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arrampicate nei colli euganei rock climbing in the euganean hills michele chinello marco simionato Rocca Pendice IDEA M o ntagn a EDITORIA E ALPINISMO

Rocca Pendice

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arrampicate nei colli euganei

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IDEAMontagnaEDITORIA E ALPINISMO

A 22,00

La prima volta che salgo la via Carugati è nel 1974; ad ogni lun-ghezza di corda consultiamo la già introvabile guida azzurra “Colli Euganei, guida alpinistico-turistica”, unica fonte di informazioni sulle arrampicate a Rocca Pendice e Monte Pirio quando sulla parete Est tra vie e varianti si contavano una decina di itinerari.Son dovuti passare diversi anni prima di sentire l’esigenza di aggior-nare le relazioni relative ai tracciati delle salite sulle falesie dei Colli inserendo anche nuovi percorsi attrezzati in modo tradizionale. Venne così alla luce “Arrampicate sui Colli Euganei; guida alpinistica dei Monti Pendice e Pirio”, edizione curata soprattutto da alcuni Istruttori della Scuola di Alpinismo F. Piovan di Padova.Subito dopo iniziò l’era degli spit che aprì nuovi orizzonti e un diverso modo di confrontarsi nei riguardi dell’arrampicata; si scopri-rono così nuove placche e nuovi strapiombi superabili in sicurezza solo con l’aiuto delle famigerate placchette.Ecco dunque che dopo diversi anni in cui tante, forse troppe, per-sone hanno perforato la trachite di questa nostra bella palestra naturale viene data alle stampe questa terza versione di guida che allarga le proprie competenze anche a settori che nelle precedenti pubblicazioni non venivano presi in considerazione.Ben venga allora questa nuova opera che oltre a proporre una serie di nomi e numeri racconta anche la storia della falesia attraverso i racconti e i ricordi di alcuni dei più assidui frequentatori dando così un’idea ai giovani, o a chi non conosce le varie vicende, di come si sia sviluppata l’arrampicata in questo particolare angolo dei Colli Euganei.Complimenti dunque agli autori di questo volume, i quali parteci-pando in passato ai corsi della Scuola F. Piovan, e animandoli oggi loro stessi, hanno saputo interpretare fino in fondo lo spirito che anima questo luogo e quello dei “matti delle corde”.

Lucio De FranceschiDirettore della Scuola di Alpinismo

F. Piovan

PREFAZIONE

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prima edizione: giugno 2009

ISBN 978-88-903275-2-0

Idea Montagna EdizioniVia Sant'Antonio, 2335037 Teolotel. [email protected]

© Marco Simionato© Michele Chinello

Coordinamento generale:Francesco Cappellari

Coordinamento editoriale:Francesco Cappellari

Progetto grafico, impaginazione, illustrazioni, elaborazione immagini:Marco Simionato

Traduzioni:Kean Hall

Stampa:Officina CreativaPadova

Tutti i diritti riservati.È vietata la riproduzione anche parziale, degli scritti, dei disegni e delle fotografie.

Club Alpino Italiano Sezione di Padova

Comune di Teolo

Parco Regionaledei Colli Euganei

Con il patrocinio di:

Ringraziamenti:Luca Allegro, Valentina Ambrosin, Monica Arcaro, Chiara Baretta, Alberto Barbirato, Anna Bortolin, Lorena Barolo, Giuliano Bressan, Lucio De Franceschi, Maurizio Carmignotto, Sergio Carpesio, Fabio Della Casa, Leonardo Di Marino, Enrico Ferrari, Cristiano Gennaro, Luca Ghiro, Daniela Grigoletto, Gabriele Masiero, Gianni Mazzenga, Andrea Minetto, Mariasole Montin, Carmelo Motta, Pietro Pettenella, Maurizio Piacentin, Francesco Piardi, Ida Polin, Andrea Ragazzi, Antonio Sandi, Matteo Sandi, Valentina Sandi, Lorenzo Trento, Luigi Venezian, Monica Voltan, Claudio Zampieri, Leri Zilio, Giuliano Zogno

Avvertenza: abbiamo compilato questa guida con la massima coscienziosità ma non garantiamo per eventuali errori o incompletezze. L'uso delle informazioni contenute in quest'opera è a proprio rischio. Gli autori e l'editore non si assumono quindi nes-suna reponsabilità per eventuali incidenti o qualsiasi altra conseguenza.

