onore dell'Austria, il modo e le condizioni dell'evacuazione dalle piazze austriache.
Le guarnigioni austriache potranno trasportare tutto il materiale trasportabile-
Una sistemazione ulteriore sarà conclusa dai Commissari speciali in merito al materiale non
trasportabile.
218
Articolo 4
La rimessa effettiva del possesso del Regno Lombardo-Veneto dai Commissari austriaci ai
Commissari francesi avrà luogo dopo la conclusione della sistemazione riguardante la
evacuazione delle truppe e dopo che la pace sarà firmata tra le Loro Maestà l'Imperatore
Francesco Giuseppe e il Re Vittorio Emanuele.
Articolo 5
I Comandanti delle truppe austriache daranno luogo ad un'intesa per le esecuzione di queste
clausole con le autorità militari che saranno loro designate dai Commissari francesi, salvo
ricorso, in caso di contestazione, ai detti Commissari di Sua Maestà l'Imperatore dei Francesi.
Articolo 6
la presente Convenzione sarà ratificata e le ratificazioni saranno scambiate, a Vienna, nel più
breve tempo possibile.
Il fede di ciò, i Plenipotenziari rispettivi l'hanno sottoscritta e vi hanno opposto il sigillo dei lor
stemmi.
fatto in doppia spedizione, a Vienna, il 24 agosto 1866.
(L.S.) firmato Gramont. - (L.S.) firmato Mensdorff-Poully
ARTICOLO AGGIUNTIVO
La proprietà dei Palazzi di Austria a Roma e a Costantinopoli, già appartenenti alla Repubblica
Veneta, restano acquisite al Governo austriaco.
(L.S.) firmato Gramont. - (L.S.) firmato Mensdorff-Poully
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Noi, vista ed esaminata detta Convenzione, seguita da un Articolo aggiuntivo, l'abbiamo approvata
e approviamo in tutte ed ogni disposizione che vi sono contenute; dichiariamo che è accettata,
confermata e ratificata, e promettiamo che sarà inviolabilmente osservata.
In fede di ciò, Noi abbiamo dato le presenti firmate di nostro pugno e suggellate con il nostro
Sigillo Imperiale.
A St. Cloud, il 29 Agosto 1866
L.S. Napoleon
Per l'imperatore
Drouyn de Lhuys126
126 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 2.
219
RESTITUZIONE DI PALAZZO VENEZIA
AL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, chiede al Governo Italiano la restituzione di Palazzo Venezia sede
dell'Ambasciata della Veneta Serenissima Repubblica, mai consegnata legalmente a chicchessia e
tantomeno al Governo Italiano.
Pertanto in conformità al diritto internazionale chiediamo che Palazzo Venezia sia restituito
all'Austria in base alla convenzione di Vienna del 24 Agosto 1866- Articolo Aggiuntivo firmato dal
Duca di Gramont plenipotenziario di sua maestà l'Imperatore dei Francesi e dal Conte di
Mensdorff-Poully plenipotenziario di sua maestà l'Imperatore d'Austria , Re d'Ungheria e di
Boemia.
Certi che comprenderete la necessità e l'urgenza da parte del Veneto Serenissimo Governo di
rientrare in possesso della propria sede diplomatica porgiamo
distinti saluti
Per il Veneto Serenissimo Governo
L'Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia127
127 “Spirito Veneto”, 2002/1, p.2, lettera indirizzata al Governo austriaco, italiano e francese dall’Ufficio Affari Esteri del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 6 aprile 2002.
220
PACE DI VIENNA FRA ITALIA E AUSTRIA
Vienna, 3 ottobre 1866
In nome della Serenissima ed Indivisibile Trinità. Sua Maestà il Re d'Italia e Sua Maestà
l'Imperatore d'Austria avendo risoluto di stabilire fra i Loro Stati rispettivi una pace sincera e
durevole:
S.M. l'Imperatore d'Austria avendo ceduto a S.M. l'Imperatore dei Francesi il Regno Lombardo-
Veneto: S.M. l'Imperatore dei Francesi dal canto suo, essendosi dichiarato pronto a riconoscere la
riunione del detto Regno Lombardo Veneto agli Stati di S.M. il Re d'Italia, sotto riserva del
consenso delle popolazioni debitamente consultate: S.M. il Re d'Italia e S.M. l'Imperatore d'Austria
hanno nominato per Loro Plenipotenziari: S.M. il Re d'Italia, il Signor Luigi Federico Conte di
Menabrea, Senatore del Regno, Gran Cordone dell'Ordine Militare di Savoia, Cavalier dell'Ordine
del merito civile di Savoia, Grand'Ufficiale dell'Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro, decorato della
medaglia d'oro al valor militare, Luogotenente Generale, Comandante Generale del genio all'armata
e Presidente del Comitato dell'Arma, ecc,. ecc,. Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, il signor Felice
Conte Wimpffen, Suo ciambellano attuale, inviato Ministro plenipotenziario in missione
straordinaria, ecc.
Vienna, 3 ottobre 1866
L.S.:L.F. MENABREA
L.S.: WIMPFFEN128
128 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 3.
221
ATTO DI CONSEGNA DELLA VENEZIA ALLA FRANCIA
Ma prima di fare il plebiscito (fissato per il 21-22 ottobre).....
...il 19 OTTOBRE a Venezia il rappresentante austriaco generale Karl Moring consegna
ufficialmente il Veneto al rappresentante di Napoleone III, generale Edmond Leboeuf, il quale a
sua volta lo cede formalmente all'Italia.
La Gazzetta di Venezia del 20 ottobre riporta un anonimo trafiletto "Questa mattina in una camera
dell'Albergo Europa si è fatta la cessione del Veneto":
ecco il documento:
Venezia 19 ottobre 1866
I Commissari sottoscritti
Il Generale Moering Com. dell'Ordine della Corona di ferro ecc,. incaricato da Sua Maestà
l'Imperatore d'Austria di rimettere il Regno Lombardo-Veneto all'Imperatore dei Francesi, per una
parte, e il Generale di Divisione Leboeuf, aiutante di campo dell'Imperatore dei Francesi, Grande
Ufficiale dell'Ordine Imperiale della Legione d'Onore, ecc,. incaricato da Sua Maestà l'Imperatore dei
Francesi ad accettare, a Suo nome la rimessa del detto Regno, dall'altra parte, essendosi riuniti, e
dopo essersi scambiati i loro pieni poteri che sono risultati in buona e dovuta forma,
hanno proceduto alla esecuzione degli Articoli 1 e 4 del Trattato firmato a Vienna il 24 agosto 1866,
così concepiti:
Art. 1 - "Sua Maestà l'Imperatore d'Austria cede il regno Lombardo-Veneto a Sua Maestà
l'Imperatore dei Francesi che lo accetta"
(…)
Art. 4 - La rimessa effettiva di possesso del Regno Lombardo-Veneto da parte dei Commissari
austriaci ai Commissari francesi, avrà luogo dopo la conclusione dell'accordo concernente
l'evacuazione delle truppe e dopo che la pace sia stata firmata tra LL.MM. l'Imperatore Francesco
Giuseppe e il Re Vittorio Emanuele.
In conseguenza, il Commissario austriaco, in nome di Sua maestà l'Imperatore d'Austria, effettua
rimessa all'Imperatore dei francesi del Regno Lombardo-Veneto, secondo le clausole e condizioni
enunciate negli articoli del suddetto Trattato.
Da parte sua, il Commissario francese riceva e accetta, in nome di Sua Maestà l'Imperatore dei
Francesi, la presente rimessa del detto Regno Lombardo-Veneto, secondo le clausole e condizioni
sumenzionate.
In fede di ciò, i Commissari rispettivi hanno firmato il presente processo verbale e vi hanno apposto i
loro sigilli.
222
Fatto in doppia spedizione, a Venezia, il 19 ottobre 1866.
Il Commissario
di S.M-. l'Imperatore d'Austria
Ch Moering
Il Commissario
di S.M. l'Imperatore dei Francesi
Leboeuf
Presenti:
Il Barone Aleman - Generale d'Artiglieria
J. de Surville . Capitano di Vascello
Cioè... prima della data del plebiscito (del 21-22) il Veneto era già stato "passato" dalla Francia
all'Italia in una stanza dell'Hotel Europa lungo il Canal Grande. Il generale francese Leboeuf
consegnò il Veneto a tre notabili: il conte Luigi Michiel, veneziano, Edoardo De Betta, veronese,
Achille Emi-Kelder, mantovano. Questi a loro volta, lo "deposero" nelle mani del commissario del
Re conte Genova Thaon di Revel.
Il giorno prima il 18 ottobre, lo stesso generale Leboeuf annunciava il 18 ottobre a Napoleone III di
aver protestato contro il plebiscito burletta decretato dal re d'Italia: Napoleone gli dice di lasciar
perdere.
La Francia praticamente rinunciava al proprio ruolo di garante internazionale e consegna il Veneto
ai Savoia.
21-22 OTTOBRE - Si svolge il plebiscito nel Veneto per sancire l'unione al Regno d'Italia.129
129 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 3.
223
LA VIOLAZIONE DEI TRATTATI INTERNAZIONALI
Prima del plebiscito (del 21-22) il Veneto era già stato "passato" dalla Francia all'Italia in una
stanza dell'Hotel Europa lungo il Canal Grande. Il generale francese Leboeuf consegnò il Veneto a
tre notabili: il conte Luigi Michiel, veneziano, Edoardo De Betta, veronese, Achille Emi-Kelder,
mantovano. Questi a loro volta, lo "deposero" nelle mani del commissario del Re conte Genova
Thaon di Revel.
Il trattato internazionale (fra Austria e Prussia -23 agosto a Praga) prevede il passaggio del Veneto
alla Francia che poi lo consegnerà ai Savoia. Nel trattato di pace di Vienna fra l'Italia e l'Austria del
3 ottobre si parla testualmente "sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente
consultate": un riconoscimento internazionale al diritto all'autodeterminazione del popolo veneto
che in quel momento ha la sovranità sul suo territorio.
Teniamo anche presente che c'è stata l'ipotesi, come scrisse l'ambasciatore asburgico a Parigi
Metternich al suo ministro degli esteri Mensdorff-Pouilly il 3 agosto 1866, di arrivare a
"l'indipendenza della Venezia sotto un governo autonomo com'era la vecchia repubblica". Il
plebiscito avrebbe dovuto svolgersi sotto il controllo di una commissione di tre membri che
"determinerà", in accordo con le autorità municipali, il modo e l'epoca del plebiscito, che avrà
luogo liberamente, col suffragio universale e nel più breve tempo possibile". Così era stato
concertato dall'ambasciatore d'Italia a Parigi Costantino Nigra con il governo francese, che
sembrava determinato a svolgere fino in fondo il proprio ruolo di garante internazionale sancito
anche dal trattato di pace fra Prussia e Austria.
Il governo italiano invece, e in particolare il presidente Bettino Ricasoli interpretava pro domo sua i
trattati:
"Quando si tratta del plebiscito si tratta di casa nostra; non è già che si faccia il plebiscito per
obbedienza o per ottemperare al desiderio di qualche autorità straniera...La pazienza ha il suo
limite. Perbacco! La cessione del Veneto fu nel Parlamento inglese chiamata un insulto all'Italia.
Concedendo la presenza del generale francese all'effetto delle fortezza, mi pare di concedere
molto" Questo sosteneva il Barone Ricasoli.
E così uno sconsolato generale Le Boeuf scrive a La Vallette il 15 settembre: "Nutro inquietudine
per l'ordine pubblico: le municipalità fanno entrare le truppe italiane o si intendono col re, che
governa una gran parte: egli deve lasciar fare. Il plebiscito non si potrà fare che col re e col
governo".
Altro che controlli, altro che garanzie internazionali!130
130 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 3.
224
L'INIZIO DELLA TRAGEDIA: 1866
Il 27 OTTOBRE la Corte d'Appello (Sebastiano Tecchio, ex ministro piemontese e futuro
presidente di camera e senato, aveva già prima del plebiscito preso possesso della carica di
presidente della corte d'appello di Venezia) proclama l'esito della consultazione.
I voti favorevoli sono attorno al 99,99 %. Ma bisogna fare questa considerazione; votarono 641.758
il SI e 69 il NO su una popolazione di 2.603.009 abitanti.
E che chi andava a votare visto com'erano allestiti i seggi e col minaccioso manifesto non poteva
votare diversamente.
Circa 2 milioni di Veneti non hanno partecipato al voto ritenendo la consultazione una truffa già
programmata; ma subiscono questa votazione.
Ma anche tutti gli altri, quelli che hanno dato il consenso sono convinti di aver votato per uno Stato
Federalista (quello che aveva sempre invocato Manin e Cattaneo a Cavour e ai Savoia) e non uno
Stato "SOTTO" la sudditanza sabauda (come recita la lapide ricordo).
A votazione avvenuta il risveglio fu amaro per gli uni e per gli altri! Ma anche per il resto d'Italia
la soluzione francese fu amara, perché l'Italia ha dovuto poi accollarsi il debito pubblico degli
Austriaci e le varie spese sostenute per le infrastrutture realizzate.
E i rimborsi non uscirono dalle finanze piemontesi (già in bolletta) ma da altre tasse sul Veneto o
non concedendo allo stesso aiuti per incrementarne l'economia agricola e industriale, e nemmeno
aiutando con commesse quella che già esisteva, veneto-austriaca (notevole - i grandi lanifici
vicentini, i cotonifici, le seteria, e quelle navali) mandando in decadenza in pochi anni l'intera
regione, e con essa anche gli antichi patrizi (lo sfacelo di molti palazzi di Venezia o le stesse Ville
Venete, si è verificato proprio in questo oscuro periodo.).
Fermo anche l'indotto, e con la popolazione ridotta alla fame inizieranno i grandi esodi migratori
(3.630.000 abitanti veneti (in forza lavoro) emigreranno dal 1880 al 1925 - di cui 1.385.000
dall'Unità al 1900).
Interi paesi emigrarono alla ricerca di una "Merica", soprattutto in America Latina, in particolare il
Brasile meridionale (dove esistono oggi intere città di Veneti: la Nova Padua, Nova Vicenza, Nova
Bassano ecc.).
Per coloro che rimasero fame, disperazione e perfino la tassa sulla miseria, la tassa sul macinato.
E continueranno a emigrare fino alla fine degli anni 1950, con gli uomini veneti nelle miniere
franco-belghe per dare carbone alle industrie piemontesi, o le donne venete nelle risaie lombarde e
vercellesi a spaccarsi la schiena dentro l'acqua per fare la stagione del trapianto oppure la monda,
con una paga giornaliera che un piemontese in fabbrica prendeva in un paio di ore (alla conta dei
primi anni '50, solo il 3% era piemontese, nella seconda metà l'1%).
Alla fine alle mondine venete, dopo che erano vissute quasi segregate dentro grandi capannoni, con
in terra più di cento materassi di lola di riso come giaciglio per la notte, gli "regalavano" un
225
sacchetto di riso (ovviamente quello dell'anno precedente, già con le camole, del tipo Orginario,
cioè il più scadente, come qualità e come rottura).
Tutti i locali erano andati nelle fabbriche. A Biella nei 450 lanifici, cotonifici, maglifici, per ogni
100 biellesi c'erano a disposizione 160 posti di lavoro. Posti in abbondanza, stipendio tutto l'anno, e
lavoro meno massacrante. Ecco perché i locali letteralmente svuotarono le campagne.131
131 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 4.
226
IL PLEBISCITO
" ..il SI .... lo si vota a fronte alta, sotto lo sguardo del sole, colla benedizione di Dio....
il NO ....con mano tremante, di nascosto, come chi commette un delitto..."
Di sicuro il plebiscito venne "preceduto da una vera campagna di stampa intimidatoria dei fogli
cittadini, preoccupatissimi per l'influenza che il clero manteneva nelle zone rurali dove, aveva
scritto in settembre il Giornale di Vicenza, - "....i campagnoli furono lasciati nell'ignoranza o
nell'apatia d'ogni civile concetto, educati all'indifferenza per ogni sorta di governo". Si scriveva ad
esempio "...ricordino essi (i Parroci e i Cooperatori dei ns. villaggi) che ove in alcuna parrocchia
questo voto non fosse sì aperto, sì pieno quale lo esige l'onore delle Venezie e dell'Italia, sarebbe
assai difficile non farne mallevatrice la suddetta influenza clericale, e contenere l'offeso sentimento
nazionale dal prendere contro i preti di quelle parrocchie qualche pubblica e dolorosa
soddisfazione".
Questa politica intimidatoria tuttavia non ebbe grossi effetti sulla partecipazione popolare: " A
Valdagno, ad esempio nonostante il plebiscito venisse decantato non come semplice formalità e
cerimonia, ma una festa, una gara, solo circa il 30% sulla complessiva popolazione del Comune si
recò a votare, mentre un buon 70% per chissà quale motivo, preferì continuare ad occuparsi dei
fatti propri… Analogamente in tutti i distretti..." (votarono 642.100 su 2.500.000).
"Garibaldi si infuriò perchè i veneti non si erano sollevati per conto proprio, neppure nelle
campagne dove sarebbe stato facile farlo" (scrive Mack Smith,).
Sulla libertà del voto e sulla segretezza dello stesso ci illumina la lettura di "Malo 1866" di Silvio
Eupani:
"Le autorità comunali avevano preparato e distribuito dei biglietti col SI e col NO di colore
diverso; inoltre, ogni elettore, presentandosi ai componenti del seggio, pronunciava il proprio nome
e consegnava il biglietto al presidente che lo depositava nell'urna".
L'urna del SI era a destra, quella del NO a sinistra.
Federico Bozzini così descrive in L'arciprete e il cavaliere quanto avvenne a Cerea:
"Come già si disse, vi dovevano essere due urne separate, una sopra un tavolo, l'altra sopra l'altro.
Se per caso non avesse urne apposite, potrà adoperare un quartarolo del grano (una specie di
secchio per la misura del grano. Ndr.) Sopra una sarà scritto ben chiaro il SI e sopra l'altra il NO".
E PER LO SPOGLIO?
"I protocolli (registri dove si scrivono i nomi dei votanti) sono due, uno per i votanti che presentano
il biglietto del SI , l'altro per il biglietto del NO, in modo che il numero complessivo dei biglietti,
finita l'operazione del voto, rende inutile lo spoglio di ciascheduna urna. Nel protocollo dei biglietti
del NO si dirà: votarono negativamente i seguenti cittadini. Alla fine la Commissione concluderà
gridando "Viva l'Italia unita sotto lo scettro della Casa di Savoia".
227
Poi c'era il manifesto che non lasciava dubbi in quanto "serenità" di come votare.
Poi i giornali citati sopra: La Gazzetta di Verona del 17 ottobre era chiarissima: "...SI vuol dire
essere italiano ed adempiere al voto dell'Italia. NO, vuol dire restare veneto e contraddire al voto
dell'Italia".
Una sottolineatura importante: già allora qualcuno aveva capito che una cosa erano i veneti e
un'altra gli italiani e che gli interessi degli uni raramente coincidevano con gli interessi degli altri.
Che fu un raggiro (chiunque lo capisce da solo), che fu una presa in giro con quanto detto sopra,
basterà anche ricordare quest'altro episodio:
nel 1903 lo storico Luigi Sutto di Rovigo, fu incaricato di costituire il Museo del Risorgimento, e
quindi di ricostruire dati e episodi del Plebiscito.
Andò incontro a un insuccesso quasi totale. Il decreto del 1866 prevedeva che i pretori
trasmettessero alla Corte d'Appello i verbali dei risultati Comune per Comune. Luigi Sutto ebbe
riconoscimenti e consigli anche in sede ministeriale, ma non ebbe mai in visione i fascicoli. E
annota sconsolato; "... nè Pretura né Municipi li hanno! Nelle mie ricerche e investigazioni...ho
potuto conoscere solamente i voti dei singoli Comuni del Friuli, nessun giornale del Veneto fece
altrettanto, nemmeno la Gazzetta di Venezia, che nemmeno pubblicò i voti dei Comuni
appartenenti alla provincia di Venezia...".
"Ed è deplorevole che i Comuni non conoscano i voti che essi hanno dato per la loro unione alla
Patria, voti che in pari tempo indicano la fine della dominazione straniera".
Scrive ancora Bozzini "C'è stato dopo il 1866 un concorso generale a truccare e a italianizzare ex
post tutti i brandelli di storia dell'opposizione veneta al dominio austriaco...".
"...La storia della nostra regione, così come ci è stata raccontata dagli storici ufficiali ed
accademici, è un falso solenne direttamente funzionale a costruire un'immagine mona della nostra
gente..."132
132 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 4.
228
LA STATUA DI NAPOLEONE A VENEZIA
Il Veneto Serenissimo Governo, erede della storia, tradizioni e cultura della Veneta Serenissima
Repubblica, si è già attivato da parecchio tempo a proposito della ventilata possibilità di collocare
la statua di Napoleone in piazza San Marco.
Aldilà del giudizio estetico, è evidente che in nessun ghetto può essere collocata la statua di Hitler.
La storia, nonostante Napoleone III, ha già dato un giudizio negativo su questo piccolo tiranno e sui
suoi crimini.
Il Veneto Serenissimo Governo ha ricevuto formali garanzie che questa statua mai sarà collocata in
piazza San Marco.
Il Veneto Serenissimo Governo controllerà che simili impegni siano mantenuti senza ulteriori
tentennamenti.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo chiede che la Francia faccia fronte ai trattati che
liberamente ha accettato e sottoscritto nella Pace di Vienna del 1866: facendosi garante di un
referendum libero e democratico per stabilire la volontà dei Veneti a proposito dell'unione del
Veneto all'Italia. A tale scopo chiede al Governo di Francia:
1- Costituzione di una commissione quadripartita presieduta dalla Francia e composta
dall'Austria, Italia e Veneto Serenissimo Governo per il controllo della regolarità del
rifacimento del referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all'Italia;
2- Consegna di tutte le basi militari Italiane e il loro materiale alle autorità militari francesi;
3- Nomina di un generale francese plenipotenziario per la gestione provvisoria
dell'amministrazione militare e civile, e per la gestione e la proclamazione dei risultati del
referendum.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L'Ambasciatore
Valerio Serraglia133
133 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 21/02/2002.
229
I SAVOIA E IL VENETO
Il Veneto Serenissimo Governo, continuatore ed erede delle tradizioni e storia della Veneta
Serenissima Repubblica, ritiene, alla luce di più di 200 anni di occupazione straniera, di dover
prendere una posizione chiara e precisa nei confronti dei Savoia.
Noi come Veneto Serenissimo Governo non potremo accettare l’arrivo di Vittorio Emanuele IV e
dei suoi eredi nella Veneta Patria fino a quando essi non riconosceranno l’illegalità del Referendum
del 1866 che unì il Veneto all’Italia. Questa è la precondizione di un eventuale visita dei Savoia in
Veneto. Già alcuni componenti della ex casa regnante, con la loro firma, hanno appoggiato la
nostra raccolta firme per il rifacimento di quel referendum illegale: ci aspettiamo che le medesima
cosa venga fatta da Vittorio Emanuele IV, Emanuele Filiberto e gli altri componenti della Casa
Reale Sabauda.
Tutti i Veneti non debbono dimenticare quanti lutti hanno causato i Savoia e i loro amministratori
durante il "Regno d’Italia". Le tragedie causate da questi occupanti hanno diviso la nostra gente e
causato milioni di morti, emigrazione – diaspora, guerre d’aggressione, campi di concentramento,
etnocidi culturali e materiali.
Auspichiamo dai Savoia il riconoscimento degli errori dei loro avi, l’appoggio per la liberazione
dei Veneti Patrioti privati della libertà da parte dello Stato Italiano, e il riconoscimento
all’autodeterminazione della Veneta Nazione.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Vice presidente
Luca Peroni
Ambasciatore
Valerio Serraglia134
134 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Venezia 18/07/2001.
230
MEMORANDUM PER IL GOVERNO ITALIANO
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni Venete, ha preso atto
del grande pericolo in cui si trova la Veneta patria e i suoi inestimabili valori storici, artistici e non
solo, alla luce, sia dell'attentato del 11/09/2001, sia dei bombardamenti sull'Afghanistan; ha inoltre
constatato l'incapacità del governo italiano di gestire l'attuale grave situazione politica militare, e la
decisione di entrare in un conflitto dagli sbocchi imprevedibili, con lutti e immani sofferenze non
solo per il popolo veneto ma per tutti i popoli coinvolti.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene inoltre, che chi è responsabile dell'attuale caos e
decadimento morale e materiale, e chi ha abbassato il livello di guardia contro l'espansionismo
islamico, siano governi che non hanno né la capacità né la forza morale per guidare la riscossa dei
popoli. In questo contesto il Veneto Serenissimo Governo, prima di un nuovo "8 settembre" e al
sicuro caos e violenze incontrollabili che ne seguiranno, chiede che rapidamente sia posto all'ordine
del giorno il rifacimento del referendum del 1866, che unì illegalmente il Veneto all'Italia, e pone
come base per le trattative questi sotto elencati punti.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede il ripristino delle autorità del Veneto Serenissimo Governo
sulla Veneta Patria attraverso:
1- Costituzione di una commissione quadripartita presieduta dalla Francia e composta
dall'Austria, Italia e Veneto Serenissimo Governo per il controllo della regolarità del
rifacimento del referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all'Italia;
2- Consegna di tutte le basi militari Italiane e il loro materiale alle autorità militari francesi;
3- Nomina di un generale francese plenipotenziario per la gestione provvisoria
dell'amministrazione militare e civile, e per la gestione e la proclamazione dei risultati del
referendum;
4- Non interferenza delle basi NATO e USA presenti sul Veneto territorio durante lo svolgimento
e la preparazione del referendum;
5- Qualsiasi ingerenza da parte di chicchessia durante la preparazione e lo svolgimento del
referendum sarà considerato atto ostile;
6- Libertà immediata e senza condizioni per tutti i Veneti Patrioti.
Il rigetto di questo diritto legale del popolo Veneto, significa assumersene tutte le relative
responsabilità sul piano storico, politico e giuridico.
VENETO SERENISSIMO GOVERNO
La richiesta del Veneto Serenissimo Governo corrisponde agli accordi di Cormons e Vienna
(Referendum 1866) e sono all'interno dei legali diritti della Veneta Patria per la sua
Autodeterminazione.135
135 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 1.
231
INCONTRO CON I CORRIERI DIPLOMATICI A CORMONS
Il Veneto Serenissimo Governo ha riunito i propri corrieri diplomatici a Cormons per discutere
dell'attuale stato dei rapporti tra il Veneto Serenissimo Governo e i Governi interessati alla
trattativa per il rifacimento del Referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all'Italia.
Questo incontro è stato introdotto da un'ampia e articolata relazione sui rapporti diplomatici del
Veneto Serenissimo Governo da parte dell'Ambasciatore Plenipotenziario Valerio Serraglia.
L'Ufficio Affari Esteri del Veneto Serenissimo Governo ha messo a disposizione i documenti
attestanti la legittimità delle richieste del Veneto Serenissimo Governo riguardanti il rifacimento
del Referendum del 1866, tali documenti saranno fatti pervenire ai Governi di Francia, Austria e di
tutti gli Stati dell'area Mitteleuropea.
Alla conclusione della riunione il Vicepresidente del Veneto Serenissimo Governo Luca Peroni ha
letto il saluto del Presidente del Veneto Serenissimo Governo, il quale ha ringraziato e si è
dichiarato soddisfatto del lavoro fin qui svolto.
L'Ambasciatore Plenipotenziario Valerio Serraglia ringrazia tutti i governi, tutte le sedi
diplomatiche e tutte le organizzazioni internazionali che hanno collaborato per la ricerca della
documentazione inerente all'armistizio di Cormons e alla pace di Vienna del 1866.
Cormons, 17 agosto ’02
Per il Veneto Serenissimo Governo
L'Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia136
136 “Spirito Veneto”, 2002/2, p.4.
232
3-4 APRILE ’05: UN VOTO EPOCALE
Il voto del 3 e 4 aprile ’05 è stato un voto di importanza epocale. È vero che la Casa delle Libertà e
Berlusconi hanno perso, ma questa è una sconfitta che potrebbe essere tattica.
Chi ha subito una sconfitta strategica è stato il Presidente Ciampi in quanto, dopo anni e anni di
forzature sull’unità d’Italia, in queste elezioni si è visto che nella penisola esistono due entità
distinte: i territori della Repubblica Serenissima, e l’Italia. Nella Repubblica Serenissima c’è la
gente che lavora e suda per superare le difficoltà; nell’Italia dilagano l’assistenzialismo, lo
sfaldamento morale e materiale, e quant’altro, ed è questo marasma che si è messo alla direzione
oggettiva delle regioni.
Tutti i veneti devono prendere atto della realtà, e riunirsi per superare queste difficoltà. Solo così
riusciremo a restare agganciati alla mitteleuropea e ai nostri valori senza sprofondare nella miseria
e nel decadimento morale.
Siamo pronti a collaborare con Galan, se lui dimostrerà di non essere un Quisling ma un Kucan.
Chiediamo urgentemente un incontro con il Presidente Giancarlo Galan per studiare e approntare
l’iter per il rifacimento del referendum 1866 che unì illegalmente il Veneto all’Italia.
Veneti, i nostri sforzi devono servire alla nostra Patria ed essere d’esempio agli altri se vorranno
seguirci.
Venezia, 6 aprile ’05
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni137
137 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
233
L’ATTIVITA’ DELL’UFFICIO AFFARI ESTERI
(2000-2005) p. 235
241
242
242
244
246
247
248
249
250
252
253
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258
259
260
262
263
264
266
267
268
269
270
271
272
274
275
276
Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
Il Veneto Serenissimo Governo e la lotta al terrorismo:
- Lepanto: ieri, oggi e domani
- Morte delle ultime utopie
- Pacifismo e lotta per l’autodeterminazione
- Il V.S.G. e l’Afghanistan
- Kabul liberata!
- Il perché dell’11 settembre 2001
- Islam: gli insegnamenti della storia
- Mosca ottobre 2002: continua il terrorismo islamico
- L’islam e la cristianità
- La bandiera di San Marco a Forno di Zoldo
- Lepanto 1571 – Forno di Zoldo 2003: l’orgoglio Marciano continua
- Richiesta incontro al Ministro della difesa italiano
- Il Veneto e la Coalizione anti Saddam Hussein
- Intervista del 26/02/03 a Caterpillar (Radio 2) all’Ambasciatore del Veneto
Serenissimo Governo sulla Coalizione anti Saddam
- Lettera al governo Regionale Kurdo
- L’Irak è libero!
- Marco d’Aviano: Eroe della Serenissima
- A Padre Marco Patrono del Veneto Serenissimo Governo
- S.A.S. Carlo I d’Asburgo è stato proclamato Beato
- Intervento dell’Ambasciatore Plenipotenziario Valerio Serraglia al forum su
federalismo e autonomie di Benevento – 25/01/2003
- La Libia aggredisce l’Italia. Lettera aperta al Presidente Berlusconi e al
Ministro Martino
- Cordoglio e solidarietà al comando generale dell’arma dei carabinieri e allo
stato maggiore dell’esercito
- Spagna 11 marzo 2004: continua la battaglia di Lepanto
- Terza guerra mondiale
- 7 ottobre 1571
- Cordoglio al Popolo Russo per la strage di Beslan
- Intensifichiamo la lotta contro satana
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- L’esercito di leva, il Veneto e la lotta al Terrorismo
- L’Europa unita ha vinto la battaglia di Vienna
- Viktor Yushenko
- A proposito dei sequestri in Irak
- Il Veneto Serenissimo Governo chiede aiuto alla Madonna del Grappa
- Il Veneto Serenissimo Governo recita il Rosario a Cima Grappa
- Preghiamo tutti per il Conclave
- Preghiamo per Benedetto XVI
Il Veneto Serenissimo Governo e lo Stato d’Israele:
- Gli ebrei, il ghetto, Venezia
- Alla cortese attenzione del Primo Ministro d’Israele
- Alla cortese attenzione del Primo Ministro d’Israele
- Israele: Ehud Gol Ambasciatore a Roma
- Richiesta di Mediazione di Israele per la Veneta Nazione
- Risposta del Primo Ministro d’Israele Ariel Sharon
- Solidarietà allo Stato d’Israele
- All’Ambasciatore dello Stato d’Israele
- 55° anniversario della costituzione dello Stato d’Israele
- Solidarietà al Popolo e al Governo dello Stato d’Israele
- In Europa l’antisemitismo non è morto!
- Auguri di buon 2004 al Premier Sharon
- Anniversario della costituzione dello Stato d’Israele
- Il muro
- Sar-El
- È morto il terrorista Arafat
Rapporti tra Veneto Serenissimo Governo e gli Stati Uniti d’America dall’elezione di
George W. Bush nel 2000:
- Elezione di George W. Bush a Presidente degli Stati Uniti d’America
- Insediamento di George W. Bush come Presidente degli Stati Uniti d’America
- Solidarietà al popolo americano
- 226° anniversario dell'Indipendenza degli Stati Uniti d'America
- Auguri di buon 2004 al Presidente George W. Bush
- Saluti al Presidente Bush in visita in Europa
- Saluto al Presidente G.W. Bush in visita allo Stato Italiano
- Veneti votate per George W. Bush
- Elezioni USA 2004 – Lettera aperta del Veneto Serenissimo Governo al
Presidente George W. Bush
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INTRODUZIONE
I primi anni del nuovo secolo presentano i tratti di una forte instabilità globale, soprattutto
nel campo delle relazioni internazionali. Cinque sono gli eventi che hanno segnato la politica estera
del Veneto Serenissimo Governo dopo il Terzo Congresso del 15 maggio 1999: l’elezione di Putin
(26/03/2000) a presidente della Federazione Russa, l’elezione di Bush a presidente degli Stati Uniti
d’America, lo scoppio della seconda Intifada in Israele, l’elezione di Ariel Sharon nel febbraio
2001 e gli attentati dell’undici settembre 2001 a New York.
Questi avvenimenti internazionali non provocano un cambio di rotta nella politica estera
del Veneto Serenissimo Governo, ma rafforzano quanto si era già tracciato con la presa di
posizione durante la guerra in Kosovo del 1999.
Dopo la caduta del blocco comunista gli scenari geopolitici sono cambiati e il problema
primario, per il Veneto Serenissimo Governo, diviene il terrorismo internazionale (in modo
particolare quello di matrice islamica). La lotta per l’indipendenza del Veneto, secondo quanto
afferma il VSG, va di pari passo con la sconfitta del terrorismo e con una politica estera all’altezza
di ciò che avviene nel mondo.
Per lo staff dell’Ufficio Affari Esteri del Veneto Serenissimo Governo, sotto la guida di
Valerio Serraglia, la socialdemocrazia europea guidata dal Presidente Clinton, la cui presidenza è
durata dal gennaio 1993 al gennaio 2001, aveva posto le basi per la progressiva scomparsa delle
tradizioni e della cultura peculiare dell’occidente. Inoltre, il Veneto Serenissimo Governo
“denuncia l’oggettivo appoggio che gruppi di new global, terroristi di destra e di sinistra, settori
della socialdemocrazia, e l’antisionismo offrono all’internazionale terroristica islamica”. In questa
dichiarazione si evince che nulla divide l’antisionismo dall’antisemitismo, sono entrambi facce
della stessa medaglia che hanno l’obbiettivo di eliminare la cultura ebraica in ogni sua espressione
(sia come Stato sovrano che come Popolo che ha diritto alla sicurezza e alla sopravvivenza). Era
necessario, a livello mondiale, un forte cambio di rotta per evitare che la deriva degli anni 90 del
sistema internazionale fosse insanabile.
Il Veneto Serenissimo Governo appoggia fin da subito la candidatura di George W. Bush
quale Presidente degli USA; ritenendo che dopo ciò che era successo nei Balcani fosse divenuto
imprescindibile un cambio al vertice negli Stati Uniti.
Il Veneto Serenissimo Governo considera quali naturali alleati in questa lotta
antiterroristica gli USA dell’amministrazione Bush, e lo Stato d’Israele guidato dal Primo Ministro
Sharon. Questi alleati si aggiungono alla Russia (la cui forza politica viene rafforzata dall’elezione
di Putin a presidente); Federazione Russa con cui il Veneto Serenissimo Governo aveva già preso
contatto durante la guerra in Kosovo.
Con lo scoppio della seconda intifada, il Veneto Serenissimo Governo ravvisa il reale
rischio che Israele, quale prima linea della lotta al terrorismo islamico, soccomba. La lotta al
terrorismo diviene ora più che mai prioritaria. Ha così inizio uno sforzo diplomatico per sostenere
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la politica di autodifesa perpetrata da Israele. Il Veneto Serenissimo Governo trova nello Stato
d’Israele un interlocutore privilegiato, e da questo ha anche risposte in merito alla Causa Veneta.
Oltre che come avanguardia nella lotta al terrorismo, il Veneto Serenissimo Governo vede nello
Stato d’Israele un esempio da seguire nella propria lotta per l’autodeterminazione.
L’undici settembre 2001 segna la storia del mondo contemporaneo: il terrorismo islamico
attacca il cuore economico e militare dell’occidente (World Trade Center e Pentagono). Gli Stati
Uniti ritengono ora necessario colpire a fondo tutti gli “stati canaglia” e l’internazionale del terrore
con a capo Al Qaeda. Ha così inizio nell’ottobre 2001 l’operazione in Afghanistan, denominata
“Enduring Freedom”. Guerra che ha come obbiettivo primario la distruzione del regime talebano,
che aveva ormai l’intero controllo dell’Afghanistan. Per il rovesciamento del regime dei talebani
gli USA si appoggiano all’Alleanza del Nord afgana (la quale ebbe come leader indiscusso fino al
suo assassinio, pochi giorni prima dell’undici settembre, il comandante Massud –di etnia tagika),
che poi prenderà il nome di Fronte Unito. Il Veneto Serenissimo Governo è tra i primi ad
appoggiare l’azione degli USA, e la politica proposta da Bush di “difesa avanzata” e “guerra
preventiva” quale giusto modo di operare nei confronti dei terroristi. Immediatamente si apre un
canale diplomatico nei confronti del nascituro governo afgano sostenuto dal Fronte Unito, come
esempio di un governo di matrice islamica con cui l’occidente può dialogare. Il VSG scrivendo al
nascituro governo afgano “si mette a disposizione per una possibile soluzione negoziata del
conflitto”, proponendosi così come mediatore per una trattativa volta a stabilizzare la situazione
Afgana.
Nel 2002 ritorna ad essere obbiettivo del terrorismo islamico la Russia ed in modo
particolare Mosca; il Veneto Serenissimo Governo sostiene con fermezza l’azione e la reazione di
Putin, di fronte al proditorio attacco dei terroristi ceceni al Teatro di Mosca, affermando che “non
possiamo accettare di essere macellati quando, dove, come loro decidono”.
Il livello dello scontro con l’estremismo islamico aumenta in modo esponenziale di giorno
in giorno, e oltre ad azioni diplomatiche nei confronti di vari governi, il Veneto Serenissimo
Governo fa una disamina del percorso che dovrà intraprendere alla luce della storia della
Repubblica Serenissima e dei suoi rapporti con il mondo mediorientale. Questa analisi non può
sottrarsi alla dialettica della storia che ha coinvolto il mondo occidentale nel XIX e XX secolo, e su
“Spirito Veneto” vengono pubblicati diversi approfondimenti in merito.
Luoghi della memoria cardini, del Veneto Serenissimo Governo, divengono Famagosta e
Lepanto. Le battaglie qui combattute nel 1571 dalla Repubblica Veneta assumono una funzione
didattica su come bisogna comportarsi con l’espansionismo islamico: la dignità unita alla forza, la
spada che difende e legittima la diplomazia, il non arrendersi perché l’onore delle armi non è
concesso dall’islam, il trattare solo quando si ha vinto. Esempi a cui deve mirare un patriota Veneto
sono Marcantonio Bragadin (indomito difensore di Famagosta e martire della Serenissima) e
Sebastiano Venier (uno dei principali protagonisti della vittoria della flotta cristiana a Lepanto).
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Il Veneto Serenissimo Governo, nel dicembre 2002, prende, negli interessi del Popolo
Veneto, la decisione di instaurare un dialogo con il Ministero della Difesa Italiano per “discutere
delle minacce dell’integralismo islamico contro il Popolo Veneto e i simboli della sua storia,
cultura e tradizioni”. Una sterile e ostinata opposizione all’Italia, a fronte della deriva terroristica
islamica, sarebbe stata contro gli interessi Veneti. In alcuni momenti della storia per un governo
sono necessarie scelte dolorose, ma che servono a tutelare il Popolo che egli rappresenta. Ciò è
quello che fece il Veneto Serenissimo Governo; la lotta per l’autodeterminazione passava
momentaneamente in secondo piano, l’obbiettivo primario era la sicurezza del Proprio Popolo, e
per questo si poteva ora trovare un accordo transitorio con il governo italiano. Ma l’esperienza
storica insegnava che il governo italiano non era un interlocutore affidabile, era sempre possibile
trovarsi di fronte ad una nuova Caporetto o a un nuovo 8 settembre, quindi “in caso non siano prese
tutte le necessarie misure per arginare la minaccia terroristica islamica, si riterrà il Governo Italiano
responsabile di qualsiasi ferita inferta alla Veneta Patria”.
Il 22 febbraio 2003 il Veneto Serenissimo Governo aderisce (prima del governo italiano)
alla costituenda Coalizione anti Saddam Hussein (che inizierà le operazioni rovesciamento del
regime baathista dell’Irak il 20 marzo 2003), approvando un ordine del giorno in cui spiccano i
punti in cui si richiede “alla Coalizione la costituzione di una Brigata Combattente di Veneti, che
sotto le insegne di San Marco sia pronta a fare la propria parte nella lotta contro il dittatore
irakeno”; e “l’appello al Popolo Veneto alla vigilanza contro la quinta colonna del terrorismo
islamico, inoltre invita a denunciare senza indugio qualsiasi attività sospetta ai carabinieri”. Per
sconfiggere “l’asse del male” il Veneto Serenissimo Governo è ora disposto e pronto a passare
dalle parole ai fatti: propone la costituzione di una Brigata Combattente Veneta (prendendo spunto
da quanto già fece l’Agenzia Ebraica nella seconda guerra mondiale con la famosa Brigata Ebraica
che combatté tra le fila dell’esercito Inglese contro il Terzo Reich). All’interno delle istituzioni
italiane ed in particolare modo nei carabinieri si vede altresì un alleato cui fare riferimento. Tutti
questi atti pubblici fanno capire agli interlocutori internazionali l’attendibilità del Veneto
Serenissimo Governo e la sua affidabilità quale alleato. Il VSG non è un gruppo terroristico che ha
come unico obbiettivo lo schierarsi in antitesi e senza una linea precisa allo Stato occupante, ma è
un Governo, e come tale agisce, seguendo una propria linea di azione che ha come obbiettivo
ultimo l’indipendenza. Nel percorso della lotta al terrorismo è possibile che l’Italia sia in qualche
momento un alleato (la guerra in Irak ne è un esempio), le differenze di analisi in ogni caso
vengono sottolineate e i dubbi e le perplessità sull’agire italiano sono sempre manifestati agli alleati
della Coalizione. In tutta questa disamina viene sempre ricordato che la lotta al terrorismo rimane
in ogni modo inscindibile alla via che porterà all’autodeterminazione: non sarà possibile nessun
tipo di libertà in un mondo non sicuro.
L’aspetto religioso di difesa della cristianità e della cultura occidentale diviene di primaria
importanza. Il Veneto Serenissimo Governo produce attente analisi su quale sia l’operare della
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Chiesa nell’attuale situazione politica internazionale. Le preoccupazioni sono crescenti e le prese di
posizione sempre più decise: “Se la chiesa non farà niente per difendersi starà al popolo e a chi si
riconosce nei principi del cristianesimo fare quanto è nelle proprie possibilità per riportare questa
millenaria istituzione nei binari della dottrina cristiana”. La ricerca di modelli cristiani a cui
ispirarsi porta a Padre Marco d’Aviano, veneto valoroso, che attraverso il predicare il messaggio
del Vangelo, si prodigò per la salvezza dell’Europa dall’espansionismo islamico. Il Veneto
Serenissimo Governo decide solennemente il 13 agosto 2003 di proclamare proprio patrono Marco
d’Aviano (nominato beato il 27 aprile 2003), e quindi di affidarsi al suo esempio di cristiano per il
proprio agire. Si evidenzia il ruolo di Beato Marco d’Aviano durante l’eroica Battaglia di Vienna
(1683), che divenne un altro luogo simbolo della lotta per la salvezza della cristianità. Anche la
proclamazione a Beato di Carlo I d’Asburgo viene vista come altro tassello della lotta tra il bene e
il male presente in tutta la società, e anche nelle gerarchie vaticane.
Oltre a modelli passati vengono elaborate nuove teorie e osservazioni, che vedono in
Ronald Regan e Bush padre e figlio coloro che hanno inserito la loro lotta nella scia di Marcantonio
Bragadin e di Beato Marco d’Aviano. La guerra contro “l’internazionale del terrore” assume
sempre più caratteri apocalittici: i massacri accaduti a Madrid e a Beslan, in Ossezia del Nord,
fanno stringere ulteriormente il Veneto Serenissimo Governo al fianco di chi è in prima linea nella
guerra contro il male globale del terrorismo, auspicando “una vasta alleanza tra gli USA, la
Federazione Russa e Israele per coordinare gli sforzi per scovare questi criminali ed eliminarli”.
