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presentazione e studio per un'analisi storico-urbana di Salerno. Esercitazione, Uni Parma Facoltà Architettura, corso progettazione urbanistica.
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Gli strumenti necessari per conoscere la città
• La storia, la nascita ed il suo lo sviluppo, non solo urbano ma anche sociale, politico ed economico
• Il suo territorio, dal punto di vista ecologico ed ambientale• Evidenziare le proprie risorse: storiche, culturali,
ambientali, ed umane.• Conoscenza degli strumenti tecnico-giuridici per attuare la
riqualificazione urbana e territoriale – Il diritto urbanistico– Le tecniche urbanistiche– Nuove tecniche di governance e welfare urbano*
*Città e nuovo welfare, l'apporto dell'urbanistica nella costruzione di un nuovo stato sociale, a cura di Francesco Karrer e Manuela Ricci, Officina Edizioni, Roma 2003;
Welfare e Governance urbana, nuovi indirizzi per il soddisfacimento della domanda di welfare urbano, a cura di Francesca Moraci, Officina edizioni, Roma 2003
La fondazione di Salerno
La fondazione di Salerno • La testimonianza strabonea lascia a tutt’oggi divisi gli
studiosi che posseggono pochi elementi per individuare il sito di Marcina di cui Strabone nota l’importanza strategica per la posizione e l’opulenza delle attività commerciali. Due opposte tendenze si sono costituite nel corso degli anni. Infatti secondo alcuni Marcina dovrebbe essere identificata o con Cava o con Vietri mentre certuni propendono per attribuire al sito di Fratte il toponimo Marcina. Di questo avviso ad esempio fu Vittorino Panebianco che diresse i Beni Culturali della Provincia di Salerno dal 1929 al 1980. Egli per avvalorare la propria teoria faceva notare che la misura dei 120 stadi olimpici corrisponderebbe si alla distanza tra Cuma e Vietri con lo scarto di solo due chilometri giustificabili facilmente con l’accrescimento in verticale del manto stradale ma non tiene conto ciò del fatto che in epoca etrusca non è documenta la presenza di una strada che attraverso la gola del torrente Bonea univa Cava a Salerno.
Colonie (città-stato) presenti nel periodo pre-romano; la provincia di Salerno, 1883
velia
paestum
irna
picentia
marcina
nuceriapompei
pixunte
La fondazione di Salerno
• L’unica strada trovata in sito durante le investigazioni archeologiche fino ad ora risale all’età romana ed è allo stesso livello del corso del torrente menzionato pertanto non corrisponde alla strada statale esistente oggi che viene citata per la prima volta in documenti del XVI sec. d.C. Non solo il rinvenimento del sito di Fratte ha dimostrato che effettivamente si trattava di una città particolarmente importante e ciò invece non è al momento ancora documentabile sia per il sito di Cava che per quello vietrese. Altri studiosi hanno identificato l’area di Fratte con Irna questo ovviamente tenendo presente che il nome ricorda quello del fiume che attraversa Salerno. Questa attribuzione apparentemente logica è purtroppo anch’essa un’ipotesi di ricerca, per la documentazione che possediamo al momento
LA VIA REGIO-CAPUAM DA SALERNUM AD ANNI FORUM
• IL TRATTO NUCERIA-SALERNUM• Il famoso Lapis Pollae indica le distanze dal Foro, cioè da S. Pietro di Polla
