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Il ghetto di Roma è tra i più antichi al mondo, venne istituito il 12 luglio del 1555 da papa Paolo IV con la Bolla " Cum nimis absurdum " (Poiché è oltremodo assurdo ) che revocava tutti i diritti concessi agli ebrei romani fin dall'epoca imperiale. Li escluse,così, dal possesso di beni immobili, era consentito solo il commercio degli stracci e dei materiali riciclati . Vietò ai medici ebrei di curare cristiani. Gli uomini dovevano sempre essere riconoscibili indossando un berretto di colore giallo, per le donne era prescritto un velo o uno scialle dello stesso colore . La bolla sancì inoltre la costruzione di appositi ghetti entro i quali gli ebrei avrebbero dovuto vivere e portò alla creazione del ghetto di Roma (chiamato allora serraglio degli ebrei) nel rione di Sant’Angelo accanto al Teatro Marcello (costruito nel 13 a.C da Augusto per il nipote Marcello morto). Il Ghetto

Ghetto

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Il ghetto di Roma è tra i più antichi al mondo, venne istituito il 12 luglio del 1555 da papa Paolo IV con la Bolla " Cum nimis absurdum " (Poiché è oltremodo assurdo ) che revocava tutti i diritti concessi agli ebrei romani fin dall'epoca imperiale. Li escluse,così, dal possesso di beni immobili, era consentito solo il commercio degli stracci e dei materiali riciclati . Vietò ai medici ebrei di curare cristiani. Gli uomini dovevano sempre essere riconoscibili indossando un berretto di colore giallo, per le donne era prescritto un velo o uno scialle dello stesso colore .La bolla sancì inoltre la costruzione di appositi ghetti entro i quali gli ebrei avrebbero dovuto vivere e portò alla creazione del ghetto di Roma (chiamato allora serraglio degli ebrei) nel rione di Sant’Angelo accanto al Teatro Marcello (costruito nel 13 a.C da Augusto per il nipote Marcello morto).

Il Ghetto

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Agli Ebrei era consentito professare la propria religione solo all'interno del ghetto e dal momento che uno dei divieti dell'epoca consisteva nella proibizione di avere più di una sinagoga, vennero allestite in un unico palazzetto cinque locali, incorporando sotto un unico tetto cinque diverse congregazioni. Le discriminazioni degli Ebrei c'erano sempre state, nel 1215 un concilio stabiliva che gli ebrei non potevano ricoprire cariche pubbliche e nel 1466 venne istituita l'usanza delle "corse degli Ebrei " nella quale gli Ebrei dovevano correre lungo Via del Corso mentre gli venivano gettate delle palle di fango proprio in segno di disprezzo. La parola ghetto è utilizzata a partire dall’inizio del sedicesimo secolo e deriva dal veneziano “ghèto”, che significava fonderia (il luogo dove si “gettava” il metallo). Il termine in un primo momento veniva utilizzato per indicare il quartiere delle fonderie di Venezia , dove si erano stabiliti gli Ebrei.

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Il termine in un primo momento veniva utilizzato per indicare il quartiere delle fonderie di Venezia, che era quello dove si erano stabiliti gli ebrei, oppure deriva da un verbo greco che significa separare. Dopo trentuno anni, il 6 ottobre 1586 papa Sisto V emana una bolla “motu proprio Christiana pietas” con cui revoca alcune restrizioni e amplia il quartiere, che arriva a misurare tre ettari. Più di due secoli dopo, nel febbraio 1798, le truppe francesi entrano a Roma. Proclamata la prima Repubblica romana, il comandante Berthier annuncia la parità dei diritti degli ebrei e la loro piena cittadinanza. Nel 1814 però Pio VII decreta che gli ebrei vengano nuovamente rinchiusi nel ghetto. Nove anni dopo, nel 1823, papa leone XII ne amplia la superficie ma solo il 17 Aprile del 1848 Pio IX ordinerà di abbattere il muro.

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L’anno successivo, nel giorno della Pasqua ebraica, viene proclamata la Repubblica romana e gli ebrei saranno finalmente emancipati. Purtroppo, però, caduta la debole Repubblica, lo stesso Pio IX obbliga gli ebrei a rientrare nel ghetto, anche se il muro non viene rialzato. L’abolizione totale si avrà solo nel 1870 a seguito della breccia di Porta Pia, quando Roma viene annessa al Regno d’Italia e termina il potere temporale dei papi. Da allora gli ebrei romani si sono stabiliti anche in altre zone della città, ma sono sempre rimasti legati all’area del vecchio Ghetto.

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Le chiese di Roma sono diverse centinaia, la loro storia accompagna quella della città da diciassette secoli, segnandone la storia religiosa, sociale ed artistica.

