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*us13161 La memoria storica per riscoprire se stessi

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Prodotto finale interdisciplinare (Italiano-Storia-Diritto) sulla memoria storica

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“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”

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Questo articolo introduce i principi fondamentali dello sviluppodella cultura e della tutela e della salvaguardia del patrimonio storico,artistico e ambientale.

Il primo comma riguarda la promozione dello sviluppo delle attività culturali.

Il secondo comma tutela il paesaggio e il patrimonio artistico e culturale.

La tutela, la valorizzazione e la promozione sono attribuite sia allo Stato che alle Regioni.

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La cultura non è solo una prerogativa dello Stato, infatti l’articolo 33 della Costituzione recita che l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento e che la Repubblica detta le norme generali ed enti e privati hanno il diritto di istituire scuole pubbliche e private.

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Il patrimonio culturale è il prodotto delle attività culturali pregresse, che rappresenta l’identità e l’unicità di una Nazione.

L’articolo 9 della Costituzione ci insegna che il patrimonio storico e artistico è della Nazione, cioè nostro.Se non utilizzassimo e conoscessimo il nostro patrimonio culturale saremmo poco meno che degli sconosciuti a noi stessi. Il patrimonio storico e culturale è una chiave per intendere la nostra vita come una ricapitolazione di valori e di esperienze di tante generazioni che ci hanno preceduto.

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Il patrimonio artistico e storico quindi rappresenta l’identità e l’unicità della Nazione.

La Nazione è una d’arme, e quindi d’esercito; una di lingua, intesa come strumento identitario; una d’altare, cioè un’ unità religiosa; una di memoria,cioè il tramandarsi di opere, monumenti, documenti; una di sangue, cioè uguaglianza etnica e una di cor: l’affetto

verso i propri connazionali.

Questa è l’immagine complessiva del concetto di Nazione che ci viene rappresentata da Alessandro Manzoni nell’ode “Marzo 1821”

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La cittadinanza è un vincolo di memoria con tutti i cittadini e quindi nessuno sarà cittadino attivo senza memoria.

Essere cittadino attivo significa conoscere il patrimonio storicoe culturale che rappresenta la memoria storica della Nazione.Noi generazioni presenti dobbiamo rispettare e tutelare queste testimonianze che le generazioni passate ci hanno lasciato, per farci rivivere la nostra storia e fare tesoro delle loro sofferenze, delle loro esperienze.

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L’anno prossimo ricorrerà il centenario della Prima Guerra Mondiale.

La Grande Guerra può essere rivissuta come coinvolgimento emotivo di un popolo intero attraverso testimonianze del periodo storico della Prima Guerra Mondiale come le lapidi, i monumenti, i musei, gli archivi e attraverso la canzone “il Piave”.

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La legge 7 marzo 2001 regola e tutela la valorizzazione del patrimonio storico della Grande Guerra, affidando allo Stato e alle Regioni il compito di promuovere la ricognizione, la catalogazione, la manutenzione, il restauro e la valorizzazione delle “testimonianze” della Prima Guerra Mondiale.

Tali testimonianze sono: forti, fortificazioni permanenti e altri edifici e manufatti militari; fortificazioni campali, trincee, gallerie, camminamenti, strade e

sentieri militari; cippi, monumenti, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni e tabernacoli; reperti mobili e cimeli; archivi documentali e fotografici pubblici e privati; ogni altro residuato avente diretta relazione con le operazioni

belliche. musei; collezioni;

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In ogni città, in ogni piazza dei nostri paesi si trovano “i monumenti dedicati ai caduti”.

Altri documenti sono le lettere che i soldati scrivevano alle famiglie, le fotografie scattate dai soldati e spedite a casa, che hanno riempito gli album fotografici, i giornali, i volantini, una parte dell’uniforme, le medaglie al valore.Tutto questo è patrimonio della prima Guerra Mondiale. Molti documenti sono conservati nei musei, molti in case private, distribuiti sul tutto il territorio nazionale.

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E’ nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra identità, di quella Nazione che è nata ben prima dello Stato e ne rappresenta la più alta legittimazione.

L’Italia che è dentro ciascuno di noi è espressa nella cultura

umanistica dell’arte figurativa, dalla musica all’architettura, dalla poesia alla letteratura di un popolo.

L’identità nazionale degli italiani si basa sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali nel mondo.

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Oltre alle opere materiali la Grande Guerra ha prodotto un gran numero di testimonianze letterarie ed artistiche.

Costituiscono un diario di guerra le prime raccolte di liriche di

Giuseppe Ungaretti, divenuto poeta in trincea, dove combatté come soldato semplice.

Tra le più belle ed emblematiche poesie di Ungaretti ricordiamo la poesia “Soldati”:

si sta come d’autunnosugli alberi

le foglie.

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La Grande Guerra diede al poeta D’Annunzio un ruolo da protagonista: il poeta soldato, con il suo estetismo e il suo superomismo, esaltando il coraggio e la lotta, condusse un’intensa propaganda interventista. Si arruolò volontario partecipando ad azioni dimostrative navali ed aeree. Il 9 agosto del 1918 il poeta compì il volo su Vienna, impresa volta a creare sorpresa ed effetti di propaganda.