Al di là dei forti dubbi rispetto all’azione italiana all’interno della Coalizione, il Veneto
Serenissimo Governo riconosce il sacrificio dei caduti italiani a Nassirya e “questi eroi si collocano
sull'esempio del grande comandante della Veneta Serenissima Repubblica Marcantonio Bragadin, e
devono essere additati ad esempio da seguire”. A fronte di questa presa di posizione il Comando
Generale dell’Arma dei Carabinieri “ringrazia per le espressioni di solidarietà e vicinanza che ha
voluto manifestare”; questo è un nuovo punto molto importante per la politica del Veneto
Serenissimo Governo che ufficializza la vicinanza dei militari dell’Arma (i vecchi rancori scaturiti
dall’azione del 9 maggio 1997, in cui furono proprio i carabinieri a metter fine alla liberazione di
Piazza San Marco, sono ormai accantonati).
La terza guerra mondiale per il Veneto Serenissimo Governo è scoppiata, non è una guerra
a bassa intensità né una guerra fredda, bensì una guerra globale che vede contrapposti due modi di
concepire il mondo e la società: 1- il modello occidentale; 2- il fondamentalismo islamico. “Le
ultime battaglie della terza guerra mondiale (Israele, Torri Gemelle, Cecenia, Bosnia, Afghanistan,
Iraq, Bali, Madrid, Kosovo) hanno reso evidente a tutti che la situazione ha raggiunto una gravità
senza precedenti ed è completamente fuori controllo”. I nemici non sono solo coloro che si fanno
esplodere o tagliano teste, “la lotta al terrorismo islamico deve essere integrata alla lotta contro la
socialdemocrazia e i vari pacifismi, i quali sono sempre stati oggettivamente la quinta colonna dei
guerrafondai di ogni risma e tempo”. Ecco che il Veneto Serenissimo Governo smaschera quali a
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suo vedere sono i pericoli velati o dichiarati dell’occidente. Il pacifismo non porta a niente, se non
a rafforzare chi usa il terrore come arma e modello di società.
All’interno del mondo occidentale vengono individuati elementi ostili, denominati le
“quinte colonne dell’internazionale islamica”. Il pericolo maggiore è indicato nei governi europei
sostenuti dalla socialdemocrazia europea e dal “neogiacobinismo” (Francia), da cui emergono forti
elementi di antisemitismo e di fattivo sostegno al terrorismo islamico (la Francia, con il suo
appoggio ad Arafat e ad Hamas ne è considerato un esempio). Oltre agli Stati, viene sempre più
sottolineato il deviazionismo rispetto alla tradizione cristiana di alcuni circoli vaticani. Questi sono
ormai pronti a cedere su tutta la linea nei confronti dell’estremismo islamico: appoggio alla causa
palestinese in contrasto allo stato d’Israele; incontro tra il Papa e Tarek Aziz poche settimane prima
della guerra in Irak; sponsorizzazione del pacifismo ad ogni costo.
Altro avvenimento che allarma il Veneto Serenissimo Governo è l’elezione di Yushenko a
Presidente dell’Ucraina; questo avvenimento è sintomo di quanto l’Unione Europea sta facendo per
“accerchiare” la Russia e isolarla nella sua lotta contro il terrorismo. Quest’elezione è anche frutto
della già affermata politica antisemita latente nell’Unione Europea e dei contatti di Yushenko “con
alcuni gruppi antisemiti che sostengono che l’unico modo per avvicinare l’Ucraina ai modelli
occidentali di democrazia è scacciare tutti gli ebrei dal nostro paese”.
Per una difesa preventiva, contro il terrorismo di matrice islamica, il Veneto Serenissimo
Governo scrive ripetutamente al governo italiano, che in quanto governo occupante deve tutelare il
Veneto da ogni forma di minaccia esterna non solo palese ma anche mascherata da dramma
umanitario (l’emigrazione di clandestini dalla Libia all’Italia nel 2003 ne è un esempio); e richiede
che l’Italia lasci il passo se non è in grado di difendere quelle “terre che ritiene proprie”. Diviene
opportuno in un articolo di ricerca all’interno di “Spirito Veneto”, prendere in considerazione quale
sia un valido modello di difesa integrata per il Veneto: un sistema di difesa che, alla luce della
precaria situazione internazionale, non sia in antitesi all’esercito italiano. L’esercito, come lo vede
il Veneto Serenissimo Governo, deve essere strutturato attraverso “un servizio di leva obbligatoria
sia maschile che femminile con funzioni di difesa territoriale”. Solo un esercito legato al Popolo
potrà essere efficiente nella difesa territoriale. Un esercito di soli professionisti è un esercito che
prevede una politica di impero e non di autodifesa, e ciò è incompatibile con la politica esercitata
dal Veneto Serenissimo Governo: la guerra al terrorismo è una guerra di autodifesa. Quindi due
livelli di difesa e di esercito: difesa territoriale in mano all’esercito di leva, e difesa avanzata attuata
da reparti di militari professionisti.
Il Veneto Serenissimo Governo propone, a chi è interessato ad aiutare in prima linea coloro
che combattono, di prestare servizio nell’associazione Sar-El in Israele, come hanno già fatto
“migliaia di volontari di tutto il mondo che soggiornano per 2 – 3 settimane nelle basi delle Forze
di Difesa Israeliane (IDF). Piegano paracaduti, oliano fucili, lavano pentole, aiutano in cucina e
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alleggeriscono i compiti dei soldati israeliani”. Tutto ciò per evitare che ci sia un isolamento nei
confronti di chi tenta di sopravvivere ed autodifendersi dal terrorismo.
Quindi la politica estera del Veneto Serenissimo Governo dal 2000 fino ad oggi (2005) è
tutta finalizzata al contrasto e all’annientamento del terrorismo; l’Ufficio Affari Esteri sotto la
guida del Segretario Generale agli Affari Esteri (Ambasciatore Plenipotenziario) Valerio Serraglia
è l’organismo che pianifica e rende operativa la linea governativa in politica estera. Grazie alla sua
dedizione e all’analisi scientifica della realtà storica, il Veneto Serenissimo Governo riesce ad
ottenere i primi riconoscimenti internazionali sia formali che informali (quest’ultimi non possono
essere resi pubblici a causa della delicatezza delle tematiche affrontate). L’agire in Politica Estera
emerge dal fatto che nessun movimento di liberazione può prescindere nella propria azione dagli
avvenimenti internazionali. Tanto meno un governo che meriti l’appellativo di portavoce della
resistenza popolare marciana può ignorare la geopolitica internazionale.
241
NOTA AI TESTI
Dei documenti e informazioni che si presentano in questa sezione me ne è stato concesso l’uso dal
Veneto Serenissimo Governo, attingendo documentazione sia pubblica che riservata dall’archivio
storico del Veneto Serenissimo Governo (sezioni Ufficio di Presidenza e Ufficio Affari Esteri)
messo a mia disposizione dal Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo Andrea Viviani; dai
numeri di “Spirito Veneto” (organo Ufficiale del Veneto Serenissimo Governo, con recapito c.p. 64
- 36022- Cassola –VI); e dalle informazioni presenti nel sito internet del VSG
www.serenissimogoverno.org .
242
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO E LA LOTTA AL TERRORISMO
LEPANTO: IERI, OGGI, DOMANI.
7 Ottobre 1571 la Serenissima, facente parte della Lega Santa, mette a segno uno dei colpi più duri
nei confronti del Turco. Oggi il 9 ottobre 1999, a 428 anni da quell’epico giorno, il Veneto
Serenissimo Governo insieme ai Veneti tutti ricorda ogni caduto di quella immensa battaglia. Il
futuro che attende l’Europa ha i contorni assai cupi, e sembra rendere vani i sacrifici fatti dalla
flotta cristiana in quel lontano XVI secolo. Cosa ha significato Lepanto per la cristianità e per
l’Europa tutta: ha significato impedire ai Turchi di diventare l’unica potenza egemone del
Mediterraneo e opporsi alla diffusione della cultura islamica in tutta l’Europa. Ciò che scrivo
sembrerà da nostalgici o forse al di fuori della nostra realtà quotidiana, ma il problema che nel 1571
trovò soluzione, oggi si ripropone prepotentemente: che fare di fronte al crescente appiattimento
della nostra cultura ed al continuo assorbimento di tradizioni e modi di pensare estranei alla nostra
terra? Lepanto non fu soltanto una battaglia-simbolo, ma anche lo scontro che decise la storia
futura di due culture profondamente diverse e incapaci di convivere pacificamente: come già detto
fu una battaglia per la supremazia sul Mediterraneo, dopo la quale l’impero turco avrebbe
conosciuto una lenta e secolare crisi che si sarebbe conclusa nel 1918 con la sua definitiva
scomparsa geografica, perché tutt’oggi è presente un impero islamico sotterraneo che sta tentando
di riprendere gli antichi fasti. Se, al contrario, in quella sanguinosa giornata di ottobre gli Ottomani
avessero avuto ragione della Lega Santa, i Turchi avrebbero potuto attuare il progetto di costruire
un Impero unitario ed organizzato anziché degli stati divisi da odi dinastici. Una tale sciagura
avrebbe portato ad un blocco del commercio ed a un conseguente rapido indebolimento
dell’Impero, legato alla Spagna (anch’essa facente parte della Lega Santa) dalla comune dinastia
asburgica, e di fatto dipendente da essa. La superstite Francia assieme ai principi luterani non
avrebbe saputo reggere l’urto islamico sostituendosi alle potenze mediterranee della Serenissima e
della Spagna nella difesa dell’Europa. L’intera storia europea ne avrebbe subito delle conseguenze
per noi oggi assolutamente catastrofiche e difficilmente immaginabili.
Recenti fatti a livello internazionale dimostrano che è in atto un tentativo di omogeneizzare le
tradizioni e le culture dei vari popoli dell’Europa. I recenti conflitti nei balcani hanno mostrato il
lato più cruento di questo tentativo di rendere suddita la nostra terra ad altre tradizioni, tutto ciò è
stato momentaneamente arginato dalla Croazia e dalla Repubblica Federativa di Jugoslavia che si
sono erte a diga nei confronti del pericolo mussulmano.
La manovra che sta attuando il mondo islamico pilotato dal capitale imperialistico e neo
colonialistico è di accerchiamento del Continente Europeo. L’imperialismo non è promotore di
cultura e civiltà, ma attraverso la globalizzazione tenta di distruggere chi ha delle tradizioni
millenarie alle spalle. Clinton e gli ascari della “socialdemocrazia” europea stanno dimostrando con
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i fatti come l’imperialismo cerca di manovrare le fila del mondo, e queste non sono semplici
congetture ma comportamenti reali:
- l’intervento nel conflitto Balcani solo in aiuto dei mussulmani di Bosnia,
- l’appoggio dato in Afganistan ai Talebani (gli studenti integralisti islamici),
- l’aggressione nei confronti della Repubblica Federativa di Jugoslavia e l’appoggio ai terroristi
islamici dell’UCK per instaurare una nazione islamica in Europa,
- il sostegno ai Ceceni che stanno tentando di formare delle dittature islamiche nel Caucaso,
- e non per ultimo l’aiuto e le sovvenzioni date alla Turchia, loro baluardo islamico nel
Mediterraneo, che hanno fatto entrare nella NATO ed ora cercano di farlo entrare nel Unione
Europea come elemento destabilizzante all’interno del Vecchio Continente.
Tutto questi fatti sono poco pubblicizzati perché l’egemonia economico–militare del central
imperialismo fa diventare tutti i governi europei muti e complici, l’Europa dei banchieri, delle
multinazionali, dei monopoli stando ai fatti odierni renderà il nostro continente uno stato vassallo e
di conseguenza impotente. Le recenti catastrofi naturali (i terremoti) che hanno colpito la Grecia,
eterno baluardo anti Ottomano, e la Turchia sono l’ulteriore prova che ogni pretesto anche il più
drammatico è utilizzabile per destabilizzare l’Europa. Si è arrivati a parlare di diplomazia dei
terremoti: utilizzando la solidarietà tra due stati come grimaldello per indebolire la repubblica
ellenica volendo farla debitrice della Turchia. Difatti la Grecia è ormai l’ultimo scudo che
impedisce alla Turchia di entrare nell’Unione Europea.
Che fare? Questa è la domanda che ci si pone di fronte a questo tragico panorama internazionale. I
popoli d’Europa, le sue etnie, le sue molteplici e millenarie culture devono trovare quella unità
d’intenti che ci ha fatto comunque sopravvivere a immani catastrofi. Il Veneto Serenissimo
Governo è impegnato su questa strada è farà quanto è nelle sue possibilità per stabilire vincoli di
amicizia e di solidarietà con tutti quei popoli che ci sono vicini per cultura e tradizioni storiche.
Demetrio Serraglia138
138 “Spirito Veneto”, 2000, p. 2.
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MORTE DELLE ULTIME UTOPIE
I tremendi e vili attentati portati nel territorio Americano da forze terroristiche che si richiamano
alla guerra santa Islamica, hanno provocato migliaia di vittime, alle quali va tutta la nostra più
totale e incondizionata solidarietà. Questi sono purtroppo, in ordine di tempo, gli ultimi morti
innocenti dei milioni e milioni di caduti in nome delle utopie formulate dall'uomo dopo la
rivoluzione Francese. Dal 1800 a oggi il mondo è passato attraverso un susseguirsi di guerre
d'aggressione continue nel tentativo di affermare la "dittatura democratica" dei pochi sui tanti. E
allora avanti come impazziti con le ultime utopie: "il governo mondiale", il nuovo ordine mondiale,
il globalismo di pochi imposto a tanti e l'antiglobalismo che poi sono le facce della stessa medaglia;
l'omologazione dei popoli e lo scardinare la loro storia, cultura e civiltà; la società multietnica e
multiconfessionale; un unico modello di sviluppo; il futuro già stabilito e via delirando. Di colpo
tutte queste "certezze granitiche" sono state spazzate via in un attimo. Adesso i popoli da dove
queste utopie erano partite, costretti dai loro governi ad accettare queste verità per meglio
controllarli, sono disorientati, impauriti e incapaci, aldilà di qualche gesto inconsulto nel loro
sempre più precario "benessere", di una reazione motivata e ragionata, perché deviati dai veri valori
e privati della loro identità storico religiosa culturale da modelli di comportamento collettivi fini a
se stessi e improntati sul nulla. Migliaia e migliaia di anni di storia, cultura, tradizioni, civiltà e
sentimenti religiosi per centinaia e centinaia di milioni di uomini, anche se profondamente diversi
da noi, non potevano essere compressi o distrutti da "certezze fasulle" formulate da pochi in questi
ultimi decenni. Adesso siamo costretti a fare i conti con realtà terribili ma che erano ben conosciute
da tutti, e nel bene o nel male appartengono al grande disegno della storia e nessuno piccolo-grande
gigante si può sottrarre ad esso. In questi momenti tutta l'Europa occidentale e in particolare l'Italia,
per non aver voluto capire questa realtà, vaneggia, aldilà di una falsa immagine di ostentata
sicurezza, per puri fini di politica interna. Si ritrova sguarnita non di armi, ne ha anche troppe, ma
perché ha rinnegato la sua identità e appartenenza nei veri valori della nostra civiltà per rifugiarsi in
queste tragiche utopie materialistiche e demagogiche. Da anni, voci come anche quella del Veneto
Serenissimo Governo invitano a cambiare rotta e a guardare alle esperienze storiche dei popoli.
Quello che va bene per noi non è detto che vada automaticamente bene per gli altri, quello che per
noi è sbagliato per gli altri può essere giusto e viceversa ecc…
Il Veneto come Nazione indipendente con la sua plurimillenaria Repubblica Serenissima ha
affrontato per secoli il problema Islam sia con la spada, nei momenti più drammatici (vedi
Famagosta, Lepanto, Candia per citare i fatti d'arme tra i più grandi e famosi), ma soprattutto con la
grandissima capacità politico diplomatica di capire e comprendere realtà e popoli tanto diversi da
noi e trovare il modo di collaborare senza voler imporre il proprio modello di sviluppo e di società.
Questa è l'unica strada chiara che si può percorrere, facendo capire che i valori di fondo su cui si
basa la nostra civiltà non sono in discussione né si possono annacquare per miserabili calcoli
politico economici e lo stesso vale per loro.
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Adesso il nostro popolo, il suo territorio e il suo patrimonio storico, artistico, culturale si trovano
ancora una volta in grave pericolo e sono subordinati, loro malgrado, alle decisioni del Governo
italiano indeciso su tutto, che oscilla tra velleitari quanto pericolosi proclami di guerra e precipitose
ritirate. Il Governo italiano cerca con la tragedia Americana di coprire tutte le sue manchevolezze e
dare un'ulteriore sterzata ultra-central-colonialista (qui il presidente Ciampi è un campione di
retorica patriottarda tricolore), e far dimenticare tutte le promesse fasulle fatte in campagna
elettorale: guadagni facili, ripresa economica come negli anni '60, sicurezza dei cittadini. A questo
proposito le aggressioni criminali alla gente continuano a pieno ritmo e ormai la popolazione è
costretta a vivere come fosse in galera e nel terrore: grazie alle politiche dei governi italiani
sull'immigrazione per accontentare una lobby industriale fallita e incapace di tenere il mercato, ma
soprattutto capace di distruggere il tessuto sociale Veneto e la nostra identità, diffondendo
insicurezza, provocando elementi artificiali di razzismo e dividendo ancora una volta i Veneti. In
una parola impedendogli di prendere coscienza del loro passato e dei loro diritti di popolo
millenario e sfruttando così il nostro lavoro e le nostre risorse al fine di continuare a tenere in vita
questo stato artificiale. Lo scriteriato disegno adesso si scontra con una realtà imprevista: la guerra,
e ci domandiamo se la crisi dovesse aumentare cosa farà il governo italiano con il milione e mezzo
circa di arabo-mussulmani e le decine di migliaia di mussulmani Balcanici presenti nel territorio
italiano, li rinchiuderà tutti in campi di detenzione come fece l'America con i Giapponesi e gli
italiani dopo la dichiarazione di guerra fatta all'unione Americana dall'impero del sol Levante e
dall'italietta fascista? Come se non bastasse si aggiunge la solita manovra finanziaria camuffata con
la scusa delle nuove necessità per la difesa. Ma ciò che più è grave, e a moltissimi Veneti è sfuggito
dietro i proclami di unità compattezza ecc., si è cominciato in sordina attraverso giornali amici del
governo a preparare la via di fuga per il nuovo "8 settembre". Questa volta non ci sarà un altro 8
settembre, ancora a danno del nostro popolo e della nostra patria. In questo momento così
drammatico il Veneto Serenissimo Governo invita tutto il Popolo Veneto a stringersi attorno al
sacro vessillo Marciano, agli immortali eroi Veneti che seppero con il loro sacrificio preservare la
libertà del nostro Veneto per secoli e secoli da minacce mille volte più grandi di quelle odierne.
Credere e seguire questo Stato che in 135 anni di esistenza non ha saputo che portare nel Veneto
lutti, fame, emigrazioni, guerre, divisioni, criminalità, degrado, corruzione, disordine vuol dire in
questo momento essere corresponsabili di quello che potrà accadere alla nostra patria e alla nostra
gente e attenuanti per i colpevoli non ce ne potranno essere.
Il Veneto Serenissimo Governo e i patrioti che lo sostengono faranno tutto il possibile per
difendere la nostra terra e i nostri inestimabili valori storico culturali, uniamoci nella lotta per la
libertà e la salvezza del nostro Veneto, dimostriamo al mondo intero che il popolo Veneto esiste
ancora.
Veneto Serenissimo Governo139
139 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 1.
246
PACIFISMO E LOTTA PER L’AUTODETERMINAZIONE
Affrontare il tema del pacifismo è importante e delicato in quanto è facile essere fraintesi, ciò
nonostante va esaminato e chiarito senza paura e timore. Il pacifismo nella sua essenza sia
contemporanea sia passata è sempre stata una dottrina reazionaria e conservatrice. I Popoli e le
Nazioni che lottano per la loro autodeterminazione devono rigettare questa dottrina, la quale tende
a propugnare lo status quo, in sintesi gli oppressori central- colonialisti dovrebbero restare in una
posizione predominante e i Popoli sempre sottomessi. Se andiamo a esaminare il variegato mondo
del pacifismo e gli ultimi eclatanti fatti (Genova ed Afghanistan) si confermano tutti i nostri
sospetti. Io ritengo che i G8 e gli anti G8 siano due facce della stessa medaglia, i G8 hanno la
necessità che gli anti G8 controllino la potenzialità rivoluzionaria e la stessa venga indirizzata in
una lotta senza prospettive, e nello stesso tempo rinforzi il prestigio dei regimi central-colonialisti.
Dopo Genova il governo Berlusconi si è rafforzato. Nel contempo l’enorme potenzialità del Popolo
per un radicale cambiamento è venuta meno, a questo ci ha pensato il poker Agnoletto-Bertinotti-
Casarini-Don Vitaliano (prezzolati del regime). Non è un caso che gli anti G8 siano stati finanziati
con circa 3 miliardi da Berlusconi e si sia inoltre permesso di mettere a ferro e fuoco Genova con
distruzioni per decine di miliardi. Non va mai dimenticato che al processo contro i Patrioti del
Veneto Serenissimo Governo il comune di Venezia aveva chiesto 164 milioni per danni (rottura di
una serratura della porta del campanile), la giustizia italiana ha inoltre inferto decine di anni di
carcere ai nostri Patrioti e una raffica di perquisizioni. È giusto che questo sia avvenuto in quanto
crea una netta linea di demarcazione tra la spazatura politica Agnoletto-Bertinotti-Casarini-Don
Vitaliano- ecc. e i veri Patrioti che lottano per la libertà della Veneta Patria e per
l’autodeterminazione dei Popoli. È bene ricordare che Casarini durante il processo di Mestre ha
organizzato una proditoria aggressione contro i Patrioti lì presenti senza che la magistratura italiana
avesse nulla da ridire. Lo stesso pacifismo dopo i fatti dell’11 settembre ha significatamene tentato
di disarmare e controllare le masse popolari mutuando il detto “occhio per occhio rende l’uomo
cieco”. Questa teoria è stupida, sciocca e antistorica per le ragioni sopra elencate, mentre come
disse il Professor Miglio la secessione e la resistenza sono diritti e doveri di ogni Popolo degno di
questo nome. Nella storia della Veneta Serenissima Repubblica, alla quale si deve sempre fare
riferimento per comprendere il nostro futuro, si trova la risposta anche a questo dilemma: la Veneta
Serenissima Repubblica ha sempre utilizzato la spada e la diplomazia. La diplomazia se non è
difesa dalla spada è un parlare alla luna, un vaneggiare senza speranze, un illudere la gente, e in
definitiva essere corresponsabili dell’oppressione. Il Popolo e i Patrioti devono reagire colpo su
colpo a qualsiasi ingiustificato atto di sopruso. A Lepanto così come a Famagosta bisognava usare
la spada e la si è usata giustamente. Quando si devono cacciare i mercati dal tempio la frusta è
salutare. La pace è un bene che va salvaguardato dalla diplomazia e difeso dal Popolo in armi.
Valerio Serraglia Ambasciatore del Veneto Serenissimo Governo140
140 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 6.
247
IL V.S.G. E L’AFGHANISTAN
Al Comandante generale Mohammed Fahim
Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica esprime il profondo cordoglio per la morte del Leone del Panshir, Ahmed
Shah Massud, grande patriota e combattente per la libertà del proprio Popolo.
Il Veneto Serenissimo Governo nel contempo esprime il sentimento di lutto del Popolo Veneto per
i morti e le immani sofferenze dei Popoli Afghani in questo grave momento della loro storia.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene che i problemi interni all'Afghanistan devono essere risolti
senza interferenze esterne, attraverso un confronto tra tutte le forze interne al Paese.
Il Veneto Serenissimo Governo si mette a disposizione per una possibile soluzione negoziata del
conflitto.
In attesa di possibili riscontri, a nome del Veneto Serenissimo Governo e miei personali saluto e
auguro un futuro diverso ai Popoli Afghani.
Lepanto, 9 ottobre ’01
Per il Veneto Serenissimo Governo
Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia141
141 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 6.
248
KABUL LIBERATA!
Al Comando Militare del Fronte Unito Afghano
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, si felicita con i Patrioti del Fronte Unito (Alleanza del Nord) per la
liberazione di Kabul.
Il Veneto Serenissimo Governo si auspica che i partiti delle diverse etnia costituenti l'Afghanistan
trovino autonomamente e senza ingerenze esterne il futuro assetto istituzionale dell'Afghanistan.
Gli Stati per evitare successivi conflitti interni devono garantire il libero arbitrio ad ogni Popolo al
loro interno; la forma istituzionale di modello confederale potrebbe essere una soluzione per
dirimere le controversie tra le diverse etnie.
Venezia, 13 novembre ’01
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L'Ambasciatore
Valerio Serraglia142
142 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 6.
249
IL PERCHÉ DELL'11 SETTEMBRE 2001
La lotta per l'indipendenza totale della Veneta Patria è giunta a una svolta decisiva. Le
contraddizioni internazionali sia sul piano politico sia su quello economico sono ad un livello mai
visto dal 1939. La crisi è di fronte a noi e si può vedere in tutta la sua drammaticità. Sul piano
economico la situazione delle borse è sull'orlo del tracollo. Questa al di là della normale dialettica
economica è determinata da una scientifica programmazione del mondo arabo, avente come
grimaldello "i petrodollari". Nel momento in cui il petrolio è un'arma spuntata e non più
utilizzabile, come era avvenuto nella guerra del kippur, e vista la disponibilità della Russia a
sostituire l'OPEC, esiste una programmata invasione islamica all'Europa usando come arma la
bomba demografica. I governanti europei sono troppo compromessi economicamente con i governi
arabi per essere un valido argine all'aggressione islamica. Quindi i popoli europei non possono che
cacciare i "loro" governanti, e costituire una nuova solida alleanza anti islamica, sull'esempio della
Lega Santa che nel 1571 a Lepanto salvò l'Europa dall'aggressione ottomana. È bene ricordare che
nel 1453 Maometto II conquistò Costantinopoli e con essa l'Impero Cristiano d'Oriente, i
mussulmani del 1521 si impadronirono di Belgrado, nel 1526 conquistarono l'Ungheria e nel 1529
arrivarono alle porte di Vienna. Per i Popoli europei non si tratta solo di salvare la propria storia,
cultura e civiltà. La lotta ha assunto caratteristiche diverse: è per la sopravvivenza. Il nostro dovere
è di fermarli. E qui ricordiamo cosa disse Giuda il Maccabeo: "E' meglio per noi morire in guerra
che assistere alla sventura del nostro popolo e del nostro santuario". Questo vasto fronte che si sta
delineando ha alla sua testa Israele; il Veneto Serenissimo Governo farà la sua parte senza reticenze
ed ambiguità. L'appoggio alla lotta dello Stato d'Israele è lo spartiacque tra chi lotta e chi si è già
arreso.
Veneto Serenissimo Governo143
143 “Spirito Veneto”, 2002/2, p. 1.
250
ISLAM: GLI INSEGNAMENTI DELLA STORIA
Un anno dopo l'11 Settembre, dopo infinite discussioni e trasmissioni televisive varie incentrate a
spiegarci che cosa sia il vero Islam, ci è parso giusto dire la nostra e vogliamo farlo non
accennando a qualche assurdo ideale razzista e nemmeno con lo squallido "liberismo" dei politici
che da troppo tempo ha invaso la mentalità della civiltà Europea. Facciamo parlare la storia:
naturalmente avendo alle spalle secoli di storia Veneta, dove la rivalità tra noi Cristiani e il mondo
Mussulmano in certi momenti ha avuto risvolti drammatici, crediamo giusto ricordare una delle
pagine più gloriose del nostro passato.
Nel 1570 l'isola di Cipro, possedimento Veneto nel Mediterraneo, è investita dall'armata turca che
vuole riprendere il controllo di quell'essenziale nodo strategico. Cadute Nicosia e Kyrenia, gli
assalitori puntano su Famagosta, protetta da un robusto sistema di fortificazioni e guidata
dall'inflessibile volontà del governatore Marcantonio Bragadin. La sproporzione delle forze in
campo è schiacciante: 250000 uomini contro solo 7000 difensori, ma la tenacia e l'assoluta fede del
governatore nelle istituzioni Venete fece sì che la vittoria dei Turchi risultò molto più difficile e
dispendiosa di quanto loro stessi avessero mai previsto. Dopo quasi un anno di assedio, con le
relative privazioni, quel coraggio e tenacia dimostrata da tutti gli ufficiali e abitanti dell'isola iniziò
a vacillare, alcuni comandanti cominciarono a pensare che forse era arrivato il momento di gettare
la spugna e arrendersi al nemico, sperando in un salvacondotto. Mentre il Governatore Bragadin
faceva il possibile per convincerli del contrario, e che non ci si poteva fidare dei Turchi, il Vice
comandante perugino Baglioni, tradendo la fiducia del Governatore e con l'avvallo del capo del
consiglio cittadino, iniziò a pendere contatti con il portavoce del Comandante Turco per firmare
una resa, e poter lasciare l'isola incolumi. Bragadin sapeva che se Venezia non era ancora
intervenuta in loro aiuto c'era sicuramente un buon motivo, ciò lo aveva scritto anche alla sua
famiglia dicendo che per nessun motivo dovevano dare la colpa delle sue sofferenze al Governo
Veneto, che sicuramente sapeva della gravità della situazione e avrebbe preso le scelte più
opportune. Infatti, Venezia ultimava gli ultimi preparativi per l'offensiva e stava convincendo gli
ultimi sovrani d'Europa a stringere un'alleanza contro l'espansionismo Islamico per bloccarlo una
volta per tutte. Intanto a Famagosta la situazione era disperata, i viveri erano ormai finiti e il morale
a pezzi, in queste circostanze per Bragadin fu impossibile resistere alle istanze dei suoi ufficiali e
della popolazione che chiedeva la resa, il comandante Turco dava la sua parola che se avessero
consegnato la città senza opporre resistenza avrebbe risparmiato loro la vita lasciandoli partire da
Cipro, e cosi dopo estenuanti insistenze Bragadin fu costretto ad arrendersi. Purtroppo la sua
malafede nei confronti dei Turchi non poteva essere più azzeccata, e quando i vincitori si accorsero
che della città e dei suoi averi non era rimasto più nulla, cominciarono a vendicarsi sulla
popolazione, gli ufficiali furono uccisi all'istante e per primo il vice comandante Baglioni secondo
la logica che chi tradisce una volta lo può fare una seconda. A Bragadin prima gli tagliarono le
orecchie e dopo giorni di indicibili sofferenze lo scuoiarono vivo facendolo morire il più
251
lentamente possibile. Il sacrificio di Bragadin però non fu vano: l'anno perso dai turchi nell'assedio
di Famagosta permise alla flotta Veneta e agli alleati Europei di prepararsi per la battaglia finale
che si svolse il 7 Ottobre 1571 a Lepanto e vide la schiacciante vittoria cristiana che portò molti
anni di pace tra il mondo occidentale e quello Mussulmano, e fu l'inizio del declino
dell'espansionismo islamico nel Mediterraneo.
La morale di tutto questo è che per chi manovra l'espansionismo Islamico noi siamo considerati
infedeli e come tali non meritiamo nessun rispetto, ricordiamo che nei paesi Mussulmani l'infedele
non ha alcun diritto nemmeno il diritto alla difesa nei loro tribunali, qualsiasi promessa loro ci
facciano, al momento opportuno, ne siate certi, non ci penseranno due volte a rimangiarsela e
scatenarci contro tutto l'odio di cui sono capaci. Per finire, rammentiamo che loro seguono una
legge fondamentale nella loro vita, quella della natura, e cioè che il più forte vince e il più debole
deve soccombere, dimostriamo di essere più forti e avremo qualche speranza, altrimenti il sacrificio
di Marcantonio Bragadin e di tanti altri nostri antenati, sarà servito a poco.
Andrea Viviani
Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo144
144 “Spirito Veneto”, 2002/2, p. 3.
252
MOSCA OTTOBRE ’02: CONTINUA IL TERRORISMO ISLAMICO
I tragici avvenimenti di Mosca sono il seguito del crimine terroristico delle Torri Gemelle, e di tutta
un’altra serie di attacchi dell’espansionismo islamico perpetrato contro il mondo non islamico.
Ormai è chiaro a tutti che la lotta non è solo sul controllo delle materie prime, ma anche e
soprattutto una lotta tra due concezioni del mondo. L’espansionismo islamico nulla ha a che vedere
con i diritti dei popoli all’autodeterminazione o alle contraddizioni tra i paesi del sud e del nord del
mondo, oppure con la “lotta di classe”.
Cosa centrano Bin Laden, gli sceicchi del petrolio, i padroni dell’Arabia Saudita e terroristi Ceceni,
l’UCK o Mindanao (Indonesia) o la Jahad, ecc, ecc… con il processo di armonizzazione a cui
aspirano milioni di persone, al di sopra del loro colore, religione o etnia?
Bisogna prendere coscienza che è in atto un’aggressione militare dell’Islam anche se in forma
nuova. Non possiamo accettare di essere macellati quando, dove, come loro decidono.
Il Veneto Serenissimo Governo si adopererà affinché si costituisca un largo fronte di Governi e di
Popoli in grado di fronteggiare e reagire a questo stato di guerra.
Il Veneto Serenissimo Governo è a fianco di tutti i Popoli in prima linea in questa lotta: Israele,
Federazione Russa, India, Eritrea, Repubblica Federativa di Jugoslavia, U.S.A., Macedonia.
Il Veneto Serenissimo Governo invita la NATO a fare autocritica per quanto perpetrato contro la
Repubblica Federativa di Jugoslavia e a ripristinare il suo diritto a difendersi dai terroristi
dell’UCK e dall’aggressione islamica nei Balcani.
Il Veneto Serenissimo Governo esprime tutta la sua solidarietà alle vittime dell’aggressione
Islamica a Mosca.
Il Veneto Serenissimo Governo nel contempo ringrazia il Presidente Putin per la fermezza e il
coraggio dimostrati nel risolvere questo grave atto di guerra.
Venezia, 27 ott. 02
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia145
145 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Sezione Ufficio Affari Esteri.
253
L’ISLAM E LA CRISTIANITÀ
Dobbiamo porci un interrogativo di fronte al dilagare dell'espansionismo islamico ritornato
prepotentemente all'attacco, e che di fatto l'occidente non sa controbattere adeguatamente: "come
contrastare questo pericolo mortale che minaccia tutte le persone libere?" Non è un anacronismo
affermare che c'è la necessità di una nuova crociata che blocchi per sempre gli stati islamici e i
movimenti fondamentalisti che come politica hanno l'espansionismo a danno dell'occidente
cristiano e la conversione forzata di chi non professa la fede del profeta. E' dovere di ogni uomo e
donna liberi lottare con qualsiasi mezzo contro la scellerata politica dell'espansionismo islamico, ed
è altresì un obbligo morale per i cristiani schierarsi a fianco dei cugini ebrei per la difesa dei luoghi
santi.
Non bisogna dimenticare che l'islam ha occupato tre dei cinque patriarcati originati dalla chiesa
(Alessandria, Antiochia, Costantinopoli), ne tiene uno sotto assedio (Gerusalemme), e il patriarcato
di Roma si sta autodisgregando: è dovere di ogni cristiano far sì che questi ritornino alle loro
antiche radici. Se la chiesa non farà niente per difendersi starà al popolo e a chi si riconosce nei
principi del cristianesimo fare quanto è nelle proprie possibilità per riportare questa millenaria
istituzione nei binari della dottrina cristiana. I segnali che provengono dalla Città del Vaticano sono
preoccupanti, sta a chi di dovere dimostrare che ciò che la Chiesa rappresenta non sarà venduto a
chicchessia.
Gli immigrati mandati nelle nostre terre sono la quinta colonna dell'espansionismo islamico, la
nuova arma è la bomba demografica usata per sovvertire il rapporto numerico all'interno delle
popolazioni occidentali, è necessario e vitale colpire quegli stati e organizzazioni che sono fautori
di questa politica. Sta ad ogni governo fare la propria parte per respingere l'invasione islamica e
difendere la propria gente, storia e tradizioni. I governi che non si muoveranno di fronte a questo
pericolo ne risponderanno alle proprie genti e davanti al tribunale della storia che nei suoi giudizi
non ammette appelli. Il Veneto Serenissimo Governo, seguendo le tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica di cui è l'unico erede e continuatore, farà quanto è nelle proprie possibilità
per contrastare l'aggressività islamica. Oggi come a Lepanto dobbiamo senza nessun tentennamento
difenderci da chi sta minacciando la nostra incolumità: l'espansionismo islamico.
Chi reprime la libertà del Popolo Veneto che da sempre è stato un baluardo a difesa della cristianità
e dell'Europa tutta, non può che essere un complice degli stati che sovvenzionano il terrorismo
quale avanguardia dell'espansionismo islamico. La rinascita della Veneta Serenissima Repubblica
non potrà che essere salutare al mondo occidentale. Non si può far finta di non vedere quale sia la
realtà dei fatti: l'occidente rischia di diventare una fortezza assediata come lo era Famagosta. Non
bisogna aver paura di affermare ciò che è vero, e che è alla luce del sole: questa è una guerra per la
sopravvivenza, o si vince o si perde. Ora sta a noi trarre le conseguenze e fare una scelta di campo,
non è più possibile tirarsi da parte e fare gli spettatori, oggi ogni persona è parte in causa, tutti
siamo coinvolti direttamente. Qualsiasi sarà la nostra scelta dobbiamo sapere che avrà conseguenze
254
per chi ci circonda e per i nostri figli. Non si potrà più dire: “non lo sapevo”, “non immaginavo”,
“era imprevedibile” ora si è stati avvisati.
Venezia, 30 novembre 2002
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni146
146 “Spirito Veneto”, 2003/1, p. 1.
255
LA BANDIERA DI SAN MARCO
A FORNO DI ZOLDO
Il 7 ottobre 2002 il Veneto Serenissimo Governo ha celebrato la Memoria della gloriosa Battaglia
di Lepanto rendendo omaggio ad una delle Bandiere militari che sventolò sulle navi vittoriose della
Serenissima.
Dopo lunghe ricerche si è trovata una labile traccia che portava a Forno di Zoldo: la Repubblica, in
segno di riconoscenza per il contributo dato dal popolo zoldano, donò questa Bandiera di Guerra la
quale, da allora, diventò simbolo identificativo di radici e cultura per gli abitanti della Valle.
Un breve ma significativo scritto di un ex sindaco di Forno di Zoldo riassume efficacemente la
storia del vessillo ed il suo significato per la popolazione della Valle:
“La gloriosa, sebben stracciata, bandiera che sventolò in ogni greppo ed in ogni gola in quel
fatidico 1848 e che come emblema di unione e di sacrificio stimolava i nostri a combattere fino
all'ultima stilla, esiste tuttora sebbene a brani ed a stento si discerne lo storico leone do San Marco.
Questa bandiera venne portata a sventolare a Lepanto nella battaglia che i Veneziani combatterono
contro i Turchi, dove la vittoria arrise agli armi Veneziani ed in ringraziamento della Vittoria
riportata venne istituita la festa della Madonna del Rosario.
Da Lepanto la bandiera venne portata qui da uno di Pra che si trovava ivi a combattere, ed era della
famiglia Pra Floriani. E la portò poi nelle processioni facendola sventolare come se fosse stato un
gonfalone, e cosi i suoi discendenti.
Ora è in municipio e viene portata nei funerali di qualche vecchio veterano.
Quando morì il Gonella di Baldi, invece di mettere il lenzuolo da morto sopra la cassa, misero la
bandiera. Venne sepolto con funerale civile poiché era ateo.
….per copia conforme.
Dozza, li 4 Maggio 1974”
Le brevi note riportate testimoniano l’amore del popolo per la Repubblica e l’identificarsi di essa
con le proprie radici.
Effettivamente, sia dall’analisi iconografica, confrontata con i testi marciani riportanti le icone dei
vessilli militari Serenissimi, che anche da un semplice e diretto esame del vessillo stesso, lo si può
far risalire al XVI°/XVII° secolo.
La bandiera a scacchi bianchi e blu, o rossi, venne effettivamente utilizzata quale vessillo militare
navale nella Flotta della Repubblica.
Il drappo in parola reca, seppur malamente ritoccato a mano in epoca tardiva (XIX° sec. ?) ancora
il Leone di San Marco in icona da guerra nel riquadro in alto a sinistra. Mentre nel riquadro in
basso a destra, dipinto dalla medesima mano dei ritocchi al Leone, trova posto il simbolo della Val
Zoldana: l’incudine e il ferro dei chiodi, dipinto probabilmente in occasione dei moti del 1848 e
della Repubblica di Manin.
256
Come Veneto Serenissimo Governo ringraziamo il Sindaco, il Vice Sindaco e la popolazione
zoldana tutta per l’ospitalità concessaci e per la disponibilità farci rendere omaggio alla Gloriosa
Bandiera ed ai Caduti Veneti per la causa della libertà delle nostre terre e per la difesa del Mondo
Cristiano.
vsgweb147
147 “Spirito Veneto”, 2003/1, p. 2.
257
LEPANTO 1571 – FORNO DI ZOLDO 2003
L’ORGOGLIO MARCIANO CONTINUA
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, annuncia che in data 11 ottobre 2003 alle ore 11.00 verrà celebrata, presso
il municipio del comune di Forno di Zoldo, una cerimonia pubblica per ricordare la Battaglia di
Lepanto, “il più grande evento che videro i secoli”.
La cerimonia si svolgerà presso la sala consiliare dove è gelosamente custodita una delle Bandiere
da Guerra della Flotta Veneta, che ha combattuto alla Battaglia di Lepanto nel 1571 per arginare
l’espansionismo islamico.
L’espansionismo islamico dopo l’11 settembre 2001 si è riproposto come problema che urge di
una soluzione stabile. È compito di ogni donna e uomo, oggi come allora, impegnarsi per la difesa
dei sacri valori che caratterizzano la civiltà veneta ed europea.
Il Veneto Serenissimo Governo è conscio dell’importante compito che la storia gli affida per la
salvezza delle millenarie tradizioni Venete, ed è convinto altresì che con la protezione di San
Marco e la determinazione del Popolo Veneto l’obbiettivo è raggiungibile.
Gli esempi di condotta per ogni Veneto che si consideri tale sono Sebastiano Venier che con
indomito coraggio guidò la flotta Veneta durante la Battaglia di Lepanto, Marcantonio Bragadin
che diede la vita per la difesa della Veneta Patria, e Beato Marco d’Aviano che con la sua guida
spirituale guidò gli eserciti cristiani nella difesa di Vienna e per la liberazione di Buda e Belgrado.
Venezia, 11 settembre ’03
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni148
148 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Sezione Ufficio di Presidenza.
258
RICHIESTA INCONTRO AL MINISTRO DELLA DIFESA ITALIANO
Alla cortese attenzione
del Ministro della Difesa
dott. Antonio Martino
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, chiede al dott. Antonio Martino, quale Ministro della Difesa del Governo
Italiano, un incontro per discutere delle minacce dell’integralismo islamico contro il Popolo Veneto
e i simboli della sua storia, cultura e tradizioni.
Il Veneto Serenissimo Governo in caso non siano prese tutte le necessarie misure per arginare la
minaccia terroristica islamica, riterrà il Governo Italiano responsabile di qualsiasi ferita inferta alla
Veneta Patria.
In attesa di un sollecito riscontro porgiamo distinti saluti.
Venezia, 13/12/02
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia149
149 “Spirito Veneto”, 2003/1, p. 4.
259
IL VENETO E LA COALIZIONE ANTI SADDAM HUSSEIN
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, di fronte alla prospettiva di una Coalizione militare-politica anti Saddam
ritiene inevitabile prendere una posizione senza tentennamenti e che non ammetta repliche.
Il pericolo rappresentato dal dittatore Saddam Hussein è reale sia per il suo popolo (e questo è
dimostrato dalle continue repressioni nei confronti dei Kurdi, degli Sciiti e di ogni oppositore
politico), e sia per la comunità internazionale data la continua presenza e fabbricazione sul suolo
irakeno di armi di distruzione di massa in palese violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
I capi pacifisti che vogliono la “pace” senza interessarsi delle conseguenze che essa causerà nei
popoli oppressi sono oggettivamente la quinta colonna del dittatore irakeno in occidente, questi
pacifisti, fautori dello status quo perenne, sono gli eredi delle manifestazioni per la pace che alcuni
scellerati fecero nel 1939 alla vigilia della seconda guerra mondiale. Ricordiamoci che Francia e
Inghilterra dichiararono una guerra preventiva alla Germania nel 1939 senza essere attaccate:
questa guerra fu sbagliata o fu addirittura tardiva? La diplomazia se non è difesa dalla spada è un
parlare alla luna, un vaneggiare senza speranze, un illudere la gente, e in definitiva essere
corresponsabili dell’oppressione, quindi chi non si schiera in maniera chiara e senza tentennamenti
contro Saddam Hussein diventa complice dei massacri che esso continua fare e che farà se non
deposto immediatamente.
Il Veneto Serenissimo Governo fedele alla propria storia e tradizioni non ha dubbio sul fatto che le
necessità storiche gli impongono:
Di schierarsi al fianco della coalizione anti Saddam, oggi come a Lepanto e a
Famagosta è giusto usare la spada.
Di chiamare tutta la Veneta Nazione a sostenere la Coalizione anti Saddam, inoltre si
dichiara pronto a compiere il proprio dovere all’interno della Coalizione.
Di richiedere alla Coalizione la costituzione di una Brigata Combattente di Veneti che
sotto le insegne di San Marco sia pronta a fare la propria parte nella lotta contro il
dittatore irakeno.
Di fare appello al Popolo Veneto alla vigilanza contro la quinta colonna del terrorismo
islamico, inoltre invita a denunciare senza indugio qualsiasi attività sospetta ai
carabinieri.
Venezia, 22 febbraio ’03 Veneto Serenissimo Governo150
150 “Spirito Veneto”, 2003/2, p. 1.
