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BIODIVERSITA’ COME MOTORE DELLO SVILUPPO RURALE ESPERIENZE A CONFRONTO Trento, 15 novembre 2014 La partecipazione delle Comunità Locali § Nuove professioni per lo sviluppo locale Esperienze nel territorio trentino Federico Bigaran – Ufficio per le produzioni biologiche PAT Adriana Stefani – Rete Ecomusei del Trentino Stefano Mayr – Associazione Accompagnatori di Territorio

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Convegno "Biodiversità come motore dello sviluppo rurale". Il convegno si è tenuto al MUSE a Trento il 15 Novembre 2014. On line tutte le presentazioni ed i video dell'evento. Il convegno aveva l'obiettivo di accostare e mettere a confronto le esperienze di utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Realizzate in alcune zone della Tanzania e del Vietnam da organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale, queste iniziative sono state comparate con altrettante operazioni messe in atto in Trentino. Il confronto voleva offrire una serie di spunti di riflessione su come la biodiversità possa favorire lo sviluppo rurale, attraverso l'uso sostenibile delle risorse naturali da parte delle comunità locali, in particolare nelle aree protette. Quattro i punti di vista adottati che si integrano tra di loro: le caratteristiche degli Ecosistemi, le forme di gestione, la partecipazione e le figure professionali per lo sviluppo locale. Questa è la settima di otto presentazioni. Cerca su youtube i video!

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BIODIVERSITA’ COME MOTORE DELLO SVILUPPO RURALE

ESPERIENZE A CONFRONTOTrento, 15 novembre 2014

La partecipazione delle Comunità Locali

§

Nuove professioni per lo sviluppo locale

Esperienze nel territorio trentinoFederico Bigaran – Ufficio per le produzioni biologiche PAT

Adriana Stefani – Rete Ecomusei del Trentino

Stefano Mayr – Associazione Accompagnatori di Territorio

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Progetto Interreg SEE: “SY_CULTour - Sinergia fra cultura e turismo: l’utilizzo dei potenziali culturali nelle zone rurali svantaggiate” (www.sycultour.eu)

Progetto pilota:“ Dalla tradizione alla produzione. L’uso sostenibile delle piante officinali spontanee e coltivate nel contesto dell’offerta turistica rurale”

Esperienze nel territorio trentino

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La biodiversità associata è quella delle erbe spontanee ad uso alimentare (piante alimurgiche).

Fitoalimurgia: scienza che studia la flora spontanea tradizionalmente utilizzata a scopo alimentare (dal greco phytón = pianta e dal latino alimenta urgentia, alimentazione in caso di necessità, urgenza alimentare).

La partecipazione delle Comunità Locali

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- la valorizzazione delle tradizioni popolari legate alle piante è un’azione di salvaguardia della biodiversità e dei “saperi” a esse collegati;

- le connotazioni culturali del territorio:

modi di sfruttamento e utilizzo in cucina e negli altri settori, gli aspetti linguistici dialettali, i toponimi, i simboli, le ricorrenze , le feste..

La partecipazione delle Comunità Locali

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La partecipazione delle Comunità Locali

Valorizzare le tradizioni popolari legate alle piante.

Settori di applicazione: medicinale, veterinario, alimentare, artigianale, ornamentale, cosmetico, ludico, voluttuario, magico-religioso…

Prodotti trasformati : tisane, creme e unguenti, sali aromatizzati, pesti e salse, olii essenziali, sciroppi …

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Fase 1 – Creare un’idea ben formata e strutturata attività 1.1 formazione gruppo promotore

attività 1.2 creare una conoscenza comune sul tema attività 1.3 dare chiarezza all’idea e scriverla

Fase 2 – Realizzare un’indagine generale di baseattività 2.1 acquisizione dati del contesto territoriale (geografici,

demografici, sociali, ambientali, economici, politici)attività 2.2 identificazione dei valori (culturali, naturalistici,

economici, ecc..) con potenzialità di sviluppoattività 2.3 individuazione dei principali “stakeholders”

Fase 3 – Elaborare un piano strategicoattività 3.1 verificare la fattibilità e definire le prioritàattività 3.2 definire obiettivi chiari e specificiattività 3.3 definire gruppi di lavoro (tematici, territoriali,

funzionali ..)