(SA), in direzione Nord fino a Capua e, in direzione Sud, fino a Reggio. Da Polla, località S. Pietro, verso Nord, fino a Nocera: miglia 51, fino a Capua: miglia 84. Da Nocera a Capua intercorrono 33 miglia (M.P.84-5=miglia 33). Il Lapis Pollae, detto anche Elogium,sul tracciato viario Regio-Capuam, indica due stazioni: Nocera (miglia 51) e Capua (miglia 84), ma ignora la stazione intermedia di Salerno. Perchè? La stazione di Salerno, si noti, non è citata né dall’Anonimo Ravennate, né da Guidone. I due geografi indicano, d’accordo, lo stesso tracciato stradale che non tocca Salerno: Nocera-Avellino-Sele. Il primo, infatti, indica questa direttrice: Nuceria Constantia-Abellinon-Picentia; il secondo: Abellinum - Picensia - Silarum. Nel 131 a. C., Salerno, a distanza di 63 anni dalla sua fondazione, evidentemente non aveva ancora una mansio. La strada Regio-Capuam non attraversava Salerno, ma passava all’esterno della città per la frazione Fratte, che, si noti, ancora nel tardo Medioevo, era un nodo viario principale: Caput de strata. Salerno, fondata nel 194 a. C., nella fase iniziale dello sviluppo urbanistico, era collegata con un ramulus alla Regio-Capuam in località Fratte. Fondata nel 194 a. C., Salerno aveva soli 63 anni di vita, quando, nel 131 a. C., fu costruita la strada Regio-Capuam. Solo l’Itinerario di Antonino , datato al III sec. d. C., indica con esattezza che Salerno era attraversata dalla strada romana e che vi era una stazione interna in medio Salerno. Dopo ultimata la Regio-Capuam, evidentemente era stato costruito anche il
Cartografia IGM 1908, L’identità storica: i luoghi dei primi impianti urbani (VI-V sec. a. C.)
Fratte (Irna?)cava
Vietri (marcina?)
Fiume Irno
fuorni
Probabile via Regio-Capuam
Salerno romana
Torrente Bonea
Direzione nocera
Insediamenti umaniEtà neolitica (1200 a.C. circa)
Vista saltellite (googlearth,GIS),
«strada statale esistente oggi»
Strada statale odierna
Autostrada SA-NA
DirezioniRoma-Avellino Direzione Reggio C.
Vietri
CavaDe’Tirreni
Insediamenti umaniEtà neolitica (1200 a.C. circa)
Linea di costa secondo il prof. A.R. Amarotta
• Greci e Romani sono stati tra l'altro buoni costruttori di porti. Laddove le foci dei fiumi lo permettevano, con opere notevoli (tracce in opus reticolatum se ne ricavano anche oggi) essi costruivano porti interni e quando questi minacciavano l'interrimento, provvedevano (come hanno fatto a Velia) ad un collegamento via terra, ossia dietro la collina, mediante la cosidetta "tagliata".
• Il Tirreno inferiore ha ampi golfi e baie lungo le coste, aperte, però, ai venti che spirano da sud-est (libeccio e maestrale) che provocano mareggiate e talvolta impediscono l'entrate delle navi nei porti, soprattutto se quest'ultimi hanno la bocca d'entrata rivolta ad est.
• I porti del Tirreno inferiore hanno poca difesa dal mare. Sono per lo più artificiali. Questa è la ragione principale perché Greci e Romani scegliessero il sistema dei porti interni ai fiumi (come a Fratte di Salerno).
• I rapidi fiumi (e torrenti) provocano l'insabbiamento dei porti. L'interrimento può essere provocato dalla risacca lungo le coste poco ampie e a ridosso della montagna franosa.
• È strano a dirsi, ma tutte le città della costa tirrenica (compresa Salerno) avevano quindi due porti. Così Velia, Posidonia/Paestum, Picentia, Salerno ecc, l'uno all'est del centro abitato, l'altro ad ovest.
L’identità storica: Quartiere Fratte, ritrovamenti archeologici
• I primi rinvenimenti che fissarono l'attenzione su Fratte risalgono agli anni 1927-29, quando fu portata alla luce una necropoli nella zona immediatamente di fronte all'edificio delle Cotoniere Meridionali, dove, già al momento della costruzione, agli inizi dell'800, erano stati trovati alcuni oggetti sporadici e fuori contesto.
