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SCOOP UNESCO 1 Descrizione del Progetto Il sistema delle Scuole Associate all’ U.N.E.S.C.O. ( Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ) è stato istituito nel 1953 al fine di stimolare le scuole primarie e secondarie di tutto il mondo ad integrare gli insegnamenti curriculari con piani di studio e attività orientati ai principi fondamentali dell’U.N.E.S.C.O. L’Organizzazione Internazionale si propone di “contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza favorendo, mediante l’educazione, la scienza e la cultura la collaborazione tra le nazioni, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione”. In Italia l’esperienza delle Scuole Associate ha avuto inizio nell’anno scolastico 1957/58, ed ha contribuito all’affermazione dei principi U.N.E.S.C.O. nell’azione educativa nazionale. In relazione alle attività Unescane il nostro Istituto ha scelto di effettuare ed integrare le proprie attività curriculari sulla tematica “ la tutela dei Diritti umani e della diversità culturaleproponendo il progetto intitolato: il valore della differenza – essere unici proprio come tutti gli altri. La scelta della specifica tematica è stata determinata dal progetto d’Istituto “Donne e…” . Nasce dalla necessità di costruire le basi per un’efficace Convivenza Civile e una Cittadinanza attiva, consapevole e solidale al fine di valorizzare le differenze e sostenere nuovi modelli culturali più adeguati alle sfide di oggi. GLI OBIETTIVI E LA MODALITA’ DI REALIZZAZIONE OBIETTIVO GENERALE del progetto è stato quello di educare i nostri alunni – i futuri cittadini della società – alla Solidarietà, al pieno rispetto cioè, dei diritti di tutti i cittadini per allentare le tensioni razziali, culturali e religiose. In questo modo gli alunni hanno interiorizzato il vero concetto di Democrazia divenendo consapevoli della cultura delle pari opportunità. Gli obiettivi specifici sono stati: Confrontarsi con realtà sociali diverse Sentirsi socialmente utili Prevenire la formazione di pregiudizi nei confronti di persone e culture Confrontare le proprie abitudini con quelle degli altri Scoprire con interesse realtà nuove I CONTENUTI AFFRONTATI Il progetto è stato realizzato nelle ore curriculari delle varie discipline e in particolar modo nelle ore di lettere, di lingua francese e di Arte. Il lavoro – per la maggior parte delle lezioni – è stato svolto mediante la metodologia del cooperative Learning per sollecitare, tra gli alunni, l’aiuto e il rispetto reciproco. Con la presenza di un’esperta dell’età evolutiva si sono organizzati Circle time per affrontare la sfera emozionale relativa agli argomenti affrontati ed imparare a mettere in atto norme e atteggiamenti che regolano una proficua ed efficace Convivenza Civile. La quotidiana programmazione è stata integrata con nuovi contenuti quali: Lettura e analisi degli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti umani Lettura di libri scelti per il progetto: “Sotto il Burqa” di Deborah Ellis e ambientato in Afghanistan, durante il dominio dei talebani. Il libro è stato letto dagli alunni della classe IIIA. “ Il Piccolo clandestino” di Bruno De Marco. Il libro è stato letto dagli alunni della classe IIF. Visione di film il cui contenuto era rispondente alla tematica svolta Dibattito con alunni stranieri presenti nella nostra realtà scolastica Produzione di testi scritti ( espositivi – narrativi – espressivi – argomentativi – relazioni ) D.S. PROF.SSA M.R. VALENTE

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Descrizione del Progetto Il sistema delle Scuole Associate all’ U.N.E.S.C.O. ( Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ) è stato istituito nel 1953 al fine di stimolare le scuole primarie e secondarie di tutto il mondo ad integrare gli insegnamenti curriculari con piani di studio e attività orientati ai principi fondamentali dell’U.N.E.S.C.O. L’Organizzazione Internazionale si propone di “contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza favorendo, mediante l’educazione, la scienza e la cultura la collaborazione tra le nazioni, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione”. In Italia l’esperienza delle Scuole Associate ha avuto inizio nell’anno scolastico 1957/58, ed ha contribuito all’affermazione dei principi U.N.E.S.C.O. nell’azione educativa nazionale. In relazione alle attività Unescane il nostro Istituto ha scelto di effettuare ed integrare le proprie attività curriculari sulla tematica “ la tutela dei Diritti umani e della diversità culturale” proponendo il progetto intitolato: il valore della differenza – essere unici proprio come tutti gli altri. La scelta della specifica tematica è stata determinata dal progetto d’Istituto “Donne e…” . Nasce dalla necessità di costruire le basi per un’efficace Convivenza Civile e una Cittadinanza attiva, consapevole e solidale al fine di valorizzare le differenze e sostenere nuovi modelli culturali più adeguati alle sfide di oggi.

GLI OBIETTIVI E LA MODALITA’ DI REALIZZAZIONE OBIETTIVO GENERALE del progetto è stato quello di educare i nostri alunni – i futuri cittadini della società – alla Solidarietà, al pieno rispetto cioè, dei diritti di tutti i cittadini per allentare le tensioni razziali, culturali e religiose. In questo modo gli alunni hanno interiorizzato il vero concetto di Democrazia divenendo consapevoli della cultura delle pari opportunità. Gli obiettivi specifici sono stati:

• Confrontarsi con realtà sociali diverse

• Sentirsi socialmente utili

• Prevenire la formazione di pregiudizi nei confronti di persone e culture

• Confrontare le proprie abitudini con quelle degli altri

• Scoprire con interesse realtà nuove

I CONTENUTI AFFRONTATI Il progetto è stato realizzato nelle ore curriculari delle varie discipline e in particolar modo nelle ore di lettere, di lingua francese e di Arte. Il lavoro – per la maggior parte delle lezioni – è stato svolto mediante la metodologia del cooperative Learning per sollecitare, tra gli alunni, l’aiuto e il rispetto reciproco. Con la presenza di un’esperta dell’età evolutiva si sono organizzati Circle time per affrontare la sfera emozionale relativa agli argomenti affrontati ed imparare a mettere in atto norme e atteggiamenti che regolano una proficua ed efficace Convivenza Civile. La quotidiana programmazione è stata integrata con nuovi contenuti quali:

• Lettura e analisi degli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti umani

• Lettura di libri scelti per il progetto: “Sotto il Burqa” di Deborah Ellis e ambientato in Afghanistan, durante il dominio dei talebani. Il libro è stato letto dagli alunni della classe IIIA. “ Il Piccolo clandestino” di Bruno De Marco. Il libro è stato letto dagli alunni della classe IIF.

• Visione di film il cui contenuto era rispondente alla tematica svolta

• Dibattito con alunni stranieri presenti nella nostra realtà scolastica

• Produzione di testi scritti ( espositivi – narrativi – espressivi – argomentativi – relazioni )

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MATTEJ – U.N.E.S.C.O. Il nostro Istituto ha partecipato al Concorso indetto dall’U.N.E.S.C.O. con le classi IIF e IIIA . E’ da precisare che però la nostra scuola ha rivolto sempre grande interesse alla Legalità sotto qualsiasi forma e quindi tutti gli alunni affrontano quotidianamente tematiche educative e formative che permettono uno sviluppo armonioso della loro personalità permettendo a ciascuno una crescita autentica e consapevole. “In una Comunità in cui regna la legalità, tutti vivono meglio. La legalità parte dai piccoli comportamenti dei singoli” F. Degli Innocenti. E’ questo il pensiero che ci ha fatto riflettere e che ci ha fatto comprendere che per vivere correttamente in una società siamo tenuti a rispettare tutti assumendo giusti comportamenti. Per questo l’Istituto ha già partecipato a progetti-concorso sulla tematica della legalità e della tutela dei diritti umani. Si sono realizzati quindi video sulla Costituzione – Viaggio nei neologismi della moderna Democrazia – premiato al concorso Parlawiki in collaborazione tra Miur e Parlamento; è stato prodotto il nostro giornalino d’Istituto “ Scoop” con articoli relativi alla discriminazione; è stato messo in scena uno spettacolo teatrale “Scugnizzi” che ha ottenuto il primo premio al Concorso Nazionale per le Scuole Secondarie ELIA ROSA 2013; si è svolto a Maggio l’incontro con la Fondazione di Antonino Caponnetto e a Ottobre l’incontro con il prete anticamorra Don Luigi Merola. La nostra speranza è quella di aver trasmesso agli alunni attenzione alla diversità e all’insegnamento dei Diritti umani concetti essenziali affinchè il rispetto per la dignità di ogni individuo e di ogni popolo sia alla base di ogni Convivenza Civile. I Docenti poi hanno svolto le lezioni con interesse motivando gli alunni a comprendere e a discutere su argomenti di grande attualità. I DOCENTI CHE COS’E’ L’U.N.E.S.C.O ? L’Organizzazione Delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ( in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo U.N.E.S.C.O. ) è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 Novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’Istruzione, scienza, cultura e comunicazione. Il quartier generale dell’U.N.E.S.C.O è a Parigi ed opera programmi di scambio educativo, scientifico e culturale da 60 uffici regionali sparsi per tutto il mondo. I progetti sponsorizzati comprendono programmi scientifici internazionali; cooperazioni internazionali per conservare il patrimonio culturale e naturale del pianeta; preservare i diritti umani. Attualmente tre istanze compongono l’U.N.E.S.C.O. :

1. La Conferenza Generale

2.

