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La Famiglia La famiglia è un fenomeno universale caratterizzato da diversi elementi è un’istituzione presente in ogni cultura e in ogni epoca; rappresenta l’elemento base della struttura sociale; è un’agenzia di socializzazione è il primo e privilegiato luogo di apprendimento dei ruoli sociali. Prof. Luigi Villani Esperto in educazione speciale e di rete territoriale per l’integrazione

Rapporti scuola famiglia-1

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La FamigliaLa famiglia è un fenomeno universale caratterizzato

da diversi elementi• è un’istituzione presente in ogni cultura e in ogni

epoca;• rappresenta l’elemento base della struttura

sociale;• è un’agenzia di socializzazione • è il primo e privilegiato luogo di apprendimento

dei ruoli sociali.Prof. Luigi Villani

Esperto in educazione speciale e di rete territoriale per l’integrazione

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La Famiglia• come sfera affettiva e privata, dove globalmente vi è

un’attenzione alla persona e ai suoi bisogni psicologici e ad una interazione più intensa e personalizzata fra genitori e figli

• la famiglia è il focus per l’identità dei singoli, mentre il rapporto genitori-figli investe sempre più la sfera della comunicazione e della relazione.

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La Famiglia

• Ma si è sempre capaci di fornire ai nostri figli modelli normativi di comportamento?

• Autoritari o autorevoli?• E ,dunque, questo il vero “ribaltamento del

modello normativo in un modello comunicazionale

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La Famiglia

Ma cosa intendiamo per modello comunicazionale?

• Questo modello comporta la presenza di una interazione tra diversi soggetti , dunque, è un’ attività che presuppone la cooperazione.

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La Famiglia

Ora se partiamo da questi concetti:1.Interagire2.Cooperare

Possiamo incominciare a gettare le fondamenta per la costruzione di un modello di collaborazione tra Famiglia e

scuola ed in particolare tra la scuola e le famiglie con figli/e disabili e/o BES

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La Famiglia

• Cooperare presuppone la presenza di due partner paritari con funzioni diverse, ma che nello sviluppo della collaborazione possono interagire, quindi, integrarsi per meglio raggiunger lo scopo….. l’obiettivo prefissato.

• Quindi, scuola e famiglia sono due attori protagonisti … ma con ruoli diversi.

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Conflittualità o collaborazione?

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Lamentele a confronto

• ScuolaGli insegnanti si lamentano del

troppo o del troppo poco impegno educativo dei genitori

Si lamentano di genitori che invadono il loro ruolo

Si lamentano di genitori che si disinteressano dell'andamento scolastico dei propri figli

• GenitoriSi schierano contro gli

insegnanti accusati di richiedere troppo o troppo poco dai loro figli e figlie.

Si schierano con i figli senza ma e senza sé

Non è capace di insegnare...non ha polso

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Atteggiamenti estremi non condivisibili

• L’ iperprotezione dei propri figli,• l’ingerenza nei confronti degli insegnanti,• l’eccesso di delega alla scuola,• L'improvvisazione,• La soggettività al posto dell'oggettività,• Il pregiudizio,• La scarsa organizzazione,• Buone prassi inesistenti o scarse.

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Atteggiamenti condivisibili

• Fiducia,

• Presenza,• discrezione,

• collaborazione.Prof. Luigi Villani

Esperto in educazione speciale e di rete territoriale per l’integrazione

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Analizziamo quali fattori possono aiutarci a gestire il difficile compito di co - educare in un’ottica di una proficua collaborazione tra il genitore e

la famiglia.

PARTIAMO DA 4 SISTEMI PER AFFRONTARE CONSAPEVOLMENTE LA QUESTIONE:

1.Micro-sistema in cui lo studente è partecipante diretto (classe-famiglia)

2.Meso-sistema cioè la relazione tra ambienti diversi (casa-scuola)

3.Eco-sistema cioè gli ambienti in cui lo studente non ha una partecipazione diretta, ma che lo influenzano ( ad esempio le regole della scuola )

4.Macro-sistema,cioè i fattori sociali, culturali, che possono influenzare lo studente anche se questi non interagiscono consapevolmente con il soggetto.

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METODO COMPARATIVO

Attraverso uno studio comparativo effettuato negli Stati Uniti su un campione considerevole di studenti /genitori e insegnanti ,si è voluto dimostrare che esisteva una netta correlazione tra il rendimento dello studente e il rapporto tra l’insegnante e la famiglia.

