- 1. Gottfried Wilhelm Leibniz A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
3. 2. L'ordine contingente del mondo. 4. 3. Verit di ragione e
verit di fatto. 5. 4. La sostanza individuale. 6. 5. Fisica e
metafisica: la forza. 7. 6. L'universo e le monadi. 8. 7. Dio e la
teodicea. 9. 8. L'analisi matematica: il calcolo infinitesimale.
10. 1. Vita e opere.
- Gottfried Wilhelm Leibniz(1646 1716 d.C.) fu un genio versatile
dell'intelletto e della ragione. Esperto di diritto, si interess
delle ricerche naturalistiche ed alchimistiche dei Rosacroce, ai
quali si affili. Divenne poi consigliere del principe elettore di
Magonza, componendo per l'occasione diversi testi giuridici e
politici. Cominci ad applicarsi allo studio della logica e delle
fisica. Trasferitosi per un'ambasciata a Parigi, qui studia
matematica e fisica, approfondendo le proprie conoscenze della
filosofia cartesiana. Inventa il calcolo integrale, sviluppando
l'analisi matematica delle variazioni infinitesimali ( x) e
componendola con lo studio delle funzioni algebrico-geometriche di
tipo cartesiano (y=f(x)). Divenne poi bibliotecario del duca di
Hannover Giovanni Federico di Lneburg. Comincia ad intavolare una
fitta serie di corrispondenze scientifiche con le migliori menti
del tempo.
11.
- Desidera ricomporre l'unit fra la chiesa protestante e quella
cattolica. Sviluppa ed istituzionalizza la rete delle proprie
relazioni scientifiche, fondando l'Accademia prussiana delle
scienze (Berlino, 1700 d.C.). Pur senza lasciare opere
sistematiche, si dedic alla risoluzione di numerosi problemi, nei
pi diversi campi della scibile umano. Scrisse ilDiscorso di
metafisica(1686 d.C.), ilNuovo sistema della Natura(1695 d.C.),
iNuovi saggi sull'intelletto umano(1703-1704 d.C.), iSaggi di
Teodicea(1710 d.C.), iPrincipi della Natura e della Grazia(1714
d.C.), iPrincipi della filosofiaoMonadologia(1714 d.C.).
Gottfried Wilhelm Leibniz 12. 2. L'ordine contingente del
mondo.
- La speculazione filosofica di Leibniz si riaggancia alla
tradizione della distinzione teologica classica (medievale e
rinascimentale) fraabsoluta divina potentiaepotentia divina
ordinata . Mentre la prima mantiene la caratteristica essenziale
della propria possibile infinit di espressione, la seconda
costituisce la voluta autolimitazione della volont divina stessa,
nella costituzione non di infiniti mondi egualmente possibili ma di
un unico mondo ordinato. Ripristinate in questo modo sia l'idea di
una causa, che quella di uno scopo e di un fine come termine eguale
di riferimento per tutti gli esseri creati, Leibniz conia la
presenza di un'apparenza di superficie e d'immagine (fenomeno),
rispetto alla quale possibile in modo nascosto e come sfondo
implicare una rete di sostanze isolate e ben identificabili ed
armonizzate (le monadi), mentre all'opposto diventa necessario
mostrarne la manifestazione nella traccia reale dei mutamenti,
causati e spiegati dalla successione e dall'integrazione delle
variazioni di categorie fisiche essenziali.
13.
- Il mondo creato quindi il migliore dei mondi possibili, per
effetto di una scelta divina. Teso e proteso secondo un termine
ideale e reale, che lo identifica e lo rende eguale in se stesso,
esso si manifesta attraverso le caratterizzazioni della somma
regolarit e dell'uniformit. Ogni punto inciso sulla superficie
fenomenica poteva essere giustificato e doveva venire ridotto alla
somma ed alla integrazione dei suoi effettivi determinanti. La
regola e la legge dell'espressione matematico-fisica poteva allora
descrivere oggettivamente il percorso di costituzione e di
mutamento di tutti i fenomeni apparenti.
