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I ricorsi al giudice amministrativo (TAR) contro l’inceneritore della piana fiorentina Le associazioni firmatarie dei ricorsi sono WWF, Italia Nostra e Forum ambientalista, legittimate per legge (dal 1986) a impugnare atti amministrativi che si ritengano lesivi degli interessi ambientali.

Azioni legali: tempi e prospettive del ricorso al TAR

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I ricorsi al giudice amministrativo (TAR)

contro l’inceneritore della piana fiorentina

Le associazioni firmatarie dei ricorsi sono WWF, Italia Nostra e Forum ambientalista,

legittimate per legge (dal 1986) a impugnare atti amministrativi che si ritengano

lesivi degli interessi ambientali.

• Due i ricorsi presentati:

• -nel luglio 2014 la delibera 62 della Provincia di Firenze che ha dichiarato la compatibilità ambientale del progetto (valutazione di impatto ambientale, V.I.A.)

• -in questi giorni ( gennaio 2016) l’autorizzazione unica 4688 /2015 della Città Metropolitana di Firenze con cui si consente la realizzazione e la gestione dell’impianto

• I provvedimenti impugnati fanno parte di un UNICO PROCEDIMENTO e dunque verranno decisi con un’ UNICA SENTENZA

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i motivi di illegittimità degli atti in base ai quali si chiede il loro annullamento

• Criteri : si impugnano gli atti amm.vi perché la Pubblica Amministrazione non rispetta le regole stabilite dalla legge.

• Effetti: Se il giudice ritiene che l’atto viola la legge, allora deve annullare l’atto.

la valutazione di impatto ambientale

• La valutazione di impatto ambientale , V.I.A. : per (certi

progetti tra cui ) gli inceneritori la legge prevede che si

debba stimare quali sono gli impatti, cioè le modifiche

delle condizioni ambientali :aria, acqua ,suolo, etc.. ,

indotti dall'attuazione di un determinato progetto.

• Un obiettivo importante delle procedure di VIA è quello di

favorire la partecipazione delle popolazioni nei processi

decisionali sull'approvazione dei progetti.

LE ILLEGITTIMITA CONTESTATE

IN SINTESI

- violazione delle norme di attuazione degli atti di programmazione della Regione Toscana

I piani regionali per il risanamento ambientale (PRAA e PRRM): ridurre la popolazione esposta all’inquinamento atmosferico se superiore ai valori limite; Il PRRM si pone come finalità generale la riduzione della percentuale di popolazione esposta ad elevati livelli di inquinamento atmosferico la piana è zona critica e sottoposta , per legge, a interventi di risanamento.

-la VIA non esamina le alternative

• La legge regionale, nazionale e comunitaria : art.22 dlg 152/2006 – Art. 50 L.r 10/2010- Del GR 1068/1999- Reg.CE 850/2004 prevedono che si debbano esaminare le alternative (strategiche, di ubicazione e tecnologiche ) compresa l‘ alternativa „zero“.

• Il Regolamento 8540/CE: «Nell'esame dei progetti di costruzione di nuovi impianti o di modifica sostanziale di impianti esistenti che utilizzano processi in cui vengono emesse le sostanze chimiche di cui al presente allegato (DIOSSINE etc.) , la priorità va data a tecniche, pratiche e processi alternativi che presentino un'analoga utilità ma che siano in grado di evitare la formazione e l'emissione di tali sostanze».

• Tale modo di operare non consente la comparazione di possibilità alternative per il raggiungimento del medesimo obiettivo , potenzialmente di minor impatto dunque di maggiore accettabilità sanitaria , ambientale, sociale.

la VIA non considera il degrado attuale dell‘area – e le informazioni sono insufficienti -il decreto legislativo 155/2010 ha tra le sue finalità il mantenimento della qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi (art. 1 lett.d). Ma l‘aria della Piana è da risanare: dunque è illegittimo il suo aggravamento -L‘ istruttoria sull‘aria è insufficiente : 1. insufficienti le stazioni di rilevamento 2. carenza di informazioni e sottostima dichiarata dei valori di pm 2,5 3. assenza stima delle frazioni fini e ultrafini delle emissioni dell’impianto , le più pericolose 4. nessuna valutazione sul particolato secondario, etc.

- sono violati i principi sulla prevenzione del rischio sanitario

La ASL Dip. Prevenzione ha dato parere positivo ma ha dichiarato che l‘area è fortemente critica dal punto di vista sanitario e prescrive: 1.-la sorveglianza degli effetti sugli esiti riproduttivi e sull'incidenza dei tumori potenzialmente correlabili alle emissioni del termovalorizzatore nella popolazione residente nell'area di potenziale ricaduta delle emissioni dell'impianto; 2.-un progetto di controllo della contaminazione della catena alimentare ; 3.-uno studio epidemiologico sui lavoratori addetti all'impianto. Le prescrizioni ( sorveglianza, controllo , studio epidemiologico…) , in quanto inerenti alla fase operativa, non svolgono nessuna funzione nella fase di valutazione preventiva del rischio, poiché rinviano solo alla verifica del danno.