Disclaimer: Whilst every effort has been made to ensure that the information con-tained in his guidebook is correct, no guarantees are implied or suggested that it is free from errors or that it is complete. Use of the information contained in this book is at your own risk. Neither the authors nor the editor therefore accept any li-ability for accidents or any other damage caused.

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Prefazione ____________________________ 7

Introduzione __________________________ 11

Accesso e ambiente

Access and environment __________________ 12

Numeri utili - Useful numbers ______________ 14

Il Parco Regionale dei Colli Euganei __________ 16

Note geologiche ________________________ 20

Escursioni nei dintorni

A piedi ___________________________ 26

In mountain Bike ___________________ 32

Storia alpinistica _______________________ 38

Note tecniche _________________________ 44

Guida alla lettura _______________________ 46

Technical notes ________________________ 48

How to read the guidebook _______________ 50

Rocca Pendice ________________________ 52

Punta Nord Parete Ovest

Numerate ________________________ 54

Parete Est, aree di arrampicata _________ 72

Punta Nord Parete Est

Cresta e Dinamiche _________________ 74

Palestrina e Cresta __________________ 78

Dinamiche Basse____________________ 80

Dinamiche Alte _____________________ 82

Diavolo __________________________ 86

Pilastro Maurizio ___________________ 90

Diavolo __________________________ 92

Parete Est ________________________ 100

Lavagne nere ______________________ 108

Checco e Granchio __________________ 110

Direttissima _______________________ 113

Attacchi _________________________ 116

Scudo centrale _____________________ 120

Cengia alta _______________________ 122

Bianchini e Dorna - Classiche _________ 128

Bianchini e Dorna - Sportive __________ 130

Carugati - Classiche ________________ 134

Carugati- Sportive _________________ 136

Pilastro Sud

Barbiero _________________________ 142

Kundalini _________________________ 154

Punta della Croce

Punta della Croce __________________ 162

Punta della Croce Nord - Sportive ______ 166

Punta della Croce Nord - Classiche _____ 170

Punta della Croce Sud _______________ 176

Castelnuovo

Sasso del prete _____________________ 184

Monte Pirio

Pirio _____________________________ 188

La Piccola ________________________ 192

La Grande ________________________ 194

La Lama __________________________ 196

La Gialla _________________________ 198

Monte Altore

Busa dell'Oro ______________________ 204

Monte Grande

Sasso delle Eriche ___________________212

Sicurezza in falesia ______________________ 222

Chiamate di soccorso ____________________ 224

Safety - Equipment _____________________ 226

Safety - Calling the emergency services ______ 228

INDICE INDEX

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6 7

Parlare di Rocca Pendice, per me, è come parlare di uno di famiglia. Par-lare di questa nuova guida è come rifare i documenti dopo che questo parente ha cambiato casa e, con l’età, anche un po’ le sembianze.

Rocca Pendice (mi raccomando con l’accento sulla “i”, alla veneta) è dal 1909 la parete dei padovani che ne hanno fatto, giustamente, un sim-bolo. Chi arriva dalle grandi montagne e naturalmente snobba le col-line padane è sempre rimasto sorpreso da quest’appicco dei Colli Euganei. Ma bisogna avventurarsi nel cuore della parete per scoprirne il valore, per capire che non siamo soltanto nella solita falesia di valle, iperfrequentata dai giovani e quindi alla moda. Siamo in una vera e propria montagna.

E non è un caso che la prima salita, quella del 1909 compiuta dai coniugi Carugati, Mariano Rossi e Antonio Berti, ha richiesto, malgrado il mode-sto dislivello, addirittura un bivacco in parete. Come nella vera montagna.

