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Eros Dei 1

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Il rapporto d'amore tra le divinità e gli esseri umani nei miti più conosciuti del mondo greco.

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Ganimede era un giovane mortale talmente bello da suscitare l’ammirazione e l’invidia da parte degli dei.

Zeus se ne invaghì e lo rapì al padre per portarlo nell’Olimpo e farne il coppiere degli dei e lo risercì regalandogli dei velocissimi cavalli (cfr. Iliade, V)

Le modalità del rapimento presenta alcune varianti: nella iconografia iniziale Zeus è rappresentato in forma umana mentre pone una mano sulla spalla del giovinetto che lo guarda atterrito. In seguito prevalse la leggenda che a rapirlo fu un aquila inviata da Zeus oppure lo stesso dio

trasformato in aquila( trapezoforo)

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Il mito non fa altro che confermare quanto già detto in precedenza della consuetudine

del mondo greco circa l’educazione dei giovani e l’intervento del padre degli dei conferisce all’istituzione della pederastia

un’autorevole paternità.Zeus è l’amasio ufficiale di Ganimede

Il mito visto dal Correggio

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Il “Ganimede” di Fogg

Interessante rimane la testimonianza su un’anfora che contrappone la scena precedentemente descritta ad una scena coniugale in cui Zeus ed Era sono colti in un momento di intimità domestica, quasi a ribadire che la pederastia non fosse in contrasto con l’istituzione familiare e coniugale

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“Leda e il cigno” di Michelangelo

Zeus si innamorò di Leda, moglie del re di Sparta Tindaro. Per avvicinarla il padre degli dei, esperto trasformista, ricorse al trucco di trasformarsi in un cigno che, inseguito da un’aquila andò a rifugiarsi presso Leda che, per proteggerlo, lo nascose tra le gambe sotto la veste. Ciò che accadde dopo è prevedibile

All’uomo era permessa la trasgressione, la donna cedeva ingannata e salvaguardava la propria dignità offesa.

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“Leda e il cigno” di Leonardo

Dall’unione nacquero Elena di Troia, Clitemnestra, moglie di Agamennone e i Dioscuri Castore e Polluce

“Leda e il cigno” di Armani

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Una realizzazione moderna composta da luci al neon che coglie in modo esplicito l’accoppiamento tra il cigno/Zeus e Leda, ben lontano dal bassorilievo in marmo del II sec. d.C.

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Europa, giovane figlia del re di fenicia, stava giocando tra i fiori di un prato quando le si avvicinò un toro dal colore stupendo e dal profumo di zafferano. Affascinata dalla bestia che le si era accucciata accanto, la giovane montò in groppa, ma in realtà quel toro era Zeus che innamoratosi della fanciulla aveva deciso di tramutarsi in toro per rapirla. Con Europa sulla groppa attraversò il mare e si recò a Creta dove le Ore avevano preparato il letto nuziale

“Europa e il toro” di Veronese

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“Le fanciulle amiche di Europa assistono al rapimento” di Tiepolo

Sarpedonte Minosse : per il senso di giustizia fu reso immortale e messo a giudicare le anime dei defunti Radamanto : anche lui fu reso immortale per i suoi meriti, per sfuggire all’ira di Minosse si recò in Beozia dove sposò Alcmene

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Una rappresentazione moderna del ratto di Europa (autore Orbetto, XX sec). Il toro in realtà è un bufalo delle praterie americane e Europa, nuda e con la cavalcatura a pelo, sprigiona forte sensualità

Ancora un rapimento di una fanciulla e la forza animalesca del maschio che sovrasta. Desideri nascosti di virilità prorompente ? Voglia di evasione ?

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Mirra, una principessa assira figlia di Theios, si innamora di suo padre al punto di giacere con lui usando uno stratagemma per non farsi riconoscere. Scoperto il fatto il padre andò su tutte le furie e la fanciulla per sfuggire alla sua ira si tramuto nell’albero di mirra

Dopo dieci mesi da una fenditura dell’albero nacque un bel bambino, talmente bello che Afrodite e Persefone vollero allevarlo. Nacque tra le dee una lite e Zeus decise di affidare il bambino per quattro mesi ad una, quattro all’altra e quattro libero.

(Tiziano)

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(“Venere e Adone” – Caravaggio)

Adone, frutto dell’incesto, è il simbolo dell’alternarsi del raccolto, che nasce e muore (Persefone); mentre una variante al mito vuole che Adone, amante di Afrodite, fosse attaccato e ucciso da un cinghiale

Adone : bello e sessualmente sfrenato (nato dalla mirra) Cinghiale : forza della natura Pianta della lattuga sotto cui tenta di nascondersi : simbolo dell’impotenza

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(“Venere e Adone”

L’incesto dunque, in una società “permissiva” come quella greca era apertamente condannato e la morte del giovane venne celebrata durante le feste Adonie in Atene come fine dell’estate con danze e canti funebri accompagnati dal suono lamentoso di flauti

Quanto inoltre fosse importante il messaggio didascalico relativo all’ incesto basti citare il mito di Edipo

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“Atteone e Artemide” - Tiziano

Atteone era un eroe tebano indomito cacciatore (istruito dal centauro Chirone). Durante l’inseguimento di un cinghiale il giovane capitò presso un laghetto, dove Artemide e le Ninfe stavano facendo il bagno. Quando la dea vide il giovane, presa dalla vergogna e dall’ira, gli gettò addosso l’acqua del lago e il giovane fu mutato in cervo. Poi fu assalito dai suoi stessi cani e dilaniato.

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Non tutte le divinità erano disponibili ad avere rapporti con i mortali; Artemide, gelosa della sua verginità, si vendica immediatamente del giovane che ha osato guardarla nuda, mentre faceva il bagno (ricordiamo l’episodio di Tiresia e di Afrodite). Viene ribadito il concetto di segregazione.

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Quale leggenda più famosa di quella di Apollo e Dafne ? Celebre la statua del Cellini che ripropone il mito di Apollo che, invaghitosi della bella ninfa, la insegue e la fanciulla vistasi persa chiede al padre Nereo di trasformarla in albero (dafne = alloro). E la statua immortala proprio questo momento

Inseguimento e senso del possesso maschile nei confronti della donna che non può sottrarsi alla violenza e al desiderio.

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Nel vario universo delle divinità minori spicca la figura di Pan e dei Satiri. Figlio di Zeus e di una ninfa, Pan era la divinità dei boschi e delle greggi, raffigurato come mezzo uomo e mezza capra; era simbolo della fertilità e della virilità.I Satiri, figli di Dioniso e di una Naiade, avevano lo stesso aspetto di Pan e spesso erano raffigurati in scene di accoppiamento con le ninfe dei boschi. Anch’essi simboleggiavano la sessualità animalesca

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Museo Archeologico di Atene

“Afrodite con un satiro”

Spesso accostato a bellissime ninfe o dee, queste divinità minori furono il simbolo della virilità e della violenza sessuale, sfrenata e animalesca

Il mondo romano, come vedremo in seguito, esasperò questo aspetto, tanto che il desiderio sessuale sfrenato viene spesso accostato al termine “satiro”

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Zeus sotto forma di nebbia si unisce a Io

Afrodite e Ares visti dai RinascimentaliUn satiro moderno

circondato da sensuali fanciulle