Cotoniere meridionali
Area archeologica
L’identità storica: Fratte acropoli etrusco-sannitica (V-VI sec. A. C.)
acropoli
Pianta del comune di Salerno, Ingg. Alfonso Di Gilio, Carlo Pannaini, 1867
Castello Arechi Fiume Irno
torrente grancano
Città antica
Studio e formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
dal 1867 al 1983• Schemi infrastrutturali e sviluppo del centro urbanizzato• Confini fisici il fiume Irno, la fascia costiera ed il territorio
(colline)
Immagine odierna del lungomare
Studio e formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
dal 1867 al 1983• Nel 1887, in conseguenza della necessità di risanare alcuni
rioni del vecchio centro urbano, si pose il problema di ampliare la città lungo la fascia litoranea. Il problema di un nuovo sviluppo edilizio, particolarmente avvertito sin dalla fine del secolo scorso, coi primi anni del novecento tese ad acquistare nuova fisionomia e nuove dimensioni. Altrettanto alta era, però, soprattutto in alcune punte di riflessioni emergenti, la consapevolezza di utilizzare dei luoghi e degli spazi attraverso strumenti tecnico-legali adeguati alle esigenze già mature e a quelle prevedibili in prospettiva.
• Lo studio verrà esposto con una serie di schemi-grafici dello sviluppo urbano
• Esposizioni dei piani presentati all’Amministrazione, piani rispettati e disattesi
Nuova pianta-guida della città anonimo, inizi ‘900
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1867
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1910
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1935
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1945
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1983
I piani di espansione: superamento del fiume Irno, la zona orientale e sviluppo sulle colline
• Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915
• Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934
• Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-Bini, 1936• Piano di ricostruzione Arch. Alfredo Scalpelli, 1945• Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio,
1954• Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo
Scalpelli, Ing. Antonio Marano, 1958
I piani di espansione: superamento del fiume Irno, la zona orientale e sviluppo sulle
colline• A Salerno, nel 1887, l’ingegnere Enrico Amaturo consegnava
all’Amministrazione Comunale uno “studio di bonifica dei due rioni Fornelle e San Giovanniello” nel tentativo di dare una risposta ai problemi sorti con il considerevole sviluppo demografico di quegli anni. La necessità di un ampliamento della città e dell’eliminazione dei vani malsani del vecchio centro storico erano, in quello studio, punti di fondamentale ispirazione e strettamente correlati sul piano delle prospettive. Soltanto nel 1922 il Piano viene approvato definitivamente. E’ il primo strumento urbanistico che dà l’avvio alla storia urbana “moderna” di Salerno e fa riferimento a un nuovo disegno della città senza alcuna connessione con il vecchio centro urbano. Contemporaneamente, per effetto di un considerevole sviluppo demografico che porta la città dai 27.000 abitanti del 1871 ai 54.000 del 1921 ed ai 70.000 del 1932, il centro urbano comincia ad assumere ruoli e funzioni diversi rispetto al vasto territorio provinciale. Le nuove “forme rappresentative” della città industriale ormai, generalmente in espansione, trovano anche qui il luogo fertile della ricerca e l’affermazione di connotati storicamente e socialmente cambiati. Le trasformazioni introdotte con l’approvazione del piano Donzelli-Cavacccini, da un lato rispondono alle esigenze di espansione e di ampliamento della città mentre dall’altro comportano anche un’ulteriore accentuazione della bipolarità “centro antico-parte nuova”. Si tratta, in particolare, degli interventi sui nuovi assi stradali, che rappresentano anche le nuove direttrici di sviluppo.
Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915. (modello
garden city, mai rispettato)
Fiume irno
stazione
Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della ferrovia, Ing. Camillo Guerra,
1934 (spostamento della stazione centrale, mai realizzato)
Nuova stazione
Nuova espansione
Vecchia stazione
Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-Bini, 1936
Nuova espansione
Fiume Irno
Area portuale
Centro
Castello Area ferrovia
Parte del PRG mai realizzata
Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio, 1954
Salerno, una città da non costruire • Da questa ipotesi si passa ad un ‹‹concreto progetto di risanamento››, in
linea anche con la politica di regime, il Podestà Manlio Serio affida ‹‹l’incarico di procedere alla compilazione di un organico piano regolatore›› ad un noto professionista romano, il prof. on. Arch. Albero Calza-Bini. Il piano regolatore e di risanamento della città esistente, come è detto nella relazione del progettista, si attua soprattutto con demolizioni, ‹‹diradamenti ed allargamenti››. Con deliberazione podestarile n. 1335, venne approvato il 17 novembre 1937, ma in seguito a moltissimi ‹‹reclami dei quali la maggior parte furono riconosciuti fondati, in quanto il progetto del piano presentava, effettivamente, della lacune››, il Sindaco avv. Silvio Baratta nomina una commissione di tecnici per gli ‹‹studi diretti a rivedere, completare ed integrare… il piano regolatore compilato dall’architetto Alberto Calza-Bini››.