Distinzione divina Sapienza Potenza Amore Ragion sufficiente
della differenziazione Identificazione Intelletto Volont 14.
- Leibniz cerc per tutta la sua vita di trovare la logica
nascosta e l'arte l'arte combinatoria che permettessero da un lato
la decodificazione dei processi in senso lato espressivi,
linguistici e comunicativi e dall'altro con la loro comprovata
ricostruzione consentissero la rappresentazione oggettiva della
realt. Per questo egli and alla ricerca dei simboli primi ed
essenziali di una lingua universale e delle regole sintattiche che
ne realizzassero l'uso, tutto teso a mostrare come l'espressione
logica risultante fosse poi capace di riempire di contenuto formale
quei dati conoscitivi, che la sensibilit portava come contenuto
materiale. Egli quindi intese dimostrare la coesistenza e la
sincronicit fra il piano nascosto e lo sfondo rappresentato
dall'insieme infinito ed armonizzato delle singole monadi
individuali e la loro espressione sul piano fenomenico e delle
relazioni.
15.
- Per giustificare in modo ferreo poi la connessione fra questi
due piani, egli intese aprire una dimensione verticale, metafisica,
all'interno della quale riuscire a dare composizione ai concetti di
materia e di spirito. Credette di esserci riuscito attribuendo ad
ogni essere ed entit esistente una forza interna, una forza viva e
spontanea, che mano a mano che l'essere riesce a perfezionarsi
attraversa i gradi sempre pi complessi del pensiero e della
consapevolezza (appercezione o percezione della percezione).
L'apertura della pluralit monadica nell'unit dell'universo armonico
lo spinse poi ad affermare un criterio etico e politico di mutuo
rispetto e di reciproca dignit, sia sul piano della ricomposizione
religiosa (la tentata riunificazione delle chiese cristiane), sia
su quello degli scambi e delle relazioni scientifiche o politiche
di alto livello (repubblica delle scienze e pace attraverso la
diplomazia).
16. 3. Verit di ragione e verit di fatto.
- Distinguendo in Dio fra ragione infinita e realt definita,
Leibniz impone la divisione e distinzione fra conoscenze vere,
necessarie e prime, ovverosia innate ( verit di ragione ), che
rispettano iprincipi aristotelici di identit e di
non-contraddizionee conoscenze vere, perch fattuali ed empiriche,
date o tolte ( verit di fatto ). Mentre le prime nascono da idee
oscure ed indistinte (indeterminate), perch legate a piccole
percezioni poste al di sotto di un certo livello di
consapevolez-
idea distinta chiara oscura indistinta evidente e precisa
nascosta e confusa Il quadrato logico dell'idea 17.
- -za, che poi si sommano e si integrano per stabilire una
tendenza ed una possibilit di avvertimento, giungendo alla fine
sino alla perfezione dell'idea chiara e distinta, le seconde
possono essere in un modo oppure nel loro contrario e sono
determinate da una ragione ben precisa ( principio di ragion
sufficiente ). Mentre le prime verit sono analitiche eda priori ,
perch esplicitano quanto gi contenuto come essenza nell'ente che
deve essere compreso, le seconde aggiungonoa posterioriqualche cosa
di nuovo e comportano un incremento delle conoscenze. Dio
costituisce l'ultima e la prima nel proprio ordine delle ragioni
sufficienti, con la sua volont che sceglie fra tutti i mondi
possibili quello che poi ha realizzato, perch il migliore secondo
l'idea di perfezione. L'idea di perfezione del resto il criterio
direttivo e fondante del processo, per il quale
dallamateriainconsapevole (ma viva) si passa, appunto per gradi,
alla consapevolezza pi piena, quella dellospiritoe di Dio (suo
massimo grado).
18. 4. La sostanza individuale.
- La ragione sufficiente determina il soggetto in tutti i suoi
predicati. Questo soggetto primo ed onnicomprensivo lasostanza
individuale(poi monade). Essa realmente esistente, anche se non
compiutamente conosciuta dall'uomo. Solo Dio ne conosce la storia
completa, determinando con la sua volont lo svolgimento temporale
di tutti gli accadimenti individualmente riferibili.
