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STRUTTURE IN ACCIAIO: SISTEMI DI COLLEGAMENTO E UNIONI PARTE 1 GENERALITÀ Sapienza Università di Roma Corso di Tecnica delle Costruzioni – Ingegneria Civile A.A. 2014 – 15 ESERCITAZIONI UNIONI BULLONATE UNIONI SALDATE Website: http://www.francobontempi.org Website: http://www.francobontempi.org Prof. Franco Bontempi, Ing. Stefania Arangio, Ing. Paolo E. Sebastiani [email protected], [email protected] 13 Marzo 2015

Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1

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STRUTTURE IN ACCIAIO :

SISTEMI DI COLLEGAMENTO E UNIONI – PARTE 1GENERALITÀ

Sapienza Università di Roma

Corso di Tecnica delle Costruzioni – Ingegneria Civile

A.A. 2014 – 15

ESERCITAZIONI

UNIONI BULLONATE

UNIONI SALDATE

Website: http://www.francobontempi.org Website: http://www.francobontempi.org

Prof. Franco Bontempi, Ing. Stefania Arangio, Ing. Paolo E. Sebastiani

[email protected] , [email protected]

13 Marzo 2015

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I sistemi di collegamento: generalità

Unioni bullonate

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I sistemi di collegamento: generalità

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SCOMPOSIZIONE STRUTTURALEStruttura

Sottostruttura

Struttura

Sottostruttura

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ComponentiComponenti

Elementi

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SISTEMI DI COLLEGAMENTOL’acciaio è fornito dall’industria siderurgica in elementi di forme tipiche (profilati, lamiere, tubi) e di dimensioni unificate

A partire da questi elementi resistenti semplici è possibili costruire una qualsiasi struttura

In questo senso assumono un ruolo fondamentale i collegamenti.Devono essere realizzati in modo che ciascun elemento semplice contribuisca alla capacità portante dell’insieme.

Sistemi di collegamento : dispositivi costruttivi che hanno lo scopo specifico

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Sistemi di collegamento : dispositivi costruttivi che hanno lo scopo specifico di connettere due o più elementi strutturali inizialmente indipendenti

Sistemi di collegamento nelle NTC 2008:

• bulloni normali (§ 11.3.4.6.1)• bulloni ad attrito (AR) (§ 11.3.4.6.2)• saldature (§ 13.3.4.5)• chiodi (§ 11.3.4.6.3)

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ener

alità

UNIONI TRA COMPONENTI STRUTTURALIUnioni correnti : servono per creare profili composti a partire da ferri piatti e

cantonali (profili che non esistono sui sagomari, come travi alte e profili a cassone)

Unioni di forza: uniscono tra lori i vari elementi strutturali per formare l’intera (collegamenti) costruzione

I giunti tra gli elementi sono realizzati nelle zone di diffusione (D regions):

- Sono sede di concentrazioni di sforzi

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Immagine da http://dankuchma.com/stm

- Non vale la teoria della trave di Bernoulli (non sono verificate le ipotesi alla base della teoria di De Saint Venant)

- Le indicazioni progettuali sono basate su basate su teorie e modellazioni semplificate supportate da analisi sperimentali o numeriche

Lo studio accurato delle unioni è fondamentale perché i collegamenti possono costituire il punto debole della struttura

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CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE UNIONI (1)

Sistema di collegamento

Tipo di sollecitazione che trasmettono

(o vincolo che schematizzano)

• bullonate• saldate• chiodate

• Taglio (T)• Sforzo normale (N)• Sforzo normale e taglio (N+T)• Sforzo normale, taglio, momento (N+T+M)

cerniera

incastro, vincolo continuità

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Deformabilità

Statica

(N+T+M)

• flessibili• semirigide• rigide

• articolazioni• unioni a parziale ripristino• unioni a completo ripristino

vincolo continuità

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CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE UNIONI (2)

Tipologia di componenti che vengono collegati

1. trave principale – trave secondaria (giunto di estremità)2. trave – trave continua3. trave – colonna4. colonna - colonna5. colonna – fondazione 6. elementi di controventamento7. …1

3

4

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QUADRO RIASSUNTIVO DELLE TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTI

COMPONENTI VINCOLO SOLLECITAZIONE TIPO UNIONE

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COMPONENTI VINCOLO SOLLECITAZIONE TIPO UNIONE

1) Trave principale - trave secondaria

cerniera T bullonata

2) Trave - trave continua continuitàT

T + M

bullonatabullonata con coprigiunto

3) 4) 5) Trave - colonna (a 2, 3, 4 vie)

