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La forza inerte degli stereotipi

Corso sugli stereotipi di genere

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Gli stereotipi vengono trasmessi e accolti spesso in modo inconsapevole: è quindi importante capire come funziona il meccanismo di trasmissione e renderlo visibile, per poter cambiare i contenuti dei messaggi.

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La forza inerte degli stereotipi

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Non sono sinonimi

Differenza

mancanza di identità, di somiglianza o di corrispondenza fra persone o cose che sono diverse tra loro per natura o per qualità e caratteri.

Disuguaglianza

relazione nella quale si afferma che uno è più o meno importante di un altro, o che una grandezza è maggiore o minore di un’altra della stessa classe.

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Sesso (biologico) Genere (sociale) è definito alla nascita

dai cromosomi del bambino

attraverso il contatto con gli agenti sociali si interiorizzano precocemente le norme e

le aspettative sociali corrispondenti al proprio sesso

Le differenze di genere sono un prodotto culturale

e bisogna distinguere fra

Nel processo di apprendimento del proprio genere, i bambini e le bambine sono guidati da sanzioni positive o negative, che agiscono per ricompensare o reprimere determinati comportamenti..

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Sessismo = discriminazione, svalutazione, ridicolizzazione, mercificazione di genere.

C’è un sessismo ostile, basato sulla credenza che sia giusto che gli uomini abbiano più potere delle donne e sul timore che le donne possano usurpare il loro posto; e c’è un sessismo benevolo, basato sulla credenza che gli uomini abbiano il compito di proteggere le donne e debbano limitarne la libertà con la scusa di provvedere al loro benessere (quest’ultimo tipo è spesso accettato dalle donne stesse, che anzi ne sono lusingate).

Le credenze ostili sono spesso rivolte a donne che mettono in discussione la superiorità maschile, quelle benevole a donne che occupano invece ruoli tradizionali di genere. 4

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Dietro gli aspetti più evidenti del potere, sia privato che pubblico, ce ne sono altri invisibili, che passano attraverso l’educazione, la scuola, i saperi, la comunicazione, il linguaggio, la conoscenza che abbiamo di noi stessi e del mondo. In altre parole siamo di fronte a una forma di dominio che è inscritta in tutto l’ordine sociale e opera nell’oscurità dei corpi: cioè attraverso l’immaginario, i sentimenti, le emozioni, gli habitus mentali di uomini e donne.

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La conoscenza tacitaGli aspetti apparentemente più ovvi della vita, quelli a cui

pensiamo di meno e che meno mettiamo in discussione, rappresentano in realtà gli elementi cruciali della nostra esistenza.

Sono le conoscenze implicite di un determinato ambiente sociale e culturale.

Molte di queste conoscenze sono tacite e la loro assimilazione comportamentale è data dall’uso quotidiano che l’individuo e gli altri nel suo ambiente ne fanno.

Ai mass media compete oggi la maggior responsabilità nella costruzione del

senso comune.Sono la sua qualità “spontanea”, la sua trasparenza, la sua

“naturalità”, a renderlo importante.6

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StereotipiIl termine è tratto dal mestiere del tipografo (sono le lastre che si

imprimono sulla carta).Una forma predefinita viene impressa nella memoria, nel pensiero,

nella cultura, nelle relazioni, persino nelle leggi. Una forma semplificata con la quale si descrive una realtà complessa.

Quando tale semplificazione è applicata alla realtà umana ed in particolare ai rapporti fra i generi, è la pretesa di descrivere non solo la complessità, ma anche la molteplicità e differenza del maschile e del femminile, fissandola in modelli rigidi, in luoghi comuni.

Reiterati nel tempo, portano a ritenere “normale” ciò che suggeriscono.

Sono veicoli di senso comune, ma non sempre sono innocui perché valgono come motivi di esclusione/inclusione all’interno di un gruppo.

Difficilmente la comunicazione che veicolano è all'insegna del cambiamento.

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Gli stereotipi transitano attraverso legeneralizzazioni

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Poco Più Meno Più

Donnee Uomini Donne Uomini

STEREOTIPO

Gli uomini sono più aggressivi delle donne?

REALTÀ

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Gli stereotipi producono pregiudizi

Giudizio anticipato rispetto alla valutazione dei fatti.

Atteggiamento sfavorevole od ostile che presenta caratteri di superficialità, indebita generalizzazione e rigidità, implicando un rifiuto di mettere in dubbio la fondatezza dell’atteggiamento stesso e la persistenza a verificarne la consistenza e la coerenza.

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Gli stereotipi vengono trasmessi e accolti spesso in modo inconsapevole: è quindi importante capire come funziona il meccanismo di trasmissione e renderlo visibile, per poter cambiare i contenuti dei messaggi.

