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Favole su ordinazione il lungo-viaggio-della-campana-stonata

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Marzo 2011 - Fiaba per Francesco Di Nardo Il lungo viaggio della campana stonata In un paesino piccolino, c’era una Chiesa con un grande campanile che ospitava quattro campane in bronzo. E’ il paesino dove abitava Francesco, un bellissimo bambino di tre anni che, fino a poco tempo fa, viveva vicino alla chiesa e amava moltissimo quelle campane che suonavano libere in ogni momento. Non c’era, infatti, un tempo preciso nel quale dovevano eseguire i loro rintocchi; le quattro campane potevano decidere liberamente quando sbizzarrirsi e danzare a festa. Il loro suono giungeva inaspettato sia di giorno, sia di notte e Francesco ne era felice. Né a lui, né alla sua mamma Carlotta disturbava quel rintocco e anzi, Francesco chiamava le sue amiche, quando si sentiva triste e desiderava avere compagnia. Mamma Carlotta e papà Christian, danzavano con lui tutte le volte che le campane suonavano e sembravano davvero buffi in mezzo agli altri, perché inaspettatamente, li vedevi saltellare e fare un girotondo finché il suono non smetteva. Quando papà Francesco tornò dal lavoro quel fatidico giorno di Febbraio e disse a mamma Carlotta che si sarebbero trasferiti, furono felici ma pensarono anche a quanta nostalgia avrebbero provato senza le loro amate campane. Fu così che un fabbro, amico di Francesco, decise di costruire una campana da regalargli perché la portasse con sé, nel nuovo paese. Si mise al lavoro e con tutto il suo impegno, creò la più bella campana che aveva mai fatto. Era davvero particolare, piccola, ma meravigliosamente arricchita di preziosi decori in rilievo: Aveva un bordo sottile e uno strato d’oro come rifinizione.

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Quando il fabbro la forgiò, non pensò al suono che la campana avrebbe dovuto produrre focalizzandosi sull’aspetto esteriore e sulla sua bellezza. Fu così che la campana nacque splendida ma incapace di cantare e addirittura stonata. Quando, infatti, il batacchio colpì per la prima volta il sottile strato di bronzo, l’oro che la ricopriva attutì le vibrazioni sonore e la campana emise un suono stridulo che non assomigliava per niente a quello di una campana seria. La campana fu regalata lo stesso alla festa d’addio alla Famiglia Di Nardo, che la ripose in un angolino della casa, come soprammobile. Alla fine di Marzo, Francesco partì con i suoi genitori alla volta di Dubai, un paese lontano dove c’è caldo tutto l’anno e si può fare il bagno anche d’inverno. Francesco a cui interessava essere insieme a mamma e papà, dimenticò per un po’ le campane perché era troppo preso dal mare, dalla spiaggia, dalle altalene e dai gonfiabili. Dopo qualche mese, però, la nostalgia delle sue campane si fece sentire. Francesco non sapeva che senza che se n’accorgesse, la piccola campana si era infilata nella sua valigia ed era arrivata nel nuovo paese e da allora aveva preso lezioni di canto all’insaputa della famiglia Di Nardo. Lei era nata per far felice quella famiglia e non poteva abbandonarli. La piccola campana aveva fatto una promessa a se stessa e ogni giorno da quel lontano Febbraio, si esercitò con vocalizzi difficilissimi per riuscire nell’impresa per la quale era nata: emettere un bel suono. Quando la piccola campana vide Francesco piangere, si sentì talmente triste che decise di uscire allo scoperto e organizzò un incontro con la mamma e il papà di Francesco. Si incontrarono ai giardini e mentre mamma Carlotta e papà Christian stavano seduti su una panchina, la piccola campana si fece coraggio e iniziò a cantare. Il suono era molto particolare ma bello, nuovo per una campana. Assomigliava ad una voce umana.

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Carlotta e Christian si guardarono stupiti ed entrambi, nello stesso momento, ebbero la stessa idea: portarono la campana sul campanile vicino alla loro casa e le chiesero di suonare per Francesco. Da allora, cinque volte al giorno, alla stessa ora, la piccola campana, ricoperta dalla lamina d’oro suona per Francesco. Ha cambiato nome in quel paese. Lei ora si chiama Imam. Ogni giorno, per cinque volte, la piccola Imam, gli porta la voce e un po’ di felicità. Se andrete a Dubai, dall’alto del campanile, la sentirete cantare. Nessuno è solo, quando ha un’amica campana e Francesco ne ha una speciale.