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L’avvento dei regimi totalitari: Abbiamo lasciato la Russia nel 1917, quando, con la famosa “rivoluzione d’ottobre”, i bolscevichi (l’ala maggioritaria del Partito operaio socialdemocratico russo), guidati da Lenin, si erano impossessati del potere, e avevano condotto la Russia FUORI dal primo conflitto mondiale (pace di Brest-Litovsk, 3 marzo 1918) .... lo STALINISMO in Unione Sovietica (1924-1953)

09. riv russa e stalinismo (2)

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L’avvento dei regimi totalitari:

Abbiamo lasciato la Russia nel 1917, quando, con la famosa “rivoluzione d’ottobre”, i bolscevichi (l’ala maggioritaria del Partito operaio socialdemocratico russo), guidati da Lenin, si erano impossessati del potere, e avevano condotto la Russia FUORI dal primo conflitto mondiale (pace di Brest-Litovsk, 3 marzo 1918) ....

lo STALINISMO in Unione Sovietica

(1924-1953)

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La rivoluzione russa del 1917: retroterra

Dal 1898 era nato il Partito operaio social-democratico russo, di ispirazione marxista, in lineacon i principi della Seconda Internazionale, cui era affiliato: menscevichi (ala minoritaria, riformista) rivoluzione di tipo democratico-

borghese bolscevichi (ala maggioritaria, rivoluzionaria) rivoluzione proletaria

RUSSIA ZARISTA AGLI INIZI DEL NOVECENTO:

una nazione arretrata sia dal punto di vista industriale che da quello dei diritti civili

grandi diseguaglianze sociali, condizioni di vita miserabili e durissime per i contadini (la servitù della gleba era stata abolita solo nel 1861), orari prolungati e salari bassissimi per gli operai nelle poche regioni industrializzate (Mosca, gli Urali).

un paese autocratico (il potere dello zar si riteneva legittimato direttamente da Dio), non esisteva un parlamento e l’attività politica era sottoposta a un continuo controllo da parte della polizia segreta (l'Ochrana)

Il Partito costituzionale-democratico (o partito cadetto) raccoglieva le (scarse) forze di ispirazione borghese-liberale che miravano alla formazione di un parlamento elettivo sul modello occidentale (la Duma)

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1905: “domenica di sangue”, rivolta di contadini, operai e soldati, prima esperienza dei soviet(consigli) di lavoratori, crescita della convinzione (nei bolscevichi) che i tempi fossero maturi

per una rivoluzione socialista basata sull’alleanza di contadini e operai (vs liberali borghesi).

La Grande guerra (1914-16): si aggravano le condizioni dei contadini e degli operai (ingenti perdite di uomini e mezzi, inflazione, rincaro dei beni di prima necessità ondate di scioperi

FEBBRAIO 1917rivolta di operai e di soldati

a Pietrogrado (ex San Pietroburgo, dal 1914)

ABDICAZIONE dello zar Nicola II

GOVERNO PROVVISORIO controllato dai liberali moderati, dai socialisti e dai socialrivoluzionari populisti

(“narodniki”), con a capo il socialista Kerenskij)

obiettivi: proseguire la guerra a fianco dell’Intesa

Assemblea costituente con suffragio universale

SOVIET DI PIETROGRADO egemonizzato dai socialisti (menscevichi

e bolscevichi)

obiettivi: pace immediata

distribuzione delle terre

DOPPIO POTERE

PRIMArivoluzione

menscevichi+

bolscevichi

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Lo striscione in primo piano riporta:

"Basta coi 10 Ministri Capitalisti/Tutto il potere ai Deputati del Soviet dei Lavoratori, Soldati e Contadini/ E ai Ministri Socialisti/ [Chiediamo che Nicola II Sia Trasferito Alla Fortezza di Pietro e Paolo]."

