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Domani prende il via il corso Modelli di comunicazione della scienza per gli studenti del I anno del Master in Comunicazione della Scienza della Sissa (aa 2012-13). Questa è la mia prima lezione. Il messaggio principale è che per essere dei buoni professinisti non basta l'accuratezza nella trasmissione della conoscenza scientifica. Per essere efficaci e per valutare se un'inizaitva di comunicazione della scienza funziona è necessario tener conto di fattori sociali, storici e culturali.
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Introduzione. Di cosa tratta questo corso e perché futuri comunicatori della
scienza dovrebbero seguirlo
Nico Pitrelli16 Novembre 2012
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Introduzione
La sentenza dell’Aquila
La condanna agli scienziati non èstata contro la scienza ma controuna cattiva comunicazione della scienza
Cosa avrebbero dovuto dire gli scienziati? Quali errori sono staticommessi?
Quanto ci riguarda quanto accaduto a l’Aquila?
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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Introduzione
Non solo educazione: altre funzionidella comunicazione della scienza
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Fiducia fra ricercatori e cittadini
La scienza circola in luoghi estranei alla produzione della conoscenza
Avere accesso alla scienza costa
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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Funzione politica
Funzione sociale e culturale
Funzione economica
Introduzione
Messaggio principale
La comunicazione della scienza non è una semplice traduzione dal complesso al semplice
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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Introduzione
Sommario
1) Come affrontiamo il problema
2) Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
3) Dalla trasmissione al dialogo
4) Il ruolo dei media nella comunicazione della scienza in epoca digitale
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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1.
Come affrontiamo il problema
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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1. Come affrontiamo il problema
Costruire modelli di comunicazione
della scienza
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Perché comunicare la scienza?
Quale scienza andrebbe comunicata?
A chi andrebbe rivolta?
Quali interessi deve servire la comunicazione della scienza?
Queste domande sono centrali nell’analisi di qualunque processo di comunicazione e le risposte sono complicate
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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2.
Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
Nico Pitrelli, 16/11/2012Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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2. Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
Il deficit model
L’alfabetizzazione scientifica è la causa e il problema dei rapporti tra scienza e società
Scienziati
Pubblico
comunicazione
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2. Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
Le opinioni non dipendono solo dall’alfabetizzazione
La ricerca sociologica mostra che l’alfabetizzazione scientifica influenza solo in minima parte il modo in cui si formano le opinioni su aspetti controversi della scienza (Allum et al., 2008)
I fattori che contano molto di più sono:
• ideologia• identità religiosa• appartenenza politica
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2. Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
Alcuni esempi dagli Stati Uniti
Sito web per l’immagine: futuretimeline.net
Immagine da wikipedia
Le opinioni sui cambiamenti climaticidipendono molto dall’appartenenza o dalla simpatia nei confronti di Democratici o Repubblicani
La controversia tra evoluzionismo e creazionismo viene sempre più spesso affrontata evitando di denigrare la religione
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2. Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
Le decisioni politiche non dipendono solo dall’accuratezza della comunicazione
Altri elementi in gioco, ad esempio, nellacontroversia su cellule staminali:
ValoriContesto politicoRapporto costi, benefici e rischi
Immagine da wikipedia
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2. Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
I cittadini si fidano della scienza
Science and Technology, Special Eurobarometer, 2010
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2. Miti e leggende sulla comunicazione della scienza
Ma il deficit model persiste: il punto di vista degli scienziati
Demarcazione del territorio
Implementazione della cultura scientifica e tecnologica
Reclutamento di nuovi ricercatori
Creazione di un clima favorevole alle innovazioni scientifico e tecnologiche
Legittimazione per gli investimenti alla ricerca
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3.
Dalla trasmissione al dialogo
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3. Dalla trasmissione al dialogo
La “conoscenza laica”I non esperti sanno
La conoscenza laica è basata sull’esperienza, è locale, soggettiva, vuole rispondere alla ricerca di senso (perché ora? Perché a me?)