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Stereotipi di genereGli stereotipi di genere sono una sottoclasse degli stereotipi, e sono

tra i più diffusi nella società.Quando si associa, senza riflettere, una categoria o un

comportamento a un genere, si ragiona utilizzando questo tipo di stereotipi.

Gli esempi sembrerebbero banali, ma non è così, perché gli stereotipi non solo condizionano le idee di gruppi di individui, ma hanno anche conseguenze sul modo di agire e sulla società. Non è un caso se la maggior parte di noi associa un ingegnere o uno chef a un uomo, mentre secondo le nostre mappe mentali l’insegnante di scuola materna è una donna. Associazioni che nella nostra mente scattano automatiche e che quindi sono molto difficili da estirpare o cambiare.

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Alcuni esempi

• Le donne sono emotive, gli uomini sono razionali• I bambini sono aggressivi, le bambine sono tranquille• Le donne sono brave in cucina, gli uomini nei lavori di

manutenzione• Le donne amano l’arte e la letteratura, gli uomini la

matematica e le scienze• L’amore è un’aspirazione femminile, la carriera

un’aspirazione maschile

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Se ti metti a piangere sei proprio una femminuccia

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Mia figlia è un maschiaccio, gioca solo con macchine e costruzioni!

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Rosa è rosa è rosa è rosa. Che male c’è? Il rosa è il simbolo del femminile. Ma non è che un simbolo e non conta.

Balle, i simboli contano sempre. Anzi: senza agire sui medesimi tutto fugge via. Rosa, dunque, è ancora oggi, anno 2014, il mondo delle donne (quote rosa, governo rosa) e delle bambine. Rosa la loro Playstation, i loro telefonini, le copertine dei loro magazine, i capelli delle ninja dei cartoni animati, rosa i blog delle dodicenni, rosa la letteratura usa e getta della sorelle appena più grandi.

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CARTA DI TREVISOPer il rispetto delle bambine e dei bambini nella comunicazione

I bambini sono bambini. Sono femmine e sono maschi, con lo stesso diritto a essere rispettati come persone a tutto tondo.

La comunicazione non deve rappresentare il genere in categorie fisse, esaltando attributi di virilità e forza, da un lato, di dolcezza e remissività dall’altro.

La comunicazione non deve presentare continuamente i bambini e le bambine in attività convenzionalmente destinate a uomini o a donne, rafforzando le discriminazioni di genere.

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Una segregazioneLe donne? Ottime per insegnare, fare

le segretarie, le impiegate, le infermiere. Ma anche le commesse, le parrucchiere/estetiste, le bancarie, le contabili, le assistenti sociali, le psicologhe, le addette al marketing.

Le ingegnere? Meglio di no. Le scienziate? Se non fosse per Rita Levi Montalcini nemmeno riusciremmo a immaginarcela, una ricercatrice.

E dunque le donne sono la maggioranza degli iscritti alle facoltà umanistiche, mentre rappresentano ancora una parte esigua nelle facoltà scientifiche e negli indirizzi tecnici.

Nel 1989 Gardner condusse una ricerca negli Stati Uniti tra centinaia di studenti delle scuole superiori, chiedendo loro di disegnare uno scienziato.

La quasi totalità degli studenti disegnò un uomo bianco, con barba e occhiali.

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Restare zitella Essere uno scapolo Essere una “vecchia” zitella (d’oro!)

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Modi di dire e frasi idiomatiche discriminano, anche in situazioni confidenziali e scherzose

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Nei mass media: lo stereotipo in azione

Format fisso: un giornalista e una show girlLui fa informazione, lei intrattenimento

All’uomo l’autorevolezza, alla donna la leggerezza; all’uomo la capacità di dibattere temi seri e importanti, alla donna la

competenza di diete, moda, trucchi e tradimenti. Esempi: Unomattina, Mattino in famiglia, La vita in diretta, Italia sul due,

Mattino cinque, Domenica cinque, Domenica in, L’arena …

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Ciò che quasi sempre i media ci rimandano è l’esaltazione di un modello veicolato da volti e corpi selezionati per rispondere a criteri estetici ed ipersessuati: dalla messa in posa, allo sguardo seducente, all’enfatizzazione di dettagli anatomici, fino ai ritocchi e ai rifacimenti che esaltano la perfezione formale.

Troppo spesso la pertinenza delle immagini femminili non ha alcun nesso col tema in oggetto; la sola ragione fondante è l’attrattiva sessuale, piegata alle esigenze della comunicazione persuasiva (il sesso fa vendere).

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Il corpo umano, anche scoperto, non è volgare, non è qualcosa di cui vergognarsi o da censurare.

Lo è la sua mercificazione, il modo

in cui esso viene usato.Sfruttare il corpo di una

donna (o peggio, una sua parte) e usarlo come specchietto per le allodole per vendere è sempre discutibile.

