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GIUSEPPE UNGARETTI
“ Il sentimento del tempo “
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
29 ottobre 2015Maria Ilaria Balducci
Il BAROCCO nella modernità la modernità del BAROCCO:
e Giulia Massimi , Giulia Volpe, Leonardo Rosignoli , Eleonora Russo
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
1921: ritorno a Roma e immersione tra le architetture e i capolavori dell’arte del Seicento
BAROCCO
Roma è vista come la città barocca per eccellenza, e come la
città eterna ove non esistono leggi temporali, città incapace di tramontare nel tempo.
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
è il termine utilizzato dagli storici dell'arte per indicare lo stile dominante del XVII secolo. Il suo significato originario, dallo spagnolo barrueco., di "irregolare, contorto, grottesco e bizzarro", è stato ora ampiamente riveduto. Lo stile barocco ha fondamenti negli ultimi anni del XVI secolo, ma nasce a
ROMA intorno al terzo decennio del Seicento.
BAROCCO
interessato non all’armonia e all’ordine della natura quanto piuttosto all’
il Barocco
ANOMALIA, ECCEZIONE , DIFETTO
recenti scoperte scientifiche
esistenza di nuovi continenti popoli e razze diversi dagli Europeila Terra gira intorno al Sole la Luna è geologicamente simile al nostro pianeta
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il Barocco
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L’intero sistema conoscitivo entra in crisi e il vuoto viene colmato attraverso la ricerca e la sperimentazione, in un clima di tensione e dubbio che stimola la riflessione critica e cerca nuove basi per le certezze individuali e collettive.
Arte e letteratur
a
FINZIONE Solo l’uomo capace di dominare e guidare la finzione sarà anche in grado di risolvere gli inganni che la realtà in cui vive produce quotidianamente.
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ANALOGIE, METAFORE, SIMBOLI
permette all’artista di intuire ciò che i sensi e la ragione non sanno decifrare
scrittore barocco fondamenti delle nuove
coordinate conoscitive
ANALOGIA
SIMBOLO
in quanto adeguato a spiegare fenomeni sfuggenti
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L’autore sovrappone concetti apparentemente distanti favorendo nel lettore un’immediatezza di comprensione e creando in lui
STUPORE
MERAVIGLIA
METAFORA
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Presa di distanza dal modello di poesia di Petrarca. Cambiamento nelle forme e nei contenuti. Ampliamento delle tematiche I vecchi temi sono riproposti in nuove forme Frequente il riferimento alla caducità della vita, alla relatività delle cose e allo scorrere del tempoIl linguaggio si fa più raffinato,Si fa ampio uso di metafore e il fine ultimo della poesia diventa suscitare stupore nel lettore.Struttura lessicale più complessa.
LETTERATURA DEL BAROCCO
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I contributi più interessanti, che affrontano il rapporto di Ungaretti col Barocco, ripercorrendo le stesse strade di appropriazione dell’essenza del periodo da parte del poeta: dal Barocco romano al periodo brasiliano,dalle traduzioni alla poesia dell’autore stesso.
Francesca Bernardini Napoletano, Il barocco romano e la poesia di Giuseppe Ungaretti, in Giuseppe Ungaretti e la cultura romana. Atti del convegno (13-14 Novembre 1980), a cura di Rosita Tordi, Roma, Bulzoni, 1983, pp. 143-59;
Ungaretti e il Barocco. Testi e problemi. Atti del seminario internazionale di studi, Fondazione “La Sapienza” – Giuseppe Ungaretti (Roma, 28 Maggio 1999), a cura di Alexandra Zingone, Firenze, Passigli, 2003;
Noemi Giachery, I volti del barocco, Emerico Giachery, Il barocco e Roma, in Emerico e Noemi Giachery, Ungaretti verticale, Roma, Bulzoni, 2000, pp. 131-50
Davide Luglio, Barocco oracolare. Antiche origini della nozione di Barocco nella poetica ungarettiana, in «Letteratura e arte», 2006, 4, pp. 163-73;
Daniela Baroncini, Ungaretti barocco, Roma, Carocci, 2008
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Daniela Baroncini, Ungaretti barocco, Roma, Carocci, 2008
La riflessione di Ungaretti sul BAROCCO viene inquadrata nella temperie del neobarocco europeo. L’intima sintonia del Barocco con «la tormentata sensibilità contemporanea» avverrebbe sotto diversi punti di vista: in primo luogo, si avverte che il clima di angoscia del Seicento è quello in cui l’autore novecentesco può più facilmente trovare dei precedenti. In secondo luogo, vengono sottolineate, non più come qualcosa di artificiosamente negativo,
L’IMMAGINAZIONE E LA POETICA DELLA MERAVIGLIA:
particolare strumento di conoscenza dell’uomo moderno.