La partecipazione delle Comunità Locali

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Fase 4 – Preparare un piano d’azione

attività 4.1 definire in modo dettagliato i compiti e le attività di ogni proposta

attività 4.2 preparazione di una strategia di comunicazione (interna ed esterna)

attività 4.3 redazione del piano (parte generale: sintesi, obiettivi, contesto territoriale e aree interessate, durata, persone coinvolte, risultati desiderati – parte specifica: definizione dei

prodotti proposti, piano di comunicazione, indicatori)

Fase 5 – Gestire e realizzareattività 5.1 programma di attuazione (varie fasi, calendario)attività 5.2 coordinamento fra varie fasi e soggetti,

comunicazione, rapporto con le istituzioni

Fase 6 – Monitorare e valutareattività 6.1 analisi dati finanziari e di performance, questionariattività 6.2 indicazioni di miglioramento e per future iniziative

La partecipazione delle Comunità Locali

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- sviluppare e mantenere buoni rapporti fra organizzazioni, privati, enti pubblici, politici…

- far circolare le informazioni e favorire la partecipazione sociale

- assicurare una effettiva possibilità di interazione nei processi decisionali

- mettere assieme i vari punti di vista produce innovazione

- risoluzione di conflitti

- creazione e diffusione di conoscenza

- condivisione di regole e comportamenti

- migliorare la qualità della vita

Metodi partecipativi e sviluppo del progetto(pianificazione partecipativa, perché?)

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- informalità

- ascolto attivo

- contenuti

- procedure

- atmosfera

- facilitatore (neutrale, attento, aiuta a progredire, stimola la discussione, riassume, aiuta il gruppo a giungere a conclusioni)

- tecniche (Open Space Tecnology, World Caffè, Goal Oriented Project Planing, European Awarness Scenario, Creative Problem Solving, Focus Group, Brainstorming, Logical Framework Approach….)

Metodi partecipativi e sviluppo del progetto(pianificazione partecipativa, come?)

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Sono elementi materiali ed immateriali, di origine antropica o naturale, collegati autenticamente al territorio, identificati dai portatori d’interesse come potenziali animatori di sviluppo economico, sociale, ecologico o culturale. Il potenziale di sviluppo di un valore culturale è la sua capacità, a differenti livelli operativi e nelle diverse sfere di competenza e decisionali, di essere parte di azioni di sviluppo. Formano il potenziale endogeno di un territorio.

I valori culturali con potenziale di sviluppo

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• Identificazione del quadro istituzionale, analisi storica e terminologica

• Elaborazione di una classificazione dei beni e valori culturali

• Inventario dei beni e valori culturali presenti nelle aree pilota (elaborazione di mappe di comunità)

• Criteri per l’individuazione dei beni e valori culturali con potenziale di sviluppo

• Mappatura e pubblicazione su WEB di quanto riscontrato

La metodologia adottata

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Specificità del Trentino

Necessità di nuove tipologie

Mondo Rurale

Malghe

Villaggi

Masi Storia

GuerreReligione

Castelli

Siti archeologici

NaturaFlora & fauna

Aree protette

Aree ricreative

Paesaggio culturale

Colture agrarie

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I progetti pilota

Come il sol, come l’erba (Ecomuseo del Vanoi)Le piante spontanee nella tradizione popolare (Ecomuseo del Viaggio e Ecomuseo del Lagorai)L’orto in Villa (Ecomuseo Argentario)Erbe da vivere, erbe di vita (Ecomuseo della Judicaria)L’orto dei rimedi (Ecomuseo del Chiese)Gli orti dei semplici (Ecomuseo della Val di Peio)

Aree tematiche comuni : “Un futuro per il nostro passato”La creazione di orti botaniciLa realizzazione di sentieri e l’organizzazione di escursioniLa progettazione di itinerari didatticiLa produzione di piante per la venditaLa filiera corta

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Buone pratiche promosse dalla Rete:

Il facilitatore opera in modo continuativo in un territorio specifico, caratterizzato da un suo patrimonio e identità, assieme ad una popolazione (di cui egli stesso fa parte), cheforma una o più comunità, in un progetto ecomuseale di ampio respiro che si sviluppa nel tempo.

