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Per ridurre i rischie aumentarela resilienza
Prof. DavidAlexander
Per che cosa bisogna preparare?
I disastri
Valori medii annuali 2003-2012Disastri: 670
Disastri naturali: 58%Disastri antropici: 42%
Morti: 114.992Disastri naturali: 93%Disastri antropici: 7%
Persone colpite da disastro: 217 milioniDisastri naturali: 99%Disastri antropici: <1%
Danni: US$157,000,000,000
Le tendenze delle perdite sono insostenibili.Nella seconda metà del 20esimo secolo
a livello mondiale avvenivono aumenti di:
• 250% nel numero di disastri registrati
• 500% nel numero di disastri con vittime
• 500% nel numero di persone colpite
• 1640% nel costodei danni assicurati.
• 1500% nel costototale dei disastri
Allora (anni 1950) Adesso (2014)
Disastri non registrati Registrazione e notizie più rigorose
Si contava solo danni diretti
Si quantifica anche
gli effetti indiretti
Popolazioni minori nei luoghi pericolosi
Popolazione ingrandita di numero e densità
Disugualianza non così forte
Emarginazione cresce, più disuguaglianza
Meno capitale fisso a rischio
Accumulazione senza sosta del capitale
Reti socio-economici più semplici
Reti socio economici
più complessi
Maremoto Giapponese 11 marzo 2011disastro "a cascata", sia per l'impatto
fisico che per gli effetti socio economici
Tifone nelle Filippine 8 novembre 2013il più forte mai registrato
Pericolositàin calo
Vulnerabilitàche aumenta
Livelloottimale di
mitigazione??
Distribuzione"a coda grassa"
Magnitudo
Effettia cascata
Vulnerabilitàcollaterale
Disastrisecondari
Interazionetra rischi
Cambiamentoclimatico
Probabilità
Indeter-minatezza
Distribuzioni diimpatti "a coda
grassa"
L'Italia: alluvioni, frane, valanghe,terremoti, maremoti, trombe d'aria,nubifragi, siccità, incendi boschivi,
incidenti industriali e tossici, scontri ditrasporto, terrorismo, moti popolari...
Vajont, 1963
Venezia, 1970
Stromboli, 2000
Disaster Risk Reduction
Ripristinoe
ricostruzione
Mitigazioneeresilienza
Preparazionee mobili-tazione
Interventodi
emergenza
Quiescenza
Crisi
Il ciclo deldisastro
Ripristinoe
ricostruzione
Mitigazioneeresilienza
Preparazionee mobili-tazione
Interventodi
emergenza
Crisi
Pianificazionedi emergenza eorganizzazione
dei sistemidi sicurezza
Preavvisie
preparazione;attivare
misure perlimitarei danni
Operazionedi emergenzae limitazionedei danni
Recupero erestauro
Gestionedella
sicurezzadelle
operazionidi
emergenza
Quiescenza
Progettazionedi misurestrutturali
Ricerca,cartografia,monitoraggioe previsione
Prontointerventodi soccorso
Organizzazioneumana e
pianificazione
DRR all'italiana?
La resilienza
Che cosa è la resilienza?
RESILIENZA: come un materialepossiede resistenza e duttilità:
così la società deve avere un'ottimacombinazione di resistenza agli impatti
e abilità di adattarsi ad essi.
Onagawa, Giappone
VulnerabilitàPericolosità
Un bene non èvulnerabile se nonviene minacciata
da qualcosa
Un fenomeno nonè pericoloso senon minacciaqualche cosa
RISCHIOEventiestremi
Elementia rischio
Resilienza
Esposizione
Sistemiorganizzativi:gestione
Sistemisociali:comportamento
Sisteminaturali:
funzionamento
Sistemitecnici:
malfunzionamento
VulnerabilitàPericolosità
Resilienz
a
Sistemipolitici:decisioni
Attitud
ine
Gliingredienti
dellaresilienza
RESILIENZA
Sociale
Tecn
olog
ica
Fisica
Psicologica
ADATTAMENTO ALCAMBIO CLIMA
DISASTER RISKREDUCTION
ALTRI PERICOLIE RISCHI
naturalesociale
tecnologicaintenzionale
complessaa cascata
SCIENZA DELLASOSTENIBILITÀ
La "culla"della resilienza:
Torre di CanonburyLondra N1.
Costruita nel 1509per sopravvivere
il DiluvioUniversale:
affittato nel 1625a Francis Bacon.
Francis BaconSylva Sylvarum, 1625
fisicaambientale
socialeeconomicadella saluteculturale
educazioneinfrastrutturainstituzioni
RESILIENZA"COPING"
VULNERABILITÀFRAGILITÀ
SUSCETTIBILITÀOrganizzazione:• ammin. pubb.• settore priv.• società civile
Communità
Individuo
Resilienza: aspetti...
...e rapporti reciproci
Ma che cosaha da faretutto questocon le aziende?