E non è neppure un caso che “Rocca” sia stata visitata da illustri alpinisti. Pensiamo ad Emilio Comici, a Gino Soldà, a Reinhold Messner. Ma soprat-tutto è stata, ed è tuttora, un buon banco di allenamento per gli alpini-sti padovani e non.

Note le vicende degli anni della scoperta e dell’apertura delle molteplici vie di roccia. Antonio Bettella, Aldo Bianchini, Romeo Morten, Franco Dorna, Guerrino Barbiero, Gastone Scalco, Bruno Sandi sono alcuni dei nomi legati alla grande esplorazione negli anni che precedono o addirit-tura coincidono con la Seconda Guerra Mondiale.

E poi, in epoche recenti, la grande frequentazione di Rocca Pendice è coincisa con l’apertura di moltissimi itinerari sportivi anche di alta diffi-coltà e contemporaneamente al sempre più largo utilizzo da parte delle scuole del Cai delle varie strutture di arrampicata che si sono via via sco-perte e attrezzate.

Ora la parete si trova ad una svolta. Acquistata l’intera area da parte della Regione Veneto nel 2009 e data in gestione al Parco Regionale dei Colli Euganei, da anni è frequentata non solo dagli arrampicatori ma anche da un altro ospite illustre. Il falco pellegrino, un rapace in via di estinzione, ha deciso di stanziarsi proprio sulla parete est, quasi a monito, costrin-gendo i poveri arrampicatori a limitare le loro incursioni verso l’alto. Una fetta di parete, da un po’ di anni a questa parte, è chiusa all’esercizio della scalata per circa due mesi nel periodo primaverile.

Il Cai e tutti gli appassionati hanno recepito la limitazione con un po’ di difficoltà rivolgendosi così anche verso altre strutture presenti negli Euganei. Primo fra tutti il Monte Pirio, altra storica palestra dei padovani, che con i suoi quattro speroni verticali consente uno stile arrampicatorio ben diverso a quello del Pendice.

Più recentemente scoperte e valorizzate le pareti del Monte Grande e della Busa dell’Oro che danno altre valide alternative per passare una giornata di arrampicata nell’area dei Colli.

E quindi i curatori di questa guida, Michele Chinello e Marco Simio-nato, oltre che forti climber, hanno saputo unire tutte le componenti fin qui descritte, coniugando in modo sapiente e diligente, la dignità storica della parete alle esigenze moderne che fanno dell’intera area euganea un polo di attrattiva di quel turismo sano che fa della natura, e della monta-gna in particolare, il proprio terreno d’azione.

Francesco Cappellari

INTRODUZIONE

8 9

Framenti di paura

L.1

L.2

L.3

L.1

L.1

L.1

L.2

L3

1A

13 4

2

5 6 7

8

1112 13

9

10

5a

4c

5a

4b

5a

3+

3

Lo Spigolone termina vicino alla cima delle Numerate. La via di discesa è la stessa della via della Cresta, oppure è possibile scendere a doppie dalla fine del terzo tiro.

Lo Spigolone finishes near the summit of Numerate. The descent route is the same as for the Cresta route, or it is also possible to abseil from the end of the third pitch.

92 93

DIAVOLO -1DIAVOLO - 1B BPUNTA NORD PARETE EST

1 Lo Spigolone L1 4c, 4a 35 m S ��� L2 4a, 4c 30 m S ���� L3 4a, 4b 30 m S ��� L4 2, 3 30 m A ��� Bella classica che segue una logica ed evidente serie di diedri sulla sinistra della “Parete del Diavolo”. Ben attrezzata a resinati. Caratteristico ed aereo il passag-

gio del tetto alla fine del secondo tiro. L’attacco, se bagnato, può diventare piut-tosto ostico. Fare attenzione a qualche punto di roccia un po’ instabile nel se-condo e terzo tiro. Dalla fine di L3 per facili roccette con vegetazione e tracce alla cresta sommitale di Punta Nord. A. Bettella, A. Bianchini - 1940

1A Variante 4b, 4c 30 m A ���� Interessante ed esposta variante che segue uno stretto diedro in fil di spigolo. Attrezzatura datata su chiodi normali, consigliabile qualche dado. Sosta su vecchio chiodo cementato.