260
INTERVISTA DEL 26/02/03 A CATERPILLAR (RADIO 2)
ALL’AMBASCIATORE DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
SULLA COALIZIONE ANTI SADDAM
Ieri abbiamo accennato a una posizione molto precisa sulla guerra: di totale adesione alla
coalizione anti Saddam, generata anch’essa dal grande nord di questo paese. Oggi, allora siamo
in grado di collegarci con l’Ambasciatore del Veneto Serenissimo Governo il signor Valerio
Serraglia, che ieri ha detto si faccia una brigata di Veneti che vadano a combattere in Irak.
Ambasciatore buona sera, come sta? Tutto bene? Tanto per capire Ambasciatore del Serenissimo
Governo?
Ambasciatore del Veneto Serenissimo Governo III Congresso.
Che vuol dire, grosso modo?
Vuol dire che noi ci siamo costituiti nel Veneto Serenissimo Governo e lottiamo per
l’autodeterminazione della Veneta Patria.
E un pezzetto del vostro movimento, ci faccia ricostruire, sono alcuni dei serenissimi che
assalirono il campanile di San Marco nel ’98?
Qualcuno sì, fece parte di chi prese il campanile nel 1997.
Ambasciatore lei dice che non solo che la guerra a Saddam bisogna farla ma dice anche i Veneti
diano il loro contributo.
Se andiamo ad esaminare sul piano storico la Veneta Serenissima Repubblica è caduta quando,
invece di allearsi nella grande coalizione anti Napoleone, ha mantenuto la neutralità. La neutralità
non ha mai pagato e ha sempre portato a immani catastrofi.
Lei dice come è successo nella battaglia di Famagosta?
No, stiamo parlando del 1797.
Ma veniamo alla situazione concreta: bisogna costituire una brigata combattente di Veneti, la
stiamo già facendo Ambasciatore?
Abbiamo chiesto alla coalizione, come è scritto nel nostro memorandum, la costituzione di una
brigata combattente. D'altronde non diciamo niente di nuovo, ma ci ispiriamo alla brigata ebraica
che ha combattuto nelle fila dell’esercito Inglese contro il Nazismo.
Lei ha fatto una richiesta a chi? Alla Casa Bianca?
Il Veneto Serenissimo Governo ha fatto una richiesta alle forze che compongono la Coalizione anti
Saddam.
Quindi ha inoltrato la richiesta a Bush, a Blair?
A Bush, a Blair, ad Aznar, alla Polonia, ecc., ecc.
Ci sono risposte per il momento ambasciatore Serraglia?
Noi abbiamo attivato i nostri canali, stiamo aspettando delle risposte, le cose saranno più chiare nel
proseguo della lotta anti Saddam. L’evoluzione dei fatti porterà a grandi sconvolgimenti, per noi si
sta chiudendo il periodo storico aperto dalla rivoluzione giacobina.
261
Il Popolo Veneto secondo voi come sta reagendo alla vostra proposta? Avrebbe voglia di andare a
combattere nel deserto tra Kuwait e Irak?
Questo non lo so, dobbiamo verificare. Posso soltanto dire che abbiamo ricevuto e-mail, e sono
tutte favorevoli, non solo, ma abbiamo ricevuto (questo ci fa particolarmente piacere) l’appoggio
totale di organizzazioni della diaspora Veneta: dal Brasile, dagli Usa, e dall’Argentina.
Complessivamente quante e mail avete ricevuto?
Una settantina più o meno.
Già una mezza brigata. Lei Serraglia andrebbe a combattere in Irak.
Io farò quello che mi dirà il Veneto Serenissimo Governo, non ho nessun problema.
Ambasciatore grazie, arrivederci. Teniamoci in contatto, la chiamiamo noi, salve.151
151 “Spirito Veneto”, 2003/2, p. 3.
262
LETTERA AL GOVERNO REGIONALE KURDO
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni e cultura della
Veneta Serenissima Repubblica, è al fianco del Popolo Kurdo e dei suoi rappresentanti in un
momento di grave tensione e pericolo.
Il Popolo Veneto e il Veneto Serenissimo Governo non possono che vedere con estremo
favore la lotta del Popolo Kurdo per ripristinare i propri diritti nazionali.
Il Veneto Serenissimo Governo richiede ai rappresentanti del Governo Regionale Kurdo un
incontro per illustrare le rispettive posizioni nel quadro delle gravi contraddizioni che hanno
investito il Mediterraneo e il Medio Oriente.
Venezia, 25 marzo ’03
per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia152
152 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, Sezione Ufficio Affari Esteri.
263
L’IRAK È LIBERO!
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, si felicita con la Coalizione Anti Saddam Hussein (a fianco di cui si è
schierato senza tentennamenti fin dall’inizio) per la liberazione dell’Irak dal tiranno. Nel contempo
è addolorato per le perdite subite dalla Coalizione e prega i Governi alleati di trasmettere alle
famiglie di questi giovani eroi i sentimenti di profondo cordoglio da parte del Veneto Serenissimo
Governo a nome del Popolo Veneto.
Il Veneto Serenissimo Governo è certo che la Coalizione è e sarà sempre al fianco di tutti i Popoli
che lottano per la propria libertà contro il male e i tiranni.
Il Veneto Serenissimo Governo è conscio che la caduta di Saddam Hussein è solo un primo passo
contro il terrorismo islamico internazionale, e si dichiara pronto a compiere il proprio dovere,
all’interno della Coalizione, per favorire la definitiva sconfitta di chi causa il terrore in nome del
fondamentalismo.
Venezia, 13 aprile ’03 Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni153
153 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
264
MARCO D’AVIANO: EROE DELLA SERENISSIMA
Marco d'Aviano, nacque ad Aviano (Udine) il 17 novembre 1631 ed ebbe, al Battesimo, il nome di
Carlo Domenico. II ragazzo un giorno, al rientro degli allievi da una passeggiata, mancò all'appello:
era fuggito per andare a convertire i Turchi. Dopo due giorni di cammino batté spossato alla porta
dei Cappuccini di Capodistria. Il 21 novembre 1648, egli vestì l'abito nel noviziato di Conegliano,
mutando il nome di Battesimo in quello di Marco. Ricevuta l'ordinazione sacerdotale il 18
settembre 1655, cominciò subito, non senza qualche timore, l'apostolato della parola.
Si recò a Linz, dove era atteso dall'imperatore ed iniziò così quel rapporto tra Marco e Leopoldo I.
L'imperatore trovò nel cappuccino il proprio confidente e consigliere. Le vicende prepararono
Marco al grande compito che caratterizza il secondo periodo della sua vita, la lotta contro i Turchi.
Questi nella loro avanzata si erano spinti fin sotto Vienna. Marco si portò al campo imperiale, vinse
le riluttanze, appianò le divergenze, animò i soldati con l'incrollabile richiamo all'aiuto divino, e
Vienna fu liberata (1683).
Con la forza della volontà e con il prestigio riuscì a vedere la sconfitta definitiva dell'Islam in
Europa con le battaglie di Budapest (1684-1686), Neuhäusel (1685), Mohacz (1687) e Belgrado
(1688), fino alla pace di Karlowitz (1689). Nel 1684 era riuscito a far entrare nella Lega Santa
anche Venezia.
Nel 1699 si sobbarcò ad un ultimo viaggio a Vienna: «Non ne, posso più - disse - ma il Papa
comanda». Era affetto da un tumore che lo consumava. Il 25 luglio si mise a letto ed il 13 agosto
morì, assistito dall'imperatore, il quale in ginocchio pregò fino alla morte di Marco. Dopo solenni
funerali, il suo corpo trovò riposo definitivo (1703 ) nella cripta dei Cappuccini di Vienna, accanto
alle tombe imperiali.
LA GUERRA DI CANDIA: UN EPISODIO CHE SEGNÒ LA VITA DI MARCO D’AVIANO Ancora una volta erano i turchi che venivano ad agitare la sua mente di ragazzo. L'intrepida
Repubblica di Venezia stava difendendo, dall'estate del 1645, l'ultimo suo grande possedimento nei
mari di levante: l'isola di Creta. Ed era una lotta titanica, contro un vero gigante: lotta combattuta
senza esclusione di colpi, per terra e per mare. I veneziani si erano sforzati, fin da principio, di dare
a quel conflitto un carattere di crociata per impegnare anche le altre grandi potenze europee in suo
aiuto. Ma queste, tuttora sconvolte dalla guerra dei trent'anni, non poterono o non vollero
assecondarla nel suo tentativo.
L'assecondarono invece le popolazioni cristiane, specialmente quelle che, come il Friuli, si
trovavano più esposte a eventuali assalti della mezzaluna. Seguivano con trepidazione le alterne
vicende della guerra, ascoltando con commozione le gesta dei soldati veneti, come quella del
capitano Biagio Zuliani, il quale, vedendo di non poter più difendere un isolotto presso il porto di
Canea, piuttosto di arrendersi preferì dar fuoco alle polveri e far saltare in aria la fortezza,
rimanendo sepolto con i suoi ottanta commilitoni, ma seppellendo insieme sotto le macerie mezzo
migliaio di nemici. Non era infrequente il caso di uomini che, animati da fervore religioso, si
arruolavano sotto le insegne di San Marco. E non mancavano perfino dei ragazzi che fuggivano di
265
casa per recarsi in levante. Se quelle vicende commovevano tanti animi, si comprende come
trovassero un’eco pronta e profonda anche nell'animo del giovane Carlo. A poco a poco, anzi,
quell'eco si trasformò per lui in un richiamo sempre più forte e imperioso, in un'idea sempre più
ossessiva e irresistibile, fino a divenire, nella sua convinzione, la voce stessa di Dio: partire per
l'oriente, combattere con gli ardimentosi Veneti, versare il sangue per la fede.
Un giorno, in collegio, Carlo Cristofori fu cercato invano: era scomparso. Affascinato dal suo
sogno, aveva eluso ogni sorveglianza ed era fuggito per l'oriente. E ora, in cammino verso la meta,
si sentiva già un piccolo crociato, votato alla lotta e al martirio. La gioia che gli cantava in cuore, lo
disponeva più che mai alla generosità, e regalò al primo povero anche gli ultimi spiccioli che gli
rimanevano in tasca. Peccato soltanto che l'oriente non si trovasse dietro la prima curva della strada
o oltre la gobba del primo colle. Giunto a Capodistria, dove sperava d'imbarcarsi su una nave della
Repubblica, si trovò al verde di tutto, e andò a bussare alla porta dei cappuccini: quelli almeno li
conosceva e un pezzo di pane gliel'avrebbero dato. Fu più fortunato di quanto osasse sperare. Il
superiore del convento era un vecchio amico di famiglia; e, da vero amico, lo accolse cordialmente,
gli rimise a tacere lo stomaco, e soprattutto gli diede un saggio consiglio: di tornare a casa. Voleva
andare in oriente? E perché, allora, non farsi cappuccino? Anche i cappuccini, laggiù, stavano
combattendo una loro eroica battaglia spirituale a fianco dei soldati cristiani. E sapevano morire, a
decine, vittime della carità e della scimitarra turca. Dovette essere, per Carlo, un'idea illuminante, e
dovette apparirgli molto più realistica dei suoi fantastici sogni di adolescente. Solo che per attuarla
gli era necessario un po' di pazienza. Tornò a casa, forse accompagnato dallo stesso padre
superiore; e dopo esser rimasto circa due anni in famiglia, nel 1648 diede un addio a tutto ed entrò
fra i cappuccini. Aveva diciassette anni.
Il 27 di Aprile2003 viene beatificato Marco d’Aviano, fulgido eroe della Serenissima che si
batté con tutto se stesso per contrastare l’invasione islamica d’Europa.
Il Veneto Serenissimo Governo invita tutti i Popoli che si rifanno ai veri valori cristiani a
partecipare a questo grande momento di unità, e di riscoperta d’identità europea.
Demetrio Serraglia
Componente del Veneto Serenissimo Governo154
154 “Spirito Veneto”, 2003/2, p. 1, 4.
266
A PADRE MARCO
PATRONO DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Beato Marco
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, in questo momento di grave pericolo per la nostra Civiltà, Cristianità, la
nostra Storia e Cultura, memori del fatto che Tu con la Tua preghiera e il Tuo esempio salvasti
l’Europa Cristiana e la tua Serenissima Patria dal flagello ottomano
guidaci
per impedire che le basiliche di San Pietro, di San Marco e gli altri luoghi a noi sacri siano
trasformati in “scuderie”.
Il Veneto Serenissimo Governo Ti affida la propria mente, la propria energia, la propria vita, per la
difesa degli stessi valori che Tu salvasti a Vienna, a Buda, a Belgrado.
Beato Marco proteggici e guidaci lungo la difficile strada.
Intercedi e invoca per noi, indegni, l’aiuto di Dio, della Vergine Maria, di San Gabriele Arcangelo.
“Io credo, io credo fermamente, Dio mio, io credo fermamente, fermamente”.
13 agosto 2003 ore 11.00
Santuario di S. Romedio
Val di Non (TN)155
155 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 4.
267
S.A.S. CARLO I D’ASBURGO È STATO PROCLAMATO BEATO
Il Veneto Serenissimo Governo è lieto che ciò sia avvenuto.
Nel contempo trae alcune considerazioni: la nomina del Beato Marco d’Aviano e di S.A.S. Carlo I
d’Asburgo sono l’espressione della recente lotta tra l’Arcangelo Gabriele e Satana, all’interno del
Vaticano.
La lotta tra chi chiama a raccolta i soldati di dio, per lottare per la salvezza della cristianità tutta, e
chi è pronto alla resa senza condizioni nei confronti dell’Islam (una delle varianti del Maligno).156
156 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 2.
268
INTERVENTO DELL’AMBASCIATORE PLENIPOTENZIARIO
VALERIO SERRAGLIA
AL FORUM SU FEDERALISMO E AUTONOMIE DI BENEVENTO – 25/01/2003
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, a nome del Popolo Veneto saluta e si compiace con i promotori di questo
importante convegno. Sta a tutti noi renderlo fecondo nella giusta direzione. Pertanto lasciamo da
parte ogni preambolo e veniamo alla materia del nostro discorso. Intendiamo eliminare qualsiasi
equivoco sulla nostra posizione rispetto ai rapporti con l’Italia: noi siamo indipendentisti e
riteniamo non possibile federarsi con uno Stato fantoccio quale è l’Italia, per noi l’Italia è
un’espressione geografica come già disse il principe Metternik.
Pertanto noi proponiamo una commissione tra tutte le forze che rappresentano gli Stati pre-unitari e
pre-giacobini per stabilire i limiti territoriali di ogni singolo Stato per evitare una balcanizzazione
della penisola.
Il Veneto non vuole la secessione dall’Italia ma vuole verificare se mai il Veneto è entrato
legalmente in Italia. In questa ottica abbiamo inviato al Governo Italiano un memorandum in 5
punti quale base per l’apertura di un tavolo di trattative che porta al ripristino dell’autorità del
Veneto Serenissimo Governo sulla Veneta Patria:
Memorandum per il Governo Italiano (…)
Inoltre il Veneto Serenissimo Governo non vuole né intende sottrarsi all’attuale congiuntura
internazionale. Il tempo ci impedisce di articolare compiutamente la nostra linea di politica estera;
in estrema sintesi noi consideriamo l’islam il maggiore pericolo che attraversa l’umanità ed è
nostro preciso dovere opporsi in qualsiasi modo sia politicamente sia militarmente a questa
minaccia. Il Veneto Serenissimo Governo non è contrario alla guerra ma la considera a volte
necessaria. In questo momento il pacifismo chiunque lo professi è negativo e contrario alla pace e
al giusto rapporto tra i Popoli.
Il Veneto Serenissimo Governo è a fianco del Popolo e del Governo Israeliano che si sta
difendendo contro l’aggressione islamica.
Il Veneto Serenissimo Governo saluta e ringrazia gli ebrei, i cristiani, i beduini e i drusi che
prestano servizio nell’IDF (esercito israeliano), mettendo in pericolo e a volte sacrificando la loro
vita anche per difendere i nostri popoli.
Viva San Marco! Viva la Veneta Serenissimo Repubblica!
Libertà per tutti i Popoli!157
157 “Spirito Veneto”, 2003/2, p. 2.
269
LA LIBIA AGGREDISCE L’ITALIA
LETTERA APERTA
AL PRESIDENTE BERLUSCONI E AL MINISTRO MARTINO
È evidente a tutti che lo sbarco in Italia degli extracomunitari si svolge sotto una regia pianificata.
Nessuno di quei “disperati” è in grado di avere fino a 10.000 $ per pagare i viaggi, anche perché il
loro reddito si aggira in molti casi tra i 300 e 500 $ all’anno: questo dice tutto.
Da parecchi decenni la lega araba ha pianificato l’arma della bomba demografica da usare a
seconda delle necessità per colpire l’occidente. In questo momento la punta di diamante e la regia
dell’aggressione è il colonnello Ghedafi.
Uno Stato degno di questo nome saprebbe come reagire per difendere il proprio popolo,
evidentemente l’Italia non ha interesse o non è in grado di fermare questa invasione.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, chiede allo Stato italiano di utilizzare i reparti speciali (incursori della
Marina “Teseo Tesei”, i paracadutisti del “Col Moschin”, ecc.) per distruggere nei porti della Sirte
tutto il naviglio usabile per l’aggressione che è in atto, naturalmente evitando tra l’altro a questi
disperati di morire durante le traversate.
Ricordiamo al presidente Berlusconi e al ministro Martino che il Veneto è occupato militarmente
dall’Italia, in questa fase di reiterate aggressioni da parte dell’espansionismo islamico il Veneto
Serenissimo Governo si appella al diritto Internazionale per riacquisire il proprio diritto
all’autodeterminazione negatogli con il referendum truffa del 1866. l’Italia si ritiri dalle terre
Venete e lasci al nostro Popolo il suo diritto al libero arbitrio, cosicché possa difendersi: l’evidenza
dei fatti ha dimostrato che l’Italia non è in grado di tutelare le terre che ritiene proprie.
Il Popolo Veneto riuscirà dove l’Italia ha fallito!
Il Veneto Serenissimo Governo è in grado di assolvere l’esigenza storica che gli compete, e farà
appello a tutti gli organismi internazionali per raggiungere i propri obbiettivi.
Custoza, 28 giugno 2003 Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente Luca Peroni158
158 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
270
CORDOGLIO E SOLIDARIETÀ AL COMANDO GENERALE DELL'ARMA DEI
CARABINIERI
E ALLO STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, esprime il proprio cordoglio e solidarietà al Comando Generale dell'Arma
dei Carabinieri e allo Stato Maggiore dell'Esercito per il barbaro crimine perpetrato dal terrorismo
islamico, causando la morte di 12 carabinieri, 4 militari e 2 civili. Questi eroi sono caduti per
difendere la storia, cultura, tradizioni e libertà che accomunano tutti i Popoli civili. Questi eroi si
collocano sull'esempio del grande comandante della Veneta Serenissima Repubblica Marcantonio
Bragadin, e devono essere additati ad esempio da seguire.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo chiede al Comando Generale dell'Arma dei
Carabinieri e allo Stato Maggiore dell'Esercito di trasmettere le proprie sincere e sentite
condoglianze ai familiari dei martiri di questo infame atto terroristico.
Il Veneto Serenissimo Governo non potrà mai dimenticare questi martiri.
Venezia, 12 novembre '03
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L'Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia
Risposta del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
Si ringrazia per le espressioni di solidarietà e vicinanza che ha voluto manifestare.
Cordialmente
Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Arma dei Carabinieri
Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri159
159 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 6.
271
SPAGNA 11 MARZO 2004: CONTINUA LA BATTAGLIA DI LEPANTO
Il Veneto Serenissimo Governo porge le sue condoglianze al Popolo spagnolo e alle famiglie delle
vittime dell’11 marzo 2004.
L’attentato di Madrid è un altro episodio della terza guerra mondiale. Le Nazioni, i Popoli
del mondo, e tutti gli uomini liberi devono unirsi per affrontare questa guerra. Il Veneto
Serenissimo Governo non accetta nessun distinguo, e denuncia l’oggettivo appoggio che gruppi di
new global, terroristi di destra e di sinistra, settori della socialdemocrazia, e l’antisionismo offrono
all’internazionale terroristica islamica.
A fronte dell’attuale crisi mondiale chi si schiera contro Israele, gli USA e i loro alleati
deve essere controllato e combattuto.
Il Veneto Serenissimo Governo è certo che prima o dopo i terroristi islamici, o qualche loro
lacchè, colpiranno anche il Veneto; il Veneto Serenissimo Governo sulla base del diritto
internazionale invita il ministro della Difesa Antonio Martino e il Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi ad assumersi tutte le responsabilità e a predisporre misure adeguate per difendere la
Veneta Patria (ancor oggi illegalmente occupata dallo Stato Italiano). Nel contempo il Veneto
Serenissimo Governo invita tutti i Veneti a denunciare ai carabinieri tutte quelle situazioni che
potrebbero essere fonte di pericolo.
Il Veneto Serenissimo Governo erede della Serenissima Repubblica non si sottrae alle
proprie responsabilità storiche, memore del fatto che già a Lepanto era alla testa della coalizione
che fermò l’invasione dell’Europa da parte dell’Islam.
Venezia, 12/03/04
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia160
160 “Spirito Veneto”, 2004/2, p. 1.
272
TERZA GUERRA MONDIALE
Le ultime battaglie della terza guerra mondiale (Israele, Torri Gemelle, Cecenia, Bosnia,
Afghanistan, Iraq, Bali, Madrid, Kosovo) hanno reso evidente a tutti che la situazione ha raggiunto
una gravità senza precedenti ed è completamente fuori controllo. Tutto questo è stato puntualmente
previsto dal Veneto Serenissimo Governo, la guerra si è complicata avendo nuove caratteristiche;
necessita fare un serio esame per capire l’attuale stadio e trarne i dovuti insegnamenti. Bisogna
capire ed individuare quali sono gli amici, i nemici e gli oggettivi collaborazionisti; bisogna fare
una politica per conquistare gli indecisi in buona fede, per ottenere questo è necessario uscire
dall’ambiguità e fare chiarezza, solo così la gente riuscirà a capire e ad assumersi gli oneri di una
lunga e complessa lotta con gli inevitabili sacrifici necessari.
Il Veneto Serenissimo Governo sta dando il proprio contributo, si è sforzato di indicare le forze
disposte ad una coerente lotta per la sopravvivenza, quando si parla di sopravvivenza non si tratta
di esagerazione emotiva, negli ultimi 20 anni si è vista la strategia del terrorismo islamico:
1) Aggredire Israele con la prima e seconda intifada per cercare non tanto una vittoria militare
impossibile, ma per cercare in nome di una impossibile tranquillità di portare l’Europa
dalla loro parte, e comunque indicare ai popoli europei Israele come responsabile
dell’instabilità mediorientale e del terrorismo islamico.
2) Istaurare una entità territoriale islamica in Europa, si veda l’aggressione nei balcani
(Bosnia). Non va dimenticato che la Bosnia è stata la palestra del terrorismo islamico, ed
attualmente ci sono le basi di partenza di svariate aggressioni.
3) Aggressione al Kosovo, questo è stata un crimine perpetrato dalla NATO contro i Serbi, la
NATO ha coperto, pagato, addestrato e usato come fanteria mercenaria i banditi dell’UCK.
La lotta dei Serbi è una guerra difensiva, di sopravvivenza come lo stanno a dimostrare le
attuali persecuzioni contro il popolo serbo. Il Kosovo è la culla della Serbia e questo non
potrà essere modificato né dalla socialdemocrazia europea né dai vari Clinton.
4) Stabilite le basi di partenza (Bosnia, Kosovo, immigrazione in Europa) il terrorismo è
passato direttamente all’aggressione agli USA e all’Europa (11 settembre 2001 – 11 marzo
2004). Le risposte degli USA, di Israele e di tutti i loro alleati sono difensive, in reazione
ad aggressioni precise.
Bisogna ricordare il pacifismo del 1938/39 a Parigi e Londra, la posizione dei pacifisti contro la
NATO nella crisi dei missili SS20-SS22 negli anni 70, la posizione nei confronti della questione
mediorientale e di Arafat che non può che essere accomunato al terrorista Yassin. È emblematico il
fatto che l’ANP abbia proclamato 3 giorni di lutto per la morte di un terrorista che proclama lo
sterminio del popolo ebraico. I nostri Popoli e Governi devono scegliere se essere come
Chamberlain o come Churcil, si tratta di arrendersi ai terrorismi o reagire per dare una prospettiva
di pace. La lotta al terrorismo islamico deve essere integrata alla lotta contro la socialdemocrazia e
273
i vari pacifismi, i quali sono sempre stati oggettivamente la quinta colonna dei guerrafondai di ogni
risma e tempo.
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia161
161 “Spirito Veneto”, 2004/2, p. 4.
274
7 OTTOBRE 1571
Anche quest'anno il Veneto Serenissimo Governo e tutti i Patrioti Veneti che lo sostengono, ha
ricordato a Venezia con la dovuta solennità la vittoriosa battaglia navale di Lepanto, evento di
straordinaria importanza storica. Lepanto è l'apice del coraggio della dignità di migliaia di Veneti, e
di altre migliaia di fratelli in armi provenienti da tutta Europa, che seppero uniti ergersi a diga nella
difesa dei supremi valori su cui si fonda la nostra civiltà dallo strapotere dell'impero Turco
Islamico. Mai in 433 anni il simbolismo di quest'immane scontro ha assunto tanti significati come
in questi ultimi 3 anni. Aggrediti con una ferocia senza limiti dal fanatismo integralista Islamico
che sta mettendo a repentaglio, oltre alle nostre vite e i nostri beni, l'essenza più profonda del diritto
sacrosanto alla libertà di ogni essere umano.
La nostra gloriosa Veneta Serenissima Repubblica ha saputo con la forza delle sue armi, i suoi alti
principi morali e religiosi, la sua illuminata saggezza, tenere fuori dai suoi confini per secoli questa
mortale minaccia, contribuendo cosi in maniera determinante a salvare l'Europa. La folle stupidità,
meschini calcoli politici, interessi economici di breve respiro, la mancanza totale del senso della
storia e della dignità di intere classi dirigenti politiche imprenditoriali, hanno provocato squarci
paurosi nelle mura della nostra civiltà. Torme di sedicenti "intellettuali" veri tromboni, imbonitori
che annunciavano l'irreversibilità e le future meraviglie della società multietnica, multireligiosa,
corroborati anche da una parte del clero che ha smarrito gli insegnamenti di Cristo, hanno fatto il
resto del disastro.
Il Veneto Serenissimo Governo, memore degli insegnamenti della nostra millenaria storia, da anni
denuncia questa delirante corsa verso il suicidio collettivo, chi distrugge la propria storia, cultura,
tradizione, viene inesorabilmente sopraffatto. E quello che sta accadendo ormai tutti i giorni
purtroppo lo dimostra senza più alcun dubbio.
Quando il Veneto Serenissimo Governo da solo ricordava Lepanto, gli immortali eroi martiri
Veneti fulgidi esempi di coraggio, lealtà, senso del dovere, fatti scientificamente sparire dalla
memoria collettiva del nostro Popolo da una storiografia falsa e giacobina, era deriso, beffeggiato,
umiliato dai rappresentanti del potere occupante italiano tronfi delle loro imbecilli "certezze"
partitiche. Ma la storia non perdona il suo maglio si è abbattuto ancora una volta provocando paura
e sconforto.
Come nel passato il Veneto Serenissimo Governo è diventato guardia e punto di riferimento certo
per tutti coloro, Veneti e non, che non intendono arrendersi o patteggiare con chi ci vuole
annichilire.
I distinguo, i sotterfugi, i giochetti più o meno furbi, non pagano più, Veneti in alto il millenario
vessillo Marciano serriamo le fila.
Il Presidente del V.S.G.
Luigi Massimo Faccia162
162 “Spirito Veneto”, 2004/3, p. 1.
275
CORDOGLIO AL POPOLO RUSSO PER LA STRAGE DI BESLAN Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della
Veneta Serenissima Repubblica, è profondamente addolorato e triste per i massacri perpetrati dai
terroristi assassini islamici nella scuola di Beslan in Ossezia del Nord.
Il Veneto Serenissimo Governo prega il Presidente Vladimir Putin di trasmettere il nostro
dolore alle famiglie delle vittime crudelmente trucidate e a tutti i feriti.
Il Veneto Serenissimo Governo ringrazia le forze di sicurezza per il lavoro da essi svolto
contro i criminali islamici.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede a tutti i Governi sotto minaccia islamica di
restringere tutte le libertà che permettono a questi assassini di aggirarsi impunemente con i loro
carichi di morte.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede una vasta alleanza tra gli USA, la Federazione
Russa e Israele per coordinare gli sforzi per scovare questi criminali ed eliminarli. Questa caccia
non può avere nessun santuario: o con il male (terrorismo islamico) o con le forze che lo
combattono (Bush, Putin, Sharon). In questa crociata nessuno può nascondersi.
Venezia, 3 settembre ’04
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia163
163 “Spirito Veneto”, 2004/3, p. 1.
276
INTENSIFICHIAMO LA LOTTA CONTRO SATANA
La lotta da parte dei movimenti di liberazione deve oltre ad avere una legittimazione storica, deve
essere in grado di avere strumenti adeguati di analisi. In questo contesto bisogna eliminare la
metafisica e l’idealismo tipico di una concezione piccolo borghese, adatta a chi pensa che la storia
si fa spostando bandierine su carte geografiche. L’unica forma di analisi che può aprire una strada
di liberazione è l’utilizzo del materialismo storico e dialettico. La metafisica e l’idealismo sono
nemici mortali dei Popoli oppressi in quanto deprimono e stroncano la determinazione degli
oppressi a liberarsi, insinuando l’idea che tutto è determinato e che tutto sfocerà in una società
ideale, tutto questo avverrà a prescindere dalla lotta dei Popoli, anzi la lotta degli oppressi diventa
un elemento negativo e un ostacolo. Ma questa metastasi va ben oltre i regimi centralcolonialisti,
riceve un supporto, una copertura e un avvallo da parte delle gerarchie Vaticane.
Quei settori che sono sotto l’influenza di Satana fanno di tutto per far dimenticare che Gesù è salito
sul Golgota, ed ha accettato la crocifissione, non per salvare l’umanità ma per dare la possibilità
all’umanità di salvarsi: questo è decisivo ed è una linea di contrapposizione tra Satana e Gesù.
Gesù ci ha fornito del nostro libero arbitrio, ci ha costretti a rapportarci e a confrontarci con i nostri
fratelli, con la natura, con la storia, in sostanza con il bene e con il male.
I Cristiani sono soldati di Dio e ne devono essere conseguenti, non devono avere timore di salire
sul Golgota, e non devono sottrarsi quando bisogna scacciare i mercanti dal tempio.
I cattolici devono ribellarsi quando sentono l’odore di zolfo. Gesù ci ha dato il nostro libero arbitrio
non per obbedire passivamente, ma per essere in grado di assumerci le nostre responsabilità, non
importa il colore del loro vestito questo non è una corazza impenetrabile. Molto spesso il Re è nudo
basta guardarlo in profondità.
La lotta per il raggiungimento dei nostri diritti nazionali, e non solo, si intreccia con la lotta contro
il maligno e la nostra nuova crociata.
La lotta contro il male intrapresa da Ronald Regan e da Bush padre e figlio è una pietra miliare
nella lotta contro Satana, e ne vedremo gli effetti negli anni a venire.
Ronald Regan e Bush padre e figlio hanno e stanno inserendo la loro lotta nella scia di Marcantonio
Bragadin e di Beato Marco d’Aviano.
Noi Veneti abbiamo tra il nostro Popolo un fulgido eroe, un martire della cristianità, un esempio
da prendere come modello: Marcantonio Bragadin, che per la libertà dell’Europa e per la cristianità
è stato spellato vivo dai mussulmani, non cedendo ai ricatti di una delle manifestazioni terrene di
Satana (l’islam), ha così seguito l’esempio di nostro Signore Gesù Cristo, Famagosta è stata per
Bragadin il Golgota.
Segretario Generale agli Affari Esteri
Valerio Serraglia164
164 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 1.
277
L’ESERCITO DI LEVA, IL VENETO E LA LOTTA AL TERRORISMO
La Cristianità e l’occidente si trovano di fronte ad un bivio: o resistere o soccombere all’islam. La
politica del porgere l’altra guancia condurrà alla sconfitta sicura, l’islam non ha pietà verso coloro
che mediano o si arrendono, questo ci è dimostrato dalla storia.
L’Italia, quando è venuto il momento di alzare la guardia e vigilare, che ha fatto? Ha iniziato a
smantellare il proprio esercito, prima istituendo il servizio civile poi eliminando il servizio
militare di leva, ha così istituito un esercito detto di professionisti che presto diverrà di mercenari.
La Veneta Nazione è come sappiamo sotto occupazione da parte dello Stato Italiano e questo
stato di occupazione non consente alla Veneta Serenissima Repubblica di esercitare il proprio
diritto all’autodifesa. Il Veneto Serenissimo Governo ha negli anni espresso il proprio timore a
riguardo l’incolumità del proprio Popolo, ritenendo responsabile di questo i governanti italiani.
Il servizio di leva ha da sempre garantito la difesa territoriale, ovvero la coscienza dei soldati di
difendere la propria terra e le proprie famiglie (non una fantomatica Italia o uno straccio
tricolore).
Il Veneto Serenissimo Governo è altresì cosciente che la coerenza italiana viene in secondo piano
rispetto al pericolo islam e quindi ritiene utile riaffermare la propria adesione responsabile alla
Coalizione che lotta contro il terrorismo globale.
È inutile nascondere la realtà ma la terza guerra mondiale è già iniziata, ed è necessario fare
un’analisi della realtà senza farsi prendere da sentimentalismi ed emotività, anche nella seconda
guerra mondiale forze antitetiche si sono alleate per sconfiggere il pericolo nazista. Se non si
capisce questo si è destinati alla sconfitta, gli sterili idealismi alla fine diventano complicità (in
questo caso con chi vuole la distruzione della civiltà occidentale: l’islam).
Il Veneto Serenissimo Governo non rinuncia a lottare per l’indipendenza della Veneta Patria, ma
la sconfitta dell’islam va di pari passo con il processo di autodeterminazione della Veneta
Nazione.
I movimenti che dicono di lottare per l’indipendenza e non fanno un’analisi scientifica sono al di
fuori del processo storico. C’è chi critica la nostra alleanza con USA, Israele e la Coalizione che
lotta contro il terrorismo globale senza voler capire che a noi interessa l’indipendenza ma anche il
conservare la nostra storia, cultura e tradizioni.
Sarebbe facile ottenere appoggi, come già fanno molti altri movimenti di liberazione,
dall’internazionale islamica ma noi non vogliamo che la Veneta Serenissima Repubblica divenga
parte di un califfato.
Chi si ostina a criticare la lotta all’islam è esclusivamente un complice di chi ha causato l’11
settembre 2001 a New York, l’11 marzo 2003 a Madrid, e dei criminali della scuola di Beslan.
Noi nel Veneto Serenissimo Governo rimarremo sempre in prima linea a combattere
l’internazionale islamica e i suoi lacchè che vogliono mortificare l’occidente e la cristianità tutta.
278
Non di meno rimaniamo un movimento di liberazione ed in questo quadro agiamo solo negli
interessi del nostro Popolo.
Il Veneto Serenissimo Governo a fronte di tutto ciò che ha qui sopra affermato, coerentemente
con tutta la propria plurimillenaria storia tende una mano all’Italia nella comune lotta al
terrorismo islamico; ritiene opportuno l’introduzione nei Veneti territori di un servizio di leva
obbligatoria sia maschile che femminile con funzioni di difesa territoriale, nel contempo è
disponibile al comando congiunto di queste milizie territoriali con le autorità militari. È
necessaria la politica di avere un popolo in armi e pronto a difendersi. Il governo italiano è
invitato a prendere in seria considerazione quanto detto perché se succedesse un 11 settembre in
Veneto il Veneto Serenissimo Governo riterrà l’Italia direttamente responsabile, nonché complice
del terrorismo islamico dato che ha abbassato la guardia non accogliendo la nostra offerta di
aiuto.
Il Corriere di Gabinetto
Demetrio Serraglia165
165 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 2.
279
L’EUROPA UNITA HA VINTO LA BATTAGLIA DI VIENNA
Il 12 settembre 1683, presso la collina di Kahlemberg (nei dintorni di Vienna), 65000 cristiani
affrontano in battaglia campale e sconfiggono 200000 islamici. Sono passati 321 anni dalla gloriosa
battaglia, per la salvezza della cristianità e dell’Europa. Sembra che tutto questo sia un passato
lontano, invece tutto quanto avvenuto si sta riproponendo con una similitudine stupefacente: gli
scenari sono gli stessi. Da una parte l’espansionismo islamico e le quinte colonne: i governanti
traditori di Francia (Chirac) e di Spagna (Zapatero) dall’altra la Mitteleuropa e i Popoli Slavi.
Ovviamente ci sono le varianti riconducibili: l’espansionismo islamico sta facendo il massimo
sforzo per incastrare in una tenaglia l’Europa, partendo dalla Spagna e dai Balcani, è quindi
necessario che l’alleanza del 12/09/1683 tra tedeschi, ungheresi, cechi, croati, slovacchi, veneziani,
polacchi, serbi romeni, bulgari, austriaci dia vita a una grande unione politica in grado di contenere
le forze islamiche.
In questo contesto chiediamo agli USA e al suo Presidente di ridare immediatamente la sovranità al
Popolo Serbo. Noi affermiamo che il Kosovo è Serbo da sempre, e deve ritornare ad essere tale.
Chiediamo inoltre che il Presidente serbo Slobodan Milosevic sia, senza indugio, liberato e messo
in condizione di difendere la sua gente.
La guerra sbagliata e anticristiana contro la Jugoslavia ha permesso al terrorismo islamico di
installarsi al centro dei balcani, cioè all’interno della nostra Europa. Gli stessi accordi di
Rambouillet disonorano chi non li ha rispettati.
Siamo perfettamente coscienti che a Roma manca un immenso Papa, come Innocenzo XI, e in
Europa non ci sono né un grande condottiero militare come il re di Polonia Giovanni III Sobieski
né una grande guida spirituale come il Santo Marco d’Aviano, che con la protezione della Madonna
e dell’Arcangelo Gabriele ha illuminato e guidato i cuori e le menti dei nostri difensori di Vienna.
L’onnipotente non può abbandonare i suoi figli, se questi si dimostrano degni di essere tali; nessun
sacrificio può essere insopportabile per la salvezza della Cristianità. Le nostra chiese non dovranno
mai essere delle scuderie per i mussulmani. Bisogna prepararsi al grande scontro, essendo certi che
Dio è con noi. Tremino gli islamici e i loro giannizzeri, europei e non.
Germano Battilana166
166 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 3, (Il vento del leone).
280
VIKTOR YUSHENKO
Yushenko è colui che per le cosiddette elezioni “democratiche” è il nuovo presidente ucraino, è
questo il responso delle urne il 26 dicembre ’04 in Ucraina. Il risultato di queste elezioni suppletive
appariva sempre più scontato man mano che tutta l’UE con i propri leader e i circoli più reazionari
d’Europa appoggiavano il cosiddetto candidato filo occidentale. Ma chi è in realtà Yushenko? Le
sue origini sono chiare e tipiche di taluni settori della società europea, la sua vicinanza agli
ultranazionalisti ucraini non è un segreto, ma in questo periodo non si è mai parlato dei suoi
contatti con alcuni gruppi antisemiti che sostengono che l’unico modo per avvicinare l’Ucraina ai
modelli occidentali di democrazia è “Scacciare tutti gli ebrei dal nostro paese”. Allora è proprio
questo il liberale Yushenko appoggiato dalle democrazie europee? Cosa ci si poteva aspettare
dall’UE, se non altra prova di antisemitismo?
Questa elezione di Yushenko va inserita nel quadro attuato da parte dall’antisemita Unione
Europea di perpetrare una politica di egemonia, che parte dal 1991 con la caduta dell’URSS.
Questa politica di supremazia è tesa contro le comunità europee ortodosse (slavi), uno degli esempi
più lampanti è quando nel 1999 l’UE fu uno dei fautori della guerra in Kosovo appoggiandosi ad il
terrorismo islamico dell’UCK (responsabile di stragi fra le popolazioni serbe inermi); e contro
Stato d’Israele con l’appoggio dato da vari Stati Europei (Francia in primis) ai vari terroristi
europei in medio oriente. Già nel 2003 la Commissione Europea in uno slancio di antisemitismo
aveva commissionato un sondaggio in cui nelle conclusioni evidenziava che lo Stato d’Israele è
pericoloso per la pace mondiale.
La saldatura tra l’UE e il terrorismo islamico è ormai un dato di fatto, e questa alleanza va
combattuta dai Popoli che si vogliono riappropriare delle proprie radici ebraico-cristiane.
L’UE nel tentativo di uscire dalla propria crisi si è infilata in un tunnel senza uscita. Il compito dei
Popoli del nostro continente e del bacino del Mediterraneo è di fermare la deriva dell’Europa,
creando le premesse per costruire una pace rispettosa dei diritti dei singoli Popoli.167
167 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 4.
281
A PROPOSITO DEI SEQUESTRI IN IRAK
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, a fronte di quanto sta facendo il Governo Italiano con il problema dei
sequestri in Irak, da parte dei terroristi, ritiene indispensabile prendere una seria posizione frutto di
analisi e non dell’emotività legata ai fatti recentemente accaduti.
Qual è la politica che sta seguendo il governo italiano in Irak? Questa è la domanda che ci
facciamo, che poniamo al Popolo Veneto e giriamo a tutti quegli Stati che si stanno da anni
impegnando per sconfiggere il terrorismo internazionale.
Il governo italiano invia i nostri giovani per combattere e lottare giustamente contro il pericolo del
terrorismo islamico e appoggia il giusto processo di democratizzazione in Irak. Se fosse tutto così
nulla da eccepire. Ma questa è solo la parte bella e di facciata della medaglia, guardando in
profondità si vede che per liberare degli ostaggi (le due Simone e la Sgrena) il governo italiano è
disposto a trattare con i terroristi (cosa moralmente scandalosa) e di fatto li finanzia pagando i
riscatti di questi rapimenti. Il pagare riscatti, al di là di ogni falsa retorica, è un appoggio e un
finanziamento implicito al terrorismo. Un finanziamento che poi permette a questi criminali di
comprare (con i nostri soldi) armi da usare anche contro i soldati italiani e della Coalizione presenti
i Irak (nessuno dimentica cosa è successo a Nassirya, né al lagunare Balzan, né a tutti gli altri
caduti in Irak per la causa della libertà). Non solo, il pagare riscatti incoraggia il terrorismo a
continuare la criminale politica dei sequestri di persona. I popoli italiani sono ancora disposti a
sostenere questo oggettivo finanziamento da parte del governo italiano ai criminali presenti in Irak?
Questo avvertimento noi del Veneto Serenissimo Governo lo estendiamo anche ai nostri alleati
della Coalizione che lotta contro il terrorismo internazionale. Avere l’appoggio dell’Italia nelle
questioni internazionali è un’arma a doppio taglio: bisogna sempre guardarsi alle spalle ed essere
pronti a schivare e a difendersi da ogni pugnalata.
Il Veneto Serenissimo Governo ribadisce il proprio supporto alla lotta contro il terrorismo
internazionale, e continuerà a dare il proprio appoggio e a sostenere tutti gli Stati (tra cui spiccano
Israele, USA e Russia) che si attuano per creare un mondo libero.
Venezia, 06/03/2005
Veneto Serenissimo Governo168
168 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
282
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
CHIEDE AIUTO ALLA MADONNA DEL GRAPPA
Sabato 2 aprile 2005 una delegazione del Veneto Serenissimo Governo guidata dal Presidente
Luigi Massimo Faccia, e composta dal Vicepresidente Luca Peroni, dal Segretario Generale agli
Affari Esteri Valerio Serraglia, dal Cancelliere Andrea Viviani e dal Corriere di Gabinetto
Demetrio Serraglia, si recherà sul Monte Grappa per raccogliersi in preghiera ed essere confortati
dalla Madonna del Grappa.
La Madonna fu posta sulla vetta del Monte Grappa e benedetta dal Patriarca di Venezia Cardinale
Giuseppe Sarto, futuro Papa Pio X, per proteggere le genti venete. Questa Madonna ha un grande
valore per tutti i Veneti presenti e passati.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, chiede alla Madonna del Grappa di non abbandonare mai le genti venete e
di illuminare le gravi decisioni che dovrà prendere il Veneto Serenissimo Governo, in questo
preoccupante momento di disgregazione della nostra civiltà.
Venezia, 30 marzo ’05
per il Veneto Serenissimo Governo
il Presidente
Luigi Massimo Faccia169
169 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
283
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO RECITA IL ROSARIO A CIMA GRAPPA
Oggi, sabato 2 aprile 2005,una delegazione del Veneto Serenissimo Governo guidata dal Presidente
Luigi Massimo Faccia è andata in pellegrinaggio alla Madonna del Grappa, protettrice di tutte le
genti venete.
La delegazione, riunita presso il Sacello ove è custodita la statua della Madonna del Grappa, ha
recitato il rosario in latino (nello stesso modo in cui San Pio V, in occasione della vittoria di
Lepanto, volle rendere grazie alla Santa Vergine).
Il Veneto Serenissimo Governo è stato confortato dalla Madonna per le prossime decisioni che
dovrà affrontare.
In quest’occasione, il Veneto Serenissimo Governo ha chiesto allo Spirito Santo di illuminare la
strada della Chiesa per le ore difficili che essa sta attraversando.
Cima Grappa, 2 apr. 05
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente
Luigi Massimo Faccia170
170 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
284
PREGHIAMO TUTTI PER IL CONCLAVE
“Io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non
prevarranno su di essa.” Queste furono le parole con cui Gesù incaricò Pietro di fondare la Chiesa
sulla terra.