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Da un punto di vista tematico si intravedono le consonanzepiù profonde attraverso l’idea della
BAROCCO paradigma del
moderno
Dal punto di vista formale, si ricorre ai poeti del Seicento per quel bisogno di trovare forme nuove che caratterizza il primo Novecento: si parla infatti
di NEOGONGORISMO. Il poeta spagnolo fu uno dei primi nomi citati dai Simbolisti, oltre che interlocutore privilegiato di Ungaretti.
BAROCCOallegoria del moderno
CADUCITÀ, PERCEZIONE DEL NULLA e AVVERTIMENTO DELLA CATASTROFE.
Luís de Gongora è il rappresentante della complessità formale del Barocco. La sua poesia è ricca di metafore, traslitterazioni, ma soprattutto di connotazioni visive che la rendono "colorata";egli, inoltre, è solito usare forme auliche latine (cultismo).
Gongora apportò alla poesia ed in particolare al culto del concetto una serie di elementi che provenivano dalla sua particolare sensibilità e dal suo genio: i valori sensoriali, le referenze mitologiche, il gusto latinizzante per iperbati e per il cultismo, suggestivi effetti sonori e metafore di una novità e di un'audacia straordinaria.
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
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Tra i diversi testi sul Barocco pubblicati proprio all’inizio del Novecento ( come ricorda la Baroncini ) un autore che ha contribuito in maniera fondamentale a comprendere l’età moderna e, in parte, quella che viene oggi definita post moderna è
Alcune riflessioni del pensatore tedesco si presentano particolarmente illuminanti per un discorso sulla modernità del Barocco e, secondariamente, sul Barocco di Ungaretti
Walter Benjamin Il dramma barocco tedesco.
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. L’autore tedesco afferma che nel periodo in questione la storia si costituisce non come il dispiegarsi di un’eterna vita bensì come il processo di un inarrestabile decadimento. [ … ] (la natura) non appare loro nelle gemme e nei fiori, ma nella marcescenza e nelladecadenza delle loro creature. La natura è da loro sentita come un’eterna caducità [… ].Dal tema della decadenza a quello della rovina, del rudere, da cui Benjamin deduce argomentiparticolarmente stimolanti anche per la nostra indagine:
Le ALLEGORIE sono nel regno del pensiero, quello che sono le rovine nel regno delle
cose. Da ciò, il culto barocco della rovina
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“Al di là delle reminiscenze antiquarie, in ciò s’impone un attualissimo sentimento stilistico. Ciò che se ne sta lì ridotto in macerie, il frammento estremamente significativo, il pezzo staccato: è questa la materia più nobile della creazione barocca. Poiché le sue composizioni poetiche hanno in comune il fatto di accumulare continuamente frammenti senza una chiara visione dello scopo e, nella persistente aspettazione di un MIRACOLO, di scambiare gli stereotipi per un incremento di effetto. In questo senso i letterati barocchi consideravano probabilmente l’opera d’arte come unMIRACOLO.”