4. Esiti di salute studiati

Saranno presi in considerazione esiti di salute rappresentati da:

• 1. patologie con breve latenza nella relazione esposizione/ danno legate ad esposizioni di breve durata e/o concentrate nel tempo o in particolari fasi della vita (tipico esempio:patologie gravidanza);

• 2. patologie con lunga latenza nella relazione esposizione/ danno (esempio tipico: tumori,malattie respiratorie croniche) legate ad esposizioni di lunga durata, i cui effetti potranno però essere opportunamente indagati dopo un adeguato periodo di latenza;

• 3. patologie influenzate sia dai picchi di livelli espositivi concentrati nel tempo sia ai livelli di esposizione di lunga durata (esempio tipico: malattie coronariche acute).

In particolare, saranno selezionate le patologie potenzialmente correlate alle emissioni dei termovalorizzatori, quali:

• a) Esisti riproduttivi,

• b) Tumori e patologie non tumorali acute e croniche.

- non e‘ stata fatta la „relazione di incidenza“ nei siti di importanza comunitaria „s.i.c.“ Nella piana ci sono dieci habitat di interesse comunitario . Per questo doveva essere fatta una relazione di incidenza come prescritto per legge (regionale, nazionale, comunitaria) a cui subordinare la decisione , positiva o negativa, del progetto. Di contro è stata rilevata l’ ASSENZA di analisi dirette sul campo. La conferenza del servizi che prima ha contestato la circostanza chiedendo approfondimenti sostanziali, successivamente ha trasformato le richieste di accertamento preventivo in prescrizioni da rispettare dopo la sua realizzazione. Ma le norme SUBORDINANO la fattibilità dell’impianto alla prova – che non vi è stata- della non incidenza dell‘impianto sul sito Si è inoltre contestata la violazione art. 6 comma 3 direttiva …, poiché il progetto doveva esaminare congiuntamente altri progetti insistenti nell’area, quali l’ampliamento della sede autostradale e il nuovo aeroporto di Firenze previsto nella variante al PIT ( del CR 74/2013).

- non sono stati stimati , nel bilancio di impatto ambientale , gli effetti delle scorie e delle ceneri prodotte dall‘impianto

fino a 55.000 tonnellate l‘ anno di cui 9.000 tonnellate di ceneri altamente tossiche.

-né è dichiarato dove verranno collocate scorie e ceneri

l’ autorizzazione (AIA e AU) alla realizzazione dell’inceneritore

• -la Città Metropolitana ( C.M. ex provincia di Firenze) ha violato il regolamento urbanistico (RUC)del Comune di Sesto che per l’area di Case Passerini ( art.23.3.) prevede l’adozione di un piano attuativo.

• La C.M. ha invece effettuato una variante al R.U.C. che doveva passare , previa valutazione strategica (art.5 L.r.10/2010) , almeno attraverso un accordo di pianificazione ( art.8/4 L.r. 39/2005).

• La C.M. ha deliberato, senza averne i poteri, in difformità dal RUC.

• Questo ha effetti sulla legittimità del vincolo espropriativo per i terreni da acquisire per una parte del progetto

- non è stato rispettato il piano di indirizzo territoriale (PIT )con valenza di piano paesaggistico

Era necessario che venisse attivata una apposita conferenza dei servizi tra comune e regione per la verifica della compatibilità della variante al Piano paesaggistico

per i piani attuativi non ancora approvati e le relative varianti che interessano beni paesaggistici, i comuni trasmettono i relativi atti alla Regione che entro 60 giorni dal ricevimento indice apposite conferenze di servizi

- non sono previste le opere di compensazione ambientale, « i boschi della piana»

• protocollo di intesa del 2 agosto 2005 fra Provincia di Firenze e i comuni della Piana: opere di rinaturalizzazione (i Boschi della Piana) che dovranno essere realizzate prima dell’avvio dei lavori e durante la fase di procedura VIA relativa all’impianto

Riferisce l’allegato 4, programma Sorveglianza ambientale, che “dal punto di vista ambientale, l’impianto è situato all’interno di una zona di particolare complessità, caratterizzata dalla presenza nelle immediate vicinanze dell’autostrada A11, quindi dalla presenza di una rete viaria articolata e caratterizzata da notevole intensità di traffico anche pesante, e dalla zona industriale/artigianale che comprende, tra i diversi insediamenti produttivi, anche altri impianti dedicati al trattamento /smaltimento dei rifiuti, ovvero: una discarica, un depuratore biologico, un impianto di selezione ed uin impianto di compostaggio”.Orbene, omesso di indicare nell’elenco di cui sopra anche l’ aeroporto di Firenze e la nuova pista del medesimo, il programma riferisce che ”questa situazione contribuisce a rendere molto complessa l’individuazione di un protocollo di monitoraggio ambientale che consenta l’individuazione di un impatto ambientale riconducibile esclusivamente al nuovo termovalorizzatore e, al tempo stesso, di renderlo distinguibile dal contributo determinato dalle altre sorgenti e da altri fattori confondenti.”. Considerazione che però smentisce le finalità stesse del monitoraggio che invece è finalizzato a “… valutare gli effetti sanitari ed ambientali prodotti dal nuovo impianto” e non valutare la situazione ambientale dell’intera area .

Un altro principio dell’Unione europea

disatteso: « chi inquina paga»