Lo studio prevedeva la comparazione delle modalità organizzative e di comunicazione verso le famiglie da parte della scuola e l’impegno e la collaborazione che famiglia forniva alla scuola e all’insegnante del proprio figlio.

I risultati (dopo discreto periodo di osservazione ,di monitoraggio e sviluppo dei dati rilevati) ha messo in risalto :

• il rapporto con la scuola,classe e insegnante nonché il rendimento a scuola risultava debole se la famiglia non era coinvolta o non si faceva coinvolgere nell’azione co-educativa del figlio;

•Quando invece la famiglia stabilisce un modello di comunicazione efficace con l’insegnante, il risultato è positivo in termini socio-apprendimentale da parte dello studente

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COME LA SCUOLA PUO’ SOSTENERE LA PARTECIPAZIONE GENITORIALE?

1.Partenariato,cioè i genitori imparano dai saperi del professionista e questi dai saperi dei genitori

2.Nessun bambino o studente è un’isola a sé ,ma è parte di un progetto

3.La scuola non è una scatola chiusa ,deve essere luogo del sapere ma soprattutto strumento per costruire l’uomo e la donna del domani.

IN SINTESI:

•CONDIVISIONE DEI SAPERI, per saper fare e soprattutto saper essere

•Non può esistere nessuna logica della differenzazione e dell’esclusione culturale

•La scuola deve essere una finestra da aperta al territorio, ma anche una porta sempre aperta con lo scopo principale di accogliere, integrare ed includere senza mai perdere di vista la propria missione: educare e formare alla professione ma anche alla vita.

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Organizzazione e buone prassi aiutano il rapporto scuola/famiglia?

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Buone prassi = procedere con consapevolezza

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LA COLLABORAZIONE CON LE FAMIGLIE,UN DOVERE E UN DIRITTO SANCITO DALLA NORMA

La partecipazione delle famiglie degli alunni con disabilità al processo d’integrazione avviene attraverso una serie di adempimenti previsti dalla legge:

1.Art.12 comma 5 della legge 104/92 ( la famiglia ha diritto a partecipare alla formulazione del PDF e del PEI)

2.Ampia partecipazione della famiglia al sistema di istruzione DPR 567/96

3.Collaborazione scuola famiglia Legge di riforma n.53/2003 art.1

La famiglia in quanto fonte di informazioni preziose, nonché luogo in cui avviene la continuità fra educazione formale ed informale, costituisce un punto di riferimento

essenziale per la corretta inclusione scolastica dell’alunno con disabilità. prot4274_09_all.pdf

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UN DIRITTO DI TUTTI ,UN DOVERE NON DEROGABILE DELLE ISTITUZIONI:

LEGGE 27/DICEMBRE/1947- COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Art. 2 diritti inviolabili dell’uomo ………

Art.3 tutti i cittadini hanno pari dignità ………

Art.30 è dovere e diritto dei genitori mantenere,istruire i figli ………

Art.31 la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia ………

Art.32 la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ………

Art.34 la scuola è aperta a tutti ………..

Art. 38 ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale

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DIRITTO AD ESSERE INTEGRATO

Legge 118/71 art.28 disponeva che l’istruzione obbligatoria doveva avvenire nelle classi normali della scuola pubblica . Questa legge supera il modello delle scuole speciali ,ma non le aboliva. L’iscrizione degli allievi disabili nelle classi comuni veniva delegata alla semplice iniziativa delle famiglie.

Legge 517/77 a differenza della 118/71 che sanciva il principio dell’inserimento , questa legge fa chiarezza sulle condizioni,strumenti e finalità per l’integrazione scolastica.

Corte costituzionale con sentenza n.215/87 dichiara il diritto del disabile alla frequenza nelle scuole di ogni ordine e grado

Sentenza considerata la “magna carta” dell’integrazione scolastica e ribadita nella c.m. n.262/88

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DIRITTO NON SOLO ALL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA

Legge 5 febbraio 1992 n°104 detta anche legge quadro per l’assistenza, integrazione sociale . Questa legge sancisce ,ribadisce ed amplia il principio dell’integrazione scolastica.

Infatti prevede un atteggiamento di particolare attenzione verso quella che i giuristi definiscono “ cura educativa”

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Si stabilisce che la società deve mettere in atto quanto necessario per favorire l’inserimento del disabile, il quale deve poter usufruire di interventi riabilitativi sufficienti a consentirgli di recuperare il maggior grado possibile di autonomia.