Walter Benjamin
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Nel Discorsetto su Blake, Ungaretti scrive:
« Il vero poeta anela a chiarezza: è smanioso di svelare ogni segreto: il proprio, il segreto della sua presenza terrena cercando di conoscere il segreto dell’andare della storia e dei motivi che reggono l’universo, cercando di impossessarsi, folle, del segreto dei segreti. »
La segretezza della poesia è un tema che si ritrova in molti degli scritti letterari di Ungaretti, in cui, di volta in volta, la creazione poetica è definita come
SEGRETO MISTERO
MIRACOLO
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Se il Leopardi di Ungaretti «sente che c’è un segreto», a proposito di Racine il poeta afferma che «la vera poesia si presenta innanzi tutto a noi nella sua segretezza. È il segreto che, nell’anima nostra, l’accompagna anche quando abbiamo scoperto e precisato di essa ogni limite. Si fa anzi, il segreto più fondo, da quel momento »
E se anche la poesia di Góngora può specchiarsi «in tale “secreto” », risulterà quasi scontato citare «quel nulla / d’inesauribile segreto » de Il porto sepolto.
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Nel nome di questa segretezza, Ungaretti mette insieme autori molto diversi, che andranno a costituire la costellazione di nomi cui egli farà riferimento più volte e che troveranno eco nella sua produzione lirica e saggistica. Proprio questo unire esperienze letterarie così diverse aiuta a comprendere quanto il particolare procedimento del poeta sia in realtà strettamente legato al
problema del linguaggio, che è poi il vero problema della poesia moderna:
il segreto della poesia, in altri termini, è la scoperta della
Parola
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O anche RISCOPERTA DELLA PAROLA
Afferma infatti il poeta sempre nel Discorsetto su Blake:
« Il miracolo, come facevo a dimenticarmene, è frutto, me l’aveva insegnato Mallarmé, di memoria. A furia di memoria si torna, o ci si può illudere di tornare, innocenti. L’uomo che tenta di arretrarsi sino al punto dove, per memoria, la memoria si abolisce e l’oblio illuminante: estasi, suprema conoscenza, uomo vero uomo – è dono di memoria. E il miracolo è parola: per essa il poeta si può arretrare nel tempo sino dove lo spirito umano risiedeva nella sua unità e nella sua verità, non ancora caduto in frantumi, preda del Male, esule per vanità, sbriciolato nelle catene e nel tormento delle infinite fattezze materiali del tempo. » Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e Interventi, a cura di Mario Diacono e Luciano Rebay, Milano,
Mondadori, 1974, p. 596.
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Ungaretti: idea della poesia come MIRACOLO ma anche:
Sono evidenti gli elementi di contatto tra la concezione della poesia di Ungaretti e le tesi di Benjamin sulla poesia barocca
NEOBAROCCO.
vicinanza spirituale della modernità con il Barocco
DECADENZA, CULTO DELLE ROVINE, IMPORTANZA DEL FRAMMENTO
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. Il senso di decadenza segna la poesia del Sentimento del tempo,(titolo da questo punto di vista quanto mai esplicativo):
la Roma barocca parla a Ungaretti attraverso le sue rovine.
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“Una città come Roma, negli anni durante i quali scrivevo il Sentimento, era città dove si aveva ancora il sentimento dell’eterno e nell’animo nemmeno oggi scompare davanti a certi ruderi. Quando si è in presenza del Colosseo, enorme tamburo con orbite senz’occhi, si ha il sentimento del vuoto. A Roma si ha il sentimento del vuoto “
Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo. Tutte le poesie, a cura di Leone Piccioni, Milano, Mondadori, 1969, p. 533.
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Tema che caratterizza questa stagione poetica, che il poeta assimila dalla speculazione sul Barocco, ma che fa suo e che rientra anche nelle riflessioni sulla poesia moderna.
