Upload
prof-david-e-alexander
View
2.220
Download
2
Embed Size (px)
DESCRIPTION
Citation preview
Protezione Civile - Stato dell'Arte -
David Alexander University College London
Piano di questa lezione
• organizzazione del settore
• informazione nelle emergenze
• umanitarismo.
Esaminare tendenze e novità con riferimento ai seguenti temi:
• anti terrorismo
Organizzazione della protezione civile
Resilie
nce
Sinonimi in inglese
...ma non ci sono definizioni quantitative...
Catastrofe
Disastro
Grande incidente
Incidente
Internazionale
Nazionale
Regionale
Comunale
Trattato da Tierney (2008) Incidenti
Grandi incidenti
Disastri Catastrofi
Impatto Molto
localizzato Piuttosto
localizzato Esteso e grave
Molto grante
Risposta Iniziative
locali
Limitata assistenza
mutua
Risposta inter-governo
Grande risposta
internazionale
Piani e procedure
Procedure operative standard
Piani di emergenza
attivate
Piani di emergenza
attivate
Piani possibilmente insufficienti
Risorse Risorse locali
Un po' di assistenza
dall'esterno
Grande movimento di risorse
Risorse locali
insufficienti
Ruolo del pubblico
Poco coin-volgimento
Poco coin- volgimento
Pubblico molto coinvolto
Coinvolgimentogenerale
Ripristino Pochissime
sfide Poche sfide
Grandi sfide
Grandissime sfide
Caratteristiche delle grandi emergenze:
• il contesto di rischio e vulnerabilità può
trasformare un'incidente in un disastro.
• il 10% richiedono un cambiamento qualitativo di tecniche di gestione
• il 90% delle emergenze non hanno
bisogno di procedure speciali
• eventi che non possono essere
gestite con normali risorse
Previsione e monitoraggio dei pericoli
Protezione della popolazione (la comunità)
Gestione dei disastri
Gestione dei grandi
incidenti
Gestione degli incidenti
Politiche Piani Procedure Protocolli
Risorse umane e materiali
Gestione del grandi
eventi
Gestione degli
incidenti
Protezione della
popolazione
Previsione e monitor- aggio dei pericoli
Piani, procedure, protocolli
Risorse umane e materiali
Evento locale Risposta locale A
Soglia di capacità municipale
Piccolo evento
regionale Risposta locale coordinata B
Soglia di capacità intermunicipale
Grande evento regionale
Risposta intermunicipale e regionale
B
Soglia di capacità regionale
Evento nazionale Risposta intermunicipale, regionale e nazionale
C
Soglia di capacità nazionale
Evento internazionale
Idem, più risorse internazionali
C
Volontariato: sostegno e integrazione
Settore privato:
integrazione
Disastro
Comune o altra autorità locale: operazioni
Provincia, regione, stato,: coordinamento, assistenza
Nazione: politiche di compatibilità, armonizzazione,
coordinamento
Internazionale: scambio e sostegno
Gerarchia dei piani di emergenza
Micro- emergenza
Disastro o catastrofe
Macro- emergenza
Meso- emergenza
Singolo comune
Diversi comuni
coordinamento regionale
coordinamento nazionale
La protezione civile si trova ad un bivio....
Una nuova classe
di disastro?
Forme di calamità
Naturali: terremoti, alluvioni,
frane, ecc.
Sociali: moti popolari, incidenti di folla, ecc.
Intenzionali: atti di
terrorismo
Tecnologiche: rovesci tossici,
scontri di trasporto, ecc.
"Homeland security"
Gestione delle "contingenze
civili"
Continuità degli affari aziendali Operazioni
umanitarie
Protezione civile
L'industria della
sicurezza
Emergenze e disastri
Homeland security:
quale grado di libertà civile?
Continuità degli affari:
quale rapporto con le autorità
civili? Emergenze umanitarie: quale livello di sostegno
dal mondo ricco?
Protezione civile: quale entità di
sostegno politico?
Quale ruolo per l'industria della sicurezza nell'emergenza
generale?
Contingenze civili: quali sono
i limiti delle attività?