Una delegazione del Veneto Serenissimo Governo, nella giornata di lunedì 18 aprile, si recherà a
pregare presso la Madonna del Grappa, protettrice delle genti venete.
Il Veneto Serenissimo Governo prega per questo Conclave e invita tutte le persone di fede a
pregare Dio Onnipotente, per far sì che le parole che Gesù ha pronunciato 2000 anni fa si
perpetuino anche nel terzo millennio attraverso la Divina guida dello Spirito Santo.
Venezia, 17 aprile ’05
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente
Luigi Massimo Faccia171
171 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
285
PREGHIAMO PER BENEDETTO XVI
Il Veneto Serenissimo Governo ringrazia lo Spirito Santo e la Vergine Maria per aver ascoltato le
proprie preghiere, e per aver dato alla cristianità il nuovo Papa Benedetto XVI.
La Fede Cristiana sarà sicuramente rinvigorita dalla Sua guida. Tutti noi ci sentiamo soldati di Dio,
pronti sia a salire sul Golgota sia a cacciare i mercanti dal Tempio.
Vergine Maria, San Marco, Beato Marco d’Aviano aiutate Benedetto XVI a portare la Croce e a
indicarci la strada.
Venezia, 19 apr. 05
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente
Luigi Faccia
Il V.S.G.
Luca Peroni
Valerio Serraglia
Andrea Viviani
Demetrio Serraglia172
172 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
286
IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
E LO STATO D’ISRAELE
GLI EBREI, IL GHETTO, VENEZIA
Domenica 2 aprile 2000, a Venezia, c’è stata la presentazione di un documentario svizzero sul
ghetto della città.
Questo documentario non si è limitato alla storia del ghetto (dal 1500 alla fine del 1700), ma ha
voluto ripercorrere tutta la storia della comunità ebraica a Venezia, dal suo insediamento ai giorni
nostri, senza creare una netta distinzione tra il periodo della Veneta Serenissima Repubblica e
quello successivo delle occupazioni straniere. Con la caduta della Repubblica, le politiche applicate
nelle nostre città sono state quelle foreste, importate ed imposte. Il fascismo, in particolare, non
avrebbe mai potuto né sorgere né svilupparsi nella società veneta che persegue una cultura e dei
valori improntati alla tolleranza e al rispetto umano. I Veneti sono dunque gli eredi del Doge e non
del Duce Benito Mussolini.
Il rispetto che abbiamo per la comunità ebraica e per la tragedia che ha subito, non può impedirci di
ricordare una sua grave responsabilità: quella di aver collaborato con Napoleone per la caduta della
Serenissima con tutte le conseguenze negative che ne sono derivate per il Popolo Veneto.
La perdita della nostra indipendenza ha fatto cadere in Europa un baluardo di sicurezza e di
protezione per gli Ebrei stessi. Ricordiamo che il termine “ghetto” ad esempio, nulla aveva di
discriminante, indicando il luogo dove anticamente si fondevano cannoni (getto di fusione,
diventato ghetto, con pronuncia tedesca, perché i primi ebrei ivi ospitati, erano dei rifugiati dai
paesi germanici).
I rapporti interni allo Stato Veneto dovevano necessariamente evolvere al passo con i tempi, non
soltanto verso la comunità ebraica che – dobbiamo precisare – non era l’unica “discriminata”. Tutto
ciò sarebbe dovuto avvenire naturalmente, in una dialettica interna alla società veneta e senza
interferenze straniere.
In questi ultimi 200 anni gli Ebrei hanno continuato a coltivare la loro storia e a difendere la loro
identità. Storia e identità che a noi Veneti, dopo la caduta della Serenissima si è tentato di negare. Il
risveglio della coscienza nazionale Veneta c’induce a distinguere meglio le responsabilità storiche:
non possiamo né vogliamo più accettare di vederci attribuire scelte politiche che, come occupati,
non potevamo assolutamente compiere.
I Veneti sono chiamati a pagare per le scelte fasciste dello stato italiano, senza che essi abbiano
contribuito in alcun modo a determinarle. Dunque la politica verso il ghetto veneziano durante la
Serenissima, non deve essere confusa con le politiche di sterminio attuate di recente dalle
“moderne” nazioni europee. Soprattutto la politica fascista non può essere confusa in alcun modo
con la politica veneta. Qualsiasi giudizio va storicizzato all’epoca dello svolgimento del fatto preso
in esame.
287
Non si può dimenticare che gli ebrei sono arrivati a Venezia per sfuggire ai pogrom promossi
contro di loro nei vari altri stati europei.
Nonostante le restrizioni in cui erano sottoposti, hanno trovato una protezione che non esisteva in
nessun’altra parte d’Europa. Le cinque sinagoghe di Venezia, divise per paesi di provenienza della
comunità, sono una testimonianza di quanto detto sopra.
Noi dobbiamo contrastare talune tesi proveniente da storici, quando affermano che Napoleone ha
portato la libertà nel ghetto. Tant’è che la protezione nel cosiddetto “mondo nuovo” non ha
risparmiato nulla alla comunità ebraica, mi riferisco ad esempio, alla continuazione dei pogrom in
centro Europa e, per ultimo alla Shoa. Le stesse leggi razziali promulgate dal governo italiano nel
1938, sono un altro esempio di quanto detto sopra e non possono coinvolgere il ricordo della
Veneta Serenissima Repubblica né tanto meno i Veneti come popolo.
Non va dimenticato che in Francia, terra di “libertà”, la comunità ebraica ha sempre subito
discriminazioni, fino ad arrivare addirittura alla collaborazione del governo Petain all’Olocausto.
Possiamo affermare che sostanzialmente gli ebrei non erano perseguitati a Venezia, e pur vivendo
ristretti, avevano una certa autonomia.
Sicuramente la vita abbastanza tranquilla nel ghetto ha prodotto anche aspetti positivi per la cultura
e la religione ebraica veneziana. Il Popolo Veneto, pur non avendo subito un olocausto, ha pagato e
paga pesantemente l’occupazione dopo il 1866, occupazione che ha provocato una diaspora delle
nostre genti (9 milioni di Veneti sono dispersi nel mondo). Il nostro popolo ha subito e sta subendo
un tentativo di etnocidio culturale, perché si tenta di cancellarne la lingua, la cultura, le tradizioni,
la dignità attraverso un continuo e martellante utilizzo dei mass media e un uso strumentale della
scuola.
Germano Battilana173
173 “Spirito Veneto”, 2000/3, p. 4, (Il vento del leone).
288
ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL PRIMO MINISTRO D’ISRAELE
Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore della storia, cultura, tradizioni, valori della
Veneta Serenissima Repubblica è impegnato nella lotta per l’autodeterminazione della Veneta
Patria attraverso il rifacimento del Referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all’Italia.
L’occupazione del Veneto da parte dell’Italia ha significato per la popolazione Veneta miseria,
fame e una diaspora di nove milioni di persone.
Il Veneto Serenissimo Governo, alla luce degli amichevoli rapporti intercorsi tra il Popolo Veneto e
il Popolo d’Israele, chiede al Primo ministro Sharon o a suoi delegati un incontro per chiarire le
posizioni del Veneto Serenissimo Governo sia per quanto riguarda la fase attuale della lotta per
l’autodeterminazione della Veneta Patria, sia per comprendere l’odierna situazione mediorientale.
Venezia, 16 agosto ’01
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia174
174 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
289
ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL PRIMO MINISTRO D’ISRAELE
Il Veneto Serenissimo Governo unico erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della
Veneta Serenissima Repubblica, si rivolge a Lei, in quanto Primo Ministro dello Stato d’Israele,
per comunicarle quanto segue.
Il Veneto Serenissimo Governo esprime al Popolo e al Governo Israeliano tutta la solidarietà in
questo momento difficile, non solo per lo Stato d'Israele ma per la pace nel Mediterraneo. Lo Stato
d'Israele, come il Veneto, ha diritti storici, culturali e religiosi ad esistere come Nazione, e a vivere
in pace e prosperità.
La tremenda prova subita dal Popolo Israeliano: la Shoa, ne legittima, se ce ne fosse stato bisogno,
il diritto ad essere Nazione all’interno di confini sicuri, e a difenderli da ogni aggressione.
Il Popolo Veneto è senza patria ed è stato occupato dall’Italia attraverso il Referendum illegale del
1866: Referendum svoltesi in violazione dei più basilari principi democratici. L’occupazione
militare del Veneto ha determinato lutti, povertà, e inoltre sul suolo Veneto si sono combattute due
guerre mondiali con relativi morti e distruzioni. L’occupazione della Veneta Patria ha causato la
dispersione del Popolo Veneto in tutto il mondo: 5 milioni di persone sono ancora in Veneto
mentre 9 milioni sono sparse nei 5 continenti.
Il Veneto è stato una terra in cui il Popolo di David ha trovato rifugio ai tempi della Veneta
Serenissima Repubblica.
Il Veneto Serenissimo Governo spera di poter discutere attraverso un incontro con il Governo
Israeliano l’attuale situazione dei prigionieri politici Veneti, e del Presidente del Veneto
Serenissimo Governo Luigi Massimo Faccia detenuto nelle carceri italiane.
Il Veneto Serenissimo Governo al nome del Popolo Veneto si impegna a creare le condizioni per
uno sviluppo dei rapporti di amicizia e collaborazione tra i nostri rispettivi popoli nell’interesse
della pace nel Mediterraneo per la difesa delle Nostre rispettive e millenarie tradizioni storico
culturali.
Venezia, 13 settembre ’01
Per il Veneto Serenissimo Governo Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Valerio Serraglia175
175 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
290
ISRAELE: EHUD GOL
AMBASCIATORE A ROMA
All’ambasciatore dott. Ehud Gol
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, appresa la sua nomina ad ambasciatore a Roma, le fa i più sinceri auguri
di buono e proficuo lavoro in questo difficile compito, in un momento di grave pericolo per la
stessa sopravvivenza dello Stato d’Israele.
Il Popolo Veneto senza patria è vicino al Popolo di David e al suo diritto di avere una Patria sicura.
Lo stesso diritto lo ha il Popolo Veneto a ripristinare la millenaria Veneta Serenissima Repubblica.
Il Veneto Serenissimo Governo auspica di poter chiarire il percorso che porterà il Popolo Veneto
ad avere una sua Patria.
Venezia, 3 novembre 2001
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia176
176 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 6.
291
RICHIESTA DI MEDIAZIONE DI ISRAELE PER LA VENETA NAZIONE
Al Primo Ministro Israeliano Ariel Sharon
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, esprime la propria solidarietà al Popolo e al Governo Israeliano in un
momento gravissimo per l’esistenza stessa dello Stato d’Israele.
Il Veneto Serenissimo Governo è grato al Popolo e al Governo Israeliano per la determinazione che
ha dimostrato nella lotta contro una prevedibile deriva terroristica, che potrebbe avere ripercussioni
in tutto il bacino mediterraneo e non solo.
Il Veneto Serenissimo Governo è affianco al Popolo Israeliano e ai suoi diritti storici.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede al Governo Israeliano di farsi interprete presso l’ONU dei
diritti della Veneta Nazione all’autodeterminazione .
Alleghiamo, inoltre, il memorandum al Governo Italiano e il percorso indicato per raggiungere
l’indipendenza della Veneta Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo è disponibile ad un incontro per chiarire ulteriormente le proprie
posizioni a riguardo dell’attuale stato della lotta per l’autodeterminazione della Veneta Nazione.
Certi di un suo interessamento la salutiamo cordialmente.
Venezia, 16 marzo 2002
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’ambasciatore plenipotenziario
Valerio Serraglia177
RISPOSTA DEL PRIMO MINISTRO D’ISRAELE ARIEL SHARON
Prime Minister’s Bureau
Foreign Policy Adviser to the Prime Minister
22 April 2002
Mr. Valerio Serraglia
Veneto Serenissimo Governo
Casella Postale 64
36022- Cassola (VI)
Veneto, Italy
Dear Mr. Serraglia,
On behalf of Prime Minister Ariel Sharon, thank you for your letter dated March 16, 2002, and
your expression of support for Israel’s right to self-defense.
177 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
292
The Government of Israel does not intervene in domestic conflicts transpiring in foreign nations,
and we therefore cannot accommodate you’re your request.
With best wishes,
Sicerely,
Danny Ayalon
293
SOLIDARIETÀ ALLO STATO D'ISRAELE
Israele è in prima linea nella lotta per il contenimento dell'espansionismo islamico, è dovere
dell'Europa schierarsi a fianco del Popolo Israeliano, sostenendolo e appoggiandolo con tutti i
mezzi possibili.
Il vicepresidente
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, esprime la solidarietà del Popolo Veneto al Popolo Israeliano per la sua
lotta per la sopravvivenza.
Ormai si sta delineando una unità politica oggettiva tra l'espansionismo islamico, i neonazisti e i no
global. A questa unità bisogna contrapporre l'unità dei Popoli dell'Europa dall'Atlantico agli Urali. I
fratelli israeliani sono parte integrante del nostro mondo e della nostra civiltà.
Sempre più i nostri destini sono intrecciati e legati, la caduta di Israele avrebbe conseguenze
catastrofiche per l'Europa tutta.
In medio oriente si sta combattendo una battaglia simile alla battaglia di Lepanto.
Il Popolo Veneto, privo della propria patria, è particolarmente sensibile ai sacrifici che il Popolo di
David sta sostenendo per difendere la sua storica Patria, e anche la nostra libertà.
Venezia, 3 aprile 2002
Per il Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni
L'ambasciatore plenipotenziario
Valerio Serraglia178
178 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 6.
294
ALL'AMBASCIATORE DELLO STATO D'ISRAELE
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, in occasione del 54° anniversario della nascita dello Stato d'Israele augura
al Popolo Israeliano tutto quanto è nei suoi diritti: una Patria e il diritto a vivere in pace e felicità
senza alcuna minaccia.
Il Popolo Veneto senza Patria è grato per quanto i fratelli israeliani stanno facendo per impedire
una deriva terroristica che sarebbe fatale all'Europa e non solo.
Venezia, 30 aprile 2002
Per il Veneto Serenissimo Governo
L'Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia
Chiediamo un incontro per chiarire le rispettive posizioni riguardo l'attuale situazione politica
internazionale.179
179 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
295
Il Veneto Serenissimo Governo è alla testa di un Popolo senza una Patria Indipendente.
Il Veneto Serenissimo Governo rivendica il diritto della fondazione in Veneto di un Focolare
nazionale per il popolo Veneto.
I Patrioti Veneti hanno fiducia di poter ricostruire la Serenissima Repubblica anche dopo oltre
duecento anni, come è riuscito a fare il Popolo Israeliano dopo 2000 anni di sofferenze e soprusi.
Il Veneto Serenissimo Governo auspica una collaborazione tra il Veneto Serenissimo Governo e il
Governo di Israele per lo sviluppo di un’amicizia Veneto Israeliana nell’interesse reciproco delle
rispettive Nazioni.
Venezia, 14 maggio ’03 Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia180
55° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELLO STATO D’ISRAELE
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica, in occasione del 55° anniversario della Costituzione dello Stato d’Israele
nella terra promessa è al fianco del Popolo di David nella lotta contro il terrorismo islamico in tutte
le sue forme.
180 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
296
SOLIDARIETÀ AL POPOLO E AL GOVERNO DELLO STATO D’ISRAELE
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, esprime il proprio cordoglio al Popolo e al Governo israeliano per le
vittime cadute a causa del terrorismo islamico.
Il Veneto Serenissimo Governo condivide tutte le misure che il Governo israeliano intende
prendere per rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono al processo di pace.
Il Veneto Serenissimo Governo è indignato dal comportamento di quei Paesi europei che offrono
copertura politica ed economica a organizzazioni terroristiche conclamate, e a terroristi come
Arafat e monsignor Capucci.
Non si capisce come l’Europa abbia promosso una guerra contro Milosevic, e nel contempo sia più
tollerante, al limite della complicità, con il terrorista Arafat.
Il Veneto Serenissimo Governo è a fianco dei fratelli israeliani e di tutti coloro che stanno pagando
e lottando contro la follia terroristica.
Il Veneto Serenissimo Governo considera la sua lotta per il ripristino della Veneta Serenissima
Repubblica uno dei passi importanti per la lotta all’espansionismo islamico.
Il Veneto Serenissimo Governo ringrazia il fratello popolo israeliano per l’altissimo prezzo di
sangue che sta pagando per difendere tutti noi.
Venezia, 16 settembre ’03
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia181
181 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
297
Valerio Serraglia182
IN EUROPA L’ANTISEMITISMO NON È MORTO!
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, non può sottrarsi da prendere posizione rispetto ai continui attacchi portati
avanti dai governi europei nei confronti dello Stato d’Israele e di riflesso nei confronti del Popolo
ebraico tutto. Ultimo esempio di questi attacchi antisemiti emerge in tutta la sua criminalità nel
sondaggio commissionato dalla Commissione Europea, in cui si evidenzia che lo Stato d’Israele è
pericoloso per la pace mondiale.
Oggi come ai tempi delle persecuzioni degli ebrei si addossano al popolo di David i mali del
mondo. È la cosa più facile per governanti europei sottrarsi dalle proprie responsabilità rispetto al
terrorismo internazionale, accusando della propria negligenza la vittima principale di questo
terrorismo criminale. Non bisogna dimenticare che una parte dei governi europei continua a
finanziare organizzazioni dichiaratamente terroristiche.
Il Veneto Serenissimo Governo denuncia nel contempo la saldatura tra i gruppi di estrema sinistra,
di estrema destra, di settori ben identificati dei circoli vaticani e della socialdemocrazia europea.
La sconfitta e l’annientamento d’Israele e l’isolazionismo degli USA sarebbe senza ombra di
dubbio la fine della libertà e della nostra civiltà. Il Veneto Serenissimo Governo consapevole che
questa lotta è la nostra lotta fa appello a tutti i Popoli europei ad unirsi per combattere
l’espansionismo islamico come si è fatto a Lepanto, Vienna, Buda e Belgrado. Nostri esempi
devono essere Sebastiano Venier, Marcantonio Bragadin, Don Giovanni D’Austria, il Re Polacco
Sobieski. Nostra guida deve essere il Beato Marco d’Aviano che con la croce difese l’Europa
dall’aggressione islamica.
Venezia, 03/11/03 Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
182 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 6.
298
AUGURI DI BUON 2004 AL PREMIER ARIEL SHARON
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della
Veneta Serenissima Repubblica, invia al Premier Sharon e al Popolo Israeliano i più sentiti auguri
di un buon 2004.
Il Veneto Serenissimo Governo e il Popolo Veneto non possono che essere a fianco del
Popolo Israeliano nella granitica lotta contro il nuovo antisemitismo, antisionismo e il terrorismo
islamico, nel loro tentativo di annientare Israele.
Il Veneto Serenissimo Governo è cosciente che la scomparsa dello Stato d’Israele è il passo
decisivo per la sconfitta di tutti i valori cui noi crediamo.
Noi siamo certi che il Popolo Israeliano non si farà fuorviare da chi finanzia i terroristi
palestinesi.
Venezia, 01/01/04 Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia183
183 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
299
Il Veneto Serenissimo Governo, in occasione del 56° anniversario della costituzione dello Stato
d’Israele, esprime tutto il suo augurio.
ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELLO STATO D’ISRAELE
Il Veneto Serenissimo Governo è stato e sarà sempre a fianco del Popolo Israeliano nella sua giusta
lotta per affermare i propri diritti storici.
Il Veneto Serenissimo Governo lotta per ottenere i diritti storici del proprio Popolo: rifare il
referendum truffa del 1866 che ha visto l’illegale annessione del Veneto all’Italia.
Il Veneto Serenissimo Governo sa perfettamente che tali lotte saranno lunghe e complesse.
I 1200 anni della Veneta Serenissima Repubblica non si possono cancellare con un colpo di
spugna.
Il Veneto Serenissimo Governo è profondamente convinto che la lotta del proprio Popolo
s’intreccia con il diritto all’esistenza dello Stato Israeliano, e con tutti quei popoli che lottano
contro il terrorismo islamico.
Viva il Popolo Israeliano!
Viva il Popolo della Veneta Serenissima Repubblica!
Venezia, 25 aprile ’04
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia184
184 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
300
IL MURO
In luglio, la corte dell'AIA definisce illegale il muro fatto erigere dal governo di Tel Aviv come
barriera difensiva contro le infiltrazioni di terroristi nel territorio nazionale. La questione Israelo-
Palestinese si sa è un’infinita sequenza di situazioni quantomeno intricate dove la comunità
internazionale cerca, senza riuscirci da almeno mezzo secolo, di sistemare o quanto meno
accomodare. A mio avviso, la soluzione arriverà solo quando ci sarà il rispetto ed il riconoscimento
reciproco di due stati sovrani ; in definitiva quello che prevedeva l'ONU nella risoluzione 181 del
1947, non riconosciuta dalla lega araba che dichiarò subito una guerra santa ( come la definì il
gran muftì) contro il futuro stato d'Israele. Se il muro entra in territorio cosiddetto occupato e viola
tecnicamente il diritto internazionale, bisogna tener presente che tuttora lo stato d'Israele vive in
stato di allerta quotidiano (oramai permanente dal 1948); contro la minaccia della guerra odierna,
che è il terrorismo di matrice islamica, le scelte adottate per la tutela dei suoi cittadini ricadono
matematicamente in ambito militare con strategie che a volte escono dall'urbanistica
convenzionale. Il parere giuridico comunque che la corte dell'AIA ha espresso e che mette a
disposizione dell'ONU non dovrebbe impensierire oltre il normale. Il fatto più subdolo e
preoccupante di tutta questa vicenda risiede nella presa di posizione, non più giuridica ma
chiaramente politica perciò con valenza molto più incalzante, che è uscita dalla votazione
dell'assemblea generala dell'ONU sul parere della corte dell'AIA; lasciando perdere i voti fatti dai
vari paesi dell'area arabo islamica, il dato inequivocabile che ne esce è che tutti i 25 paesi facenti
parte dell'Unione Europea hanno votato contro il tracciato del muro. Questo è senz'ombra di dubbio
l'evidente risultato di accordi presi sotto banco per condannare per l'ennesima volta la politica che il
governo Israeliano conduce a difesa dei sui cittadini. I governanti europei, oramai legati a vincoli di
sudditanza e servilismo nei riguardi delle caste principesche mediorientali dispensatori di
petroldollari, stanno abbeverando il seme del razzismo e dell'antisemitismo a favore di un
internazionalismo religioso islamico totalitarista creando i presupposti per un ritorno alle barbarie
ed all'annientamento definitivo di tutte le conquiste civili della nostra storia. A proposito, a
conferma di tutto ciò ricordo che la stessa istituzione europea si è fatta garante di abbondanti
finanziamenti a gruppi terroristici del calibro di Hamas, che vivono esclusivamente per indottrinare
le nuove generazioni al martirio proprio come mezzo di rimozione della vita altrui. Un ultima cosa:
se veramente all'Unione Europea preme così tanto il diritto internazionale da farlo applicare a chi
non lo rispetta, qualcuno mi può spiegare come mai il Veneto, nazione storica delle più antiche
d'Europa che in TEORIA ha diritto al rispetto della propria identità nazionale e culturale e sempre
in TEORIA ha il diritto di conservare il proprio territorio con incluso il diritto imprescindibile e
inalienabile all'autodeterminazione e al potere decisionale di un proprio statuto politico in piena
libertà e senza alcuna ingerenza esterna come riconosciuto da divini organi di diritto, si trova ad
essere non teoricamente ma di fatto ridotto ad una semplice regione di uno stato antistorico e
artificiale sviluppatosi con l'inganno e l'occupazione militare di territori altrui? Forse lo stato
301
Italiano ha avuto mandato dalla corte dell'AIA (dato che e' un paese firmatario dei suoi principi) di
assoggettarsi il Veneto?
Luca Peroni
Vice Presidente del
Veneto Serenissimo Governo185
185 “Spirito Veneto”, 2004/3, p. 3.
302
SAR-EL
Migliaia di volontari di tutto il mondo soggiornano per 2 – 3 settimane nelle basi delle Forze di
Difesa Israeliane (IDF). Piegano paracaduti, oliano fucili, lavano pentole, aiutano in cucina e
alleggeriscono i compiti dei soldati israeliani.
Storia di un gruppo nato più di vent'anni fa. Sar-El (abbreviazione di Sherùt LeIsraèl, Servizio per
Israele) è nato nel 1983 all'indomani della guerra durante la quale vennero occupate le alture del
Golan. Ha sedi in 30 paesi e ha portato in Israele oltre 85 mila volontari da tutto il mondo. Il 6 per
cento dei quali ha deciso di trasferirsi definitivamente in Israele. Al programma possono
partecipare persone di tutte le età anche i non ebrei. A volte vengono chieste referenze da parte di
qualche esponente della comunità giudaica.
I volontari Sar-El nel 2003 sono stati in tutto 4.058. Di questi, 2.124 maschi e 1.934 femmine;
1.417 avevano meno di 25 anni; 703 erano nella fascia tra i 25 e i 45, 1.345 tra i 46 e i 65 e 593
avevano superato i 65 anni. E se la maggior parte dei volontari (3.545) del 2003 era di religione
ebraica, 513 erano non ebrei. Interessante anche la provenienza geografica. La maggior parte dei
volontari arrivava dalla Francia (1.161) e dagli Usa (1.178), 62 australiani, 370 russi e anche un
marocchino. Le informazioni si possono reperire sul sito www.sar-el.org.
Di seguito riportiamo due dichiarazioni di due volontari:
Daniela, un’italiana: “A volte sono critica con Israele, ma mi sembrava giusto venire qui a
testimoniare l'importanza che questo paese ha per me e conquistarmi il diritto a esprimere i miei
dubbi”.
Steve, ex militare americano:”Io voglio stabilirmi in Israele. Perché la guerra contro il terrorismo si
potrà vincere o perdere soltanto qui”.186
186 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 2, 4.
303
È MORTO IL TERRORISTA ARAFAT!
La morte di un terrorista non può essere motivo di dispiacere da parte dei Popoli che amano la pace
e ne difendono i loro interessi. Il terrorista Arafat ha commesso innumerevoli crimini contro
l’umanità, in particolare ha fatto soffrire la sua gente impedendole di avere uno Stato. Il terrorista
Arafat ha inoltre speculato, rubato, fatto sparire milioni di dollari mentre i palestinesi versavano e
versano in situazioni economiche precarie. Arafat invece di costruire case per la sua gente vendeva
a prezzo scontato il cemento agli Israeliani per la costruzione del muro.
È certo che Arafat non andrà in paradiso né troverà 70 vergini ad accoglierlo.
La morte del terrorista Abu Hamar sarà sicuramente l’elemento da cui partire per cercare una
risoluzione della questione mediorientale, in questo contesto non possiamo che giudicare con il
massimo disprezzo l’atteggiamento del governo francese di Chirac, il quale è coerente con la sua
morale fondante accogliendo il terrorista. Il padre della Francia moderna Napoleone I è stato un
criminale da fare invidia all’imperatore Bokassa I e al Feldmaresciallo Amin Dada. Napoleone I è
stato il carnefice d’Europa.
Va ricordato che la Francia è il ricettacolo di tutti i piccoli e grandi dittatori e terroristi del mondo.
Il Popolo Veneto e il suo Veneto Serenissimo Governo non potranno mai dimenticare che la
Francia ha depredato, ucciso e umiliato la Veneta Serenissima Repubblica. Mentre, sempre la
Francia, nel 1866 non ha mantenuto gli impegni liberamente sottoscritti che la impegnavano a
garantire la regolarità del Referendum sull’autodeterminazione del Veneto, dimostrando di essere
priva di dignità e onore.
Nessun terrorista potrà sfuggire al giudizio di Dio e della storia, e non ci sarà Francia che tenga che
potrà dargli rifugio.
Venezia, 11/11/2004
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia187
187 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 4.
304
RAPPORTI TRA VENETO SERENISSIMO GOVERNO E GLI STATI UNITI
D’AMERICA DALL’ELEZIONE DI GEORGE W. BUSH NEL 2000
ELEZIONE DI GEORGE W. BUSH
A PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Al Presidente degli Stati Uniti d’America
Casa Bianca - Washington D.C.
Il Veneto Serenissimo Governo, rappresentante del Popolo Veneto e erede della storia, delle
tradizioni e della cultura della millenaria Veneta Serenissima Repubblica, saluta e si complimenta
con George W. Bush 43° Presidente degli Stati Uniti d’America.
Il Veneto Serenissimo Governo Le augura un buon e proficuo lavoro negli interessi degli Stati
Uniti d’America, e dello sviluppo dell’amicizia e della collaborazione tra i popoli.
Il Veneto Serenissimo Governo auspica che si possano sviluppare proficui contatti tra l’esecutivo
degli Stati Uniti d’America e lo stesso Veneto Serenissimo Governo.
Il Veneto Serenissimo Governo è attualmente impegnato, con tutte le sue forze, a chiarire la
legittimità delle proprie richieste per rifare il referendum farsa del 1866, che aveva come oggetto
l’unione o meno del Veneto all’Italia.
Distinti saluti
Venezia, 28 novembre 2000 Per il Veneto Serenissimo Governo
Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia188
188 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
305
Valerio Serraglia189
INSEDIAMENTO DI GEORGE W. BUSH
COME PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Al Presidente degli Stati Uniti d’America
Casa Bianca - Washington D.C.
Signor Presidente George W. Bush,
il Veneto Serenissimo Governo continuatore della storia, cultura, tradizioni, valori della Veneta
Serenissima Repubblica e del Veneto Popolo porge a Lei i più sinceri auguri di buon lavoro per il
suo alto incarico. Certi che saprà ergersi a baluardo della libertà, e dei popoli che lottano in difesa
dei loro inalienabili diritti all’esistenza. In questo giorno di festa per Lei e il suo Paese ci
permettiamo di ricordare gli antichi legami di amicizia, rispetto, e collaborazione che intercorsero
tra gli allora nascenti Stati Uniti d’America e la Veneta Serenissima Repubblica. Questa amicizia
fu possibile, aldilà delle convenienze politiche ed economiche, per gli ideali di libertà che
animarono i padri fondatori della Vostra Nazione, che combaciarono con il senso di giustizia e
umanità che la Veneta Serenissima Repubblica aveva nei confronti dei popoli che governava.
Tristissimi eventi storico-politici portarono alla perdita della nostra indipendenza che durava da
oltre 1100 anni. Da quel tremendo giorno la nostra Veneta Patria e le popolazioni precipitarono in
un abisso senza fine di sciagure.
Il Veneto Serenissimo Governo con i Patrioti che lo sostengono è impegnato da anni con grandi
sacrifici a riscattare il Veneto dal suo attuale stato di inaudita sottomissione. Questa soggezione è
finalizzata a un preciso disegno etnocida, volto a far scomparire per sempre la nostra millenaria
civiltà. L’occupazione della Nostra Patria è avvenuta con l’inganno e la truffa, e non certo per
volontà popolare, nel 1866; ad opera dell’allora Regno di Sardegna e continuata dai vari regimi e
governi che si sono succeduti fino ad oggi.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede che il Veneto Popolo si possa esprimere in piena libertà
attraverso un referendum, per porre fine a questa gravissima illegalità. Che la vittoria riporti il
Veneto alla dignità di Nazione Storica d’Europa, contribuendo così come fece per secoli in passato
a rafforzare i valori in cui tutti noi ci riconosciamo.
A Lei e al suo Paese Distinti Saluti
Venezia, 18 gennaio ’01
Per il Veneto Serenissimo Governo
Ambasciatore plenipotenziario
189 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
306
SOLIDARIETÀ AL POPOLO AMERICANO
Alla cortese attenzione del Presidente George W. Bush
Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica Le esprime solidarietà, ed è vicino alle Popolazioni Statunitensi in questo
momento di grave attacco alle istituzioni degli USA, che ha creato innumerevoli lutti e disseminate
distruzioni.
Le chiediamo di trasmettere i nostri sentimenti alle Popolazioni del suo Paese.
Venezia, 11 settembre ’01
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
l'Ambasciatore
Valerio Serraglia190
190 “Spirito Veneto”, 2001/5, p. 6.
307
Al Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush
Il Veneto Serenissimo Governo è impegnato ad ottenere l'indipendenza della Veneta Serenissima
Repubblica attraverso il rifacimento del referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto
all'Italia.
Certi che comprenderete le ragioni del nostro impegno siamo disponibili ad un incontro per esporre
in maniera dettagliata il nostro programma.
Venezia, 1 luglio ’02
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L'Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia191
226° ANNIVERSARIO DELL'INDIPENDENZA
DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, nel 226° anniversario dell'Indipendenza degli Stati Uniti d'America,
augura al Popolo Statunitense la forza per la difesa delle proprie libertà e della propria
indipendenza.
Il Veneto Serenissimo Governo sottolinea i legami tra la Veneta Serenissima Repubblica e i
nascenti Stati Uniti d'America.
191 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
308
In questa titanica lotta il Veneto Serenissimo Governo e il Popolo Veneto sono e saranno
sempre al fianco del Popolo Americano e del Presidente Bush.
Venezia, 01/01/04 Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Luca Peroni
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia192
AUGURI DI BUON 2004 AL PRESIDENTE GEORGE W. BUSH
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della
Veneta Serenissima Repubblica, invia al Presidente Bush e a tutto il Popolo Statunitense i più
sentiti auguri di buon 2004.
Il Veneto Serenissimo Governo è grato al Presidente Bush per la decisione con cui ha
intrapreso una lotta senza quartiere contro il terrorismo, responsabile di tanti crimini nei confronti
dell’umanità.
192 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
309
SALUTI AL PRESIDENTE BUSH IN VISITA IN EUROPA
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizione della Veneta
Serenissima Repubblica, saluta la venuta del Presidente Bush in Europa, quale rappresentante del
Popolo Americano, per festeggiare insieme la liberazione dalla canaglia nazi-fascista.
Il Veneto Serenissimo Governo è consapevole che i valori degli alleati di allora sono gli stessi che
in questo momento vengono difesi in Irak, e ovunque ci sia la minaccia del terrorismo islamico.
L’unione di intenti per la libertà dei popoli oppressi unisce la Veneta Serenissima Repubblica e gli
USA fin dal XVIII secolo.
Il Veneto Serenissimo Governo ringrazia per l’enorme sacrificio del Popolo Americano, nella lotta
contro il terrorismo, e per la ferma e giusta direzione che il Presidente Bush ha dato, e si sente parte
integrante della coalizione che sta combattendo in Irak.
La lotta sarà lunga e complessa, e richiederà ulteriori sacrifici, ma essa è e sarà necessaria per
impedire la vittoria del male.
Il Veneto Serenissimo Governo auspica la costruzione di un fronte contro i comuni nemici, nello
spirito che ci ha guidati nella 2^ Guerra Mondiale.
Venezia, 29/05/2004
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia193
193 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
310
SALUTO AL PRESIDENTE G. W. BUSH IN VISITA ALLO STATO ITALIANO
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica si compiace e ringrazia per quanto detto dal presidente G. Bush nei giorni
04-05 giungo 2004, in occasione della commemorazione della liberazione di Roma. Il Veneto
Serenissimo Governo sottoscrive totalmente le sue elevate parole, e la sua intransigente volontà di
lottare contro il terrorismo islamico fino alla vittoria, come è avvenuto contro il nazifascismo e
contro l’U.R.S.S.
Il Veneto Serenissimo Governo si sente parte integrante di questa grande coalizione; nel contempo
ringrazia delle crescenti espressioni di simpatia e amicizia che sono intercorse tra la nascente
nazione Americana e la millenaria Veneta Serenissima Repubblica. Il popolo americano non potrà
mai dimenticare con quale amicizia e fraternità è stata ricevuta la sua delegazione dalla Veneta
Serenissima Repubblica.
Venezia, 06/06/2004
W l’amicizia Veneto-Americana
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia194
194 “Spirito Veneto”, 2004/3, p. 4.
311
VENETI
VOTATE PER GEORGE W. BUSH
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta
Serenissima Repubblica, alla luce delle prossime elezioni presidenziali statunitensi ritiene doveroso
prendere posizione.
L’unione di intenti per la libertà dei popoli oppressi unisce la Veneta Serenissima Repubblica e gli
USA fin dal XVIII secolo, e il Veneto Serenissimo Governo vede nel Presidente Bush uno dei
maggiori portabandiera del bene nella lotta contro il male.
Il Veneto Serenissimo Governo è grato al Presidente Bush per la decisione con cui ha intrapreso
una lotta senza quartiere contro il terrorismo, responsabile di tanti crimini nei confronti
dell’umanità.
In questa titanica lotta il Veneto Serenissimo Governo e il Popolo Veneto sono e saranno sempre al
fianco del Popolo Americano e del Presidente Bush.
Il Veneto Serenissimo Governo a fronte di quanto ha fatto il Presidente Bush per il mondo libero
invita tutti i Veneti che hanno cittadinanza statunitense a rinnovare la fiducia al Presidente Bush
alle prossime elezioni presidenziali. La vittoria di George W. Bush sarà una vittoria della cristianità
contro il terrorismo islamico e ciò potrà permettere al Popolo Veneto di vedere realizzato il proprio
diritto all’autodeterminazione.
Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luigi Massimo Faccia195
195 “Spirito Veneto”, 2004/3, p. 4.
312
La crociata deve continuare; il compito di noi europei, con l’aiuto del Presidente Bush, è di lottare
senza tregua contro le quinte colonne dell’asse del male: Zapatero, Chirac, Schroeder, Prodi.
Condizione essenziale per la vittoria contro il Male.
Il Veneto Serenissimo Governo ribadisce, se ce ne fosse bisogno, che ha fatto, fa e farà sempre il
proprio dovere, seguendo gli insegnamenti degli immortali eroi della Veneta Serenissima
Repubblica, al fianco dei nostri amici.
ELEZIONI USA 2004
LETTERA APERTA DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
AL PRESIDENTE GEORGE W. BUSH
Dio ha salvato l’America!
Adesso bisogna andare avanti, senza paura e senza tentennamenti, sulla strada tracciata dal
Presidente Bush.
L’Arcangelo Gabriele, San Marco e il Beato Marco d’Aviano hanno accolto le preghiere del
Veneto Serenissimo Governo, e hanno guidato gli americani nelle loro scelte. Tutto sembrava
perduto, sia in queste elezioni, sia nelle precedenti; il Veneto Serenissimo Governo erede e
continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta Serenissima Repubblica ricorda a tutti
che non esiste mai l’ultima spiaggia, ma la penultima. Il Presidente George W. Bush ha una grossa
responsabilità: continuare la lotta che ha giurato di perseguire.
I Popoli giudaico-cristiani devono stringersi attorno a questo Presidente, così come si sono stretti
attorno a Pio V, Giovanni d’Austria e Sebastiano Venier a Lepanto, e a Vienna attorno a Sobiesky,
Innocenzo XI e Marco d’Aviano.
Che l’Arcangelo Gabriele, San Marco e Marco d’Aviano proteggano gli Americani e i Veneti.
Venezia, 5/11/2004
Per il Veneto Serenissimo Governo
L’Ambasciatore Plenipotenziario
Valerio Serraglia196
196 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 4.
313
323
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326
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- Lotta – Creatività – Azione diretta
- Austro-Veneti contro italiani alla battaglia di Lissa (1866)
IL VENETO, VENEZIA E LA VENETA COSTITUZIONE
p. 315
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362
363
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Introduzione
Nota ai testi
Documenti:
I progetti di società del Veneto Serenissimo Governo:
- Manifesto politico
L’istruzione e i giovani:
- La scuola: è giunto il tempo di ribellarsi
- Consulta giovanile veneta- l’identità veneta e i giovani
Il doge:
- 16 aprile: festa nazionale veneta
- L’elezione del Doge
L’economia, il territorio e lo sviluppo veneto:
- Dobbiamo fare i conti con un territorio che non è infinito
- Imperial-globalismo nemico del Veneto e produttore di nuovi schiavi
- La “mucca pazza” e l’economia agricola veneta
- Lettera aperta agli imprenditori veneti
- Il degrado veneto
- A proposito della visita di Ciampi in Cina
Il Mito Veneto:
- Sadowa 1866: lettera del ten. Garbin
- Le antiche radici della religiosità veneta. Sua funzione di preservazione della
identità di un Popolo
- Uno spirito che non muore: la continuità della civiltà veneta
- La Lega di Cambray
- La dedizione di Verona alla Serenissima
- Figlie della Patria: il ruolo della donna veneta attraverso i secoli
- Le fallacie ufficiali. Dalla pax romana alla spuria "pace italiana"
Il Veneto e l’Italia:
- Troviamoci tutti per commemorare il Martirio degli Immortali Eroi del Grappa
- I crimini contro l’umanità dello stato italiano in Istria, Dalmazia e Quarnaro
- Italia 1861-2004, 138 anni di fallimenti continui.Bisogna aver il coraggio civile di
dire basta
- Sud-est Asiatico: chi deve coordinare gli aiuti?
314
- Capo III: istituzioni della Veneta Serenissima Repubblica – Potere Esecutivo
- Capo IV: istituzioni della Veneta Serenissima Repubblica – Potere Giudiziario
369
369
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La proposta del Veneto Serenissimo Governo: timocrazia
- Timocrazia
- Timocrazia: la creazione del governo ideale
La Veneta Costituzione:
- Prefazione
- Dichiarazione della Veneta Indipendenza
- Parte prima: I fondamenti
- Capo I: cultura veneta - tradizioni - storia
- Capo II: economia - finanza - sviluppo dell’industria
- Capo III: politica sociale e sanitaria
- Capo IV: politica del territorio - ecologia
- Capo V: difesa - sicurezza - rapporti internazionali
- Capo VI: religione
- Parte seconda: L’organizzazione dello Stato
- Capo I: organizzazione territoriale
- Capo II: istituzioni della Veneta Serenissima Repubblica – Potere Legislativo
315
INTRODUZIONE
Il Veneto Serenissimo Governo si sviluppa negli anni novanta del XX secolo, in un mondo
che ha appena superato la guerra fredda e la divisione in due blocchi contrapposti, i quali
proponevano modelli di vita ed economici antitetici. In questi mutati scenari diveniva utile
prendere una posizione riguardo che tipo di società si sarebbe voluto proporre al Veneto e alla sua
gente. L’affrontare le dinamiche che avrebbero potuto manifestarsi alla realizzazione di un Veneto
non occupato dall’Italia si trasformava in una necessità. Quindi, in che modo la geopolitica veneta
passata e presente poteva caratterizzare un ideale di società per il domani?
Mito, storia e ideale sono i fili che si intrecciano nelle analisi e negli studi portati avanti dal
Veneto Serenissimo Governo.
Cosa proporre che non fosse esclusivamente una semplice e pura trascrizione di quella che
era la Repubblica dei Dogi? La ricerca del “sole dell’avvenire” è propria di ogni movimento che
vuole mutare lo status quo e ciò vale anche per il Veneto Serenissimo Governo. Il porsi come
obbiettivo un’organizzazione statuale futura che scardinava le normali concezioni di Stato era ciò a
cui mirava il VSG. Questo riuscì a forgiare il mito che iconizzò il Veneto Serenissimo Governo
come “erede e continuatore della storia, tradizioni e cultura della Veneta Serenissima Repubblica”.
Il passato narrato dal Veneto Serenissimo Governo, il quale molte volte volutamente
sconfina con l’epica e con il mito, è l’arma principale per destare la coscienze delle genti venete, e
per spingerle a riconquistare il loro “libero arbitrio”. Un “libero arbitrio” che la storia ha scritto nel
“DNA della terra veneta”.
Era ed è necessario per il VSG far riscoprire alla gente veneta la propria dignità di
appartenere ad una Patria che può lottare per l’autodeterminazione. Non un popolo di serie B, ma
bensì un popolo che ha pari dignità rispetto agli altri.
Perciò l’icona della Serenissima Repubblica che durò 1200 anni è il volano per creare una
nuova società, in cui la ricerca della felicità non sia solo l’obbiettivo di tutti, ma sia anche una meta
che il Veneto Serenissimo Governo si auspica di realizzare. Non solo, anche la società paleoveneta
e la sua organizzazione vengono studiate per trovare spunti nuovi per il futuro.
Per il Veneto Serenissimo Governo era necessario darsi e dare leggi morali che regolino il
vivere comune. Leggi morali fondate nelle radici ebraico cristiane della società veneta ed europea.
Creare una consapevolezza nelle persone che per la realizzazione di un nuovo Stato, qualsiasi esso
sia, non è sufficiente indire un referendum ma è necessario cominciare a pensare in modo diverso,
ossia in un modo non egoistico, ma solidale all’interno della società.
Sin dalla sua costituzione il Veneto Serenissimo Governo ha in ogni momento lavorato per
porre la basi della futura Repubblica Veneta; ha cercato di interpretare le aspettative della gente
veneta, ma ha anche fatto proposte innovative per superare il concetto di democrazia giacobina
uscito dalla rivoluzione francese ed esportato in Europa da Napoleone.
316
Volendo cambiare la società attuale, è stato necessario affrontare le tematiche
dell’economia, della scuola, dell’ambiente, ossia come avere uno sviluppo della società a misura
d’uomo, anche conforme alla natura e all’ambiente che lo circonda. La crescita dell’uomo non deve
essere invasiva rispetto alla natura, ma in armonia con essa: è da questo concetto basilare che si
muove il VSG.
Il Veneto Serenissimo Governo vuole proporre uno stato aureo in cui ogni idea liberale e
democratica trovi asilo. Nuovi modi di coesistere e nuovi modelli di organizzazione sociale
possono trovare libera sperimentazione nel Veneto futuro. Indubbiamente non si vuole proporre un
dorato isolazionismo rispetto al resto del mondo, ma uno stato moderno integrato con le altre
nazioni dove sia possibile saggiare nuovi modelli di sperimentazione etica della società. Ovvero un
grande laboratorio sociale, una “città del sole” in cui proporre il concetto di timocrazia come
organo motore dello Stato. Uno Stato basato sulla “partecipazione alla vita politica dei soli cittadini
meritevoli di pubblica stima”. Dato il superamento della classica divisione in partiti e delle elezioni
partitiche, ogni organizzazione sociale e territoriale per il Veneto Serenissimo Governo dovrà
stabilire autonomamente i propri rappresentanti che collaboreranno al governo della Nazione.
