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Co2 belgiardino

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Progetto CO2, parte dell'Archivio Chini

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L’area del Belgiardino è di 200.000 mq., in parte attrezzata con servizi ed infrastrutture per il tempo libero e lo sport e con percorsi naturalistici di media e lunga percorrenza, a ridosso del fiume Adda. Il sito offre spunti di riflessione a livello percettivo visivo nel rapporto città/ fiume, con biosistemi caratteristici del bacino fluviale.

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Interessante risulta essere anche il lungo-Adda, tra la stessa area e la zona del nuovo raccordo stradale e del secondo ponte sul fiume. In questo senso l’analisi ci può portare a verificare sia il rapporto tra la città ed il fiume, sia quello tra la città e la campagna, attraverso il riconoscimento qualitativo degli spazi, delle attrezzature, dei collegamenti a fiume, dello sviluppo periferico della città, dell’inserto del nuovo raccordo stradale in un contesto agricolo.

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LANCA CON SALICI E PIOPPI

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Il biancospino comune (Crataegus monogyna) è riconoscibile dalle sue foglie brevemente spicciolate, romboidali, profondamente incise, le punte dei lobi sono profondamente incise. È un arbusto spinoso delle rosacee, spontaneo nei boschi e nelle siepi; ha abbondanti fiori bianchi e frutti rossi; è coltivato nelle varietà a fiori rosa, rossi, semplici o doppi.

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Il salice bianco (Salix alba), è la pianta arborea, delle salicacee, maggiormente presente nelle zone umide, dioica, con fiori a impollinazione anemofila. Le foglie sono lanceolate.

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Una piccola quercia (Farnia), è stata piantata lungo la riva dalla cava. La farnia (Quercus pedunculata) è una pianta arborea delle fagacee, ampiamente diffusa in Europa. L’albero adulto, ha una chioma espansa e irregolare, foglie caduche e ghiande peduncolate; il legno è molto pregiato. La corteccia è scura, le foglie sono foglie lobate, con corto picciolo e ghiande riunite in gruppi.

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Al di la del recinto si nota una vegetazione non autoctona rappresentata dai sempreverdi abeti (conifere).In primo piano, prima del recinto, un biancospino, tipico della zona

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Traccia di sottobosco lungo il sentiero che porta al fiume

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Pioppo bianco o gettice (Populus alba), delle salicacee, coltivati a scopo ornamentale e per la produzione di cellulosa e legname; hanno Ha foglie alterne, inferiormente biancastre. I frutti (capsule) a maturità liberano semi cotonosi.

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L’Adda è un fiume con un’ittiofauna molto varia: luccio, trota mormorata, spinarello, trota fario, lasca, savetta, pigo, alborella, cavedano, carassio sono i pesci più rappresentativi.Un pescatore locale ci mostra in un sacchetto di plastica i pesci appena pescati: alborella, cavedano, carassio, savetta e pigo.La savetta si nutre di microrganismi presenti sui ciottoli del letto del fiume, il pigo invece di alghe filamentose. La contaminazione delle acque influisce su queste specie riducendo la loro presenza o eliminandole del tutto.

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L’alborella (Alburnus) è un pesce teleosteo dei cipriniformi (lungo 10-20 cm), con corpo compresso, verdastro nella parte superiore e argenteo in quella inferiore. Le sue squame con tiene cristalli di guanina, che una volta servivano per la preparazione delle perle artificiali.

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LOMBRICO (anellidi)gruppo zoologico di animali vermiformi, formato dalle classi dei policheti, degli archianellidi, dei mizostomidi, degli oligocheti e degli irudinei. Il nostro esemplare è un lombrico, appartenente alla classe degli oligocheti. I lombrichi vivono nei terreni umidi, dove scavano gallerie e si nutrono delle materie organiche contenute nella terra. Ingoiano continuamente una grande quantità di terra mentre scavano con la loro testa; poi espellono questa terra, e hanno perciò una funzione importantissima nella fertilizzazione del terreno vegetale. Durante l'inverno, i l. rimangono completamente inerti, attorcigliati fra loro a circa 2 metri di profondità.