Emergenze e disastri
Disastri
naturali
Disastri
tecno-
logici
Disastri
sociali
Disastri
inten-
zionali
Naturale Antropogenico
Difesa
civile
"Contingenze
civili"
Protezione
civile
"Homeland
Security"
Aziende del settore
privato
Organiz- zazioni di
volontariato
Servizi pubblici
privatizzati
Governo
Assistenza militare
a comunità civili
Difesa civile
Protezione civile
Continuità degli affari
aziendali
CRISI
OPERAZIONI (ACHIEVEMENTS) REPUTAZIONE
Percezione
Comunicazione
Sviluppi concreti • positivi • negativi
falliti riusciti
positivi negativi
non conosciuti, nascosti conosciuti, pubblicizzati
percepiti
not percepiti
Gestione della crisi vista come combinazione di gestione degli avvenimenti e gestione della reputazione dell'azienda
Influenze interne Resilienza dell'organizzazione Capacità di gestire le crisi
Influenze esterne Resilienza del sistema
Fattori esterni: "force majeure"
AZIONI CONCRETI
REPUTAZIONE
Gestione delle
Resilienza
contingenze civili
L'ambiente del rischio
Continuità degli affari
Protezione civile
Difesa civile
Forze paramilitari (Guardia Nazionale)
Forze militari
Forze di polizia
Vigili del Fuoco
Pubblica amministrazione
Volontariato
FPM
FM
VVF PA
V
POL
Italia
FPM
FM
VVF PA
V
POL
UK
V
FPM
FM
VVF PA
POL
Stati Uniti
Militare Civile
Forze Amministrazione civile armate Volontari (società civile) Servizi di emergenza
(esercito) [ruolo residuo] Difesa civile Protezione civile
Comando e controllo Coordinamento e cooperazione Comando rigido Auto gestione
Divisione e integrazione
Divisioni gerarchiche
Nazionale, regionale, locale, ecc.
Divisioni geografiche
Bacini di utenza, giurisdizioni
ecc.
Divisioni organizzative
Polizia, Ambulanza, VVF, ecc.
Divisioni delle funzioni
Governo, commercio, sanità, ecc.
Alcuni legami
effetto della
tecnologia sulla vulnerabilità ai disastri naturali
effetto dei disastri naturali sul
capitale tecnologico
Disastri naturali
Disastri sociali
Disastri tecnologici
condizioni sociali come fattore
incubante
la dissidenza
compo
nent
e
tecn
olog
ico
degli att
i te
rror
istici
Disastri intenzionali
Contro il terrorismo
• l'epoca del NBRC?
• la protezione civile con uno scopo più ristretto
• una pianificazione dominata dal rischio terrorismo
• il ritorno della difesa civile
• la segretezza: "il pubblico non ha bisogno di sapere".
Homeland security
Circa 2000 università statunitensi hanno aperto centri di studio del terrorismo, bioterrorismo, NBRC o materie affini.
Il governo federale statunitense non ha comunque ridotto il numero di dichiarazioni di disastro naturale o concomitante stato di emergenza dalle 45-75 all'anno che prevalevano prima dell'11 settembre 2001.
La creazione del Dipartimento di Homeland Security è stata la più grande riorganiz- zazione del governo federale dal 1947.
Dal 1953 al 2008 negli Stati Uniti (56 anni) ci sono stati 1.809 dichiarazioni
presidenziali di stato di disastro a causa di uragani, alluvioni e terremoti
0
10
20
30
40
50
60
70
80
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Il terrorismo è una specie di disastro teleologico, cioè pilotato
• è infinitamente mutabile
• è costosissimo progettare e effettuare rimedi
• gli scenari sono assai discutibili.
ESEMPIO: nell'attacco dell'Aum Shinrikyo sulla metropolitana di Toyko con il gas nervino Sarin (1995):
• i morti erano 12
• 4900 persone sono andate in ospedale, di cui...
• circa 1000 denunciavano ferite vere
• ...e circa 3.900 denunciavano sintomi multipli fisici idiopatici cioè ipocondria.
Il principale effetto del terrorismo sul
vasto pubblico potrebbe essere,
non il suo coinvolgimento diretto negli incidenti, ma
lo scompiglio delle attività normali...
...con enormi costi per la società.
• un attacco piccolo e concentrato con una sostanza altamente tossica: 210Po
• 30 località contaminate
• test su >1.000 persone
• forte lavoro per tanti enti
• problemi di determinare che dovesse pagare i costi della bonifica.
Il caso di Alexander Litvinenko
Nel caso di un attacco con arme chimiche gli aspetti seguenti dei protocolli di decontaminazione sono assai discutibili:
• gli agenti chimici usati per neutralizzare le sostanze tossiche
• la questione di quanto spogliarsi prima del trattamento
• la tecnica di decontaminazione adoperata in rapporto all’ idenficazione dell'agente tossico
• quante persone potrebbero essere realmente decontaminate.