RITTI: cerniera T bullonataTELAIO:

nodo rigidoT + M

bullonata + saldata (giunto flangiato)

6) Controvento cerniera N +( N*e) bullonata

7) Colonna - colonna biella N bullonata

8) Colonna - plinto di fondazionecerniera N Bullonata

incastro N + MBullonata + irrigidimenti

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TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTI (ritti pendolari)G

ener

alità

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TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTI (controventi)G

ener

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TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTI (telaio a nodi rigidi)G

ener

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I sistemi di collegamento: generalità

Unioni bullonate

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Unioni saldate

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GENERALITA’U

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teVANTAGGI

• Facilità e velocità di montaggio e smontaggio – per questo motivo nel tempo la bullonatura ha rimpiazzato la chiodatura

• Flessibilità della struttura nel caso debba essere modificata per rispondere a nuove esigenze distributive

• Riutilizzo delle parti strutturali

SVANTAGGI

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SVANTAGGI

• Gli elementi strutturali sono indeboliti dalla presenza dei fori (è necessario effettuare opportune verifiche)

• La presenza dei fori comporta una distribuzione delle tensioni caratterizzatada punte locali

smax

smin

sm

Ø

s

Ø

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MORFOLOGIA DEI BULLONIU

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te

Bullone Rondella Dado

filettatura

Vite con testa esagonale Rondella Dado

Area dei bulloni (CNR 10011 prosp. 4 IV)

d [mm]Anom , area nominale Ares, area resistente

Area nominale

Area resistente

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d [mm]Anom , area nominale

[mm 2]Ares, area resistente

[mm 2]

12 113 84

14 154 115

16 201 157

18 254 192

20 314 245

22 380 303

24 452 353

27 572 459

30 707 561

Diametro del foro = d bullone + 1 mm (fino d= 20 mm)

Diametro del foro = d bullone + 1,5 mm (fino d > 20 mm)

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CLASSI DEI BULLONIU

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te

CLASSE VITE

fyb

N/mm 2

snervamento

ftbN/mm 2

rottura

fdNN/mm 2

fdN = 0,9ftb/ γM2

fdVN/mm 2

fdV = 0,6ftb/ γM2

4.6 240 400 288 192

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N

4.6 240 400 288 192

5.6 300 500 360 240

6.8 480 600 432 288

AR8.8 649 800 576

fdV = 0,6ftb/ γM2

320

fdV = 0,5ftb/ γM2

384

10.9 900 1000 720 400 480

10*9= 90 Kg/mm2 = 900 N/mm2 Aresistente Anominale

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INTERASSE E DISTANZE TRA I FORIU

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te(NTC 2008, § 4.2.8.1.1)

d = diametro bulloned0 = diametro foro

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t = spessore minimo tra quelli degli elementi collegati

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INTERASSE E DISTANZE TRA I FORIU

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te(NTC 2008, § 4.2.8.1.1)

t = spessore minimo tra quelli degli elementi collegati

d = diametro bulloned0 = diametro foro

E’ necessario rispettare i limiti della normativa per rimanere nel

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E’ necessario rispettare i limiti della normativa per rimanere nel campo di validità dei controlli sperimentali

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STATI DI SOLLECITAZIONEU

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teSi distinguono le unioni in:

• unioni in cui il bullone è sollecitato a taglio

• unioni in cui il bullone è sollecitato a trazione

• unioni in cui il bullone è sollecitato a trazione e taglio

Per il calcolo dello stato di sollecitazione non si possono usare le formule della teoria della trave. La sezione di calcolo coincide con la sezione di applicazione delle forze e non è applicabile il principio di De Saint Venant

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IPOTESI utilizzate per lo studio delle unioni:

• lamiera “inifinitamente” rigida – si trascura la sua deformazione

• si trascura l’inflessione dei bulloni

• si trascurano le concentrazioni di tensioni in corrispondenza dei bordi dei fori

• pressioni uniformemente distribuite sui fori e sul gambo dei bulloni

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UNIONI A TAGLIOU

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F

F/2

F/2

Forza che agisce nel piano di contatto tra gli elementi

Si considera un collegamentoelementare

Il bullone è soggetto a

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FF

F/2

F/2

F/2

F/2

F/2

F/2

F

F/2

F/2

F

Il bullone è soggetto a notevoli sforzi taglianti

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UNIONI A TAGLIO: MODALITÁ DI COLLASSOU

nion

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te1) Rottura per strappo della lamiera

