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RICERCA STORICA Insegnanti: prof. Mariangiola Asson (lettere) prof. Luisa Bertolini (storia) Studenti: Biondolillo Giulia Catizone Martina Chiocchetti Ermanno Donegà Simone Fleischmann Thomas Fox Matteo Legato Silvia Carolina Ligabò Sarah Liu Xin Yu Piovan Alex Pobitzer Nora Puglisi Ghizzi Massimiliano Salutt Martina Salvaneschi Chiara Sarti Athos Scapin Francesca Stona Chiara Unterhofer Giorgia Zivelonghi Gioia La ricerca storica La ricerca storica della classe IV A del Liceo classico "Carducci" di Bolzano si è svolta su più piani. Dopo la lettura del manuale e di un libro (saggio o romanzo a scelta) sulla prima guerra mondiale, gli studenti hanno esposto alla classe il contenuto del libro scelto e hanno individuato nei diversi testi un filo comune di riflessione sulla grande guerra, hanno discusso con molto interesse alcuni passi tratti dal nuovo libro di Emilio Gentile, Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della Grande Guerra, uscito ora da Laterza.

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RICERCA STORICA

Insegnanti: prof. Mariangiola Asson (lettere)prof. Luisa Bertolini (storia)

Studenti:Biondolillo GiuliaCatizone MartinaChiocchetti ErmannoDonegà SimoneFleischmann ThomasFox MatteoLegato Silvia CarolinaLigabò SarahLiu Xin YuPiovan AlexPobitzer NoraPuglisi Ghizzi MassimilianoSalutt MartinaSalvaneschi Chiara Sarti AthosScapin FrancescaStona ChiaraUnterhofer Giorgia Zivelonghi Gioia

La ricerca storicaLa ricerca storica della classe IV A del Liceo classico "Carducci" di Bolzano si è svolta su più piani. Dopo la lettura del manuale e di un libro (saggio o romanzo a scelta) sulla prima guerra mondiale, gli studenti hanno esposto alla classe il contenuto del libro scelto e hanno individuato nei diversi testi un filo comune di riflessione sulla grande guerra, hanno discusso con molto interesse alcuni passi tratti dal nuovo libro di Emilio Gentile, Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della Grande Guerra, uscito ora da Laterza.

Gli altri testi sono stati scelti tra i seguenti titoli:

Fussel P., La grande guerra e la memoria moderna, Il Mulino, Bologna 2000

Hemingway E., Addio alle armi, Mondadori, Milano 1965

Isnenghi M, La grande guerra, Giunti, Firenze 2006

Leed E.J., La terra di nessuno, Il Mulino, Bologna 2004

Serra R., Esame di coscienza di un letterato, Sellerio, Palermo 1994

Gadda C. E., Il castello di Udine, Garzanti, Milano 1999

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Remarque E. M., Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori, 2001 ted.?

La storia locale è stata affrontata con la lettura di un testo di uno storico, nostro collega, Carlo Romeo,

e del libro del giornalista Ettore Frangipane.

Frangipane E., Fame a Bolzano. 1914-1919, Athesia, Bolzano 1914

Romeo C., Storia territorio società. Per le Scuole superiori, Folio, Bolzano 2005.

Tomasoni G., Nuvoli C, La grande guerra raccontata dalle cartoline, Arca, Lavis (TN)

Gli studenti hanno cercato poi del materiale inedito mediante la creazione di un indirizzo mail [email protected], al quale genitori, insegnanti e studenti potevano spedire qualsiasi documento che riguardasse la grande guerra. Tra il materiale raccolto gli studenti hanno scelto due tipi di documenti:- le cartoline spedite da un genitore e da un insegnante - il racconto di un genitore sulla storia del bisnonno.A questi documenti va aggiunto un articolo di giornale pubblicato in Frangipane 2014.

La classe ha iniziato il lavoro di schedatura delle cartoline su una scheda, preparata dall'insegnante e discussa con gli studenti (questo lavoro continuerà dopo la scadenza del concorso). Le schede già effettuate sono una ventina, ma ne alleghiamo soltanto una a titolo di esempio.

Alcuni studenti hanno incontrato un genitore che ha raccontato del bisnonno e hanno trascritto il racconto. Altri studenti si sono occupati della storia di Bolzano attraverso i documenti pubblicati in Frangipane 2014.

Seguono:

- scheda di catalogazione- testo della registrazione radiofonica- trascrizione del racconto di Daniele Buccella- trascrizione dell'articolo di giornale- immagine di una cartolina con relativa scheda a titolo di esempio

a) scheda di catalogazione

n. ____

1. oggetto definizione (es.: cartolina fotografica B/N)

1.1. titolo (=titolo sul recto; se non c'è, =titolo sul verso; in assenza di titolo indicare un soggetto il più preciso possibile tra parentesi quadre)

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1.2. autore (cognome e nome; oppure indicazione dell'ente)

1.3. soggetto (guerra mondiale 1915-1918, Sudtirolo ...)