19. 5. Fisica e metafisica: la forza.
- Dio dunque causa vera, reale e giusta del mondo unico ed
ordinato, cos come stato creato e voluto (liberamente scelto), per
bont, saggezza e potenza divine. Dall'infinito possibile posto per
prima egli ha selezionato la migliore delle ipotesi, che ha poi
realizzato. Questa selezione stata originata dal pensiero che Dio
ha di se stesso, che vale come termine di perfezione universale
(necessit morale e non metafisica). In questo modo l'azione che
crea selezionandolo ed individuandolo - e sorregge continuamente il
mondo mantiene una finalit di giustizia intrinseca, che rende
sommamente felice tutta la natura (teodicea). La determinazione
infatti intrinseca od apparentemente estrinseca: essa pu porre in
essere quell'individualit, che raccoglier dall'interno tutti gli
attributi in modo necessario, oppure quell'individualit che
accoglier dall'esterno tutte le attribuzioni possibili (con il loro
contrario).
20.
- In ogni caso l'individualit sar un'individualit libera, che non
entrer in relazione con altro, per evitare ogni possibile
eterodeterminazione. Essa rimarr come centro di possibile
determinazione (virtualit), appunto interna od esterna, sempre per
all'interno dell'orizzonte causale e giustificativo divino. In
quanto virtualit la sostanza individuale manifesta quella capacit e
potenza d'azione, orientata secondo un proprio termine ed ideale
reale di sviluppo e di realizzazione, che la riporta ad un atto e
ad una causa prioritaria di tipo finale. Ora un'azione pensante
intende e tende a realizzare se stessa, con una viva manifestazione
della propria forza e della propria connessa e profonda energia.
L'infinito possibile diviene e si trasforma dunque nella miriade di
identit vive e create, racchiuse in un mondo possibile reso
necessario, perch il migliore fra tutti i possibili.
21.
- Il mondo cos abitato sullo sfondo da un'aperta pluralit di
individualit vive, che come centri di forza e di energia si
esprimono, si sviluppano e tendono al proprio fine, cercando la
propria autoconservazione. Queste individualit vive si manifestano
nel mondo attraverso una serie di rapporti e di relazioni che
implicano la quiete od il movimento. Tutto ci rappresenta la
superficie fenomenica dell'essere in generale: in questa superficie
vige il principio immaginativo della possibilit della suddivisione
ed integrazione infinita delle parti (principio della continuit),
via via sempre pi piccole (variazioni infinitesime). Questa
superficie di apparenza mostrava le espressioni esteriori della
forza intrinseca alle sostanze individuali: tese alla propria
autoconservazione, esse producevano in continuazione e senza
soluzione di continuit una forza, che ne manteneva il movimento e
le possibilit di trasformazione.
22.
- Non era dunque cartesianamente la quantit di movimento generale
originariamente impressa da Dio - a rimanere costante in un sistema
chiuso cos come si immaginava il mondo ma la somma delle forze
vive, dell'energia che pu dare attualmente o potenzialmente
movimento (teorema delle forze vive: E =mv ). Le variazioni, che
vengono allora apposte ed integrate (ossia calcolate grazie
all'analisi infinitesimale) sulla superficie immaginata che
contiene la modificazione di posizione nel tempo (traiettoria),
esplicheranno allora fenomenicamente e quantitativamente l'azione
sotterranea e metafisica delle forze vive e profonde. Ogni forza
viva e profonda ha come obiettivo e termine della propria azione la
conservazione e lo sviluppo organizzato dell'esistenza del soggetto
o sostanza individuale che l'ha prodotta (entelechia): essa quindi
vale come forza attiva ( conatus ), contrastata dalla forza passiva
o resistenza che il corpo stesso della sostanza individuale oppone
alla forza attiva. La forza attiva segnala la presenza profonda
dellospirito , come entit produttiva ed unificatrice delle sostanze
e dei fenomeni.
23. 6. L'universo e le monadi.