Aggressione armata da parte di stati
Difesa civile
Disastri naturali
Protezione civile
"Homeland security" (difesa civile) Aggressione armata
da parte di gruppi di dissidenti
Disastri generici
"Contingenze civili" (resilienza)
Gestione delle emergenze: un approccio evolutivo
Rappresentante Participativo
Difesa civile...............Protezione civile
Comando e controllo Catena verticale di comando Popolazione esclusa Ordine pubblico Segretezza
Collaborazione Unità operative
Popolazione inclusa e consultata
Problem solving Apertura
Organizzazione • procedure
• scenari di evento • piano di emergenza
Intelligence • raccolta
• interpretazione • preavviso
Formazione • diffusione dei piani
• esercitazioni
Immagazina- mento • attrezzi • provviste
Sorveglianza • automatica (CCTV) • manuale (personale)
Analisi • in laboratorio • analisi forense
Attività contro il terrorismo
Coinvolgimento protez. civile
Informazione (1): come le emergenze vengono percepite
Carenza di
informazione
Eccesso di
informazione
Impatto del disastro Tempo
Informazione
critica ma carente
Gli eventi sono suscettibili a diverse interpretazioni...
• nel crollo delle torri gemelle a New York 500 delle vittime erano stranieri privi di permesso di soggiorno negli Stati Uniti
• nel terremoto di Bam, molte persone scavavano freneticamente nelle rovine delle loro case .... alla ricerca di pacchi di cocaina
Serve più realismo e meno immagine.
Ma la percezione popolare
dei disastri continua ad essere dominata da miti e
inaccuratezze entusiasticamente
propagati dai mass media.
"Mito" n. 1: Generalmente i disastri sono eventi veramente eccezionali.
"Mito" n. 2: I disastri ammazzano le persone senza differenza di ceto sociale o economico.
"Mito" n. 3: Nascondersi sotto un banco offre buona
protezione contro un terremoto.
Cos'è il comportamento auto protettivo?
• arrotolarsi in un angolo
• mettersi sotto un arco
• non cercare di uscire tutti insieme
• evitare gli oggetti che cadono
• proteggere la testa, il collo e la schiena
• ....o che cosa?
"Mito" n. 4: Le persone intrappolate possono sopravvivere
per molti giorni sotto le macerie.
0.5 1 3 12 1 2 3 4 5 7 10 15
Ore Giorni
Tempo di sopravvivenza
100
50
0
Pe
rcen
tuale
di p
ers
on
e in
trap
po
late
viv
e s
ott
o e
dif
ici cro
llati
0.5 1 3 12 1 2 3 4 5 7 10 15
Ore Giorni
Tempo di sopravvivenza
0
50
0
30
10
20
40
30
20
10
Perc
en
tuale
Entità finale di sopravvivenza
Percentuale cumulativo
di persone intrappolate
recuperate morte
Percentuale cumulativo di
persone intrappolate
recuperate vive
Bam, Iran Dicembre 2003
Nel terremoto di Bam (26.12.03) 1600 soccorritori di 43 nazioni hanno salvato solo 30 persone.
Non era una situazione insolita....
Le soluzioni:
• incoraggiare la formazione di gruppi di ricerca e salvataggio a livello locale nelle zone a rischio
• promuovere il trasferimento dell'apposita tecnologia e della formazione
• gemellaggi internazionali tra gruppi ReS.
Il soccorso tecnico non dovrebbe essere importato da lontano
"Mito" n. 5: I disastri causano un grande caos e quindi
non possono essere gestiti sistematicamente.
"Mito" n. 6: Solitamente i primi soccorsi nei disastri vengono portati dai servizi di emergenza.
"Mito" n. 7: Solitamente c'è una carenza di risorse quando accade un disastro e per questo l'evento non può essere gestito bene.
"Mito" n. 8: Bisogna donare vestiti usati alle vittime dei disastri.
"Mito" n. 9: Le imprese, le associazioni ed i
governi sono sempre generosi nell'inviare soccorso e aiuti nelle zone disastrate.
"Mito" n. 10: Quando accadono i disastri
il panico è una reazione comune.
Il terrorismo: un clima di paura....