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Maschi vestiti, donne svestite:perché pare normale anche a molte donne?

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In tutto questo non si può tacere di un nuovo tipo di complicità femminile: molte donne partecipano allo scempio, e partecipano volentieri.

Quante aspiranti candidate giovani, carine e precarie affidano ai book fotografici, o peggio alla costruzione di scandali sessuali, il loro cursus honorum? Quante famiglie le sostengono?

Cause endogene o esogene? Selezione alla rovescia? O intreccio perverso di narcisismo e di consumismo?

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Donne = bellezza, anche nello sport

Ecco una serie di titoli ad effetto letti nei giorni delle Olimpiadi di Sochi sui giornali italiani: “Anna Fenninger, oro e bellezza sul podio“. “Julia Mancuso, la bella americana arriva terza nella

supercombinata”. “Gli occhi di ghiaccio della sexy atleta estone del biathlon”. “Komissarova cade: la 23enne russa, una delle atlete più

belle delle olimpiadi…” “Kaetlyn Osmond, la bella del pattinaggio“.

Nella stampa estera, le stesse notizie non riportavano alcun riferimento alle caratteristiche estetiche delle atlete.

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Un certo genere di sport

Per i quotidiani nazionali l’arrivo dei mondiali è il pretesto per sfoggiare anacronistiche gallery e servizi sulle “donne dei calciatori”.

Qualche giorno fa Io Donna, il “femminile” del Corriere della Sera, ha pubblicato una fotogallery (44 foto) sulle mogli/fidanzate degli “azzurri” e ha completato questa ricognizione con una fotogallery dedicata alle wags delle altre nazionali con questa premessa:

Le mogli, fidanzate e compagne sempre bellissime dei calciatori delle nazionali di tutto il mondo. Da Irina Shayk a Shakira, da Coleen Rooney a Melissa Satta.

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Venti secondi di scemenza

ANSA.it: mondiali-2014-ecco-il-video-esclusivo-della-sculettata-di-jennifer-lopez/

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Titoli di giornale su donne importanti

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A ciascuno/a il suo …

Pubblicità Multicentrum (integratore vitaminico):Lei vuole un supporto post menopausa, lui una mente sempre

attiva ( lei non ne ha bisogno, è solo una donna ...)

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Il volto è superfluo

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Questa sì, che è informazione politica

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E questo è uno scoop di gran classe

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C’è una storia

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I precedenti illustri

C’è un principio buono che ha creato l’ordine, la luce e l’uomo, e un principio cattivo che ha creato il caos, le tenebre e la donna.

Pitagora

L’uomo è per natura superiore, la donna inferiore; il primo comanda, l’altra ubbidisce, nell’uno v’è il coraggio della deliberazione, nell’altra quello della

subordinazione.Aristotele

Chi si affida ad una femmina si affida ai ladri.Esiodo

Alla donna il silenzio reca grazia.Sofocle

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Una seccatura

Gellio, Notti attiche, I, 6, 1

Si stava leggendo, alla presenza di molte e dotte persone, il discorso che l’autorevole ed eloquente Metello Numidico rivolse al popolo durante la sua censura sull’argomento del prender moglie, esortandolo a contrarre matrimonio.

In tale orazione figurava questo passo:Se si potesse, o Quiriti, fare a meno della moglie, saremmo tutti

esenti da questa seccatura; ma come la natura ha disposto che non sia possibile vivere né con loro tranquillamente né senza di loro in alcun modo, così bisogna provvedere piuttosto alla perpetua salute che a un effimero piacere.

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Pilastri di misoginia

L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna

dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza.

san Paolo di Tarso, Lettere ai Corinzi

La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in

atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese

colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con

modestia. san Paolo di Tarso, Lettere a Timoteo

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Antica preghiera del mattino dei maschi ebrei

Che tu sia benedetto, o Dio nostro Signore, re dell’Universo, per non avermi fatto nascere gentile.

Che tu sia benedetto, o Dio nostro Signore, re dell’Universo, per non avermi fatto nascere schiavo.

Che tu sia benedetto, o Dio nostro Signore, re dell’Universo, per non avermi fatto nascere donna.

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La straordinaria influenza di Rousseau sul XVIII e XIX secolo ha avuto la

conseguenza di fondare l’inferiorità della donna non più sulla volontà di

Dio, così come accadeva nel Medioevo, ma sulla costituzione

stessa della natura, che ha sancito le differenze tra genere maschile e

femminile.4646

Le donne sono al mondo per piacere e obbedire agli uomini

Jean-Jacques Rousseau

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L’illuminato Rousseau

Tutta l'educazione delle donne deve essere in funzione degli uomini. Piacere e rendersi utili a loro, farsi amare ed onorare, allevarli da piccoli, averne cura da grandi, consigliarli, consolarli, rendere loro la vita piacevole e dolce: ecco i doveri delle donne in ogni età della vita e questo si deve loro insegnare fin dall'infanzia (…) L'uomo deve essere attivo e forte, l'altra passiva e debole.

