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ACCURATA ANALISI DELLA REALTA’: CONTESTO, CONSULENZA E BALLE SUI GIORNALI.

contesto, consulente e balle da rivista

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ACCURATA ANALISI DELLA REALTA’:

CONTESTO, CONSULENZA E

BALLE SUI GIORNALI.

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CONTESTO

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Nonostante le nostre “creatività di metodo” nell’ambito finanziario, l’unico test di realtà con cui ci scontriamo quotidianamente è la NATURA DEL CLIENTE. La scienza, la statistica, tracciano con forza il profilo di un individuo insofferente a

segmenti di rischio ed orizzonti temporali, che sbaglia timing e non tollera perdite cospicue. Chi può smentire quanto detto? Chi può dar torto all’investitore sopra descritto? Mifid alla mano, gli errori di finanza

comportamentale (documentati da Grossman e Stiglitz), purtroppo, diventano la base di portafogli che peggiorano ulteriormente la situazione. “ Gli

investitori che acquisteranno e venderanno autonomamente, lo faranno nel momento sbagliato…perché sono molto inclini ad acquistare a prezzi elevati e

rivendere a prezzi ridotti quando il valore è basso”: il nobel Kahneman con queste parole conferisce al consulente un ruolo ausiliare nei confronti del

cliente; inoltre, spiega quanto siano ugualmente importanti il momento della vendita e quello dell’acquisto.

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Generalmente si ha la tendenza, errata, ad enfatizzare solo gli acquisti, ma non si tiene conto che un investimento a lungo termine non ha la stessa

valenza per un cliente entrato a marzo 2009 e per un altro entrato a novembre 2007. Senza contare quanto il lungo termine stia diventando surreale e anacronistico per l’investitore attuale, che preferisce orizzonti

temporali brevi. Insomma, la storia ci restituisce parametri dell’investitore continuamente differenti. La realtà ha connotati di continua evoluzione e l’essenza dei mercati si dimostra puramente DINAMICA. L’unica arma per fronteggiarli è un protocollo disciplinare a sua volta dinamico: qualunque

altra soluzione che costringerà il cliente ad essere come non è (e come non sarà mai), diventerà un dannoso fallimento.

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CONSULENTE

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Se ne dicono tante sulle mansioni di un consulente, ma nessuno attenziona le norme che le regolano (norma iso). Qualcuno addirittura associa la figura del consulente evoluto a quella del gestore in modo

negativo: questo accade perché il soggetto non comprende i vari punti della norma iso o non è affatto capace di metterli in atto… Così il

consulente evoluto mette in pratica la norma, illustrando ai propri clienti con quali tecniche intende soddisfare le sue esigenze d’investimento;

l’antagonista che gli obietta di “fare il gestore”, non solo non capisce la norma, ma fa regredire la qualità del suo mestiere di consulente…

tutt’altro che evoluto. Cosa accade? La realtà pone inesorabilmente la necessità che il consulente abbia competenze gestorie: l’insieme delle

raccomandazioni elaborate dal consulente, diventano solo “operazioni da eseguire” per il gestore.

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Oggi, un consulente assume l’appellativo di “gestore”, perché lo decide il cliente eseguendo le sue raccomandazioni. Un investitore che continua a seguire le raccomandazioni del consulente è ovviamente soddisfatto. Un

consulente che non sceglie questa evoluzione, relegandosi in tempi antichi e allontanando da sé le regole e le competenze gestorie, trova più semplice alimentare questa distinzione nominale che, come ampiamente

spiegato, è inconsistente. Invece, tale soggetto dovrebbe unicamente ammettere che non ripone abbastanza fiducia nelle sue soluzioni

d’investimento ed essere cosciente che il suo futuro sarà preda dei roboadvisor (fanno le stesse cose e costano di meno…).

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CHIACCHIERICCI DA RIVISTA

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Le chiacchiere che vogliono stanare il Nav di un singolo prodotto, devono tacere davanti al Nav del cliente, che è l’unico da valutare. A cosa serve

dare il Nav di un fondo quando “decorrelazione e diversificazione” sono i princìpi chiavi su cui si muovono quasi tutti i modelli d’investimento? Un modello che nasce e si sviluppa sulla vera natura del cliente è un modello d’investimento evoluto, ancor più se il cliente ha guadagnato in maniera soddisfacente. Addirittura la nostra esperienza personale ha culminato

nell’attenzione da parte di un investitore istituzionale verso il modello da noi creato. Oggi questo percorso ci ha reso advisoring di questo

investitore istituzionale. Il mestiere che curiamo si basa su risultati concreti e non scriviamo idiozie su riviste finanziarie, fomentando la

discultura finanziaria. Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, purtroppo.

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Chi utilizza seriamente tecniche di trendfollowing profittevoli non necessariamente si rifà a papers universitari. Tutto ciò che è pubblico, in

genere, non è di grande valore. Un algoritmo valido esprime la sua efficienza in ciò che è capace di fare e nella sua storia. La sua riservatezza

genera profitti in colui che l'ha generato, che solo così può beneficiare della sua opera intellettuale. Per quello che ci riguarda, i veri artigiani

della gestione sono coloro che si illudono che i migliori gestori siano per sempre e su queste bugie costruiscono protocolli dalle false aspettative ed

ingannevoli per clienti. Il valore di un modello di investimento risiede in un unico test di realtà: verificare se un investitore istituzionale (e non solo

un singolo cliente) lo ha comprato (questo fa la differenza dal filosofeggiare), e possibilmente verificare se è stato comprato in esclusiva

(un rafforzamento della sua bontà). Tutto il resto è noia.