Molte persone in posizioni di preminenza nella vita pubblica (amministratori,
politici, scienziati, capi di polizia, ecc.) stanno dicendo ai mass media le loro
opinioni sul probabile comportamento del vasto pubblico durante un disastro, opinioni assolutamente prive di una base di ricerca nelle scienze sociali (sociologia, psicologia sociale, ecc.).
"Mito" n. 11: La gente scappa dalle zone disastrate.
"Mito" n. 12: Dopo il disastro i superstiti
sono storditi e apatici.
"Mito" n. 13: I disastri danno luogo a manifestazioni spontanee di comportamento antisociale,
come lo sciacallaggio.
Invece abbiamo la comunità terapeutica
"Mito" n. 14: Le salme non sepolte costituiscono una minaccia alla salute dei superstiti e
possono contaminare l'acqua potabile.
I mass media dicono continuamente che la presenza di salme non sepolte dopo
un disastro può causare epidemie.
"Mito" n. 15: Spruzzare salme,
macerie e superstiti con il disinfettante
impedisce la diffusione di malattie ed epidemie.
"Mito" n. 16: Le epidemie sono un effetto quasi
inevitabile del caos e dell'interruzione dei servizi sanitari causati dai grandi disastri.
"Mito" n. 17: Gli ospedali da campo sono utili per il trattamento dei feriti.
"Mito" n. 18: Grandi quantità e assortimenti di farmaci
e medicinali dovrebbero essere inviati nelle zone disastrate.
"Mito" n. 19: L’antrace è una polvere bianca.
"Mito" n. 20: La tecnologia salverà il mondo dai disastri.
Tolosa 21 settembre 2001
Esplosione in una fabbrica di fertilizzanti • 12 morti, 180 feriti, di cui 30 grave • danni ingenti a distanza 5 km dal sito • nube tossica di ammoniaca
L'impianto esploso era ubicato accanto ad un altro che fabbricava carburante per razzi spaziali !!!
"Mito" n. 21: I maremoti sono legati alle maree.
"Mito" n. 22: La magnitudo dei terremoti viene misurata
sempre con la scala Richter.
"Mito" n. 23: Esiste un tempo [meteorologico] che
segna l'arrivo di un terremoto.
"Mito" n. 25: I disastri rendono la società più uguale.
"Mito" n. 24: Il disastro è sempre un'esperienza negativa.
Disaster manager da Milano
Ex
ce
pti
on
al
ev
en
ts
Re
sp
ec
t fo
r s
tatu
s
Ea
rth
qu
ak
e d
ea
ths
Un
de
r ru
bb
le
Pa
nic
is
co
mm
on
Pe
op
le f
lee
Su
rviv
ors
da
ze
d
Lo
oti
ng
co
mm
on
Ep
ide
mic
s c
om
mo
n
Ca
nn
ot
be
ma
na
ge
d
An
y a
id u
se
ful
Ac
ce
pt
all
aid
Un
bu
rie
d b
od
ies
An
tis
oc
ial
be
ha
vio
r
Do
na
te c
loth
es
Se
nd
me
dic
ine
s
Go
vts
ge
ne
rou
s
Te
ch
no
log
y s
av
es
1
2
3
4
5 Strongly
agree
Neutral
Strongly
disagree
La nostra immagine dei disastri è condizionata troppo da Hollywood!
Antipatia
mutua
oppure
rapporto
collaborativo?
Rappresentanti
dei mass
media
Indipendenza
e libertà dell'
informazione
Vendite e numero
di telespettatori;
reputazione;
guadagno dalla
pubblicità
Coordinatori
di interventi
di emergenza
Obbligo di
informare il
pubblico
Centri di informazione
al pubblico;
preavviso e allarme;
informare parenti
delle vittime
3000
2000
1000
28 maggio 1995 1 giugno 16 giugno 0
stima del numero di feriti
Gamma di variazione tra le diverse stime del numero di morti
Informazione poco accurata: esempio del terremoto di Sakhalin (Russia), 1995
Servizio di protezione
civile
Pubblico generale
Mass media
Centralino telefonico
Feedback
Feedback
Comunicazione diretta
Conferenze e comunicati
stampa Rapporti con i
consumatori
Informazione 2: la tecnologia
nella gestione dell'informazione
Saggezza: abilità di prendere decisioni in base a principi, esperienze e conoscenza
Conoscenza: capire come le cose funzionano (o dovrebbero funzionare)
Informazione: descrizioni di situazioni fisiche e sociali
Dati: fatti e statistiche di base
COMUNICAZIONE
Idee vecchie...