Gestione delle
Resilienza
contingenze
L'ambiente dei rischio
Continuitàaffair az.
Protezionecivile
Difesacivile
Situazione post-crisiCrisi di legitimazione
Crisi dell'incidenteCrisi delle operazioni
Fattore innescante
Situazione pre-crisiCrisi di gestione
CRISI
OPERAZIONI(ACHIEVEMENTS)REPUTAZIONE
Percezione
Communicazione
Sviluppiconcreti• positivi• negativi
fallitiriusciti
positivinegativi
non conosciuti, nascosticonosciuti, pubblicizzati
percepitinot percepiti
Gestione della crisi vista come combinazione di gestione degli avvenimentie gestione della reputazione dell'azienda
Influenze interneResilienza dell'organizzazioneCapacità di gestire le crisi
Influenze esterneResilienza del sistema
Fattori esterni:"force majeure"
AZIONI CONCRETI
REPUTAZIONE
Gravità
insignificante
marginale
moderata
seria
catastrofica
Probabilitàd
iavve
nimento
freque
nte
probabile
occasiona
le
improb
abile
impossib
ileaccettabile significante criticoLivello di rischio:
Gra
do d
i rischio
Alto Priorità C Priorità B Priorità A
Medio Priorità D Priorità C Priorità B
Basso Priorità E Priorità D Priorità C
Bassa Medio Alto
Probabilità di avvenimento
Matrice per la stima del rischio BCM
Registrodei rischi
Consiglio di Amministrazione e A.D.
Consiglio Continuità degli Affari Aziendali
Squadra lavoro BCM (e dirigente)• dirigere progetto
• trovare risorse sufficienti• assicurare qualità
[Dipartimento]Gruppo lavoro
[Dipartimento]Gruppo lavoro
Analisi delrischio
Stima del rischio
Comunicazionedel rischio
ConoscenzaPercezione
"Institutionallearning"
Adattamento
Rischio di disastro
Gestione del rischio
Analisi continuità affair aziendali
Sintesidelle
procedure(una paginaciascuna)
Annessi:procedure in dettaglio
Revisioni,processi
di controllo
Registrodei rischi
Pianomaestro
Buncefield, Hertfordshire, dicembre 2005
Se fosse la vostra azienda?
• potente esplosione devasta 300 aziende
• 8.000 posti di lavoro salvati da pianidi continuità degli affari aziendali
• riscontrare un grande incidente o undisastro e non avere piano di BCMvuol dire alta probabilità di fallire
• problema esacerbato dadipendenze sull'informatica.
Lezioni di Buncefield
• $1.7 mld di perdite per aviazione civile
• consegna via aerea di materiali deperibilie rifornimenti medici non può accadere
• incontri cancellati, viaggi affari annullati
• passeggeri arenati dappertutto
• squilibri create nei viaggidi turismo e degli affari.
Impatti di Eyjafjallajökull sugli affari
• l'interruzione all'aviazione civile potrebbeessere molto piu lunga la prossima volta
• piani di contingenza non sono ben sviluppati
• le perdite sono potenzialmente enormi
• molte conseguenze secondarienon sono state identificate
• è possibile ridurre le perdite pianificando.
Alcune lezioni di Eyjafjallajökull 2010
Processi diapprendimento
Sicurezzamigliorata
Lezioneimparata
Cambiamentoe innovazione
Experienzae teoria
Riconoscimentoe comprensione
Lezione daimparare
• Evento inatteso
• Nuova circostanza
• Errore• Nuova
pratica
• vivace dipartimento BCM,vince molti premi
• attive squadre di intervento(forte componente femminile)
• fa e utilizza ricerca e esercitazioni
• ha il sostegno del top management
• cura i suoi impiegati e le loro famiglie.
Un buon esempio:OTE/Cosmote Telecomunicazioni SA
Grecia [Romania, Albania]
Conclusioni
• il dirigente riconosce il rischioe pianifica la risposta
• utilizza scenari per esplorarei rischi e le soluzioni
• si prepara e si mettea prova piani flessibili
• si comunica sempre bene
• l'azienda da pieno sostegno alla BCM.
Ricetta per il successo della BCM
Pianificazionedi riconstruzione e
ripristino
Piano di continuità delle attività
Piano permanente di emergenza
Piani diemergenza strategicitactici e operativi
Dopo il
Disastro
Monitoraggioprevisione
e preavvisodisastro
Fattori sociali
Piano
Messaggio
Tecnologia Risposta
Percezione
Cultura
Ottimizzazione
Interessipersonalio privateInteresse
pubblicoAccettibilità
culturale
LESSONS...LEARNED?
Prove disostenibilità Incertezza,
imprevedibilità
LEZIONI...IMPARATE?
Incentiviper imparare
Grazie per il Vostrogentile ascolto!
www.slideshare.net/dealexanderm.slideshare.net/dealexanderwww.emergency-planning.blogspot.comdavid.alexander@ucl.ac.uk