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PASSATO ROMANO II PARTE

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QUESTO E' IL NOSTRO FINALE PER IL VOSTRO RACCONTO

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Page 1: PASSATO ROMANO II PARTE

Passato Romano II parteSenza più scampo sollevarono il coperchio pesante ed entrarono nel tombino.Poco dopo arrivarono un topo e una talpa che dissero: ―Ciao! Voi che ci fate qui? ― Marta e Sara risposero:― Noi siamo qui soltanto perché ci stanno inseguendo dei cavalieri! ― Allora vi diamo un consiglio molto importante, laggiù c’è una porta, ecco questa è la chiave, prendetela, però state molto attenti perché per arrivare a quella porta dovete superare molte prove difficili.Il topo e la talpa rimasero lì e gli amici spagnoli correvano e cercavano senza vedere niente perché era tutto buio. Ma Pepe e Vicky videro un buco e cominciarono a gridare:― C’è un buco! C’è un buco! ― E tutti corsero lì. I due bambini si arrampicarono per entrare nel buco, poi si arrampicarono anche le maestre e tutti gli altri.Ma lì era ancora peggio perché toccando per terra sentirono nelle loro mani delle ossa e capirono che erano ossa di una persona, però loro non vedevano niente. Josè Maria toccò un osso sottile e non molto lungo con sei palline sopra e pensò “forse è un flauto” e cominciò a suonarlo, ma dopo un po’ si accorse che quando suonava, da quell’osso usciva una piccola luce.Tutti rimasero in silenzio, sbalorditi e gli chiesero: ― Come ci sei riuscito se non l’avevi mai fatto?In quel momento arrivò un mago con una barba che gli arrivava fino ai piedi e disse:― Come avete osato entrare nella Grotta di Lamalunga? Se volete salvarvi dovete portarmi da mangiare perché qui dentro non viene mai nessuno e io ho fame. E se mi darete da mangiare vi dirò cos’è quell’osso che fischia e fa luce.Così tutti i ragazzi gli diedero da mangiare, visto che tutti avevano uno zainetto con le cose che gli servivano per fare un’escursione.― Adesso va bene! ― disse il mago.―Allora spiegaci che cos’è quest’osso ― disse la maestra Maria Josè.― Va bene adesso ve lo dico: si chiama Osso a Globuli e vi assicuro che è molto utile perché, vedete queste palline? Ogni volta che ne toccate una, potete esprimere un desiderio.In quel momento sentirono belare e videro una pecora con tre zampe che voleva indietro il suo osso, perché quell’osso era stato preso dalla sua zampa. Il mago le chiese:

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― Vuoi prestarlo a questi poveri bambini inseguiti dai cavalieri per aiutarli ad uscire fuori e lei disse:― Va bene! Ma poi me lo ridate.Tutti gridarono ―Evviva! Evviva! ―E il mago e la pecora scomparvero nel buio della fogna.I bambini cominciarono a camminare piano piano, perché non c’era la luce e allora la maestra toccò una pallina ed espresse il desiderio di avere la luce e subito uscì una luce splendente. I ragazzi proseguirono il cammino nelle fognature impetuose, ma ad un certo punto videro delle impronte di dinosauri e dopo un po’ incontrarono questi animali grandissimi davanti ad una porta.I dinosauri non volevano spostarsi. Una bambina cantò una canzone e gli animali si addormentarono, così piano, piano arrivarono finalmente alla porta, ma quando la aprirono trovarono un’altra porta dove c’era un cartello con su scritto “ Divieto”. Lucia disse : ― E adesso come facciamo ad uscire? Da fuori si sentivano le risate dei cavalieri che ridevano perché gli alunni erano rimasti bloccati. Allora capirono che erano caduti in un tranello e anche se non potevano aprire quella porta, loro infransero il divieto perché dovevano uscire di lì. Quando aprirono trovarono un’altra porta, poi un’altra porta, finché non trovarono delle briciole di pane che aveva lasciato cadere il mago, mentre mangiava tutto quello che gli avevano dato. Loro le seguirono, ma ad un certo punto le briciole scomparvero come per magia e videro un’altra porta, la aprirono e si trovarono in un museo dove incontrarono un cervo che disse:― Prima di uscire dovete superare un’altra prova.― Che prova? ― disse una Alba.―Dovete attraversare tutta la Grotta di Lamalunga e portare lo scheletro di “Ciccillo” al museo.Il cervo scomparve e tutto diventò di nuovo buio.Allora i bambini presero il dono magico del mago e dissero:― Fai luce! E si trovarono in una grotta dove c’era lo scheletro di un uomo. Si capiva che era un uomo dal suo bacino, perché il bacino delle donne è più largo. Vicino all’uomo c’erano delle pietre appuntite e significava che quell’uomo era un cacciatore.Tutti gridarono:

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― Questo è lo scheletro di Ciccillo! E’ lo scheletro di Ciccillo!Ma non potevano prenderlo perché era tutto pietrificato.

Mentre pensavano a cosa fare si accorsero che mancavano la maestra Maria Josè e Pablo, ed era scomparso anche l’osso a globuli.

Infatti i cavalieri avevano catturato Pablo e la maestra Maria Josè era rimasta indietro per salvarlo. Lei, con una lancia, “za za” sconfisse i cavalieri. Poi la maestra si era persa e cercò di seguire le impronte dei suoi alunni, camminava,

camminava, finché trovò un trampolino, salì sul trampolino e vide un buco, lì trovò appeso anche un martello.Con il martello cominciò a scavare e quando ruppe i mattoni, entrò dentro e lì c’erano i bambini della seconda F che

lavoravano.La maestra Anna vide comparire la maestra Maria Josè tutta coperta di polvere, con la maglia strappata. La maestra

Maria Josè abbracciò la maestra Anna e le raccontò che cosa era successo.Allora decisero di chiamare il papà di Giuseppe, che chiamò i pompieri e tutti insieme con le corde e i moschettoni

tirarono su dalla grotta gli amici spagnoli.I bambini sani e salvi si abbracciarono con gli amici italiani e fecero una festa molto grande e mangiarono tante fragole.

La mattina dopo dovevano prendere l’aereo per tornare a Siviglia.Sull’aereo Aàron diceva:

―Uffa! Che noia!E Alejandro Saponi aprì il finestrino e faceva ciao con la mano ai bambini italiani e si accorsero in quel momento che

avevano lasciato laggiù un maestra Maria Josè.Quando arrivarono a Siviglia ritrovarono in uno zainetto l’Osso a Globuli , allora espressero per primo il desiderio di far

tornare la maestra Maria Josè, e lei subito arrivò a Siviglia, come una regina, accompagnata da un cavaliere.Poi espressero il desiderio di restaurare il Metropol Parasol e da quel giorno gli alunni della Scuola Gloria Fuertes

diventarono famosi.Infine espressero il desiderio di restituire l’osso a globuli alla pecora, così poteva camminare di nuovo con quattro zampe.

A quel punto i cavalieri spezzarono tutte le armi, chiesero scusa agli alunni e alle maestre e diventarono buoni e vissero tutti felici e contenti.

Racconto collettivo della seconda F