Se necessario le persone acquisiscono velocemente linguaggi e procedure della scienza
Altre forme di conoscenza possono indirizzare la ricerca
Sito web per l’immagine: akt.bangor.ac.uk
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3. Dalla trasmissione al dialogo
Conoscenza laica: due casi di studio
Sito web per l’immagine: indipendent.co.uk
All’indomani di Chernobyl, gli allevatori di Cumberland sostenevano, sulla base dell’esperienza, che le loro pecore fossero contaminate. Gli esperti governativi no. Avevano ragione i primi. (Wynne, 1992)
A metà degli anni Ottanta, i pazienti affetti da AIDS svilupparono competenze contrastanti con quelle degli scienziati in grado di influenzare la procedura di sperimentazione e di accelerare il processo di autorizzazione dei farmaci da parte della FDA (Epstein, 1996)
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3. Dalla trasmissione al dialogo
Cosa ne facciamo della scienza e come giudichiamo gli esperti
La conoscenza scientifica funziona?
Gli scenari delineati in pubblico dagli scienziati si rivelano falsi o si concretizzano?
Gli scienziati tengono conto di altre forme di conoscenza?
Gli scienziati sono aperti alle critiche?
Hanno conflitti d’interessi?
Ci sono passati che influenzano la percezione pubblica immediata?
Le conseguenze sul lungo periodo sono state valutate seriamente e da chi?
Gli enti regolatori hanno poteri a sufficienza?
Chi è responsabile nel caso di danni imprevisti?Nico Pitrelli, 16/11/2012
Introduzione. Di cosa parla questo corso e perché futuri comunicatori della scienza
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3. Dalla trasmissione al dialogo
Un nuovo mood nei rapporti tra scienza e società
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4.
Il ruolo dei media nella comunicazione della scienza in epoca digitale
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4. Il ruolo dei media nella comunicazione della scienza in epoca digitale
I media tradizionali rinforzano l’autorità della scienza
Carta stampata, radio,televisione si adattano bene al modello di deficit perché in una comunicazione in cui ci sono quelli che parlano e quelli che ascoltano senza possibilità di replica è più facile affermare il principio di autorità
Sito web per l’immagine: normandistribution.com
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4. Il ruolo dei media nella comunicazione della scienza in epoca digitale
I social media digitali: da molti a molti
Con Internet per la prima volta abbiamo un unico mezzo perl’informazione, la comunicazione e la socializzazione
Sito web per l’immagine: myriadtech.net
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4. Il ruolo dei media nella comunicazione della scienza in epoca digitale
Dalla negoziazione lineare a quella circolare
Produzione dell’evento Intermediazione giornalistica Consumo delle notizie
Giornalisti
Pubblico
Fonti
Il pubblico interagiscecon le fonti e i giornalistied è anche produttore di notizie
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4. Il ruolo dei media nella comunicazione della scienza in epoca digitale
Esempi di Citizen Science
Sito web per l’immagine: wired.com
Immagine da blog.airbrake.io
Galaxy Zoo è un progetto astronomico internazionale in cui ai volontari è chiesto di classificare immagini su Internet estratte dalla banca dati del telescopio Sloan Digital Sky Survey
PatientsLikeMe è un social network fatto da pazienti che possono: condividere la propria esperienza; trovare altri pazienti nella stessa condizione; imparare dall’esperienza degli altri
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Riassunto del percorsoLa comunicazione della scienza ha diverse funzioni
Limiti e capacità di resistenza del modello di deficit
I pubblici della scienza in situazioni controverse chiedono dialogo
I media digitali contribuiscono a indebolire la strategia di demarcazione del territorio dell’autorità cognitiva
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ConclusioniNon bastano le tecniche di comunicazione e la comprensione dei pubblici
La rete amplifica il confronto con forme di conoscenza alternative o complementari a quella scientifica
La comunicazione della scienza non è una categoria naturale
Non esiste un modello unico e universalmente valido di comunicazione della scienza
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Riferimenti bibliografici•Allum N, Sturgis P, Tabourazi D, Brunton-Smith I, Science knowledge and attitudes across cultures: A meta-analysis, Public Understanding of Science 17: 35-54, 2008•Castelfranchi Y, Pitrelli N, Come si comunica la scienza?, Laterza, Roma-Bari, 2007•Epstein S, Impure Science; AIDS, activism, and the politics of knowledge, University of California Press USA 1996•European Commission (EC), Science and Technology Report. Special Eurobarometer 340, European Commission Directorate-General for Research, June 2010 •Greco P, Pitrelli N, Scienza e media ai tempi della globalizzazione, Codice, Torino, 2009•Nisbet M, Scheufele D, What’s next for science communication? Promising Directions and Lingering Distractions, American Journal of Botany 96(10): 1767-1778, 2009•Wynne B, Misunderstood misunderstanding: Social identities and public uptake of science, Public Understanding of Science 1: 281-304, 1992
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