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Giove, invaghitosi di Alcmena, decide di condurre una beffa ai danni del marito Anfitrione, capo dell’esercito dei tebani partito per combattere i telèboi, e del suo servo Sosia in modo che la donna possa concedersi a lui. Mercurio nei panni di Sosia sta sorvegliando la casa di Anfitrione, le cui sembianze sono state prese da Giove, che intanto consuma il suo amore per Alcmena, avendo appositamente allungato la notte per permettere al dio di trascorrere più tempo con la donna. Nel contempo Anfitrione è appena sbarcato dopo la vittoriosa spedizione contro i barbari e ha mandato Sosia a raccontare alla moglie gli esiti della guerra.
Atto I-II
Atto V
Atto III-IV
II attoSosia, giunto al porto dove si trovava anfitrione, gli racconta i fatti successi dicendo che un altro Sosia si trovava davanti la sua casa. Anfitrione, dopo averlo rimproverato aspramente, con lui si dirige velocemente a palazzo e si stupisce della fredda accoglienza di Alcmena, la quale sostiene di esser stata col marito fino a poco prima e difende la sua onestà. Il condottiero la accusa di adulterio e propone la testimonianza di Naucrate, cugino di sua moglie, per dimostrate come lui non si sia mosso dal suo accampamento per raggiungere la moglie fino a quella mattina. Quindi se ne va, seguito poco dopo da Sosia, cacciato in malo modo da Alcmena.
I atto
Sosia giunge davanti al palazzo di Anfitrione, ma Mercurio minaccioso gli impedisce di entrare spacciandosi per il vero Sosia. Da ciò nasce una paradossale discussione su chi fosse il vero servo di Anfitrione e dopo che il dio gli ebbe raccontato fatti che nessuno al di fuori del vero servo avrebbe potuto sapere, egli torna confuso dal padrone senza aver adempito all’ordine. Subito dopo Giove esce e saluta Alcmena, addolorata per non poter passare altro tempo col marito, dicendo di dover tornare alla guida delle sue truppe.
III attoAlcmena minaccia di andarsene, mentre
sopraggiunge Giove, desideroso di
passare altro tempo con lei, a scusarsi per
il trattamento che Anfitrione le ha rivolto
poco prima riuscendo a convincerla a
rientrare in casa. Arriva anche Sosia a
constatare che la pace è fatta tra moglie e
marito. Anfitrione, che non è riuscito a
trovare Naucrate, torna a palazzo, ma
viene malamente accolto da
Mercurio/Sosia che finge di non
riconoscerlo e lo accusa di essere un
impostore: il vero Anfitrione, in quel
momento, sarebbe in casa con Alcmena e
qui il testo si interrompe.
IV attoDai frammenti tramandatici dai grammatici si deduce comunque l'andamento della vicenda: l'alterco Anfitrione trova il suo pilota Blefarone e lo usa come testimone della sua assenza da casa. Giove e Anfitrione si incontrano e vengono alle mani, Blefarone sbaglia nel riconoscere chi sia il vero Anfitrione. A questo punto si interrompe la lacuna e riprende il testo: Blefarone parte lasciando uno scoraggiato Anfitrione. Giove rientra in casa: Alcmena sta partorendo.
V attoDalla casa esce Bromia che annuncia ad Anfitrione un prodigio: mentre Alcmena stava partorendo è scoppiato un tuono e la casa si è riempita di riflessi d'oro. La donna ha dato alla luce due gemelli: il più giovane (Ercole) ha subito mostrato la sua forza strozzando due serpenti che (inviati da Giunone, gelosa per l'ennesima scappatella del marito) erano strisciati dal soffitto alla sua culla. Anfitrione si dice non disturbato di dover dividere i suoi beni con il padre degli dei che, alla fine, interviene come deus ex machina, chiedendo al tebano di perdonare sua moglie, la quale ha agito in perfetta buona fede, credendo di cedere alla corte del proprio marito.Anfitrione acconsente ed invita il pubblico all'applauso.