1.4. luogo di edizione e/o stampa

1.5. editore o tipografo

1.6. anno edizione (se non c'è, indicare tra parentesi quadre l'anno più probabile o l'epoca: 1915, 1915-1918, anni venti, anni trenta)

2. stile/corrente/movimento artistico

2.1. soggetto : descrizione (descrizione degli elementi principali senza interpretazione del possibile sigificato; trascrizione di tutte le scritte e le parole stampate sul verso)

2.2. soggetto : identificazione (spiegazione degli elementi - figure, simboli, parole)

3. elenco degli elementi aggiunti (francobollo, timbro)

3.1. trascrizione

3.1.1. testo

3.1.2. indirizzo

3.1.3. data e luogo del timbro

3.1.4. francobollo (valore, immagine)

3.2. note eventuali

4. nome file (es. jpeg 356)

Sulla base dei dati raccolti e delle letture effettuate un gruppo di ragazzi ha costruito un dialogo che è stato interpretato da una studentessa di lingua tedesca e una di lingua italiana: il racconto-dialogo è diventato così il contenuto di una immaginata trasmissione radiofonica, con il titolo Madri e patria. BOLZANO, 11 NOVEMBRE 1917.

b) Testo della registrazione “Madri e Patria Bolzano 11 Novembre 1917”

Madre: “Prego, prego. Entri pure”

Vicina: ”Grazie”

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Madre:”Mi scusi, qui c'è un gran freddo: anche da lei, penso! Stamattina sono uscita per il carbone, ma non se ne trova proprio! Chissà come faremo, quest'inverno!”

Vicina: “Non me lo dica! È da due notti che dormo con mia figlia completamente al freddo, con nient’altro che delle coperte per scaldarci. Qualche giorno fa sono passati i soldati: raccoglievano la biancheria da mandare al fronte. Volevano privarci anche di quelle ultime coperte!”

Madre: “Già. È cominciato con l'autunno, il freddo. Sì, il freddo... e poi Capo..cough !”

Vicina: “Sì ma anche i nostri, gli austriaci, non se la passano tanto bene. Noi qui, a lamentarci del freddo...”

Madre: “Delle scarse provviste... sa che l'altro giorno sono stata a fare la fila per 3 ore, e mi hanno dato solo 2 uova, 1 limone e una ciotola di crauti.”

Vicina: “Per una settimana...”

Madre: “Speriamo che finisca presto questa maledetta guerra, anche se più passa il tempo, più temo che sia infinita! E loro lassù nelle trincee, al freddo, pieni di pidocchi, senza cibo... Fanno una vita schifosa!”

Vicina: “Ma, se posso permettermi… che è quella?”

Madre: “Cosa?” (Rumore di fogli mossi sul tavolo)

Vicina: “Nono… non quella, no… sì, esatto, quella!”

Madre: “Ah è… un cartolina…”

Vicina: “Davvero? Che fortuna! Io è da mesi che non ricevo cartoline e l’ultima era completamente cancellata! Posso chiederle di leggerla?”

Madre: “(Un attimo di silenzio)… sì, certo…”

Vicina: “Cara madre, ti scrivo solo ora perché prima non potevo farlo. L’unico modo per spedirti la cartolina non censurata era mandartela a mano tramite il signor Holzner. Qui non si sta bene per niente, non c'è cibo, c'è freddo e siamo pieni di pidocchi! Ma le cose non vanno bene: ci buttano fuori dalle trincee quando non c'è nessuna ragione. E' tutto in disordine, non c'è disciplina e dopo Caporetto il morale è a terra! Salutami papà! Vi voglio bene.”

Vicina:”Caporetto ?!? Ma su che fronte combatte?”

Madre:”Lui... lui non combatte per gli austriaci!”

(Attimo di silenzio)

Vicina:”Non sarà mica uno di quei traditori che hanno seguito quel Cesare Battisti.”

Madre:”Ha solamente delle idee diverse!”

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Vicina:” Il Kaiser non hai mai fatto mancare nulla a nessuno qui! Farà la stessa fine che fece Battisti nel '16!”

Madre:”Non le permetto di parlare in questo modo di mio figlio!”

Vicina:”Ogni giorno mi sono occupata di andare dalla Madonna dei Chiodini, per infiggerne qualcuno a favore dei caduti di guerra, ma mai un irredentista riceverà un simile gesto da parte mia.”

Madre:”Mio figlio è solo un ragazzo, come il suo, come quello delle altre madri!”

Vicino:”Se suo figlio combatte per gli Italiani, è un cane!”