Quello del governo timocratico è l’obbiettivo ultimo, l’ideale a cui aspirare, non un
obbiettivo statico ed immutabile, ma un canovaccio su cui ragionare per creare una società
migliore. Questo modello di vivere comune è esplicato nella “Veneta Costituzione” (approvata il 7
ottobre 2004). La costituzione proposta non vuole essere esclusivamente un insieme di norme, ma
un insieme di direttive morali che facilitino il vivere comune. Vengono proposte a base
dell’organizzazione statuaria le singola comunità, che decidono autonomamente le proprie regole di
governo e di conseguenza le regole di governo della nazione.
L’adesione delle singole comunità alla Veneta Serenissima Repubblica dovrà essere
volontaria. Implicitamente si vuole applicare il diritto di autodeterminazione ad ogni singola
comunità appartenente al nascituro stato. Questo modello di costituzione vuole essere così anche
una proposta per il superamento delle convenzioni attuali su cui si basano gli stati: non più obbligo
di appartenenza, ma scelta volontaria basata su un rapporto contrattualistico con l’istituzione a cui
si decide di aderire. Uno nazione “comunalista” che si oppone a qualsiasi deriva accentratrice dello
Stato. Non più un sistema oligarchico dei nobili, ma una oligarchia dei comuni e delle forze attive
dello stato (sia intellettuali che produttive).
Il Veneto Serenissimo Governo, nella sua enumerazione di regole di convivenza per una
società ideale, vuole porsi come primo responsabile dell’azione futura di quel movimento di idee
che è in tensione verso la realizzazione del bene comune. Sì, il Veneto Serenissimo Governo ha
proposto un’utopia (il paradiso non è di questa terra), ma l’ha concepita con l’intento di fare in
modo che le differenze sociali (sotto tutti i punti di vista) diminuiscano. Nei suoi studi non si è
fermato nel dire che il bene è un’utopia, ma ha lavorato per vedere se la strada verso un qualcosa di
meglio rispetto all’oggi sia possibile.
317
Il VSG ha chiarito che la sua idea non è uno Stato imperiale con l’obbiettivo di ricostruire
un grande Veneto che vada dal Mar Nero fino alla periferia di Milano, ma uno Stato che rispetti le
particolarità, non prescindendo dalle nuove realtà politiche di fine XX secolo (ad es. Croazia e
Slovenia). A differenza di vari movimenti venetisti e nazionalisti italiani il Veneto Serenissimo
Governo non va affermando che dove esiste un Leone di San Marco là è Veneto197, anzi va
sostenendo che è importante ricordare la presenza della Serenissima, ma senza alcun desiderio
revanscista.
Il Veneto Serenissimo Governo nel redigere la costituzione restituisce i diritti storici a quei
veneti che per necessità (fame e miseria) sono stati costretti ad abbandonare il Veneto; di qui il
proposito di stilare una legge di rientro dei “Veneti della diaspora”. Il Veneto deve essere la Patria
di tutti i veneti dispersi nel mondo.
La politica di muovere le coscienze per creare uno Stato diverso e una coscienza veneta
passa anche attraverso l’analizzare i mezzi formativi da proporre ai giovani veneti. Il ricordare la
storia patria veneta è importante, perché dal proprio passato le future generazioni venete possano
stabilire gli insegnamenti su cui basarsi, ma anche gli errori da non ripetere. Una scuola che guardi
al futuro: essendo organica e propositiva rispetto a quello che una nuova economia veneta possa
richiedere. Una scuola dove venga riscoperto il veneto come lingua propria e non come un’ulteriore
lingua straniera artefatta e che autoghettizzi. Non solo la lingua veneta viene vista come mezzo di
comunicazione, ma anche ogni altra lingua (in primis italiano e inglese) avrà pari dignità nel
Veneto futuro per il VSG.
Il Veneto nelle varie proposte stilate non vuole essere uno stato militarizzato, ma vuole
costruire la coscienza di popolo in armi, in cui lo stato è in mano al popolo che è pronto a
difenderlo in caso di necessità. A sostegno di ciò il Veneto Serenissimo Governo si sente anche
erede dell’ideale che guidò la lotta di liberazione contro il nazifascismo. In diverse prese di
posizione vengono così evidenziati quei momenti in cui il popolo ha difeso con indomito eroismo
la propria terra e non l’Italia.
Oltre alle leggi morali e di convenienza fin qui enumerate, il Veneto Serenissimo Governo
“si riconosce nei valori giudeo-cristiani del Veneto Popolo”, ma nel contempo “riconosce, secondo
le tradizioni, la libertà di culto”. Una libertà di culto che non può essere in ogni caso in antitesi alle
libertà personali enunciate in tutta la costituzione.
Quello che si sintetizza nei documenti, che tuttora investono il dibattito interno del Veneto
Serenissimo Governo, riguardanti il futuro che si vorrebbe dare allo Stato Veneto evidenzia la
necessità di basarsi sulla storia veneta, nella consapevolezza che essa non può essere l’unico
motore dell’agire. Lo studiare gli altri modelli di stato sia che si siano realizzati, sia che siano
rimasti sulla carta diviene fondamentale. L’avvalersi di consulenze di analisti esterni permette al
197 In questo frangente il Veneto Serenissimo Governo vuole fare una netta distinzione rispetto a quanto affermò Sua Eccellenza Benito Mussolini.
318
Veneto Serenissimo Governo di comparare le dinamiche mondiali (flussi economici, progetti
statuali, ecc.) da un punto di vista diverso dal proprio.
Il ragionare da governo emerge anche nel frangente dello sviluppo di proposte statuali.
Come inquadrare un futuro Veneto indipendente nel mondo del XXI secolo? Essere all’interno del
mercato globale come protagonista o in modo succube? Come cercare di integrare con l’economia
capitalista un’economia interna che possa essere innovativa? È proponibile proporsi come esempio
organizzativo statuale da seguire?
Questi sono gli interrogativi emersi dall’analisi e dalla discussione interna
all’organizzazione. Gli strumenti usati per determinare ogni futura azione sono: il materialismo
storico, attraverso la costante analisi della società e di che cosa ha prodotto la materia ovvero i fatti,
nella storia; e il materialismo dialettico con cui, dopo le osservazioni sulla società, elaborare le
possibili strategie da effettuare. Attraverso questi strumenti di analisi, oltre a decidere quali saranno
i passi da affrontare, si vuole opporsi ad un modo di pensare basato sulla metafisica e
sull’idealismo puro e semplice. Qualsiasi studio deve avere alla sua base una riflessione sull’oggi,
in cui le contraddizioni del mondo non vengono valutate procedendo in modo fideistico, ma
rispetto ai continui mutamenti sociali che si pongono dinnanzi a chi li studia.
Concludendo, questo vuole fare il Veneto Serenissimo Governo: porsi un obbiettivo
massimo rappresentato dalla “Veneta Costituzione”, ed adoperarsi continuamente attraverso
l’analisi scientifica della società per fare in modo che l’azione tenda sempre alla realizzazione
dell’ideale.
319
NOTA AI TESTI
Documenti e informazioni che si presentano in questa sezione mi sono stati concessi dal
Veneto Serenissimo Governo, attingendo documentazione sia pubblica che riservata dall’archivio
storico del Veneto Serenissimo Governo messo a mia disposizione dal Cancelliere del Veneto
Serenissimo Governo Andrea Viviani; altro dai numeri di “Spirito Veneto” (organo Ufficiale del
Veneto Serenissimo Governo, con recapito c.p. 64 - 36022- Cassola –VI); e infine, altri ancora
dalle informazioni presenti nel sito internet del VSG www.serenissimogoverno.org .
320
Quindi si ribadisce il <diritto di secedere> ed il <diritto di resistere> sono le due essenziali facoltà
pre – politiche su cui si fondano tutti i sistemi istituzionali in quanto tali.
In questo contesto il V.S.G. chiama il popolo Veneto all’interno dei suoi confini e i Veneti della
“diaspora” alla mobilitazione per rifare il referendum del 1866 e poter quindi raggiungere i nostri
obiettivi storici.198
I PROGETTI DI SOCIETÀ DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
MANIFESTO POLITICO
Il Veneto Serenissimo Governo in collaborazione con tutte le organizzazioni venete è alla testa del
nostro popolo che liberamente si riconosce nel diritto all’indipendenza, si pone il compito di
costruire un’Europa confederata di etnie e popoli:
- nel pieno rispetto reciproco e con la solidarietà diretta tra tutti popoli del continente, quindi tra
il Veneto e ogni altro popolo europeo;
- per l’attuazione integrale nel Veneto come nel resto d’Europa del trattato di Helsinki;
- per il rispetto, l’amore e la difesa della terra dei nostri padri con la conseguente opposizione ad
ogni forma di nazionalismo, totalitarismo, colonialismo e neo-imperialismo;
- per lo sviluppo dei vincoli di fratellanza ed amicizia con tutte le popolazioni contermini di
comuni radici storiche, culturali al di sopra dei vecchi e nuovi confini;
- promovendo iniziative politiche, culturali, economiche atte ad integrare e consolidare i vincoli
di cui al punto precedente, allo scopo di perseguire uno sviluppo politico, sociale ed economico
che valorizzi le particolarità produttive territoriali, in una economia libera ove le capacità
produttive ed imprenditoriali possono trovare spazio e riconoscimento;
- proporre un grande spazio europeo (una nuova patria in cui si riconoscano i popoli e le etnie
che lo costituiscano come tessere di un unico mosaico).
Per quanto concerno il Veneto il V.S.G. riconosce il diritto dei Popoli Cimbro e Ladino di vivere ed
ad autodeterminarsi all’interno delle loro terre storiche (una commissione mista Veneto – Cimbra e
Veneto – Ladina lo stabilirà). Ovviamente senza alcun tipo di referendum il quale sarebbe
comunque falsato dal colonialismo subito da queste etnie.
In questo contesto la libertà della Veneta Nazione dovrà essere garantita da strutture indipendenti
anche a livello delle forze armate che dovranno coinvolgere tutto il popolo (vedi modello svizzero).
E’ contrario agli interessi della Veneta Nazione qualsiasi esercito volontario (mercenario).
Dobbiamo opporci a qualsiasi intervento da parte di qualunque entità, ONU compreso, nel nostro
territorio. Senza il nostro (Veneto) benestare.
198 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, 15/06/1998.
321
LOTTA - CREATIVITÀ - AZIONE DIRETTA
Come si pretende che un cittadino divenuto legislatore, ossia privilegiato, non si getti senza
guardare in faccia a nessuno nel partito dei privilegiati, dei monopoli e di conseguenza
dell’immobilismo, riducendo al silenzio tutti coloro che essi sopraffanno? Questo è il presupposto
che ci fa capire senza ombra di dubbio che il regime elettorale com’è tuttora non è altro che un
modo inventato da chi è al potere per rimanerci. Il regime rappresentativo produce solo un’altra
forma di aristocrazia, l’unica via per uscire da questo meccanismo perverso è quello dell’esercizio
diretto della sovranità del popolo per il popolo.
Chi decide di partecipare al gioco elettorale (perché solo di un gioco si tratta, una droga per il
popolo) è costretto a mediare con tutti per ottenere, a qualunque costo e con qualunque mezzo,
qualche voto che gli consentirà di entrare nella stanza delle careghe. A chi proveniente dal popolo
avrà la sfortuna di entrare nei palazzi è avvertito, perché la sua entrata nell’ambito legislativo è
consentita solo per il motivo che la classe dominante è sicura di averlo in pugno e di poterlo
manovrare per i propri meschini interessi di potere economico.
Il mito che molti movimenti qui in Veneto si danno è quello di raggiungere il consiglio regionale o
qualsiasi altra carica elettiva per poter cambiare qualcosa, loro oltre a non cambiare niente
diverranno i prezzolati e consapevoli secondini del regime che ci opprime, solo qualche movimento
d’avanguardia è riuscito a liberarsi completamente dalla “droga elettorale”. Chiunque non è più
dipendente dall’elettoralismo è represso sia dai Kapò veneti, sia da chi manovra il potere, perché
non controllabile dai meccanismi di repressione (perché le elezioni per chi vi partecipa come
elettore o come candidato non sono altro che un’arma di repressione).
Il problema che chi partecipa alle elezioni fa finta di non capire è che i mali derivano dal
meccanismo governativo e non dagli uomini di governo. Nel sistema elettorale manca il concetto di
onestà contrattuale tra l’eletto e l’elettore, infatti dopo essere eletto il consigliere non può più essere
rimosso dal proprio elettore.
L’unico modo per passare oltre l’attuale sistema di governo, che è ormai morente, è quello di
trovare una nuova forma amministrativa della società, di cui troviamo le premesse nella storia della
Repubblica Serenissima: si deve tornare al Comune come base della società, quindi arrivare ad uno
stato in cui i liberi comuni si associno. Ma il motore del comune deve essere l’azione diretta del
popolo che man mano sorgano i problemi si esprima liberamente prendendo autonomamente e
senza alcuna delega le proprie decisioni. Bisogna creare in ogni comune il proprio centro di
consapevolezza comunalista contro l’accentramento dello Stato. Perché minore sarà l’autorità di
ciascun individuo o ente in rapporto con gli altri individui e enti, e maggiore sarà la possibilità di
difendersi contro qualsiasi tentativo di sopraffazione nei propri confronti.
Il problema gravoso emerge quando alla società comunista delle piccole patrie si oppone un
sistema globalista, come quello che oggi ha in mano i monopoli dell’economia. Questo non deve
farci temere, perché quando il popolo conquisterà il libero arbitrio, e non più delegherà a nessuno le
322
proprie decisioni di interesse vitale, saprà opporre la propria volontà a quella delle potenze ostili
come successe ai tempi della Repubblica Serenissima durante la Lega di Cambray (in cui la forza
del popolo marciano fece resistere la Repubblica dalla guerra scatenata contro di essa dagli stati di
mezza Europa). La difesa dello Stato in base a questo deve rimanere al popolo e non delegata ad
eserciti mercenari: questo è un elemento fondante della pace tra i popoli, perché soltanto da un
popolo che vedesse nella guerra l’unica via della propria salvezza contro un’aggressione sarebbe
possibile ottenere quello slancio guerresco tipico di chi lotta per la sopravvivenza.
La persona libera non ha alcuna necessità di delegare a chicchessia le proprie decisioni, ognuno
deve rimanere in possesso del proprio libero arbitrio, altrimenti non si arriverà mai ad una società
di uomini e donne liberi ma si continuerà ad avere un susseguirsi di dittature.
Demetrio Serraglia199
199 “Spirito Veneto”, 2000/2, p. 8.
323
Ecco gli obbiettivi:
1) una scuola che affondi le sue radici nella cultura del nostro popolo;
2) che sia introdotta la lingua veneta in ogni ordine e grado di scuola;
3) che le materie di studio siano legate alla nostra società e non al globalismo che imperversa
nel mondo;
L’ISTRUZIONE E I GIOVANI
LA SCUOLA: È GIUNTO IL TEMPO DI RIBELLARSI
È giunto il tempo di rendere consapevoli tutti gli studenti di come i rappresentanti d’istituto,
quando sono eletti, sono impossibilitati di agire e di portare avanti le richieste di noi studenti con
sufficiente forza.
I nostri rappresentanti quando saranno eletti avranno le mani legate dall’apparato burocratico che fa
sì che la scuola non riesca mai ad essere al passo con i tempi.
Denunciamo che la scuola non mette a disposizione gli spazi adeguati a riunire in assemblea il
popolo studentesco, perché a nostro avviso tra gli studenti è necessaria una democrazia
assembleare, dove si possano discutere tutte le problematiche che riguardano la scuola e la società;
non vogliamo una democrazia dove si deleghi, formando così comitati studenteschi allargati o
ristretti dove si prendono decisioni pilotate da pochi studenti (spesso sotto l’influenza dei
professori) che dovrebbero “rappresentare” i loro colleghi, ma che in realtà rappresentano solo i
propri interessi e aspirazioni di favore.
L’apparato elettoralistico della scuola è funzionale ovviamente ad uno stato che si rifà all’oppio
delle elezioni per mantenere il potere.
Indistintamente giovani o vecchi cambiano la società, ma è ovvio che chi è stato meno a contatto
con questo stato corrotto e corruttore ha più facilità di cambiare questa situazione perché meno
legato a miseri interessi di potere.
Per fare questo è fondamentale non riformare la scuola ma rifondarla. Il Veneto non deve solo
rivolgersi ad una scuola di tipo tecnico professionale per soddisfare esclusivamente interessi di
carattere economico, è necessario che noi ragazzi riscopriamo la storia e la cultura veneta
riportandoci così ad amare la nostra Terra ed i nostri Avi.
4) che la scuola supporti un terziario avanzato;
5) che nelle scuole sia insegnata la cultura e le lingue dei paesi a noi vicini, in modo da
sviluppare un proficuo rapporto di interscambio;
6) dar vita ad un grande laboratorio di ricerca libera per uno sviluppo ai massimi livelli della
cultura umanistica, scientifica e tecnologica.
Uno stato che voglia essere al passo con i tempi deve prendere in esame questi aspetti
fondamentali della società.
324
È ovvio che prima di modificare la scuola è necessario cambiare lo stato attuale delle cose
riaffermando il libero arbitrio dei Veneti.
Noi studenti non possiamo accettare di usufruire dei mezzi messi a disposizione da questo stato, tra
cui i decreti delegati in materia di rappresentanza studentesca, fino a quando non si sarà stabilito se
il Veneto non sia mai entrato in Italia. Dobbiamo muoverci con tutte le nostre forze per
riconquistare la nostra storia e cultura che l’occupazione italiana ci ha tolto.
Consulta Giovanile Veneta200
200 “Spirito Veneto”, 2000/3, p. 2.
325
CONSULTA GIOVANILE VENETA: L’IDENTITA’ VENETA E I GIOVANI
Quanti anni fa il Veneto è stato annesso all’Italia? Quanto è durata la Serenissima Repubblica? Chi
erano i Dogi? Lo avrete capito, si parla di cultura veneta. Ma non sono le domande di uno dei mille
telequiz che quotidianamente offendono la nostra intelligenza, ma il punto di partenza di questa
riflessione.
Vogliamo riflettere su quello che i giovani, nostri coetanei, pensano della Terra in cui vivono.
Purtroppo il quadro che ne abbiamo ricavato, com'è facile immaginare, è sconfortante: basta parlare
con un qualunque ragazzo per capire come le nostre origini siano ormai avvolte nella nebbia…
Parlare veneto? No, ormai non si può più, è “da grezzo”, da contadini. Un bel piatto di “poenta e
osei”? Scherziamo! Meglio un bell’hamburgher, magari da Mc Donald’s.. Le nostre tradizioni, usi,
costumi? No, ora la moda impone solo feste “etniche”, dalle scenografie esotiche.
Ma se passiamo oltre le apparenze e scaviamo fino alle cause di tutto ciò capiamo che la colpa non
è tutta sulle spalle dei più giovani; e il primo imputato, evidentemente, è la scuola: tutte le materie,
trasversalmente. Solo pochi accenni ad elementi culturali locali. Senza voler sembrare i soliti
ignoranti che non vogliono studiare greci e romani, indispensabili, a loro dire, per capire l’attuale -
presunta- democrazia, pensiamo francamente che Venezia non sia stata solo una delle Repubbliche
Marinare, ma tuttavia oggigiorno gli studenti sono portati a pensarlo.
E che dire del ruolo dei mass media? Nei film, i veneti sono raffigurati sempre come “brava gente
laboriosa e un po’ cretina, attendenti idioti e fedeli, alpini ubriaconi, servette stupidelle […] con
l’abitudine di rispondere, se interpellati, ‘comandi’(Alvise Zorzi, S.Marco per sempre)”.
Un po’ offensivo, no?!
Come appare chiaro, non esiste una soluzione immediata a tutto ciò, non c’è una magica medicina
che come per incanto risvegli tutti da un torpore datoci dal Grande Fratello e compagnia bella.
Ma molto può e deve essere fatto. Innanzitutto informazione alternativa, al di fuori delle scuole,
perché non possiamo pensare a lotte epiche per cambiare il sistema da dentro, non cerchiamo una
battaglia contro i mulini a vento, le riforme scolastiche non riescono neppure ai politici che i mezzi
per farle li hanno. Noi cerchiamo risultati concreti attraverso l'organizzazione di incontri per
rimettere in discussione la cosiddetta "storia ufficiale".
Certo, a questi incontri non saremo in tanti non ci illudiamo, perché magari a molti non interessano
le proprie radici, e sentire qualcuno che gliene parla lo annoia pure, ma siamo convinti che a molti
altri potrebbero aprirsi gli occhi su cose che prima ignoravano. Ed è proprio a quelli che vogliamo
arrivare. Con tutti i mezzi e l’impegno possibili.
Consulta Giovanile Veneta201
201 “Spirito Veneto”, 2002/2, p. 3.
326
IL DOGE
16 APRILE: FESTA NAZIONALE VENETA
Il 15 aprile del 1355 era la data fissata per il colpo di stato organizzato dal Doge Marino Falier, per
trasformare la Repubblica Serenissima in un dominio personale.
Per decreto del Consiglio dei Dieci il 16 aprile, giorno in cui era stata sventata la congiura, divenne
festa nazionale, santificata con una solenne processione a San Isidoro, da ritenersi “cerimonia
molto utile per ricordare ai Dogi di non doversi mai riguardare come signori di Venezia, ma
soltanto come capi della Repubblica, anzi come primi servi onorificati di essa, e sottomessi alle
medesime leggi di ogni altro cittadino”. Sempre per il decreto del Consiglio dei Dieci, il luogo
della parete della sala del Maggior Consiglio, dove avrebbe trovato posto la sua immagine, fu
dipinto di azzurro con la seguente scritta a lettere bianche:
HIC FUIT LOCUS FALETRI DECAPITATI PRO CRIMINE PRODITIONIS.
Dopo l’incendio del Palazzo Ducale del 1577 vi fu messo un drappo nero con la scritta leggermente
diversa:
HIC EST LOCUS MARINI FALETRI DECAPITATI PRO CRIMINIBUS.
Perché ricordare questo a più di 600 anni? Il tutto potrebbe sembrare esclusivamente un fatto
storico non legato con il presente, invece si propone in maniera dirompente dopo queste elezioni
regionali. La corretta posizione rispetto a queste elezioni era il non voto, come ha giustamente
sostenuto il Veneto Serenissimo Governo, invece le forze cosiddette venetiste hanno tentato di
barattare il Veneto con qualche posizione di potere; però questo non è avvenuto.
Questa del 16 aprile ’00 è una grande vittoria rispetto a chi tenta di usare il Veneto solo per i propri
fini personali. L’unica via è di gettare nella pattumiera della storia i miraggi elettoralistici e
impegnarsi per ridare ai Veneti il proprio libero arbitrio mettendosi al servizio del Veneto
Serenissimo Governo, quale unico erede delle tradizioni di libertà della Veneta Serenissima
Repubblica, lavorando per la realizzazione della sua linea politica emersa dal Terzo Congresso (il
rifacimento del Referendum del 1866).
Demetrio Serraglia202
202 “Spirito Veneto”, 2000/3, p. 4.
327
L'ELEZIONE DEL DOGE
Nel momento in cui l'entroterra fu devastato dai Barbari, le tribù Venete si unirono tutte nella
laguna plasmando la loro capitale futura. La V.S.R. durò quasi tredici secoli e nel suo pieno
splendore avrà la forza di sostenere guerre sanguinose ed estenuanti con quasi tutti gli altri stati che
fra il XIV e il XVII secolo fecero "la storia del mondo". Quando per mano straniera cadde, era lo
stato più antico del mondo. Arrigo Pecchioli scrive: "nulla è paragonabile alle istituzioni della
repubblica del leone: le sue navi, i suoi soldati, i suoi diplomatici, i suoi giudici e funzionari
furono, come i Dogi, quanto la storia dei popoli conoscono di più retto ed esemplare. La
Serenissima ebbe sin dall'inizio una chiara impronta governativa popolare. I Magistrati popolari (o
Tribuni) venivano eletti dalle varie assemblee degli abitanti che in gravi circostanze si riunivano in
un assemblea generale chiamata "Concione" o "Arengo" nelle quali risiedeva la vera sovranità.
Con il mutare dei tempi, le colonie Venete, spinte dal rapido progresso e dai vari cambiamenti
interni ed esterni ai suoi confini, andrà piano piano e senza rivoluzione alcuna ad attualizzare le sue
istituzioni creando quell'insieme di ordinamenti cosi ben congeniati da permettere alla V.S.R.
stessa di rigenerarsi ogni qual volta i tempi lo richiedessero. Di tutte le cariche della repubblica, la
più simbolica era quella del Doge, unica ad essere a vita. Da principio il Doge nasce come capo
militare eletto direttamente dal popolo; il suo potere fu sempre limitato e via via che le istituzioni
Venete presero forma, diminuì sempre più fino a diventare un vero e proprio schiavo della
repubblica. In lui si incarnava lo spirito dello stato Veneto, la sua magnificenza doveva essere
assoluta. Il primo Magistrato della Serenissima era talmente limitato che gli era praticamente
impossibile qualsiasi manipolazione dei meccanismi costituzionali a suo vantaggio. "Era partecipe
d'ufficio a tutte le assemblee decisionali della Serenissima, eppure condannato ad ogni sorta di
limitazioni riguardanti l'intera sua famiglia e costretto a chiedere il permesso di assentarsi, fosse
pure per qualche ora." (Alvise Zorzi). L'elezione del Doge, poi, era una questione complicatissima,
giacché, ad evitare il più possibile brogli e voti di scambio, la procedura, ideata da Ruggero Zorzi
capo del consiglio dei quaranta nel lontano trecento, prevedeva un complesso lavoro intrico di
votazioni ed estrazioni. Il Maggior Consiglio si radunava e venivano allontanati tutti i membri che
non avessero ancora trent'anni; si contavano i rimanenti e si mettevano in un'urna tante ballotte
quanti essi erano, 30 di queste ballotte contenevano un foglietto con la parola "elector". Intanto il
consigliere più giovane si recava alla basilica di San Marco, vi faceva una fervente preghiera, e
tornando al palazzo, doveva condurre con sé il primo fanciullo che avesse incontrato. Questo
fanciullo, capitato per caso, doveva estrarre dall'urna una ballotta per ciascun consigliere, quei 30 a
cui toccava la parola "elector" restavano nella sala, gli altri dovevano uscire. Le 30 ballotte
venivano poi riposte nell'urna; questa volta solo 9 contenevano il biglietto, i 30 si riducevano cosi a
9. I 9 estratti si riunivano in una specie di conclave, durante il quale, col voto favorevole di almeno
7 di loro, dovevano indicare il nome di 40 consiglieri. Col sistema delle ballotte contenenti il
foglietto i 40 venivano ridotti a 12; questi col voto favorevole di almeno 9 di loro, ne eleggevano
328
altri 25, i quali venivano ridotti di nuovo a 9 che ne avrebbero eletto altri 45 con almeno 7 voti
favorevoli. I 45, sempre a sorte, venivano ridotti a 11, i quali con almeno 9 voti favorevoli, ne
eleggevano altri 41 che finalmente sarebbero stati gli ultimi veri elettori del Doge. Questi 41 si
recavano ad ascoltare una messa, poi si raccoglievano in un apposito salone dove facevano
giuramento di votare solo per il bene dello stato, poi ciascuno gettava in un urna un foglietto con un
nome. Ne veniva estratto uno a sorte che se si trovava nella sala doveva subito allontanarsi, dopo di
che gli elettori potevano fare le loro eventuali obbiezioni ed accuse contro il prescelto. Questi
veniva poi chiamato a rispondere ed a fornire le eventuali giustificazioni. Dopo averlo ascoltato si
procedeva ad una nuova votazione; se il candidato otteneva il voto favorevole di almeno 25 elettori
su 41, era proclamato Doge, se non si riusciva ad ottenere questi voti si procedeva ad una nuova
estrazione finché l'esito non risultasse positivo.
Tra i centoventi Dogi, spiccano personalità di altissimo livello; furono eletti Dogi in virtù della loro
ricchezza patrimoniale, o dell'avanzata età che prometteva un ricambio a breve scadenza. A
nessuno di loro, salvo qualche caso isolato, si possono disconoscere, tuttavia, la consapevolezza del
proprio dovere, spinto talvolta fino all'eroismo, un patriottismo profondo e sincero ed un enorme
senso del bene comune, caratteristica questa che rappresenta, senza dubbio, uno dei motivi più
importanti dell'eccezionale durata dell'indipendenza e della grandezza della Serenissima. Una
mentalità riassunta assai bene da un Doge, Domenico Contarini, quando affermava, nelle proprie
volontà testamentarie, di aver "avuto sempre in cuore le cose pubbliche et eternamente San Marco
nel petto."
Luca Peroni203
203 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 3.
329
L’ECONOMIA, IL TERRITORIO E LO SVILUPPO VENETO
DOBBIAMO FARE I CONTI CON UN TERRITORIO CHE NON È INFINITO
Dobbiamo fare i conti con un territorio che non è infinito!
Il Veneto è diventato emblema di cementificazione, produzione e consumo, le quali, esasperate
all’eccesso stanno avendo un effetto boomerang seminando la distruzione nel nostro ambiente.
L’aumento delle cementazioni oggi ha una velocità esponenziale sul nostro territorio; quindi verrà
un giorno in cui saremo costretti a fermarci, perché non ci sarà più terra. Le istituzioni saranno
costrette a fare i conti con tutto questo. Sarà necessario avere una pianificazione che non consenti
ulteriori danni sul territorio, così avremo modo di coabitare almeno con quel poco verde rimasto.
Il gran nodo da sciogliere sarà non avere uno sviluppo che degradi l’ambiente, ma nel contempo
essere occupati. Questo sarà possibile se considereremo uno sviluppo intellettuale, culturale e
quindi che non produca ricchezza materiale; questo è logico e molto semplice, ma è anche
rivoluzionario. Può anche essere utopia, perché le grandi lobbies e le grandi multinazionali sono
così potenti che non permetteranno che questo succeda; esse non farebbero più i loro interessi
economici. Ma deve arrivare l’ora che questo modo di concepire il vivere moderno sia messo
seriamente in discussione. La grande massa sarà sempre in balia dello strapotere economico? I
politici continuano a tenere prioritari nei loro discorsi, senza scostarsi di un millimetro, l’economia
e lo sviluppo. È noto che il politico, a grandi linee è demagogo e incantatore.
Oltre ad avere queste doti ha anche due spesse fette di lardo sugli occhi, e non è in grado di vedere
che sta mandando in rovina l’habitat dell’uomo; fino a prova contraria anche loro sono uomini, e
quindi si danno la zappa anche sui loro stessi piedi. Loro si ergono a salvatori di patrie, e non ci
vedono più in là di una spanna dal loro naso, stanno pilotando l’uomo verso l’ingolfamento totale.
Sviluppo e progresso, fino a che punto sono da considerarsi tali? Un individuo che valuta lo
sviluppo moderno con diffidenza è considerato non al passo con i tempi? Quel tal individuo sta
fiutando il grave pericolo che stiamo correndo. Un pericolo col sicuro biglietto di andata e però con
un incertissimo biglietto di ritorno, e se ci sarà verrà a costarci molto caro. Non si ha il coraggio di
contrastare lo sviluppo e il progresso moderni, perché si è tacciati di non essere al passo coi tempi;
è un gravissimo errore in cui non bisogna cadere. È questo sviluppo?
L’ingolfamento dell’habitat dell’uomo è progresso? Sarà necessario riconsiderare lo sviluppo e il
progresso moderni. Questo non sarà possibile fintanto che la gente non sarà messa in condizione di
capire il pericolo che c’è nell’ambiente in cui vive. Questo è il punto; un uomo non è libero quanto
sente la pubblicità moderna consumistica, distruttiva, a senso unico. È chiaro che l’odore del
regime è irrespirabile!
La pubblicità è l’anima del progresso! È davvero progresso quello che abbiamo? La chiave di volta
sarà proprio adoperare nel modo giusto la pubblicità, sovvertendo tutto quello che essa stessa fino
ad ora ha prodotto.
330
La pubblicità posta nei termini contemporanei sta incrementando l’ingolfamento dell’habitat
dell’uomo, sia materialmente che intellettualmente. La grande sfida è capire che sarà necessario
adoperare lo stesso mezzo, appunto la pubblicità, per avere un progresso meno materiale e più
intellettuale, visto che questo mezzo è inconfutabilmente riconosciuto come lo strumento di gran
lunga superiore per arrivare ad un obbiettivo. Per fare questo ci vogliono investimenti; questi
investimenti daranno un frutto molto superiore a un mero guadagno materiale.
Saranno frutti fondamentali e sicuramente daranno la possibilità all’uomo di continuare la vita.
Bisognerà capire che la ricchezza materiale moderna ingolfa il sistema. Un dato è oggettivo: il
territorio non è infinito!
Verrà un momento in cui bisognerà ragionare seriamente; quanto tempo ancora continueremo così,
senza invertire la rotta?
Cosa stanno a fare sulle sedie del potere e delle istituzioni i politici? È certo che si guarderanno
bene prima di esprimere certe idee, perché sono certamente rivoluzionarie; e quindi visto che loro
hanno occupato quelle sedie solo per i soldi e il potere, non scenderanno mai così in basso ad
adoperare il loro cervello, questa volta finalmente, per cercare di ottenere il bene dell’uomo.
Tullio Ceccato204
204 “Spirito Veneto”, 2000/2, p. 2.
331
Ha senso nel 2001 chiedere braccia non qualificate, farle venire dai luoghi più poveri e lontani del
pianeta. Per tenere in piedi attività economiche obsolete, e incompatibili con la Nostra Società.
Perché in tutti questi anni non si è dato vita a una seria ricerca per sviluppare nuove idee,
IMPERIAL-GLOBALISMO NEMICO DEL VENETO
E PRODUTTORE DI NUOVI SCHIAVI
L'imperial-globalismo e l’immigrazione extracomunitaria non stanno diventando un problema ma
lo sono già, e grave; che ci sia la necessità di porvi urgentemente rimedio deve essere per tutti noi
una certezza assoluta. D’altra parte, è evidente che questo regime centralista e coloniale non vuole
risolvere questi come altri problemi: è contro la sua stessa natura demolire l’impianto su cui regge
il proprio potere oppressivo.
Entrando nello specifico, vediamo che il problema degli extracomunitari presenta aspetti funzionali
al sistema di controllo e di sfruttamento delle risorse umane e territoriali della nostra Veneta Patria.
Se questa necessità di manodopera è reale, essa la si può soddisfare creando le condizioni per
favorire il rientro dei Veneti della diaspora (9.000.000 di persone), dando loro una casa dignitosa e
adeguata, pagando il viaggio di rientro per tutto il nucleo famigliare, contributi, coperture sociali e
quanto altro necessiti, per porli sullo stesso piano degli altri cittadini Veneti. Non crediamo ci siano
dubbi che con i 9.000.000 di Veneti della diaspora non si possano coprire le attuali e future
necessità dell’economia Veneta. Ciò porterebbe tra l’altro a liberare posti di lavoro per le
popolazioni autoctone nei paesi dove oggi risiedono i nostri emigranti meno fortunati.
La confindustria, che si dimostra molto "generosa" con gli extracomunitari chiedendo a gran voce
che si costruiscano per loro alloggi (ovviamente con i soldi nostri), è viceversa intransigente
quando si tratta di tirare fuori qualche spicciolo per lavoratori autoctoni. Non bisogna mai
dimenticare che anche nella penisola italiana esistono molti Veneti, emigrati a suo tempo in altre
"regioni", pronti a rientrare se ce ne fossero le condizioni. Ma se per un istante volessimo prendere
per vero quanto affermato dalla confindustria, perché non trasferire una quota di produzione priva
della necessaria forza lavoro nei paesi del terzo mondo? Tutto questo eviterebbe il depauperamento
delle forza lavoro locale e creerebbe i presupposti per un riscatto di questi popoli sfruttati. Altra
obbiezione della confindustria è quella che gli extracomunitari fanno lavori che i "bianchi" non
vogliono più fare, e qui la confindustria e i suoi servi sciocchi gettano definitivamente la maschera:
non si vogliono lavoratori con la dignità di un essere umano, bensì degli schiavi da usare e gettare,
facendo cadere i costi economici e sociali sulla collettività.
Qualcuno è in grado di dirci se tale logica è molto diversa da quella degli schiavisti che facevano
lavorare i "negri" nelle piantagioni di cotone, di caucciù, ecc.?
Tutti i primati, il lavoro, e la ricchezza prodotta dal Veneto dove sono finite? Alla nostra terra
rimangono i debiti dell’Italia per 2.500.000 miliardi, le pensioni a rischio, il nostro territorio
devastato oltre ogni limite, la disgregazione sociale del nostro popolo, e la vita sempre più dura per
le classi meno abbienti.
332
tecnologie, e sistemi di lavoro innovativi come la Nostra Storia Veneta ci insegna e il Veneto
Serenissimo Governo ha da sempre auspicato. Invece si è voluto scimmiottare sistemi economici e
di lavoro che non ci appartengono culturalmente, e il nostro deficit brevettuale conferma
impietosamente tutto questo.
Quello che si deve fare, per noi Veneti, è una battaglia contro lo schiavismo montante della
confindustria e dei suoi lacchè sindacali, parassiti dei lavoratori e servi del imperialismo central
colonialista e del potere economico.
La Chiesa, di fronte a ciò, non può essere insensibile, ma deve intervenire facendo una scelta
antischiavista e di libertà.
I lavoratori devono prendere coscienza che attraverso questa linea della confindustria e del
sindacato essi subiscono e subiranno continui ed ulteriori ricatti, sia sul piano economico, sia sul
piano sociale.
Il volontariato, i movimenti e le organizzazioni giovanili e quant’altro rappresenta il cosiddetto
disagio sociale e antagonista al sistema, devono rapidamente rendersi conto che la loro generosità è
usata strumentalmente dai nuovi schiavisti, e hanno il dovere morale e sociale di esserne
conseguenti, pena la corresponsabilità.
Bisogna costruire un ampio fronte di tutta la società civile veneta per raggiungere in primo luogo la
Nostra Indipendenza totale, nel quadro di nuovi rapporti interni basati sugli insegnamenti della
nostra storia, in un sistema di nuova collaborazione tra il libero Stato Veneto e tutti gli altri Paesi
senza nessun tipo di nuovo o vecchio schiavismo frutto dell’imperante ideologia imperial-
globalista.
Veneto Serenissimo Governo205
205 “Spirito Veneto” , 2000/4, pp. 1, 2.
333
LA “MUCCA PAZZA” E L’ECONOMIA AGRICOLA VENETA
La vicenda “Mucca Pazza” sta sconvolgendo il mondo agricolo e tutta la filiera produttiva,
commerciale ad essa legata, e le abitudini alimentari di milioni persone.
In queste settimane tutti noi abbiamo dovuto sentire, leggere e vedere di tutto e il contrario di tutto
in questo impressionante polverone mediatico che ha disorientato, impaurito, allarmato e
terrorizzato con video scioccanti, oltre ogni logica ragionevole, la pubblica opinione. Il Veneto
Serenissimo Governo non riesce ancora a vedere e capire dove il regime “nero-rosso” italiano
voglia veramente arrivare, aldilà di una generica e scontata “tutela” della salute dei cittadini. I
dubbi che con questa ennesima emergenza si cerchi di favorire qualche lobby, o peggio, molto
peggio si voglia coprire altri fatti che stanno esplodendo in tutta la loro inaudita gravità sono molto
forti. Il Veneto Serenissimo Governo non vuole sostituirsi ad esperti, luminari, responsabili di
associazioni professionali, allevatori, ecc., o innescare penose finte contrapposizioni e polemiche
pre elettorali, queste prese in giro alla gente non ci appartengono. Ma il Veneto Serenissimo
Governo ritiene suo dovere intervenire visto che è in ballo la salute dei Veneti e il futuro di
centinaia e centinaia di allevamenti e migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, con tutti i drammi
familiari che ne conseguono. È bene ricordare che l’allevamento (latte e carne) è il cardine della
nostra agricoltura, basti pensare che circa il 40% di tutta la carne bovina prodotta nello stato
italiano proviene dal Veneto. Ben 26222 aziende latte-carne sono presenti nel nostro territorio, e
con l’indotto generano ogni anno migliaia di miliardi di fatturato e investimenti di portata e
concretezza ben superiore a molti settori della cosiddetta vecchia e nuova economia, questi dati
parziali devono far riflettere tutti.
Il problema BSE non è certo una novità di questi mesi per gli addetti ai lavori, personale medico e
veterinario, responsabili politici. La malattia si è manifestata per la prima volta nel regno unti tra il
1985-86 e in Italia con alcuni capi importati nel 1994. Anche se studi risalenti agli anni 20
ponevano i primi seri dubbi sull’uso di mangime di origine animale per alimentare i ruminanti, da 7
anni questi mangimi o farine proteiche sono proibite, ma nonostante il divieto venivano prodotte
tranquillamente e vendute a prezzi molto bassi tali da invogliare un allevatore poco scrupoloso ed
onesto ad abbandonare i sistemi tradizionali di alimentazione per sistemi che comportano
investimenti, attrezzature specifiche, conoscenza, professionalità, l’uso di prodotti aziendali, molto
lavoro e una continua presenza (giorni festivi compresi) in azienda: il risultato finale
dell’abbandono nelle farine animali è un prodotto migliore per qualità, gusto e salubrità.
L’impiego di questi intrugli di farine animali non solo servivano ad integrare la razione alimentare
per aumentarne la resa, ma lo scopo finale era di portare l’allevamento di questi ruminanti in
batteria sul modello degli animali monogastrici: un vero atto contro natura, e la natura si è ribellata.
Era forse il caso, visto gli interessi di ogni genere in ballo e la sicurezza alimentare, che i politici
“veneti” e i loro collaboratori che vegetano nel consiglio regionale, il quale pomposamente è stato
definito “governo veneto”, comincino ad occuparsi del problema invece di rianimarsi a comando
334
dei loro padroni romani solo per miserabili polemiche di bottega partitica o tornaconto personali.
La difesa in questo caso degli interessi agricoli e della salute dei Veneti e di tutti coloro che
acquistano e si cibano dei nostri prodotti, non rientra nelle loro grandi vedute.
Il Veneto Serenissimo Governo a costo di essere ancora una volta ripetitivo chiede se si è fatto uno
studio serio sul futuro della nostra agricoltura veneta e quali indicazioni per il futuro sono state date
ai nostri agricoltori e allevatori: devono continuare questo mescere si o no? e quali sono le
eventuali alternative? e ancora, quali ricerche sono state fatte per sviluppare nuovi modi di fare
agricoltura compatibilmente con quello che resta del terreno ad uso agricolo, devastato per sempre
da una folle dissennata e criminale “politica urbanistica” di questi ultimi 35 anni? Il nostro
territorio è diventato un blocco continuo di cemento.
La nostra agricoltura veneta è in pericolo e senza nessuna risposta dallo stato italiano anche a causa
dell’affacciarsi di nuovi Paesi con grandi possibilità agricole che potrebbero in tempi brevi,
agevolati paradossalmente dalla vicenda “mucca pazza”, scardinare questo nostro tradizionale
comparto economico.
Chi valuta le nuove tecnologie per saggiare l’impatto sull’ambiente e le eventuali conseguenze per
la salute di uomini, animali e piante ricordiamo che ad esempio dal 1996 l’Italia importa, con
l’assenso dell’attuale ministro per le politiche agricole, migliaia di tonnellate di soia transgenica
che finiscono nei nostri cibi e nella razione degli animali che poi mangiamo. Le nostre gloriose
università a che servono? se per qualsiasi decisione in materia dobbiamo dipendere da Roma.
E ancora, quale ente Veneto è preposto per garantire, valorizzare e certificare con assoluto rigore la
qualità e la genuinità dei nostri prodotti? Tutto questo anche in previsione del tumultuoso sviluppo
che sta avvenendo attorno a noi. Il tempo e i mezzi non mancavano per tutelare garantire ed
innovare, nel rispetto del nostro fragile ecosistema veneto, la nostra agricoltura. Nulla è stato fatto
di concreto in questa direzione: solo chiacchiere e annunciazioni frutto dell’emergenza e
dell’ennesima prossima tornata elettorale, per far vedere che qualcosa si fa (si veda la proposta di
istituire l’anagrafe bovina veneta, qualche mese prima di quella italiana).
Perché colpevolmente si continua a disattendere gli insegnamenti della nostra straordinaria Veneta
Storia. Ricordiamo a questi smemorati, che pretendono di governare i veneti, che già secoli orsono
la nostra gloriosa Veneta Serenissima Repubblica controllava i prodotti alimentari da truffe e
manipolazioni e li seguiva dal campo al consumatore applicando il bollo di S.M. come sinonimo di
garanzia e qualità. Chi contravveniva alle disposizioni di legge pagava pesantissime pene (e le
leggi venete non si aggiravano con cavilli) che consistevano nella confisca dei beni e dell’attività.
Non a caso i contadini veneti e non furono per secoli baluardo inespugnabile nella difesa della
Veneta Serenissima Repubblica dai suoi nemici, come ebbero modo di vedere e scrivere
Machiavelli, Priuli, i generali Napoleonici, ecc. Questo è dovuto al rispetto e alla considerazione
che la Repubblica aveva per i propri contadini.