Dimostrazione di strada, Pietrogrado, 18 Giugno 1917

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Lenin (pseudonimo di Vladimir Ilic Uljanov), esponente dei bolscevichi che si trovava in esilio in Svizzera, rientra in Russia ed enuncia le “Tesi di aprile” (1917):

“Niente repubblica parlamentare, ma una repubblica dei soviet, dei deputati operai, dei contadini poveri e dei contadini di tutto il paese, dal basso in alto”.

In ottobre, il comitato centrale bolscevico (di cui facevano parte Lenin, Stalin e Trosckij) decise di rovesciare il governo provvisorio, di impadronirsi del potere e di impedire la formazione dell’Assemblea costituente (ritenuta retrograda rispetto alla rivoluzione socialista).

Nella notte del 25 ottobre (calendario ortodosso, corrispondente al 7 novembre) i rivoluzionari, appoggiati da soldati e operai, si impadronirono in poche ore dei punti strategici per il controllo della città (nella foto, l’assalto al Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio).

Il governo provvisorio fu sciolto e fu instaurato il Consiglio dei Commissari del Popolo. Il nuovo governo rivoluzionario fu presieduto da Lenin, Trotskij e Stalin.

Rivoluzione d’ottobre (la 2°)bolscevichi

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Alla fine di novembre si votò per l’Assemblea costituente, ma i bolscevichi risultarono in minoranza (i contadini gli preferirono i “socialrivoluzionari” di Kerenskij).

Nel gennaio del 1918, l’Assemblea fu sciolta con la forza da Lenin.

La fonte della sovranità venne riconosciuta soltanto ai soviet, in quanto organi diautogoverno popolare e strumento della “democrazia di classe” (democrazia diretta vs democrazia rappresentativa di origine liberale).

Marzo 1918: il Partito bolscevico (nelle cui UNICHE mani sono le redini del potere) prende il nome di Partito comunista.

Il 3 marzo, viene firmata la pace di Brest-Litovsk: le condizioni sono molto onerose (la Russia perde gran parte dei suoi territori occidentali, dove erano concentrati circa la metà degli impianti industriali), ma LENIN ritiene indispensabile e prioritario rafforzare il governo rivoluzionario e ricostruire il paese, martoriato dalla guerra e dalla fame.

Fra l’altro, non mancavano gli oppositori del nuovo governo, e si profilavano inevitabili scontri interni ed esterni.

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1918-1920: la guerra civile

Oppositori del governo rivoluzionario

grandi proprietari terrieri(aristocratici)

e kulaki (borghesia agraria)che non volevano la

nazionalizzazionedelle terre

alcune regioni (fra cui Siberia

e Georgia)per motivi

nazionalistici

gli ex-alleati dell’Intesa

per timore del“contagio rosso”

ARMATE “BIANCHE” o “controrivoluzionarie”

ARMATA ROSSA guidata da Trotskij

CONTRO

ex ufficialidella

guardia zaristarimasti fedelial passato

regime

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La GUERRA CIVILE durò circa tre anni e fu caratterizzata da unastraordinaria brutalità d’azione:

da entrambe le parti, la violenza più efferata venne utilizzata come arma per terrorizzare il nemico e indurlo alla resa;

nello stesso tempo, la violenza indusse in entrambi gli schieramenti l’idea che la guerra non poteva concludersi con un compromesso: era una guerra totale, che sarebbe finita solo con la completa distruzione di una delle due parti.

I Bianchi si macchiarono di un tipo particolare di violenza:

facendosi scudo della tesi secondo cui la maggioranza degli ebrei russi avrebbe appoggiato i bolscevichi, e che il comunismo stesso fosse uno strumento inventato dagli ebrei per conquistare il potere in Russia e nel mondo intero (cfr. I Protocolli dei Savi di Sion), molti reparti Bianchi massacrarono intere comunità ebraiche, soprattutto in Ucraina;

gli ebrei assassinati tra il 1918 e il 1920 furono moltissimi, ma le stime sono molto discordanti, in quanto variano da un minimo di 50.000 a un massimo di 200.000.

