- 1. Giambattista Vico A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
3. 2. Il concetto vichiano del sapere. La polemica contro
Cartesio. 4. 3. La nuova scienza. 5. 4. La storia ideale eterna. 6.
5. Le tre et della storia. 7. 6. La sapienza poetica. 8. 7. La
provvidenza. 9. 8. Uomo e provvidenza.Giambattista Vico 10. 1. Vita
e opere.
- Giambattista Vico(1668 1744 d.C.)forma inizialmente la propria
riflessione giovanile grazie all'influenza della filosofia
scolastica e degli studi di diritto civile ed ecclesiastico.
Ottiene poi la cattedra di retorica presso l'universit di Napoli.
Travagliato da ristrettezze economiche e familiari, compone una
prima visione sistematica della propria posizione filosofica
scrivendo ilDe antiquissima Italorum sapientia ex linguae latinae
originibus eruenda(1710).Nel 1720 abbozza la prima idea della
suanuova scienza , dedicata allo sviluppo storico per fasi
dell'umanit. La prima edizione completa del testo Principi di una
scienza nuova d'intorno alla comune natura delle nazioni viene
pubblicata nel 1725, seguita poi dalla suaAutobiografiain terza
persona. Del 1730 e del 1744 sono poi la seconda e la terza
edizione dellaScienza nuova .
11. 2. Il concetto vichiano di sapere. La polemica contro
Cartesio.
- NelDe antiquissimaVico predispone subito l'orizzonte della
propria immaginazione razionale ad accogliere una ben precisa e
determinata dialettica. Mentre Dio intende semplicemente e
totalmente la natura delle cose, in quanto le ha create, l'uomo pu
partecipare di questa infinita attivit razionale rappresentando a
se stesso una situazione mentale all'interno della quale le forme
ideali divine le idee o archetipi delle cose stabiliscono dei
limiti certi e stabili della propria attivit determinativa, sia
conoscitiva che pratica. Cos mentre Dio intende ( intellig re ),
l'uomo riflette ( cogit re ), costruendo a se stesso una
rappresentazione all'interno della quale le nature delle cose
trovano una specie di triangolazione determinativa: se la forma
causale risiede in Dio come idea, fuori di Dio nella Natura come
materia, essa si trasforma poi in una finalit divina provvidenziale
che risulta sempre accompagnata da una particolare e specifica
finalit umana.
12.
- Cos mentre Dio conosce perch crea, l'uomo procede ad affinare
la propria determinazione conoscitiva e pratica, prima riferendo
l'immagine dell'oggetto reale alla fonte divina, perch la possa
inverare, vivificare e proiettare, poi elaborandola e
ricostruendola progressivamente, grazie ai procedimenti permessi
dall'esperienza sensibile, guidata dal riconoscimento dell'errore.
Cos - ancora - mentre Dio conosce la Natura, l'uomo ne elabora e
ricostruisce l'immagine (nella forma, nella materia, nelle finalit
ideali e d'orizzonte). In questo modo la certezza del vero chiaro
ed evidente nella propria infinit si unisce, si compone e si
contempera con la verit del fatto, prima divino nelle sue proprie
finalit e scopi, poi umano, tramite quegli ideali o quelle necessit
che li accompagnano, molto spesso ingenerando l'apparenza di una
contrapposizione e di una piena e completa eterogenesi dei fini
(divini ed umani).
13.
- Se si pu quindi affermare con Vico stesso cheverum ipsum factum
, allora l'uomo pu conoscere perfettamente solo tutte quelle
astrazioni delle quali all'origine, come quelle della matematica e
della geometria. Egli invece non conosce perfettamente n Dio, n
l'essere naturale, n le finalit della divina provvidenza.
Metafisica e fisica sono dunque ambiti di conoscenza non
privilegiati. Oltre alla sostanza divina si deve poi dire che gli
viene preclusa anche la conoscenza chiara e distinta di se stesso
(contro il presupposto cartesiano). Se l'uomo ha effettivamente
coscienza di s, non ha effettivamente e pienamente conoscenza di s
(causa, materia e fine). Pu dunque affermare solamente di esistere,
non di essere: l'essere, infatti, viene affermato unicamente in
relazione a chi ne l'origine ed il fattore primo (appunto Dio
stesso).
14.