335
Un’ultima osservazione: che senso ha avere primati economici a livello mondiale e un prodotto
interno lordo superiore a molti paesi europei se, per far fronte ad un’emergenza che interessa un
settore della vita economica veneta, non si è in grado di provvedere con i propri mezzi. Tutta
questa ricchezza del nord-est, così sbandierata, dov’è finita? A cosa servono questi vegetali
parcheggiati per volontà partitica a Venezia al Nostro Popolo?
È tristissimo notare come ancora una volta, nonostante il danno enorme che il Nostro Veneto sta
subendo, i diretti interessati come unica risposta si sono adeguati alle direttive delle varie
associazioni sindacali e di settore italiane. Queste direttive si manifestano con il solito scontato
blocco delle frontiere; le invettive contro altri paesi europei; le adunate sfoga popolo con fischietti,
uova e bandiere di fronte ai palazzi del potere centralista; l’accordarsi prontamente con le
assicurazioni degli “esperti” governativi che la carne “italiana” grazie ai controlli “severissimi”; e
via delirando, era immune dalla BSE. Purtroppo questo non solo non era vero ma ogni giorno si
scopre una realtà sempre più fosca e un’illegalità così diffusa da far accapponare la pelle: bestie
importate illegalmente, certificati falsi nella compravendita di farine animali e mangimi tossici e
pericolosi, macelli clandestini e in una regione superiore al 30%, ecc., ecc.
Arrivati a questo punto gli allevatori veneti onesti, e sappiamo che anche a casa nostra bisogna con
la massima urgenza fare una profonda e radicale pulizia, devono essere in prima fila in questa
opera risanatrice, e prendere atto che questa è l’ennesima prova che questo stato artificiale non può
essere riformato, indipendentemente da chi comanda o “governa”, essendo nato nell’illegittimità e
continua a sopravvivere nell’illegalità. Gli allevatori, se credono nel futuro delle loro aziende e del
loro lavoro, devono abbandonare tutte queste divisioni e fare fronte unico in questo difficile
momento riscoprendo l’antica dignità e capendo che solo lottando affinché il Veneto riacquisti la
sua millenaria libertà di Nazione Storica d’Europa si potrà vedere una rinascita e non solo in questo
settore. In caso contrario non saranno né le marce di trattori, le proteste pilotate o le promesse
miracolose della “cosiddetta opposizione” a salvare gli allevamenti e le aziende, né tanto meno le
elemosine elargite dal potere romano, il cui vero scopo e tenere gli allevatori legati al carro
centralista.
Il Veneto Serenissimo Governo da anni con grandissimi sacrifici ha indicato nel rifacimento del
Referendum del 1866 e nella via marciana che ha garantito per 1100 anni libertà, giustizia,
prosperità, buon governo, onestà pubblica e privata l’unica strada che tutti i Veneti devono
percorrere, sorretti dal coraggio e dall’esempio di altissime virtù civili e morali dei nostri grandi
eroi, per poter affrontare e risolvere le sfide già cominciate del prossimo futuro. Sta a voi scegliere.
Venezia, 5 febbraio ’01 Veneto Serenissimo Governo206
206 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio di Presidenza.
336
LETTERA APERTA AGLI IMPRENDITORI VENETI
4- Unificazione di aziende che producono prodotti simili in consorzi di settore con nuovi
parametri di gestione per essere più competitivi e credibili come dimensioni aziendali;
5- Garantire prodotti con un apposito marchio di qualità e sicurezza come facevano già i
nostri antenati secoli e secoli fa;
6- Rispetto assoluto dell’ambiente che deve diventare una risorsa per tutti;
7- Capire in anticipo le future tendenze, in un parola rivedere il concetto di sviluppo ed
economia.
In questo, per nostra grande fortuna la plurimillenaria storia veneta ci dà aiuto e sostegno a piene
mani. Invece di attingere a questi preziosi insegnamenti la casta “imprenditoriale” ha voluto
proseguire sulla strada dell’autodistruzione nel dare pieno ascolto ed incondizionato appoggio a
tromboni di ogni sorta e colore.
Il Veneto Serenissimo Governo, lette le ennesime dichiarazioni fatte ai media della Confindustria
“Veneta” (secondo i quali “lo sviluppo e la crescita economica passano attraverso l’immigrazione”
ma poi ci si dimentica volutamente che migliaia e migliaia di Veneti in America Latina non se la
passano affatto bene e nessuno pensa, tranne il VSG, a farli tornare), fa molta fatica a capire se ci
troviamo di fronte a uomini coscienti del fatto che, come imprenditori, oltre a gestire le proprie
aziende hanno anche dei doveri etici nei confronti della comunità dove vivono. O da personaggi il
cui odio contro la propria terra, la propria gente, la propria storia e cultura non ha più limiti pur di
guardare al proprio particolare ad accontentare e sostenere il regime occupante italiano; in questa
sciagurata opera di sfruttamento economico e di etnocidio storico culturale della veneta patria, a
questi “imprenditori” il V.S.G. ricorda ancora una volta che lo sviluppo ed una crescita economica
corretta, armoniosa e duratura avviene solo in queste condizioni:
1- Società omogenee sotto il profilo storico culturale, educate con profondi valori etici, civili,
religiosi condivisi da tutti gli strati sociali;
2- Con l’innovazione, idee, brevetti, nuovi modi di produrre, ecc.;
3- Istruzione al lavoro per tempo, di maestranze e futuri dirigenti con scuole apposite di
settore;
Se adesso, nonostante i reiterati inviti e l’esempio del sacrificio dato dal V.S.G. a voltare pagina ed
assumere un atteggiamento marciano, il volto sociale e civile del veneto è stato snaturato per
accontentare Roma e le conseguenze la sta già pagando il nostro popolo, la responsabilità è in
buona parte vostra. E non salverete di certo le vostre aziende in questo momento di crisi (peraltro
ampiamente prevista prima dell’11 settembre) nel chiedere al governo italiano la solite prebende
agevolazioni, condoni, appalti gonfiati o con le ormai nauseanti chiacchiere di efficienza, riforme,
cambiamenti, infrastrutture, ecc.
Nulla si può cambiare concretamente in questo stato artificiale pena la sua disintegrazione, perché
l’illegalità è eretta a sistema fin dalla sua travagliata nascita.
337
Non illudetevi perché il commercialista fatto ministro, o l’impiegato statale fatto governatore
promettono ripresa tra qualche mese. La ripresa non ci sarà ed in questo momento l’unica cosa
certa che avanza è il caos e la paura a tutti i livelli. Come il V.S.G. ripete da anni, l’unica strada da
seguire soprattutto in questi momenti sono gli insegnamenti della nostra plurimillenaria Veneta
Serenissima Repubblica. Solo allora potremmo crescere con ordine, giustizia, legalità, rispetto
dell’ambiente e di chi lavora in una società Serenissima.
Comprendiamo che per molti di voi queste parole sono peggio delle bestemmie, ma la storia di
queste settimane pretende precise scelte di campo in quanto sono in gioco il futuro e la sicurezza di
milioni di veneti, che questo stato artificiale non può garantire oggi come non è stato capace di
farlo in passato.
Il V.S.G. invita caldamente tutti i veri e onesti imprenditori, che sino ad oggi sono rimasti in
silenzio schiacciati da questa cupola, a farsi coraggio ed uscire allo scoperto avvicinandosi al
V.S.G. per collaborare e dar vita ad una nuova associazione di ispirazione marciana nel supremo
interesse del nostro amato Veneto, prima che sia troppo tardi.
Veneto Serenissimo Governo207
207 “Spirito Veneto” , 2001/5, p. 5.
338
IL DEGRADO VENETO
Nei mesi successivi la liberazione di Piazza San Marco, ho avuto l'occasione di parlare con altri
appartenenti a gruppi autonomisti, federalisti e indipendentisti, italiani e non, alcuni di loro non
riuscivano a capire una cosa e mi chiedevano che cosa ci aveva spinto a lottare per l'indipendenza
del Veneto poiché la nostra terra era vista come un luogo bellissimo dove la ricchezza abbondava e
il benessere aveva raggiunto alti livelli. Osserviamo bene nei minimi particolari il nostro Veneto e
vediamo se siamo veramente cosi fortunati.
Cominciamo con il territorio, certo abbiamo posti suggestivi come le nostre città d'arte, le
montagne laghi e fiumi, ma abbiamo anche migliaia di zone industriali, capannoni centri
commerciali uno vicino all'altro che rovinano il paesaggio e distruggono il territorio. Abbiamo quel
tumore malefico di Marghera che ha rovinato la laguna Veneta irreparabilmente, senza parlare dei
danni che ha causato all'alto adriatico: solo a un criminale poteva venire l'idea di costruire un
petrolchimico vicino ad una città delicatissima come Venezia. Senza parlare dell'elettrosmog e
l'inquinamento in genere, causato da un progresso cinico che guarda solo ad interessi economici.
Abbiamo il territorio devastato da strade, autostrade, tangenziali, superstrade, come se l'unica
soluzione al traffico fosse quella di continuare a costruire vie di comunicazione. Il Veneto
Serenissimo Governo da più di vent'anni continua a sostenere che non si può costruire all'infinito
senza nessun ritegno e regola, dobbiamo incentivare altri modi per il trasporto delle merci come le
vie ferrate e fluviali, dobbiamo cercare altre fonti di energia meno inquinanti e invasive per il
territorio.
E quelli che pensano che i Veneti si siano arricchiti negli anni passati grazie al famoso "Modello
Veneto", dobbiamo ricordare che tutto è stato possibile grazie alla svalutazione della lira che ha
permesso negli anni novanta di "svendere", se non regalare, la merce in Europa e nel resto del
mondo, e grazie ai "bravi" lavoratori Veneti che al motto di "Laora e tasi" hanno fatto il benessere
della classe dirigente Veneta, in cambio di qualche euro lavorando come schiavi per ben più di
dieci ore al giorno. E comunque quei tempi sono già finiti, l'enorme stagnazione odierna
dell'economia e la recessione, sta colpendo il Veneto che, senza efficaci e drastiche contromisure,
si ritroverà con enormi problemi economici, nonostante le continue rassicurazioni dei vari cialtroni
italioti i quali insistono che la ripresa è vicina, l'inflazione è stabile con i valori degli anni scorsi, gli
occupati aumentano ecc.. L'agricoltura ormai è in ginocchio, grazie anche alle istituzioni Europee
che c'impongono regole e limiti; vedi il disastro delle quote latte, che non ha colpito solamente i
produttori veri e propri, ma gran parte del settore. Nel comparto bancario i pochi istituti Veneti
sono stati costretti a fondersi con altre banche italiane per poter, secondo loro, restare al passo della
globalizzazione, tutto questo in barba al famoso federalismo.
Si continua a credere che in Veneto le famiglie se la passino bene, visto che i negozi sono sempre
pieni, anche se poi vai a controllare e ti accorgi che la maggior parte guarda ma non compra, la
gente continua ad andare in vacanza, visto che ogni week-end ci sono milioni e milioni di
339
automobili che intasano le autostrade, poi ti guardi intorno in spiaggia e vedi che metà degli
ombrelloni sono ripiegati e i titolari di alberghi ogni anno lamentano un calo nelle prenotazioni. Il
punto è che fino a qualche decina di anni fa, una famiglia media composta da due adulti e due
bambini, riusciva, quasi sempre con un solo stipendio, a mantenere un buon tenore di vita, arrivava
a costruirsi una casa dignitosa e riusciva anche a mettere da parte un po’ di denaro. Ora non solo
non si riesce a fare più di un figlio, ma lavorando entrambi si è costretti a fare mutui in banca che
durano decenni, per potersi comprare una casa e non si riesce più a risparmiare niente. Un esempio
sulla "ricchezza" dei Veneti. Qualche mese fa leggevo di una notizia che dovrebbe far riflettere; in
un negozio di Padova facevano un'offerta "eccezionale", si vendevano polli a 1 euro, figuriamoci
intanto la qualità e la bontà di quei poveri animali, la cosa sconcertante è che alla fine quando sono
finite le scorte, la gente che era accorsa per approfittare dell'occasione e che era arrivata troppo
tardi ha cominciato a innervosirsi e in un paio si sono perfino scambiati qualche cazzotto! Ora io
chiedo a voi poveri Veneti ma si può arrivare a darsi calci e pugni per un pollo?
E che dire del benessere mentale del nostro Popolo: ormai non ci si guarda più in faccia nemmeno
per salutarsi, la vita frenetica a cui ci hanno abituato c'impedisce di fermarci un po’ a giocare con i
nostri figli o di chiacchierare con le nostre mogli e mariti, o con i nostri amici. Tutti davanti alla
televisione a fossilizzarsi la mente per guardare i vari grandi fratelli, le isole famose e amici vari,
tutti programmi che ci "educano" a spettegolare, ad odiarsi, a diffidare di chi ci sta accanto, a
studiare strategie per far perdere l'altro concorrente, tutto questo solo per farsi vedere in tivù e per
una gran voglia di protagonismo, ma che viene spacciato per quella che chiamano "Vita reale",
come può essere vita vera se ti guardano in milioni di persone? I veri valori come l'amicizia il senso
del rispetto per il prossimo la capacità di saper perdere e anche di saper vincere, tutto messo da
parte per cinici interessi di audience. Per non parlare della domenica quando sembra quasi che tutto
il mondo si fermi per i risultati del campionato di calcio, poi il lunedì con i vari processi, il martedì
con l'attesa per le partite Europee del mercoledì e giovedì, al venerdì altri processi e al sabato si
ricomincia con i posticipi per arrivare poi al gran finale festivo. E per prenderci in giro
ulteriormente il signor Ciampi si permette di criticare il giro enorme di denaro che circola nel
mondo del calcio, proprio lui che oltre a tutti i privilegi di cui gode riceve stipendi miliardari, della
serie "da che pulpito viene la predica".
Questa è la carta d'identità del Veneto, un'aspettativa tutt'altro che rosea, naturalmente tutto studiato
e pianificato dall'occupante italiano, e con l'avvallo dei lacchè locali, che vede nella distruzione del
territorio e delle menti, la soluzione per spegnere la miccia dell'indipendentismo; d'altronde come
può una persona normale, combattere per un territorio che non ama e per un Popolo drogato,
apatico e senza principi.
"Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona; ma solo purgatorio, tortura, inferno. Chi è bandito
di qui, è bandito dal mondo e l'esilio dal mondo è morte; …" William Shakespeare "Romeo and
Juliet" atto III, scena III.
340
Cancelliere del
Veneto Serenissimo Governo 208
Cosi scriveva l'illustre drammaturgo Inglese nel sedicesimo secolo e dopo quattrocento anni
sembra che le cose siano un po’ cambiate! Veneti riprendiamo la strada perduta, scrolliamoci di
dosso le false e pericolose abitudini che l'occupante italiano c'impone e lottiamo per il nostro futuro
se veramente vogliamo averlo un futuro.
Andrea Viviani
208 “Spirito Veneto”, 2004/3, pp. 3, 4.
341
Che dire della visita del Presidente Italiano Carlo Azeglio Ciampi in Cina? Se fossi italiano ne sarei
disgustato come minimo.
A PROPOSITO DELLA VISITA DI CIAMPI IN CINA
Andare in Cina di corsa e ultimo di tutti gli altri leader mondiali per cercare di inserirsi nell’assalto
alla diligenza dell’economia di Pechino. Tutto questo senza dignità e prostrandosi ai piedi
dell’establishment cinese affermando che l’Italia farà tutto il possibile per togliere l’embargo sulle
armi, sperando che questo sia sufficiente per vendere qualche baionetta o qualche altro prodotto
Made in Italy, e così poter avere qualche osso da rosicchiare nel banchetto dei potenti.
Questo modo di agire si inserisce nella tradizione italica, si veda quanto fece Mussolini dichiarando
guerra alla Francia per avere qualche migliaia di morti “indispensabili” per potersi sedere al tavolo
dei vincitori. Ovviamente ora non potrà che accadere quanto è accaduto allora, si riceverà il
disprezzo di tutti e soprattutto del Governo cinese adesso come quello tedesco di in quella
occasione.
Noi siamo certi che tutto questo avrà come sbocco la più grande crisi dal 1945 ad oggi.
Ci sono tre fattori per cui l’Italia fallirà:
1- la Germania è in grado di offrire tutti i prodotti italiani in un rapporto favorevole qualità-
prezzo, e Schreder ha già le commesse in tasca;
2- la Cina guarda con disprezzo l’Italia, memore delle ostilità e i tentennamenti “un passo
avanti, due indietro” tenuti sempre dall’Italia nei suoi confronti;
3- infine e più importante, al mondo esistono 5 grandi potenze (USA, Russia, Cina, e
potenzialmente India e Brasile). Tutto il resto è contorno, e per quanto concerne l’Europa
essa è un gigante d’argilla con i piedi nelle mangrovie e con la testa di legno. Essa si è
avvelenata con l’introduzione dell’euro, voluto da tutti i cervelloni “economisti” e altri,
possibile che non abbiano capito che un economia diseguale ha bisogno per sopravvivere
di una moneta flessibile.
In questo contesto possiamo affermare senza ombra di essere smentiti che l’Italia andrà a fondo con
il resto d’Europa.
Siamo del resto di fronte ad una diplomazia totalmente inadeguata e priva di idee. Una classe
imprenditoriale che al massimo è capace di andare alla prima alla Scala, d'altronde cosa ci si può
aspettare da una Confindustria guidata da Luca Cordero di Montezzemolo, un presidente da
operetta, imprenditore senza idee e pronto a vendere la corda con cui l’industria italiana sarà
impiccata.
Quali conclusioni per la penisola?
1- uscire dall’euro (uno sviluppo ineguale necessita di una moneta flessibile);
2- inversione dell’economia, chiudendo la stagione delle ferriere e aprire una nuova stagione
che abbia al centro ricerca tecnologica, adeguamento dei sistemi bancari e finanziari alle
necessità della globalizzazione.
342
Creare un sistema integrato e globale per offrire un apparato completamente diverso alle
richieste turistiche.
Tutto ciò potrà avvenire se l’Italia saprà trasformarsi sul piano geopolitico come indicato e
proposto da Manin, Pio IX, Massimiliano d’Asburgo. Bisogna essere realisti e constatare il totale e
completo fallimento dei cosiddetti padri dell’Italia Vittorio Emanuele II, Cavour, Mazzini,
Garibaldi.
Il Veneto ha tutte le potenzialità per affrontare questa ultima sfida.
Il Veneto Serenissimo Governo è pronto a misurarsi con questa nuova prova.
Veneto Serenissimo Governo209
209 “Spirito Veneto”, 2005/1, p. 3.
343
IL MITO VENETO
AUSTRO-VENETI CONTRO ITALIANI ALLA BATTAGLIA DI LISSA (1866)
Una storiografia seria, priva di pregiudizi, avrebbe dovuto dare il giusto risalto al contributo
veneto, anche in termini di vite umane, alla vittoria navale austriaca sulla flotta italiana nella
famosa battaglia di Lissa. Nei futuri ma per ora ipotetici, programmi scolastici della scuola veneta,
questo fatto dovrà essere adeguatamente illustrato, a riprova perlomeno dell’indifferenza, se non
dell’ostilità, che accompagnò il processo dell’unità d’Italia nelle nostre terre.
Ne darò qui alcuni cenni, certo di incuriosire chi ignorasse anche parzialmente lo svolgimento del
fatto storico.
Dobbiamo risalire prima, al momento in cui l’Austria prende il pieno possesso dei nostri territori
(mi riferisco all’intero ex stato veneto); essa si trova nella necessità di dover allestire quasi dal
nulla una flotta che le garantisca il controllo dell’Adriatico. È naturale che Vienna pensi di sfruttare
appieno le tradizioni millenarie di Venezia; quindi gli antichi collegi navali di quest’ultima,
verranno sfruttati per formare gli ufficiali della flotta militare e mercantile. Gli equipaggi stessi
saranno composti quasi totalmente da Istriani, Dalmati, Veneti di costa. Si saprà approfittare di un
affiatamento secolare di queste genti, ancora memori del loro passato “illustre e vittorioso”. Proprio
a voler significare una continuità, la flotta si chiamerà fino al 1852 “Cesarea Regia Marina
Veneziana”, continuando a fregiarsi del leone alato.
Da notare che la lingua parlata tra gli ufficiali era, diciamo pure per forza di cose, il veneto, mentre
il tedesco si userà solo nella corrispondenza con Vienna. Il veneto sarà anche usato dagli ufficiali di
più alto grado nel governo delle navi, fino alla 1^ Guerra mondiale.
Lo stesso Von Tegetthof, comandante a Lissa, parlava il veneto, avendo anche lui preso il brevetto
a Venezia.
La marina italiana, all’epoca di Lissa, cercava un riscatto alla poco brillante figura ottenuta
dall’armata di terra a Custoza (1866). Era costituita da trentatre navi, divise in tre squadre
comprendenti undici corazzate, sette navi di legno, tre cannoniere e altre navi appoggio. Orgoglio e
carta vincente italiana doveva essere “L’affondatore”, costruito in Inghilterra. Era una corazzata,
con torri mobili e uno sperone di otto metri di lunghezza.
La flotta Austriaca, all’epoca dello scontro, era tecnologicamente e numericamente inferiore a
quella italiana; il nucleo forte era costituito da sette vecchie corazzate, meno veloci di quelle
italiane. In tutto erano ventisei navi e 178 cannoni a canna liscia, contro i 252 cannoni moderni a
canna rigata dell’avversario.
Gli italiani stavano tentando di fiaccare la resistenza delle fortificazioni nemiche per sbarcare a
Lissa con i loro fanti di marina, finché il 20 luglio la flotta austriaca non colse quella italiana in un
momento di totale disorganizzazione, che rifletteva i litigi e lo scarso affiatamento del comando
supremo sardo-napoletano. Le navi italiane non riuscirono neanche a schierarsi in formazione di
344
battaglia; mentre l’ammiraglio Carlo Pellion di Persano si sta trasferendo da una nave all’altra e
non è in grado di dare ordini, la “Ferdinand Maximillian”, ammiraglia austriaca, sperona
subitamente il “Re d’Italia” già immobile per un colpo di cannone al timone. Un solo colpo austro
veneto, colpisce poi la santa barbara della “Palestro”. La nave in pochi drammatici momenti
affonda portando con sé duecentocinquanta tra ufficiali e marinai. È a quel punto, raccontano le
cronache, che dai petti degli equipaggi veneti, si leva impetuoso e ripetuto il grido di “W SAN
MARCO!”, ad affermare l’orgoglio di essere gli eredi degni di tante vittorie sotto il millenario
gonfalone, al quale dedicano la nuova impresa gloriosa.
Il famoso “Affondatore” , su cui è salito a bordo l’ammiraglio Persano, è lanciato da questi contro
la “Kaiser”, impossibilitata a manovrare ed in fiamme per un precedente scontro. Un bersaglio così
facile è tuttavia impossibile a cogliersi per gli italiani; essi non sanno come manovrare la nuova
nave. A questo punto Von Tegetthof dà il segnale di adunata e conclude lo scontro vittorioso.
Gli italiani accusano la perdita di seicentotrenta marinai annegati, oltre a otto morti e quaranta feriti
in combattimento. Gli austro veneti contano solo trent’otto morti e centotrent’otto feriti.
Dopo tale splendida vittoria fu concessa da Vienna una medaglia d’oro a Vincenzo Vinello di
Pellestrina, timoniere della “Ferdinand Maximillian”, che speronò il “Re d’Italia”. Altra medaglia
d’oro fu concessa a Tommaso Penzo di Chioggia. Ai marinai veneziani furono concesse ben 43
medaglie d’argento, quattro ai rodigini, sei a quelli di Udine.
Per descrivere il loro valore fu coniato il detto: “Degli uomini di ferro su navi di legno hanno
vinto degli uomini di legno su navi di ferro”. A memoria della vittoria, a Lissa, allora austriaca,
fu eretto un monumento con un bel leone dormiente ed i nomi dei caduti austro veneti. Durante
l’occupazione italiana di quelle contrade, fra le due guerre, si pensò bene di farlo sparire ed ora
esso si trova, eloquente testimonianza del valore veneto, nell’accademia militare di Livorno, in
pratica sequestrato alle nostre genti.
Da parte italiana, seguirono all’epoca le solite inchieste, che rivelarono oltre all’incapacità ed
all’impreparazione sia di Persano che dei vice comandanti Giovanni Battista Albini e Giuseppe
Vacca, il solito giro di tangenti sugli appalti della flotta. Ma questa è una storia che sfocia
nell’attualità.
Antonio Vincenzi210
210 “Spirito Veneto”, 2000/3, p. 3.
345
SADOWA 1866: LETTERA DEL TEN. GARBIN
Per rinfrescare la memoria di quanti in Italia “festeggiano” le varie Custoza, San Martino e
Solforino, ecc., pubblichiamo la lettera del giovane tenente bassanese Garbin, arruolato nel
reggimento Haugwitz battutosi con onore in Boemia. Con lui molti altri veneti seppur coscritti,
difesero la propria terra dalla casa Savoia, che minacciava di diventare un padrone ben peggiore
degli Asburgo.
“Mi trovai anch’io involto nel fuoco nemico dopo pranzo; io vidi cadere al mio fianco a centinaia i
miei compatrioti italiani, e per darti un’idea della strage, della mia compagnia eravamo 4 ufficiali e
166 uomini. Nel corso dei 15 minuti tutt’al più non esistevano altri che io e 35 uomini. Le palle mi
volavano attorno come la grandine.
In piena ritirata di corsa, con le palle nemiche che fischiavano alla spalle e sopra la testa, fra mille
cadenti per la via, tra la continua strage prendo anch’io la strada verso Konigratz: nella fortezza era
impossibile entrare: non resta altro che o farsi uccidere dai Prussiani o arrischiare di annegarsi nelle
onde dell’Elba.
Guadato il fiume… fui spedito con altri miei compagni e circa 200 uomini incontro al nemico con
l’ordine che se venivamo attaccati, di ritirarsi passo passo dietro il paese di Prerau. Ci venne fatto
di scorgere 3 rgt di cavalleria prussiana e 2 cannoni che presero posizione verso di noi ed
iniziarono un fuoco terribile… ad un tratto cessa il fuoco del cannone e 2 squadroni di cavalleria
vennero ad assaltarci. Io riunii la mia gente, la incoraggiai, ma la cavalleria che vedeva che noi
eravamo pochi e la truppa principale era nel paese, sì defilò direttamente a quello, senza far caso
alle nostre scariche…
Io mi ritiro per altra strada… ed incontro in dessa la bandiera del mio battaglione con circa 15
uomini, un ufficiale, un medico ed il cappellano del reggimento. Domandiamo ed essi ci
rispondono: “Tutto è perduto, qui c’è la bandiera e cerchiamo di portarla in salvo”.”211
211 “Spirito Veneto”, 2000/4, p. 4.
346
SUA FUNZIONE DI PRESERVAZIONE DELLA IDENTITÀ DI UN POPOLO
LE ANTICHE RADICI DELLA RELIGIOSITA’ VENETA
E’ mio intendimento fare un cenno, in queste brevi note, sul perpetuarsi dello spirito religioso nel
popolo veneto, sulle sue origini, rintracciabili nelle istituzioni della Serenissima e sulla necessità di
rispettare tali profondi modi di sentire, per chiunque voglia proporre la rinascita di un nuovo stato
veneto. Si è data invece dagli storiografi (specie se risorgimentali o giacobini), ed è insito
nell’opinione dei più, un’immagine della Veneta Repubblica totalmente laica, perlopiù dissoluta
nei costumi, nemica del senso religioso più comune, occupata com’era (e questo è vero) a
riaffermare nei secoli la sua autonomia da ogni ingerenza temporale del Papa romano.
Quest’immagine è lontana mille miglia dalla realtà quotidiana dello Stato Veneto, e per realtà
quotidiana intendo quella vissuta dalla maggior parte degli abitanti della nostra (allora) felice e
prospera terra.
Si continua a parlare del “mito” del buon governo della Serenissima, come se la mancanza di
ribellioni nella sua storia e la totale identità tra governati e governanti non fosse stata una realtà,
oggetto di studio tra le altre nazioni coeve e di tentativi di imitazione. Voglio qui citare come
principio evidente, “la promissione” del Doge che, dal momento dell’espansione di Venezia nella
terraferma, si impegnava a governare con giustizia non solo gli abitanti della sua città, ma anche gli
abitanti dei dominii. Questo era uno sforzo comune a tutto il governo veneto, e per far sì che questo
avvenisse, un’importanza cruciale ebbero le varie “Scuole” e confraternite, il cui fine ultimo era di
promuovere la pace sociale attraverso opere di carità cristiana. Queste Scuole erano associazioni tra
laici a carattere religioso, molte e carattere professionale, volte a incoraggiare la devozione ed il
mutuo soccorso. Sotto i controlli severi del governo (volti ad evitare dissipazioni, abusi ed
ingerenze da parte dello stato pontificio) esse erano inserite capillarmente nella società di allora, a
Venezia come nella terraferma. Queste associazioni avevano anche il merito di fare partecipare nel
governo della cosa pubblica il ricco borghese ed il popolano, che si trovavano a collaborare
strettamente con i più illustri nomi dell’aristocrazia veneziana, per fini nobilissimi. Di tutto questo
beneficiava in maniera oggettiva anche il basso clero, che riceveva ricompense ed oboli dallo
svolgimento di messe ed atti di devozione. Al clero in genere era però interdetto il governo di
queste istituzioni, le cui redini erano in mani laiche, pur avendo il fine comune di promuovere la
religiosità popolare e la morigeratezza dei costumi, oltre che il mutuo soccorso. Citiamo come
esempio la Scuola di san Fantin (Gesù Bambino), che usava accompagnare i condannati a morte nel
loro ultimo viaggio.
Un’altra istituzione importantissima, che dava fede dello spirito religioso che animava i nostri
governanti di allora, era la magistratura denominata degli “esecutori alla bastiema”, che dal 1537
in poì, addirittura con procedura segreta e sommaria, colpiva chi bestemmiasse Dio e i Santi con
sanzioni e condanne spesso gravissime. A questo delicato incarico erano chiamati “primari
zentilhomeni”, cioè persone di grande esperienza e maturità.
347
Ebbene tutto questo presupponeva un popolo con un grande senso di religiosità, che riconosceva
nelle istituzioni repubblicane, seppur aristocratiche, i naturali difensori di tali sentimenti.
Governando con illuminata saggezza e promovendo questo comune senso d’appartenenza ad una
comunità cristiana, la Veneta Repubblica seppe trionfare e perpetuarsi nei secoli. Alla sua caduta i
Veneti trovarono naturale continuare a raccogliersi intorno alle varie parrocchie ed al clero che
sembrava essere l’unica delle istituzioni capace di difenderli dai soprusi di governi stranieri. La
chiesa veneta continuava a proporre una visione del mondo che era appartenuta alla Serenissima.
Laboriosità, solidarietà e morigeratezza dei costumi continuarono ad essere le principali direttive
nella vita del popolo veneto e, secondo me, hanno avuto una parte importante nella creazione
dell’attuale miracolosa espansione economica. A maggior ragione, dopo l’annessione forzata
all’Italia nel 1866, il cittadino Veneto continuò a sentirsi estraneo al potere romano, che si
richiamava a ideali laici e massonici ed attaccava la Chiesa in ogni suo aspetto. Dopo il concordato
e nel dopoguerra, la classe dirigente veneta entrò sì nell’apparato romano, ma lo fece unicamente
per impadronirsi del potere, senza avere alcun desiderio di servire per il bene comune, che animava
invece sia l’aristocratico veneziano che l’ultimo scrivano addetto ad un qualsiasi ufficio pubblico,
sentendosi totalmente estranea ad uno stato artificiale. E’ fuori discussione che un nuovo stato
veneto dovrà tener conto di questo, pur ribadendo la sua indipendenza di giudizio nelle cose di
governo da ogni istituzione religiosa. Il Patriarca di Venezia aveva una importante funzione
all’interno della Repubblica. Egli non era un Vescovo qualsiasi soggetto a Roma ma, nelle cose
temporali esso faceva riferimento alle nostre antiche e rispettate istituzioni.
Antonio Vincenzi212
212 “Spirito Veneto”, 2000/4, p. 3, (Il vento del leone).
348
UNO SPIRITO CHE NON MUORE:
LA CONTINUITÀ DELLA CIVILTÀ VENETA
"Li chiamavano i PALEOVENETI: li chiamerò sempre e solamente VENETI poiché nella storia di
quel popolo, dal mille avanti Cristo a tutt'oggi, non c'è soluzione di continuità, non esiste frattura
fra le diverse epoche" (Luigi Brunello: " Il Veneto e i Veneti."). "Così Veneti Terrestri e Marittimi
formavano una potente nazione, prima ancora che Roma sorgesse" (Samuele Romanin: "STORIA
DOCUMENTATA DI VENEZIA."). "Venetia iustissime regit, subditos protegit ab hostibus ac
defendit potentissime; rempublicam et civilem potentiam iustis legibus sudiicit." (Bartolomeo di
Glanville, Francescano Inglese, tredicesimo secolo d.C.).
Questo articolo è soltanto la brevissima sintesi di un’opera molto più ampia, che verrà pubblicata in
un futuro non lontano, per l'onore e per la gloria dei nostri antenati Veneti, e per rievocare
l'incomparabile sistema sociopolitico creato da loro almeno quattro millenni fa’.
La data stupisce; ma non si può negare questa verità: gli ideatori della vera Democrazia, della
genuina Giustizia Sociale, non erano i Greci, i Romani Repubblicani, i "Giacobini" antichi e
moderni, ma i nostri propri avi, della illustre stirpe di Antenore.
Un esame della storia, anche casuale, rivela chiaramente la fondamentale instabilità degli stati.
Molti popoli del passato, benché abbiano avviato le loro civilizzazioni con gli ideali più sublimi,
dovuto alla propria vacillazione morale e per le imperfezioni inerenti al loro regime, sono
ultimamente caduti nella decadenza, nella dissoluzione e nell'oblio. Anche la maggior parte di
quelle poche nazioni antiche che hanno potuto evitare la disintegrazione sociale e che sono
sopravvissute come entità etniche fino ai nostri tempi, si sono sostanzialmente mutate in termini
culturali e soprattutto politici, avendo perso, durante la loro triste metamorfosi, le loro leggi,
istituzioni e forme primordiali di governo. Con la perdita graduale dell'antica usanza, è scomparsa
anche l’identità nazionale…, così l'umanità, nobile una volta ma sommersa adesso nella
degenerazione, ha conosciuto una volta la purezza dell'alba ma sembra destinata ad una
degradazione crepuscolare. Ciò nonostante, esiste una luminosa eccezione alla quasi universale
tendenza verso il declino civico-spirituale delle nazioni. Noi del Veneto Serenissimo Governo
odierno, come autentici eredi di quel Governo Veneto che durante molti secoli guidò con mano
probissima la nostra Patria, riconosciamo l'unicità e la notevole continuità della civiltà Veneta:
l’UNICA CIVILTA' AL MONDO CHE HA CONSERVATO, DA UN REMOTISSIMO
PASSATO, I PROPRI VALORI CARATTERISTICI E ASPIRAZIONI SOCIO-POLITICHE, il
senso di onore e di giustizia: questi hanno reso famosa la Veneta Serenissima Repubblica in tutta la
terra. Il lodevole desiderio di diffondere cultura, pace e armonia dappertutto! L'amore a Dio, al
prossimo, alla libertà... Ah, la veneratissima libertà! Quanti Veneti hanno dato il loro sangue e la
loro vita per difendere l'autodeterminazione del nostro Popolo! Il nostro Veneto, unica fra tutte le
nazioni dell'antichità, non ha mai subito una conquista. Nonostante la pletora dei pesanti volumi
scritti dai servi dello stato centralista italiano (epigoni della romanità mussoliniana), né gli
349
1) LA CONTINUITA' SOCIO-POLITICA: l'uguaglianza. Le assemblee popolari e la
rappresentanza. Il Pilpotis e il Doge. Il Diritto Veneto attraverso la preistoria e la storia. La nascita
del concetto della Timocrazia.
2) LA CONTINUITA' ECONOMICA: i Veneti come nazione imprenditoriale fin dall'antichità. Il
dinamismo dell'industria e del commercio Veneto in tutte le epoche. Il commercio internazionale.
3) LA CONTINUITA' ANTIBELLICA, NON INTERVENZIONISTA. LA MEDIAZIONE
VENETA: il Veneto come civilizzatore, non conquistatore. L’annessione voluta dalle città di
terraferma. Non c'è mai stato un "IMPERO VENEZIANO".
4) LA CONTINUITA' LINGUISTICA: sopravvivenza di toponimi, cognomi, suffissi, forme
grammaticali.
5) IL RUOLO DELLA DONNA VENETA: nei tempi antichi, medievali, rinascimentali, recenti.
Etruschi, né Roma, neanche Bisanzio è riuscito a sopprimere la libertà dei Veneti. (Questo è il tema
di un altro scritto mio, in preparazione, dove dimostrerò, con evidenza documentabile, la
conservazione della nostra INDIPENDENZA FORMALE fino all'avventura Sabauda del 1866 e
oltre: dalla lunga epoca Paleoveneta alla fondazione di Venezia, dal millenario periodo della
Veneta Serenissima Repubblica fino al 1797, dal periodo Austriaco fino al Regno d'Italia, dal 1866
fino ad oggi: i Veneti lagunari e anche molti municipi Veneti di Terraferma, almeno in termini
giuridici non hanno mai perso l'indipendenza! Questo è dovuto all'illegittimità di tutte le
occupazioni del nostro territorio e alla palese illegalità del cosiddetto referendum del 1866.) E non
solo questo. I Veneti hanno saputo resistere, durante molti secoli, all'invasione e alla conquista
militare della Patria; ma hanno anche respinto, con fermezza e fierezza, tutti i nefasti tentativi di
diminuire e cancellare la nostra identità etnica, culturale, giuridica. Soprattutto, la nostra fervente
devozione a terra e tradizioni, nostro desiderio collettivo a difendere il patrimonio nazionale contro
tutti gli avversari, hanno consentito alla Veneta Repubblica una plurimillenaria fioritura e la
capacità di perdurare, anche nelle circostanze più difficili.
Il fattore che più impressiona uno studente imparziale della nostra storia, è la continuità ininterrotta
della civiltà Veneta attraverso le epoche. Questa continuità non è fortuita: sorge dalla notevole
convergenza di una nazione chiaramente consapevole e giustamente orgogliosa della sua identità.
Ho preparato una lista di dodici punti basilari, dove si può dimostrare ampiamente la continuità
della civiltà Veneta:
6) LA CONTINUITA' SCIENTIFICA, TECNICA, DI RICERCA: invenzioni Venete.
7) L'ATTENZIONE ALLA SALUTE: Reitia sanatrice, la medicina, gli ospedali, le istituzioni
antiche, medievali, moderne.
8) LA CONTINUITA' ARTISTICA, EDUCATIVA: la diffusione di cultura, l'estetica, la salutare
gioia di creare cose di grande e durevole bellezza, l'educazione morale dei ragazzi
9) L'ASPETTO ALTRUISTA, FILANTROPICO, UMANISTICO: la V.S.R., rifugio sicuro per
tutta la gente oppressa e perseguitata; legislazione contro la schiavitù, a favore della donna e della
350
famiglia, per la protezione dei più deboli e delle classi meno abbienti; una campagna ufficiale per
eliminare la povertà.
10) L'ASPETTO URBANO-EDILE: lavori pubblici, progresso e sviluppo urbano. tutela delle
acque, delle strade ecc..
11) LA MEDIAZIONE VENETA: Antenore, la V.S.R. come arbitro, Andrea Dandolo e Genova.
12) LA CONTINUITA' FESTIVA, RELIGIOSA, TRADIZIONALE: feste, costumi, moda del
distante passato Paleoveneto. Il Pilpotis e il Doge come "supremi sacerdoti", l’oca nel simbolismo
Veneto, Tresco Peto patriota Veneto martire per l’antica religione, Reitia e San Marco, santi
patroni nazionali.
Ovviamente in una concisa sintesi, sarebbe impossibile segnalare tutti i numerosissimi casi di
continuità, ci vuole un grosso Tomo solo per gli aspetti giuridici!
(…)
Ma l’opera definita sull’argomento, che pubblicherò nella forma di libro, presenterà al pubblico in
generale, tutta l’evidenza disponibile sulla costanza e coerenza della nostra plurimillenaria civiltà
Veneta.
Maria Fasolo213
213 “Spirito Veneto”, 2002/1, p. 5.
351
LA LEGA DI CAMBRAY
Nel 15° secolo Venezia è una potenza Marittima incontrastata, i commerci con l'Oriente continuano
ad accrescere la ricchezza dello stato, le guerre con Genova sono finite e il mediterraneo è
relativamente sotto controllo grazie alle navi Venete che abitudinariamente lo solcano svolgendo
un lavoro di polizia navale. Nello stesso periodo comincia però l'ascesa di altre potenze marittime
come quella Turca prima e successivamente quella Spagnola che fra l'altro, al contrario di Venezia,
possono disporre di grandissimi territori da cui ricavare le materie prime per aumentare le proprie
capacità. E' questo uno dei motivi per cui verso la metà del 1300 Venezia comincia ad interessarsi
alla terraferma Veneta divisa in vari possedimenti feudatari continuamente in guerra fra loro per la
supremazia. Cosi con Treviso nel 1339 e, successivamente, con le dedizioni di Verona, Vicenza e
Padova nei primi anni del 1400, la repubblica Veneta diventa il paese più potente in italia e fra i più
temuti in Europa. I monarchi Europei non vedono di buon occhio quest'improvviso allargamento di
Venezia, cosi con la scusa di una possibile guerra contro il turco, i plenipotenziari di Re Luigi XII e
quelli di Massimiliano d'Asburgo, firmano a Cambray un'alleanza alla quale sarebbero stati
ammessi il Re d'Ungheria il Re d'Aragona e il Papa, con l'unico scopo di spartirsi le terre Venete e
ridimensionare Venezia.
La guerra comincia male per la Serenissima che subisce la prima sconfitta: è il 14 maggio 1509
siamo ad Agnadello, i due eserciti contano circa trentamila uomini per parte, dopo poche ore di
aspro combattimento si conteranno più di quattordicimila morti.
Fino ad allora Venezia si serviva dei nobili locali per esercitare il governo della terraferma, tenuti
sotto controllo dai governatori Veneziani per evitare soprusi. Alla notizia della sconfitta di
Agnadello gli stessi nobili che la Serenissima aveva messo a capo della loro terra si rivoltarono
contro Venezia e si schierarono dalla parte degli Imperiali, mentre i pochi funzionari Veneziani non
riuscirono, tranne a Treviso e nel Friuli, a raccogliere l'appoggio della popolazione, che non poté
far altro che subire il volere della borghesia. Intanto l'armata Veneta fu costretta ad arretrare fino ad
arrivare verso l'acqua, verso Mestre e Venezia. Nel giro di qualche mese però e con l'instancabile
apporto del procuratore di San Marco Andrea Gritti, che per ben tre anni cavalcherà in lungo e in
largo il Veneto per incitare i suoi uomini e la popolazione, l'armata riesce a riorganizzarsi tanto da
spingersi verso Padova e Treviso, grazie anche alle notizie di insurrezioni che provenivano
dall'entroterra.
A differenza della classe alta delle città soggette, contadini e artigiani avevano trovato motivi di
soddisfazione sotto il Governo Veneziano, mentre l'arroganza e la ferocia dei soldati Imperiali li
spingeva alla rivolta. Nell'agosto del 1509 quattro contadini sorpresero il Marchese di Mantova
nella sua tenda senza scorta, questi per scampare alla cattura offri ai quattro uomini una grande
somma di denaro, ricordiamo che nel millecinquecento la popolazione contadina era tra le più umili
e la possibilità di intascare dei soldi cosi facili non si sarebbe ripresentata mai più nella loro vita.
La dedizione e l'amore verso la Republica Veneta però era più forte del bisogno di denaro e cosi
352
consegnarono alle autorità Venete il povero Marchese, l'azione fu premiata generosamente: 100
ducati l'anno e una dote di altri 100 ducati per la sorella del contadino che aveva assunto
l'iniziativa, 48 ducati l'anno per gli altri, l'esenzione da ogni "angaria reale et personale" per tutti e
quattro, per le famiglie e per gli eredi in perpetuo, nonché l'autorizzazione a portare armi da difesa
anche nella stessa Venezia. Lo stesso Machiavelli, che si trovava a Verona come osservatore
militare del governo Fiorentino, si rese conto della dedizione della popolazione Veneta verso la
Republica: "è impossibile che questi Re tenghino questi paesi con questi paesani vivi."
Intanto L'armata si riorganizzava a Mestre e a Treviso con il Gritti che continuava a rincuorare le
truppe allo sbando, le misure di emergenza decretate dal consiglio dei dieci, permisero l'invio, dalla
Zecca Veneziana al campo, di denari sufficienti a permettergli di tenere insieme i resti dell'esercito.
Dato che non c'era la possibilità di raccogliere contante con la necessaria celerità, furono offerti
premi speciali a coloro che avrebbero aperto i loro forzieri e portare denaro oppure gioielli e posate
per fonderle e farne moneta.
Intanto si metteva a punto il piano per liberare Padova e il 18 luglio le reclute provenienti da
Venezia si unirono con le forze comandate da Andrea Gritti provenienti da Treviso e ripresero la
città del Santo. Appena ripresa, la città dovette difendersi dall'attacco dall'imperatore, giunto
tardivamente con la più formidabile artiglieria mai messa in campo per un assedio, i difensori
seppero respingere le truppe imperiali grazie ai molti volontari arrivati da Venezia, Massimiliano
d'Asburgo fu costretto a lasciare Padova. Frattanto il papa e il re di Spagna mutarono fronte e la
guerra si trasformo in una lotta per cacciare i Francesi, Venezia a sua volta con l'arma della
diplomazia, di cui era indiscussa maestra, riuscì e riguadagnare Brescia e Verona, dopo sette anni
di guerra, in cui molte delle sue città furono messe a ferro e fuoco, Venezia recuperò nel 1516 gran
parte dei territori guadagnati in terraferma quasi un secolo prima.