Sentimento dell’ETERNO e della CADUCITÀ, dell’EFFIMERO, espresso proprio nei RUDERI, nelle
ROVINE
Temi su cui Ungaretti, per sua stessa affermazione, si interroga in quel periodo.
sentimento del vuoto, HORROR VACUI
sentimento della DECADENZA
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[ … ] Intorno alle considerazioni sull’età della parola [ … ] Leopardi mette in moto una serie di pensieri sull’eleganza e la familiarità di una lingua che gli permettono appunto d’indicare la scala di risorse che poteva offrire una lingua di vecchia tradizione letteraria a un poeta che avesse voluto esprimersi con novità nei primi anni dell’Ottocento
Non è possibile infatti separare questo tema, così come egli lo enuclea, dalle numerose pagine dedicate a Leopardi, da cui il poeta di Recanati emerge proprio come il poeta della decadenza, il poeta che ebbe chiara percezione dell’invecchiamento della lingua, perché valuta la parola nella sua durata e nella sua variabilità
Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, a cura di Paola Montefoschi, Milano, Mondadori, 2000, p. 790.
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Poesia come frammento
Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p. 810.
Procedimento barocco
Procedimentomoderno
«rifece, in modo oracolare, terribile com’è buia la verità, frammenti di sue poesie dell’adolescenza, dando loro, intensissimo, l’effetto di frattura abissale all’origine, di fratturaabissale da ultimo».
Leopardi
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E c’era stato il Barocco e c’era ancora: il Barocco che osservava le regole, ma mostruosamente, ma inmodo così rigoroso e così demente da risultare sempre in qualche suo punto minato e pericoloso: perché il fine di tanta obiettività disperata era la meraviglia. Voleva pure il Barocco che la sua arte fosse per lo spettatore ciò che era per l’agricoltore primitivo di cui parlava il Leopardi l’albero fulminato: cioè che come quell’albero fulminato quell’arte fosse resa sacra dalla scelta dell’artista [… ] (e) divenisse per scelta dell’artista, testimonio di divinità, segno di mistero, VOCABOLO MAGICO
Ungaretti, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit . pag.950
arte intesa come MIRACOLOBenjami
n
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Un secolo dopo, Ungaretti avrebbe tentato la stessa operazione, nel suo ritorno all’innocenza attraverso la memoria: non a caso Leopardi resta per il poeta del Novecento un modello e un interlocutore privilegiato . Anche in un altro passo l’autore sembraconiugare – e non è una novità – l’esperienza del poeta di Recanati e quella barocca. È stata lapoesia di Leopardi, infatti, che «nello spavento della bellezza» si è fatta di nuovo «iniziale e sacra», che ha posto «in contatto così intimo, straziante e prodigioso, innocenza e memoria»Ungaretti, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p.
870.
Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p. 538. Ungaretti, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p. 454.
Parlando di Góngora egli esclama: «Bellezza e orrore, il segreto del Barocco » e definendo il Brasile la sua Patria umana, confessa che qui ha conosciuto «in un modo nuovissimo il rapporto fra memoria e innocenza».
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Da Roma al Brasile, da Petrarca a Góngora, dal Barocco a Leopardi, il problema di Ungaretti,, è quello di «inventare la parola della modernità». Come ogni grande autore, egli sa scoprire il segreto degli autori del passato, ma sa anche scoprire in loro le tracce della verità che insegue. Con la triste coscienza del «poeta d’oggi», che deve necessariamente essere poeta del suo tempo, Ungaretti comprende il «dramma moderno»: «le parole hanno perso il loro valore religioso». Egli sa che «ieri non è mai diventato domani» e che il ricorso al passato è necessaria condizione «in attesa di essere sorretti da un’altra tradizione »
Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p. 320.
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Il linguaggio è sacro, se è legato al mistero della nostra origine, e all’origine del mondo; se sentiamo che in noi costituisce la nostra responsabilità dando definizione universale e sociale e soprannaturale alla nostra persona; se ci accorgiamo del bene o del male, incalcolabili, che derivano dalla parola
!Il culto della parola tocca una tale profondità da sfidare l’abisso del silenzio, l’abisso del nulla, esprime una tale disperazione da diventare «voce lacerata», «grido», ma è da quella parola colta «in istato di crisi», che nasce il canto cercato «nella sua costanza attraverso i secoli», levato intessendo «di cristallina eco del cuore / le stelle » .
Ungaretti, Vita d’un uomo. Tutte le poesie, cit
Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p. 471.
