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Il 700

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L’Europa è teatro di alcuni focolai di guerra, che vedono impegnate le potenze europee in

un difficile equilibrio. Nel 1713 e 1714, gli stati che avevano formato la Grande

Alleanza dell'Aia (Inghilterra, Olanda, Impero Asburgico, Prussia, poi Portogallo e Savoia),

inducono alle paci di Utrecht e Rastadt le potenze francese e spagnola, che

maturavano progetti di egemonia sull'Europa e di guerra per il predominio europeo.

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Gli stati europei, sull'esempio di Spagnoli e Portoghesi, si spingono

tutti nell'avventura coloniale, sognando di costituire paesisubalterni in America, Africa e Asia. A spingerli sulla via delcolonialismo è soprattutto la classe borghese, in ascesa nel

campoeconomico, in molti stati europei, come in Francia, in

Inghilterra, inOlanda. La borghesia si rafforza e allarga la sua influenza sulpotere politico grazie alla sua capacità di forgiarsi una sua

filosofiache punta tutta sul progresso.

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Sono gli intellettuali, molti dei quali provengono dalle fila della borghesia, che intervengono polemicamente

contro le concezioni assolutistiche del potere regio. Nel '700 l'intellettuale, letterato o filosofo-scienziato

che sia, esce dalla solitudine di uno studio isolato e si fa politico. Di volta in volta esprime il suo parere sulle decisioni del re, sente le tensioni della società e vuole che i sudditi si sentano cittadini, partecipino agli affari di tutti, dello Stato. A causa dell'influenza esercitata

dagli intellettuali, i sovrani cominciarono a preoccuparsi dell'opinione pubblica.

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In Francia si era verificato l'incremento della borghesia colta ed era aumentato il prestigio che

essa conferiva alla corona. Alleata dell'assolutismo nella lotta contro la nobiltà feudale, la borghesia si è

ormai inserita nelle leve del potere, togliendo alla nobiltà appannaggi e privilegi: il Colbert, ministro

della monarchia francese, con la politica mercantilistica e col promuovere professioni di

pubblica utilità, aveva favorito la formazione e il rafforzamento della borghesia contro i ceti feudali.

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In Inghilterra, sotto il travaglio di due rivoluzioni, la monarchia si era data assetto

costituzionale (1689 "Dichiarazione dei diritti" e inizio della monarchia costituzionale). Si

diffusero inoltre in Inghilterra l'ideologia della tolleranza religiosa, le dispute sulla religione naturale o rivelata, sui rapporti tra stato e

chiesa; era stata fondata e riconosciuta come Società Reale di Londra un'importante

Accademia Scientifica.

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Essa sancì il patto tra i notabili del Regno e il sovrano Guglielmo III d'Orange, per cui

questo si impegnava a rispettare le franchigie consuetudinarie e i privilegi

goduti dagli uomini "liberi" rappresentati nei due rami del Parlamento. Tale

dichiarazione intese proclamare una libertà aristocratica, riservata solo ad alcuni.

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La rivoluzione inglese non fu solo episodio di rilievo nazionale perché le sue motivazioni ideologiche vennero delineando le ragioni universali di una filosofia politica che era

destinata a costituire la matrice culturale e unitaria della moderna civiltà liberale. Lo stesso ordinamento costituzionale della

Monarchia inglese finì con l'assumere, per tanta parte della cultura illuministica del

Settecento, volere assoluto, e cioè di modello esemplare per ogni ordinamento statale che

volesse garantire dall'arbitrio del potere esecutivo i diritti di libertà dei cittadini.

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1705 pompa per le miniere; 1707 battello a vapore; 1748 fusione dell'acciaio; 1754 esperimenti di B. Franklin

sull'elettricità; 1773 inizio della rivoluzione industriale

in Inghilterra; 1776 macchina a vapore; 1779 macchina filatrice; 1785 telaio meccanico.