• struttura rigida • gerarchia • dottrina militare • segretezza • cordone • comando e controllo • sicurezza • difesa civile
Idee nuove...
• pianificazione • collaborazione • gestione flessibile e adattabile • spanna di controllo limitata • condivisione dell'informazione • sostegno telematico • giornalisti accreditati • coinvolgimento del pubblico • protezione civile
Alcuni effetti della rivoluzione in tecnologia di comunicazione e informazione:
• appiattimento della catena di comando
• informatizzazione della risposta al disastro
• sovraccarico dei sistemi di erogazione dell'informazione
• per il coordinatore di emergenza nuovi bisogni di informare se stesso ed altri.
dati
immissione e richieste
Banca
dati
Modelli degli
eventi previsti
Tecnologia di
esposizione e analisi Capacità di
analizzare dati
circuito di elaborazione
dell'informazione
Soccorso dopo
il disastro
Coordinatore
di emergenza
circuito
della gestione
dell'emergenza
La rivoluzione nella tecnologia di comunicazione e informazione (TCI): alcuni problemi....
• il bisogno di riorientarsi
• artificialità e isolamento dalla realtà sul terreno.
• sovraccarico insieme a mancanza di informazione
Filtro
culturale
Strategie
di gestione
del rischio
Benigno
Maligno
Tecnologia
come fonte di
riduzione del rischio
Tecnologia
come fonte
inavvertita di rischio
Tecnologia
come fonte
deliberata di rischio
incessante
sviluppo della
tecnologia
Nel settore della protezione civile, quali sono i nostri standard per
la qualità, l’accuratezza, la gestione e l’immagazzinamento dell’informazione?
Umanitarismo
Aceh (Indonesia)
Afghanistan
Africa meridionale
Angola
Burundi
Cecenia
Colombia
Corea del Nord
Eritrea e Ethiopia
Grandi Laghi Africani
Haiti
Il Caucaso
Iraq
Kenya
Kosovo e i Balcani
Liberia
Pakistan settentrionale
Palestina e Israele
Rwanda
Sierra Leone
Somalia
Sri Lanka
il Sudan
Timor Orientale
Uganda
Le 'emergenze complesse': situazioni di collasso politico, economico, militare, dell'ordine pubblico, del tessuto sociale
Le "emergenze complesse"
• attualmente sono circa 25
• con 10 milioni di profughi, e 13m di internally displaced persons (IDPs)
• apre sempre di più la voragine tra ricchi e poveri
• potenti interessi gestiscono il traffico di armi, persone e droga
• aumenta il dilemma della neutralità
• cresce il rischio di rappresaglie.
La "Croce militare"
GUERRE E CONFLITTI
DISASTRI NATURALI
INSICUREZZA POVERTÀ
ASSISTENZA MILITARE ASSISTENZA U
MANITARIA
VULNERABILITÀ E
EMARGINAZIONE
Assistenza militare
Assistenza umanitaria
Creazione di povertà,
emarginazione e precarietà
"Capacity building":
creazione di resilienza
Sfruttamento globale
Economia nera e informale
La scienza
La comunità internazionale
Giorno 1: bombe a grappolo
Giorno 2: razioni
umanitarie
Che cosa cade dal cielo?
Protezione civile
domestica
Assistenza umanitaria al mondo
Assistenza di emergenza
in Europa
Volontariato Forze armate
Disastri e crisi
Conclusioni
FUTUROLOGIA
• a livello mondiale uno o piu' eventi grossi porteranno una riorganizzazione drastica della protezione civile
• gli eventi catalitici potrebbero essere eruzioni vulcaniche, terremoti, oppure incidenti biologici o radiattivi.
• le perdite nei disastri continueranno ad aumentare vertiginosamente
• la povertà e la vulnerabilità definiranno sempre di più le aree di maggiore suscettibilità ai disastri
Pandemie
Grandi eventi
geofisici: eruzioni
vulcaniche, terremoti, impatto di oggetti extra-
terresti, ecc.
Fuga di sostanze
radioattive
Rovescio di sostanze tossiche
Epidemia, epizoozia, epifitia
NBRC
Rischi emergenti...
Nella protezione civile talvolta la storia si ripete e come....
Terremoto di Lisbona, 1755, e attentato di New York, 2001
La storia ci può aiutare a capire il presente e prevedere il futuro....