- La diversificazione degli enti voluta da Dio nell'atto di
creazione pone ed immedesima nello spirito lamonade , che risulta
in tal modo l'atto finale e la potenza iniziale della costruzione
del mondo. Essa infatti pu essere distinta secondo diversi gradi di
perfezione e di attivit (o di imperfezione e di passivit) e si
costituisce come centro attrattivo e integrativo singolare ed
individuo della somma necessaria delle altre monadi, atte a
comporre e realizzare un qualsiasi corpo od entit esistente.
idea distinta chiara oscura indistinta evidente e precisa
nascosta e confusa Il quadrato logico dell'idea e la dialettica fra
determinazione ed indeterminazione (spirito e materia) Perfezione,
azione e costituzione di dipendenza Imperfezione, passione e
movimento aggregativo 24.
- Se la monade individua, atomo naturale e razionale, sostanza
semplice, essa non pu essere suddivisa in parti. Quindi non ha
estensione, figura e movimento. Per stata creata e pu essere
annichilita. Vale come spiegazione e ragione di tutte le
differenziazioni qualitative reali, anche di quelle legate al
movimento spazio-temporale ed alla trasformazione fisico-chimica.
Essa vale infatti come principio di organizzazione e di
aggregazione delle altre monadi e delle altre parti materiali. Ogni
monade ha una propria determinazione intrinseca, grazie alla quale
essa si riflette come atto e risultato della creazione divina. A
seconda della propria posizione nel grado di perfezione (dalla
completa inconsapevolezza della materia, alla consapevolezza dello
spirito che riflette su di s), essa pu costituire un modo specifico
di guardare alle altre monadi e di sottomettersi a quella relazione
d'ordine universale voluta da Dio armonia prestabilita grazie alla
quale essa pu sembrare agire o patire su o da altre monadi. Ogni
monade infatti insoggettabile ad alcuna relazione di determinazione
immediatamente estrinseca (per scambio dialettico di materia e/o
energia).
25.
- Se la monade riflette in s l'insieme delle altre monadi, essa
allora pare un essere animato e spirituale, che coglie la
determinazione chiusa del dato sensibile e materiale cio percepisce
e si protende per appetizione aprendosi verso la pluralit possibile
delle altre monadi. Le piccole differenze di percezione si sommano
fra loro, per superare e cos definire il limite e la soglia della
consapevolezza o appercezione (percezione della percezione). Le
monadi sono quindi suddivise gerarchicamente secondo un grado di
perfezione, che procede dall'assenza (presso la materia) verso la
presenza totale e completa della percezione stessa (preso
l'infinita e perfettissima monade divina). Ogni materia pu essere
sempre ulteriormente divisibile (materia seconda e successiva),
riproducendo in immagine sempre la presenza dell'organizzazione
delle monadi che la costituisce (monadi a loro volta divise in loro
stesse in forze attive e resistenze o materie prime passive).
Nell'uomo la monade organizzatrice della vita dello spirito l'anima
domina sull'insieme e l'aggregato delle monadi corporee, anche se
entrambe paiono seguire due diversi tipi di comportamento (l'uno
finalistico e l'altro causale deterministico).
26.
- Come l'anima pu allora unirsi fattivamente al corpo od il corpo
influenzare l'anima? Leibniz afferma che non pu sussistere alcuna
codeterminazione reciproca fra le monadi o fra l'anima ed il corpo;
n vi pu essere costantemente e continuamente un intervento
dall'esterno da parte di Dio, per far concordare le diverse
finalit. Al contrario Dio determina in anticipo armonia
prestabilita la coesione e il reciproco sviluppo dei bisogni e
delle necessit (ideali o causali) delle diverse aggregazioni
monadiche.
Leibniz,Monadologia(1714) 27. 7. Dio e la teodicea.