• Nel 1953 per attuare tale politica L’Amministrazione decide di procedere con il Piano Regolatore e affida l’incarico per la redazione all’architetto Plinio Marconi ‹‹con l’assistenza e con la collaborazione dell’ing.dott. Luigi De Angelis e dell’ing.dott. Antonio Marano››.
Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing. Antonio Marano, 1958
Nuova espansione
Autostrada SA-NA
Localizzazione delle aree interessate da edilizia residenziale pubblica e agevolata,
anni ‘60
Piano di zona (L. 167/62)Piano di zona (L. 219/81)
Piano di ricostruzione (piano Scalpelli/45)
L'UNITÀ SPECIFICA DELLA VALLE DELL'IRNO
• La Valle dell'lrno è il vero e proprio istmo naturale di comunicazione tra l'lrpinia e il Salernitano, cioè la conca di Avellino ed il mar Tirreno. In senso geografico, la Valle dell’lrno segna la netta divisione ( e distinzione geologica) tra i Monti lattari nerbo centrale costitutivo della penisola sorrentina/ amalfitana e i Monti Mai che formano l'ossatura centrale dei Monti Picentini.
• Per quel che ci riguarda da vicino, la lunghezza di questa valle è estesa per ben nove chilometri, perché la stessa valle ha contribuito, con il fiume Irno, dopo il Sele che è uno dei maggiori fiumi di tutta la zona salernitana, al sorgere ed al prosperare dell'antichissima città di IRNA (Fratte).
Cartografia IGM, 1983; aree urbanizzate, i “comuni satellite” e la valle dell’Irno.
pellezzano
vietri
cava
baronissi
fisciano
nocera
cetara pontecagnano
s.mango
Giffoni sei casali
Valle dell’Irno
Cartografia IGM, 1983; rapporto fra territorio ed infrastrutture e mobilità locale
matierno
acropoli
ferrovia
Strade comunalistatali
autostrade
Confini comunali
Piano di Zona, PEEP, (L. 18 aprile 1962 n.167) Ing. L.Cosenza, arch. G. De Luca, 1963
fratte
matierno
acropoli
Ferrovia
Fiume irno
Cartografia digitale del comune, 1992;lettura dei collegamenti e dei “nodi critici” per la
mobilità fra Matierno, Fratte ed il centro di Salerno
Lungo Irno Collegamento viario
Cotoniere meridionali
Ceramiche d’Agostino
Cimitero
Nodi critici
Direzione centro
Acropoli
Fiume irno
Zona industrialeComune di Pellezzano
Individuati i problemi, risoluzione
• Sconnessione fisico e strutturale fra i quartieri dovuta dall’autostrada• Difficoltà di raggiungere il centro a causa del traffico• Rete stradale inadeguata, manca una strada alternativa a quella
attuale• Densità abitativa elevata• Mancanza di servizi
– Biblioteche, aule studio, auditorium, sale per la musica.– Campo sportivo– Spazi verdi attrezzati– Palestra– Ludoteca per bambini– Banche– ASL zonale– Valorizzare l’Acropoli con visite guidate, programmi scolastici, scambi
culturali, mostre, foresteria.