- Per questo l'espressione che si fissa poi nei termini del
linguaggio (etimologia) rappresenta a livello umano quella stessa
apertura e determinazione creativa che, da un punto di vista
profondo ed abissale e secondo un orizzonte infinito, viene
attribuita a Dio. Per questa ragione fondamentale di fondamento, di
essenza e di necessit i termini del linguaggio riposano sopra e
sono effetto di una determinazione naturale, che riflette la logica
metafisica che li ha fatti esistere e li ha costruiti. In ci essi
riposano sopra unsenso comune ,che tutti primariamente e
primitivamente li accoglie, appunto li esprime e li rende vivi e
funzionali alla reciproca comprensione dei parlanti. Bisogna
ricordare che Vico attribuisce in modo progressivo all'uomo tre
precise facolt conoscitive: il senso, la fantasia (immaginazione) e
la ragione. E che a queste tre facolt far poi corrispondere tre ben
definite et nello sviluppo storico dell'umanit: l'et degli dei,
degli eroi e degli uomini.
15.
- Intanto nelDe antiquissimaVico ritiene per la serie dei motivi
appena evidenziati che le antiche forme terminologiche latine
potessero essere riportate a precedenti forme ioniche ed etrusche,
dotate di un'anima e di una logica metafisica originaria, vicina
alla sapienza ed alla civilt originaria dell'uomo e
dell'umanit.
De antiquissima Italorum sapientia 16. 3. La nuova scienza.
- Di fronte e nell'immediata apertura originaria e creativa
dell'infinito divino e nella mediazione rappresentata dal rapporto
necessario fra il vero esso stesso divino ed il fatto divino ed
umano la conoscenza umana pu ripercorrere tutto il processo che ha
dato luogo allo sviluppo storico dell'umanit.questo suo oggetto a
costituirla come nuova scienza dell'umano e delle sue progressive
trasformazioni ed innovazioni evolutive. L'orizzonte finale, che
combina l'intervento umano a quello divino, dimostra un ordinamento
ed una logica interna quasi necessaria, che appunto sembra
svilupparsi per fasi e momenti di un unico processo. Il mondo della
storia diventa il luogo della manifestazione, del disvelamento e
dell'attuazione insieme della volont divina e di quella umana.
17.
- Nella storia ideal eterna dunque trovano luogo ed intreccio
tutte le storie particolari dei popoli e delle nazioni, considerati
come organismi viventi, dotati di una propria nascita,
un'evoluzione progressiva, una decadenza ed una propria fine. Ogni
popolo e nazione esprime con il proprio linguaggio, i propri
costumi, le proprie leggi ed istituzioni la natura attiva ed
intrinseca della propria volont comune ed individuale. Il senso di
s che esso stesso ha e manifesta. E che proietta dinanzi a s, nel
proprio futuro. NellaScienza nuovaVico propone quindi
un'alternativa di conoscenza allo spirito umano, sostituendo alla
sua attenzione la filosofia della natura (cartesiana o newtoniana)
con la filosofia della storia. In questo modo l'analisi puntuale e
critica dei fatti storici umani (filologia, etica e diritto) prende
il posto della ricerca delle cosiddette cause naturali dei fenomeni
in generale.
18.
- L'immanenza delle umane espressioni alla mente generale umana
fa s che queste entrino di diritto e di fatto entro un orizzonte
immaginativo e razionale universale, all'interno del quale queste
possono e debbono essere viste e considerate come determinazioni di
volont ed intelletto (ingegno), dotate di cause, strumenti, finalit
ed organizzazioni proprie.dunque a tutti questi elementi ed alla
loro serie logica che si rivolge l'attenzione osservativa e
filologica vichiana, tesa al reperimento dell'universale comune
all'azione umana ed ai principi ad esso relativi, che possono
essere conseguentemente istituiti come leggi imprescindibili
dell'umano operare. Vico scorge tre umani costumi comuni a tutte le
popolazioni umane: prima di tutto ogni popolo e nazione ha ed
esprime la propria religione; poi ha organizzata la vita sociale
attraverso il fondamento matrimoniale della famiglia; infine
procede al seppellimento dei propri morti.
19.