Ecco come egli coglieva la parola in istato di crisi, e la faceva con sé soffrire, e ne provava tutta l’intensità, e l’alzava come una ferita di luce nel buio. Ecco un primo perché la sua poesia è come uno SCHIANTO carnale che apra il volo a FIORI DI FUOCO, a una LUCIDITÀ CRUDA che per VERTIGINE faccia salire l’espressione all’infinito distacco del sogno: ecco perché la sua parola si muove dalla necessità di strappare alla realtà le sue maschere, e di restituire alla natura la sua maestà tragica: ecco perché:
Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., pp. 320-21..
termini o immagini riconducibili allapoetica barocca:
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È UOMO DEL SUO TEMPO
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Daniela Baroncini, Ungaretti barocco, Roma, Carocci, 2008
«poiché il classicismo inquieto di Ungaretti contiene il senso tipicamente barocco dell’ossimoro che domina il reale».
non c’è contraddizione tra Classico e Barocco,
il Barocco di Ungaretti
categoria «meta-
temporale»
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Riflessione sulle
problematiche del
linguaggio
Attenzione rivolta dal poeta al Barocco
Modernità di
Ungaretti
BAROCCO
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scoperta di Roma ( 1921 )permanenza in Brasile ( 1936 – 1942)ritorno a Roma ( Seconda guerra mondiale)
“Il barocco è qualche cosa che è saltato in aria, che s’è sbriciolato in mille briciole: è una cosa nuova, rifatta con quelle briciole, che ritrova integrità, il vero.”
“ IL SENTIMENTO DEL TEMPO “
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seconda stagione poetica: 1923 – 1933
rielaborazione nel 1936
assetto definitivo nel 1943
BAROCCO
“categoria profonda della sensibilità
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La guerra è finita
Bisogno di ritrovare ORDI NE
Recupero del ritmo e della metrica tradizionali
Equilibrio insieme stilistico ed interiore
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TITOLO DELLA RACCOLTAidea dell’inesauribile fluire del TEMPO, che deposita nel soggetto il
“ SENTIMENTO ” del lento disfarsi delle cose e la percezione del vuoto lasciato da ciò che non è più
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Ungaretti commenta Ungaretti - 1963: «Lo scorrere del tempo, il mutare del tempo, la brevità di durata del tempo e ciò che del tempo rimane, che è il soffio della poesia».
«Ci sono tre momenti nel SENTIMENTO DEL TEMPO del mio modo di sentire successivamente il tempo. Nel primo mi provavo a sentire il tempo nel paesaggio come profondità storica; nel secondo, una civiltà minacciata di morte mi induceva a meditare sul destino dell’uomo e a sentire il tempo, l’effimero, in relazione con l’eterno; l’ultima parte del Sentimento del tempo, ha per titolo L’Amore, e in essa mi vado accorgendo dell’invecchiamento e del perire della mia carne stessa».
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UNGARETTI E PETRARCA
Saggio Il poeta dell’oblio 1943:
Petrarca è l’”inventore del tempo” in poesia, avendo scoperto la dimensione umana e interiore della temporalità.Petrarca è il primo poeta moderno che scopre il valore della
MEMORIA / OBLIO.
Unico ostacolo alla fuga precipitosa del tempo; contrasto all’assenza di Laura
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“ Il Petrarca parte dall’dea dell’assenza: Laura è un universo assente, un universo da recuperare”
L’assenza anche per Ungaretti diviene il motore della memoria, spronata nel tentativo di recuperare tutta l’esperienza del passato: Evidente la presenza di un universo mentale, oltre che linguistico, che sulla memoria basa la propria riflessione e le proprie possibilità di conoscenza
Sentimento del tempo
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importante evoluzione stilistica
ripresa della lezione dei CLASSICI della tradizione lirica
PETRARCA LEOPARDI
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recupero dei versi e delle misure metriche più convenzionali
sintassi più elaborata
ripristino di endecasillabi e settenari
recupero forme strofiche (come quella dell’inno)
reintroduzione della punteggiatura
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“Non era l’endecasillabo del tale, non il novenario, non il settenario del talaltro che cercavo: era l’endecasillabo, era il novenario, era il settenario, era il canto italiano, era il canto della lingua italiana che cercavo nella sua costanza attraverso i secoli [...]: era il battito del mio cuore che volevo sentire in armonia con il battito del cuore dei miei maggiori di una terra disperatamente amata.”