, che riunisce tutti gli stati membri in genere ogni 2 anni. E’ l’organo sovrano e determina i programmi e il budget dell’Organizzazione. Il Consiglio Esecutivo,

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nel quale sono rappresentati 58 stati membri eletti dalla Conferenza Generale. Si riunisce 2 volte l’anno. Il Consiglio ha il compito di verificare l’esecuzione delle decisioni della Conferenza Generale e di preparare il lavoro di quest’ultima. La Segreteria,

L’attuale direttore Generale dell’U.N.E.S.C.O., eletto nel 2009, è la bulgara Irina Bokova.

posta sotto l’autorità del Direttore Generale che viene eletto ogni 4 anni dalla Conferenza Generale. Ha il compito di mettere in pratica gli impegni assunti dagli Stati membri.

“Poiché le guerre hanno origine nello spirito degli uomini è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace…” Questo impegno si è andato rafforzando negli anni, e si è ulteriormente concretizzato con l’adozione, nel 2011, della Dichiarazione Universale UNESCO sulla diversità culturale, per mezzo della quale la comunità Internazionale ha riaffermato la convinzione che il rispetto della diversità culturale e del dialogo rappresentino la migliore garanzia per lo sviluppo e per la pace.

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AMNESTY INTERNAZIONAL Amnesty International è un’associazione internazionale volontaria che si batte per il rispetto dei diritti e della dignità umana in tutto il mondo, impiegando metodi rigorosamente non violenti. La sua base operativa è a Londra. L’associazione nasce nel 1961, ad opera di un avvocato inglese di nome Peter Beneson. Beneson era rimasto colpito dalla notizia, letta sul suo giornale, di due studenti arrestati al ristorante e condannati a sette anni di carcere per aver brindato alla libertà. Questo accadeva in Portogallo, governato in quel tempo da un regime dittatoriale. Beneson cominciò a protestare ma si accorse che le proteste personali non servivano a nulla. Un po’ alla volta prese corpo l’idea di organizzare una campagna internazionale per attirare l’attenzione mondiale sulla condizione delle persone detenute in tutto il mondo per aver espresso in modo pacifico le proprie opinioni politiche o religiose. Beneson sottopose l’idea ad altri amici, che ebbero reazioni entusiaste. Partì così la campagna “Appello per un’amnistia, 1961”, il cui obiettivo era quello di ottenere un’amnistia per tutti coloro che erano in carcere per reati d’opinione. Da quella campagna si costituì l’organizzazione permanente, che divenne poi nota come AMNESTY INTERNATIONAL. La redazione IIIA

COSA FA AMNESTY Oggi Amnesty si batte soprattutto per l’abolizione della pena di morte e della tortura, e contro ogni altro trattamento crudele ai detenuti, compresa la lotta pacifica contro le “sparizioni”. I suoi metodi di intervento sono non violenti e consistono nel fare pressioni sui governi affinchè pongano fine ai loro abusi. Come? Facendo sentire su di loro il peso del giudizio e del dissenso di milioni di persone, da ogni parte del mondo. Amnesty per esempio promuove la raccolta di firme su grandi temi, come per l’abolizione della pena di morte, e invia successivamente queste milioni di firme là dove la pena capitale è in vigore. Amnesty effettua ogni anno un accurato lavoro di ricerca sullo stato di applicazione dei Diritti umani in tutti i paesi del mondo e redige quindi un accurato rapporto annuale. La redazione IIIA

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LA NASCITA DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE Alla fine della Seconda guerra mondiale oltre alla rovine materiali, c’era il disastro morale, la violenza fatta ai diritti dei singoli e dei popoli interi,causa della perdita di tante vite umane. Mai più era allora la consegna: si cercava il massimo di garanzia che la pace e i diritti dei popoli sarebbero stati rispettati. In questo spirito fu steso nel 1945 lo Statuto dell’Onu, il cui preambolo indicava come obiettivo quello di salvare le future generazioni dal flagello della guerra, e riaffermava la fede nei diritti fondamentali della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole. Queste convinzioni sono alla base della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Essa fu approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea dell’ONU e doveva costituire “un comune livello, che tutte le nazioni dovevano raggiungere”. Per la prima volta la comunità internazionale si assumeva la responsabilità della tutela e della promozione di specifici diritti, posti alla base di ogni Convivenza. LA STRUTTURA DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE La dichiarazione universale dei diritti umani riconosce due tipi di diritti: i diritti civili e politici; i diritti economico, sociali e culturali. La Dichiarazione si compone di un preambolo e di 30 articoli. Il preambolo collega il mancato rispetto dei diritti umani agli “atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità” con chiaro riferimento a quanto successo nella II guerra mondiale. Per questo motivo il preambolo costituisce la piazza su cui è stato costruito il tempio. Gli artt.1-2 stabiliscono, che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” Gli artt. 3-11 fissano diritti e libertà individuali ( diritti civili e politici ) Gli artt.12-17 stabiliscono i diritti dell’individuo nei confronti della comunità in cui egli vive (diritti civili e politici ) Gli artt. 18-21 sanciscono la libertà di pensiero e di associazione ( diritti civili e politici ) Gli artt. 22-27 enunciano i diritti economici, sociali e culturali. L’art. 28 stabilisce che ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà possono essere pienamente realizzati. L’art.29 in linea generale si interessa dell’ordine pubblico e del benessere della comunità democratica. L’art.30 ribadisce la libertà di pensiero e di associazione diritti necessari per non far instaurare un regime liberticida. La redazione IIIA

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Casi recenti di violazione dei diritti umani I

marò italiani Negli ultimi tempi c’è stata, secondo noi, una violazione dei diritti umani. Stiamo parlando del caso dei marò italiani costretti a stare in India e a subire un processo in un paese straniero e lontano e non nella loro Patria. La storia la conosciamo tutti: i due marò sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani. Il 15 febbraio 2012 la petroliera italiana Enrica Lexie viaggia al largo della costa del Kerala, India sud occidentale, in rotta verso l’Egitto. A bordo ci sono 34 persone, tra cui sei marò del Reggimento San Marco col compito di proteggere l’imbarcazione dagli assalti dei pirati, rischio concreto lungo la rotta che passa per le acque della Somalia. Alle 16:30 circa (ore locali) l’Enrica Lexie è convinta di essere sotto un attacco pirata, i marò sparano contro la St. Antony (il peschereccio indiano con a bordo 11 persone) ed uccidono due persone un venticinquenne e un quarantacinquenne. La St. Antony riporta l’incidente alla guardia costiera del distretto di Kollam che subito contatta via radio l’Enrica Lexie, chiedendo se fosse stata coinvolta in un attacco pirata. Il fatto e la circostanza viene confermato dall’Enrica Lexie e viene chiesto loro di attraccare al porto di Kochi, in India. La Marina Italiana ordina al capitano della Enrica Lexie, di non dirigersi verso il porto e di non far scendere a terra i militari italiani. Il capitano asseconda invece le richieste delle autorità indiane. La notte del 15 febbraio, sui corpi delle due vittime viene effettuata l’autopsia. Il 17 mattina vengono entrambi sepolti. Il 19 febbraio Massimiliano Latorre e Salvatore Girone vengono arrestati con l’accusa di omicidio. La Corte di Kollam dispone che i due militari siano tenuti in custodia presso una guesthouse della CISF (Central Industrial Security Force, il corpo di polizia indiano dedito alla protezione di infrastrutture industriali e potenziali obiettivi terroristici) invece che in un normale centro di detenzione. I marò aspettano con ansia che il nostro governo li aiuti e li faccia venire in Italia per il processo. Infatti in una recente intervista hanno pronunciato queste frasi: <<Siamo militari. Siamo italiani. Dobbiamo soffrire con dignità >>- <<Ci auguriamo di tornare in Italia con onore>>... La nostra preoccupazione è che se vengono giudicati in India rischiano la pena di morte. Noi ragazzi crediamo fermamente che nessun paese al mondo debba condannare i propri cittadini a pene crudeli come la negazione della vita. Questo significa calpestare i diritti umani e non tutelare la sicurezza collettiva. Poiché il popolo italiano rispetta i diritti civili dei cittadini crediamo che il nostro governo farà di tutto per liberare i marò e permettere un regolare svolgimento del processo nella nostra nazione. Solo in questo modo verranno tutelati i diritti dei due giovani militari che nel loro paese sapranno affrontare qualsiasi difficoltà in maniera dignitosa. Alessia Treglia