E' necessario che l'uno voglia e possa, è sufficiente che l'altra offra poca resistenza.

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Così «autorevolmente» parlavano cent’anni fa

La donna è un uomo arretrato nel suo sviluppo. E’ tanto infantile mentalmente quanto lo è fisicamente: le manca la barba, è microcefala, stupida e pigra. Sa disporre i fiori, s’intende di cucina, ma i grandi cuochi e i grandi maestri dell’arte sono uomini. (Teorie «scientifiche» di Lombroso e Ferrero)

Il cinese è preistorico, la donna extra storica; l’uno è escluso dalla storia a causa della tradizione, l’altra del sesso (Lezioni di Storia di Giovanni Bovio)

La donna, pena grossi guai, non deve essere distolta dalla sua naturale missione, ossia quella di allevare figli (Rivista di Filosofia Scientifica)

La donna è inferiore all’uomo perché il suo cervello pesa cento grammi in meno di quello dell’uomo (Prof. Mingazzini - Giornale d’Italia del 7/11/1911)

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Così alcuni parlanooggi

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Gli aforismi(brevi frasi che condensano princìpi di senso comune)

“C’è un principio buono che ha creato l’ordine, la luce e l’uomo, e un principio cattivo che ha creato il caos, le tenebre e la donna” (Pitagora)

“La donna è un male necessario” (Aulo Gellio)“ La donna è la porta dell’inferno“ (Tertulliano)“Oggetto necessario, la donna, per preservare la specie” (Tommaso d’Aquino)“Una donna deve a suo marito la deferenza che un suddito deve al suo principe”

(Shakespeare)“L’uomo deve essere addestrato alla guerra, la donna al riposo del guerriero”

(Nietzsche)“Le donne sono nate per badare alla casa, mettere al mondo figli e portare le

corna” (Mussolini)“Le donne hanno sempre bisogno di un tutore: perciò in nessun caso dovrebbero

ottenere la tutela dei figli” (Schopenhauer)“ La donna non è niente più che alcune parole scritte da un ragazzino in un cesso

pubblico “ (Bukowski)

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I proverbi• Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore. • Chi dice donna dice danno. • Donne e oche tienine poche.• Donne, asini e noci voglion le mani atroci. • La donna ha più capricci che ricci.• Donna che sa il latino è rara cosa, ma guardati dal prenderla in sposa. • Chi donne pratica, giudizio perde.• Le donne hanno lunghi i capelli e corto il cervello.• Chi vuol vivere e star sano, dalle donne stia lontano. • Mentre le belle si guardano, le brutte si sposano. • Le donne sono sante in chiesa, angeli in strada, diavole in casa, civette alla finestra e gazze

alla porta.• Le donne sono una certa mercanzia da non le tener troppo in casa. • Tempo, vento, signor, donna, fortuna, voltano e tornan come fa la luna. • Se le donne fosser d’oro, non varrebbero un quattrino.• Cu' asini caccia e fimmini cridi, faccia di paradisu nun ni vidi. • Buono o cattivo che sia, al cavallo si dà di sprone. Buona o cattiva che sia, alla moglie si dà

con il bastone.• .................................................................

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Nella tradizione popolare …

• Picchia tua moglie ogni sera: tu non sai perché lo fai, ma lei lo sa.

• Buono o cattivo che sia, al cavallo si dà di sprone. Buona o cattiva che sia, alla moglie si dà di bastone.

• La donna è come la chitarra. Prima la si suona e poi la si appende al chiodo.

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Che strano: le donne hanno poca autostima

“Signora maestra, come si forma il femminile?”“Partendo dal maschile: alla ‘o’ finale si sostituisce

semplicemente una 'a'”“Signora maestra, e il maschile come si forma?”

“Il maschile non si forma, esiste”

Le bambine e le donne nella propria vita dovranno spesso fare i conti non solo con gli eventuali vincoli sociali opposti alla propria piena realizzazione e autodeterminazione, ma anche e soprattutto con le proprie schiavitù interiori, indotte dalla fragilità dei sentimenti di autostima e di stima per le donne in generale, interiorizzata attraverso le rappresentazioni depositate nella lingua.

Questa svalorizzazione costituisce il primo gradino verso la strutturazione psichica della dipendenza dagli uomini. 535353

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Un argomento attuale

La violenza di genere

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Il discorso pubblico prende forma

Solo da pochi decenni abbiamo parole per descrivere questa forma di relazione che è la violenza di un individuo su un altro di genere sessuale diverso.