SEZIONIdell’opera
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PrimeLa fine di CronoSogni e accordiLeggendeInniLa morte meditataL’Amore
Ermetismo
Stile
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oscurità e ambiguità dei riferimenti al reale ricorso esteso alla figura retorica dell’ analogia preferenza per l’elaborazione formale e lo stile “alto” e difficile gusto per lo “sfumato” e il “non finito”ricorso all’immaginario letterario (tra cui in particolare il mondo mitologico )
Temi principali
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percezione dello scorrere del tempo tra passato e presente ; rapporto tra la finitezza dell’uomo e il senso dell’assoluto; riflessione sulla condizione dell’essere umano; malinconia per la perdita di affetti e persone, con toni quasi esistenzialisti; riscoperta della fede nel 1928; minor peso delle vicende biografiche del poeta.
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da IL SENTIMENTO DEL TEMPO – LA FINE DI CRONO
UNA COLOMBA
D' altri diluvi una colomba. ascolto1933
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Versione originaria( “Commerce”, Appunti per una poesia, IV, primavera 1925)
USIGNOLO
d’una colomba d’altri diluvi ascolto
un solo ENDECASILLABO
Sintagma “uditivo” eliminato:
Trasfigurazione immateriale della colomba
Scavo sui dati metrici per ottenere UN endecasillabo
Arte del levare
Il battito d’ale
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L’endecasillabo “per forza di levare”
“L’ endecasillabo tornava a costituirsi in modo normale: cioè le parole venivano a mettersi non una sotto l’altra o separate da isole di silenzi, ma UNA ACCANTO ALL’ALTRA”
MICHELANGELO
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1. Eliminazione degli elementi superflui per cogliere il valore assoluto della parola
2. Ricostruzione dell’endecasillabo a partire dalla sua decostruzione.
Ora il contenuto della lirica risulta” potenziato”: il pensiero e il, sentimento del poeta si volgono ai primi capitoli della Genesi, alla colomba di Noè che valica il mare dopo il diluvio ad annunciare la pace.
“D’altri diluvi ”: confronto nella MEMORIA tra tempi e paesaggi morali differenti e lontani
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da IL SENTIMENTO DEL TEMPO - INNI SENTIMENTO DEL TEMPO
E per la luce giusta,
Cadendo solo un'ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l'ascolto,
T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
1931
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Componimento eponimoStile involuto ed arcaizzante
Ritorno alla tradizione e all’ordineInfluenze baroccheE per la luce giusta,
Cadendo solo un'ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura
Paesaggio non infinito, ma limitato, dal significato simbolico:
finitudine della vita umana
armonia tra creatura e natura
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Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l'ascolto,
T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
Ogni palpito del
segna il ritmo e la misura della vita, e quindi affretta il tempo
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Prosopopea del Tempo
Il bacio tra il poeta e il tempo si pone come emblema della fine dell’esistenza, un suggello di morte: labbra ultime…
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«Sino al 1932, nel corso di quegli anni, la mia poesia trova forma osservando il paesaggio, osservando Roma sotto il mutamento delle stagioni, Roma o la campagna romana. Chi segue le poesie di Sentimento vedrà che quasi tutte le poesie della prima parte descrivono paesaggi d’estate, l’estate essendo allora la mia stagione. Amavo, amo ancora l’estate, ma dalle mie ossa è lontana, non è più la mia stagione…» (Vita di un uomo, Note p. 530).
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Da SENTIMENTO DEL TEMPO - LA FINE DI CRONO
DI LUGLIOQuando su ci si butta lei,Si fa d'un triste colore di rosaIl bel fogliame.Strugge forre, beve fiumi,Macina scogli, splende,È furia che s'ostina, è l'implacabile,Sparge spazio, acceca mete,È l'estate e nei secoliCon i suoi occhi calcinantiVa della terra spogliando lo scheletro.