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Quali disuguaglianze scandalose vorrei eliminare … I BAMBINI SOLDATO Sono trecento mila e impegnati sui fronti di oltre 30 paesi. Non costano nulla e sono fedelissimi. Di loro si parla poco tuttavia sono i veri esperti in materia di guerra. Alcuni di loro vanno a scuola e i maestri dicono che vanno bene e che sono più disciplinati dei loro compagni. Ma a vederli più da vicino, ci si accorge che sono diversi dagli latri. Le loro ginocchia sono rovinate per lo spostarsi strisciando nella giungla e hanno orribili cicatrici prodotte da incisioni nella pelle nelle quali un tempo mettevano eroina e cocaina. A partire dagli anni settanta sono state firmate numerose convenzioni internazionali allo scopo di limitare la partecipazione dei bambini ai conflitti; nonostante questo, sembra che l'utilizzo dei bambini soldato negli ultimi decenni sia in aumento. In alcuni paesi africani, sudamericani o asiatici, i bambini soldato (Small-Soldiers) sono spesso soggetti a questo tipo di sfruttamento. Ecco la testimonianza di un ex bambino soldato Mosas "Sono stato sequestrato nel 1996, mentre ero a scuola, insieme ad altri 40 bambini. Con me sono stati sequestrati anche i miei due fratelli, che sono stati poi uccisi davanti ai miei occhi. Nei primi tre giorni dopo il sequestro ricordo solo di essere stato picchiato molto. Poi abbiamo camminato a lungo e siamo arrivati in Sudan. Lì ci hanno unto con l'olio di karitè, secondo un rito che nella tradizione Acholi segna il legame della donna a suo marito. Lì in Sudan si faceva una vita molto dura: non c'era acqua a sufficienza, né cibo. Fai un sacco di chilometri per prendere l'acqua e poi non ti permettono nemmeno di usarla perché sei ancora una recluta. Continuano a ripeterti che se scappi verrai ucciso. Ti dicono anche che se scappi sarai inseguito da spiriti malvagi che ti uccideranno. Molte reclute muoiono, per fame o colera. Dopo 6 mesi vieni ammesso a fare il training per diventare soldato, che dura un mese e mezzo. L'esito del training dipende dal tuo comportamento, devi dimostrare che non pensi a scappare. E comunque lì sei molto lontano dall'Uganda, e anche se scappi non trovi da mangiare, così nessuno scappa. Poi diventi un vero soldato. Io lo sono diventato nel 1997. Fortunatamente io sono uscito fuori da quell’inferno. Adesso faccio parte di un gruppo di auto-aiuto, insieme a altri che come me sono liberi. Con loro vado nei campi per sfollati, e lì facciamo degli incontri con i leader locali e con i giovani per parlare della nostra situazione. Faccio anche del counseling, periodicamente, perché anche dopo un po' di tempo che ero fuori dal bosco, continuavo ad avere incubi notturni e mi svegliavo piangendo e urlando. Sono tornato a scuola, e sto completando il terzo anno delle superiori. In futuro vorrei continuare a studiare per diventare "agricultural officer", perché vengo da una famiglia di agricoltori, e mi piacerebbe anche studiare arte, perché ho una passione per il disegno". Io penso che ogni bambino debba avere il diritto di giocare e di istruirsi, ma soprattutto debba avere la possibilità di giocare e di vivere liberamente la propria età. I paesi più ricchi devono organizzarsi per far cessare questa schiavitù dei bambini-soldato e garantire a chi è più sfortunato di noi una vita sicura in cui ci sia amore e rispetto per la persona umana Rosa Ciulla

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Quali diritti dovrebbero essere garantiti Scugnizzi e meninos de rua: E’ ormai divenuto un grave problema sociale, ovvero quello dei “bambini di strada”. Sono quei ragazzi (minorenni) che svolgono la loro vita quotidiana in strada, che non hanno una dimora e una famiglia che li sostenga. Molti di questi sono dei bambini abbandonati, che sono stati costretti a lasciare la propria abitazione per problemi economici. E’ un problema diffuso in tutto il mondo e ciò è considerato un reato, poiché non si rispetta la Dichiarazione di Ginevra dei diritti del fanciullo. Quest’ultimo è un documento nato nel 1924 dalla Società delle Nazioni Unite, in seguito alle devastanti conseguenze sui bambini, in quel periodo. E’ strutturato in 10 principi, il cui ottavo cita che in tutte le circostanze, il fanciullo deve essere fra i primi a ricevere protezione, soggiorno e soccorso. Nel nostro mondo contemporaneo, ci sono sfortunatamente ancora questi casi. Grazie a dati statistici, si ricava che sono più di 100 milioni i ragazzi di strada. Anche in Italia, vi è un ristretto numero di questi ragazzi, soprattutto nell’area napoletana, sono i cosiddetti “scugnizzi”, che il più delle volte vengono utilizzati e sfruttati dalle organizzazioni criminali come la Camorra e la Mafia. Sono ragazzi privati del diritto di essere curati, amati e protetti. Dall’altra parte del mondo, in Brasile,il problema sembra essere “più giovane”, rispetto agli altri. Qui i ragazzi prendono il nome di “meninos de rua”. E’ un’espressione in lingua portoghese che si riferisce ,in particolare, ai bambini di strada brasiliani, che vivono nelle baraccopoli o bidonville, cioè l’assemblaggio di baracche e casupole, formate da materiali di recupero. Questi ragazzi dai 12 ai 17 anni si ritrovano per strada, perché abbandonati dalle proprie famiglie d’origine e sopravvivono mediante atti criminali. Sono ragazzini che hanno in loro una forte rabbia, per la perdita o la delusione della propria figura paterna o materna. Inoltre, vengono utilizzati come cavie dalla malavita e per il traffico di droga. Vengono, sempre più spesso, violentati dalla polizia brasiliana, dai cosiddetti “squadroni della morte”. Un episodio di violenza contro i meninos è il massacro della Candelària. E’ un episodio risalente alla notte del 29 luglio 1993, a Rio De Janeiro, di fronte la chiesa di Nostra Signora di Candelaria. Qui 8 meninos de rua sono stati uccisi dalla polizia, mentre ben 60 furono i feriti di quest’attacco terroristico, I ragazzi avevano un’età compresa tra gli 11 e i 20 anni. Non è chiaro il perché dell’accaduto e i colpevoli non hanno scontato la loro pena, minacciando i sopravvissuti di essere uccisi. Ogni giorno l’Unicef, combatte per aiutare questi bambini, facendoli adottare e quindi garantire loro una giusta protezione. Purtroppo però nel mondo ci sono ancora un’infinità di piccole vite segnate dalla povertà e dalla violenza. Se è vero, come scriveva Nelson Mandela, che non un solo bambino non un solo giorno debba essere perduto, allora dobbiamo dire che la condizione dell’infanzia nel appare ancora gravissima. I Diritti negati : gli extracomunitari Napoli: Un edificio della zona orientale di Napoli, Gianturco, è crollato il giorno 24 gennaio 2014. Dalle prime informazioni non risultano vittime e la polizia ha evacuato la zona circostante. Scavando tra le macerie, viene ritrovato il corpo di un immigrato, ancora vivo ma che riporta gravi ferite. A quanto sembra la palazzina era utilizzata come rifugio da extracomunitari. Non si sa con certezza il perché del crollo dell’abitazione. Sicuramente, secondo le indagini, non è stato un crollo dovuto alle condizioni strutturali del palazzo, poiché si trova in una zona non certamente storica. L’ipotesi che sembra spiegare l’origine dell’accaduto è ben evidente: l’edificio è crollato giù per un’azione razzista contro coloro che vi si accampavano. Gli extracomunitari sono stati accolti dalla Caritas parrocchiale. Le indagini sembrano rafforzare, sempre più, un atto di razzismo. Episodi di razzismo si verificano in tutte le parti del mondo malgrado la Dichiarazione dei Diritti Umani e gli sforzi che molti degli Stati moderni hanno compiuto e cercano di compiere negli ultimi decenni. Le coscienze degli uomini, almeno di quel mondo occidentale che si definisce “civilizzato”, hanno recepito tali messaggi ma ancora molto c’è da fare sul piano pratico. Salvatore Pettrone