Particolare rilievo viene dato agli atti volti a favorire sia l’integrazione scolastica (a partire dall’inserimento nella scuola materna sino all’università prevedendo piani educativi personalizzati), che lavorativa (ove si regola l’assegnazione dei compiti per adattare il posto di lavoro al soggetto).

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QUALI STRUMENTI ABBIAMO A DISPOSIZIONE?QUALI STRUMENTI ABBIAMO A DISPOSIZIONE?INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO

DISABILEDISABILE

LA CERTIFICAZIONECHE COS’E’ E’ il documento conclusivo degli accertamenti clinici finalizzati a definire le menomazioni, presenti in un

alunno tali da comportare difficoltà di apprendimento, di relazione, di integrazione scolastica e da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. Tale certificazione consente di accedere agli interventi educativi, assistenziali (servizio di trasporto scolastico e di Assistenza per l’autonomia e la comunicazione) e di sostegno previsti dalle vigenti disposizioni di legge (L. 104/92 art. 3, comma 5). Tale certificazione riguarda, però, dopo il D.P.C.M. 185/06, solo gli alunni con “minorazioni stabilizzate o progressive” .

PROCEDIMENTO DI INDIVIDUAZIONE La richiesta può essere inoltrata, al momento della prima iscrizione a scuola o in qualunque momento

dell’iter scolastico, all’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della A.S.L. di competenza. Quest’ultima provvederà a rilasciare la certificazione alla famiglia dell’alunno o al diretto interessato, in caso di maggiore età, che a sua volta la consegnerà alla scuola all’atto dell’iscrizione.

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PREREQUISITI DI ACCESSO L’individuazione può essere richiesta dal genitore (o dall’esercente la potestà parentale)

CHI REDIGE IL DOCUMENTO Il documento viene redatto dall’equipe multidisciplinare composta da: neuropsichiatra

infantile, psicologo, assistente sociale, eventuale terapista della riabilitazione. CHE VALIDITA’ La certificazione ha validità fino alla sua eventuale revoca decisa dal gruppo di lavoro che

si occupa dell’alunno, in ogni caso i genitori possono richiedere l’interruzione dei benefici previsti dalla L.104/92 in qualunque momento lo ritengano opportuno, attraverso una semplice richiesta indirizzata al Dirigente Scolastico.

INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO DISABILEDISABILE

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DIAGNOSI DIAGNOSI FUNZIONALEFUNZIONALE

Diagnosi funzionale

COS’E’Il documento che attesta la situazione di handicap, ai fini

dell’integrazione scolastica, è denominato Diagnosi Funzionale. Si tratta di un documento sanitario (disciplinato dall’art. 3 del D.P.R. 24/02/94) in cui viene descritto stato di salute, capacità, potenzialità e difficoltà dello sviluppo psicofisico dell’alunno certificato.

Sulla base della recente Intesa Stato-Regioni la Diagnosi Funzionale include il Profilo Dinamico Funzionale.

QUANDOLa Diagnosi Funzionale deve essere predisposta entro il 30

luglio (D.P.C.M. 185/06 art. 3 comma 1 e L. 333/01 art.4 commi 1 e2) dell’anno precedente (ma sarebbe utile averla un paio di mesi prima), ad ogni passaggio di ciclo scolastico e aggiornata periodicamente.

La Diagnosi Funzionale è atto sottoposto alla legge di tutela della privacy.

I.I.S. GRITCARI

Guida Guida

all’Integrazione all’Integrazione

ScolasticaScolastica

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PROFILO DINAMICO FUNZIONALEPROFILO DINAMICO FUNZIONALE

G

CHE COS’E’ E’ il documento, preliminare alla

formulazione del Piano Educativo Individualizzato, che definisce la situazione di partenza,

Le informazioni devono essere sintetizzate e integrate attorno a quattro poli principali:

a) punti di forza, cioè livello raggiunto, abilità possedute adeguatamente

b) punti di forza, livelli raggiunti, abilità manifestata grazie alla mediazione positiva di fattori contestuali

c) deficit, cioè carenza, mancanza, incapacità o sviluppo inadeguato rispetto ai criteri e alle aspettative;

d) relazioni di influenza tra vari ambiti di funzionamento dell’alunno in situazione di disabilità.

Sulla base dell’art. 2 comma 2 dell’Intesa della Conferenza Stato-Regioni del 20 marzo 2008 il Profilo Dinamico Funzionale è stato assorbito nella Diagnosi funzionale.