Scostato (strappato) il velo della normalità da quello che per secoli è stato considerato naturale nella relazione tra i sessi, si cominciano a evidenziare e contare le uccisioni che prima rimanevano sullo sfondo della cronaca, quelle di donne da parte di uomini familiari e conoscenti.

Prende forma un discorso pubblico intorno al “fenomeno” della violenza maschile sulle donne; emerge la sua portata.

Solo individuando le cause profonde, psicologiche e culturali, della disuguaglianza di genere è possibile affrontare adeguatamente la questione della violenza sulle donne che fortunatamente trova sempre più spazio nel dibattito pubblico.

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Il passaggio che stiamo attraversando è epocale: fino a pochi anni fa agli uomini non veniva richiesta alcuna capacità di gestione della relazione: un uomo sceglieva una donna, si sposava, poteva avere altre relazioni durante il matrimonio, poteva gestire il proprio piacere sessuale senza preoccuparsi di quello della compagna, poteva determinare la propria vita a piacimento perché la coppia era formata da un soggetto forte e uno debole.

In pochi anni siamo passati da una società patriarcale che non prevedeva che pochi diritti per le donne, ad un nuovo assetto sociale dove le donne possono scegliere.

Scegliere di stare in coppia o anche no. Scegliere di avere un’altra relazione, scegliere di non subire un marito violento. E ciò che le donne hanno dovuto agire da secoli, cioè la gestione delle relazioni che prevede anche sapere accettare le decisioni dell’altro da sé, diventa azione difficile o impossibile per alcuni uomini delle ultime generazioni che si trovano a dovere sviluppare capacità relazionali e di comprensione che non sempre possiedono o non comunque in misura adeguata.

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FemminicidioE’una recente categoria di analisi socio-criminologica delle violenze perpetrate nei

confronti delle donne entro un rapporto di coppia.E’ un neologismo per indicare ogni forma di violenza posta in essere contro la donna

in quanto donna.

La lingua si forma parlando.

Inventare nuove parole serve: finché non hanno un nome, le cose sono invisibili

Dare un nome a un problema è essenziale sia per far sorgere consapevolezza della sua esistenza, sia per agire.

Iniziare a chiamare gli omicidi misogini con il termine femminicidio serve a rimuovere la generalizzazione che deriva dall’uso di parole quali “omicidio” e “uccisione” e comprendere invece i fattori di rischio specifici, la loro diffusione, le modalità per effettuare le indagini.

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Una sottocultura che addossa alla donna un concorso di colpa

nella perdita dell’autocontrollo maschile

Quante volte abbiamo sentito dire "guarda quella come va in giro, poi si lamenta se la stuprano"?

Quante volte abbiamo sentito dire "se l'è cercata"?

Quanti commenti odiosi siamo costrette ad ascoltare davanti ad ogni gonna corta, ad ogni maglietta scollata, ad ogni donna che rivendica il suo diritto di vivere la propria vita e la propria sessualità come meglio crede?

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Retoriche e leggende

“L'uomo è cacciatore”: meccanismi linguistici e retorici come questo sono la manifestazione della presenza culturale di un numero enorme di pregiudizi e luoghi comuni sui ruoli sociali di ciascun genere.

Sono come la parte emersa di un iceberg di sessismi.

Che l’uomo non possa stare per un certo tempo senza fare sesso, altrimenti sta male, è una leggenda sessista.Che la donna dica no per dire sì è una leggenda sessista.Che esistano luoghi nei quali la sola presenza indica la propria disponibilità sessuale incondizionata, è una leggenda sessista.Che una donna debba sempre gradire un complimento sul suo aspetto fisico, altrimenti ha qualcosa che non va, è una leggenda sessista.

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Stereotipi sulla violenza di genere (1)

Sulle donne …

• “Va in giro vestita in un modo tale che se l’è cercata!”• “Se lui la picchia ci sarà un motivo, no?”• “Vedrai che se lei proprio non voleva, non sarebbe

successo”• “Si è ricordata di andare dalla polizia troppo tardi, di

sicuro non è vero”

Page 61: Corso sugli stereotipi di genere

Stereotipi sulla violenza di genere (2)

Sugli uomini …

• “Un uomo di fronte a una donna provocante non può resistere all’istinto”

• “Gli stupratori sono uomini stranieri oppure tossicodipendenti”

• “Le ha fatto violenza perché è malato, un uomo normale non farebbe una cosa così”

• “Gli uomini sono fatti così, la violenza e la forza sono una loro caratteristica, anche se ogni tanto si lasciano andare”

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Stereotipi sulla violenza di genere (3)

Sui luoghi …

• “Le violenze avvengono in strada o in luoghi bui e isolati”• “Casa mia è il luogo più sicuro del mondo, non mi può

succedere niente”• “Sono cose che ti possono succedere con gli estranei, non

con le persone che conosci”

Page 63: Corso sugli stereotipi di genere

Non esiste nessun mostro, nessun animale, nessuna follia.

