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il colore prima parte ttp://newmediartscuola.blogspot.it/ Prof. Clementina Crocco

Il colore prima parte

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il colore prima parte

http://newmediartscuola.blogspot.it/ Prof. Clementina Crocco

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“…il colore è un mezzo per influenzare direttamente l’anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima.

È chiaro che l’armonia dei colori è fondata solo su un principio: l’efficace contatto con l’anima.

Vassily Kandinsky

da: Lo spirituale nell’arte di W. Kandinsky Milano, SE, 1989

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Il colore è un elemento che ci circonda che ci aiuta a distinguere meglio gli oggetti e ci comunica molto spesso messaggi impliciti. Molti artisti, durante la loro carriera, hanno utilizzato le tecniche d’arte, conoscendo i vari tipi di colore, tutti i contrasti e gli accordi, come strumento di sfogo verso il male, l’ingiustizia o, semplicemente, un tradimento o un’amicizia fallita. Il colore è formato da molecole che contengono sostanze che ci fanno apparire quella determinata cosa di quel colore: ciò significa che quell’oggetto contiene le molecole di tutti i colori, tranne quello che percepiamo nel campo visivo, che riflette. In poche parole, un colore è formato da tutti i colori tranne quello che vediamo.Dipende esclusivamente dalla luce, che è composta da un fascio di colori. Infatti, noi possiamo percepire solo alcuni tipi di colore, cioè, lo spettro visibile, formato dai colori dell’arcobaleno, oltre a tutte le loro complessive sfumature.Tuttavia, esistono vari tipi di luce tra cui lo spettro visibile, come i raggi gamma, i raggi X e gli ultravioletti, che hanno una frequenza troppo bassa per la percezione visiva umana e gli infrarossi, percepiti dai pipistrelli come i radar e poi, ci sono le onde radio; questi ultimi tre, hanno una frequenza troppo alta per la percezione visiva umana.Quindi, l’uomo percepisce solo una dei sette tipi di luce.

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Processo di percezione cromatica

L’occhio registra i diversi stimoli provocati dalle diverse radiazioni:La percezione del colore dipende da fattori di tipo fisico e fisiologico:

1. Interazione della luce con la materia2. La percezione dell’occhio umano3. Lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda

degli U.V. compresa fra 400 – 700 micron che è definita luce “visibile” dall’uomo

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La fisica ci spiega che il colore non potrebbe esistere senza luce.

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Tutto ciò che viene illuminato, infatti, restituisce una parte della luce ricevuta. I nostri occhi sono in grado di recepire la luce emessa dagli oggetti e ne codificano così la forma, il rapporto chiaro-scuro ed il colore. Queste codifiche vengono poi inviate tramite il nervo ottico al cervello che le elabora e ci permette di affermare che un determinato oggetto è di un determinato colore.

La luce non è altro che energia elettromagnetica visibile solamente nel momento in cui si imbatte in una qualsiasi materia: è quindi un’energia resa visibile dal suo differente modo di essere nuovamente emessa dopo aver interagito con la materia

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Nella luce possiamo distinguere una unità energetica che chiamiamo fotone. Una fonte luminosa emette fotoni in quantità variabile e questi fotoni possono oscillare in maniera più o meno ampia a seconda che la loro carica magnetica sia maggiore o minore. Possiamo quindi affermare che i fotoni viaggiano sempre alla stessa velocità ma con differenti frequenze di oscillazione. Un fotone che oscilla con maggiore frequenza descriverà un movimento sinusoidale più fitto: si dice quindi che la sua lunghezza d'onda è corta. Quando un oggetto viene illuminato, nel nostro esempio il pomodoro, i fotoni che lo investono cominciano ad interagire con gli elettroni che compongono la sua materia. Gli elettroni cercano di "scuotersi di dosso" l'energia che hanno ricevuto dai fotoni emettendo altri fotoni che viaggeranno a determinate lunghezze d'onda. In particolare, nel caso del pomodoro, la sua materia rilascerà fotoni che vengono percepiti dai nostri occhi e dal nostro cervello come "colore rosso".