Possiamo ben dire che nel 1500 tutta Europa era alleata per distruggere la Serenissima, ma
nonostante questa che poteva sembrare una lotta impari e senza speranze, il Governo Veneto seppe
resistere difendendo se stesso e il proprio popolo. A cinquecento anni di distanza dobbiamo
prendere quell'evento come esempio per continuare la lotta contro il regime che ci opprime, che
sarà forse più subdolo, ma sicuramente non è più potente dell'intera Europa della lega di Cambray.
Andrea Viviani
Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo214
214 “Spirito Veneto”, 2003/1, p. 2.
353
LA DEDIZIONE DI VERONA ALLA SERENISSIMA
E' sicuramente accettato che il rinascimento della terraferma veneta coincide con la fine delle
signorie e la dedizione volontaria dei territori alla Serenissima. Verona ricorda la sua il 24 giugno
1405.
Nei primi anni del 1400, Verona è sistematicamente teatro di battaglie da parte di eserciti al soldo
delle varie casate "egemoniche" del nord Italia. Una delle più crudeli è quella di Francesco da
Carrara che nel 1404 riesce a conquistare la città e farsi proclamare signore. Ben poco dura il suo
governo, però, che minacciato all'esterno dall'armata veneta, si ritrova assediato anche all'interno
dalla popolazione affamata e minacciata dalle epidemie che abbandonati gli indugi, prende le armi,
occupa la piazza grande e obbliga il Carrara con una fuga precipitosa a riparare in castelvecchio.
In quei momenti, è acclamato capitano del popolo Pietro Da Sacco che avrà il compito di trattare la
dedizione della città alla serenissima con i rappresentanti veneti. Davanti alla porta di Campo
Marzo, gli oratori veronesi capeggiati da Pietro Da Sacco conferirono con la delegazione veneziana
guidata a sua volta da Gabriele Emo e Jacopo Dal Verme; fu consentito l'ingresso di 3 compagnie
di fanti veneti con il compito di guardar la piazza mentre gli ambasciatori veronesi si portarono
rapidamente al campo veneziano in prossimità o probabilmente all'interno del castello di Montorio.
Furono immediatamente fissate le condizioni molto onorevoli della dedizione. Fu permesso che
Verona continuasse a godere della libertà derivante dalla "podestà di ragunar senato, di crear
magistrati, di far leggi e di governar la città, e le cose pubbliche, rimanendo ai veneti senatori il
travaglio, i pericoli e la spesa" (Maffei). Furono concessi anche dei privilegi particolari ai contadini
della valpolicella per essersi mostrati favorevoli a S. Marco nel corso delle guerre contro i visconti.
Erano le stesse che dopo meno di un mese, il 16 luglio, furono solennemente convalidate a Venezia
in una "ducale" con bolla d'oro, lettera ufficiale del doge, con sigillo aureo, avente forza di legge. Il
23 giugno i veneziani entrarono con gran pompa in Verona dalla porta del Calzaro sita tra Porta
Nuova e Porta Palio. L'avvenimento fu consacrato con la nomina di molti cavalieri fra cui Pietro
Da Sacco che lascio' la carica di capitano del popolo. In cattedrale poi si cantò un Te Deum di
ringraziamento e finalmente le nuove autorità venete presero alloggio nel palazzo che era stato
degli Scaligeri. I veneziani, preso ufficialmente possesso di Verona, intesero farlo quindi
militarmente. Il 24 giugno, provenienti da S. Michele Extra, giunsero le milizie guidate da Jacopo
Dal Verme e sfilarono "in bella ordinanza con severissima disciplina" acclamate dal popolo.
Entrarono dalla porta di Campo Marzo, attraversarono tutta la città passando da piazza delle Erbe,
uscirono dalla porta del Calzaro e si accamparono fuori delle mura nella attuale zona dello stadio.
Nello stesso giorno del 1405, si riunì il consiglio cittadino detto dei 12 che elesse gli ambasciatori
che dovevano recarsi a Venezia per la dedizione pattuita. Continuarono poi le sincere
manifestazioni di esultanza per la coscienza di trovarsi, dopo tante inquietudini, sotto un governo
saggio e forte. Partirono i 21 ambasciatori l'8 luglio e giunsero in pompa magna a Venezia con 120
cavalli, ed alloggiarono nel palazzo del Marchese di Ferrara". In testa Leone Confalonieri, fra
354
Vice Presidente V.S.G.215
Zenone Negrelli e Pace Guarienti, reggeva la bandiera del Comune; preceduta pero' dal nobile
Aleardo Aleardi, fra Clemente dell'Isolo e Tebaldo del Broilo, che portava quella dei Cavalieri. Il
Doge, circondato dal Gran Consiglio, accolse i Veronesi, tutti vestiti di bianco per significare la
loro purezza e sincerità di mente e di volontà. Tutti erano solennemente riuniti su un palco eretto in
Piazza S. MARCO tra la chiesa e le mercerie. Pietro da Sacco, affiancato da Torneo de Caliari e
Gaspare da Quinto, consegno' le 3 chiavi della città e dei suoi distretti, in segno di dominio e
possesso. I 21 ambasciatori tornarono in Verona acclamati dal popolo festante, il 26 luglio 1405
recando il gonfalone con il leone di S. MARCO avuto in dono dal Doge e le bolle d'oro. Il 2 agosto
il gonfalone fu portato solennemente in piazza delle Erbe, issato sul carroccio che era custodito in S
ZENO e quindi levato sopra l'altissima antenna vicino al capitello. I veronesi celebrarono da allora,
il 24 giugno, con una solenne processione dal Duomo a S GIOVANNI in valle e con una pubblica
grandiosa giostra che richiamava valenti cavalieri da tutta Italia.
Luca Peroni
215 “Spirito Veneto”, 2004/2, p. 2.
355
FIGLIE DELLA PATRIA:
IL RUOLO DELLA DONNA VENETA ATTRAVERSO I SECOLI
Benché i nostri antenati, i Paleoveneti, fossero una nazione Indoeuropea con un concetto
essenzialmente patriarcale della società, la creatività, l'influenza sociale e l'autorità politica delle
femmine, non sono mai state assenti dalla nostra civiltà. E' altamente significativo che la divinità
principale nel Panteon Paleoveneto era una femmina: la veneratissima Reitia, dea della giustizia,
dell'educazione e della cultura, alquanto simile all'Atena dei Greci ma senza le tendenze belliche di
questi. Reitia, con tutta probabilità, era una dea vergine, poiché nessun consorte è associato a lei. Il
suo nome sembra derivare dalla radice protoindoeuropea "Reikt…" (retta), nel senso civicomorale.
Reitia era, infatti, una divinità di rettitudine, tolleranza e armonia sociale. E' stata molto amata e
venerata da tutti i Paleoveneti, tanto dalle donne quanto dagli uomini. Era un raggiante modello,
un'ispirazione, per le mogli e figlie Venete, e per gli insegnanti di ambedue i sessi. Così, la nostra
storia nel territorio Veneto comincia con il benevolo governo di una femmina. La città di Venezia,
dalla sua fondazione è sempre stata concepita come una femmina. Numerosi grandi artisti come
Tiziano, Tintoretto e Veronese hanno rappresentato l'amata Serenissima come una donna di
straordinaria bellezza, con capelli aurei e sereno portamento maestoso. Come la dea Reitia, Venezia
vera Patria di giustizia, armonia e progresso, è stata immaginata come l'incarnazione di tutte le
virtù garbate: grazia, tranquillità, candore, fedeltà ingegno creativo: in breve, le qualità associate
con le donne sagaci e onorate. Nel mio libro (in stampa) "Uno spirito che non muore: la continuità
della civiltà Veneta", ho commentato che le donne Paleovenete erano internazionalmente rinomate
per la loro beltà, modestia, diligenza, dedizione alla Patria al culto e alla famiglia. In contrasto con
le loro contemporanee degli altri paesi d'Europa, queste donne Venete spesso partecipavano alle
attività commerciali, firmavano contratti in nome proprio, lavoravano nei Templi, università come
istruttrici, redigevano i propri testamenti, amministravano la loro proprietà a piacimento. E'
interessante osservare che in tutte le epoche della nostra plurimillenaria storia, anche nell'Alto
Medioevo (quando il resto dell'Europa era immerso nell'intolleranza), la donna Veneta ha
fieramente conservato questi diritti civici, giuridici e commerciali. Durante il Medioevo e nel
Rinascimento, numerosi sono i casi delle dame cui abnegazione, eroismo, e spirito di servizio alla
Patria Veneta sono altamente lodevoli. Le femmine intellettuali che hanno dedicato tutta l'energia
feconda delle loro menti al progresso scientifico/culturale della Serenissima, sono troppe per
enumerarle in questo breve articolo. Voglio citare solo le più importanti; le prime donne laureate in
tutto il mondo, perché queste due gentildonne Veneziane servono come epitomi degni di tutte le
loro sorelle Studiose:
• CASSANDRA FEDELE (1456-1558), nata e morta a Venezia. "Ammaestrata nelle lettere
Greche e latine, nella retorica, nella filosofia e nelle musica", questa straordinaria donna, tra il
1477 e il 1478, ha ricevuto il dottorato in medicina all'università di Padova: così, lei tiene il primato
assoluto fra le donne laureate e addottorate. Poetessa, musicista, conferenziera, Cassandra Fedele
356
era anche una grande filantropa: lei ha gestito, durante molti anni della sua lunghissima vita, un
orfanotrofio dove le bambine abbandonate hanno potuto ricevere un'eccelsa educazione classica e
culturale.
• ELENA LUCREZIA CORNER PISCOPIA, nata il 5 giugno 1646 a Venezia. Morta a soltanto
38 anni d'età. Elena era parente della Regina Caterina Corner. Come Cassandra Fedele, era una
bambina prodigio; dalla prima infanzia, mostrò eccezionale intelligenza e curiosità, quasi avidità
per imparare, Elena Corner si dilettava nella composizione di versi poetici e nella musica. Imparò
sei o sette lingue… Ma la sua vera passione era la filosofia. Lei si recò all'università di Padova; in
quel celebre istituto di erudizione, il 25 giugno 1678, Elena Corner "Con raro impegno di
cerimonia, fu onorata della laurea Dottorale alla presenza d'innumerabili Letterati…" (da
Giovanni Grevembroch, "Gli abiti da Veneziani"). Profondamente religiosa, Elena Corner
professava il terzo ordine di San Benedetto. Indossava quasi sempre il severo abito nero dell'ordine,
il quale, tuttavia, non ha potuto diminuire la sua serena bellezza, evidente nei suoi ritratti.
Fra le donne Venete cui, magnanimità, eroismo e dedizione, ci ispirano anche oggi ad imitare il
sublime esempio, spiccano particolarmente le seguenti:
• Le generose dame che, nell'anno 1379, durante la guerra contro Genova, offrirono i loro gioielli
e regali dotali per rifornire il pubblico erario.
• La moglie, (purtroppo anonima) di Battaglia Motta, una giovane donna che, il 22 maggio 1667,
a Candia organizzò "Un manipolo di donne che con animo virile e con generosi esempi si diedero
ad animare tutti i lavori di munizionamento per alleviare la fatica dei combattenti (Veneti
avversari dei Turchi a Candia), esponendosi agli stessi loro rischi o pericoli." (da Eugenio Miozzi,
"Venezia nei Secoli").
• Le eroine Venete di Famagosta: "I difensori (a Famagosta) non raggiungevano il numero di
7400, ma resistettero per lungo tempo agli assalti nemici, sotto il comando di Marcantonio
Bragadin e di Astorre Baglioni. Fu allora che videsi, pietà grande e commendevole, accorrere
ognidì le femmine stesse, e nobili e plebee, sulle mura… recando e somministrando a combattenti
acqua, sassi, legne, ne partire se prima con lanciamento di pietre verso la fossa non avessero, per
quanto potevano, offeso il nemico; ciò continuando sempre fino al giorno dell'ultimo esizio."
(Miozzi op. cit.)
• Le molte Dogaresse benefattrici che hanno mostrato la munificenza più spontanea, donando
liberalmente alle buone cause, lavorando diligentemente nelle opere pie: loro, con fondi propri,
hanno fondato orfanotrofi, scuole, ospedali, collegi, conservatori, centri culturali… I loro nomi
sono, in generale, quasi dimenticati ma il bene che hanno fatto le Dogaresse per la società rimane
come una contribuzione permanente alle iniziative culturali e umanistiche.
• BELISSANDRA MARAVIGLIA, aristocrata Veneziana in Cipro, "Fata prisoniera durante
l'assedio de Nicosia, in t'el setembre 1570, insieme co tante done sipriote… la xe stada strassinada
su la nave patrona turca, co'l destin de esser vendua come mercanzia de lusso a qualche arem de
357
musulmani…" (da Mariù Salvatori de Zuliani, "Venezia da no perdar: storie e leggende
Veneziane"). Sentendo compassione per le sue compagne di sfortuna (alcune di quelle prigioniere
Venete avevano solo dodici anni d'età) "La dama ga deciso, ela per tute che gera assae megio
morir che restar s'ciave de i nemici. Ghe gera una camaron pien de barili de polvere da sbàro; ghe
xe passà per testa che sarìa sta belo far saltar per aria ela medesima co le so compagne, soldai e
botin de guera. La zentildona ga destacà na fiamòla tignula impissada per far luce ne la stiva,
butandola po drento in t'uno de i diti barili… A onor de'l vero s'à da dir che anca in te la difesa de
Cipro, le done Veneziane s'à mostra altretanto coragiose che i omeni" (Salvatore de Zuliani op.
cit.).
• CATERINA CORNARO (Corner), nata a Venezia nel 1454. Regina di Cipro. Eugenio Musatti,
nel suo libro "La donna in Venezia", la descrive come "bella della persona, lepida nel conversare,
istruita nelle lettere e nella storia." Il 6 giugno 1489, questa ammirevole abnegata dama,
consapevole dell'importanza strategica dell'isola di Cipro alla difesa della V.S.R. e dell'Europa
intera, "Cedo il suo dominio alla cara Patria." Per questo atto di dedizione e amore alla
Serenissima, Caterina Cornaro veniva dichiarata "Figlia della Republica". Era, per lei, un onore
anche più prezioso del titolo di Regina.
• Le innocenti, valorose donne di Verona (alcune erano incinta) che hanno perso la vita durante
la disperata resistenza delle Pasque Veronesi. Sui partecipanti in questa resistenza, l'autore Eugenio
Miozzi (op. cit.) dice "Il popolo alla fine comprese il tradimento perpetrato da coloro che avevano
predicato le gioie degli immortali principi, e che si erano concluse con la distruzione della Patria e
con il dominio degli stranieri. E si ribellò: ma era troppo tardi… Il nuovo governo che aveva
assunto per Motto LIBERTE', FRATERNITE', EGALITE', per primo suo atto mitragliò i figli del
popolo, per colpa la grave di amare la Patria." I figli, si; ma non dobbiamo dimenticare che
c'erano anche tante FIGLIE DELLA PATRIA che donarono l'inestimabile tesoro del loro sangue in
quell'orrendo massacro.
• CATERINA DOLFIN TRON, aristocrata Veneziana, poetessa, che, proprio al crepuscolo della
Serenissima: "Volle anche lei esprimere l'amarezza angosciosa del suo animo e la tenacia della
sua volontà di fronte alla tremenda sventura":
…mi fia d'un Dolfin, muger de un Tron, bato grinta per Dio, mi no me mazzoe se casco, non casco
in zenocion…
(tratto da Eugenio Miozzi, op. cit.)
Chiudo questo tributo alla Donna Veneta auspicando che i veri valori quali: onestà, coraggio,
spirito di sacrificio dedizione alla Patria e alle cause giuste, umiltà e amore verso il prossimo,
vengano assorbiti dalle donne odierne, affinché, guardando al passato, possano aiutarci a costruire
un raggiante futuro Marciano.
Maria Fasolo216
216 “Spirito Veneto”, 2004/2, p. 3, (Il vento del leone).
358
Possiamo elencare parecchie varietà di tirannia: le dittature antiche, medievali e moderne, i
dispotismi aperti e dissimulati, le innumerevoli autocrazie, oligarchie e plutocrazie, che durante
il lungo percorso della storia hanno devastato la società umana. I tipi più comuni della tirannia
sono due: quello spudorato e brutale, senza pretesti o persuasione artificiosa. Il secondo tipo di
dispotismo, fondato a volte attraverso l'occupazione militare ma più spesso per l'imposizione
economica-culturale, è più sottile del primo: ben intenzionato in apparenza ma totalmente
ipocrita; persuasivo ed esperto nell'effettuare la cinica acculturazione, il lavaggio del cervello
che non di rado convince gli oppressi a credere sinceramente che il sistema oppressivo lavora
per il bene comune.
LE FALLACIE UFFICIALI
Dalla pax romana alla spuria "pace italiana"
La storia della penisola italica dimostra lo sforzo costante del potere di creare una vasta zona
d'influenza di tendenza sempre più imperialista. Gli antichi romani hanno convertito migliaia di
vicini in sudditi, strappandogli senza scrupoli terre, beni, donne, e perfino l'identità
culturale/etnica, attraverso l'imposizione della cultura romana. L'espansione romana, nell'epoca
imperiale, si è estesa dalle coste atlantiche fino all'Asia centrale: tutto quel territorio obbligato
ad osservare la stessa legge romana. Ma quel sistema apparentemente omogeneo non ha portato
la pace, solo la sottomissione ritrosa e, in molte zone, il conformismo. Quando i Cesari non
hanno potuto conquistare con le armi, hanno studiato una politica "soft", offrendo ai popoli
limitrofi una "amichevole federazione" o "associazione" con Roma. Anche questa scaltra tattica
è quasi sempre risultata nell'acculturazione penetrante o nell'assorbimento sociopolitico del
popolo federato.
Quella era la sorte riservata per tutti i gruppi etnici della penisola italica, tranne uno: la
NAZIONE VENETA. I Paleoveneti, possessori di una brillante e originale civilizzazione, già
plurimillenaria quando Enea guidava i primi Latini, dovuta alla fierezza e incorruttibilità morale
della loro gente potevano resistere a tutti gli sforzi dei Romani di conquistare, assimilare o
annettere il territorio Veneto. Gli statisti romani, conoscendo bene l'amore dei Paleoveneti nel
tempo di pace e la loro intrepidezza nel tempo di guerra, invece di intraprendere azioni belliche
hanno preferito firmare con loro un patto di amicizia, cooperazione e mutua difesa. Ma
l'inabilità di conquistare quel popolo indomabile ha gravemente ferito l'orgoglio marziale dei
romani. Benché lo status dei Paleoveneti riguardo all 'impero, era quello di alleato, i romani per
non cadere nel ridicolo hanno confezionato il famoso mito della "Decima regio Venetia et
Histria", un territorio "ufficialmente" incluso dentro i confini dell'impero romano. Ma le fonti
storiche imparziali, più l'evidenza archeologica, ci dimostrano che quell'eterea X regio non è
mai esistita. Durante tutto il periodo imperiale, i Paleoveneti hanno continuato a promulgare la
propria legislazione, a erigere la proprie pietre miliari, a fare affari commerciali e convegni con
i barbari, in aggiunta ad effettuare missioni di pace e tenere a bada i potenziali nemici
359
transalpini. I nostri antenati Veneti hanno conservato la loro toponomastica, i loro tipici nomi e
cognomi, la loro venerabile religione. C'era, si, una certa "verniciatura", alquanto superficiale, di
romanizzazione nel territorio Veneto… specialmente nell'iconografia artistica… ma il fondo
della cultura è rimasta autenticamente Veneto.
Certi "studiosi" moderni si sforzano di "provare" al pubblico che la vasta maggioranza dei
toponimi Veneti attuali deriva dall'antico latino. Anche questa è una fallacia capricciosa, creata
per glorificare la presunta romanità del Veneto.
Considerando che la lingua Venetica, come il latino, è sorta dalla madre-stirpe Indoeuropea, la
similitudine di questi due idiomi non deve sorprenderci. Ma dobbiamo ricordare che il Venetico
antidata la lingua latina di parecchi secoli. In questo caso, e ricordando anche che Plinio
enumera una tribù dei VENETULANI "fra i Popoli Laziali", possiamo anche immaginare che
forse i Romani hanno preso in prestito terminologia e toponimi dei Paleoveneti, non viceversa.
Altri miti, manipolati per scopi propagandistici, sono quello del "buon troiano" Antenore e del
"buon romano" Trasea Peto. Il fatto è che tutti e due erano Veneti… buonissimi genuini
Veneti… ma questa è una realtà troppo scomoda per gli storiografi e politici del sistema
italiano, che devono, ad ogni costo, cancellare ogni traccia della splendida civiltà Veneta
perché, secondo loro, non esiste né mai è esistita una Nazione Veneta con storia cultura e
identità propria. Secondo gli "studiosi" che si sono venduti allo stato invasore, Antenore… se
non era un personaggio inventato, di favola… era soltanto un oscuro parente del Re Troiano
Priamo. Dopo la guerra di Troia, sarebbe scappato dalle rovine di Ilium con un amorfa massa di
profughi Troiani, Veneti e Anatolici; forse fondò un insediamento chiamato Padua, nell'Illiria!
Che diversa dalla verità è questa versione! L'Antenore storico era Veneto, il rispettatissimo
consigliere e guida morale del suo Popolo: supremo portavoce della pace, marito e
collaboratore della sacerdotessa di Reitia a Troia, fondatore di una nuova e gloriosa Patria ad
Este, Padova, Altino, persino sulla laguna. Per quanto riguarda Trasea Peto, quest'ammirevole
statista e filosofo, lungi dall'essere un rampollo di Romolo e Remo, era della più illustre stirpe
Paleoveneta: un fermo difensore dei caratteristici valori Veneti come la libertà, la giustizia, la
pace attraverso la tolleranza. Alleato di Roma, si sedeva con solenne dignità nel Senato ma non
è mai stato un suddito servile, mansuetamente fedele al potere Romano! Infatti, Trasea Peto
lottò tutta la vita, con molto coraggio e integrità di spirito, contro la cinica tirannia Imperiale. E'
stato lui, Trasea, il principale protagonista nel complotto che ha frustrato i progetti megalomani
di Nerone, in particolare, il sinistro piano del demente imperatore di sopprimere la libertà
politiche, sociali e religiose della Nazione Veneta. Trasea Peto, degnissimo di lode, ha sofferto
il martirio: è martire ed eroe, ma per la causa Veneta, non quella di Roma.
Gli stessi sostenitori "dell'unita d'italia" che ci negano ogni briciolo di originalità, che rifiutano
l'idea della grandezza preistorica dei nostri avi, scartano anche una delle date più importanti del
360
nostro Calendario Patrio: la Fondazione di Venezia (25 marzo 421d. C.). Quegli ultra scettici,
con una tipica mancanza di logica e di intelligenza, basano la loro incredulità sul fatto che certi
manoscritti del basso medioevo esprimono dubbi sulla veridicità di quella data. Ciò nonostante,
tutti i documenti Veneti anteriori al basso medioevo affermano la fondazione della Repubblica
Veneta Lagunare precisamente il 25 marzo 421 d.C. Per quale strana ragione gli "studiosi"
moderni hanno tanta fede nei manoscritti compilati molti secoli dopo il fatto, ma respingono
come invenzione la preziosa evidenza storiografica che risale ad un epoca immediatamente
successiva alla Fondazione?
Similmente, gli scettici ufficiali negano categoricamente o si beffano dei seguenti dati:
a)Il viaggio dell'Evangelista Marco nel territorio Veneto. Gli studiosi diffidenti ammettono che
verosimilmente San Tommaso ha predicato in India, San Brendano ha scoperto le regioni
Artiche e il continente americano; ma non accettano l'idea "osata" che San Marco abbia visitato
le nostre coste.
b)La dichiarazione divina "PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS", ma i Romanisti
accettano ben volentieri l'autenticità del messaggio a Costantino sul ponte Milvio.
c)L'acquisto legale delle reliquie di San Marco. I maliziosi convertono quest'episodio nel furto
delle spoglie mortali del santo, perpetrato da due mercanti Veneziani senza scrupoli.
d)Il ritrovamento delle reliquie Marciane presuntivamente perse durante l'incendio del 976 d.C.
e)L'ininterrotta indipendenza Veneta, fino al 1797. Quasi tutti gli "storici" italiani insistono che i
Veneti erano prima sudditi di Roma, poi di Bisanzio: benché esista abbondante evidenza per
smentire questa soggezione.
f)L'esistenza del primo doge, Paolicio/Paoluccio Anafesto. Più di uno "studioso" lo ha
identificato con l'Esarca Bizantino di Ravenna, benché nome e cognome sembrano d'origine
greca (Pavliskos Anàfestos), questo magnifico personaggio, sia Veneto o Elleno, era sempre un
sincero paladino del nostro Popolo; con straordinaria energia e lungimiranza, ha costruito i
fondamenti del futuro splendore di Venezia.
g)L'abolizione della schiavitù. La Libera Federazione dei Popoli Lagunari, nucleo storico della
Veneta Serenissima Repubblica, è il primo stato al mondo che ha UFFICIALMENTE ABOLITO
LA SCHIAVITU' (proclamazione del Doge Orso Ipato, ottavo secolo d.C.)
h)La dedizione spontanea dei comuni e dei territori esteri. Uno dei miti più sfacciati confezionati
dai nemici di Venezia è quello del "progetto Imperiale" della V.S.R. Al contrario: la Serenissima da
sempre deplorò e condanno qualsiasi tipo di aggressione coloniale, cinico espansionismo e
invasione. Tanto profondo era l'universale prestigio della nostra repubblica, dovuto alla sua costante
difesa della giustizia e autodeterminazione in tutto il mondo, che, le città di terraferma e dell'estero
hanno richiesto l'incorporazione nel Dominio Veneto. E' interessante osservare che il vocabolo
DOMINIO in questo senso, deriva non da DOMINUS, signore, ma da DOMUS, casa. Così, le genti
361
che si sono date alla Serenissima (DEDIZIONE= DEVOZIONE) diventano "amici di casa",
godendo di tutti i privilegi della cittadinanza Veneta.
i)Il nostro idioma tradizionale è una lingua vera e propria, non un dialetto. La lingua Veneta ha
avuto un evoluzione parallela a quella dell'italiano, con forte sopravvivenza degli elementi Venetici.
j)Un altro colossale, imperdonabile mito ufficiale è quello della "quasi unanime decisione" dei
Veneti di unire il nostro territorio al regno Sabaudo d'italia nel 1866. Questo cosiddetto
"referendum", una truffa sprezzante, un'insopportabile burla della volontà popolare, effettuato
praticamente con la pistola puntata sui Veneti. Il Veneto Serenissimo Governo, dalla sua
fondazione, ha sempre insistito sull'urgenza di rifare il referendum del 1866, con legalità e serietà,
per determinare la VERA VOLONTA' POLITICA DEI VENETI: se vogliamo considerarci
cittadini della "repubblica" italiana o, invece, affermare il nostro diritto inalienabile
all'INDIPENDENZA, al pieno godimento delle MILLENARIE TRADIZIONI E NORME
GIURIDICHE VENETE.
Anche questo brevissimo elenco dei falsi miti, diffamazioni e abusi contro la nostra identità
Veneta, ci dimostra la forza e persistenza dell'oppressione ufficiale attraverso i secoli. Il nostro
Veneto, purtroppo, da più di due secoli è classificato erroneamente come parte di un'invenzione
politica-amministrativa chiamata "italia". Ma noi siamo convinti che, dentro il cuore e dentro la
coscienza di ogni Veneto di buona volontà, arde il riconoscimento delle nostre vere radici:
un'origine che risale all'alba della civiltà Europea. Siamo Veneti, di una stirpe valorosa e fiera.
PER UNA RINNOVATA COSCIENZA MARCIANA!
VIVA IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO!
Maria Fasolo217
217 “Spirito Veneto”, 2004/3, pp. 2, 4.
362
IL VENETO E L’ITALIA
TROVIAMOCI TUTTI PER COMMEMORARE
IL MARTIRIO DEGLI IMMORTALI EROI DEL GRAPPA
Sabato 28 Settembre 2002, alle ore 16.00
Inizio commemorazione presso il ponte degli Alpini a Bassano del Grappa
Perché molti Veneti sono morti per lottare contro l'occupazione del Veneto da parte delle forze
nazi-fasciste? Questo è un interrogativo che va chiarito una volta per tutte. Qual è la reale ragione
per cui i nostri martiri, i nostri immortali eroi sono morti in Grappa? Sono morti per difendere la
propria terra, la proprie famiglie, la propria cultura, per evitare di venire deportati in Germania o
combattere per la Repubblica Sociale Italiana. Queste sono le ragioni profonde per cui i nostri
immortali eroi si sono sacrificati. Tutto quanto detto dalla propaganda ufficiale o dai partiti italiani
non sono altro che falsità e non solo questo; non si può pensare che dei Veneti o chiunque altro
muoia per costruire ciò che lo Stato italiano ha sempre dimostrato essere: uno Stato privo di
morale, uno Stato che ha represso le libertà dei Popoli, uno Stato che ha fatto sempre e soltanto
guerre di aggressione, uno Stato che non rispetta le leggi che si è dato e questo per citare solo
alcuni esempi della politica dello Stato italiano. Chiunque affermi ciò sminuisce il sacrificio dei
Martiri della Resistenza.
Non deve essere dimenticato che due province Venete (Belluno e Venezia) sono state incorporate
al Terzo Reich senza che gli italiani della Repubblica Sociale Italiana avessero nulla da dire. Non
va tralasciato neanche che di fronte alla richiesta di aiuto da parte dei Partigiani che combattevano
in Grappa fatta alle Brigate Garibaldi quest'ultimi non hanno fatto nulla per potere rompere
l'accerchiamento del Grappa, ciò esclusivamente per ragioni strumentali.
Quindi noi del Veneto Serenissimo Governo vogliamo recuperare il sacrificio di questi nostri
Patrioti dando una dignità politica al loro sacrificio, ciò è quanto ci sentiamo di dire. D'altronde i
Veneti hanno combattuto da sempre per l'integrità della propria Patria (il Veneto), e la storia ne è
testimone, così con la Lega di Cambrai quando tutta l'Europa era contro la Veneta Serenissima
Repubblica, come a Lepanto dove la Serenissima ha guidato alla vittoria le forze cattoliche contro
l'Islam. Noi dobbiamo prendere esempio da questi Patrioti della Resistenza: un filo li collega dalla
Serenissima fino ai giorni nostri come esempio della difesa del Proprio Onore e della Veneta Patria.
Il Veneto Serenissimo Governo invita tutto il popolo a portare un fiore ad ogni martire ricordandosi
così i meriti di questi nostri Patrioti.
Viva i Veneti Patrioti!
Viva la Veneta Serenissima Repubblica!
Libertà per tutti i Patrioti privati della libertà!
Onore ai Martiri del Grappa!218
218 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo, settembre 2002.
363
I CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ DELLO STATO ITALIANO
IN ISTRIA, DALMAZIA E QUARNARO
Quando lo Stato italiano parla dell’Istria, Dalmazia e Quarnaro ne parla come se queste terre con le
loro popolazioni fossero italiane. Questa è un’affermazione a-storica e priva di ogni minima base
legale: l’Italia prima del 1918 mai aveva messo piede sulle coste orientali dell’Adriatico. Non
bisogna confondere i 1200 anni di buongoverno della Repubblica Veneta nell’Istria, Dalmazia e
Quarnaro con le rivendicazioni colonialistiche e pseudo revansciste dello Stato Italiano.
I crimini dell’Italia contro le popolazioni dell’ex Jugoslavia sono innumerevoli e particolarmente
efferati; essi partono dall’occupazione militare di Fiume da parte di D’Annunzio, con l’appoggio
militare, politico e logistico dello Stato Italiano; e questo contro tutti i trattati internazionali.
Nella successiva occupazione militare nell’Istria, Dalmazia e Quarnaro la pulizia etnica da parte
degli italiani è stata scientifica e sistematica: gli insediamenti nell’ex Jugoslavia andavano avanti di
pari passo con la pulizia etnica, la stessa compiuta in Libia, Somalia, Eritrea ed Etiopia. È stata la
Jugoslavia ad aggredire l’Italia o è avvenuto l’esatto contrario? Chi ha annesso Lubiana all’Italia?
Chi ha insediato un Savoia nel fantomatico Regno di Croazia, nominandolo re? Un re che peraltro
non ha mai avuto il coraggio di presentarsi in Zagabria.
A Ciampi e ai governi italiani attuali e passati chiediamo se conoscono queste località: isola di
Arbe (Quarnaro), Gonars e Visco (Friuli), Moniago (Treviso), Chiesanuova (Padova), Renicci
(Toscana). In questi paesi sono stati allestiti lager per civili dell’ex Jugoslavia. C’è differenza tra i
proclami di Kesserling contro popolazioni civili e quelli del comandante dell’XI Corpo d’Armata
Mario Rabotti, e dell’altro commissario Emilio Grazioli?
Chi ha dato l’ordine d’inviare in campi di prigionia tutti i maschi tra i 18 e i 55 anni, e far occupare
la loro proprietà dagli italiani? Il generale Umberto Fabbri ha o non ha ordinato: la fucilazione di
centinaia di croati e sloveni; la distruzione di interi villaggi rasi al suolo e l’internamento delle
popolazioni?
Il punto di vista del generale Gastone Gamebra (succeduto a Rabotti nel comando dell’XI Corpo
d’Armata) a proposito dei campi di concentramento: “individuo malato = individuo tranquillo”. Si
potrebbe continuare ad elencare i crimini, vedi le centinaia di civili fucilati.
Chi ha costruito e appoggiato militarmente e politicamente le bande terroristiche degli Ustascià in
Croazia e dei Cetnici in Serbia? Nel lager di Jenisice sono stati trucidati 100.000 tra Serbi e Croati,
Ebrei, … Credo che di fronte a questi crimini i patrioti ex jugoslavi non potevano che reagire con la
lotta armata, rispondendo colpo su colpo alle attività terroristiche italo-tedesche, e reimpossesarsi
di quanto era nel loro diritto. È inoltre evidente che anche su Trieste lo Stato italiano non poteva
rivendicare nessun diritto naturale, in quanto mai Trieste è stata legalmente italiana.
Inoltre la cultura, la storia e i legami tra Venezia e le popolazioni di queste terre si sono incrinati
grazie alla politica scellerata di Benito Mussolini, il quale affermò che “dove c’è un Leone di San
364
Marco, lì c’è l’Italia”. Ed è evidente che quest’affermazione non poteva rimanere senza
conseguenze.
La domanda che sorge spontanea è: come fanno i profughi istriano-dalmati a non capire che la
causa delle loro tragedie è lo Stato che loro tanto difendono, ovvero l’Italia? Di fronte ai fatti qui
elencati è chiaro che chi causò gli attriti tra le varie popolazioni che abitarono e abitano attualmente
il litorale adriatico dell’Istria, Dalmazia e Quarnaro non fu altro che l’occupante italiano.
Il Veneto Serenissimo Governo è impegnato a ricostruire rapporti di amicizia storica con i nostri
fratelli di Istria, Dalmazia e Quarnaro.
Valerio Serraglia
Ambasciatore Plenipotenziario
del Veneto Serenissimo Governo219
219 “Spirito Veneto” , 2003/2, p. 4.
365
ITALIA 1861-2004
138 ANNI DI FALLIMENTI CONTINUI
BISOGNA AVER IL CORAGGIO CIVILE DI DIRE BASTA
Il Veneto Serenissimo Governo ritenendo fondamentale l'aspetto economico per il futuro del nostro
Veneto, si è occupato di sviluppo, etica economica ecc., con numerosi articoli apparsi sul nostro
giornale "SPIRITO VENETO", che approfondivano questi temi facendo precise proposte,
osservazioni, dando consigli e indicazioni. Mettendo in guardia il nostro Popolo dal non farsi
ancora una volta abbindolare dalla casta di regime al potere nel nostro Veneto: partiti, sindacati,
burocrati, confindustria, diretti rappresentanti del potere central-nazionalista romano. Portatori
delle loro false promesse di sviluppo il cui vero ed unico fine è depredare, distruggere il tessuto
sociale, economico, civile della nostra Veneta Patria per meglio garantirsi il loro potere. Nelle
settimane scorse questo stato artificiale è stato scosso duramente da tremendi scandali finanziari, e
alcuni purtroppo stanno arrivando tra la disperazione di migliaia e migliaia di risparmiatori e
lavoratori. A questo si aggiunge l'agonia inarrestabile del sistema economico produttivo con la
perdita ulteriore di posti di lavoro non più recuperabili. Questa disfatta è il prologo definitivo di
uno stato artificiale nato nella più totale illegalità e per mano straniera che in 138 anni di precaria
esistenza ha lasciato una scia infinita di ruberie, parassitismo, incapacità, ingiustizie, devastazioni
ambientali, morali, civili ecc.. Il regime intuendo l'imminente crollo economico e politico ha
prontamente orchestrato una campagna di esasperato nazionalismo dando tutte le colpe della
sfavorevole congiuntura a fattori esterni trovando così ulteriori appigli per una nuova stretta
centralistica in nome dell'unità, della solidarietà "nazionale" in questo momento di crisi. Purtroppo
per tutti i Patrioti che lottano per la libertà e il rispetto delle identità storiche un ulteriore brutto
colpo, a puntellare con tutte le forze il "sistema italia" è corsa in aiuto una forza politica che si
diceva federalista, autonomista, indipendentista ecc.. In questa drammatica situazione il nostro
Veneto, assoggettato attraverso l'inganno e con la truffa all'italia, e il fattivo e continuo sostegno di
intere generazioni di lacchè veneti sempre supini nel servire il padrone romano, sta pagando
conseguenze gravissime che diventeranno drammatiche nei prossimi anni a discapito delle nuove
generazioni e di tutta la collettività Veneta. La gloriosa azione del 9 maggio, i reiterati inviti e
scritti fatti dal V.S.G. volti a cambiare rotta finché si era in tempo, sono finiti nel nulla ancora una
volta tra la derisione e il compatimento della cricca al potere nel nostro Veneto il cui odio verso la
V.S.R. e i suoi illuminati insegnamenti non trovano eguali. Il terribile risultato è che oggi gennaio
2004 ci troviamo completamente circondati (vedi "resa dei conti" sul numero di gennaio 2003 di
Spirito Veneto) e schiacciati da economie esterne e giovani, sempre più aggressive e dinamiche, e
al nostro interno con un "sistema italia, " la cui "classe dirigente" priva di ogni credibilità da ambo
gli schieramenti la cui matrice culturale predominante si rifà a ideologie criminali e plurifallite
come la storia ha ampiamente dimostrato, vive alla giornata con inutili polemiche cercando il
consenso elettorale attraverso clientelismo, lavori parassitari, appalti che portano corruzione e
366
illegalità di ogni sorta a danno di chi lavora onestamente e si deve confrontare con le dure leggi di
mercato. Alle immani sfide sopraccennate, la classe al potere politico, sindacale, burocratico e
imprenditoriale, risponde; o con velleitari quanto irritanti proclami ultra-central-nazionalisti con
relative parole d'ordine come "fare mischia", "dobbiamo stare uniti e fare sistema", "fiducia nella
ripresa", "il paese è sano", "sviluppo" e via delirando. Oppure con sconclusionate "ricette
economiche" sul tipo "la finanza creativa" "la cartolarizazione" il voler ripristinare i dazi doganali,
la nazionalizzazione, gli aiuti alle imprese in crisi con più di mille dipendenti, e quelle con meno di
mille dipendenti cosa ne facciamo?! Condoni di ogni sorta "infrastrutture" e opere pubbliche (noi
diciamo come V.S.G. meno cemento più ricerca) pasticci come l'articolo 18 o la grottesca
sceneggiata della riforma delle pensioni ecc.. Un quadro a dir poco desolante, si brancola nel buio
più pesto. E pensare che queste sfide decisive per il futuro del nostro Veneto erano facilmente
prevedibili, e queste "minacce economiche" sono arrivare in maniera graduale e si aveva tutto il
tempo necessario per correre ai ripari. Un dato per tutti: la Cina che in questo momento è "la bestia
nera" per moltissimi falsi liberisti, politici, imprenditori. Basta aver un po' di elementare memoria
storica per ricordare che il leader cinese Den Xiao Ping con le sue riforme introdotte sul finire degli
anni 70 volte a modernizzare e liberalizzare l'economia cinese, avrebbero negli anni seguenti
profondamente inciso l'economia mondiale. La casta italoveneta al potere invece di attrezzarsi con
studi, innovazioni, brevetti, nuovi modi di produrre e trasportare, ridare dignità al lavoro tecnico
manuale ecc., per dirla in breve, creare una società economica che seguiva e traeva spunti decisivi
dall'immenso bacino della storia della V.S.R., ha invece preferito continuare a dar retta a tromboni
romani di ogni sorta e colore e lavorare attraverso prebende, svalutazioni monetarie continue,
rubando e copiando marchi e brevetti altrui, (l'italia, oggi 2004, è tra i primi paesi al mondo nella
contraffazione) potendo contare sull'impunità di fatto della legge italiana, mettendo cosi in
difficoltà imprenditori seri e qualificati. Tutto questo non bastava ancora, avanti tutta con la
devastazione più oscena del nostro territorio, capannoni, capannoncini, centri servizi, zone e
zonette industriali una per comune fatte solo allo scopo di lottizzare e riempire le tasche ai cialtroni
di turno, con gravissimo danno all'agricoltura e turismo. Periferie sterminate tirate su senza il più
elementare criterio economico e paesaggistico, che adesso si sono riempite di immigrati fatti
arrivare apposta da ogni parte del globo a dismisura ben oltre le reali esigenze lavorative, al fine di
innescare tensioni razziali con la popolazione indigena e devastare il tessuto sociale sfruttando tutto
questo a fini politici ed economici, chi invocava l'accoglienza, chi chiedeva misure dure contro
questi sventurati e altri per sfruttarli in attività decotte o marginali o con il lavoro nero. Basti
pensare che ancora in questi giorni il "gotha" imprenditoriale "Veneto" in questa fase sempre più
acuta di crisi, chiede l'arrivo di altri immigrati extracomunitari (l'importante è che non siano Veneti
che chiedono di tornare nella loro Patria Marciana). Di fronte a tanta miseria umana
imprenditoriale e di disprezzo per la propria terra non ci sono parole. Gli imprenditori onesti capaci
come abbiamo detto più volte debbono rompere gli indugi non c'è più tempo, e schierarsi subito
367
dalla parte della storia Veneta e del V.S.G. che la rappresenta e ne garantisce la continuità, sono in
gioco oltre alle vostre attività la nostra stessa esistenza economica e sociale. Gli imprenditori
Veneti di tutti i settori sotto la guida del V.S.G. si devono costituire in nuove associazioni di
ispirazione Marciana, allontanandosi nella maniera più totale dall'attuale sistema politico,
sindacale, imprenditoriale italiano. Dopo aver fatto questo si dovrà seguire alla lettera i grandiosi
insegnamenti che la gloriosa e plurimillenaria storia della nostra V.S.R. ci ha lasciato in eredità,
assumendo quella dignità Marciana che da troppo tempo manca nei Veneti dove coraggio, onestà,
senso civico, rettitudine morale, dovere, etica, ritornino ad essere protagonisti. Non vi può essere
futuro per chi violenta, per il proprio tornaconto, i pubblici interessi, l'ambiente in cui tutti noi
viviamo, questo è il primo insegnamento della nostra storia. Il Veneto Serenissimo Governo in tanti
anni ha dato prove di abnegazione oltre ogni limite in difesa della nostra patria Veneta, con questo
scritto chiama ancora una volta tutti i Veneti a fare il proprio dovere di uomini, non servi di roma,
che vogliono essere attori nella difesa del proprio lavoro e della nostra amata terra Marciana.220
220 “Spirito Veneto”, 2004/2, pp. 1, 2.
368
SUD-EST ASIATICO: CHI DEVE COORDINARE GLI AIUTI?
Di fronte alla catastrofe più imponente e devastante dell’era moderna nessuno può rimanere
indifferente e passivo. I nostri cuori lacrimeranno ancora per molto tempo, ma il tempo di agire
concretamente è arrivato. Come indirizzare gli aiuti che da ogni dove giungono a favore delle
popolazioni del sud est asiatico? Le organizzazioni non governative legate alle Nazioni Unite
hanno da sempre dimostrato quale baraccone burocratico esse siano, al loro interno si perdono
decine di milioni di euro per spese di rappresentanza, congressi, alloggi in hotel 5 stelle, banchetti
pantagruelici, automobili full optional. Le capacità che l’Italia ha dimostrato in emergenze
umanitarie ci sono già state dimostrate con la disastrosa e banditesca missione arcobaleno in
Albania, e questo è sufficiente a far capire l’affidabilità del governo italiano. La Chiesa con la
Caritas è un altro esempio di solidarietà quantomeno simulata, che punta per lo più ad arricchire
associazioni che lucrano sulle disgrazie altrui.
L’esperienza che viene dalle nostre terre ci indica quali siano le strutture più atte a gestire una parte
di questa calamità dalle proporzioni bibliche. Solo la gente legata alla terra e alla sofferenza
quotidiana può capire cosa stiano provando quei milioni di persone all’indomani dell’apocalisse.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene che solo il Comando Truppe Alpine, coadiuvato
dall’Associazione Nazionale Alpini, siano in grado di gestire ed incanalare concretamente tutti i
soldi e beni che da ogni parte della penisola italiana vengono dati per le popolazioni colpite da
questa immane calamità. Le tragedie del terremoto del Friuli, della diga del Vajont, delle varie
alluvioni che hanno colpito le nostre terre sono un esempio concreto del modo di agire degli alpini
di fronte ai flagelli della natura. Le truppe alpine e l’ANA da sempre hanno dimostrato con i fatti la
loro affidabilità per quanto riguarda ogni emergenza di protezione civile mettendo a disposizione
generosamente tutto quanto fosse utile. È certo che se le persone avessero la sicurezza che i soldi
donati fossero gestiti per la ricostruzione e il soccorso ai superstiti dagli Alpini, e non da
fantomatici conti transitori e commissioni nominate ad hoc, la solidarietà aumenterebbe perché la
gente si fida dei figli della propria terra.