1)Basiliche papali 2)Le “sette chiese” 3)Chiese palleocristiane e

medievali 4)Chiese gotiche 5)Chiese rinascimentali 6)Chiese barocche 7)Chiese moderne 8)Santuari e abbazie

  

Le chiese di Roma

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Dopo il periodo di tolleranza dei primi secoli e le persecuzioni del III secolo,l'imperatore romano Costantino I permise ai cristiani di avere i propri luoghi di culto: le prime chiese ebbero origine nei luoghi in cui i primi cristiani si incontravano in privato o in segreto, che si dividevano in:

-Case di privati cittadini, che ospitavano incontri dei fedeli (oratoria, oracula)

- Luoghi in cui si faceva carità ai poveri, erano le cosiddette "diaconìe. Le diaconìe più grandi avevano diversi diaconi, dei quali uno era il responsabile generale e prendeva il nome di "arcidiacono“

-Case che possedevano un titulus, e che erano dette anche domus ecclesiae, "casa dell'assemblea", da cui "chiesa".

Tra le chiese romane troviamo una piccola

chiesetta la, CHIESA DI SAN GREGORIO

Storia delle chiese romane

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San Gregorio della Divina Pietà è una piccola chiesa di Roma che si trova nel Rione Sant‘Angelo. Sant‘Angelo è l’undicesimo rione di Roma vicino alla Sinagoga. È detta anche San Gregorio al Ponte Quattro Capi o Pons Judaeroum, per la vicinanza col ponte omonimo o anche San Gregorietto ai Quattro Capi. La sua origine è antichissima ma se hanno notizie esatte dal 1403. Fu edificata sulle case della gens Anicia , e più tardi fu chiamata Frangipane e dedicata a San Gregorio perchè nelle vicinanze il padre del santo possedeva una casa. La gens Anicia era una gens romana presente dalla fine del IV secolo a.C fino al VI secolo d.C. Il primo membro illustre della gens fu Lucio Anicio Gallo, console nel 160 a.C. Questa gens annovera tra i suoi membri tre pontefici: Felice III, Sant’Agapito e Gregorio Magno.

Chiesa di San Gregorio della divina Pietà

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Nel 1729 la chiesa fu restaurata, per incarico di papa Benedetto XIII Orisini di Gravina, dall'architetto Barigioni. La facciata e’ a due ordini. Da notare nel primo, sopra il portale, un ovale con cornice in stucco con la raffigurazione di una crocifissione opera di Etienne Parrocel. L'interno presenta con una sola navata,vi si conserva il San Filippo Neri in estasi di Andrea Casali.

Sugli altari di destra e sinistra troviamo dipinti risalenti alla metà del settecento , mentre sull'altare maggiore c’e’ una seicentesca «Madonna della Divina Provvidenza» opera di Gilles Hallet. Data alla congregazione degli operai della Divina Pietà, il nome è ancora presente, sul lato destro della chiesa. La Congregazione degli Operai della Divina Pietà era una delle numerosissime congreghe romane dedite alla beneficenza, approvata da Innocenzo XI nel 1680.

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Missione della congregazione era l'assistenza a famiglie di buona condizione cadute in disgrazia,che avrebbero preferito sopportare la fame anziché ‚ mendicare per le strade. L’attività veniva condotta con grande discrezione e pare essere ancora viva, stando almeno alla scheda del Vicariato di Roma, che la indica presieduta da un monsignore quasi centenario, e anche alla scheda della Regione Lazio, che ne riconferma la ragione sociale nella distribuzione di "Sussidi alle persone nobili e civili dimoranti in Roma". Ai lati si conservano due curiose buche: su una si legge ancora la scritta: "Elemosina per povere onorate famiglie e vergognose", la seconda veniva utilizzata invece per l'inserimento dei bigliettini su cui si segnalava il nome delle persone bisognose. Nel 1858 fu restaurata nuovamente e vi fu apposta sulla facciata una iscrizione bilingue, ebraica e latina, con un passo della Bibbia, il “cartiglio”, che prima si trovava in un’altra parte del ghetto davanti ad uno dei cancelli ora scomparso.

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L'elemosiniera per le povere onorate famiglie vergognose

Doppia Inscrizione sulla porta della chiesa di San Gregorio della Divina Pietà

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La chiesa di San Gregorio, infatti, è famosa perché vi si tenevano le prediche obbligatorie che venivano imposte, durante il regno Pontificio, agli ebrei, ( questa è stata l’ultima delle chiese usate per le messe coatte). Nel 1572 papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, impose agli ebrei romani l'obbligo di assistere settimanalmente, nel giorno di sabato, a prediche al fine di convertirli alla religione cattolica. Le prediche si tennero, nel

corso dei secoli, con risultati molto modesti, in sedi diverse, tra le quali: Sant'Angelo in Pescheria, San Gregorio al Ponte Quattro Capi (ora San Gregorio della Divina Pietà) e nel Tempietto del Carmelo. Secondo un'antica tradizione gli ebrei si preparavano all'ascolto tappandosi le orecchie con la cera. L'obbligo fu revocato da Pio IX nel 1848. Attualmente chiusa per restauro è una chiesa non parrocchiale.

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Realizzato da:

Antal Petronela

La Maestra Ilaria

Tomei Arianna