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Ecomuseo ArgentarioL’orto in Villa

• esbosco, sistemazione, terrazzamento e semina dell’orto (circa 1000 mq)

• coltivazione di varietà orticole e officinali

• visite guidate e momenti didattici;

• vendita dei prodotti dell’orto (bio_cesta)

• realizzazione del filmato “Orto in Villa”;

• convegno “Erbe e spezie a confronto”;

• realizzazione di brochure informative e didattiche

Azioni:

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Ecomuseo della Valle del Chiese “L’orto dei rimedi”

• realizzazione del campo dimostrativo di piante officinali e aromatiche;

• progettazione di un piccolo laboratorio per la didattica, acquisto di un essiccatore;

• visite didattiche sul territorio, al campo sperimentale e al laboratorio, visite-studio;

• incontri con i volontari per lo sviluppo di filiere produttive e progettazione nuove iniziative;

• incontri aperti al pubblico;

• programmazione visite stagione turistica estiva;

Azioni:

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Ecomuseo del Vanoi“Come il sol…come l’erba"

• incontri con operatori e aziende per progettare e promuovere le azioni;

• viaggio-studio a Irschen (Carinzia)• organizzazione di 15 laboratori sul tema delle

erbe officinali e sulla filiera del lino; • realizzazione gadget (acquerelli e manufatti

artigianali) in collaborazione con il Filò del Ricamo;

• corso per la produzione di prodotti cosmetici: “ Un'idea dalle mani”;

• proposte turistiche invernali nel contesto del progetto “Oltre lo sci”;

• realizzazione di due percorsi e due orti;

• incontri tecnici sulla coltivazione delle piante officinali.

Azioni:

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Ecomuseo della Judicaria“Erbe da vivere… erbe di vita"

• incontri con le aziende agricole del territorio;• visite guidate nelle aziende;• “Trekking degli asinelli” dedicato anche al

riconoscimento delle erbe spontanee e ai loro utilizzi;

• 5 serate dedicate ai “saperi” legati alle erbe officinali ealla promozione del progetto;

• incontri con i ristoratori per attività promozionali e visite;

• azioni di sensibilizzazione: corso di pittura botanica;

• realizzazione di due orti – scuola

• organizzazione spazio riservato alle erbe officinali nel “Festival del Miele” (31 agosto)

Azioni:

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Ecomuseo della Val di Peio“Gli orti dei semplici”

• preparazione e semina del capo sperimentale 130 mq

• preparazione e semina dell’orto botanico

• coltivazione del campo di lino - 150 mq

• acquisto di un distillatore e allestimento del laboratorio dimostrativo

• incontri con gli operatori turistici per lo sviluppo di proposte per un turismo tematico;

• scambio bilaterale Italia-Slovenia sul tema del Lino;

• sistemazione delle recinzioni dei campi

• organizzazione di serate con esperti sul tema delle erbe officinali

• organizzazione di una settimana di eventi dedicati alle erbe officinali;

Azioni:

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Ecomuseo del Lagorai“La riscoperta dell’utilizzo delle erbe

officinali nella tradizione dell’Ecomuseo del Lagorai”

• coinvolgimento’Associazione Montagna e Benessere;

• partecipazione alla Festa delle erbe officinali a Roncegno (25-29 luglio)

• serate informative dedicate alle erbe officinali locali e agli impieghi tradizionali;

• concorso : “L’Orto della tradizione”;

• ricerche e interviste sui saperi locali legati alle erbe officinali;

• programmazione del corso di formazione sulle erbe officinali e spontanee;

• realizzazione di un percorso dedicato alle erbe officinali sul sentiero naturalistico Furlan.

Azioni:

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Ecomuseo del Tesino“Il giardino botanico del Tesino:

usi delle piante officinali nella tradizione locale”

• visita-studio a Maso Albio – Roncegno T.• incontro/visita a tutte le aziende del territorio

per la promozione del progetto;• coinvolgimento Università della Tuscia,

prof.Salomone per il progetto Orto botanico

• incontri informativi con la popolazione, visite didattiche;

• incontri di facilitazione al dialogo tra aziende e enti pubblici;

• proposta: “tavolo dei prodotti del Tesino”;

Azioni:

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Grazie per l’attenzione !