Madre:”Subito fuori di qui!” (Urlato!)

c) Trascrizione del racconto di Daniele Buccella

a cura di Gioia Zivelonghi

«Buongiorno, mi chiamo Daniele Buccella, sono nato a Bolzano e la storia riguarda un mio avo che si chiamava Gino Buccella. La famiglia era originaria di Besenello, in provincia di Trento. Era vissuta sotto l'impero austro-ungarico, in particolar modo - da quanto mi raccontavano i miei parenti - vivevano benissimo sotto l'impero. Cosa voleva dire vivere sotto l'impero austro-ungarico?

Voleva dire avere un catasto, frequentare la scuola fino a sette anni e l'impero austro-ungarico aveva una caratteristica: permetteva alle popolazioni sottomesse di mantenere la propria cultura e la propria lingua. Infatti le scuole erano in italiano per gli italiani, croato per i croati ungherese per gli ungheresi. Perciò - da quanto mi è stato detto dai miei nonni, sotto il dominio di Francesco Giuseppe si stava bene.

In particolar modo la loro famiglia: erano agricoltori, fiduciari del conte Thun, proprietario di castel Beseno, i cui discendenti sono i proprietari dell'attuale fabbrica di porcellane. Scoppiò la prima guerra mondiale e dei fratelli che erano 12 maschi (al tempo le famiglie erano numerose) ne partirono otto in ordine di leva, padre compreso. Tutti e nove furono mandati a prestare servizio militare presso l'impero, che mandava gli italiani sul fronte russo, mentre su quello italiano mandava i tirolesi. Partirono tutti per la Galizia, nell'attuale Polonia.Uno morì, uno è tornato senza una gamba... Tra i più giovani dei fratelli c'era questo Gino Buccella che inizia ad essere mosso da spirito irridentista e prima dello scoppio della guerra scappò e andò a vivere a Milano. Aveva all'incirca sedici, forse diciassette anni. Entrò a far parte dei gruppi irridentisti e si arruolò nei bersaglieri allo scoppio della guerra. Partì per il fronte del Carso e lì, durante una battaglia sul monte Sleme - non sono sicuro del nome - venne ferito gravemente e rifiutò di essere trasportato nelle retrovie e fece uno di quegli atti patriottici che adesso ci farebbero ridere: prese il tricolore e chiese ai barellieri di essere riportato al fronte incitando i colleghi all'attacco.

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Dopodiché morì e venne decorato con la medaglia d'oro a valore militare che è un'onoreficenza molto particolare, rilasciata solitamente in casi di morte e atti di eroismo.

Il suo fu un atto misto tra valore e fanatismo ed è interessante in sé a prescindere dal fatto che muore un ragazzo di 21 anni. Il fatto che a proposito di queste culture irridentiste trentine, sempre parlando coi miei avi anziani, non c'era questo irridentismo così diffuso perché si era ben inseriti in quello che era l'impero austro-ungarico, tuttavia c'erano nei giovani questi spiriti come nel mio avo. Credo sia interessante ragionare sul perché il mio avo che aveva ricevuto la stessa cultura dei miei fratelli decise di scappare e diventare irridentista. Ci doveva essere un qualcosa in corso che stava affermandosi un Battisti, un movimento che aveva conosciuto o studiato. A proposito, lui aveva studiato che per i tempi era strano. Credo che avesse fatto il seminario perché li mandavano a studiare, lì diventavano o preti o avevano solo il percorso di studio. Quindi aveva una preparazione un po' più avanzata rispetto alle sette classi previste dal programma austriaco. Mio nonno infatti mi raccontava che lui frequentava per sei mesi la scuola e per gli altri sei lavorava. Questo permetteva alle famiglie agricole di lavorare la terra perché privare la famiglia di un ragazzo durante la vendemmia era un problema invece se poteva fare d'inverno la scuola e d'estate e d'autunno occuparsi della terra...Mio nonno non era andato in guerra perché era tra i più giovani ma visse la seconda guerra mondiale; credo che i fratelli Bucella avessero un paio di sorelle.»

La trascrizione rispetta il parlato. Il racconto è interessante perché rivela un contrasto di nazionalismi all'interno di una stessa famiglia, argomento che ha ispirato il nostro dialogo radiofonico.