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Trotskij sconfigge il drago della controrivoluzione zarista,

manifesto del 1918

Lev Trotskij, detto Penna dai compagni di partito per le sue notevoli doti di scrittore, si scontrerà con Stalin negli anni Venti. Sarà espulso dal partito ed esiliato: venne ucciso in Messico da sicari sovietici nel 1940.

Le idee di Trotskij formano la base della corrente comunista del trotskismo.

La guerra civile (o “comunismo di guerra”) si concluse nel 1921 con la vittoria bolscevica.

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Nel corso della guerra civile, venne fucilato lo zar con tutta la sua famiglia

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Per opporsi alla diffusione del socialismo in Europa, le potenze europee, mediante il sostegno ai governi anticomunisti dei paesi confinanti (Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Polonia e Turchia), costituirono un “cordone sanitario” allo scopo di contenere il “contagio

bolscevico”.

Le vicende russe avevano infatti innescato una serie di tentativi rivoluzionari noti come“biennio

rosso” (1919-20): in Germania, Austria, Ungheria ed Italia (triangolo industriale) il movimento operaio si mobilitò con scioperi ed occupazioni di fabbriche per “fare come in Russia”.

Del resto, gli stessi bolscevichi si ponevano come l’avanguardia di un movimento rivoluzionario

che avrebbe dovuto estendersi a tutta l’Europa per sconfiggere il capitalismo e affermare unasocietà socialista mondiale: nel 1919 essi dettero vita alla Terza internazionale (o “Comintern” = internazionale comunista).

Alla fine del 1918, nacque in Germania il Partito comunista tedesco, guidato da Karl Liebknechte Rosa Luxemburg, che si opponeva al Partito socialdemocratico che si era messo alla guida della repubblica con la caduta dell’Impero tedesco. Nel 1921, i comunisti misero in atto untentativo insurrezionale a Berlino che finì nel sangue (Liebknecht e la Luxemburg furono

uccisi).

Sempre nel 1921, in Italia, dopo l’occupazione delle grandi fabbriche del nord da parte degli operai organizzati in consigli di fabbrica, viene fondato il Partito comunista italiano (da Antonio Gramsci).

L’ondata rivoluzionaria in Europa

Gramsci

Luxemburg

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• Rosa Luxemburg, nel suo saggio La rivoluzione russa: un esame critico (pubblicato postumo nel 1922) dichiarò che l'unica possibilità di salvezza per la rivoluzione russa fosse che il proletariato europeo, stimolato dall'esempio dei russi, si sollevasse a sua volta: non solo non era possibile realizzare una società socialista in un solo paese, per di più arretrato come la Russia, ma la situazione di isolamento e di difficoltà oggettiva in cui si trovano i bolscevichi li costringeva, secondo la Luxemburg, a commettere degli errori, ad attuare delle misure che NON ANDAVANO IN DIREZIONE DEL SOCIALISMO.

• Rosa Luxemburg critica in particolare L'ABOLIZIONE DELLE LIBERTÀ DEMOCRATICHE: senza libertà di stampa, senza diritto d'associazione e di riunione, la rivoluzione non può andare avanti, perché questi diritti sono uno strumento indispensabile per l'auto-educazione politica delle masse popolari. I bolscevichi hanno istituito i Soviet come organismo rappresentativo delle masse lavoratrici: "ma col soffocamento della vita politica in tutto il paese - scrive Rosa - anche la vita dei soviet non potrà sfuggire a una paralisi sempre più estesa. Senza elezioni generali, libertà di stampa e di riunione illimitata, libera lotta d'opinione in ogni pubblica istituzione, la vita si spegne, diventa apparente e in essa l'unico elemento attivo rimane la burocrazia".

• Rosa Luxemburg condivideva il principio della dittatura del proletariato, ma per lei "questa dittatura deve essere opera della classe, e non di una piccola minoranza di dirigenti in nome della classe".