- Religioni, matrimoni e sepolture costituiscono quindi gli
assiomi della nuova scienza storica della civilt umana presso Vico:
dalla loro logica e sensata combinazione scaturir la ricostruzione
dell'evoluzione che ogni popolo pur nell'apparente diversit dei
luoghi e dei tempi, o delle situazioni e condizioni pi o meno
contingenti ha attraversato e progressivamente realizzato. In tale
ricostruzione due criteri fungono da guida: la soluzione delle
necessit e la proposta delle utilit comuni. In questo modo
l'ingegno come espressione dell'animo umano porta ad inveramento e
realizzazione la ricerca dell'umano desiderio di conservazione e di
miglioramento della propria vita ed esistenza. Nella tensione per
l'obiettivit vichiana di tipo logico-critico e storico: si tratta
sempre di inverare il certo e accertare il vero si nasconde quindi
un sottofondo d'umana soggettivit e volont.
20. 4. La storia ideale eterna.
- Il quadro metafisico e mentale vichiano delinea la sua prima
disposizione attraverso il pensiero e la determinazione della
caduta umana dovuta al peccato d'origine: l'uomo gettato nei
pericoli della natura chiede a gran voce una salvezza superiore e
cos si muove verso un ordine divino. Quest'ordine gli impedisce di
rimanere nello stato di bestione primitivo o di ritornarvi per
effetto di ricorsi negativi e gli consente di tendere verso uno
stato di giustizia e di felicit perfetto, ideale. Ora quest'ordine
voluto, teso e preteso, dalla stessa volont provvidenziale
divina.quell'ordine eterno (immodificabile, necessario) che vale
come termine universale (ideale comune, collettivo ed individuale)
ed atto dello scopo storico generale: l'evoluzione ed il progresso
nel tempo dell'intera umanit, di tutti i suoi popoli e nazioni.
Questo ordine divino ed eterno prende il nome in Vico di storia
ideal eterna.
21. 5. Le tre et della storia.
- La logica intrinseca che combina gli assiomi e li organizza per
costruire e sviluppare il progresso dei popoli e delle nazioni
verso quel termine ideale dimostra una successione fenomenica di
fasi storiche: l'umanit sembra procedere da una prima fase oet
degli dei verso una seconda fase oet degli eroi per poter
finalmente giungere al momento attuale e conclusivo della propria
evoluzione, all' et degli uomini . Accostando alle facolt o gradi
ascendenti della mente umana senso, fantasia od immaginazione,
ragione - queste tre et storiche Vico compie una descrizione e
definizione del procedere delle determinazioni umane dall'una
all'altra in modo logico, fondato ed organico, anticipando in un
certo qual senso le letture hegeliane della filosofia della storia
e la stessa fenomenologia dello Spirito.
22.
- La prima forma di civilizzazione umana quella che pare
sospingere gli uomini fuori dal proprio stadio bestiale e primitivo
iniziale (seguito al diluvio universale), cumulandosi sopra di
esso: se il senso nella sua assoluta semplicit impediva
l'espressione articolata del linguaggio e lo scambio reciproco fra
gli individui, inibendo in tal modo non solo la vita associata, ma
anche la costituzione di riti collettivi, la paura dovuta
all'isolamento nei confronti dei poteri naturali fece scattare
dialetticamente nella mente dell'uomo una nuova facolt immaginativa
e creatrice, la fantasia o immaginazione, che pose quale possibile
causa e salvezza delle e dalle medesime la presenza di divinit
nelle cose (sapienza originaria dei poeti teologi). Divinit che
potevano quindi essere onorate sinceramente e religiosamente e che
imponevano una serie di divieti o di necessit, che per consentivano
la vita pacifica in comune.
23.
- Nell'et degli dei dunque gli uomini costituirono delle comunit
governate da poteri teocratico-monarchici, dove la potest
patriarcale poteva portare a compimento e realizzazione tutte le
proprie finalit: nella famiglia, nella societ e nello Stato.
24. All'et degli dei successe quella degli eroi, tutti in
qualche modo ritenuti figli degli dei stessi e di Giove in ultima
analisi. Essi avrebbero dato origine alle umane stirpi,
considerandosi superiori per nobilt e per virt (piet religiosa,
prudenza, temperanza, forza e coraggio, magnanimit) a quella parte
della popolazione che rimaneva in condizione bestiale e che doveva
quindi a loro assoggettarsi in condizione servile. Ora le comunit
umane venivano governate da poteri aristocratico-oligarchici.
25.
