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Molin de portegnac 33

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Il “molin de Portegnach” assomiglia a una bassa torre, ha delle mura di pietra vecchia, è del 1.800.E’ affiancato dalla costruzione nuova in vetro, ferro e legno.E’ abbarbicato sul fianco della montagna, vicino al torrente, avvolto da un bosco misto di alberi spogli e di pini.In questi giorni accoglie numerose classi della Val di Cembra in visita alla mostra “L’impronta ecologica”.Dentro la parte nuova dell’edificio ci sono delle rumorose scale strette di metallo, i servizi, la cucina.

Stefania

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Chiara, la nostra guida, ci ha spiegato come funzionava l’antico mulino a pale ricostruito nella sala.Le pale di legno ruotavano spinte con la forza dell’ acqua del torrente e muovevano gli ingranaggi all’ interno del mulino che facevano girare due grosse macine di pietra.Esse schiacciavano il grano e così si otteneva la farina che veniva dai chicchi.Poi abbiamo giocato al memori che aveva per tema il risparmio energetico.Dovevamo a turno trovare le coppie giuste e spiegare come si fa a non sprecare energia e ad inquinare meno l’ ambiente.Questi sono alcuni esempi:

• quando esci da una stanza spegnere la luce;• usare le macchine a batteria;• se fai viaggi lunghi usare il treno e non l’aereo;• quando costruisci una casa isolarla con cura con una specie di lana che

mantiene il calore e permette di accendere meno il riscaldamento;• chiudere sempre il frigorifero e non dimenticarlo aperto;• comprare le lampadine a basso risparmio energetico:• mettere i pannelli solari per l’ acqua e i fotovoltaici per produrre l’ energia.

Alla fine dell’ora abbiamo salutato Chiara e siamo andati a ricreazione. Tommaso

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Siamo entrati nell’ edificio.Claudio l’ esperto ci ha portati in quella che una volta era la cantina e ci ha fatti sedere su un palco.Ci ha chiesto cosa voleva dire “ impronta ecologica”.Non lo sapevamo, così ce l’ ha spiegato: è lo spazio che ognuno di noi occupa nella natura per :• ABITARE: avere una casa, la scuola, la piscina, il parco giochi;• SPOSTARSI : strade, piazze, sentieri; • MANGIARE: pascoli dove allevano animali, campi;• PRODURRE mobili, vestiti e tutto quello un che ci serve e • SMALTIRE I RIFIUTI .

Poi ci ha proposto un gioco: ci siamo divisi in coppie e ci ha dato un misuratore di consumo della natura: un piccolo bastone.Dovevamo leggere le domande e aprire il cassetto, prendere l’ anello con il nastro: rosso, blu, giallo e nero e infilarlo nel bastone, con la risposta giusta.Alla fine ogni squadra doveva misurare, sul cartellone appeso alla parete, la propria IMPRONTA ECOLOGICA.Se eri bravo consumavi di meno e se eri distratto consumavi molto di più.

Se tutti consumassero come noi ci vorrebbero quattro Terre.

Ilaria, Chiara e Yuri

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Appena entrati Claudio, un esperto del museo di scienze naturali, ci ha portati nel piano più basso e ci ha spiegato l’impronta

ecologica, cioè quanto spazio occupiamo sulla Terra nella natura

per: abitare, spostarsi, mangiare, produrre quello che comperiamo, per smaltire i rifiuti.Poi ci ha fatto delle domande.Quanto spreco per mangiare? Che prodotti uso? Meglio usare

carta riciclata e cibi prodotti nei nostri luoghi.Noi dovevamo rispondere alle domande con il misuratore di energia.Ogni risposta conteneva un rotolo colorato da mettere nel bastone.Hanno fatto tutto giusto Alessandro e Chiara, i più secchioni della classe.

UUUUUUFFFFFFFFFAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Noi tutto sbagliato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Jenny e Sara

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Thomas Belz ci ha accolti nel sottotetto attrezzato a laboratorio.Ci ha mostrato un foglio sul quale aveva disegnato un albero: era il progetto per un gigantesco pannello che verrà realizzato da 700 scolari della Valle di Cembra.Poi intorno a un tavolo ci ha spiegato cosa dovevamo fare: dovevamo attaccare dello scotch di carta su dei quadretti di legno verniciato: un quadrato grande, un quadrato medio, un rettangolo.Ci siamo messi al lavoro e abbiamo rappresentato degli elementi della natura: un uccello, l’uva, un ruscello …..Poi abbiamo steso sopra il nostro lavoro un cemento rosso e l’abbiamo spianato sul quadretto di legno. Abbiamo poi tirato via il nastro di carta ed è risultato il disegno, fatto prima con il nastro di carta, inciso nella vernice.Tomas Belz attaccherà tutti i pannelli e formerà un grande albero.

Alan, Federico e Gabriele

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Thomas Belz ci ha accolti nella sala sottotetto allestita come laboratorio di immagine: alcuni grandi tavoli senza sedie, vernici, lastre, scotch e scatolecon grembiuli.Thomas Belz ci ha mostrato il disegno di un grande albero che diventerà un’ opera artistica alta 3\4 metri, realizzato da 700 bambini di tutte le scuole della Val di Cembra.Abbiamo cominciato un disegno che rappresentava la natura, formando con scotch di carta: alberi, grotte, acqua, montagne e pianure su delle tavolette di legno:quadrato grande, quadrato piccolo e rettangolo.Erano verniciate di blu, bordò, viola scuro.Dopo aver terminato il lavoro l’ abbiamo portato da Thomas che ha steso sopra il nostro lavoro della malta rossa.Quando era quasi asciutto abbiamo tolto lo scotch e ci è apparso il disegno, tracciato prima con il nastro di carta, inciso sulla malta rosso.Poi Thomas li attaccherà insieme formando l’ albero della natura.

Simone, Dennis Piffer e Emanuele

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