Va aggiunto che al soldato irredentista, Gino Buccella, è stata dedicata una via di Trento.

d) articolo sulla Madonna dei chiodinia cura di Chiara Salvaneschi

Fonte:Ettore Frangipane, Fame a Bolzano. 1914- 1919, Athesia, 2013“Tiroler Volksblatt”, 4/7/1917.L'ufficio per l'assistenza ai militari in guerra inaugura a fianco della chiesa abbaziale di Gries, sulla destra (vi si trova tuttora) un bassorilievo raffigurante una Madonna con Bambino. La superficie tutt'attorno è a disposizione per la "chiodatura". Nei giorni festivi, prima e dopo le devozioni pomeridiane, vi si possono infiggere chiodi a 20 Heller o due corone. Il ricavato va a vantaggio dell'assistenza ai militari. (pg.160)

La "Madonna dei Chiodini" è stata una cerimonia di carattere religioso svoltasi durante la Prima Guerra Mondiale a Gries, un piccolo paese allora vicino a Bolzano. Il 29 giugno 1917 venne inaugurata presso la chiesa abbaziale di Gries con una cerimonia la "croce dei chiodi". Una Madonna con Bambino in terracotta fu appoggiata alla parete e dietro venne posta una grossa croce di legno, appoggiata su uno zoccolo in porfido con inciso : "Eretto per (accogliere) chiodi-offerta onde alleviare i disagi della guerra 1914-1917 dal Kriegsfürsorgeament¹ di Gries con l'aiuto del Comune e di donatori". Coloro che volevano aiutare i soldati in guerra, ma anche vedove, orfani, e persone in difficoltà con un'offerta, potevano infiggere nella croce un chiodo di ferro, da 20 Heller², o uno d'oro, da 2 corone. I chiodi venivano infissi la domenica mattina, prima e dopo le messe pomeridiane la settimana; dopo un solo anno l'intera croce era già ricoperta di chiodi. L'ultimo chiodo venne infisso a luglio nel 1916 e infine il

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ricavato totale fu di 4.053,80 Heller.

¹Krigsfürsorgeament - Ufficio per l'assistenza di guerra²Heller - Moneta di origine tedesca dal valore di mezzo Pfennig, vecchia moneta tedesca

e) cartolina e scheda

n. _44_

1. oggetto definizione (es.: cartolina fotografica B/N)Cartolina illustrata a colori

1.1. titolo (=titolo sul recto; se non c'è, =titolo sul verso; in assenza di titolo indicare un soggetto il più preciso possibile tra parentesi quadre)“Dinanzi al Tribunale dell'Umanità”

1.2. autore (cognome e nome; oppure indicazione dell'ente)/

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1.3. soggetto (guerra mondiale 1915-1918, Sudtirolo ...)Prima guerra mondiale, 1916

1.4. luogo di edizione e/o stampa/

1.5. editore o tipografo/

1.6. anno edizione (se non c'è, indicare tra parentesi quadre l'anno più probabile o l'epoca: 1915, 1915-1918, anni venti, anni trenta)[1916]

2. stile/corrente/movimento artistico

2.1. soggetto : descrizione (descrizione degli elementi principali senza interpretazione del possibile sigificato; trascrizione di tutte le scritte e le parole stampate sul verso)In basso c'è la scritta seguente:“Dinanzi al tribunale dell'umanitàSul miserando carnaio delle loro vittime, circonfusi dal funesto bagliore delle immani rovine fiammeggianti, barcollano, esterrefatti da tanta rovina, il monarca cadente cui «i casti pensieri della tomba» non suggerirono che un epilogo di sangue, e il fatale ambizioso che al sogno di una potenza sconfinata -irragionevole e senza gloria- offerse l'olocausto di infinite, giovanili esistenze, li giudica l'umanità, raccogliendo e interpretando la sentenza ormai scritta nel cuore di milioni di madri, e la storia registra la rampogna eterna e la maledizione irrevocabile.”Nell'immagine, a sinistra sono rappresentate due donne, una con un libro in mano e l'altra mentre punta il dito verso Francesco Giuseppe e il re di Serbia, Pietro I, rappresentati sulla destra. Il re ha la spada insanguinata in mano. Tra questi due gruppi di persone ci sono alcuni cadaveri di soldati. Lo sfondo mostra il cielo del tramonto quasi completamente coperto dal fumo che sale dalla campagna.

2.2. soggetto : identificazione (spiegazione degli elementi - figure, simboli, parole)I due uomini sono Pietro di Serbia e Francesco Giuseppe e rappresentano Serbia e Austria. L'illustrazione è chiaramente contro la violenza e la brutalità della guerra e i due vengono giudicati.

3. elenco degli elementi aggiunti (francobollo, timbro)

3.1. trascrizione

3.1.1. testoAuguri a te e famiglia per le feste di Natale e Capo d'annoV. Salamilino

3.1.2. indirizzoAl Sig. Letterio Romeo fabbricante di PipeVia Giolitti 83-84 Ditta De Felice e C.Messina

3.1.3. data e luogo del timbroRoma Ferrovia 23-24-25- XII 1916

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3.1.4. francobollo (valore, immagine)Francobollo del valore di 5 centesimi che raffigura Vittorio Emanuele III

3.2. note eventuali /

4. nome file (es. jpeg 356)ro17.jpgro18.jpg