1931
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Schema metrico: versi liberi (settenari, ottonari, novenari, endecasillabi, di cui verso 6 e 10 sdruccioli)
Personificazione dell’ESTATE
Quando su ci si butta LEI,Si fa d'un triste colore di rosaIl bel fogliame.Strugge forre, beve fiumi,Macina scogli, splende,È furia che s'ostina, è l'implacabile,Sparge spazio, acceca mete,
Aspetto distruttivo della stagione
estiva
Fascino
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
È l'estate e NEI SECOLICon i suoi occhi calcinantiVa della TERRA spogliando lo scheletro
Durevole, inesorabile,
ripetuta , furiosa distruzione
In anastrofe, il vuoto trionfante dell’ estate, che come il BAROCCO, sbriciola, riduce ad ossa per poi ricostruire
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Da SENTIMENTO DEL TEMPO NOTTE DI MARZO
Luna impudica, al tuo improvviso lume,Torna, quell'ombra dove Apollo dorme,A trasparenze incerte.
Il sogno riapre i suoi occhi incantevoli,Splende ad un' alta finestra.
Gli voli un desiderio,Quando toccato avrà la terra,Incarnerà la sofferenza.
Dio legato al sole, al
giornoMITOLOGI
A
ispirazione
leopardiana
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Schema metrico: versi liberi (settenari, novenari, endecasillabi )
Luna impudica, al tuo improvviso lume,
Torna, quell'ombra dove Apollo dorme,A trasparenze incerte.
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Il sogno riapre i suoi occhi incantevoli,Splende ad un' alta finestra.
Luna dispensatrice di
illusioni
Analogia sogno - luna
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Gli voli un desiderio,Quando toccato avrà la terra,
Incarnerà la sofferenza.
giorno=
dolore
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
Da SENTIMENTO DEL TEMPO - LEGGENDELA MADRE
E il cuore quando d'un ultimo battitoavrà fatto cadere il muro d'ombra per condurmi, Madre, sino al Signore,come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,Sarai una statua davanti all'eterno,come già ti vedevaquando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,come quando spirastidicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro.
1930
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
per condurmi, Madre, sino al Signore,come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
Schema metrico: versi liberi (settenari ed endecasillabi)
La madre intermediaria tra il poeta e Dio
E il cuore quando d'un ultimo
battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
rapporto fra la vita terrena e l’aldilà
come già ti vedeva
quando eri ancora in
vita.
ricordo del passato legame di continuità nella dimensione dell’eterno
Alzerai tremante le vecchie braccia,
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,ti verrà desiderio di guardarmi.
Liceo “James Joyce”- I colloqui fiorentini 2015-2016
come quando spirasti
ricordo del passato legame di continuità nella dimensione dell’eterno
La madre intermediaria tra il poeta e Dio
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido
sospiro.
La figura della madre rievoca immagini che appartengono alla memoria. Ponte tra vita e morte
Il sentimento dominante è il rimpianto per la perduta felicità dell’infanzia, che Ungaretti spera di recuperare quando tornerà a incontrare sua madre. In questo altro mondo la madre conserva gli atteggiamenti abituali che aveva in vita, la sua figura rievoca immagini che appartengono alla MEMORIA e diventa un ponte tra la vita e la morte.
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intonazione atratti solenne
Scelte stilistiche tradizionali
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struttura simmetrica ogni strofa coincide con un periodo econ un gesto compiuto dalla madre
Costruzione dei periodi lineare, attraverso punteggiatura e
sintassi
Similitudini e inversionidell’ordine delle parti del discorso
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Intensa sinestesia finale degli occhi della madre, che “sospirano” di amore e di sollievo.
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LA META È PARTIRE
Giuseppe Ungaretti
Grazie a tutti e buon lavoro!!!
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…e arrivederci a Firenze!
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Grazie per la
pazienza e
un grosso
ciao da
Leonardo
Giulia ed Eleonora
Giulia
Ilaria