Le critiche di Rosa Luxemburg ai bolscevichi

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Occupazione delle fabbriche Settembre 1920

Sciopero dei ferrovieri 1920

BIENNIO

ROSSO

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Telegramma dall'Ansaldo occupata – 1920:

"PREGIOMI INFORMARE LA SV CHE ACCIAIERIE CHIUSE DAL GIORNO 17 SONO STATE OCCUPATE DAGLI OPERAI CHE LAVORANO TUTTORA PER CONTO LORO SENZA CAPI STOP OSSEQUI ING GIUSEPPE POZZO"

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Perchè la “rivoluzione in Occidente” non si realizzò?

quasi tutti gli stati liberali avevano concesso il suffragio universale, quindi era difficile sostenere la necessità della rivoluzione per ottenere le riforme;

i nuovi stati creati dai trattati di pace (ad esempio, Polonia, Ungheria e Iugoslavia) si nutrivano di un forte spirito nazionalistico che travalicava i conflitti di classe;

sia le classi lavoratrici che i ceti medi erano stati fortemente provati dal lungo periodo di guerra (lutti, violenze, difficoltà economiche) ed aspiravano ad un periodo di pace;

Era insomma diffusa la convinzione che le nazioni europee avessero ancora la possibilità di integrare le masse nelle istituzioni attraverso le riforme, e che ci si potesse concentrare sulla soluzione della crisi post-bellica (inflazione, disoccupazione) anziché affrontare una rivoluzione.

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La nascita dell’URSS (CCCP)• Nel dicembre del 1922 i congressi dei soviet delle singole repubbliche

socialiste decisero di dar vita all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).

• Il potere supremo, al vertice di questa complessa struttura istituzionale, era affidato al Congresso dei soviet dell’Unione.

• Il potere reale era però nelle mani del Partito comunista dell’Unione sovietica (PCUS), l’unico la cui esistenza sarà prevista dalla Costituzione che verrà approvata nel 1924.

L’inno nazionale dell’URSS fu in origine l’Internazionale, dal 1922 al 1944, quando fu sostituito da un altro inno; il quale a sua volta è stato modificato dopo il crollo dell’URSS nel 1991, e che - stesse note ma testo modificato – rappresenta oggi la sola Federazione Russa.

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1924-27: gli inizi dell’egemonia di StalinDopo la morte di Lenin (1924) e l’insuccesso della rivoluzione in Germania ed

Italia, lo stato sovietico si trovò ad affrontare la CONTRADDIZIONE FRA:

la diffusione internazionale del socialismo (rivoluzione permanente)

principio cardine del marxismo e unica possibilità, nella lunga durata, di garantire la

sopravvivenza della rivoluzione sovietica

posizione di Trotskij

il “socialismo in un solo paese”

la possibilità e la necessità di difendere e preservare l’unica

esperienza rivoluzionaria vittoriosa

posizione di Stalin

Inoltre, i due dirigenti ed “eredi” di Lenin erano divisi anche circa la politica economica da attuare per risanare lo straordinario declino economico del paese:

accelerare l’industrializzazione attraverso una pianificazione centralizzata e guidata

dall’alto, ma con il coinvolgimento dei contadini nella collettivizzazione delle

campagne

proseguire con la Nep (= nuova politica economica) inaugurata da Lenin nel 1921, che ritagliava spazi di proprietà privata e

libero mercato all’interno dello stato socialista

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STALIN (in russo, “uomo d’acciaio”) era nato in Georgia nel 1879 da una famiglia di origine servile. Aveva rivelato notevoli doti di burocrate nel corso della guerra civile e dal 1922 (anno in cui fu proclamata l’URSS, Unione delle Repubbliche Sovietiche) ricopriva la carica di segretario del comitato centrale del partito.