Proposta dei parchi fluviali e nuovi servizi
Edilizia residenziale
Edilizia polifunzionale
scuole
Chiesa disegnata P.Portogesi
parco
Nuovi servizi
Parco attrezzatoNuova strada
La nuova città negli strumenti urbanistici degli anni’90, PIC urban, PIT e “forse nuovo PRG”
• PIC urban• Il Piano Integrato Territoriale è stato approvato nel 2001• In assenza di un piano adeguato l’Amministrazione va
avanti con “varianti” ed AAPU (Aree ad Azione Puntuale Urbanistica)
• Attualmente il PRG non è stato ancora approvato, nel 1989 l’Amministrazione comunale (sindaco V.Giordano) diede incarico ad O.Bohigas di redigere il nuovo piano, nel 2000 viene consegnata la “bozza”.
PIC urban a Salerno
• A Salerno il programma ha come ambito d'intervento il centro storico, oggetto di abbandono da parte della popolazione, in gran parte trasferitasi nei nuovi quartieri lungo la marina e nell'interno. Sito sul fianco di un aspro rilievo e dominato dal castello di Arechi, il centro antico di Salerno si sviluppa su suoli fortemente accidentati, che presentano una pendenza naturale minima del 12%, una delle cause del rapido abbandono. Nonostante il forte degrado e i gravi danni causati dal terremoto dell'1980, il centro antico rappresenta comunque uno dei punti di forza dell'identità urbana, specie in relazione al potenziamento della naturale vocazione turistica di Salerno. In anni recenti si è anche avviato, a partire dalle frange basse e più accessibili del centro, un processo di recupero e di ritorno abitativo, che si va estendendo via via verso le zone più alte e maggiormente degradate.
Centro storico
PIC urban a Salerno
• Obiettivi e azioni del programma• Il processo di riposizionamento e di restituzione di un nuovo ruolo
al centro è guidato a livello cittadino dal nuovo piano urbanistico, che prevede il riutilizzo di una serie di edifici di proprietà pubblica per insediarvi vari servizi sociali con funzioni di rivitalizzazione.
• Le azioni di promozione dello sviluppo e di sostegno all'occupazione si sostanziano in un programma di incentivi e agevolazioni all'artigianato con caratteri tradizionali che torni a insediarsi nel centro, nonché attività di promozione della cultura d'impresa, appoggiate ad uno sportello unico con il compito di facilitatore per l'iter amministrativo. In coordinamento con il programma il Comune ha anche provveduto ad abolire il vincolo sulla superficie minima per l'apertura degli esercizi commerciali, consentendo così un più agevole utilizzo delle unità immobiliari originarie, spesso di dimensioni contenute. Anche grazie a questo è iniziato un processo di apertura di locali di ristoro rivolti per lo più a un pubblico giovane, che ha molto contribuito alla riqualificazione dell' area.
La Salerno del futuro: il PIT “Salerno:città dell’Eccellenza” (2001)
• Il Progetto Integrato Territoriale “Salerno città dell’eccellenza” rappresenta un pezzo essenziale di una più complessiva strategia di crescita e una prima risposta al bisogno della città di trovare una sua dimensione specifica nel contesto dello sviluppo regionale.
• E’ stato lo studio “Salerno città europea. Analisi e previsioni per il nuovo Piano della città”, realizzato da Censis e Sichelgaita nel giugno del 2000, a far emergere i primi elementi utili ad orientare le scelte strategiche che, anche attraverso questo Progetto Integrato, l’Amministrazione Comunale di Salerno intende oggi compiere.
• Il P.I.T., quindi, punta al conseguimento dell’eccellenza dei servizi della città di Salerno, dà una ulteriore spinta alle politiche di riqualificazione urbana e, attraverso un’alta concentrazione di infrastrutture di alta qualità, attribuisce al capoluogo la competitività necessaria nel contesto europeo e mediterraneo, facendone il vero motore dello sviluppo sostenibile per l’intera area metropolitana di riferimento.