2) Rottura per recisione del gambo del bullone

3) Rifollamento della lamiera

4) Rottura per trazione della lamiera

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UNIONI A TAGLIO: MODALITA’ DI COLLASSO (1/4)U

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te1) Rottura per strappo della lamiera

FF FF

D

D'

EE'

s = spessore

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smF

⋅⋅⋅=2

11τ

s = spessorem = proiezione orizzontale del segmento DD’

Lo sforzo di taglio si divide su due sezioni di A = ms

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ità 2) Rottura per recisione del gambo del bullone

UNIONI A TAGLIO: MODALITA’ DI COLLASSO (2/4)U

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i bul

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te

F/2

F/2

FF/2

F/2

F/2

F/2F

F/2

F/2

4F

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Il gambo lavora su due facceSulla sezione di A = π d2 /4 agisce la forza F/2

224

2 d

F

⋅⋅=π

τ

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UNIONI A TAGLIO: MODALITA’ DI COLLASSO (3/4)U

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te3) Rifollamento della lamiera

F F

Campo elastico

Campo plastico

Valore medio sd

F

⋅=1σ

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F

a b c

F

elastico plastico medio

s = spessored = diametro del bullone

sd ⋅

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UNIONI A TAGLIO: MODALITA’ DI COLLASSO (4/4)U

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te4) Rottura per trazione della lamiera

FF F F

F/2

F/2

F/2

F/2A

A'

sm s

( ) sda

F

⋅−=2σ

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smax

smin

Ø Ø

( ) sda ⋅−

a = altezza della lamierad = diametro del bullones = spessore

Andamento delle tensioni intorno al foro Valore convenzionale medio della tensione

Conoscendo le tensioni di collasso dei vari meccanismi è possibile risalire ai vari carichi di collasso. Il più piccolo dei 4 rappresenta l’effettivo carico ultimo del collegamento

a

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UNIONI A TAGLIO: VERIFICHEU

nion

i bul

lona

teUna volta calcolate le tensioni agenti è necessario valutare la sicurezza nei confronti dei vari meccanismi di collasso. 4 meccanismi 4 verifiche (NTC 2008, § 4.2.8.1.1)

1) Verifica a strappo della lamieraLa verifica a strappo è soddisfatta se il predimensionamento di distanze e interassi è stato effettuato seguendo le indicazioni della normativa

2) Verifica a recisione del gambo del bulloneCon l’ipotesi che la tensione tangenziale si distribuisca uniformemente:

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te

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Con l’ipotesi che la tensione tangenziale si distribuisca uniformemente:

VRdb

fA

R≤=τ

2

6,0

M

tbVRd

ff

γ=

2

5,0

M

tbVRd

ff

γ=

R = risultante sul singolo bulloneAb = area della sezione interessata

(Ab = A se il bullone lavora su una facciaAb = 2A se il bullone lavora su due facce)

Bulloni 6.8 e 10.9 con filettatura a contatto

Ab = 2A Ab = A

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UNIONI A TAGLIO: VERIFICHEU

nion

i bul

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te3) Verifica a rifollamento

2M

tkrif

fk

ds

R

γασ ⋅⋅

≤⋅

=

R = risultante sul singolo bulloned = diametro del bullones = spessoreftk = resistenza a rottura del materiale della piastraγM2 = 1,25

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4) Verifica di resistenza della lamiera

ydf≤σ

ridA

N=σ

ridW

M=σ

ridA

V=τ 22 3τσσσ +== id

⋅=

02

;9,0

minM

yk

M

tkyd

fff

γγo

Se è presente anche sforzo tangenziale

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Gen

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ità

UNIONI A TRAZIONEU

nion

i bul

lona

teForza che agisce in direzione perpendicolare al piano di contatto tra gli elementi

Si considera un collegamentoelementare

FN

effetto leva

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te

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UNIONI 1A.A. 2014 - 2015

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FN

2

9,0

M

tb

resN

f

A

N

γγσ ⋅

≤⋅=γN = 1,25 per tenere conto dell’effetto leva

e di eventuali flessioni parassiteAres = A resistente del bulloneftb = resistenza a rottura del bulloneγM2 = 1,25

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ità

UNIONI A TAGLIO E TRAZIONEU

nion

i bul

lona

te

14,1

≤⋅

+tRd

tEd

vRd

vEd

F

F

F

F

Nel caso di presenza combinata di taglio e trazione si può adottare la formula di interazione lineare:

FtEd sollecitazione di trazione di progetto

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2

6,0

M

restbvRd

AfF

γ⋅

=

2

9,0

M

restbtRd

AfF

γ⋅⋅

FvEd sollecitazione di taglio di progetto

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Gen

eral

ità

EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONEU

nion

i bul

lona

teLe unioni reali sono costituite da più bulloni.E’ necessario utilizzare metodi di calcolo che permettono di ripartire gli effetti delle azioni esterne tra gli n bulloni

Ipotesi semplificative• lamiera “infinitamente” rigida• bulloni perfettamente elastici

•T e N si ripartiscono in modo uguale tra i bulloni• lo spostamento di ogni bullone è costante e proporzionale alla distanza dal baricentro

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te

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T

M T

T

Se lo sforzo di taglio non è applicato sull’asse baricentrico nasce un momento torcente

Ne

Se lo sforzo normale non passa per il baricentro della bullonatura bisogna considerare anche gli effetti di un momento flettente

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EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE: TAGLIO (E TORSIONE)

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VT.1

V T.2

VT.5

VT.3

V T.4+ =

VV

V V

V1

V 2

V3V 4

T

T

M T M T

T

M T

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V VT.6

VT.5

VV6

V5

Si trasporta la forza al baricentro della bullonatura

Si genera un momento torcente MT

Lo sforzo di taglio si ripartisce tra gli n bulloni

nn

TV

s

=

ns = numero sezioni resistenti

ii

TT y

yn

MV ⋅

⋅= ∑ 2

Anche MT si ripartisce tra i bulloni

yi = distanza dal baricentro della bullonatura

Su ogni bullone agisce la risultante di V e VT

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EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE: TRAZIONE (E FLESSIONE)

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N

e

ymax

yi

NM

NF = y

MF ⋅= ∑

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n

NFN =

Lo sforzo normale si ripartisce tra i bulloni

i

i

i yy

F ⋅= ∑ 2

M è proporzionale alla distanza dei bulloni dall’asse neutro

n

Ny

y

MF

i

+⋅⋅

= ∑ max2max 2Lo sforzo totale massimo nel bullone più sollecitato sarà:

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I sistemi di collegamento: generalità

Unioni bullonate

Outline

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Unioni saldate

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ità

TECNOLOGIA DELLE UNIONI PER SALDATURAUNI 1307Per saldatura si intende il processo mediante il quale si effettua l’unione deipezzi metallici sotto l’azione del calore, con o senza l’apporto di un materialemetallico, in modo da realizzare nei tratti di collegamento la continuità fra i pezzistessi.

VANTAGGI

• collegamenti più rigidi

• si evita l’indebolimento dovuto ai fori dei bulloni

• le saldature occupano meno spazio. I giunti sono più snelli

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SVANTAGGI

• le saldature occupano meno spazio. I giunti sono più snelli

• gli elementi da unire non devono subire un trattamento iniziale (per lebullonature bisogna realizzare i fori

• La buona riuscita dipende principalmente dall’operaio (si cerca infatti di farleil più possibile da manodopera specializzata in officina dove c’è piùcontrollo)

• Maggiori oneri di lavorazione che portano a costi maggiori

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ità

PROCEDURE DI SALDATURASaldature a pressione

• Sono utilizzate per realizzare le strutture composte acciaio – cls

• I connettori sono saldati alla trave e la collegano alla soletta in cls

• Non si usa materiale d’apporto

Saldature a fusione

• Si crea continuità tra gli elementi

elettrodo

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te

• Si crea continuità tra gli elementi

• Il materiale proviene da un corpo esterno. E’ necessario farlo sciogliere e una volta sciolto proteggere il bagno di fusione per evitare un raffreddamento troppo rapido

• Esistono oltre 40 tipi di diversi di procedure

elettrodo

rivestimento

arco guidato

metallo di basemetallo fusozona di trazione

cordone

scoria

gas

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ità

PROCEDURE DI SALDATURA (1/2)Saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti

elettrodo

cordone di saldatura

pezzi da saldare(materiale base)

generatore

manico isolante

pinza porta elettrodo

E’ la più usata perché è la più semplice (si può fare anche in opera) ed è molto versatile.

Il generatore trasmette corrente che crea un arco elettrico tra l’elettrodo e il materiale base a causa della d.d.p.

Si crea una sorgente di calore localizzata che fa fondere entrambi e dal raffreddamento si ottiene il

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fondere entrambi e dal raffreddamento si ottiene il cordone di saldatura.