....è un elemento vitale degli scenari di pianificazione.
• il mestiere di coordinatore di emergenza diventerà sempre più complesso
• si dovrà integrare sempre più tipi di emergenza nella pianificazione
• man mano, la emergency management diventerà una professione - ma lentamente
• il livello di coinvolgimento e partecipazione internazionale è destinato a crescere ancora.
STUDI DEI
PERICOLI,
DEI RISCHI
E DEI
DISASTRI
SETTE SCUOLE DEL PENSIERO
Sociologia
Psicologia
e psichiatria
Economia e
commercio Studi dello
sviluppo
economico
Medicina ed
epidemiologia
dei disastri
Scienze
fisiche e della
costruzione
Geografia e
antropologia:
ecologia culturale
(umana)
Giustizia
criminale e
scienze
forensi
e forse
un'ottava...
Pericoli,
rischi e
disastri
Climatologia
Idraulica
Idrologia
Meteorologia
Scienze atmosferiche e dell'acqua
Ecologia
Geologia
(e Geomorfologia)
Geofisica
(e Sismologia)
Vulcanologia
Scienze della terra e ambientali
Architettura
Ingegneria civile
Ingegneria geotecnica
Ingegneria strutturale
Ingegneria meccanica
e elettrica
Scienze della costruzione
DISCIPLINE COSTITUENTI
Tecnologia di
informazione e
comunicazione (TIC)
Informatica
Teleosservazione
Analisi del rischio (più
identificazione,
stima, gestione,
comunicazione
del rischio)
Scienze
analitiche e della
computazione
Epidemiologia
Infermeria
Nutrizione
Farmacologia
Medicina generale
Chirurgia e
medicina d'emergenza
Sanita pubblica, igiene
e epidemiologia
Scienze veterinarie
Scienze della salute
Cartografia
Sviluppo economico
Economia e commercio
Geografia, Storia
Giurisprudenza
Pianificazione urbanistica
Studi dei mass media
Psicologia
Sociologia
Scienze sociali e spaziali
CO
N C
E T TI D I BA
S E
AN
AL
ISI D
EI
PE
RIC
OL
I
PIANIFICAZIONEDI EMERGENZA
GESTIONE DELLE
EMERGENZE
SO
CIO
LO
GIA
E
PS
ICO
LO
GIA
DE
I DIS
AS
TR
I
PIANIFICAZIONE
DEL RIPRISTINO E DELLA
RICONSTRUZIONE
GE
ST
ION
E D
EL
LE
INF
OR
MA
ZIO
NI
AL
PU
BB
LIC
O
METODI DI MITIGAZIONE
DEL RISCHIO
ES
ER
CIZ
I
NE
L C
AM
PO
MESTIE
RI TECN
ICI:
tele
comunic
azioni
compute
r, G
IS, e
cc.
La formazione in materia di protezione civile
Riconoscimento e inquadramento istituzionale della
figura professionale
Certificazione di competenza
Programmi di formazione
Figura professionale emergente
Politiche e legislazione
Ricerca Esperienza
Organiz- zazione
Pianificazione di emergenza e organizzazione dei sistemi di
sicurezza
Preallarme e preparazione; azionamento di
misure per limitare i danni
Interventi di emergenza e limitazione dei danni
Ripristino e restauro
Messa in sicurezza dei beni
Integrazione tramite la pianificazione e
la formazione
Legami
Mitigazione e riduzione dei rischi
Preparazione e preavviso
Interventi di emergenza
Ripresa e ricostruzione
Pianificazione • scenari • analisi del rischio • piani di emergenza • protocolli
Organizzazione • strutture di comando • nuclei operativi • centri operativi • comunicazioni
Preparazione • formazione • esercitazioni • diffusione dei piani • revisione dei piani
Risorse • materiali • veicoli e attrezzi • comunicazioni • manodopera
OFFERTA
ESIGENZE
RICHIESTA POTENZIALITÀ DA SFRUTTARE
NUOVA CULTURA DELLA
PROTEZIONE CIVILE
Protezione civile sostenibile:
• è focalizzata sul livello locale (ma viene armonizzata da sopra)
• gode il sostegno della popolazione
• è basata su piani che sono largamente diffusi e frequentemente revisionati
• è un servizio fondamentale per la popolazione e viene presa sul serio dalle amministrazioni politiche.
[email protected] emergency-planning.blogspot.com www.slideshare.com/dealexander