Per sconfiggere Trotskij e la sua ala, Stalin (che aveva trasformato il partito in una immensa macchina burocratica ) stabilì delle alleanze strategiche con l’ala “destra”, cambiandole poi con disinvoltura, ed inaugurò la pratica di accusare di tradimento, fare espellere dal partito ed eventualmente assassinare gli oppositori alla sua linea.

Esiliato nel 1929 come “nemico del popolo”, Trotskij denuncerà la degenerazione del sistema socialista nel libro La rivoluzione tradita (sarà assassinato nel 1940):

"Il funzionario finirà col divorare lo Stato operaio, o la classe operaia metterà il funzionario nell'impossibilità di nuocere?"

L'ammonimento profetico di Trotskij verrà confermato in negativo.

Stalin svuotò i soviet di ogni potere effettivo e concentrò il controllo dello stato e tutto il potere nelle sue mani

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1928-39: lo stalinismo (fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale)

1928: Stalin cambia drasticamente strategia economica, facendo propria la linea

che aveva sostenuto Trotskij ed avversando i sostenitori della Nep (ex-alleati nella

sua lotta contro i troskisti):

INDUSTRIALIZZAZIONE FORZATA:

collettivizzazione delle campagne =

eliminazioneproprietà privata e

creazione di kolchoz(fattorie cooperative)

primo PIANOQUINQUENNALE (’28-’32)

e guerra contro ikulaki che si ribellavano

all’espropriazione esi rifiutavano di

entrare nei kolchoz

deportazioni, saccheggi, violenzeed istituzione del

sistema dei GULAG= campi di lavoro

forzato che divenneropresto campidi sterminio

“Abbiamo assunto il potere in un paese il cui livello tecnico è paurosamente arretrato... siamo circondati da una serie di paesi capitalistici che posseggono una tecnica industriale molto più avanzata... Non è possibile difendere l’indipendenza del nostro paese senza una adeguata base industriale per la difesa... Ecco perché un rapido ritmo di sviluppo industriale è necessario e imperativo.”

Stalin, in L. Foa, La società sovietica, 1973

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In Arcipelago Gulag (1973-1978), lo scrittore russo dissidente Aleksandr Solzenicyn ha sostenuto che i gulag, ufficialmente fondati nel 1930, erano stati istituiti (con altri nomi: campi di lavoro) già da Lenin nella fase del “comunismo di guerra”.

Lo scrittore descrive nei dettagli la vita nei campi di lavoro, gli interrogatori, il trasporto dei prigionieri, le coltivazioni nei campi, le rivolte dei prigionieri e le punizioni. Solzenicyn era stato internato nel 1945, per 8 anni, per aver criticato Stalin in una lettera privata ad un amico; negli anni Settanta fu esiliato in Occidente.

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Caratteristiche dell’epoca staliniana (1)

Squilibri e contraddizioni nell’industrializzazione:

fu privilegiata l’industria pesante (metallurgia, armamenti), anche sotto la spinta della minaccia hitleriana (dal 1933), con conseguente crisi e povertà dei contadini che si riversarono in massa nelle città

bassa produttività dovuta all’arretratezza tecnologica e alla crescente estraneità degli operai al regime

cancellazione della legislazione operaia e sindacale dei Soviet originari compressione al minimo dei salari ed aumento dei ritmi di lavoro

basso livello dei consumi, dovuto alla povertà della maggior parte dei cittadini

Propaganda e militarizzazione della forza lavoro:

modello ideologico dello STAKHANOVISMO (da Stakhanov, primo “eroe del lavoro” e mito dell’epoca staliniana)

gare di produttività, organizzate sul modello di competizioni sportive incentivi e premi individuali

utilizzazione di tutti i mezzi di comunicazione disponibili (radio, manifesti, monumenti, giornali) per diffondere il modello ideologico

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno 22

Ritratto di Stakhanov nel 1938.Minatore ucraino, legò la sua fama al fatto di avere, da solo, estratto 102 tonnellate di carbone in un solo turno di sei ore, nell’agosto del 1935.