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Letture consigliate … Sotto il burqa In relazione al nostro progetto d’istituto “donne e…” abbiamo letto un libro molto interessante che ci ha fatto comprendere come in alcune parti del mondo i diritti delle donne sono ancora calpestati e derisi. E’ la storia di Parvana, una ragazza adolescente che abita a Kabul e vive un’esistenza privata di ogni diritto e libertà, proprio come tutte le donne che vivono in quella città. All’inizio conduce una vita normale finchè non arrivano i talebani. Così lei perde la scuola, gli amici ed è costretta a cambiare spesso casa. Il padre successivamente viene portato in carcere perché considerato dai talebani come un seguace delle idee occidentali. Senza la presenza di una figura maschile è difficile per la famigli andare avanti. Per questo, dietro consiglio di un’amica della madre, Parvana si traveste da maschio per poter lavorare e portare soldi in casa. Vende piccoli oggetti al mercato, scava nei cimiteri al recupero di ossa. Condivide piccole gioie, speranze e paure con la sua amica di sventura Shauzia e attraverso i loro occhi di bambine si riflette sulla violenza, sulle ingiustizie, sull’insensatezza che hanno provocato tante sofferenze alle donne. Finalmente il padre esce dal carcere e Parvana si sente al sicuro. Ora c’è lui che può sostenerla e insieme possono trovare un luogo dove vivere con più libertà. L’autrice del libro è Deborah Ellis. Vive in una piccola città dell’Ontario, Canadà. E’ una pacifista ed è un’assistente sociale che ha lavorato a lungo nei campi profughi al confine tra Afghanistan e Pakistan, durante gli ultimi tempi del regime talebano. Perché ne consigliamo la lettura? Perché è un romanzo sociale di grande attualità che stimola la riflessione della donna nel mondo orientale, perché parla di solidarietà sociale e di lotta per i diritti umani. A noi è piaciuto molto perché abbiamo compreso quanto siamo fortunate. Dopo la lettura del libro infatti non diamo più nulla per scontato ma abbiamo compreso che in quella parte del mondo anche solo pensare può essere un pretesto per essere uccise. Il piccolo clandestino Siamo i ragazzi della 2F e anche noi abbiamo partecipato al progetto UNESCO sui diritti degli uomini. A tal proposito abbiamo letto il libro: “il piccolo clandestino” che parla della vita degli extracomunitari presenti in Italia. In particolar modo parla di Amì, un bambino di 10 anni proveniente dal Senegal. E’ arrivato in Italia con una carretta del mare e durante un naufragio ha perso i suoi genitori. Dopo la prima esperienza in un centro di accoglienza viene adottato da due italiani. La sua vita non è semplice e ma l’amore dei due genitori adottivi lo aiutano a superare tutte le ingiustizie che dovrà subire durante la sua crescita. E’ stato interessante leggere questo libro scritto da Bruno De Marco, perché è un romanzo sociale di grande attualità. La storia è avvincente e a differenza della realtà, ha un lieto fine, con Amì ben integrato nella nostra società. Purtroppo non tutti gli extracomunitari vivono esperienze positive. Infatti quando lasciano il loro paese d’origine hanno tante speranze ma poi quando arrivano in altre terre non vengono considerati uguali agli altri e per questo vengono sottomessi e costretti a lavori umilianti. Noi pensiamo che tutti siamo uguali e che non ci devono essere razze superiori e inferiori. Tutti dobbiamo avere gli stessi diritti ed essere rispettati per quello che siamo e non per il colore della pelle e per tradizioni diverse. La lettura di questo libro lo ha insegnato a tutti noi per questo lo consigliamo ai ragazzi adolescenti perché siamo proprio noi il futuro del mondo, quel mondo che dovrà crescere senza pregiudizi e intolleranze. La redazione IIIA

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I diritti violati nella storia Mostra - SENZATOMICA Le bombe atomiche causarono 140 mila morti al momento della loro esplosione, e decine di migliaia negli anni successivi a causa delle radiazioni. Perché è successo tutto questo? Perché i diritti di bambini, anziani, donne non sono stati rispettati? E’ possibile che per la conquista del potere è stato commesso un crimine così forte? Proprio per comprendere meglio e riflettere su queste violenze la nostra classe lunedì 20 gennaio 2014 ha partecipato alla visita, presso la Torre di Mola, della mostra SENZATOMICA. In questa mostra c’erano fotografie della seconda guerra mondiale e l'argomento principale erano le due bombe atomiche esplose a Hiroshima e Nagasaki. All'inizio ci siamo riuniti in una sala, dove abbiamo letto due testi sulle testimonianze dei sopravvissuti a tale tragedia. Successivamente siamo saliti al piano superiore, dove alle pareti erano esposti alcuni cartelloni che mettevano in evidenza le vittime delle due bombe. Le guide ci hanno poi spiegato che ancora oggi ci sono alcuni paesi che sono in possesso delle bombe atomiche ed altri che le stanno costruendo. Ho visto, insieme ai miei compagni, anche un video dove alcune donne giapponesi ricordavano le esperienze dei loro genitori e della loro paura durante l’esplosione. Altro che diritti? Qui proprio nessuno ha pensato al diritto alla vita degli uomini. Iniziative del genere sono importanti per ricordare e non dimenticare gli errori che si sono commessi nel passato, errori che prendono il nome di crimini verso l’umanità. Giovanni Destradis L’olocausto: sacrificio totale Olocausto è una parola di origine latina che sta a indicare la vittima di un sacrificio totale. Applicata alla sorte toccata agli ebrei non più di mezzo secolo fa, designa la persecuzione e lo sterminio da essi subito a opera del regime nazista di Hitler. Nel 1943 infatti Hitler ordinò la cattura degli ebrei che venivano portati nei lager. Una volta che erano stanchi e il loro corpo distrutto dalla fame venivano portati nelle docce. I tedeschi dicevano loro, che dovevano lavarsi però nelle docce c'era un gas che li uccideva e successivamente i loro corpi venivano ridotti in cenere nei forni crematori. Nei campi di concentramento gli uomini venivano maltrattati e si dimenticavano perfino del loro nome perchè i tedeschi stampavano sul loro braccio, un numero che cancellava ogni esistenza umana Tra i vari sopravvissuti della shoah c'e` una testimonianza di Sam Pivnik che dice "la coscienza mi chiese di dimenticare, di costruirmi una nuova vita, di andare avanti ma finalmente poi ho capito che dovevo raccontare questa storia. La Germania di Hitler si è resa responsabile di una violenza tremenda contro l’umanità. E’ necessario, quindi, citare ancora Primo Levi. Egli diceva che quanto è accaduto può ancora accadere ecco perché è obbligatorio parlarne ai giovani e informarli di quanti diritti siano stati violati nel corso della storia. Giulio Maggiacomo Le Foibe – follia del genere umano Quando si parla di diritti è impossibile non ricordare ciò che è accaduto, durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra in Italia, relativamente alle foibe. Il termine “foibe” deriva dagli inghiottitoi del sottosuolo dove venivano gettati i corpi delle vittime, non ancora del tutto morte. I responsabili furono i partigiani jugoslavi con l’obiettivo di eliminare i fascisti e gli oppositori politici al comunismo titino. Le foibe furono il palcoscenico di un orrendo spettacolo che si svolse tra il 1943 ed il 1945: migliaia di uomini furono gettati all'interno di queste fosse, un numero inestimabile di innocenti morirono senza dignità all'interno di questi solchi che accolsero i loro corpi senza vita. Sicuramente si può parlare di genocidio perché le vittime sono state circa 10mila. Ma quale ragione può aver determinato la morte di questi individui? Ancora ci domandiamo il perché di questa follia ma a volte è difficile dare delle spiegazioni poiché crimini così violenti probabilmente non hanno nessuna ragione di esistere. Rimangono però l’orrore lo sgomento e l’impegno per non dimenticare, continuando a cercare di far luce su uno degli episodi più feroci della nostra storia recente. E’ necessario quindi parlarne affinchè qualcosa di simile non accada mai più. Flavia conte

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Noi pensiamo che … Io penso che tutti gli esseri umani debbano essere garantiti da diritti. Solo il rispetto dei diritti permette una giusta Convivenza Civile. Buonagura Marica Mi piacciono le persone che combattono per aiutare i più deboli, proprio come fa Don Luigi Merola che noi abbiamo incontrato a scuola e che mi ha affascinato per le sue idee e per quello che fa .Gian Mauro Caputo La solidarietà è importante e chi la mette in pratica assicura il benessere a tutti gli uomini. Rosa Ciulla Nessuno è superiore agli altri e nessuno può decidere della vita degli altri. Flavia Conte Solo il rispetto di tutti ci può permettere una grande civiltà. De Santis Annalisa Tutte le persone del mondo devono potere parlare e pensare liberamente senza nessuna costrizione. Giovanni Destradis Nel mondo siamo tutti uguali senza distinzione di razza o di cultura. Questo è il bello del mondo. Lorenzo Di Fazio Parlare di diritti è importante e noi lo abbiamo fatto quasi ogni giorno nelle varie discipline. Chiara Di Nitto Purtroppo nel mondo ancora molta strada si dovrà fare per combattere la discriminazione. Ci serve l’aiuto di persone eccezionali come Gandhi e Mandela. Dyla Zyra Tutte le persone devono avere una vita serena senza torture e violenze. Francesco Fantasia Il rispetto verso le donne è fondamentale. Nel mondo occidentale questo c’è ma dobbiamo combattere per i diritti delle donne orientali. Federica Ferrillo L’uguaglianza fra gli uomini? Una strada difficile ma è un sogno che noi ragazzi possiamo realizzare. Laura Finizio Il progetto d’istituto “donne e…” mi ha fatto conoscere figure femminili forti e coraggiose che hanno combattuto per affermare i propri diritti come Artemisia Gentileschi, la famosa pittrice del 500. Riccardo Iorio Tra i vari diritti negati ci sono quelli dei bambini. Invece proprio questi devono avere la priorità sugli altri poiché i bambini costituiscono la fascia più debole di ogni società. Giulio Maggiacomo Il bene più prezioso degli individui e il riconoscimento dei propri diritti. Nathan Maggiacomo Io penso che dobbiamo aprire i nostri occhi alle meravigliose diversità del nostro mondo. Maria Grazia Manco Nessuno di noi nasce razzista. E’ la società che crea questi pregiudizi. Dobbiamo quindi cambiare tutti il nostro modo di pensare. Marco Marfella Come ci ha detto Don Luigi Merola dobbiamo sostenere che ha bisogno e garantire loro ogni rispetto umano. Laura Masiello Mi è piaciuto l’incontro con Adado Felix perché mi ha fatto riflettere sulla dura vita degli extracomunitari. Giulia Matino La discriminazione femminile è sempre un capitolo aperto in molte parti del nostro pianeta. Può diventare un crimine in molti Paesi dove il passare del tempo non ha aperto le porte al progresso della civiltà , della democrazia e del pieno rispetto dei diritti umani. Salvatore Pettrone Tra i vari diritti ho studiato con interesse quello delle donne che ancora non sono rispettate in varie parti del mondo. Federica Rizza Io penso che la diversità sia la ricchezza di ogni genere umano. Stella Tola Mi piace Malala che a rischio della sua vita combatte per il diritto all’istruzione delle ragazze nel suo Paese. Alessia Treglia

