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Hannah Arendt Una delle più brillanti menti del novecento

Hannah arendt

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Abbiamo avuto il piacere di presentare una delle più brillanti menti del novecento. Dall'analisi della sua esistenza e dei suoi scritti abbiamo potuto ragionare su come certi regimi totalitaristi siano potuti nascere e svilupparsi in europa e nel mondo. L'annientamento della persona in quanto essere pensante è una delle conseguenze dell'insediamento di queste forme di governo e la Arendt non ha avuto mezzi termini per descrivere i periodi del nazi-fascismo come fra i più bui della storia moderna.

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Hannah Arendt

Una delle più brillanti menti del novecento

Chi è Hannah Arendt? E’ una donna forte e

indipendente. Studia il pensiero filosofico di molti autori antichi e meno ed elabora un suo pensiero; non definisce se stessa come filosofa, ma come una “pensatrice politica”.

La biografia

“Sapevo di avere un’aria da ebrea e mi sentivo in qualcosa diversa dalle altre

ragazze, l’ambiente me ne faceva cosciente. Ma

ciò non mi dette mai alcun senso di

inferiorità. Ero così e basta.”

Scrive moltissime opere e saggi, di vari argomenti, ma spesso riconducibili alla

questione ebraica, alla quale per ovvi motivi è legata. Tra le opere di maggiore importanza

troviamo:

• The Origin of Totalitarianism• The human condition• Eichmann in Jerusalem• On revolution• Betwenn past and future• The life of the mind

Le origini del totalitarismo

• Ha l’obbiettivo di capire come sia nato il totalitarismo

• Cerca di rispondere alle domande che ci si poneva nel primo dopoguerra: Cosa succedeva? Perché succedeva? Come era potuto succedere?

• Dopo aver analizzato i caratteri del totalitarismo, riconduce il nazismo e lo stalinismo sotto lo stesso tipo di totalitarismo

• Secondo Arendt, sorge come conseguenza dell’imperialismo e dell’antisemitismo

• Nasce dal tramonto della società classista• Si basa sul terrore che ha due modi di

dispiegarsi: la polizia segreta e i campi di sterminio

• Trova solida base nella propria ideologia: conosce tutti i segreti della storia e cerca di trasformare la natura umana, rendendo superflui gli uomini

• Di conseguenza nulla appare più sensato e logico

• La volontà del capo è l’unica legge del partito• Come base del totalitarismo ci deve essere

allora anche isolamento degli individui e conformismo sociale

““Dovunque è giunto al Dovunque è giunto al potere, ha creato potere, ha creato

istituzioni istituzioni completamente nuove e completamente nuove e distrutto le tradizioni distrutto le tradizioni sociali, giuridiche e sociali, giuridiche e

politiche del paese. Ha politiche del paese. Ha trasformato le classi in trasformato le classi in

masse, sostituito il masse, sostituito il sistema dei partiti (…) sistema dei partiti (…) con un movimento di con un movimento di

massa”massa”

“Mentre distrugge tutte le connessioni di senso con cui normalmente si calcola e si agisce, il regime

impone una specie di <supersenso> che le ideologie avevano in mente quando pretendevano di aver

scoperto le chiavi della storia”

Vita activa

• Nel saggio si distingue tra vita attiva e vita contemplativa, ovvero i due momenti fondamentali della condizione umana

• Si parla di condizione umana nel senso di condizione “storico-esistenziale dell’uomo”

Ha individuato tre forme di attività umana corrispondenti a tre aspetti della

vita umana:Attività umane Significato Condizione

umanaAnimal laborans

Sviluppo biologico del corpo tramite il lavoro

La vita stessa

Homo faber Operare. Dimensione non naturale dell’esistenza. Mondo artificiale di cose

L’essere-nel-mondo

Zoon politikon L’azione. Pluralità, condizione della vita politica.

La pluralità

“La vittoria dell’animal laborans non sarebbe mai stata completa se il processo di

secolarizzazione, la perdita della fede derivata dal dubbio cartesiano, non avesse privato la vita individuale della sua immortalità (…) Il mondo fu ancora meno stabile, meno

permanente e offrì quindi ancor meno affidamento che nell’era cristiana.

L’uomo moderno, quindi, perse la certezza di un mondo a venire, e si ripiegò su se

stesso”.

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

• Il libro nasce dalla raccolta di articoli pubblicati sul New Yorker

• H. Arendt si reca a Gerusalemme nel 1961 per assistere al processo di Eichmann, SS che ha coordinato la “soluzione finale”

• Viene processato da un tribunale israeliano e viene condannato a impiccagione, che viene eseguita nel maggio 1962

• Nell’assistere al processo, Hannah scopre la normalità degli uomini

• La pensatrice politica ascoltando il processo della SS, che afferma di aver solamente eseguito gli ordini, ragiona sul fatto che i crimini nazisti dipende dalla assenza di pensiero in uomini del tutto “normali”, tipici rappresentanti della società di massa

• Per fare il male non è necessario essere malvagi• H.Arendt evidenzia il contrasto tra l’uomo comune

(superficiale, mediocre, normale) e il male atroce da lui commesso

• Eichmann aveva agito nei limiti delle leggi e nella cieca obbedienza agli ordini

• Non vede in lui una particolare “stupidità” ma la completa incapacità di pensare

Quello che quindi la Arendt sostiene in questo libro è che l’uomo normale

seguendo l’iter burocratico è in grado di commettere anche crimini mostruosi, per

il fatto che non pensa, non agisce pensando, ma agisce seguendo la legge. Hannah voleva sottolineare anche il fatto

che non si possa accusare quindi Eichmann preso singolarmente per tutte le crudeltà commesse dai nazzisti, ma solo come esecutore burocrate degli

ordini.

Questo libro fu fonte anche di molte polemiche, per i seguenti motivi:

• Arendt aveva criticato il fatto che il processo venisse svolto da un tribunale esclusivamente ebraico e non da una corte internazionale

• La scrittrice aveva criticato le modalità e le questioni che venivano usate per processare l’imputato

• Nel libro fa riferimento alle Judenrate, i consigli formati da i leader ebrei, e al loro ruolo non sempre e non del tutto chiaro nel sistema “shoa”