La Salerno del futuro: il PIT “Salerno:città dell’Eccellenza”
• Coerenza dell’intervento con gli obiettivi specifici delle misure del POR
• Il PIT “Salerno: Città dell’Eccellenza” ha l’obiettivo di dare una ulteriore spinta alle dinamiche ed alle politiche di riqualificazione e sviluppo già in atto nella città, al fine di renderla più competitiva nel contesto europeo e mediterraneo, innalzando la qualità della vita urbana con effetti diretti sia nei confronti dei suoi abitanti, che dei flussi turistici e delle presenze legate alla attività produttive.
• L’obiettivo può essere concretizzato attraverso l’attivazione dell’Asse V “Città”:
• “creare condizioni economiche, amministrative e sociali adatte allo sviluppo imprenditoriale; aumentare la competitività e la produttività strutturale dei sistemi economici territoriali; favorire la localizzazione di nuove iniziative nelle aree urbane e metropolitane, specie nei servizi alle persone e alle imprese; combattere la marginalità sociale e favorire i processi di recupero della fiducia sociale; riqualificare il contesto urbano, con particolare attenzione per gli aspetti ambientali”.
La Salerno del futuro: il PIT “Salerno:città dell’Eccellenza”
• Coerenza dell’intervento con l’idea forza • Il progetto in esame registra una serie di opportunità che trovano coerenza
con l’Idea Forza del PI:• miglioramento della fruibilità dell’ambiente locale;• recupero di identità del territorio;• recupero culturale e produttivo;• sviluppo e sostegno economico della forza lavoro;• sviluppo dell’imprenditorialità del tempo libero;• salvaguardia e recupero delle risorse naturali• recupero della cultura della legalità e della sicurezza.• Queste opportunità rispondono alle esigenze prescritte dall’Idea Forza che
mirano al miglioramento della qualità della vita sotto il profilo ambientale e sociale che determina un incentivo per le attività a più alto valore aggiunto ed allo stesso tempo un deterrente per le attività più devastatati.
• Il raggiungimento dell’eccellenza dei servizi, mediante la creazione di una rete di collegamenti adeguata ottimizza l’utilizzo delle risorse locali periferiche.
• Tale integrazione con il tessuto urbano e le reti nazionali crea le condizioni per l’attrazione di capitali privati, per il raggiungimento di un nuovo equilibrio tra iniziativa pubblica e privata.
Comune di SalernoPRG bozza 2000, O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM
Arquitesctes s.A. Allegato n.3 Edilizia residenziale pubblica e privata
Aree a destinazione residenziale
Aree da trasformare perresidenziale
Comune di SalernoPRG bozza 2000, O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM
Arquitesctes s.A. Allegato n.3 Edilizia residenziale pubblica e privata
Sovrapposizione per il rischio idrogeologico
Comune di SalernoPRG bozza 2000, O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM
Arquitesctes s.A. Allegato n.3 Edilizia residenziale pubblica e privata
Comune di SalernoPRG bozza 2000, O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM
Arquitesctes s.A. Allegato n.4 edilizia produttiva
Aree a destinazione produttiva-servizi
Area di trasformazione per servizi
Comune di SalernoPRG bozza 2000, O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM Arquitesctes s.A. Allegato n.5 standard di progetto
Alcuni dati statistici
• Andamento demografico negli anni dal 1871 al 1999
• 1871 abitanti 27.759• 1881 abitanti 30.771• 1901 abitanti 41.964• 1911 abitanti 46.686• 1921 abitanti 53.518• 1932 abitanti 67.686• 1941 abitanti 77.172• 1951 abitanti 90.875• 1954 abitanti 95.238• 1961 abitanti 123.391• 1971 abitanti 155.496• 1981 abitanti 157.243• 1991 abitanti 148.932• 1999 abitanti 142.099• 2001 abitanti
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
1871
1881
1901
1911
1921
1932
1941
1951
1954
1961
1971
1981
1991
1999
Indicatori ambientali urbani
• Abitanti per km² 2402,5 (densità di popolazione), nell’anno 2000
• Abitanti per km² 2342,1 (densità di popolazione), nell’anno 2001
UNA MANIERA PER FINANZIARE IDEE E PROGETTI
ENTE NO PROFIT
GOVERNOUNIONE EUROPEAF.S.E.F.E.S.R.