Negli anni Trenta venne sviluppato lo stile del “realismo socialista”, utilizzato per la propaganda: l'arte doveva avere “forma realista e contenuto socialista”, cioè mostrare la lotta di classe, l’alleanza tra contadini e operai, ecc...

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Repressioni e “purghe”:

accentuazione del carattere autoritario presente già (in origine) nella rivoluzione leninista

“rinnovamento” dei quadri di partito con eliminazione fisica di tutti gli oppositori al regime di Stalin (tali repressioni furono chiamate “purghe”), con modalità analoghe a quelle del nazismo

fra 1934 e 1939 furono progressivamente eliminati (uccisi o deportati nei gulag) non solo milioni di cittadini sovietici, ma anche i rappresentanti della vecchia guardia bolscevica, cioè coloro che avevano fatto la rivoluzione del 1917, come Trotskij

estesa utilizzazione della polizia segreta (direttamente controllata da Stalin)

la Čeka (ЧК in russo; Commissione straordinaria per la lotta contro la controrivoluzione e il sabotaggio) era un corpo di polizia politica che era stato creato nel dicembre 1917 da Lenin e Feliks Edmundovič Dzeržinskij (che ne fu il capo fino al 1918) per combattere i nemici del nuovo regime russo

si evolse nel GPU (1923-34), poi ebbe altri nomi ed infine, nel 1954, dette origine al famoso KGB

riuniva in un unico organo tutti i compiti e poteri di “intelligence” (agenzia di sicurezza, servizio segreto e polizia segreta) che negli Stati Uniti d'America sono svolti da CIA, NSA, FBI ed altri organismi

fu usata (come poi il KGB) per controllare e spiare la vita privata di milioni di cittadini, oltre che di dirigenti del partito, funzionari pubblici e intellettuali, e per intervenire con metodi brutali

Caratteristiche dell’epoca staliniana (2)

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno 24

Dzierżyński e la Čeka

Feliks Dzierżyński: soprannominato "Volpe di Ferro", dal 1917 al 1918, dopo il successo della rivoluzione russa, divenne il capo della Čeka, la polizia politica dei bolscevichi, che si trasformò successivamente in GPU e KGB. Dapprima fu un grande amico di Lenin (che lo scelse come Ministro dell'Interno e delle comunicazioni, cariche che ricoprì dal 1921 al 1924), ma dopo la morte di quest'ultimo si schierò dalla parte di Stalin e contro l'opposizione trotskijsta.

Già nel 1921, la Čeka fu accusata di aver cancellato le più elementari norme di procedura processuale tipiche della cultura giuridica ottocentesca, eliminando senza processo con il frequente ricorso alla pratica della fucilazione sommaria.

Si veda: Donald Rayfield - Stalin e i suoi boia. Un'analisi del regime e della psicologia stalinisti, Garzanti, 2005

Davanti alla Lubjanka, ovvero il palazzo del KGB, sorgeva una grande statua raffigurante Dzeržinskij, che è stata però distrutta negli anni Ottanta.

NB: Anche Vladimir Putin, ex primo ministro e attuale presidente della Federazione Russa, è un ex membro del KGB.

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Caratteristiche dell’epoca staliniana (3)Il culto della personalità di Stalin:

mito di se stesso come “padre della patria”

emerse nel 1934 con i festeggiamenti per il suo cinquantesimo compleanno

la sua immagine fu esaltata ed egli fu celebrato come la guida salda e ferma del Paese, che aveva aperto la via dello sviluppo e avviato l'URSS a divenire una grande potenza mondiale

identificazione Stalin = Partito (bolscevico) = Stato (nella tradizione zarista)

drastica sottomissione di tutti i poteri (in primo luogo, la magistratura) alla volontà del capo

totale subordinazione della cultura al potere politico: gli intellettuali potevano solo lodare e sostenere con la propaganda il regime

svuotamento di fatto dell’affermazione formale dei diritti universali degli individui (riaffermati nella Costituzione emanata da Stalin nel 1936)