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Durante la prima Guerra Mondiale numerosi artisti si arruolarono e andarono sul fronte per documentare luoghi e fasi del conflitto.

Le loro opere diventarono una sorta di reportage sul fronte, come le opere di Anselmo Bucci, Aldo Carpi, Tommaso Cascella, “I pittori soldato”.

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Una delle principali correnti artistiche della Grande Guerra è il futurismo.

I futuristi (Dotto, Boccioni, Balla, Depero) inneggiarono alla

guerra come “unica igiene del mondo”, e molti di loro morirono al fronte.

Un quadro realizzato da Giacomo Balla - aeropittura

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In Europa la guerra incise anche sulla produzione artistica figurativa.

Il tema della guerra ebbe un gran rilievo nelle opere di pittori come Otto Dix e George Grosz, entrambi appartenenti alla corrente “nuova oggettività” , corrente tedesca figlia dell’espressionismo.

Dix dedicò una notevole parte della sua produzione pittorica alla rappresentazione della Grande Guerra, di cui fu testimone, denunciandone la miseria e le infamie.

Questo è un quadro in cui Otto Dix denuncia

spietatamente le conseguenze della Prima

Guerra Mondiale.

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E’ anche molto ricca la produzione cinematografica. Tra i tanti film ancora oggi in circolazione ricordiamo: la grande Guerra di M. Monicelli, Orizzonti di gloria di

S.Kubrick.

L’istituto Luce ha raccolto documentari e filmati relativi alla prima e alla seconda guerra mondiale.

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Lo scenario della Grande Guerra sono state le trincee, dove i soldati convivevano ogni giorno a contatto con la morte.

Le trincee erano degli stretti fossati scavati che si estendevano per diversi chilometri di territorio e servivano per dare riparo ai soldati da fuoco nemico; spesso erano coperte da filo spinato e avevano delle fenditure nel terreno dove si appoggiavano le armi dell’epoca.

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I militari furono costretti a vivere per quattro lunghissimi anni in queste trincee, in pessime condizioni:

la sporcizia, infatti la mancanza di igiene trasformò ben presto le trincee in un rifugio per topi che rosicchiavano i vestiti e trasportavano malattie.

le intemperie climatiche, in quanto d’estate il caldo, d’inverno la neve, il gelo, la pioggia erano insopportabili.

ma soprattutto per lo stato di tensione continua che logorava i nervi.

Ciò che rendeva le sofferenze inaccettabili era la onnipresente presenza della morte incombente. Inoltre i soldati avevano davanti a loro uno spettacolo agghiacciante: i cadaveri rimanevano nelle trincee per giorni, talvolta per sempre.

http://www.istitutocalvino.gov.it/blog/2012/10/la-condizione-di-vita-dei-soldati-nelle-trincee-durante-la-prima-guerra-mondiale/comment-page-1/

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Questa situazione accomunava gli eserciti di entrambi gli

schieramenti.

Prima di un attacco le trincee nemiche venivano martellate da bombardamenti lunghi ed incessanti e l’obiettivo era quello di stordire e spaventare il nemico, così che non potesse reagire all’imminente assalto, assalto che era per i soldati il peggiore momento della guerra. Il preannuncio dell’attacco era di pochi minuti o al massimo di un paio d’ore, e proprio l’attesa era il momento più angosciante. Molti soldati rimanevano impigliati nel filo spinato e divenivano obiettivi ideali per i tiratori nemici.

Una forza che permetteva ai soldati di continuare a combattere nonostante tutto fu la solidarietà. Lo spirito di corpo e il cameratismo davano un senso di unione e di coesione ai soldati, che diventarono un’unica grande famiglia.

Questo concetto è espresso bene della poesia Fratelli di Ungaretti del 1916.

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Per noi, l’articolo 9 della Costituzione ha un grande valore, perché esorta noi generazioni presenti a preservare e a tutelare queste testimonianze che le generazioni passate ci hanno lasciato, per farci vivere a pieno la nostra storia.Crediamo che sia giusto che anche noi abbiamo la stessa cura per questo patrimonio, per lasciarlo intatto alle generazioni che verranno, affinché possano, attraverso la memoria,allontanare il pensiero della guerra e comprendere il valore fondamentale della pace tra i popoli.

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Il patrimonio storico ci trasmette l’importanza delle azioni dei nostri antenati, per permetterci di migliorare nel nostro presente e nel nostro futuro, avendo sempre un vincolo di memoria con il nostro passato, perché è grazie a esso che noi oggi abbiamo la possibilità di conoscere a pieno la nostra storia.

Il passato è un elemento importante in una popolazione, poiché la aiuta a crescere e a capire; inoltre avere una memoria storica rende la popolazione migliore nelle sue azioni future ed evita che si possa ricadere negli errori commessi dai nostri avi.

Classe III A TURISMOI.I.S.GROTTAMINARDA-AV-