- Quando l'umilt seppe rovesciare - ancora dialetticamente questa
pretesa superiorit, allora si instaur l'et degli uomini. Ora la
riflessione razionale poteva produrre un'immagine sensibile che
coinvolgeva paritariamente tutti gli uomini, l'umanit intera, con
l'idea generale di un bene comune ed una volont reciproca di
riconoscimento e di rispetto. In questo momento della storia
dell'umanit la coscienza della reciproca eguaglianza impone ai
singoli il rispetto di quei doveri civici e politici, che
costituiscono da un lato l'orizzonte di conservazione e dall'altro
lo scopo del miglioramento della vita collettiva. Nelle repubbliche
popolari che cos nascono i governati scelgono i governanti sulla
base delle capacit e degli effetti di ricchezza che queste
producono. Ora la riflessione filosofica e l'eloquenza gli
universali razionali - possono sostituire nel proprio compito
educativo generale la poesia mitica e le immagini fantasiose, ma
universali (gli universali fantastici).
26. 6. La sapienza poetica.
- La relazione dialettica che lega e nello stesso tempo
contrappone sapienza poetica o poesia e riflessione o razionalit,
cos come distingue l'et degli uomini dall'et degli eroi e degli
dei, cos pure mostra il combattimento fra l'idea di un divino
trascendente che presente in ogni cosa e che muove dall'interno
l'animo dell'uomo, proiettandone le passioni attraverso le emozioni
in esso suscitate dalle immagini sensibili create, e l'ombrello
mutuamente regolativo che la ragione riesce a costituire innalzando
una nuova natura umana, attenta e rispettosa degli uguali diritti e
necessit (o utilit). Nel primo caso la forza e la violenza delle
immagini sensibili commuovono l'animo umano, trascinandolo
all'azione; nel secondo le immagini razionali lo placano
nell'impulso all'autoaffermazione particolare e speciale,
individualistica.
27.
- Come l'arte e la creazione divina originaria, attraverso un
atto infinito di volont ed intelletto, realizza le nature
molteplici del mondo naturale, cos l'arte e la creazione umana,
attraverso la produzione prima di immagini sensibili ed emotive,
risveglia e rivela la volont e l'intento dell'uomo di trascendere
le iniziali condizioni umane, abbruttite dalle conseguenze del
peccato originale. Inizialmente muto, l'uomo comincia naturalmente
ad esprimere se stesso per incontrare gli altri, attraverso i
gesti, lo scambio degli oggetti, i suoni singoli e poi articolati.
Nasce in questo modo il linguaggio, forma espressiva naturale e
necessaria. Attorno a questo intento l'uomo pu quindi procedere ad
uno primo sviluppo e ad una prima evoluzione: il divino, presente
in tutto e dappertutto, pare come concentrarsi in figure
d'eccellenza gli eroi, per l'appunto che cominciano a rappresentare
il simbolo delle virt e delle capacit umane migliori (cfr.
Omero,IliadeedOdissea ).
28.
- Quest'isolamento e concentrazione in figure ed immagini
superiori si stempera e si distende non appena l'orizzonte della
divina provvidenza riappare come idea generale e perci accomunante
sembra essere questa la funzione storica del Cristianesimo ovvero
come immagine razionale universale, che convoglia a s tutta la
potenza della precedente immaginazione sensibile ed emotiva. Allora
mentre questa progressivamente si spegne e trascolora, quella si
accende e si fa forte dello spirito e dell'animo dell'intera
umanit. Attraverso questa modalit di trasposizione dialettica la
finalit educativa e persuasiva della poesia viene trasferita alla
filosofia ed alla riflessione razionale. Ora l'apertura creativa
mentale iniziale si precisa nei suoi limiti e confini, allorquando
abbandonando l'illimitata emotivit delle immagini sensibili e la
loro libert di movimento - si dedica alla ricerca delle cause,
degli elementi e delle loro reciproche relazioni, delle nature e
delle loro finalit (necessariamente integrate e sistematizzate in
organica ed organizzata unit).
29. 7. La provvidenza.
- Il progresso dell'evoluzione storica dell'umanit predeterminato
dalla provvidenza, che risiede completamente all'interno
dell'orizzonte infinito della libert divina. Vico costretto quindi
a combattere sia la posizione di quelle scuole filosofiche o di
quei singoli pensatori come la Stoa e Spinoza che pongono quale
fondamento e guida dell'espressivit naturale e razionale la
necessit, sia quella di chi Epicuro, Hobbes, Machiavelli costruisce
il mondo storico delle apparenze fenomeniche o delle nature reali
secondo l'apertura impredeterminata della casualit e del caos. La
libert umana infatti, secondo Vico, si intreccia con quella divina,
in una composizione, combinazione e gioco capace di invertire se il
caso le aspettative ed i desideri dei singoli, inverando e
realizzando una finalit o scopo superiore, universale (eterogenesi
dei fini).
