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GLI SCEMI DI GUERRA A cura di Giorgia Proietti classe IIIA IC San Vito Romano (Rm)

Gli scemi di guerra

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GLI SCEMI DI GUERRAA cura di Giorgia Proietti

classe IIIAIC San Vito Romano (Rm)

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“Ero sfinito, ma non riuscivo a prendere sonno. Il professore di greco venne a trovarmi. Egli era depresso. Anche il suo battaglione aveva attaccato, più a

sinistra, ed era stato distrutto, come il nostro. Egli mi parlava con gli occhi chiusi.– Io ho paura di diventare pazzo, – mi disse. – Io divento pazzo. Un giorno o

l’altro, io mi uccido. Bisogna uccidersi.Io non seppi dirgli niente. Anch’io sentivo delle ondate di follia avvicinarsi e

sparire. A tratti, sentivo il cervello sciaguattare nella scatola cranica, come l’acquaagitata in una bottiglia”

(Emilio Lussu, Un anno sull’altipiano, Einaudi, Torino 2000, p. 110)

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Ferite dell’anima

L’esperienza della guerra lascia in chi la ha combattuta atroci conseguenze, non solo fisiche, ma anche e soprattutto mentali. Stati d’animo patologici, da cui uscire è pressocché impossibile. Nel corso della prima guerra mondiale non ci furono solo morti e feriti sul campo. Le condizioni sanitarie nelle trincee erano catastrofiche. Molti soldati erano afflitti da diverse malattie provocate da parassiti e divennero vittime della dissenteria, del tifo, del colera. In aggiunta ai danni fisici vi erano quelli psicologici. Gli uomini sottoposti a un bombardamento di lunga durata , cominciarono a dare segni di squilibrio. Era lo shock da combattimento (shellshock), malattia mentale sconosciuta all’epoca del conflitto. Portati nei manicomi, incontravano psichiatri che non sapevano come affrontare questa patologia e applicavano terapie sbrigative, quasi sempre l' elettroshock, utili però a rispedirli al fronte nel minor tempo possibile. Solo per i casi più gravi era previsto un ricovero. L’incubo di una morte sempre in agguato, l’assordante frastuono delle bombe, la luce accecante dei bengala e dei razzi, provocavano allucinazioni, disfunzioni motorie, perdite del controllo e smarrimenti psichici. Molti di quei soldati sprofondarono per sempre negli abissi della follia, subendo un doppio insulto: quello della ferita di guerra e quello del ritorno a casa, dove furono considerati come reietti, quasi che avessero la colpa della loro malattia

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Disturbi psicopatologici

I disturbi psicopatologici si manifestano normalmente in concomitanza col combattimento. Essi possono comparire sia all'inizio del conflitto, quando la tensione accumulata durante l'attesa diventa intollerabile, sia mentre il conflitto è nel suo pieno svolgimento. Di grande importanza in questo senso è il ruolo dell'accumularsi delle emozioni, che in alcuni casi particolari può spiegare la comparsa ritardata di certe reazioni: il tempo di latenza può durare mesi o anni, a seconda delle modalità traumatiche.

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Forme ansiose

L'ansia è tanto più intensa quanto più il pericolo minacciante è poco conosciuto. L'esperienza avuta in combattimenti precedenti non sempre permette di superarla, anzi spesso può verificarsi il fenomeno opposto. L'ansia può scomparire o diminuire nel corso del conflitto, a mano a mano che una migliore valutazione della situazione permette al soggetto di recuperare il suo sangue freddo. Se ciò non avviene, l'ansia può provocare disturbi del comportamento estremamente gravi: inibizione con immobilità, stupore, mutismo, rigidità muscolare e tremori. In altri casi, il soggetto, urlando e con la faccia stravolta, fugge in maniera disordinata, a volte in avanti verso le linee nemiche, oppure cerca un illusorio riparo, trascurando le precauzioni elementari di sicurezza. L'ansia può anche scatenare comportamenti estremamente aggressivi e caratterizzati da una violenta agitazione, simile al furore epilettico. Quest'ultimo può essere all'origine di violenze e lesioni nei riguardi dei compagni di combattimento, oppure può portare ad automutilazione, a raptus suicida e a follia omicida accanita contro i prigionieri. Simili stati si accompagnano normalmente a un oscuramento della coscienza e a fenomeni di amnesia.

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Forme deliranti, isteriche e depressive

Forme deliranti: Questa sindrome può sfociare in un vero e proprio stato di confusione mentale con disorientamento spazio-temporale, comportamenti di inibizione verso la realtà e stati di agitazione dal contenuto terrificante con sensazioni psicosensoriali.

Forme isteriche: La clientela dei centri neurologici era formata principalmente da soggetti colpiti da disturbi funzionali. Questa grande quantità di storpi, di impotenti perseveratori, aveva molto stupito i medici neurologi di guerra, disabituati alla presenza degli isterici negli ospedali.

Forme depressive:

Normalmente le forme depressive si manifestano alla fine di un periodo attivo di combattimento. Le cause sono molteplici, fra cui stanchezza, insonnia o senso del dolore dovuto alla perdita di compagni.

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Il panico e la nostalgia

Il panico:

Il panico viene definito come un fenomeno psicopatologico collettivo, che sopraggiunge in occasione di un pericolo mortale e a causa delle incertezze della battaglia. Il panico nasce da una percezione imprecisa, di un pericolo spaventoso e incombente, contro il quale è impossibile resistere. Risulta altamente contagioso e porta alla disorganizzazione del gruppo, a movimenti di massa disordinati, a fughe disperate in ogni direzione o al contrario alla paralisi totale del gruppo.

La nostalgia :

Le psicosi nostalgiche in cui l'ansia è centrata sulla separazione dalla famiglia e dal proprio paese di origine. Esse colpiscono soprattutto certi gruppi etnici particolarmente legati ai loro paesi e alle loro tradizioni.