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno 26

Quadro riassuntivo:7 novembre 1917

presa del potere da parte dei bolscevichi

3 marzo 1918pace di Brest-Litovsk

la Russia esce dal conflitto mondiale

1918-21Armate bianche

controrivoluzionarieguerra civile

1921fine del

“comunismo di guerra”varo della Nep

1919-21“biennio rosso”

in Europapartiti comunisti

1922Stalin segretario

generale del comitatocentrale del partito

1922assetto federale

dello stato sovieticoU.R.S.S.

1924morte di Lenin

scontroTrotskij vs Stalin

1927Trotskij sconfitto

espulso dal partito

1928-321° piano quinquennale

industrializzazione forzata

1928-32sterminio dei

kulaki e istituzioneufficiale dei gulag

1934-39repressioni“purghe”

culto personalità

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno 27

* Il POPULISMO (narodnicestvo, da narod, popolo) è stato un movimento politico e culturale nato in Russia attorno alla metà del XIX secolo e alimentato da una visione sentimentale e idealizzata delle masse popolari, in particolare quelle contadine. Fenomeno complesso, il populismo rappresentò da un lato la presa di coscienza, da parte di giovani intellettuali, dei gravi problemi economici, sociali, politici e morali che travagliavano la Russia ottocentesca, dall'altro il primo tentativo di fornire una soluzione nuova e adeguata a tali problemi. Due furono le correnti di pensiero che lo contraddistinsero: lo "slavofilismo", sostenuto dall'idea che la civiltà occidentale fosse ormai corrotta e decadente e che solo le virtù del popolo russo (la fede ortodossa, l'umiltà, la pazienza di fronte alla sofferenza, la solidarietà) avrebbero potuto salvare la Russia da un analogo destino; e la corrente "occidentalista", che al contrario riteneva l'Occidente un modello non solo industriale o tecnologico, ma anche politico e civile. Entrambe le correnti convergevano nell'individuare nell'obscina (la comunità rurale russa, di origine medievale, il cui organo decisionale era un’assemblea detta mir) l'elemento originale di una forma di comunismo spontaneo che avrebbe impedito quelle forme di degenerazione sociale che si erano manifestate nello sviluppo occidentale. All’inizio del XX secolo l'eredità ideologica dei narodniki era stata ripresa dal partito socialista-rivoluzionario, espressione della mentalità e degli interessi della piccola borghesia rurale, decisamente ostile allo sfruttamento feudale delle campagne e all'autocrazia zarista. Contro tale autocrazia, i socialrivoluzionari avevano anche usato metodi terroristici di lotta, spesso cadendo vittime dei loro attentati. Lo scopo che essi attribuivano alla rivoluzione era quello di instaurare un perfetto comunismo, senza passaggi intermedi, in armonia con le tradizioni comunitarie del paese, tramite lo sviluppo dei mir ed il passaggio sotto la loro gestione di tutta la terra coltivabile.Ma questa ideologia non corrispondeva più, a differenza che all'epoca dei narodniki, alla sostanza delle aspirazioni diffuse nel mondo rurale russo, dove il comunitarismo e l'egualitarismo tradizionali si erano molto indeboliti all'interno dei mir, ed era in realtà espressione di un'emergente borghesia contadina che puntava all'espropriazione delle terre dell'aristocrazia feudale, per ottenerle a titolo diproprietà privata. La nascita del partito laburista, nel 1912, in occasione delle elezioni per la quarta Duma, derivato dalla fusione del partito socialista popolare (nato da una scissione dell'ala destra del partito socialrivoluzionario) con il partito socialista nazionale (di sinistra borghese e guidato da Aleksandr Kerenskij), aveva rappresentato proprio la naturale conseguenza di una situazione così modificata.