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DIFENDERE I DIRITTI DELLE DONNE:

MALALA

La discriminazione femminile è sempre un capitolo aperto in molte parti del nostro pianeta. Può diventare un crimine in molti Paesi dove il passare del tempo

non ha aperto le porte al progresso della civiltà e della democrazia. La donna a seconda delle zone in cui si trova ha un ruolo diverso. In alcuni paesi

son considerate i "pilastri" della società e della famiglia: personalità, quindi, degnamente rispettate; in altri però,

avviene nettamente il contrario. Ci sono società - ad esempio – dove la donna viene dimenticata, identificata come incomprensibile e piena di contraddizioni. Sono donne analfabete che non hanno mai

avuto e non avranno mai un'istruzione. Sono donne che non occuperanno mai posti importanti all’interno della realtà che le circonda. Vi sono casi

strazianti di sfruttamento, di spose bambine vendute per un sacco di riso. In questi Paesi, la donna è considerata un peso per la

famiglia stessa; è destinata fin dalla nascita a stare in cucina, ad occuparsi della casa, sostenendone tutto il peso. Per cambiare il ruolo delle donne nel mondo c'è

un solo modo:"cambiare gli uomini". In un mondo che si considera civile e moderno non è giusto assistere a casi in cui la donna non può andare

a scuola ma che ha solo il dovere di stare al servizio del marito. Diventano mamme subito e sono delle mamme forti che abituano i loro figli maschi ad essere forti. Sono ormai tradizioni queste, tramandate fin dai tempi più remoti. Vi è però una ragazza adolescente, che

oggi si ribella al divieto dell'istruzione femminile e alle ingiustizie che una

donna di quei paesi deve subire, sfidando così tutti coloro che si oppongono ai diritti delle donne. Si chiama Malala Yousafzai ed è nata il 12 luglio 1997. E' una studentessa pakistana e la più

giovane candidata al premio Nobel per la pace. E' nota per il suo attivismo nella lotta per tutti i diritti civili e per il diritto allo studio delle

donne della città di Mingora, dove un editto ne ha bandito completamente il diritto.

Il 9 ottobre di qualche anno fa è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti nel pullman.

Si è salvata grazie ad un difficile e complesso intervento nel quale sono stati rimossi i proiettili che l’hanno colpita. Il 12 luglio 2013, in occasione del suo

compleanno, in cui ha compiuto 16 anni, ha parlato al palazzo delle Nazioni Unite a New York, lanciando un appello all'istruzione dei bambini di tutto il mondo. Il mondo

vede in questa ragazza la speranza per un futuro migliore. Infatti Malala è colei che si è ribellata a leggi ingiuste e primitive. Tutti noi siamo convinti che l'istruzione debba avere un ruolo di assoluta priorità e

debba essere rivolta a tutti senza distinzione alcuna. Solo attraverso l'istruzione e la cultura, l'individuo ha la possibilità di rendersi

completamente libero; la libertà in senso assoluto: libertà di pensiero, libertà di poter prendere decisioni autonome, libertà di poter essere qualcuno nella

società. Secondo il mio punto di vista, l'istruzione è la base fondamentale sulla quale poggia la dignità umana e che ci permette di poter decidere

liberamente del nostro futuro.

Da molto tempo nella nostra scuola stiamo parlando di donne e di legalità e credo che siano argomenti adatti a noi giovani che con le nostre idee possiamo cambiare il mondo. Voi cosa ne pensate di tutto ciò?...

Salvi09

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LE DONNE E I LORO DIRITTI Il valore della testimonianza 23.11.13 ore 10.30 – Ci troviamo nell’aula magna del nostro Istituto e stiamo per incontrare la fondazione Veronica De Laurentiis - Centro Anti- violenza e Anti-mobbing familiare che si interessa di proteggere le donne in difficoltà. Precedentemente nel Comune della nostra città si è svolta una conferenza intitolata la -violenza domestica e le relazioni difficili- a cui ha partecipato la classe IIIB. Nella riunione la Referente per le pari opportunità Dott.ssa Patrizia Menanno ci parla di come sia difficile per le donne denunciare chi le perseguita e di come una volta trovato il coraggio di denunciare il proprio “aguzzino” vengano lasciate sole senza nessuna protezione. Ci ha parlato di varie testimonianze tutte di grandi tragedie personali. Dall’incontro abbiamo capito che se anche le donne hanno lottato per i loro diritti ancora oggi ci sono casi in cui vengono considerate degli oggetti e non delle persone da rispettare. L. Di Fazio-F. Fantasia

La toponomastica femminile Tra i vari progetti sulle donne abbiamo svolto quello intitolato“sulle vie della parità”. Il Comune di Formia ci ha chiesto di intitolare alcune strade della nostra città a donne che si erano distinte nel passato per la loro importanza storica e culturale. Tra le varie personalità studiate, dietro suggerimento del nostro Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Rosa Valente e delle nostre Insegnanti Prof.ssa Nocella Gelsomina e Prof.ssa Gina D’Ettorre abbiamo scelto tre donne che per la loro personalità e per la lotta all’affermazione dei loro diritti hanno lasciato un solco profondo nella storia. Esse sono : ipazia, la donna che amò la scienza e che per non abbandonare le sue idee è stata trucidata durante il periodo del cristianesimo; Artemisia Gentileschi , pittrice del 500 che ci ha affascinato per la sua forte personalità e Anna Maria Mozzoni che durante il periodo Risorgimentale si è battuta per i diritti delle donne. Il progetto è stato veramente interessante poiché abbiamo compreso che per ogni essere umano il bene più prezioso e vedersi riconosciuti i propri diritti. Tutto questo riguarda soprattutto le donne i cui diritti, fin dall’antichità non erano per niente garantiti e dura è stata la lotta per vederseli riconosciuti, anche a prezzo di notevoli sacrifici. Tante, come si è detto precedentemente, sono state le eroine della storia passata e soprattutto recente, che hanno combattuto battaglie sociali per concedere alle generazioni del tempo e a quelle successive, la possibilità di godere di quelle che erano allora delle necessità da rivendicare e che adesso sono delle conquiste da difendere e salvaguardare. R. Iorio

A. GENTILESCHI – DIPINTO IIIA

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Le persone straniere nella mia scuola e nella mia citta’ Incontro con Adado Felix Parlare di multiculturalità è stato veramente piacevole farlo con Adado Felix, che tutti noi abbiamo incontrato nell’Aula Magna della nostra scuola per varie settimane. Ci sono stati vari incontri e tutti incentrati sui diritti degli uomini e sulle difficoltà che gli stranieri hanno quando si trovano nei Paesi di accoglienza. Lui proviene dal Togo ed è arrivato in Italia con le carrette del mare. Ha vissuto per strada e poi finalmente ha conosciuto una ragazza italiana e si è sposato con lei. Adesso vive nella città di Gaeta, lavora e ha due deliziose figlie. La sua storia è uguale a quella di tanti altri stranieri ma lui l’ha raccontata in maniera coinvolgente e appassionata. Le frasi che ci hanno colpito sono state: i bambini non sono razzisti poiché hanno una mente pulita dove non c’è disegnato niente. Poi crescendo nella loro mente si cominciano a disegnare pregiudizi e concetti negativi. Lui va nelle scuole proprio per insegnarci a non essere razzisti e a rispettare tutti gli individui senza nessun problema. Ha detto che la diversità ci rende unici e per questo ancora più belli. E’ stata un’esperienza formativa ed educativa che ci ha fatto riflettere e ci ha fatto crescere. Manco-Rizza - Tola

Difendere i diritti dei piu’ deboli Incontro con Don Luigi Merola L’incontro con Don Luigi Merola ci ha fatto comprendere che gli uomini a volte sono molto crudeli con chi è più debole di loro. Lui è un prete che si batte per la legalità, che protegge i ragazzi del suo quartiere dalla violenza delle organizzazioni criminali. Lui ha aperto per questi ragazzi una fondazione “la voce d’è creature” per dare loro tutti quei diritti che la strada li ha tolto. Ha dato loro il diritto allo studio, il diritto al gioco, il diritto alla partecipazione alla vita comunitaria in maniera serena ed adeguata. La sua attività quindi garantisce la crescita e lo sviluppo dei ragazzi proprio come è giusto fare. Ci ha coinvolti nelle sue spiegazioni e in maniera divertente ci ha fatto riflettere. Ecco… noi possiamo imparare molto da persone come lui.! G. Caputo – L.Masiello