Guida Guida

all’Integrazione all’Integrazione

ScolasticaScolastica

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PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)

G

CHE COS’E’ Per ogni alunno con disabilità viene redatto il P.E.IP.E.I., a volte denominato P.E.P. (Piano

Educativo Personalizzato) al fine di individuare le proposte relative alle risorse necessarie: ore di sostegno, assistenza per l’autonomia e la comunicazione, ausili e sussidi didattici, assistenza igienica, etc. (D.P.R. del 24.02.94 art.5 comma 4).

Si tratta di un documento nel quale vengono descritti gli interventi ed i percorsi integrati alla programmazione di classe e ciò coerentemente con gli orientamenti e le attività extrascolastiche di carattere riabilitativo e socio-educativo.

Sulla base degli elementi desunti dalla Diagnosi Funzionale, si elabora ciò che non deve limitarsi al solo progetto didattico, ma è un vero e proprio progetto globale di vita in cui progetto globale di vita in cui vengono descritti tutti gli interventi finalizzati all’integrazione scolastica e sociale vengono descritti tutti gli interventi finalizzati all’integrazione scolastica e sociale dell’alunno in situazione di handicap per un determinato periodo dell’alunno in situazione di handicap per un determinato periodo (anno scolastico suddiviso in trimestri o quadrimestri),al termine del quale bisogna effettuare verifiche ed apportare eventuali modifiche (D.P.R. 24/2/94 art. 6 - L.104/92 – Conferenza Stato-Regioni 20.03.08 art. 3).

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GLHOGLHO

GRUPPO OPERATIVO SUL SINGOLO GRUPPO OPERATIVO SUL SINGOLO ALUNNOALUNNO

G.L.H.O.CHE COS’E’ E’ un gruppo di lavoro multidisciplinare (ex art. 12

comma 5 L.104/92) che, su convocazione del Dirigente Scolastico, previo accordo con gli operatori interessati, programma e verifica gli interventi per l’integrazione scolastica e il progetto di educativo globale (anche extrascolastico) specifici per il singolo alunno.

CHE FUNZIONI HA Il Gruppo H in linea generale programma e verifica le

specifiche attività scolastiche ed extrascolastiche dell’alunno in situazione di handicap.

Tra i compiti specifici di tale gruppo c’è quello di predisporre il P.E.I., di verificarne l’attuazione nonché l’efficacia dell’intervento scolastico (art.12 L104/92, commi 5 e 6 più Atto di Indirizzo D.P.R. del 24/02/94 art.4 e 5); valutare la opportunità di assegnare all’alunno il servizio di Assistenza per l’autonomia e la comunicazione, suggerendone le modalità di erogazione (ore settimanali necessarie), proporre eventuali modifiche all’erogazione del sostegno didattico.

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GRUPPO DI STUDIO E DI LAVORO D’ ISTITUTOGRUPPO DI STUDIO E DI LAVORO D’ ISTITUTO G.L.H.I.G.L.H.I.

CHE COS’E’ Presso le scuole di ogni ordine e grado il Dirigente Scolastico deve nominare il

GLHI che ha compiti di organizzazione e di indirizzo.

DA CHI E’ COMPOSTO Il GLHI è composto dal Dirigente Scolastico, dai rappresentanti degli insegnanti

curriculari e di sostegno, dai rappresentanti degli Enti Locali (compresi gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione), dai rappresentanti dei collaboratori scolastici impegnati nell’assistenza igienica, dai rappresentanti delle ASL, dai rappresentanti dei genitori di tutti gli alunni, dai rappresentanti delle Associazioni e/o di familiari dei ragazzi con disabilità, oltre che da rappresentanti degli studenti solo per la scuola secondaria di secondo grado.

DA CHI VIENE ORGANIZZATO

Viene organizzato dal Dirigente Scolastico o dal suo delegato.QUANDO SI RIUNISCE Si riunisce all’inizio dell’anno e in qualsiasi momento lo richiedano il Dirigente Scolastico,

le famiglie o gli operatori scolastici.

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INSEGNANTI INSEGNANTI DI SOSTEGNODI SOSTEGNO

L’insegnante di sostegno

La figura dell’insegnante per le attività di sostegno è prevista nella scuola d’ogni ordine e grado (inclusi i corsi serali) (L.517/77; L. 270/82; C.M. n. 262/88).

La sua attività deve essere rivolta all’intera classe nella quale è iscritto l’alunno in situazione di disabiltà.

Insieme agli altri docenti della classe identifica i bisogni educativi speciali dell’alunno e attraverso il Gruppo H propone e costruisce il Piano Educativo Individualizzato.