Questi termini solo utilizzati come espedienti per allontanare la violenza dalla realtà, dalla nostra vita, dalla nostra quotidianità, dalla nostra "normalità".

Così facendo ci si esime dall'indagare la matrice socio-culturale che sta dietro alla violenza, dal dare il loro nome alle cose, dal riconoscerne la trasversalità.

Si neutralizza la responsabilità collettiva

sono 6 milioni 743.000 le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subìto almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita

3 milioni 961.000 donne sono state vittime di violenze fisiche (pugni, schiaffi ecc.)

5 milioni (il 23,7%) hanno subìto violenze sessuali

le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti

Page 64: Corso sugli stereotipi di genere

I titoli

L’uso appropriato dei titoli è il grado zero: dopo bisognerebbe per esempio scrivere dalla parte della donna (non ‘Tizio uccide la ex moglie” ma “Donna uccisa dall’ex marito”), perché anche la prospettiva è importante e quasi sempre nei resoconti sono gli assassini ad essere protagonisti.

Bisognerebbe insegnare a usare un lessico appropriato agli eventi: il Corriere parla di “liti continue della coppia”, quando la coppia non c’era più e parlare di ‘liti’ fa intendere una corresponsabilità, mentre data la conclusione (“il peggio”), più che di “liti” si doveva parlare di “minacce”, magari “persecuzioni”.

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Vittoria, giugno 2013

Un bidello uccide un’insegnante. Si scrive che l'assassino era "ferito" dall'"indifferenza" e

"freddezza" dell'insegnante, quasi la colpa fosse di quest'ultima.

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Il Messaggero, 17 giugno 2014

A pochi chilometri di distanza hanno ucciso senza pietà degli innocenti. Ecco i loro volti normali, ma con un’ombra mostruosa.

Ma che cosa sta dicendo? Dov’è l’ombra?In che cosa consiste la “normalità”?In questo modo si asseconda un senso comune profondamente distorto.

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Giustificazioni?

Viviamo in un mondo in cui è normale addurre le più futili motivazioni quando le vittime sono di sesso femminile:

• “Non mi ha lavato la tuta da calcetto“• “Ascoltava ogni giorno le trasmissioni di Radio Maria“• “Il bambino piccolo non mi faceva dormire“• “Avevo i piedi freddi“• “Aveva preparato una cena vegetariana“

Possiamo decidere che le donne “se lo meritano”, e farci una risata, oppure possiamo decidere che lo stato attuale delle cose non è divertente, e metterci in moto per cambiarle.

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O la colpa è del caldo?

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Accade che la vittima venga mostrata in abiti succinti - anche se è minorenne

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L’apparente neutralità della

lingua

Come parliamo

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Le lingue

Le lingue, che sono strutture complesse i cui meccanismi sono ancora per molti aspetti poco noti anche a chi li studia, sono acquisite in modo naturale e inconscio attraverso l’esposizione ai dati dell’ambiente, quindi attraverso l’interazione personale.

Insieme all’acquisizione delle strutture grammaticali e dei significati, ci vengono trasmesse anche le modalità di interazione sociale, come comportamenti e contenuti culturali, che sono molto difficili da mettere in discussione perché non sono appresi razionalmente e vengono percepiti come ovvi, naturali, imprescindibili.

Page 74: Corso sugli stereotipi di genere

Premessa: la linguarappresenta o costruisce?

L’ipotesi generale è che la lingua non solo manifesti, ma anche condizioni il nostro modo di pensare: essa incorpora una visione del mondo e ce la impone. Nella lingua, dunque, la posta in gioco è l’interpretazione del mondo che mette in gioco il senso.

Le categorie fondamentali in base alle quali la nostra lingua prende forma sono ideologicamente condizionate.

Scriveva il famoso linguista Giulio Lepschy nel 1989:Mentre gli uomini sentono che la lingua manifesta nello stesso tempo sia la loro condizione di esseri umani sia la loro condizione di maschi, le donne trovano che la stessa lingua non corrisponde ugualmente alla loro condizione specifica di donne e che perciò è inficiata anche la sua presunta universalità umana.

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La funzione modellizzante della lingua

La lingua modifica le mentalità o occorre modificare prima le mentalità per ottenere le adeguate trasformazioni linguistiche?

