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Pace Lodi

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Venezia, dopo che l’Impero Ottomano aveva preso a minacciare i suoi possedimenti e i suoi commerci in Oriente, spostò progressivamente la sua attenzione politica verso la terraferma, cercando di imporre la sua potenza sull'entroterra. Ad opporsi alle mire espansionistiche di Venezia fu Milano, che, dopo un primo periodo di incertezza politica conseguente alla morte di Gian Galeazzo Visconti, seppe ritrovare in Filippo Maria Visconti unità e vitalità.

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Lo scontro decisivo fra i due Stati avvenne a Maclodio nel 1427: Venezia, supportata anche da Firenze, nei cui disegni era una limitazione della potenza viscontea, ne uscì vittoriosa, grazie soprattutto all'opera del condottiero mercenario Francesco Bussone detto il Carmagnola.

La vittoria veneziana, che diede alla Serenissima il possesso dei territori fino all'Adda, non mise fine agli scontri fra i due ducati che proseguirono fino al 1454.

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In quell'anno, a Lodi, Venezia e Milano conclusero una pace definitiva, ratificata successivamente dai loro alleati. Il Nord Italia risultava in pratica spartito fra i due Stati nemici, nonostante persistessero alcune potenze minori. In dettaglio, stabilì la successione di Francesco Sforza al Ducato di Milano, lo spostamento della frontiera tra i suddetti stati sul fiume Adda, l'apposizione di segnali confinari lungo l'intera demarcazione e l'inizio di un'alleanza che culminò nell'adesione, in tempi diversi, alla Lega italica.