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L’UOMO DELLA PACE E DEI DIRITTI PAPA BERGOGLIO speranza per il futuro degli uomini “Rispettare tutti gli individui”… è questo uno dei pensieri più noti di Papa Francesco. Questa frase, molto semplice ma piena di significato, secondo Papa Bergoglio dovrebbe accompagnarci nel nostro cammino di vita e di fede. Tanti sono gli esempi nel mondo che feriscono la dignità inviolabile della persona umana. Tutto questo non deve più avvenire ma secondo il Papa ogni persona che chiede aiuto deve averlo e deve essere rispettata per quello che è. Si deve sconfiggere nel mondo l’egoismo e non si deve più pensare solo a se stessi poiché gli individui in difficoltà sono molti e per questo è giusto aiutarli, divenendo altruisti e generosi. Noi giovani crediamo molto nelle parole e nell’esempio di Papa Francesco poiché è proprio la sua semplicità che ci dà coraggio e ci aiuta ad affrontare un mondo sempre più complesso e sempre più proiettato verso le guerre e le violenze. Le sue parole di rispetto per tutti gli uomini ci danno fiducia e ci danno speranza affinchè nel mondo non ci siano più guerre ma la pace potrà avere il sopravvento sulle atrocità e finalmente si potrà raggiungere l’uguaglianza fra tutti i popoli della terra. Finalmente si comprenderà che la differenza è ricchezza per tutti e che l’unicità delle persone è un pregio da apprezzare e valorizzare. M. Buonagura

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I nostri pensieri in … lingua

Formia, le 1er mars 2014 Cher Nathan, Comment ça va ? J’espère bien pour toi. Je t’écris pour te parler d’un argument très intéressant qui, pendant ces jours-ci, me fait réfléchir. Actuellement, à l’école, nous sommes en train de parler de discrimination, de racisme, c’est-à-dire l’attitude à défavoriser ceux qui ne nous ressemblent pas pour le traits physiques, le sexe, l’origine ethnique, la religion, la santé, la façon de penser … En effet, nous sommes tous différents, mais au même temps égaux parce que nous faisons partie de la même espèce et nous sommes constitués dans la même manière. Tu sais que souvent ces différences donnent naissances à des préjugés et alors .. le désastre ! Tu rappelles ce que ton frère nous a raconté à propos de ce qui s’est passé à la plage, l’été dernier, avec un pauvre chinois qui vendait des vêtements et qui a été traité très mal par certains « clients » qui prétendaient de payer moins ? Ils l’ont insulté violemment et odieusement, en se considérant supérieures !!! Pour eux, ils était sale, ignorant et incapable seulement parce qu’il était chinois. Ça signifie simplement avoir des préjugés ! Ils pensaient et parlaient mal de quelqu’un qu’ils ne connaissaient pas du tout. Et dans ta vie ? tu as assisté à des épisodes racistes Moi, oui ! un jour d’hiver, un de mes copain a battu son camarade noir. Je ne sais pas bien pourquoi, mais je sais que Luc considérait les personnes noires de race inférieure parce que ses parents le lui ont toujours dit. C’est un comportement qui devrait être punie par la loi, un délit. Nathan, il faut surmonter les préjugés ou s’adresser aux

organismes publics qui aident ces victimes. Je te disait qu’en classe on a lu des extrait d’un écrivain, TAHAR BEN JELLOUN. Il est né au Maroc en 1944. Il fait ses études de philosophie et psychiatrie à Paris, où il commence à écrire des livres. «Le racisme expliqué a ma fille» est l’un des plus connus. L’idée est née en allant manifester avec sa fille Mérième, de dix ans, le 22 février 1997, contre le projet de loi Debré sur l’entrée et le séjour des étrangers en France. Pour moi, cette loi est un injustice et pour toi ? Sa fille lui a posé beaucoup de questions sur l’argument et alors Tahar a dû trouver toujours la façon de lui faire comprendre les réponses qui n’étaient pas si faciles !!! Pense qu’il l’a réécrit une quinzaine de fois, avant de le publier pour trouver un langage adapte aux petits et le rendre abordable aux enfants entre 8 et 14 ans: incroyable mais vrai! Mais, Nathan, selon toi, pourquoi Tahar a écrit ce texte aux enfants, même si leur parents aussi pourront le lire ? Peut-être parce que … un enfant ne nait raciste ! Dans la préface du livre, Tahar a dit qu’on peut éduquer des

enfants, pas des adultes (rappelle les parents de Luc !!!). C’est un livre que je te conseille de lire, Nathan ! Excuse – moi si j’ai parlé beaucoup ! J’attends ta réponse. A bientôt !

Serge

S. Pettrone

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Et ils appellent ça le progrès ! … Dans la société multiraciale où nous vivons, malheureusement des gestes, des actes de racisme occupent encore des pages de quotidiens, dans la rubrique des faits divers. On lit continuellement ou on écoute au journal télévisé la description d’épisodes qui représentent des crimes, des délit visés à calomnier, à diffamer l’honneur de quelqu’un, comme par exemple ce qu’ont dû recevoir des footballeurs à la peau noir, pendant un match, au stade.

L’un des derniers épisodes graves de racisme a été ce qui s’est vérifié pendant la « Journée de la mémoire » à Rome cette année, quand on a retrouvé des têtes de porc dans des boîtes, sans le nom de l’expéditeur naturellement, adressées à la Synagogue, au Musée de Saint Egide où une exposition sur la culture juive était en train de se réaliser, et au siège de l’Ambassade d’Israël. Tout ça en signe de méprise total d’une catégorie de personnes condamnée, dans le monde entier, à subir des préjugés complètement inutiles. Naturellement le Président de la République a commenté et critiqué durement ce geste si scandaleux et a exprimé toute son indignation face à une action pareille.

Qu’est-ce qu’on peut dire ?! Je pense qu’une injustice faite à un seul homme est une menace faite à tous et que nul ne peut être heureux s’il ne jouit de sa propre estime. Donc, le conseil que je peux donner à tout le monde ( … moi comprise !) est simplement de faire du bien, car c’est grâce à telle conduite qu’on réussira à être toujours fiers de soi-même.

G. Matino III A

Et si j'avais un ami marocain?

Aujourd'hui à l'école nous avons parlé de discrimination et de racisme. A la fin du cours nous avons appris que ces deux mots sont considérés un délit que personne ne devrait subir. Nous pouvons vous dire que raconter aux lecteurs la situation particulière que nous avons vécue avec notre amie marocaine Ouiame pourra expliquer les états d’âme qu’on peut vivre, mais surtout les « leçons de vie » qui nous font grandir quand on a la possibilité de faire des rencontres pareils. Nous nous sommes connue à la mer l'année dernière. Elle a été adoptée par une

famille italienne à l’âge de trois ans. Elle est de taille moyenne, maigre, elle a les cheveux noirs, longs et frisés. C'est une jeune fille très sympa et drôle. Elle aime les couleurs lumineuse et faire du shopping. En fait, un samedi soir nous sommes sorties avec elle, nous sommes entrés dans une boutique mais un groupe de garçons s’est moqué de notre amie parce qu’elle était marocaine, donc pas comme nous. Pour nous il n'y avait pas de différences même si elle avait la peau brune, la bouche épaisse et … une façon de s’habiller plus … bizarre ! Après avoir réfléchi, grâce à cette situation vécue personnellement, on peut dire que ce qui ressemble un petit geste peu important pour certains peut provoquer un grand malaise pour d’autres personnes.

Enfin, on peut affirmer que le RESPECT est le lien de l’amitié et qu’il compte l’ESTIME de soi-même autant que le sentiment de la DIGNITE d’autrui.

Et rappelez : DIRE du mal, c’est FAIRE du mal.

A. Treglia, C. Di Nitto, C. Masiello

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La diversité : quelle richesse !

Selon moi, la diversité est une chose extraordinaire, c’est une chance pour l’humanité. Il faut rappeler qu’il y a ce qui nous met tous ensemble, en nous considérant égaux : la LOI ! Ça signifie que nous avons tous le même droit, le droit à la DIFFERENCE. La démocratie réelle est celle qui reconnaît l’égale dignité de chacun à poursuivre son

bonheur, indépendamment de sa naissance. Moi, personnellement, j’ai un nom et un prénom étranger parce que même si j’habite Formia et je suis italienne, mon origine est albanaise, mon père est albanais. Je me considère une fille très chanceuse parce que j’ai eu la possibilité, dans ma vie d’adolescente, d’avoir des échanges entre des cultures et des façons de vivre différentes.

Par contre, on assiste, quelque fois, à des scènes triste, comme celles qui se passent sur la plage quand un enfant noir s’approche d’un groupe d’enfants blancs pour jouer avec eux, mais il est éloigné, isolé et laissé seul. Tout ça est vraiment très triste : la discrimination qui commence à partir de cet âge-là ! … Alors je suis encore plus d’accord avec Tahar Ben Jelloun quand il affirme, dans la préface de son livre, qu’il faut eduquer des enfants à ne pas être raciste, pas des adultes qui ont déjà leurs idées toutes faites. C’est pourquoi, il suggère d’affronter la lecture de son texte dans les écoles, où on peut apprendre à trouver une raison valable pour adopter un comportement correcte dans toutes les circonstances de la vie.

Là où la démocratie a commencé Le 26 août 1789, après la Révolution française, a été signé un document très important: la Déclaration des Droits de l'Homme et du Citoyen

Dans ce document on trouve les points généraux qui seront développés par la première Constitution française. Sans aucun doute, ce texte universellement connu est un plier de

notre système juridique, politique et social.