L’elettrodo è una bacchetta di materiale siliceo-vetroso (è più leggero dell’ acciaio fuso quindi galleggia sul materiale base e forma una pellicola protettiva contro l’idrogeno dell’atmosfera che fragilizza l’acciaio)

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ità

PROCEDURE DI SALDATURA (2/2)Saldatura automatica ad arco sommerso

Di suo industriale. E’ caratterizzata da bagli di fusione di elevate dimensioni

La sorgente termica è costituita da un filo avvolto in matassa che un opportuno dispositivo meccanico provvede a far avanzare man mano che si fonde

La parte da saldare è ricoperta da sabbia che protegge l’acciaio fuso (“sommerso” perché coperto dalla sabbia)

Saldatura automatiche o semiautomatiche sotto gas d i protezione

Saldature a filo continuo in cui la protezione del bagno di fusione è affidata a un gas inerte o a un gas chimicamente attivo.

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gas inerte o a un gas chimicamente attivo.

Hanno un costo elevato e sono utilizzate per saldare acciai particolari

Saldature con elettrodo infusibile

L’arco elettrico scocca tra un elemento di tugsteno e il materiale base.

L’elettrodo di tugsteno serve solo per far scoccare l’arco. Il materiale di apporto proviene da una bacchetta dello stesso materiale da saldare.

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ità

POSSIBILI DIFETTI• Mancanza di penetrazione : il cordone non collega l’intera sezione da saldare

(errore dell’operatore o lembi preparati male)

• Inclusioni solide : scorie nel bagno di fusione

• Soffiature : cavità formate dai gas che si liberano durante la saldatura

• Cricche a freddo : microfessure nel materiale base ai margini del cordone di saldatura. Dovute in genere a raffreddamento troppo rapido

• Cricche a caldo : fessure nella zona fusa causate da un elevato tenore di impurezze nel bagno di fusione. E’ il difetto peggiore.

cricche a freddo

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te

• Deformazione

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itàEsistono due classi (NTC 2008 - § 4.2.8.2, CNR 10011/97 - § 2.5.3)

1) Giunti a completa penetrazione

• Viene ripristinata la continuità tra i pezzi uniti

• Diventano monolitici (e vanno verificati come tali)

La resistenza di calcolo dei collegamenti si assume uguale alla resistenza di

CLASSIFICAZIONE

testa a testa a T a croce

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La resistenza di calcolo dei collegamenti si assume uguale alla resistenza di progetto del più debole tra gli elementi connessi

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te

2) Giunti a cordone d’angolo

• Gli elementi da unire non vengono preventivamente modellati

• Sono solo accostati. Si hanno discontinuità nel flusso delle tensioni

discontinuità

discontinuità

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ità

GIUNTI A CORDONE D’ANGOLO: CALCOLO E VERIFICHE

Il problema di verificare la resistenza di un cordone d’angolo è stato oggetto di numerosi studi.Tutti i metodi proposti si basano su una ipotesi semplificativa: le tensioni si vengono considerate uniformemente distribuite sulla sezione di gola (a*L)

Reale distribuzione degli sforzi.Mano a mano che il materiale si plasticizza si ha una ridistribuzione degli sforzi e le disuniformità si attenuano

Altezza di gola a

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Sezione di gola nella reale posizione Sezione di gola ribaltata

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ità

• Van den Eb traccia un dominio a peroide a partire da risultati sperimentali

Si cerca un dominio con una forma traducibile in equazione

• ellissoide ISO

VERIFICHE SULLA SEZIONE DI GOLA RIBALTATA: CENNI STORICI

( ) ( ) 170,058,0 2

2//

2

2

2

2

=⋅

+⋅

+ ⊥⊥

uuu fff

ττσ

Lo scopo era quello di tracciare il dominio spaziale delle resistenze

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• ellissoide ISO

• sfera inglese (BS, 1966): raggio pari a 0,58·fu;

• sfera americana (AISC, 1969): raggio pari a 0,61·fu;

• sfera tedesca (DIN, 1968): raggio pari a 0,70·fu.