Venezia, 08 gennaio ’05
Veneto Serenissimo Governo221
221 Archivio storico del Veneto Serenissimo Governo – Sezione Ufficio Affari Esteri.
369
LA PROPOSTA DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO: TIMOCRAZIA
TIMOCRAZIA
La Repubblica Veneta è considerata come esempio di Nazione liberale, dove il potere difendeva gli
interessi del Popolo, pensiamo solo che su circa un milione di Veneti, chi esercitava il potere,
erano, nel massimo dell'espansione del Maggior consiglio, in 1700 circa tutti col diritto di
partecipare attivamente ad ogni decisione che riguardava il Veneto. Inoltre, a chi continua a dire,
nonostante l'evidenza, che la Repubblica Veneta era un'oligarchia, ricordiamo solo che ai tempi
della Serenissima tutti i Popoli Europei, e non solo, erano sottomessi al volere di poche decine di
Re e Regine, che, ognuna nel proprio paese, poteva decidere della vita di ognuno dei propri sudditi
senza dover tener conto a nessuno.
I rappresentanti del Popolo Veneto Veneti non venivano eletti, solo il Doge arrivava alla carica di
Presidente dopo una consultazione dei membri del maggior consiglio, ma la sua non era proprio
un'elezione, bensì una scelta fatta dai senatori Veneti che agivano pensando solo al bene della
Nazione.
Tutti facevano parte della nobiltà Veneta, la gran parte di loro erano mercanti che avevano fatto
fortuna con i commerci, ma esistevano anche uomini che appartenevano a famiglie povere e senza
titolo nobiliare che entravano a far parte del maggior consiglio per aver dimostrato, in particolari
situazioni, il proprio amore, dedizione e senso di appartenenza alla Patria e quindi meritavano di
servirla a fianco del Doge e degli altri Senatori.
Questo modo di fare politica e di amministrare la cosa pubblica veniva chiamato "TIMOCRAZIA":
Dal greco timè, stima, onore e successivamente censo, e kràtos, potere. Una costituzione quindi
basata sulla partecipazione alla vita politica dei soli cittadini meritevoli di pubblica stima. Ed è
questo che il Veneto Serenissimo Governo vorrebbe, in chiave moderna, riproporre: solo chi
dimostra di amare il Veneto, e i suoi cittadini, dovrebbe avere l'onore di servirlo; non con le solite
elezioni dove si vota una persona solo per simpatia oppure perché appartiene ad un determinato
schieramento politico, che puntualmente, quando i propri interessi lo richiederanno, lo rinnegherà
passando con chi fino al giorno prima era considerato nemico, tradendo cosi gli elettori che
l'avevano votato.
Il buon politico deve rifiutare gli ideali partitici, tutto quello che farà lo farà per il bene della Patria
e dei suoi cittadini che gli daranno fiducia purché continui a fare il suo dovere.
Andrea Viviani222
222 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 3.
370
TIMOCRAZIA: LA CREAZIONE DEL GOVERNO IDEALE
Oggi, la democrazia è quasi universalmente considerata come la forma idonea per la conduzione di
uno Stato. Ciò nonostante, questo termine tanto diffuso e tanto ambiguo ha avuto interpretazioni
molte equivoche attraverso i secoli. Pochi sono i politici che sembrano capire le sue piene
implicazioni. La parola democrazia si deriva da DEMOS, il popolo/la massa, e da KRATOS,
governo. Quindi, il significato giusto di DEMOCRAZIA è o pare essere "l'auto-governo delle
masse". Ma anche durante l'antichità, seri studiosi e politologi sentivano molto scetticismo sulla
fattibilità di quel concetto. Ovviamente, le masse non possono aspirare a prudentemente governare
se stesse fino ad acquistare la necessaria preparazione socio politica: e la maggior parte delle
cosiddette "società democratiche" furbamente negano questa ai cittadini.. Socrate e Platone,
riconoscendo l'inerente incapacità delle rozze moltitudini di organizzarsi e agire in coordinazione
per il benessere della comunità, hanno classificato la democrazia come una delle forme meno
desiderabili. Anche Aristotele, un pensatore pragmatico, ha ammesso che la pratica democratica
contiene molti difetti e può facilmente degenerare in demagogia o caos. Nella sua insistenza
sull'individualismo e sulla spietata concorrenza economica, la democrazia è anche la pratica più
conducente alla corruzione. Il tema principale della "Repubblica", il capolavoro di Platone, è
questo: come gli esseri umani non nascono professionisti o scienziati, nemmeno sono dotati alla
nascita di un naturale senso di responsabilità civica, o di ideali patriottici. Si deve INCULCARE
questi valori nelle impressionabili anime dei bambini: educatori specialmente addestrati
provvederanno ai ragazzi una formazione morale, civica, intellettuale, guidandoli fino a produrre
una nuova generazione di statisti e governanti. Solo i più virtuosi, i più abnegati e i più capaci
sarebbero selezionati per i vitali ruoli politici, come DEGNI RAPPRESENTANTI DI TUTTO IL
POPOLO.
Benché molte persone associano "la Repubblica Perfetta" e la "Utopia" con filosofi come Platone e
Thomas More, infatti l'idea e la pratica del Governo Ideale risalgono alla preistoria. Già prima di
entrare nell'Asia Minore (cioè anteriore al 1500 a.C.), nostri antenati i Paleoveneti avevano iniziato
uno sperimento timocratico nell'Europa Centrale, raggiundendo uno splendido successo. La
preparazione etico-politica data ai giovani paleoveneti aveva risultato nella creazione auto-
rigeneratrice di ottimi leaders sociali. Questo sistema, che sarebbe stato chiamato TIMOCRAZIA
dai Greci e MERITOCRAZIA nei tempi più recenti, E' L'UNICA FORMA DI GOVERNO
PRATICATA DAL VSR IN TUTTI I SUOI PERIODI STORICI.
Si deve fare una chiara distinzione fra TIMOCRAZIA, DEMOCRAZIA e ARISTOCRAZIA. La
democrazia...lotta fra partiti, gruppi di potere economico e classi sociali...non è mai esistito nel
Veneto Marciano. La VSR, spesso, è stato descritta come una repubblica aristocratica. Possiamo
ammettere questo concetto SOLO se il prefisso greco ARISTOS si può interpretare come NOBILE,
nel senso di giustizia, rettitudine e filantropia, virtù che certamente caratterizono la maggior parte
dei governanti della VSR. Ma è stato dimostrato, etimologicamente, che nel greco antico ARISTOS
371
vuol dire NOBILE nel senso di PATRIZIO, SIGNORILE, di alta nascita, di "sangue blu": cioè, di
antica stirpe principesca. Il nostro concetto moderno di ARISTOCRAZIA deriva da questo. Benché
la maggior parte dei Serenissimi governanti erano senza dubbio membri dell'aristocrazia, loro MAI
hanno ricevuto i loro posti per ragioni di nascita; l'acceso era infatti dovuto al loro merito provato,
la loro lealtà, amore e servizio alla Veneta Patria.
Così, la VSR era una TIMOCRAZIA nel senso più pieno della parola, visto che TIMOS in greco
significa PERFETTO, IL MIGLIORE. Si deve definire la TIMOCRAZIA come il governo dei
cittadini più probi, più abili, più dedicati: uomini e donne che si sommettono volontariamente agli
auto-controlli, che invece di cercare ricchezze e privilegi impiegano i propri risorse, tempo e
conoscenza verso il progresso integrale della Nazione.
Di tutti gli Stati del mondo, antichi e moderni, solo la VSR e Sparta hanno potuto implementare e
conservare una timocrazia. La Timocrazia Spartana durò qualche secolo, con molti interregni.
Quella della VSR ha fiorito per più di 1000 anni. I pochi tentativi di convertire la Timocrazia
Veneta in monarchia, signoria o oligarchia...come nei casi di Pietro Gradenigo, Marin Falier,
Giovanni Corner...sono stati energicamente fermati dalla resistenza popolare.
Maria Fasolo223
223 “Spirito Veneto”, 2004/1, p. 5, (Il vento del leone).
372
LA VENETA COSTITUZIONE224
PREFAZIONE
Come Presidente del Veneto Serenissimo Governo ho l’onore di presentare a tutto il Popolo
Veneto, e ai fratelli della diaspora sparsi per il mondo, il testo della nostra Veneta Costituzione
architrave istituzionale basilare per il futuro Governo della nostra amata Veneta Patria.
Il lavoro svolto dai componenti il Veneto Serenissimo Governo nella stesura dello storico
documento è stato lungo ed irto di difficoltà. Non è semplice tradurre in poche pagine, armonizzare
le regole e rendere comprensibili a tutti 13 secoli di storia e insegnamenti della gloriosa ed unica
Veneta Serenissima Repubblica, lasciando intatti gli immortali ed inestimabili valori di ricchezza
morale, civile e spirituale che hanno caratterizzato la Società Veneto-Marciana nel suo lunghissimo
cammino di libertà, giustizia e buon governo.
I 138 anni di etnocidio ed il tentato annientamento della memoria storica del nostro Popolo ad
opera dei vari regimi d’occupazione italiani, non sono riusciti a piegare l’antico Spirito Veneto, e
questo importante lavoro ne è ulteriore prova. E’, forse, ridondante ma doveroso farlo da parte mia,
ricordare a tutti i Veneti il sacrificio (le lunghe carcerazioni, il lavoro, la dedizione totale alla Causa
Veneta) di questi Patrioti del Veneto Serenissimo Governo, figli coraggiosi del nostro Popolo.
La Veneta Costituzione, chiave istituzionale messa a disposizione dal Veneto Serenissimo
Governo al nostro Popolo, consentirà di aprire le porte e camminare sicuri verso la libertà
marciana, certi del ritorno all’indipendenza della nostra storica Veneta Nazione, patrimonio
fondante dei valori su cui poggia l’intero mondo occidentale.
W San Marco
W la Veneta Serenissima Repubblica
W Il Veneto Serenissimo Governo
Venezia, 7 ottobre 2004
Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luigi Faccia
224 www.serenissimogoverno.org
373
DICHIARAZIONE DELLA VENETA INDIPENDENZA
Popolo Veneto, da quel tremendo giorno del 12 maggio 1797, quando eventi storici di enorme
portata sconvolsero l’intera Europa, la Nostra amata Veneta Serenissima Repubblica, dopo più di
un millennio di prosperità, libertà, giustizia e buon governo, con ben pochi paragoni nella storia,
perse la propria indipendenza, a seguito delle invasioni mosse in spregio alla Veneta Neutralità da
forze nemiche, seguite poi dalla fraudolenta e permanente occupazione, dal 1866, da parte delle
forze italiane che, militarmente sostenute, organizzarono elezioni farsa per legalizzare il loro
criminale atto.
Quei tristi momenti segnarono l’inizio del più efferato degli scempi su ogni aspetto della Veneta
Identità.
Ma la continua e sfrontata umiliazione subita dalla nostra Veneta Patria, depredata della Sua
naturale condizione di Nazione Storica d’Europa e ridotta ad ordinaria regione dello Stato Italiano,
non è stata dimenticata.
Dopo due secoli di sopportazione, il ricostituito Veneto Serenissimo Governo, unico erede e
custode della storia, dei valori e delle tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, ricostituitosi
in data 25 gennaio 1987 per volontà di coraggiosi e indomiti Veneti, espressione più autentica di
quella parte del Popolo Veneto che mai si è rassegnata all’occupazione, al degrado morale, alla
viltà e al collaborazionismo, si riunisce in forma straordinaria e solenne nella città di Padova, nella
continuazione della plurimillenaria Veneta Storia, ove proclama, davanti ai Veneti Immortali Eroi e
alle Venete Genti tutte, il Suo totale impegno a riportare, a qualsiasi costo, la libertà e la dignità
nella Veneta Terra.
Pertanto, oggi 24 agosto 1996, con questo solenne atto, il Veneto Serenissimo Governo dichiara,
davanti a Dio e alla Storia, la continuazione della Veneta Serenissima Repubblica e il ripristino
dello stato d’Indipendenza e della legalità marciana nella Veneta Serenissima Patria.
Veneto Serenissimo Governo
374
PARTE PRIMA
I FONDAMENTI
CAPO I
CULTURA VENETA- TRADIZIONI- STORIA
Art. 1
Il Veneto è nazione storicamente indipendente avente per Capitale storica e morale, Venezia.
Il governo del Veneto Popolo si identifica in forme rispondenti alla veneta storia, cultura, lingua e
tradizione.
Art. 2
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a difendere e valorizzare il patrimonio storico, culturale,
tradizionale Veneto, e si pone tra i suoi grandi obiettivi, quello di una sempre maggior integrazione della
Veneta Nazione nel contesto socio-politico europeo, nel pieno rispetto delle autonomie delle regioni
storiche d'Europa.
Art. 3
Il Veneto Serenissimo Governo, la Veneta Serenissima Repubblica il Veneto Popolo tutto si riconoscono
nel leone alato di S. Marco, da sempre glorioso simbolo e sinonimo di unità, coraggio e lealtà.
La bandiera nazionale Veneta è configurata dal leone Marciano dorato su sfondo rosso amaranto con
bordi azzurri.
Art. 4
Il Veneto Serenissimo Governo, rendendolo il basilare cardine della Veneta società, si impegna a tutelare
e riscattare il Veneto modello della famiglia.
Art. 5
Il Veneto Serenissimo Governo ha per fine l'affermazione e la difesa della dignità della persona umana
attraverso il perseguimento dei Veneti valori, quali l'onestà, il senso del dovere e sacrificio nei confronti
del Popolo, la famiglia, il senso di giustizia e rispetto assoluto delle istituzioni Marciane. Tale progetto
contempla la compartecipazione di tutti i cittadini di buona volontà all'organizzazione, su base
timocratica, della politica, della società e dell'economia della Veneta Serenissima Repubblica.
Inoltre, per rendere fattibile il conseguimento di uno stato di libertà, di uguaglianza, di giustizia e di
effettivo benessere, promuove lo sviluppo sociale ed economico della Veneta Nazione, in perfetta
armonia con le Venete tradizioni e i Veneti valori con riforme idonee a sviluppare il concetto di lavoro
375
utile alla società, ed a favorire le libere capacità produttive dei singoli nella comunità, nella prospettiva
del raggiungimento dell'equilibrio sociale e territoriale.
Art. 6
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna ad accogliere quei Veneti Cittadini che per necessità hanno
dovuto abbandonare la Veneta Patria, ed a provvedere al loro reinserimento a pieno titolo nel Veneto
tessuto sociale ed economico.
376
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a promuovere, secondo i Veneti Criteri, l'immagine della
qualità produttiva del Veneto nel mondo, dotando i Veneti di un inconfondibile marchio d'origine.
Art. 12
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a promuovere la ricerca, la produzione, la gestione e
l'utilizzazione di nuove energie non inquinanti, secondo i più sani e moderni criteri.
CAPO II
ECONOMIA- FINANZA- SVILUPPO DELL'INDUSTRIA
Art. 7
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a difendere i punti cardini della Veneta economia, il sistema
produttivo non deve essere invasivo ma in armonia con la gente e l’ambiente; la Veneta Serenissima
Repubblica crea le condizioni atte a rendere realtà la creatività positiva della Veneta Gente.
Art. 8
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna ad affiancare gradualmente ogni impresa produttiva presente
nel Veneto Serenissimo Territorio, al fine di sovrintendere tutte le relative operazioni e di essere così, in
ogni dove, grande e imparziale consulente, in prospettiva del conseguimento di una generale condizione
di sicurezza e di armonia d'intenti tra lo stesso Veneto Serenissimo Governo e la Veneta Serenissima
Repubblica, le unità di produzione, le società e il mercato.
Art. 9
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a sostenere la ricerca e lo sviluppo tecnologico relativo a
qualsiasi attività produttiva, a far sì che il frutto di dette ricerche venga, nei modi prestabiliti, messo a
disposizione delle varie aziende, affinché possa essere dalle stesse trasformato in ricchezza per la Veneta
comunità tutta Le comunità che vogliono sperimentare metodi di produzione e di vita innovativi che
favoriscano il benessere delle gente sono incentivate a farlo.
Art. 10
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a controllare il Veneto Circuito Monetario, con la
conseguente ricostituzione della Veneta Banca Nazionale, al fine di tutelare la ricchezza della Veneta
economia, favorendo cosi una generale rivalutazione degli investimenti produttivi privati.
Art. 11
377
Art. 13
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a rivedere le strutture di gestione dei trasporti nel Veneto
Serenissimo Territorio, privilegiando e sviluppando sistemi di trasporto più economici e meno inquinanti.
Art. 14
Il Veneto Serenissimo Governo si da la facoltà di concedere, per sfruttamento, a società o privati,
secondo le Venete Leggi, le aziende di produzione e di servizi, quali: fonti naturali di energia e sistemi
per la sua produzione e smistamento, centri per la produzione l'elaborazione e la diffusione
dell'informazione, trasporti pubblici e aeronavali, e qualsiasi altro prodotto o servizio ritenuti di rilevante
interesse pubblico. Al fine di ottimizzare il pubblico investimento, secondo le Venete Tradizioni nessun
privato può avere il monopolio di qualsiasi settore.
Art. 15
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a rimuovere tutte le cause di disoccupazione nel VENETO
SERENISSIMO TERRITORIO, nel rispetto della dignità di ogni singolo Veneto Cittadino, nella
prospettiva di una positiva condizione di formazione e qualificazione professionale.
Art. 16
Il Veneto Serenissimo Governo attenendosi unicamente al Veneto progetto di unificazione dei vari quadri
produttivi, si impegna a regolare i rapporti di lavoro tra imprenditori e dipendenti di ogni settore, tramite
un apposito Ufficio Governativo, che oltre a situarsi al di sopra delle parti, vigili sul rispetto degli accordi
raggiunti.
Art. 17
Tutte le Istituzioni della Veneta Serenissima Repubblica non possono in nessun caso spendere,
annualmente, più di quanto previsto dal Veneto bilancio annuale corrente. Qualora siano necessari
investimenti che vadano oltre tale possibilità, il Veneto Serenissimo Governo può pianificare la
suddivisione in più anni.
Art. 18
Il Veneto Serenissimo Governo si dà come unica istituzione in possesso della competenza di imporre
tributi fiscali su tutto il Veneto Serenissimo Territorio in base alle Venete specifiche esigenze, tributi che
verranno quindi distribuiti, secondo percentuali da determinarsi tra Governo e Territori nella prospettiva
di un conseguimento di una giustizia fiscale.
378
Il Veneto Serenissimo Governo ripristina le Venete ricorrenze festive tipiche, in cui si suona il Veneto
inno, come vuole la Veneta tradizione.
Art. 21
Il Veneto Serenissimo Governo nel rispetto dei Veneti principi, definisce i propri mezzi per la gestione e
la diffusione di ogni tipo d’informazioni nel Veneto Serenissimo Territorio. La divulgazione della
Cultura ha come fine la crescita del Sapere in ogni persona e l’innalzamento della consapevolezza di se
stesso che ha il Popolo Veneto. E' bandito ogni tipo di informazione che non rispetti la storia, cultura e
tradizione del popolo Veneto. E' concedibile la gestione dei mezzi di informazione al privato cittadino.
Art. 22
Il Veneto Serenissimo Governo sulla base della Veneta Storia Cultura e Tradizione, si impegna a
riformare tutti i programmi didattici attivi nel Veneto Serenissimo Territorio, garantendo il diritto allo
studio. In tale riforma saranno prese in particolare considerazione componenti individuali di indiscusso
pregio quali l'originalità e le attitudini particolari, qualità, queste destinate ad influenzare
significativamente la stesura di ogni futuro Veneto piano didattico.
Le lingue didattiche ufficiali sono la Veneta lingua madre, tutte le altre hanno pari dignità. Esse possono
essere considerate ugualmente valide in ogni rapporto di comunicazione pubblica o privata all'interno del
Veneto Serenissimo Territorio.
CAPO III
POLITICA SOCIALE E SANITARIA
Art. 19
Il Veneto Serenissimo Governo nell'intento di dare una sana educazione alle Venete giovani generazioni,
si impegna a promuovere ogni valida disciplina ad ogni livello ove unici motivi di premio siano il
coraggio, il sacrificio, la lealtà, il senso di fratellanza ed un sano spirito agonistico.
Art. 20
Art. 23
Il Veneto Serenissimo Governo, nel rispetto per la salute dei Veneti cittadini tutti, si impegna a riformare,
rimodellandolo secondo le Venete esigenze, l'attuale piano sanitario presente nel Veneto Serenissimo
Territorio. In tale prospettiva viene designato un Veneto Serenissimo Magistrato che garantirà
l'assistenza gratuita
379
Non si accetta il neoschiavismo mascherato da solidarietà.
A tutela dei Veneti Cittadini disabili e meno abbienti (come invalidi e disabili non autosufficienti) il
Veneto Serenissimo Governo prevede una forma assistenziale governativa.
Art. 28
In ogni fase della propria esistenza qualsiasi appartenente al Veneto Popolo deve contribuire in base ai
propri mezzi fisici e materiali al benessere di tutta la società.
Nessuna persona deve né sentirsi né essere un peso per gli altri, ognuno deve essere un valore aggiunto
per il Veneto. Non esiste età in cui uno non può aiutare l’altro e quindi l’intero Veneto popolo. Ogni
impegno sociale, intellettuale e materiale che renda monolitico il Veneto deve essere retribuito, e questo
deve essere la base del Veneto concetto di retribuzione per gli appartenenti alla terza età, ovvero coloro
che per il corpo di sanità della Veneta Serenissima Armata non sono più nel pieno della loro capacità
produttiva.
Art. 29
L’impegno nel sociale, nella famiglia, nella cultura, nel rispetto del senso civico, nel perpetuare la
memoria storica della collettività sono alcuni dei campi d’azione in cui potranno agire i non più giovani:
questi settori sono di fondamentale importanza per la continuità della Veneta Serenissima Repubblica e
devono essere salvaguardati e retribuiti.
Art. 24
Ogni singolo individuo residente, qualsiasi siano le sue condizioni di salute, dovrà sottoporsi ad un
controllo sanitario annuale, al fine di costruire degli archivi storici sulla salute personale di ogni
individuo e del Popolo Veneto tutto.
Art. 25
Il controllo sanitario alimentare è affidato al corpo di sanità della Veneta Serenissima Armata con pieni
poteri. La gestione degli ospedali di comprensorio può essere affidata a privati o società.
Art. 26
Art. 27
380
Art. 30
Chiunque rechi danno all'acqua, alla terra, all'aria e al patrimonio storico culturale nel Veneto territorio è
considerato nemico della Patria.
Art. 31
CAPO IV
POLITICA DEL TERRITORIO-ECOLOGIA
Il Veneto Serenissimo Governo da sempre consapevole dell'importanza di un ambiente ecologico integro
per la vita di tutti, si impegna ad attuare quanto necessario a conseguire una decisa quanto risolutiva
azione di rigenerazione, bonifica e di difesa dell'ecosistema nel Veneto Serenissimo Territorio.
Tale azione sarà basata su quattro punti principali:
a) Riforestazione generale, con piante d'alto fusto, che verrà condotta in collaborazione con il
dipartimento agricolo;
b) Ricerca di nuove fonti energetiche;
c) Ripristino del sistema idrogeologico in tutto il Veneto Serenissimo Territorio;
d) Riciclo e smaltimento ecocompatibile dei rifiuti.
Art. 32
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a porre fine al degrado e all'incuria provocati al Veneto
Patrimonio paesaggistico, culturale economico ed artistico. Il Veneto Serenissimo Governo si impegna,
sulla base dei Veneti Principi, a riformare nel Veneto Serenissimo Territorio l'urbanistica.
381
CAPO V
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a riformare la chiamata alle armi sulla base delle Veneti
esigenze e tradizioni militari, chiamata che contemplerà un primo periodo di addestramento propriamente
militare ed un successivo periodo di responsabilizzazione nei vari ruoli civili e militari.
DIFESA- SICUREZZA- RAPPORTI INTERNAZIONALI
Art. 33
L'onore di difendere la Patria spetta a ciascun appartenente al Popolo Veneto, raggiunta la maggior età.
Art. 34
Il Veneto Serenissimo Governo, facendo suo l'onore e il dovere di difendere i Veneti cittadini ed i loro
beni e di preservare il Veneto Serenissimo Territorio da qualsivoglia mira aggressiva interna o esterna ad
esso, si impegna a ricostituire, nel pieno rispetto delle plurisecolari Venete tradizioni militari, la propria
forza autonoma di autodifesa: la Veneta Serenissima Armata.
Art. 35
La Veneta Serenissima Armata si estrinseca nei suoi due corpi d'armata, di mare e di terra.
Alla Veneta Serenissima Armata sono assegnate competenze militari, di polizia, di contrasto alla
criminalità e di ordine pubblico, di difesa dei confini.
Gli Stati Maggiori della Veneta Serenissima Armata rispondono del loro operato al Veneto Serenissimo
Governo.
Art. 36
Art. 37
Il Veneto Serenissimo Governo decreta che gli appartenenti alla Veneta Serenissima Armata
rappresentano la Veneta Patria e i Veneti valori. Pertanto, i Veneti cittadini investiti da tale onore saranno
tenuti ad un comportamento irreprensibile, in mancanza del quale, verranno accusati di reato, secondo il
Veneto codice militare, e sottoposti a pene più severe di quelle riservate ai cittadini non in armi.
Art. 38
Nessun appartenente alla Veneta Serenissima Repubblica può firmare la resa o lo scioglimento delle
Istituzioni Marciane.
Art. 39
Il Veneto Serenissimo Governo nel tutelare i Veneti Cittadini da qualsiasi sopruso, si impegna a
reintrodurre nel Veneto Serenissimo Territorio il diritto civile e penale Veneto e ad attuare la riforma dei
382
Art. 41
criteri amministrativi per la revisione di tutti gli aspetti istituzionali quali carceri, cause, tribunali, etc. Il
magistrato è responsabile delle sentenze che emette.
Art. 40
Il Veneto Serenissimo Governo sì da come unica istituzione in possesso della competenza di confiscare,
qualora ciò sia necessario per i Veneti interessi, beni ed immobili appartenenti a società o privati, Veneti
e non, stanziati nel Veneto Serenissimo Territorio.
La Veneta Serenissima Repubblica nei rapporti internazionali ha come linee guida il rispetto reciproco e
la non ingerenza.
Art. 42
Il Veneto Serenissimo Governo solidale con le popolazioni economicamente deboli, in rappresentanza
dei sentimenti di umana comprensione del Veneto Popolo, si impegna sulla base dell'andamento annuale
economico nazionale ad elargire dei fondi a dette popolazioni, secondo dei piani di sviluppo miranti a
renderle economicamente indipendenti.
Art. 43
Il Veneto Serenissimo Governo si impegna a produrre, ogni qualvolta possibile, azioni volte a favorire la
pace e la fattiva collaborazione fra gli uomini.
383
CAPO VI
RELIGIONE
Art. 44
La Veneta Serenissima Repubblica si riconosce nei valori giudeo-cristiani del Veneto Popolo. La Veneta
Serenissima Repubblica riconosce, secondo le tradizioni, la libertà di culto purché non in contrasto con i
Veneti principi.
384
PARTE SECONDA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STATO
CAPO I
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
Art. 45
Il Veneto Serenissimo Territorio è suddiviso in singole e autonome comunità volontariamente
riunite sotto la guida del Veneto Serenissimo Governo con a capo il Doge, espressioni più
autentiche dello spirito e del concetto di Timocrazia.
Ogni comunità deve essere a misura d’uomo, in modo che ogni persona interagisca con essa per lo
sviluppo intellettuale e materiale di tutta la popolazione ad essa appartenente e di conseguenza
arricchisca tutta la Veneta Serenissima Repubblica.
Le comunità riunite formano la Veneta Serenissima Repubblica, esse mandano i propri delegati a
formare il Maggior Consiglio.
Ogni singola comunità decide autonomamente le proprie regole di governo, fatto salvo il rispetto
della Sovranità della Veneta Serenissima Repubblica, e dei suoi massimi organi, e il concetto di
rappresentanza timocratica all’interno delle istituzioni.
Ogni statuto delle comunità non deve essere in contraddizione con le regole che la Repubblica si è
data, di cui essa stessa è parte integrante.
La dimensione e la natura delle comunità deve rispecchiare le millenarie tradizioni della Veneta
Serenissima Repubblica e le esigenze che man mano si presentano d’innanzi alle singole comunità.
385
CAPO II
ISTITUZIONI DELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA
POTERE LEGISLATIVO
Art. 46 - MAGGIOR CONSIGLIO
Ha una durata di 3 anni, ed è composto da almeno 150 membri.
Si può fare parte del Maggior Consiglio a 25 anni. I suoi componenti sono scelti tra le persone di
onore più meritevoli di pubblica stima di tutta la Repubblica, in base al concetto di Timocrazia.
I componenti il Maggior consiglio sono nominati da tutte le comunità, da tutte le associazioni e da
tutte le confraternite di arti e mestieri ufficialmente riconosciute dalla Veneta Serenissima
Repubblica e dalla sua massima espressione il Veneto Serenissimo Governo con a Presidente il
Doge della Repubblica
Le associazioni e tutte le confraternite di arti e mestieri devono rappresentare tutta la società
Veneta.
Ogni Associazione e Confraternita di arti e mestieri deciderà autonomamente la procedura di
nomina dei propri componenti del Maggior Consiglio, sempre nel rispetto del principio
costituzionale di Timocrazia.
I compiti del Maggior Consiglio sono Legislativi e di nomina delle cariche più importanti dello
Stato.
È presieduto dal Doge, o da un consigliere (appartenente al Veneto Serenissimo Governo) del Doge
in carica settimanale.
Compito del Maggior Consiglio è eleggere i magistrati e i consiglieri di propria competenza; deve
attribuire i posti del Senato e del Consiglio dei Dieci.
Il Maggior Consiglio è il luogo dei grandi dibattiti politici.
386
Il Doge nella Repubblica svolge i compiti più importanti, mentre i compiti di ordinaria
amministrazione vengono svolti dalla Serenissima Signoria.
Dei trenta se ne sorteggiano nove.
I Dodici ne eleggono venticinque.
Dei venticinque se ne sorteggiano nove, i nove ne eleggono quarantacinque.
Dei quarantacinque se ne sorteggiano undici.
Gli undici ne eleggono quarantuno.
I quarantuno eleggono a maggioranza e a scrutinio segreto il Doge.
CAPO III
ISTITUZIONI DELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA
POTERE ESECUTIVO
Art. 47 - IL DOGE
Deve avere almeno 50 anni.
Nella Veneta Serenissima Repubblica il Doge è la figura più importante.
Il Doge incarna la maestà dello Stato, e come tale deve essere trattato, dovendogli rispetto,
devozione ed onore.
Il Doge è il capo della Repubblica e Comandante supremo della Veneta Serenissima Armata con il
grado di Capitano Generale.
Il Doge non può uscire in pubblico se non accompagnato dai componenti del Governo.
Il Doge entra a far parte con i suoi consiglieri (Veneto Serenissimo Governo) del Consiglio dei
Dieci.
Il doge dipende dal Maggior Consiglio, dal quale viene eletto.
Il Doge è il primo magistrato della Repubblica.
Il Doge non può proporre misure che aumentino il proprio potere, questa limitazione si estende
anche ai suoi familiari.
Il Doge non può compiere nessun atto governativo da solo, ma deve avere sempre l’ausilio dei
consiglieri (Veneto Serenissimo Governo).
Il Doge è eletto per 5 anni e la sua carica è rinnovabile per un massimo di 3 volte consecutive, di
cui la 3^ con un minimo del 75% dei voti.
Il Doge è l’unica persona passibile di pena di morte per alto tradimento nei confronti della Veneta
Serenissima Repubblica.
Art. 48 - L’elezione del Doge
Il Doge viene eletto dal Maggior Consiglio.
Dal Consiglio vengono sorteggiati trenta membri.
I nove ne eleggono quaranta.
Dei quaranta se ne sorteggiano dodici.
387
La conclave dura ininterrottamente fino ad elezione avvenuta.
Dopo essere stato eletto il Doge presta il giuramento della Promissione, il documento che contiene
le leggi riguardanti il Doge e le sue limitazioni
Art. 49 - IL VENETO SERENISSIMO GOVERNO O MINOR CONSIGLIO
Rimane in carica per 5 anni, ed è composto dal Doge più i 6 membri del Governo.
Il Veneto Serenissimo Governo è di nomina dogale e la sua composizione deve essere confermata
dalla Serenissima Signoria.
Il suo ruolo è di affiancare il Doge in ogni decisione e di sostituirlo collegialmente in caso di sua
incapacità momentanea. Se l’incapacità del Doge dovesse divenire definitiva la Serenissima
Signoria provvederà a stabilire nuove elezioni.
Il parere del Veneto Serenissimo Governo è vincolante per ogni decisione del Doge.
I componenti del Veneto Serenissimo Governo possono essere revocati.
Art. 50 - CONSIGLIO DEI DIECI
Ha durata di un anno.
Ha funzione politico-giudiziaria di salvaguardare lo Stato e di controllare chi ne mette a repentaglio
l’esistenza.
Ha il supremo compito di verifica che il concetto di Timocrazia sia applicato con scrupolo nella
selezione dei rappresentanti delle comunità, delle associazioni e di tutte le confraternite di arti e
mestieri destinati a partecipare al Maggior Consiglio.
È composto da 10 consiglieri eletti dal Maggior Consiglio, dal Doge e dai suoi consiglieri (Veneto
Serenissimo Governo). Il totale dei componenti del Consiglio dei Dieci è di 17 componenti.
Il Consiglio dei Dieci si occupa del fisco, della moneta, del controllo delle fonti d’energia, delle
materie prime e di sussistenza, dell’ordine pubblico nonché della sicurezza dello Stato.
Art. 51 - IL SENATO
Rimane in carica per 3 anni.
È eletto dal Maggior Consiglio.
È presieduto dal Doge, ed è composto da 20 persone, aventi almeno 25 anni, e suddivise equamente
in 3 classi d’età: dai 25 ai 40 anni; dai 40 ai 60 anni; oltre i 60 anni.
Affronta le questioni di ordine finanziario, decide sulle guerre, sulle paci e sulle tregue.
È la massima carica militare e navale.
È suo compito eleggere le magistrature di propria competenza e gli Ambasciatori.
Partecipa alle sedute del Senato anche il Veneto Serenissimo Governo esclusivamente per le
decisioni di politica militare.
388
Art. 52 - LA DIPLOMAZIA
La Diplomazia deve rispondere del proprio operato al Senato.
Gli Ambasciatori sono i protagonisti dell’attività diplomatica.
Gli Ambasciatori sono scelti dal Senato, tra gli uomini e le donne più qualificati della Veneta
Patria.
La Carica di Ambasciatore non è fissa, varia secondo le esigenze; gli Ambasciatori devono
relazionare periodicamente il loro operato e consegnarlo allo Stato.
Queste relazioni vengono date e lette al Senato.
La figura preminente è quella dell’Ambasciatore itinerante.
Art. 53 - LA SERENISSIMA SIGNORIA
Sei consiglieri del Maggior Consiglio, il Doge e i tre capi della Quarantia Criminal – massima
magistratura giudiziaria – formano la Serenissima Signoria, vertice dello Stato Veneto.
A essa spetta il compito di fissare l’ordine delle elezioni alle varie cariche, controllarne lo
svolgimento.
I consiglieri non possono essere parenti del Doge fino al 2° grado di parentela, durano in carica 1
anno e vengono eletti tre alla volta, dal Maggior Consiglio.
Alla fine della loro carica, rimangono in Senato altri due mesi con diritto al voto.
Tra le sue attribuzioni c’è il controllo delle azioni del Doge.
La Serenissima Signoria svolge funzioni anche nei confronti degli elettori del Doge.
389
CAPO IV
ISTITUZIONI DELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA
POTERE GIUDIZIARIO
Art. 54
Il nucleo del diritto Veneto è costituito dalla Costituzione, dagli Statuti delle singole comunità,
associazioni e confraternite di arti e mestieri. Alla legislazione scritta si aggiungono le
consuetudini: i giudici devono anzitutto seguire le leggi dello Stato e, dove mancassero le leggi,
ricorrere alle consuetudini e se mancano le consuetudini i giudici devono giudicare secondo la loro
coscienza.
I giudici sono scelti tra i membri più meritevoli di stima della comunità tutta.
Ogni Veneto Cittadino è giudicabile, a prescindere dal luogo ove è compiuto il reato, solo da
Organi Giurisdizionali appartenenti alla Veneta Serenissima Repubblica. Le condanne vanno
comminate solo qualora sia stato fugato ogni ragionevole dubbio d’innocenza del Cittadino
indagato.
Art. 55 - Magistrature
La struttura del Veneto Sistema Giudiziario prevede quattro Magistrature: Civil, Penal, Militar e
De Republica.
La Magistratura Civil si occupa prevalentemente di cause di diritto civile ed amministrativo
sollevate in giudizio dai cittadini della Veneta Serenissima Repubblica.
La Magistratura Penal si occupa delle cause di diritto penale sollevate in giudizio dai singoli
cittadini, con azione di parte, o procedendo d’Ufficio.
La Magistratura Militar si occupa di qualsiasi reato compiuto dagli appartenenti alla Veneta
Serenissima Armata. La Magistratura De Republica si occupa delle indagini da svolgere sui
Funzionari Pubblici e sul loro operato.
Le prime tre Magistrature prevedono due gradi di giudizio: in primo e in secondo grado.
Il primo grado è rappresentato dagli Avogadori, mentre il secondo grado è rappresentato dalle
Quarantia.
La Magistratura Penal e Militar prevedono un terzo grado di giudizio. Per la Magistratura Penal è
competenete il Tribunal Supremo Criminal con competenze di verifica della correttezza delle
procedure applicate o “Tribunale d’Ultima Istanza” in caso d’emergere di nuove prove finalizzate
alla riapertura dei Processi. I Giudici Supremi sono in numero di undici (un Presidente estratto al
loro interno e 10 Togadi Supremi) nominati dal Maggior Consiglio, con competenza territoriale
unica e senza limiti.
Mentre per la Magistratura Militar è competente direttamente il Consiglio dei X.
390
Art. 56 - Quarantia
Una Quarantia consiste in un collegio giudicante composto da un Presidente de Quarantia e da 12
Togadi. Il Senato nomina, per ciascun Mandamento Giudiziale, 39 Togadi, dai quali verranno
estratti a sorte i tre Presidenti de Quarantia. I restanti 36 membri verranno, per competenze,
esperienze e capacità divisi tra le tre Quarantie mandamentali. Ciascuna terna mandamentale è
presieduta da un Presidente General de Quarantie nominato dal Maggior Consiglio.
Art. 57 - Avogadori
Gli Avogadori Civil e Penal, su mandato dogale e nominati ogni cinque anni dalla Veneta
Comunità, hanno il compito d’istruire “l’inquisitio” sul fatto denunciato, raccogliendo tutti gli atti e
le testimonianze da allegarsi insieme agli atti processuali, raccolte, a loro volta, dall’Ufficio
d’Indagine. Loro compito è emettere il giudizio di primo grado di competenza delle rispettive
Magistrature. Possono essere assistiti, a seconda della gravità dei reati giudicati, da una giuria
popolare estratta a sorte da una lista di cittadini emeriti tenuta dal Presidente della Quarantia
competente.
Art. 58 – Ufficio d’Indagine
Coadiutore delle prime tre Magistrature nella raccolta degli atti, prove e delle testimonianze
completanti “l’inquisitio” è l’Ufficio d’Indagine, composto da personale specializzato e
particolarmente addestrato appartenente alla Veneta Serenissima Armata e costituito presso ogni
sede territoriale delle Quarantie senza, però, limiti territoriali di sorta. I componenti l’Ufficio sono
nominati dai tre Presidenti delle Quarantie su proposta dei Vertici della Veneta Serenissima
Armata. Un particolare Ufficio d’Indagine è costituito presso la sede degli Avogadori De
Repubblica, senza limiti territoriali, con competenze specifiche legate alla detta Magistratura.
Art. 59 - Retori
Ciascuna causa prevede la nomina di un “Retor de Difesa” e uno “de Acusa” da parte della Veneta
Serenissima Repubblica: il Senato tiene l’elenco dei Retori, mentre, al momento dell’apertura della
causa, l’Avogador competente nomina i due Retori estraendoli a sorte dal predetto elenco.
Il Retor de Acusa deve ricercare e verificare la verità dei fatti, in nome e per conto della Veneta
Serenissima Repubblica.
Art. 60 – Ufficio di Consulenza Legale
Ciascun cittadino della Veneta Serenissima Repubblica può ricorrere, per qualsiasi consulenza
legale, all’Ufficio di Consulenza Legale, composto da Avogadori e Retori emeriti e non. I
componenti l’Ufficio sono nominati dai tre Presidenti delle Quarantie ed ha competenza territoriale
pari alle Quarantie presso le quali è costituito. L’Ufficio assiste il cittadino ad istruire le pratiche
391
necessarie all’apertura di una qualsivoglia causa e comunica le volontà di quest’ultimo agli
Avogadori competenti per l’avvio delle attività di magistratura relative e/o delle indagini.
Art. 61 – Avogadori De Republica
Tutti i funzionari pubblici sono passibili di essere citati in giudizio, per eventuali prevaricazioni,
dagli Avogadori De Republica. Questi sono nominati dal Maggior Consiglio e non hanno limiti alla
loro competenza territoriale. L’ufficio è unico con sede nella Capitale. Ad essi spetta il compito di
sottoporre a giudizio i funzionari che tardano a consegnare fondi dovuti ai tesorieri di Stato, di
perseguire le violazioni delle leggi, di indagare sulle accuse di corruzione mosse ai giudici delle
diverse Magistrature. Gli Avogadori de Republica possono a loro volta essere processati per
negligenza nello svolgimento del loro lavoro, venendo citati davanti al Consiglio dei X.
Art. 62
Le Magistrature appartenenti al Mandamento giudiziale della Capitale sono competenti, oltre che
per il loro precipuo territorio, anche per i reati commessi da cittadini della Veneta Serenissima
Repubblica all’estero.
392
BIBLIOGRAFIA
I. LA STORIA DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO
FONTI INEDITE: Archivio Storico del Veneto Serenissimo Governo, Sezioni generale; Sezione Ufficio di Presidenza; Sezione Ufficio Affari Esteri. Per concessione del Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo Andrea Viviani – C.P. 64, 36022 Cassola (VI) – [email protected] Fino al 17/04/1999 per l’Ufficio Affari Esteri, e fino al 05/02/2001 per l’Ufficio di Presidenza i documenti sono conservati in ordine cronologico; nel periodo successivo sono suddivisi e classificati nelle sezioni indicate. FONTI EDITE: Numeri di “Spirito Veneto” pubblicati: 2000; 2000/1; 2000/2; 2000/3; 2000/4; 2001/5; 2002/1; 2002/2; 2003/1; 2003/2; 2004/1; 2004/2; 2004/3; 2005/1, Responsabile giuridico e politico Veneto Serenissimo Governo, Responsabile redazionale Andrea Viviani – C.P. 64, 36022 Cassola (VI) – [email protected] Veneto Serenissimo Governo, Atti del III Congresso- Bassano del Grappa – 15 maggio 1999, Editoria Universitaria, Venezia 1999 LETTERATURA: Citran Paolo, Il leone blindato, Achab Editoria, Scorzè (VE) 2000 Fontanella Alvise, 1997 Il ritorno della Serenissima, Editoria Universitaria, Venezia 1997
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393
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ESTRATTO PER RIASSUNTO DELLA TESI DI LAUREA EDICHIARAZIONE DI CONSULTABILITÀ E DI RIPRODUCIBILITÀ (*)
Il sottoscritto/a
Matricola n.
Facoltà
iscritto al corso di laurea/diploma in
Titolo della tesi (*):"VENETO SERENISSIMO GOVERNO" STORIA E DOCUMENTI (1987-2005)
Dichiara che la sua Tesi è: Consultabile da subito.Dichiara che la sua Tesi è: NON RIPRODUCIBILE.
Venezia, Firma dello Studente
Estratto della Tesi: La tesi è strutturata come un’antologia di documenti del VenetoSerenissimo Governo dalla sua costituzione al 2005. L’elaborato è suddiviso in 4capitoli, ognuno preceduto da un’introduzione e una nota filologica sui documenti. Iquattro capitoli sono i seguenti: 1.Il Veneto Serenissimo Governo dalla sua genesialla liberazione di Piazza San Marco il 9 maggio 1997; 2.Il III Congresso del 15maggio 1999 e la politica attuata dal Veneto Serenissimo Governo; 3.Ufficio AffariEsteri del Veneto Serenissimo Governo dal 2000 al 2005 (Posizione nella politicainternazionale a fronte del 11 settembre 2001; 4.Il Veneto Serenissimo Governo nelXXI secolo. Questi quattro capitoli sono preceduti da un'introduzione generale incui spiego il perché di questa tesi, e cosa mi ha spinto ad avvicinarmi alle tematichedel Veneto Serenissimo Governo e alla Causa Veneta.(*) il titolo deve essere quello definitivo uguale a quello che risulta stampato sulla copertina dell'elaborato
consegnato al Presidente della Commissione di Laurea (*) Da inserire come ultima pagina della tesi. L'estratto
non deve superare le mille battute
CORSO DI LAUREA (vecchio ordinamento)
Università Ca' Foscari - Venezia
Università Ca' Foscari - Venezia Stampata il: 1/4/2005 9:5
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