E’ un falso problema: i due fenomeni sono intrecciati, qualora si consideri la lingua non solo come strumento di informazione e comunicazione, ma come uno dei più importanti sistemi simbolici a nostra disposizione, che costituisce uno degli strumenti privilegiati per la costruzione della soggettività individuale e collettiva e in primo luogo dell'identità di genere.

La lingua non ha solo la funzione di rispecchiare i valori, ma anche quella di concorrere a determinarli, organizzando le nostre menti.

Ogni lingua storico-naturale reca in sé la sedimentazione di tutti i significati individuali e collettivi attribuiti alle parole nel corso del tempo, ma è anche un deposito di tutti gli elementi: giudizi di valore, fantasie, emozioni, affetti, paure, desideri, speranze, idee e comportamenti, cui veniamo socializzati fin dalla nascita.

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la superiorità del maschile nella struttura della lingua

genere grammaticalegenere grammaticale

genere socialegenere sociale

corrisponde alla superiorità maschile nella società

LINGUAGGIO SESSUATO

ALL’ORIGINE DELLE DIFFERENZE NEL LINGUAGGIO NON CI SONO MOTIVI DI ORDINE LINGUISTICO, MA MOTIVAZIONI SOCIALI

IL LINGUAGGIO CONTRIBUISCE A CREARE e REIFICARE LE

REALTÀ, ANCHE LE REALTÀ DEI GENERI

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Il maschile «neutro»

Il problema non sono le differenze, ma le valenze che esse esprimono: o nozioni stereotipate, diminutive, riduttive e restrittive della immagine della donna, o il reiterato e pervasivo concetto base della centralità e universalità dell’uomo e della marginalità e parzialità della donna.

La falsa «neutralità» del maschile, che spaccia per umano ciò che è solo dell’«uomo» (marcato) è emblematica di tutta la cultura.

Essa finisce per oscurare o marginalizzare l’identità dei soggetti femminili. La lingua, infatti, lungi dall’essere neutrale, influenza significativamente i sistemi simbolici dei e delle parlanti.

E’ sempre più evidente il contrasto tra l’ascesa sociale delle donne e le rigidità di una lingua costruita da e per i maschi.

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Anche nel web

Se digiti su Google“giornalisti”: appaiono i siti dell’Ordine e della

Federazione“giornaliste”: cercansi giornaliste sexy per

pornotv; le giornaliste più sexy della tv

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Paradossi quotidiani

• RaiTre ha un nuovo direttore (Bianca Berlinguer)• Il marito dell’assessore sarà presidente• Il sindaco di Cosenza ha partorito una bambina• Il ministro indossava un tailleur rosa• Il segretario di Stato (Hillary Clinton) ha accolto la

notizia con animo virile• Il primo ministro indiano (Indira Gandhi) è stato

assassinato

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C’è confusione sotto il sole

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Ondeggiamenti - Ricerche da internet

• Carabiniera (28.600), donna carabiniere (372), carabiniere donna (288), carabiniere in gonnella (31), carabiniere in rosa (1)

• Poliziotta (162.000), donna poliziotto (6.830), poliziotto donna (500), poliziotto in gonnella (142), poliziotto al femminile (1)

• Avvocato Giulia Bongiorno (4.640), avvocata Giulia Bongiorno (133), avvocatessa Giulia Bongiorno (93)

• Il ministro Carfagna (352.000), la ministra Carfagna (17.600),la ministressa Carfagna (83)

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Storica, ma direttore

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La nozione di sessismo linguistico è abbastanza recente: se la lotta per l’emancipazione femminile ha una storia secolare, solo nella seconda metà del ‘900 è sorto un dibattito sulle implicazioni linguistiche della differenziazione storica dei ruoli tra maschio e femmina.

Presa coscienza dell’invisibilità linguistica delle donne,si è avviato un processo di valorizzazione di una lingua non discriminatoria e sessuata.

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Stereotipi palesi: Donna al volante, pericolo costanteChi dice donna dice dannoDonne e motori, gioie e doloriIl silenzio è il miglior ornamento delle donneLa donna è mobile qual piuma al vento

Stereotipi nascosti:I diritti dell’uomoLa paternità di un’opera d’arte Il signore e la signora RossiLa governante; il governante

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È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio (Albert Einstein)

… tuttavia, vogliamo provarci

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Se oggi rivolgere commenti come i riferimenti al colore della pelle in termini volgari crea finalmente scalpore rispetto a decenni fa, lo stesso non si può dire per gli epiteti sessisti.

“Che bella gnocca” non fa scandalo, “negro” sì. La stessa cosa per le differenze di classe. Non si dice più “serva” per la collaboratrice domestica, ma pare normale dire “è passato un bel culo”.