. Le texte, composé de 17 articles, contient les revendications principales du peuple contre la Monarchie absolue pour la disparition des inégalités de l’Ancien Régime et proclame, donc, l'égalité en droits, la responsabilité des citoyens, la liberté de pensée, de religion et d'expression dont doit disposer tout être humain, dès sa naissance. Ce texte est aussi le fondement du droit constitutionnel moderne, basé sur la description des libertés de l'homme face à l'État.

Voilà les articles que je considère les plus importants: Article 1: Les hommes naissent et demeurent libre set égaux en droit. Les distinctions sociales ne peuvent être fondées que sur l’utilité commune. Article 4 : La liberté consiste à faire tout ce qui ne nuit pas à autrui (…) Article 10 : Nul ne doit être inquiété pour ses opinions, mêmes religieuses, pourvu que leur manifestation ne trouble pas l’ordre public établi par la loi. Malheureusement, en dépit de cette Déclaration, les droits humaines ne son pas toujours reconnus. Il suffit de penser aux deux guerres mondiales, aux persécutions et atrocités produites envers les juifs, aux maltraitements des émigrés ou des enfants travailleurs, aux barrières élevées devant le chemin fatiguant des handicapés … ou tout simplement aux actions de discrimination qu’on se réalisent dans une salle de classe, entre « amis » qui ne se comportent pas comme ça !

Je suis persuadée que le chemin de la vie est plein d’épines et que chacun de nous a la tâche, le devoir de protéger ses frères, même s’ils croient dans un Dieu différent ou s’ils ont des idées politiques opposées aux

nôtres. Vive la vraie démocratie ! Dyla Zyla III A

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Voilà quelques exemples de solidarité

Anne est une jeune fille infirmière, engagée dans sa troisième mission avec Médecins Sans Frontières. Elle fait partie d’une clinique mobile et se déplace chaque jour pour faire le tour des villages congolais. Là, on se présente, on s’installe, on soigne les

malades, mais aussi elle informe, prend des contacts avec les autorités locales et forme le personnel sur place. Quelque fois elle se trouve à faire face à des situations très pénibles et difficiles. C’est dure, mais très très satisfaisant : réussir à guérir, surtout des enfants, c’est un vrai bonheur !

, en France

Charlotte est une étudiante de la faculté de Médecine qui a décidé de prendre une pause dans sa vie et de partir en mission humanitaire. Elle s’est adressée à l’association «Les Enfants du Soleil » qui s’occupe des enfants des rues au Madagascar et est partie comme bénévole : sa tâche était d’enseigner le français

à ceux qui ne savaient pas écrire leur propre langue. Son expérience a été formidable : on peut affirmer que ça a été elle à apprendre par ses enfants, grâce à leur joie de vivre qui donnaient la force de continuer.Sébastien a commencé comme animateur bénévole dans un centre de vacances pour adultes handicapés, puis, grâce à des renseignements que des ami lui ont donnés sur l’association « Les enfants de la terre », il s’est lancé dans une expérience très dure qui l’a aidé à trouver sa voie professionnelle : travailler pour des ados porteurs d’handicaps moteurs. Cette organisation a pour but d’aider les enfants en détresse, quelles que soient leurs souffrances et leurs difficultés. Elle accueille les enfants dans des Maisons-Tendresse au sein desquelles ils trouvent réconfort et espoir. En parallèle, « Les Enfants de la Terre » créent un lien avec l’enfant hospitalisé qui se retrouve isolé par sa maladie et séparé de sa famille. Arlem Désir est un homme politique français connu dans les années 80 surtout comme président de SOS racisme, une association française créée en 1984, dont le but est la lutte contre le racisme, l’antisémitisme et plus généralement toutes les formes de discrimination. Le slogan officiel de cette association est Touche pas à mon pote né dans le but de promouvoir l'intégration des jeunes gens d'origine étrangère et spécialement maghrébine, dans le cadre du respect des différences.

LA REDACTION DE SCOOP « Ne faites pas aux autres ce que

vous ne voulez pas qu’on vous fasse » Une brève révision de quelques pages d’histoire ne fait pas mal pour viser à une vie moins pénible et plus agréable. Dans tous les coins du monde il existe des souffrances humaines dûes à de formes de discrimination. En Allemagne, par exemple, le racisme est adressé aux JUIFS persécutés par Hitler qui a donné naissance à des exterminations nazis unique au monde, pour sauvegarder la « race pure », celle aryenne considérée supérieureUn autre pays qui vit ce phénomène de discrimination est l’Amérique,

divisée en Amérique Latine et Amérique Anglo-Saxonne pour leurs différentes origines : la première a été colonisée par les espagnoles et la deuxième par les anglais. Ce continent était le lieu d’exportation des esclaves africains pour les travaux forcés. L’histoire de ce Pays a été bouleversée par un conflit racial entre NOIRS et BLANCS

à toutes autres races.

Encore, en se déplaçant, on arrive en Afrique du Sud où une minorité de Blancs a imposé des droits rigides à la population locale, en créant l’Apartheid, qui exclurait les Noirs du gouvernement Sud-Africain. Quoi dire de l’Italie où les déplacements des habitants du Sud vers le Nord ont provoqué toujours des incompréhensions à cause de manières de vivre et de conditions économiques si différentes ! Pour ne pas parler du phénomène de l’émigration de populations africaines vers les régions du Sud de l’Italie à la recherche d’un travail, d’un logement, d’une forme di vie … Encore aujourd’hui des formes de racisme se produisent dans tous les coins du monde, malgré les associations humanitaires, malgré l’existence de la Déclaration universelle des Droits de l’Homme. QUELLE HONTE !!! S. Pettrone, G. Caputo, A. De Santis Maggiacomo N. e G.

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LE NOSTRE INTERVISTE IM..POSSIBILI

Intervista im … possibile alla

Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen

Un salto indietro nel tempo, al 26 agosto 1789: ci spostiamo a Parigi dove andiamo ad intervistare i protagonisti di quel grande momento storico - Signori, membri dell’Assemblea Nazionale, buongiorno! - Bonjour à vous! Desiderate? - Vorremmo sapere da voi come è nata l’idea di questa Déclaration così importante per tutti noi. - Volentieri, ragazzi. Più che un’idea è stata la conseguenza di quegli eventi che voi tutti conoscete e

riconducibili alla grande Révolution Française! Bisogna fare però una precisazione … - Cioè? - Come sappiamo, leggi e norme scritte sono esistite fin dalla fondazione delle prime organizzazioni

statali, degli imperi e dei regni dell’antichità. - E quindi? - L’idea però di una Costituzione intesa come formulazione consapevole da parte di un popolo delle

proprie leggi fondamentali è una conseguenza recente e risale al XVIII secolo. - Ma perché? cosa c’entra la Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen con la Costituzione? - Ragazzi miei, basta leggere l’articolo 16 di tale documento francese per capire il lungo cammino che ha

portato alla elaborazione delle Costituzioni! - E cosa dice questo articolo? - Ascoltate: « Toute Société dans laquelle la garantie des Droits n’est pas assurée, ni la séparation des

Pouvoirs déterminée, n’a point de Constitution », cioè “Ogni società nella quale non sia assicurata la garanzia dei diritti e non sia determinata la separazione dei poteri, non ha una Costituzione”.

- Allora, da quanto capito, la Costituzione è un insieme di norme fondamentali che garantisce i diritti individuali

- … e istituisce la divisione dei poteri, cosa altrettanto importante! - Quindi i principali diritti della nostra Costituzione sono quelli enunciati dalla Dichiarazione del

1789 - Bravi, è proprio così! Sono diritti umani fondamentali e quindi irrinunciabili - Cioè? - La vita, la libertà e la sicurezza della persona! - Ma è vero che già nel 1215 si parlava di conquista di libertà personali? - Penso che vi riferiate alla Magna Charta Libertatum, concessa dal re inglese Giovanni Senza Terra dove

già si affermavano alcuni diritti alla libertà - Ad esempio? - Ad esempio: tutela delle libertà cittadine, diritto ad un’equa giustizia, diritto ad un processo prima della

condanna … - Interessante! - E poi gli stessi principi di libertà vennero invocati nel XVIII secolo dalle tredici colonie americane. Come vedete, il cammino è stato difficile ma alla fine i risultati si sono visti - Bene, torniamo ora a Parigi … Raccontateci! - Sicuramente quella notte del 26 agosto nessuno la dimenticherà … L’emozione era tanta quanta la determinazione di ognuno di noi … quella notte veniva discussa ed approvata da noi membri dell’Assemblea Nazionale Costituente la Déclaration des droits de l’homme et du citoyen! Capite? Il documento più famoso e innovativo della Rivoluzione, destinato a diventare

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un riferimento per tutti i regimi liberali e democratici della storia contemporanea. - E il 1791 le ricorda qualcosa? - Certamente! In quell’anno la Déclaration fu posta come apertura alla Costituzione approvata

dall’Assemblea Costituente. Ma voglio dirvi un’altra curiosità, se già non ne siete al corrente … - Che cosa? Che cosa? - Nel 2003, vostro secolo, l’UNESCO ha inserito la Déclaration nell’elenco delle - E che cos’è?