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Gli elementi percettivi della ricerca fotografica che appartengono all’oasi di Belgiardino, ci stimolano su alcuni versanti:- uno squarcio di naturalezza rotto solo dal fruscio delle foglie e da quell’esile lamento degli animali che lo vivono; - il contino scorrere dell’acqua, che disturba la magia e la quiete di quel posto incantato

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La bellezza di questo luogo che ancora non è stato toccato dalla mano deturpante dell’uomo, non si lascia contaminare dal disordine entropico della città. Un’attenzione particolare può essere posta su alcuni aspetti della pavimentazione stradale, nel recupero di materiali tradizionali e nel richiamo tra centro storico e periferia fluviale.

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La natura spontanea veste questo parco e tocca immediatamente le sensazioni di chi la osserva , dando a quest’ultimo l’idea di essere in un mondo purificato e libero

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Risulta evidente quanto sia più attenta e mirata la manutenzione del Centro ricreativo sportivo della zona, rispetto ai percorsi naturalistici adiacenti. Questo sicuramente perchè legato ad interessi economici diretti alla fruizione di spazi collettivi per il tempo libero.Ma questo dimostra, da un altro punto di vista quanta fatica si faccia per mettere sullo stesso piatto della bilancia economia e ambiente: da qui il riscontro diretto di spazi verdi inquinati da spazzatura

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Piantumazioni ed arbusti malcurati o sradicati dalla loro sede, un argine fluviale molto delicato ed eroso ( sicuramente abbisogna di interventi di rinforzo ).

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Un parcheggio facile alle pozzanghere e provvisorio nella manutenzione.Un tratto del fiume ricco di prodotti organici industriali (indice di inquinamento)

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Di riscontro, un intervento positivo ci è sembrato quello legato al recupero di una pavimentazione tradizionale della bassa lombarda: l’uso del ciottolo e della pietra lungo i due tratti di lungo Adda in prossimità del ponte. Oltre che a migliorare l’immagine di un percorso stradale, diventa un richiamo agli antichi materiali del centro storico e nello stesso tempo raccordo ideale tra le pietre della città ed il sasso del fiume.

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Durante questa uscita ci siamo soffermati maggiormente sul legame che intercorre tra la città e l’Adda. Ci siamo resi conto che la città “vive” in modo sufficientemente positivo il fiume: in altre parole il corso d’acqua è utilizzato, non solo per la pesca, ma anche come luogo di svago. Infatti, durante le stagioni calde si possono vedere sulle sue acque canoe e barche e sulle sue rive, persone che passeggiano, che si rilassano all’ombra degli alberi, o bambini che giocano nel verde.

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Passeggiando in bicicletta lungo il fiume, ad un certo punto la strada di ciottolo e pietra, è interrotta e lascia il posto ad una strada dissestata, che sarebbe da riqualificare nel fondo, ricucendo in modo positivo il percorso ciclabile nel rapporto città – fiume.

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Transitando sul lungo Adda, tra i due ponti, il rapporto tra città e campagna non risulta essere valorizzato, in quanto la cortina dell’edificato aggredisce l’orizzonte dei campi.Quindi si potrebbe intervenire creando una quinta botanica, che attenuerebbe lo stacco tra l’edificato e la natura.

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La città non deve essere solo in armonia con il fiume che l’attraversa, ma anche con la campagna che la circonda, cercando di trovare un buon equilibrio tra prati, campi e edifici senza rovinare la bellezza e la delicatezza di questo paesaggio da proteggere e da valorizzare.

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Sulle sponde dell’Adda si disputarono grandi battaglie nel 490 tra Odoacre e Teodorico, nel 1437 tra Nicolò Piccinino al servizio di Milano e l’esercito veneziano e nel 1796 tra Napoleone e l’esercito austriaco.

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Camminando lungo il fiume, percepiamo altri tipi di immagini: le donne che con tanta pazienza lavavano i panni; i bambini che accompagnando le loro madri in riva al fiume, coglievano l’occasione per trascorrere un pomeriggio divertendosi nelle acque.

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I pescatori che con piccole imbarcazioni navigavano nel fiume nella speranza di pescare il cibo che avrebbero consumato la sera.

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Il sentiero che porta alla lanca è ricco di vegetazione, salici, pioppi, querce e edera rampicante sui tronchi. In silenzio il gruppo procede per scoprire le ricchezze naturali di questo bellissimo posto.

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SOLTARICO