2 Rosa Confetto 6a, 6b 50 m S �� Sale per due lunghezze restando in placca sulla faccia destra del diedro. Spittatura datata e in alcuni punti distanziata. E. Cipriani

3 Universi paralleli 6b 35 m S ���� Bel traverso sul bordo del tetto. L. Venezian

4 Vecchia pista da elefanti - Supernova L1 7b+ 35 m S ��� L2 6b+ 20 m S ��� Riprende, allungandolo e aggiungendo un tiro, “Vecchia pista da elefanti”, di F. Piardi. L. Venezian

5 Il braccio destro del destino 7b 30 m S ���� Passo esplosivo in strapiombo. Una presa artificiale sul tetto. L. Venezian

6 L’angelo del bizzarro L1 7b+ 35 m S ��� L2 7a 25 m S ����� � L3�6a+ 25 m S ���� Anche questa via riprende, allungandolo, un vecchio itinerario di F. Piardi. Passo esplosivo in tetto, poi la placca verticale seguente finirà di segarvi le braccia. L3 segue la vecchia classica Bettella. L. Venezian

Diavolo invernale

1A

2

13

4 5 6 7

8

11

12

13

910

L1L1L1

L1

L2

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DIAVOLO - 2DIAVOLO - 2B BPUNTA NORD PARETE EST

7 Profondo blu 6c 32 m S ����� Bella, nonostante riprenda e raddrizzi, senza particolare logica e con una presa artificiale, la prima parte della vecchia via Bettella (in verde nello schizzo). L. Venezian

8 Supermilonga 7a+ 20 m ���� Variante più facile a “Il lato oscuro”. Da intuire il passaggio del tetto. Abbandonata da tempo ha spit vetusti ed inaffidabili. Sosta vecchia. F. Piardi

9 Il lato oscuro 7c 20 m ��� La più difficile del settore, interessante nonostante alcuni scavati, al momento è abbandonata e con chiodatura vecchia e inaffidabile. Molto atletico e un po’ forzato il passo del tetto. F. Piardi

10 Diedro Carron L1 A2 35 m A ����� � L2�5a, A1 25 m A L3 5b, 5c 25 m A� Praticamente l’unica via in artificiale rimasta, supera un diedro strapiombante ed

un tetto pronunciato. Viene saltuariamente ripetuto soltanto il primo tiro, inte-ressante ma attrezzato con chiodi non sempre buoni. Le lunghezze superiori, con vecchi chiodi, sono in gran parte invase dal muschio. Sembra sia stato superato anche in arrampicata libera con corda dall’alto e difficoltà attorno al 7b+, 7c. 6b nel secondo tiro. La sosta, in comune con le due vie precedenti, è piuttosto vecchia e richiede cautela. B. Carron, S. Degli Adalberti

11 Il drago della fortuna 6a+ 30 m S ���� Simpatica e non banale serie di fessure levigate. Il secondo tiro, molto sporco, è stato completamente abbandonato. M. Gallo, L. De Biase

12 Adrenalina 6b+ 30 m S ���� Muretto non semplice con prese spesso levigate. Raddrizza parte di “Jan Solo”, un tratto della quale ora corre leggermente più a destra. L. Venezian

13 Jan Solo 6a 30 m S ��� Tecnica e interessante, su prese a volte levigate. Runout finale, utile un cordino per una clessidra. M. Gallo

Terreno di gioco... ...e di studio

Ho cominciato a frequen-tare Rocca Pendice nel 1973 come allievo dell’allora Corso di Formazione Alpinistica, organizzato dalla Sezione del CAI di Padova e ricordo come fosse ieri l’impatto, non certo semplice, con le “Numerate”. L’anno successivo, complice il Corso di Roccia, ho iniziato a percorrere le varie vie storiche sulla parete est e da allora si può dire che continua il mio personale rapporto con la roccia di questa bellissima “palestra”.