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te

( ) ( )70,058,0 ⋅⋅ uuu fff

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VERIFICHE SULLA SEZIONE DI GOLA RIBALTATA (NTC E CNR)In Italia: • si vuole mantenere l’interpretazione delle DIN ma

rendendola più cautelativa

• Si vuole evitare una formulazione analitica di tipo quadratico

SFERA MOZZA

Sfera tagliata da due coppie di piani passanti per 0,58fu su entrambi gli assi

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7,02//

22ydftnt ⋅⋅≤++ ⊥⊥ β

ydfnt ⋅⋅⋅≤+ ⊥⊥ β258,0Verifiche

Page 43: Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1

stato tensionale limitazioni Fe 360 Fe 430/ 510

0,85 fyd 0,70 fyd

fyd 0,85 fyd

fyd 0,85 fyd

0,85 fyd 0,70 fyd

0,85 fyd 0,70 fyd

⊥ ⊥

a

n σ⊥

t τ

2//

22 ≤++ ⊥⊥ ττσ

σ

τ

σ τ

τ

τ

≤+ ⊥⊥ στ

≤⊥τ

≤⊥σ

2//

2 ≤+⊥ ττ

≤+ ⊥⊥ στ

≤⊥σ

0,85 fyd 0,70 fyd

0,85 fyd 0,70 fyd

0,85 fyd 0,70 fyd

0,85 fyd 0,70 fyd

⊥τ

⊥ τσ

τ⊥

σ⊥

τ

//⊥

2//

2 ≤+⊥ τσ

≤//τ

≤⊥τ

≤⊥σ

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Gen

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EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE: TRAZIONE

a

F

F/2

F/2

L

fF

⋅≤= 85,0τ F⋅≤=σ

a

LF

F/2

F/2

Cordoni laterali Cordone frontaleU

nion

i bul

lona

teU

nion

i sal

date

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yd

ii

faL

F⋅≤

⋅= ∑ 85,0//τ

∑ ⋅⋅=⋅ aLaL ii 4

ydfaL

F⋅≤

⋅⋅=⊥ 85,0

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EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE: TAGLIO

Fa

h

L

F

a

h

b

L

nσt

τ

⊥n

⊥⊥

L’area resistente è pari a A = 2·a·h2ha ⋅

Cordoni frontali longitudinali Cordoni frontali trasversali

habW ⋅⋅=

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(o )

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con modulo di resistenza6

22ha

W⋅

⋅=

La massima tensione derivante dal momentoflettente è pari a:

2max

3

halF

W

M

⋅⋅⋅==⊥σ

ha

F

⋅⋅=

2//τ

ydf⋅≤+⊥ 85,02//

2max τσ

hab

LF

W

M

⋅⋅

⋅==⊥σ

ab

F

⋅⋅=⊥ 2

τ

ydfba

F

hab

FL≤

⋅⋅+

⋅⋅=+ ⊥⊥ 2

τσ ydf⋅85,0

ydf⋅≤⊥ 85,0σ ydf⋅70,0

ydf⋅≤⊥ 85,0τ ydf⋅70,0

habW ⋅⋅=

(o )

(o )

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EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE: TAGLIO

F

-σ max

flessione

τ

taglio

A

B

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ydA f⋅≤⊥ 85,0maxσ

ydBB f⋅≤+⊥ 85,02//

2 τσ (o 0,70 fyd)

Verifica nel punto A

Verifica nel punto B

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EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE: TORSIONE

a

H

L

h

a

H

MT

M

a

V

z

h

V

MT

a

L

MV T=

Cordoni laterali Cordoni frontaliU

nion

i bul

lona

teU

nion

i sal

date

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te

( )ah

MH T

+=

La

H

⋅=//τ

z

MV T=

aLz

M

aL

V T

⋅⋅=

⋅=//τ

ydf⋅≤ 85,0//τ (o 0,70 fyd)

Page 48: Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1

PROSSIMA ESERCITAZIONE

STRUTTURE IN ACCIAIO :

SISTEMI DI COLLEGAMENTO E UNIONI – PARTE 2

E

Sapienza Università di Roma

Corso di Tecnica delle Costruzioni – Ingegneria Civile

A.A. 2014 – 15

ESERCITAZIONI UNIONI

ESEMPI: GIUNTI DI ESTREMITÀ (TRAVE PRINCIPALE – SECONDARIA)GIUNTI TRAVE – COLONNA

UNIONE CONTINUA TRAVE – TRAVE

UNIONE COLONNA – COLONNA

UNIONE COLONNA FONDAZIONE

UNIONE TRA GLI ELEMENTI DI CONTROVENTAMENTO

Website: http://www.francobontempi.org Website: http://www.francobontempi.org

Prof. Franco Bontempi, Ing. Stefania Arangio , Ing. Paolo E. Sebastiani