- L'orizzonte teologico della speculazione leibniziana si
arricchisce con la riformulazione di alcune tradizionaliprove
dell'esistenza di Dio . La prima prova riprende il rapporto
tomistico fra il possibile ed il necessario. L'atto di posizione di
ci che risulta possibile (contingente) rimanda ad un ente
necessario, rispetto al quale l'esistenza degli enti creati e
limitati possa essere giustificata, secondo il loro modo. Fra tutti
i mondi possibili, osservati e compresi dall'intelletto divino in
se stesso, la volont divina ne trasceglie uno, il migliore, che
viene realizzato grazie alla potenza divina. Il mondo attuale viene
pertanto discriminato, selezionato e scelto da una ragione
sufficiente necessaria, tolta la quale non verrebbe ad esistere
alcunch: n gli infiniti mondi possibili, n la somma delle verit
eterne, n alla fine l'unico mondo che stato realizzato. Mentre
quindi le idee sono legate all'intelletto divino, i fatti dipendono
in ultima analisi dalla divina volont.
28.
- Come ogni idealista tradizionale poi Leibniz utilizza
l'argomento ontologico anselmiano: la perfezione della somma
infinita delle divine perfezioni infinite non limitate, impossibili
a negarsi e stabilmente intese alla puntualizzazione di un'identit
necessaria non contraddicibile - tramuta la possibilit delle
infinite determinazioni divine nella prioritaria affermazione
necessaria della sua esistenza come identit necessaria. In altre
parole: l'infinito possibile di Dio implica il fatto di ragione che
ne afferma la natura necessaria, a giustificare ed a svolgere
l'infinito possibile nell'attuale e reale unico. Questa perfezione
originaria poi il pensiero che Dio ha nei confronti di s (volont
antecedente) e vale come si sosteneva in precedenza come criterio
di valore per l'affermazione dell'ordine attuale dell'unico mondo
reale, il pi perfetto fra tutti i mondi possibili (volont
conseguente, intesa al meglio). All'interno di quest'ultima volont,
Dio pu volere per il mondo anche il male, basta che sia finalizzato
al meglio, retto dal bene.
29.
- Se l'atto di creazione divina eternamente libero, il mondo
rimane eternamente segnato dalla mera possibilit, dalla
contingenza. Ogni fatto espresso sulla scena del mondo viene quindi
riconosciuto, salendo verso i maggiori gradi di perfezione delle
monadi (dalla materia apparentemente inerte allo spirito), come
dovuto alla libera volont divina, che si riflette e si incarna
negli enti intellettuali e volontari pi alti. In questa riflessione
prende vita la sostanza della necessit: quella inclinazione che d
la direzione della responsabilit e che non pu non preammettere come
causa di s la prescienza e la predeterminazione divine. L'uomo
dunque libero se responsabile: l'azione che esprime l'individualit
deve concordarsi limitarsi e riflettersi - nell'ordine necessario
ed apparentemente libero delle possibilit che si realizzano.
30.
- 8. L'analisi matematica: il calcolo infinitesimale.
- La continuit del grado di perfezione che sale dalla materia
apparentemente inerte verso lo spirito pi puro Dio consente che
l'unione e l'aggregazione delle monadi corporee od ideali non
subisca apparentemente fratture e scomposizioni: tutto il reale
immaginato pieno e determinabile, sia dal punto di vista
qualitativo, che quantitativo. Ogni estensione pu essere vista come
il risultato di integrazioni progressive ed esaustive, complete,
ovverosia tali da far passare all'atto ogni tendenzialit di
sviluppo e di autoconservazione, espressa dagli enti viventi e
creati. Cos la metafisica delle monadi consente la fisica delle
forze vive e lo studio dei movimenti finalizzati, perfettamente
descritti e determinati. Allora le traiettorie diventano preda
dello studio delle funzioni y = f(x) mentre gli spazi vengono
calcolati partendo dalla somma progressiva di differenze
ovariazioni infinitesimali , poste al di sotto della
coscienza.
31.
- sulla base di queste differenze o variazioni infinitesime che
Leibniz formalizza l'invenzione del calcolo infinitesimale
(integrazione e derivazione). Una serie di operazioni che verr
utilizzata praticamente per il calcolo di aree e volumi, come pure
per la determinazione delle tangenti alle curve nei loro diversi
punti.
Leibniz,Saggi di Teodicea(1710)