30.
- Le finalit e gli scopi umani sono quindi sempre diventati degli
strumenti per l'applicazione di una finalit superiore, benignamente
intesa alla conservazione ed al miglioramento della vita umana. Cos
dall'eccesso illimitato dell'istinto sessuale, o del potere, sono
nate le istituzioni del matrimonio, della famiglia e le repubbliche
popolari. Cos da questa regolazione dialettica per contrapposizione
stato possibile diffondere ed applicare idealmente un mutuo e
reciproco rispetto del diritto naturale individuale (in famiglia,
nella societ e negli Stati). Praticamente per la storia e la libert
dell'uomo hanno spesso disatteso questo ideale, realizzando in
alcuni momenti storici dei movimenti di regresso i ricorsi dove le
singole nazioni hanno fermato il proprio progresso, per ricadere
momentaneamente e provvisoriamente nella fase precedente.
31.
- Ci dovuto alla corruzione dello spirito umano, che si lascia
irretire dalle forme primitive od iniziali di desiderio, di
possesso e di potere, arrestandosi alle fasi iniziali del suo
sviluppo e conservandosi in una condizione di minorit. Oppure che
si avvita astrattamente nell'affermazione superba e totale della
propria libert, ingenerando quelle posizioni ideologiche di tipo
scettico che rompono e disintegrano qualsiasi universalit e fanno
riprecipitare l'unit del consesso umano nella barbarie dei rapporti
di forza e nella reciproca sopraffazione. Allora, se un potere
assoluto interno (monarca assoluto) od esterno (nazione egemone)
non interviene per riassoggettare e riordinare le volont dei
sudditi, sar la natura stessa con la propria eliminazione e
selezione forzata a riprodurre tutte quelle condizioni iniziali
scarsezza di individui, abbondanza relativa di beni grazie alle
quali il ciclo dell'evoluzione civile possa ricominciare.
32. 8. Uomo e provvidenza.
- Il rapporto dialettico vichiano fra l'infinita libert divina e
la finitezza dei molteplici soggetti umani stato variamente
interpretato dalla storiografia filosofica successiva. Vico
combatte ogni tipo di necessitarismo meccanico ed a-finalistico
(teologico o naturalistico), proprio in nome della possibilit che
la libera potenza artistica (creatrice) della mente e dell'azione
umana non perdano mai il controllo e la guida di se stesse. Teoria
e prassi devono poter sorgere liberamente, liberamente devono poter
riflettere e sperimentare, liberamente devono poter applicare i
benefici ritrovati, per poter incrementare il benessere e la
felicit delle comunit umane. Cos la libert di Dio si trasfonde
nella libert degli uomini, conservandola e guidandola benignamente
(religione naturale e razionale, deismo storicistico).
33.
- In questo orizzonte e determinazione di libert
l'interpretazione cattolica tradizionalista accentua l'oggettivit
del piano separato di tale orizzonte e la priorit obiettiva e
superiore del giudizio (direttivo e di correzione) divino.
34. L'interpretazione idealistica invece sottolinea l'importanza
di questa determinazione di libert, sia dal punto di vista teorico,
che pratico. In questo modo lo spirito della provvidenza si fonde
con lo spirito umano, creando quella capacit creativa immanente e
finalizzata affine alla fenomenologia della ragione hegeliana che
rende l'inalienabilit dell'azione umana. 35. Questa inalienabilit
stata utilizzata dalla corrente interpretativa positivistica e
marxista per sottolineare ed accentuare il carattere
sovra-strutturale del richiamo religioso vichiano. Lo spazio della
predeterminazione religiosa nelle prime et dell'uomo risulta
effettivamente da una personalizzazione delle forze naturali,
mentre il Dio cristiano dell'et successiva quando si forma alla
mente umana l'orizzonte della ragione universale pu essere visto
come una trasposizione della propria stessa potenza immaginativa e
sensibile. 36. Principj di scienza nuova Autobiografia