Il docente di sostegno ha anche il ruolo di facilitatore della comunicazione e della relazione tra i docenti, l’alunno con disabilità, gli alunni della classe e gli altri soggetti che interagiscono nel processo di integrazione (famiglia, personale A.S.L., educatori, mediatori, assistenti per l’autonomia e la comunicazione);

G

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INSEGNANTI CURRICULARIINSEGNANTI CURRICULARI

GRIT

Affinché l’integrazione degli alunni con disabilità sia reale ed efficace occorre vi sia il coinvolgimento attivo e la presa in carico da parte degli insegnanti curriculari, i quali sono insegnanti di tutti gli alunni della classe (C.M. 78/03; Nota Ministeriale prot. n. 4088 del 2 ottobre 2002).

Tutti gli interventi didattici inerenti al PEI “PEI “debbono coinvolgere l’intero corpo docente, debbono coinvolgere l’intero corpo docente, e ciò superando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente della delega del problema e ciò superando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente della delega del problema dell’integrazione al solo insegnante di sostegnodell’integrazione al solo insegnante di sostegno” (Nota Ministeriale prot. n. 2407dell’8 agosto 2002)

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ASSISTENTE PER L’AUTONOMIA E LAASSISTENTE PER L’AUTONOMIA E LACOMUNICAZIONECOMUNICAZIONE

GR

L’Assistente per l’Autonomia e la Comunicazione è personale appositamente formato, in possesso di competenze professionali specifiche

o riconosciute tali, che si inserisce nelle attività scolastiche secondo un progetto elaborato in base ai bisogni dell’alunno in situazione di disabilità.

CHE FUNZIONI HA Ha il compito di sostenere l’alunno nell’ambito dell’autonomia e della comunicazione,

collaborando con il personale della scuola e gli insegnanti ai fini della effettiva partecipazione dell’alunno a tutte le attività scolastiche e, compatibilmente con l’organizzazione del proprio orario di lavoro, extra scolastiche.

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ASSISTENZA ASSISTENZA MATERIALEMATERIALE

COLLABORATORI SCOLASTICICOLLABORATORI SCOLASTICI

IN CHE COSA CONSISTE Per l’alunno con disabilità che necessita di

accompagnamento per spostarsi all’interno della struttura scolastica, per , per accedere ai servizi igienici o per o per un’assistenza durante la mensa è prevista un’assistenza di base. I collaboratori scolastici (ex bidelli, oggi personale ATA) forniscono assistenza agli alunni disabili in caso di momentanea assenza degli insegnanti, aiuto materiale per gli spostamenti da e verso le strutture scolastiche, nonché assistenza all’interno delle strutture scolastiche.

CHI LA FORNISCE L’assistenza materiale, servizio fondamentale nel

processo di integrazione del disabile, deve essere fornita e garantita dalla scuola in cui è scritto l’alunno/a . Il bisogno deve essere segnalato nella certificazione emessa dalla A.S.L.

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MATERIALI ED AUSILIMATERIALI ED AUSILI

Le scuole devono essere dotate di attrezzature ed ausili, anche tecnologici; spaziando, dunque, dai materiali non strutturati fino ai più sofisticati ausili elettronici (art. 13 comma 1, lettera b della L.104/92).

Sarà compito del gruppo di lavoro d’istituto (GLHI) individuare i tipi di materiali occorrenti.

I fondi utilizzabili sono quelli assegnati dagli Enti Locali sulla base delle leggi regionali per il diritto allo studio e quelli stanziati dalla L. 104/92 ed assegnati per questo scopo dal Ministero del Tesoro direttamente alle Direzioni Scolastiche Regionali.

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ISTRUZIONE A DOMICILIOISTRUZIONE A DOMICILIO

G

Gli alunni con o senza disabilità che sono impossibilitati per ragioni di carenze immunitarie o per necessità di salute, certificati dalla autorità sanitaria, a frequentare la scuola per un periodo superiore a 30 giorni, hanno diritto a concordare con la scuola un programma con l’invio a domicilio di docenti per qualche ora settimanale.

Qualora questi svolgano le ore di docenza in aggiunta all’orario di servizio hanno diritto al pagamento dello straordinario.

La convenzione può anche prevedere l’attivazione di un computer con telecamere per seguire le lezioni in classe, sempre che vi sia il consenso dei docenti e dei genitori degli alunni.

I compiti scritti possono essere inviati on-line ai docenti e da questi restituiti corretti. (C.M. n° 84/02, C.M. n°56/03 e D.D.G. del 13/10/2004)

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