FOTO

NI

FOTONI

FOTONI

FOTO

NI

FOTONI

Perché possiamo affermare che un pomodoro è rosso?

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Sintesi additiva e sintesi sottrattiva

Il fisico inglese Isaac Newton dimostrò nel 1672 che la luce, che vediamo bianca, è in realtà composta dai

sette colori dello spettro solare

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Sintesi additiva

Proiettando tre fasci di luce colorata in particolari condizioni, otteniamo per addizione luminosa il

bianco.

giallo = verde + rossoazzurro ciano = verde + blurosso magenta = blu + rosso

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Sintesi sottrattiva

Contrapponendo tre filtri colorati con il ciano, il magenta ed il giallo ad un fascio di luce bianca, otteniamo, per sintesi sottrattiva, il nero.

Rosso = giallo + magentaBlu = ciano + magentaVerde = ciano + giallo

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Per sintesi sottrattiva ne deriva che:

1. l’oggetto che riflette tutte le onde luminose appare bianco 2. l’oggetto che assorbe tutte le onde, senza restituirle ai nostri

occhi, viene percepito nero 3. l’oggetto che assorbe tutte le lunghezze d’onda tranne una ha il

colore corrispondente a all’unica onda che non assorbe.

La sintesi sottrattiva è il processo utilizzato dalle stampanti.

La sintesi additiva è la modalità con cui trasmette il colore uno schermo di proiezione.

In pittura i divisionisti francesi hanno utilizzato questa tecnica rappresentativa (è da considerare la relativa composizione chimica del colore – pigmento che, invece, si presenta come sensazione visiva per sintesi sottrattiva).

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I colori primari generatori

• La sintesi sottrattiva cromatica si basa su tre colori primari detti “generatori” in quanto, dalla loro mescolanza, possiamo ottenere tutti gli alti colori. Il bianco ed il nero, come dimostrato, sono considerati “non – colore”.

1. Rosso - magenta2. Giallo primario3. Blu - Ciano

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Il cerchio cromatico di Itten

1. Al centro sono collocati, in un triangolo equilatero, i colori primari

2. Nei triangoli esterni sono collocati i tre colori secondari per combinazione dei primari

3. Nel cerchio più esterno sono ricreati i colori terziari intervallati dalla ripetizione dei primari e secondari corrispondenti

4. La freccia indica il corrispettivo complementare – opposto al primario di riferimento.

Il cerchio cromatico a dodici parti di Itten rappresenta la teoria strutturale dei colori

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Itten costruì la sua teoria partendo dagli studi di Isaac Newton sulla scomposizione della luce bianca del sole nei colori dello spettro (quello che noi chiamiamo comunemente “arcobaleno”). In particolare, Itten basava la sua ricerca su alcuni studi dei processi fisiologici della percezione cromatica: se, ad esempio, dopo avere osservato per un certo periodo un quadrato rosso, chiudiamo gli occhi, ci apparirà nella retina un quadrato verde.

Possiamo ripetere l’esperimento con qualsiasi altro colore e allo stesso modo, chiudendo gli occhi, ci apparirà il complementare di quel colore. Questo fenomeno accade perché l’occhio ha bisogno di ritrovare il colore grigio per sentirsi “bene”. Se mescoliamo un colore con il suo complementare, otterremo, infatti, il grigio. Il grigio è quel colore (o insieme di colori) che produce nell’occhio uno stato di equilibrio armonico, di pace.Quando manca, l’occhio richiede sempre, oppure produce, il colore complementare per tentare di ricreare il grigio, e ristabilire l’equilibrio. Itten osservò che i tre colori, la cui mescolanza generava il grigio e che quindi creavano equilibrio armonico, erano: il GIALLO, il ROSSO e il BLU.

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Definì quindi questi tre colori PRIMARI.Per ogni colore PRIMARIO individuò il rispettivo colore COMPLEMENTARE: partendo dai tre colori principali, se ne sottraiamo uno, e sommiamo i due colori rimanenti, si ottiene un colore che, sommato a quello sottratto, genera di nuovo il grigio.Se si sottrae il rosso, e si sommano il blu e il giallo, si ottiene il verde.