Per noi padovani, ma anche per gli arrampicatori vicini logisticamente a Rocca Pen-dice, avere a portata di mano una parete che si estende per ben 140 metri in altezza e che presenta innumerevoli vie di più tiri, sia classiche che sportive, ha permesso la giusta crescita e la doverosa preparazione per affrontare salite più impegnative su tutto l’arco alpino. La roccia simile al granito per-mette, se asciutta, un’aderenza molto buona; ne consegue un’arrampicata piuttosto tecnica, prevalentemente su placche e fessure, anche se talvolta si presentano tratti di forza pura. In sostanza Rocca offre un terreno sicuramente valido per allenarsi sia dal punto di vista fisico che tecnico.Non bisogna inoltre dimen-ticare che Rocca Pendice è diventata nel tempo, oltre che terreno di gioco, anche validissimo luogo di lavoro e di studio per la Commissione Materiali e Tecniche del CAI. Il mio particolare connubio fra Commissione e Rocca Pendice si può dire sia iniziato nel 1979 quando con un gruppo di istruttori della Scuola “F. Piovan” coordinati da Bebi Secondo Grazian, fu instal-lata sulla parete sovrastante la Cengia delle Dinamiche una struttura che permet-teva cadute nel vuoto di oltre trenta metri. La struttura, successivamente rimossa, fu utilizzata in ambito internazionale durante la riunione UIAA di Venezia ’79 per effettuare dimostrazioni fondamentali di assicurazione dinamica connesse all’impiego

del nodo mezzo barcaiolo. Da allora, solo per eviden-ziare l’evoluzione del rapporto Commissione-Rocca nello stu-dio dei problemi di sicurezza in ambito UIAA, vanno ricordati i test svolti nel 1983, sempre sulla Cengia delle Dinamiche, relativi alla normativa sui moschettoni per via ferrata e le prove di confronto fra massa e uomo riguardanti l’assorbimento di energia in una caduta, eseguiti nel 1994 su uno strapiombo apposita-mente attrezzato sulla parete del Diavolo.Dal 1995 la palestra è stata spesso utilizzata per studiare il confronto fra l’assicurazione col freno collegato alla sosta e col freno posto sull’imbraca-tura, per commentare pregi e difetti dei due sistemi e il loro campo di applicazione. Lo studio è proseguito nel periodo 1999-2002, lavo-rando sia a Rocca Pendice che a Castelnuovo, rivisitando il problema dal punto di vista dei carichi indotti nella catena di sicurezza con differenti metodi e freni. Queste ricerche, e le relative dimostrazioni pratiche, hanno riscontrato un note-vole successo nell’ambito del convegno “La sosta in parete - Metodi di assicurazione dinamica” svoltosi a Padova nel giugno 2002; l’incontro era inserito nel meeting interna-zionale organizzato dall’UIAA Safety Commission.Sinceramente posso affer-mare che in questi trent’anni Rocca ha permesso la raccolta di dati molto importanti sul comportamento dei materiali d’arrampicata e sul confronto fra le varie tecniche di assicu-razione; non bisogna inoltre

dimenticare che la Cengia delle Dinamiche ha svolto e continua a svolgere un ruolo importantissimo nell’ambito dei vari corsi organizzati sia dalla nostra Scuola che da altre Sezioni.In conclusione, da un punto di vista affettivo, per me Rocca Pendice resta sempre un luogo magico dove, oltre a contri-buire notevolmente alla mia formazione alpinistica, ho sco-perto molto di me stesso. Onestamente anche se ho perso il conto delle ripeti-zioni ad oggi effettuate, nel ripercorrere le vie classiche a cui sono particolarmente affezionato, ritrovo le stesse sensazioni ed emozioni pro-vate per la prima volta più di trent’anni fa. Resto sentimentalmente legato, per la mia forma-zione di stampo classico, alle vecchie salite per cui se dovessi consigliare qualche via raccomanderei senza dubbio la “Carugati”, la “Dorna” e la “Direttissima”; a mio avviso sono itinerari che se pur brevi, per bellezza e varietà e di arrampicata, non sfigu-rano di certo se confrontati, soprattutto con la chiodatura originaria, a più celebrate vie in Dolomiti.

Giuliano Bressan

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PERSONE E STORIE

Spigolone