Memorie del mondo

- E’ un programma dell’UNESCO fondato nel 1992 e volto a individuare e tutelare archivi e documenti storici.

- Interessante! Ma lo sa che anche noi festeggiamo la Giornata mondiale dei Diritti umani? - Vi riferite certamente alla giornata che si celebra il 10 dicembre, in ricordo del documento firmato

sempre a Parigi nel 1948, dove l’ONU firmò la seconda Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, riguardante, questa volta, non un solo paese ma tutta l’umanità.

- È così! - Bene, come vedete l’uomo è sempre al centro dei momenti storici più importanti. Anche questo

documento è frutto di elaborazione umana centenaria - Una curiosità: visto che oggi le donne occupano ruoli importanti nella società, c’è stata qualche

donna che andrebbe ricordata anche nell’elaborazione di questa così importante Dichiarazione? - Eccome! Ricorderete certamente il grande presidente americano Franklin Roosevelt. Ebbene sua moglie,

Eleanor Roosevelt, nel 1945 dopo la morte del marito, fu invitata dal nuovo presidente Truman a diventare rappresentante per i Diritti umani presso la commissione delle Nazioni Unite.

- Ma guarda! - Si, finita la guerra lei si impegnò per la ratifica e l’approvazione definitiva della Dichiarazione

Universale dei Diritti dell’Uomo da parte delle Nazioni Unite che arrivò il 10 dicembre 1948 con solo otto astenuti. Si affermò, in tal modo, il diritto all’uguaglianza a livello internazionale per tutte le persone, indipendentemente dalla razza, credo o colore.

- Grande donna, quindi! - Non ci sono dubbi! - Valori certamente indiscutibili e importanti per tutti noi! Grazie e arrivederci per una prossima intervista. - Arrivederci ragazzi. Voglio salutarvi con le belle parole dei Eleanor Roosevelt: - “Fa ciò che senti giusto nel tuo cuore, poiché verrai criticato comunque. Sarai dannato se lo fai,

dannato se non lo fai.” Impegnatevi, quindi sempre per il bene comune, mi raccomando. - Faremo del nostro meglio. lo promettiamo! A presto - A bientôt

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Intervista im … possibile alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo

Salve, siamo dei ragazzi di Scuola Secondaria di I grado e ci domandavamo se era possibile avere una conversazione con lei. Ad essere sinceri, volevamo farle un’ intervista, proprio per saperne di più, ma l’emozione è enorme e potrebbero venir fuori delle domande per lei superflue o poco profonde …

− Ma ben volentieri, ragazzi! E sappiate che è con vero piacere che risponderò alle vostre curiosità, proprio perche siete dei giovani e avete il diritto di sapere per riuscire a comportarvi sempre nel rispetto di tutti. Allora … cominciamo?

− Certo. Quando e dove è nata? − Sono nata il 10 dicembre 1948 a Parigi. − Da chi è stata realizzata? − Sono un Documento storico molto importante prodotto dagli Alleati sull'onda dell'indignazione per le

atrocità commesse nella Seconda guerra mondiale, la Dichiarazione fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto del 1945.

− Ma cos’è, precisamente? − Sono un codice etico di importanza storica fondamentale. − Come ci si sente ad essere un documento cosi importante e determinante per la vita di tutti? − Beh, sarebbe meglio essere una persona qualunque, confondersi tra la folla … ma poi ci si rende conto

di quanto valore abbiano le parole dichiarate, i principi che evoco e che faccio rispettare. − A volte le capita di sentirsi a disagio in mezzo ad altri atti importanti come lei? − Assolutamente no: ognuno ha la sua storia che viene raccontata ogni giorno. − Da quanti articoli è composta? − Sono composta da 30 articoli. Credo sia opportuno, a questo punto, citarne alcuni e sottolinearne

l’importanza. Il primo e il secondo, ad esempio, stabiliscono i concetti basilari di libertà ed eguaglianza, già sanciti dalla RIVOLUZIONE FRANCESE ben duecento anni prima; l’articolo 3 racchiude tutto quello che occorrerebbe tener sempre presente, in ogni istante della propria vita … e di quella degli altri. Ascoltate: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. Cosa dire di più? Gli articoli 12-17 sanciscono i diritti dell'individuo nei confronti della comunità, e ancora il 18 e il 21 assicurano le cosiddette "libertà costituzionali", quali libertà di pensiero, di opinione, di fede e di coscienza, di parola, di associazione pacifica dell'individuo; gli articoli 22 e 27 considerano i diritti economici, sociali e culturali dell'individuo. Non poteva concludersi con degli articoli 28 e 30 necessari per stabilire le modalità generali di utilizzo di questi diritti, gli ambiti in cui non possono essere applicati, e ribadire il concetto che essi non possono essere ritorti contro l'individuo.

− Secondo lei, i giovani la rispettano oppure no? − A mio avviso direi di si, i giovani mi rispettano, anche se a volte non pensano a ciò che fanno finendo

così molto spesso per dimenticarmi. − Grazie mille per aver passato un po’ di tempo con noi, concedendoci questa piacevole …

chiacchierata. − Il piacere è stato tutto mio, ve lo assicuro: avere degli interlocutori così attenti non può che rendermi

felice. − Prima di salutarci, avrebbe un consiglio da dare a tutti noi? − Beh, sappiate che occorre sempre lottare per il rispetto dei diritti dell’uomo perché bisogna tenere a

mente, e ricordare agli altri, che la vita è preziosa e va vissuta sapendo di poter sempre render conto della propria condotta e dirittura morale. Buonagura-Ciulla-Conte-Finizio-Ferrillo-Marfella

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UNESCO IN … ARTE

difensori dei diritti Tutti i disegni effettuati sono stati riportati in apposito power point

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Il circle time – Un aiuto per comprendere i diritti! E’ stata un’esperienza nuova ed emozionante che ci ha fatto comprendere le nostre emozioni. I temi trattati a volte sono stati complessi e tragici così grazie a questa metodologia didattica tutto ci è sembrato più semplice e adatto a noi. Ogni volta in presenza della Psicologa e dei nostri Professori ci mettevamo in cerchio e dopo aver letto i testi cominciavamo a discutere e a confrontare le nostre opinioni. Beh! Dobbiamo dire la verità…all’inizio eravamo perplessi ma poi ci siamo divertiti e abbiamo appreso tanto. Ognuno di noi ha compreso le emozioni principali di ogni essere umano: la rabbia quando abbiamo letto il brano di Malcom X; la paura quando abbiamo commentato il brano tratto dall’amico ritrovato di Fred Uhlman; il dolore per alcune idee scaturite dai nostri compagni e infine la gioia quando abbiamo condiviso insieme i nostri pensieri senza deridere i nostri amici ma sostenendoli e rispettandoli. Il circle time ci ha insegnato a potenziare le nostre abilità sociali come rispettare il turno di parola; ascoltare i pensieri degli altri in silenzio; condividere con i compagni anche opinioni differenti; sostenere chi aveva timore ad esprimere le proprie emozioni. Siamo stati un vero gruppo che all’inizio aveva timore di parlare ma grazie al supporto degli esperti abbiamo messo in pratica ciò che abbiamo studiato. Anche tra di noi ci siamo rispettati e abbiamo apprezzato le diversità. Dobbiamo rivolgere un grazie all’Unesco che ci ha permesso di integrare i nostri programmi con tematiche e strategie didattiche nuove e attuali.

I RAGAZZI DELLA IIIA

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IL NOSTRO LAVORO Il lavoro è stato svolto con gli alunni delle classi IIF e IIIA. E’ stato un lavoro interessante ed educativo che ha fatto comprendere ai ragazzi gli atteggiamenti e i comportamenti da utilizzare e da mettere in pratica per una migliore Convivenza Civile. Hanno appreso nuove parole che hanno cambiato il loro modo di vivere e di stabilire contatti con gli altri. Essenziali per lo svolgimento delle tematiche sono stati il Circle time e il cooperative Learning.Nel circle time condotto in presenza di un esperto dell’età evolutiva si sono affrontate diverse tematiche unescane e poi le emozioni scaturite le hanno rielaborate discutendo e confrontandosi. Il cooperative Learning ha permesso di condividere insieme il lavoro potenziando le abilità sociali. Hanno compreso soprattutto cosa vuol dire solidarietà e differenza. L’umanità infatti non è formata da individui tutti uguali. Fortunatamente non è così e qualsiasi tentativo di suddividere l’umanità in gruppi omogenei non può che sfociare nella “pulizia etnica” con tutti i suoi orrori. Il lavoro è servito proprio a renderci consapevoli che tutti i problemi della società vanno risolti in maniera tale che la parità di diritti delle persone di culture diverse resti il fondamento di tutte le altre libertà. Abbiamo compreso che dobbiamo batterci per questo valore fondamentale facendolo nelle conversazioni private, nell’insegnamento, in ciò che scriviamo e se necessario anche con la forza della legge. Dobbiamo ribadire con convinzione che tutti noi siamo “unici” e per questo differenti. Ma è proprio questa diversità che ci rende “Speciali”. I Docenti G. D’Ettorre – G. Nocella – A. Soccorso