Il verde è quindi il complementare del rosso.Il complementare del blu è l’arancione (giallo+rosso).Il complementare del giallo è il viola (rosso+blu).

I colori SECONDARI (o complementari) sono dunque VERDE, ARANCIONE, VIOLA.

I colori TERZIARI si ottengono mescolando un colore primario con il secondario adiacente. Quindi il verde sarà compreso tra i colori terziari blu-verde e giallo-verde, il giallo tra il giallo verde e giallo arancio e così via. Itten costruì in questo modo il suo CERCHIO CROMATICO. I colori opposti all’interno del cerchio cromatico sono complementari tra di loro (quindi danno come risultante della loro somma, il grigio).

All’interno del cerchio cromatico possiamo ottenere vari ACCORDI CROMATICI, di due o più colori.

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Ad esempio, per ottenere un accordo cromatico a due colori, l’unica condizione è che i due colori si trovino in posizione simmetrica rispetto al centro.

Per ottenere accordi cromatici di tre colori possiamo ruotare all’interno del cerchio un triangolo equilatero o isoscele: i colori toccati dalle tre punte saranno triadi di accordi cromatici.

Invece, scegliendo sul cerchio due coppie di colori collegate tra loro da linee rette perpendicolari formanti un quadrato o un rettangolo, si ottengono gli accordi cromatici armonici a quattro.

Così anche a sei colori individuati da un esagono.

In questo modo riusciamo a trasferire il concetto di armonia dei colori dal piano emozionale soggettivo ad un piano oggettivo.

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L’accostamento di due o più colori genera delle sensazioni in chi li guarda: i nostri sensi analizzano l’accostamento di colori e giudicano quell’accostamento con una sensazione. Si potrebbe dire che la sensazione visiva nasce e si rafforza proprio grazie all’accostamento di due o più colori. Possiamo chiamare questo accostamento un “CONTRASTO”.

Così come una superficie sembra grande solo se è posta accanto ad una più piccola, così un colore non può considerarsi luminoso in assoluto, ma risulterà più o meno luminoso a seconda dell’accostamento con un altro colore. Oltre alla luminosità, il contrasto tra due o più colori, farà risaltare altre caratteristiche specifiche del colore: leggerezza o pesantezza, trasparenza o opacità, chiarezza o scurezza, etc.

Partendo dal presupposto che ogni colore possiede una caratteristica e che questa caratteristica viene rafforzata dal contrasto con una qualità opposta, ecco che Itten formulò lo studio dei contrasti come un capitolo fondamentale della sua teoria del colore.

Si parla quindi di contrasto quando si avvertono differenze evidenti tra due effetti cromatici posti a confronto.  I sette contrasti di colore di cui tratta Itten sono da intendersi come contrasti di colore in accordo cromatico armonico che tendono a dare come risultante della loro somma, il grigio.

Itten si interessò principalmente agli accordi cromatici armonici perché il problema dell’armonia era per lui centrale nello studio del colore e delle sue caratteristiche. Voleva liberarsi dalle limitazioni del soggettivismo ed esaminare il problema seguendo leggi più oggettive. Definito cosa era un accordo armonico era quindi più semplice definire un accordo non armonico. Come dice Itten nel libro  “Arte del colore”,  “Esistono in pittura molti capolavori di carattere altamente personale, non composti secondo il principio di armonia cromatica qui definito e che risultano eccitanti e sconvolgenti (…) non è necessario che la composizione cromatica sia sempre armonica” .

Ma è solo definendo le regole per un accordo armonico che si può definire cosa è un accordo disarmonico.

Secondo Itten: “Tutti gli accostamenti di colori che mescolati non danno il grigio sono espressivi o disarmonici” .

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Color Scheme Designer

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Color Scheme Designer 3 è uno strumento online gratuito che permette di scegliere gli accostamenti dei colori. Riporta una schermata di facile utilizzo,attraverso la quale puoi scegliere il colore da cui partire per realizzare la tavolozza dei colori. Si possono scegliere 6 schemi di colore soltanto cliccando dei link in alto a sinistra.