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CONSULENZA E CONTESTO:
PER NON TRAVISARE LA REALTA’…
IL VALORE DI UN MODELLO DI INVESTIMENTO RISIEDE IN UN UNICO TEST DI REALTÀ: VERIFICARE SE UN INVESTITORE
ISTITUZIONALE (E NON SOLO UN SINGOLO CLIENTE) LO HA COMPRATO (QUESTO FA LA DIFFERENZA DAL
FILOSOFEGGIARE), E POSSIBILMENTE VERIFICARE SE È STATO COMPRATO IN ESCLUSIVA (UN RAFFORZAMENTO DELLA SUA
BONTÀ). TUTTO IL RESTO È NOIA.
Nonostante le nostre “creatività di metodo” nell’ambito finanziario, l’unico test di realtà con cui ci scontriamo quotidianamente è la NATURA DEL CLIENTE. La scienza, la statistica, tracciano con forza il profilo di un individuo insofferente a segmenti di rischio ed orizzonti temporali, che sbaglia timing e non tollera perdite cospicue. Chi può smentire quanto detto? Chi può dar torto all’investitore sopra descritto? Mifid alla mano, gli errori di finanza comportamentale (documentati da Grossman e Stiglitz), purtroppo, diventano la base di portafogli che peggiorano ulteriormente la situazione..
“ Gli investitori che acquisteranno e venderanno autonomamente, lo faranno nel momento sbagliato…perché sono molto inclini ad acquistare a prezzi elevati e rivendere a prezzi ridotti quando il valore è basso”: il nobel Kahneman con queste parole conferisce al consulente un ruolo ausiliare nei confronti del cliente; inoltre, spiega quanto siano ugualmente importanti il momento della vendita e quello dell’acquisto. La storia ci restituisce parametri dell’investitore continuamente differenti. La realtà ha connotati di continua evoluzione e l’essenza dei mercati si dimostra puramente DINAMICA. L’unica arma per fronteggiarli è un protocollo disciplinare a sua volta dinamico: qualunque altra soluzione che costringerà il cliente ad essere come non è (e come non sarà mai), diventerà un dannoso fallimento
Ascoltate questo estratto video in cui la consulenza è protagonista nell’intervento del dott. Scolari. Forse a “qualcuno” non è chiara l’idea di
consulenza, ma a noi si e ci troviamo d’accordissimo con quello che Scolari pensa della
consulenza…
Se ne dicono tante sulle mansioni di un consulente, ma nessuno attenziona le norme che le regolano (norma iso). Qualcuno addirittura associa la figura del consulente evoluto a quella del gestore in modo negativo: questo accade perché il soggetto non comprende i vari punti della norma iso o non è affatto capace di metterli in atto… Così il consulente evoluto mette in pratica la norma, illustrando ai propri clienti con quali tecniche intende soddisfare le sue esigenze d’investimento; l’antagonista che gli obietta di “fare il gestore”, non solo non capisce la norma, ma fa regredire la qualità del suo mestiere di consulente…tutt’altro che evoluto. Cosa accade? La realtà pone inesorabilmente la necessità che il consulente abbia competenze gestorie: l’insieme delle raccomandazioni elaborate dal consulente, diventano solo “operazioni da eseguire” per il gestore.
Oggi, un consulente assume l’appellativo di “gestore”, perché lo decide il cliente eseguendo le sue raccomandazioni. Un investitore che continua a seguire le raccomandazioni del consulente è ovviamente soddisfatto. Un consulente che non sceglie questa evoluzione, relegandosi in tempi antichi e allontanando da sé le regole e le competenze gestorie, trova più semplice alimentare questa distinzione nominale che, come ampiamente spiegato, è inconsistente. Invece, tale soggetto dovrebbe unicamente ammettere che non ripone abbastanza fiducia nelle sue soluzioni d’investimento ed essere cosciente che il suo futuro sarà preda dei roboadvisor (fanno le stesse cose e costano di meno…).
Le chiacchiere che vogliono stanare il Nav di un singolo
prodotto, devono tacere davanti al Nav del cliente, che è l’unico da valutare. A cosa serve dare il Nav di un fondo
quando “decorrelazione e diversificazione” sono i princìpi chiavi su cui si
muovono quasi tutti i modelli d’investimento? Un modello che nasce e si sviluppa sulla vera natura del cliente è un
modello d’investimento evoluto,
ancor più se il cliente ha guadagnato in maniera
soddisfacente. Addirittura la nostra esperienza personale ha culminato nell’attenzione
da parte di un investitore istituzionale verso il modello
da noi creato. Oggi questo percorso ci ha reso advisoring
di questo investitore istituzionale. Il mestiere che curiamo si basa su risultati concreti. Chi sa fare fa, chi
non sa fare insegna, purtroppo.