SPONSORIZZAZIONI
FONDAZIONI BANCARIE
NUOVA OCCUPAZIONE
ATTIVITA’ COMMERCIALI
SERVIZI CULTURALI,SPORTIVI
REGIONE
I cantieri sociali per la ricostruzione della città, di Giancarlo Paba, in Il territorio degli abitanti
• La partecipazione come cooperazione antagonistica• La partecipazione è anche, ma non solo, una condizione tecnica dei nuovi
processi di piano, come si è sottolineato nel punto precedente. E certa mente c'è una ragione tecnica, quasi di tipo efficientistico, per l'adozione da parte delle amministrazioni di procedure di coinvolgimento diretto degli abitanti, in partIcolare in aree urbane limitate o in progetti settoriali.
• In un accordo di pianificazione vengono spesso azzerate le possibilità di influenza dei cittadini, delle loro associazioni informali e degli interessi non istituzionalizzati. Forme interattive di pianificazione possono svilupparsi e consolidarsi anche attraverso un meccanismo di esclusione sistematica degli abitanti, delle associazioni, delle comunità e degli interessi debolmen te rappresentati.
• I processi di esclusione di quote grandi di popolazione si sono anzi estesi e consolidati nei palesi avanzati negli ultimi anni (Thomas, 1997). Forme integrali di esclusione: marginalità, povertà e deprivazione assoluta; e forme di esclusione per così dire selettiva: attorno a specifici problemi, o aree di beni e di opportunità, per carenza di conoscenza e informazione, o di potere, o di controllo delle risorse e delle possibilità.
• Imparare dai laboratori di quartiere• Considero quindi il mondo della partecipazione come un campo di
sperimentazione debolmente strutturato, almeno in Italia, e spero che rimanga un campo aperto e fluido ancora a lungo (anche se è ovviamente necessario che ogni singolo approccio consolidi i suoi metodi e aumenti il suo grado di efficacia).
Bibliografia di riferimento• GIOVANNI GIANNATTASIO, La città cerca casa, Edizoni Kappa, Roma 1984• GIOVANNI GIANNATTASIO, Salerno la città moderna, edizioni 10/17, Salerno 1995• La città cancellata, in Campo Schede, a cura di Giovanni Giannatasio, Campo
editrice, Salerno 1983• Il cinquantesimo libro sulla storia di Salerno, il meglio il più, a cura di G.B.
Spezzapan, Istituto Grafico Editoriale Italiano, Salerno 199?• Fratte un insediamento etrusco-campano, a cura di A. Pontrandolfo e G. Greco,
FrancoCosimoPanini, Modena 1990• GIOVANNI GIANNATTASIO, Un secolo in progetto, Campo editrice, Salerno 1983• Comune di Salerno, PRG bozza 2000, O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM
Arquitesctes s.A. • www.istat.it • Cartografia: Istituto Geografico Militare• GIS da googlearth da www.google.it • PIT da www.comune.salerno.it • PIER LUIGI CERVELLATI, L'arte di curare la città, Il Mulino, Bologna 2002 in
Contemporanea [115]• PATRIZIA GABELLINI, Tecniche urbanistiche, Carocci, 2002• FRANCESCO FORTE, Il caso Capaccio-Paestum, la relazione di programma, in
quaderni del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica A.Calza Bini [6] Unina Federico II, INU edizioni, Roma 2005
• CARLO NATALI, L'analisi delle risorse nella formazione del piano strutturale: l'esperienza di Castelfranco di Sopra, Alinea editrice, Firenze 2004
• GIORGIO PAGLIARI, Corso di Diritto urbanistico, Giuffrè editore, 2002 • S. OMBUEN, M. RICCI, O. SEGALINI, I Programmi Complessi, IlSole24ore, in
Gestione del Territorio collana a cura di Paolo Avarello, Milano, 2000• Il territorio degli abitanti, società locali e autostenibilità, a cura di Alberto
Magnaghi, Dunod, Masson Milano 1998