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le pagine dei ragazzi C ari ragazzi, vi ricordate di Lui- gi e del suo viaggio nell’oasi protetta? Lo potete leggere sul n. 6/2016 a pag. 72. Lo avevamo la- sciato intento a osservare la vegeta- zione e gli animali nei pressi delle sponde del fiume. Riprendiamo con lui questo viaggio immaginario! Seduto nei pressi della riva, Luigi ora sposta la sua attenzione sull’acqua che scorre lenta e im- merge una mano per spostare qual- che sasso. Anche qui c’è tanta vita: dai girini alle larve di zanzara, dal- le chiocciole d’acqua ai pesci di diverse dimensioni (nei pressi del- la riva soprattutto alborelle, ma più Continua il viaggio di Luigi alla scoperta dell’oasi protetta 66 VITA IN CAMPAGNA 9/2016 Seduto presso la riva Luigi osserva la vita lungo il fiume: sott’acqua girini (a), trote (b) e carpe (c), mentre poco sopra libellule (d) e farfalle (e); dietro di lui pioppi (f) e salici (g) fanno da contorno a questo «quadro» pre r r ss s so u uig g ig i la la la v v vit i a a a a e f g Ripreso il cammino, Luigi nota tracce di animali: le impronte di una volpe (h) e le piume di un passero (i). Più in là sugli alberi un picchio (l) sta «martellando» il tronco e altri uccelli, come lo storno (m) e il codirosso (n), trovano riposo nei loro nidi. In lontananza volano indisturbati alcuni aironi cenerini (o) b c h i l m o n a d © 2016 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.

Continua il viaggio di Luigi alla scoperta dell’oasi protetta

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le pagine dei ragazzi

Cari ragazzi, vi ricordate di Lui-gi e del suo viaggio nell’oasi

protetta? Lo potete leggere sul n. 6/2016 a pag. 72. Lo avevamo la-sciato intento a osservare la vegeta-zione e gli animali nei pressi delle sponde del fi ume. Riprendiamo con lui questo viaggio immaginario!

Seduto nei pressi della riva, Luigi ora sposta la sua attenzione sull’acqua che scorre lenta e im-merge una mano per spostare qual-che sasso. Anche qui c’è tanta vita: dai girini alle larve di zanzara, dal-le chiocciole d’acqua ai pesci di diverse dimensioni (nei pressi del-la riva soprattutto alborelle, ma più

Continua il viaggio di Luigi alla scoperta dell’oasi protetta

66 VITA IN CAMPAGNA 9/2016

Seduto presso la riva Luigi osserva la vita lungo il fi ume: sott’acqua girini (a), trote (b) e carpe (c), mentre poco sopra libellule (d) e farfalle (e); dietro di lui pioppi (f) e salici (g) fanno da contorno a questo «quadro»

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Ripreso il cammino, Luigi nota tracce di animali: le impronte di una volpe (h) e le piume di un passero (i). Più in là sugli alberi un picchio (l) sta «martellando» il tronco e altri uccelli, come lo storno (m) e il codirosso (n), trovano riposo nei loro nidi. In lontananza volano indisturbati alcuni aironi cenerini (o)

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in là anche trote e carpe). E poi far-falle, libellule e altri insetti come i ragni d’acqua lambiscono il pelo dell’acqua come in un grande ae-roporto molto traffi cato.

E sopra di lui? Luigi alza gli oc-chi verso il cielo e si rende conto di essere protetto dalla folta chioma di grandi alberi. Ma che alberi sono? In riva a un fi ume il terreno è satu-ro di acqua: gli alberi che meglio si adattano a questa condizione sono quelli con le radici che non soffoca-no per la presenza di molta acqua, come per esempio salici e pioppi.

È ora di riprendere la passeg-giata sull’alzaia: Luigi non vede animali in giro, ma questo non si-gnifi ca che non ci siano! Per terra nota tracce, impronte e segni ine-quivocabili lasciati dagli animali: piume di uccelli (passeri, cardelli-ni, cince), vittime di rapaci nottur-ni (allocco, gufo, barbagianni, ci-vetta), impronte di vari animali, dalle arvicole al riccio e persino della volpe, semi rosicchiati, avan-zi della cena di qualche piccolo mammifero (ghiri, arvicole ecc.).

Sollevando lo sguardo scorge ni-di di varie forme o dimensioni (di storni, codirossi) e tronchi su cui so-no presenti dei fori: sono opera del picchio, che, con la sua lingua lun-ga più di 10 cm, va a caccia di larve o insetti all’interno dei tronchi.

Quanta vita popola quest’oasi protetta! Luigi ne è davvero mera-vigliato! Il suo viaggio ora si è con-cluso, ma proseguirà con voi se sa-prete osservare con occhio attento la natura che vi circonda! E se sie-te già stati in un’oasi protetta, man-dateci una letterina o una e-mail e raccontateci dell’animale o della cosa più strana che avete visto.

Sergio PasquiniIllustrazioni: Albano Moscardo.

Foto: c/e/f/g/m © Archivio Edizioni L’informatore Agrario, le altre Maurizio Bonora

opere d’arte in natura: le fanno gli animali!

Osservando bene la natura che ci circonda

possiamo trovare dei capolavori che potreb-

bero fare una magnifi ca fi gura nelle gallerie

d’arte più raffi nate. Non sono però il frutto

delle mani di autori famosi di quadri o scul-

ture... le opere d’arte di cui parliamo sono

fatte con il becco, la bocca o le zampine di

animali! Questi artisti

sono spesso esseri molto piccoli, che quasi

senza accorgersene creano delle cose stra-

ordinarie. Gli esempi sono davvero tanti.

Pensate alle tele dei ragni (A), capolavori di

pazienza e geometria, ma anche i favi a cel-

lette esagonali di api e vespe (B).

Anche i nidi degli uccelli spesso sono molto

elaborati: quelli più

complessi sono costruiti da uccelli chiamati

per l’appunto «tessitori», che vivono in Africa

e realizzano, intrecciando abilmente steli d’er-

ba e fogliame, nidi pendenti dai rami degli al-

beri con addirittura dei tunnel d’ingresso. Ma

senza andare così lontano dovete sapere che

vive anche da noi un uccellino minuscolo,

chiamato codibugno-

lo, che fa i nidi spettacolari di muschio e fi li

d’erba (C), tutti chiusi ma provvisti di una ve-

ra e propria botola d’accesso. Il nido del car-

dellino (D) poi è perfettamente rotondo,

compatto e confortevole, pieno di soffi ce piu-

mino per accogliere uova e nidiacei.

Anche i nidi di vespa vasaia (E) sono delle

vere e proprie opere

d’arte: sono realizzati con argilla e sembrano

vasi di argilla decorata!

Ci sono poi creature ancora più piccole ma

capaci di magnifi che opere: è il caso della lar-

va di un piccolo lepidottero della famiglia Lyo-

netidae che realizza sulle foglie dei particolari

ghirigori; si tratta di gallerie chiamate mine (F)

che scava mangiando

la «polpa» verde delle foglie mentre striscia

nello spazio ridottissimo del loro spessore.

Chissà quante opere di questo genere riesce

a fare prima di sentirsi fi nalmente sazia… ol-

tretutto saranno senz’altro tutte diverse l’una

dall’altra: pensate che collezione!

Daniela Perniceni

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