Se alla lingua viene riconosciuto un ruolo fondamentale nella costruzione sociale della realtà, questo vale anche per l’identità di genere: è perciò necessario che non privilegi più, come fa da secoli, il maschile, né continui a tramandare pregiudizi negativi nei confronti delle donne, ma diventi rispettosa di entrambi i generi.

Il problema non è la difesa di una morale, ma il significato sociale di un’immagine dei rapporti uomo-donna in cui il secondo dei termini si costruisca a partire dall’immaginario del primo.

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Anche gli insulti costruiscono l’immaginario

Le invettive indirizzate ai maschi si basano prevalentemente sulla stupidità, sull’inefficienza, sulla disonestà, sul crimine, sulla cattiveria, sulla vecchiaia. O sulle donne della sua famiglia. Quelle che riguardano la bruttezza sono pochissime.

Quelle che riguardano invece le donne si riferiscono praticamente tutte all’aspetto fisico e/o al sesso. È un elenco che, nella sua ossessiva insistenza, fa impressione.

Perché “figlio di buona donna” e non “figlio di buon uomo”?

Perché “figlio di puttana” e non “figlio di evasore fiscale”?

Perché “puttana Eva”, se nell’Eden c’era solo Adamo?

Non servono scuse come “l’ho detto per scherzo” o “volevo dire che”: c’è sicuramente un altro modo di dire le cose.

Dietro ogni insulto si può leggere un pezzo di storia della società che lo produce.

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Un cortigiano: un uomo che vive a corteUna cortigiana: una donnaccia

Un professionista: un uomo che conosce bene la sua professione

Una professionista: una donnacciaUn uomo pubblico: un uomo famosoUna donna pubblica: una donnacciaUn uomo di strada: un uomo duro

Una donna di strada: una donnacciaUn uomo facile: un uomo col quale è facile

vivere Una donna facile: una donnaccia

Un intrattenitore: un uomo socievole Un’intrattenitrice: una donnaccia

Un uomo molto disponibile: un uomo gentile

Una donna molto disponibile: una donnaccia

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Traduzione?

Il libro di Caitlin Moran, How to be a woman, è stato tradotto in italiano “Ci vogliono le palle ad essere una donna”.

L’editore spera così di vendere di più, e naturalmente difende la propria scelta con la scusa dell’ironia.

Per il commercio il linguaggio sessista è pur sempre un valido alleato.

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AA.VV. (De Mauro, Tullio): Come parlano gli italiani. Firenze (La Nuova Italia), 1994AA. VV. (Sobrero, Alberto A.) Introduzione all’italiano contemporaneo, Le strutture, Roma- Bari (Laterza), 1993 Berruto, Giuseppe: La sociolinguistica dell’italiano contemporaneo. Roma (La Nuova Italia Scientifica), 1992Chiti, Eleonora, Parlare e scrivere senza cancellare uno dei due sessi . In: Educare ad essere donne e uomini: Intreccio tra teoria e pratica, Torino (Rosenberg e Sellier), 1998Cortelazzo, Michele A.: Italiano d’oggi. Padova (Esedra editrice s.r.l.), 2000 D’Achille, Paolo: L’italiano contemporaneo. Bologna (il Mulino), 2003Della Valle, Valeria/ Patota, Giuseppe: Il Salvalingua. Il manuale più aggiornato per risolvere tutti i dubbi dell’italiano parlato e scritto. Milano (Sperling Paperback), 1995Marcato G. (a cura di), Donna e linguaggio, Padova (CLEUP), 1995Perrotta Rabissi, A. e Perucci, M.B., Linguaggiodonna . Primo Thesaurus di Genere in lingua Italiana, Centro di studi storici sul movimento di liberazione della donna in Italia, Milano, 1991Priulla G., Parole tossiche, Settenove, 2014Robustelli, Cecilia, Il genere femminile nell’Italiano di oggi: la norma e l’uso, Commissione Europea, 2007Sapegno, Maria Teresa, Che genere di lingua? Sessismo e potere discriminatorio delle parole, Roma (Carocci), 2010Serravalle, Ethel (a cura di), Saperi e libertà, Progetto Polite (Associazione Italiana Editori), Milano, 2000

Bibliografia

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Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana (Alma Sabatini, Commissione nazionale per la parità e le PO tra uomo e donna, 1987)

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• La società cambia, è necessario cambiare l’atteggiamento• Le scelte linguistiche coerentemente devono veicolare questo cambiamento • È necessario avere la consapevolezza che la lingua è stata androcentrica• Proposte

http://www.innovazionepa.it/dipartimento/documentazione/documentazione_pari_opportunita.htm

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Orientamenti europei

Parlamento Europeo: Vademecum per evitare un uso sessista delle lingue (2009)

Commissione Europea per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (2008): Risoluzione

“ Sull’impatto del Marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini”

Commissione Europea (2006)” Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini”

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